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> Scrivere: "ti Voglio Bene" Alla Propria Madre
 
Barbabietola
Inviato il: Martedì, 01-Dic-2015, 22:49
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Psico Amico
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Oggi l'ho fatto per messaggio, ma non so se sono stata sincera.

Mia madre è stata ricoverata questo pomeriggio, domani viene operata all'intestino per togliere un polipo. L'intervento è rischioso, perchè lei prende parecchi farmaci psichiatrici (soffre di disturbo schizoaffettivo), è molto grossa (pesa 120 kg), coi relativi problemi di respirazione, pressione, ecc...
Io sono preoccupata. Qualcuno qui dentro il forum oggi si sarà accorto che sono nervosa.

Me ne ha fatte passare di ogni e me ne fa passare ancora, perciò nutro nei suoi confronti molta rabbia. La maggior parte dei miei problemi dipende da lei. Per questo dico che forse non sono stata sincera. Sono combattuta. Da una parte sono furiosa, dall'altra mi dispiace e mi preoccupo. Questo è un conflitto che mi tormenta da decine di anni e non so come liberarmene. Anni fa la rabbia prendeva il sopravvento per risolvere il conflitto, ora non lo so. Oggi mi sento male.
Sono molto nervosa, oscillo paurosamente tra incazzatura e depressione. Soffro di disturbo borderline, quindi queste variazioni rientrano nella norma per me, ma oggi proprio sono al limite. Sono imbottita di ansiolitico, prendo due antidepressivi tutti i giorni, non so che fare.
Mi sento vicina a una crisi.

Mi vergogno molto, anche, per quello che ho scritto, nel senso che mi vergogno di aver mostrato quel sentimento.



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Già DianeK.
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diamante351
Inviato il: Mercoledì, 02-Dic-2015, 00:58
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Psico Amico
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A mio parere hai fatto bene, non solo: sei stata matura e coraggiosa, e la situazione di salute precaria di tua madre ha tirato fuori un affetto che secondo me nutri davvero, al di là del rancore PSICO smile.gif

Sai non credo sia così facile non provare più affetto per i nostri genitori, anzi, è praticamente impossibile; sono le persone che ci hanno messo al mondo e che, in un modo o nell'altro, abbiamo avuto accanto fin da quando non eravamo autonomi in nulla, neppure nel mangiare o nel camminare.

La questione è piuttosti un'altra, a mio avviso, cioè che quei sentimenti di affetto che proviamo, oltre a dover coesistere con altri più distruttivi, non vorremmo averli o sentirli. E' comprensibile.
Quante volte è stato proprio l'amore per i nostri genitori a fotterci la vita? Grazie all'amore che nutrivamo hanno potuto tagliarci le gambe, ricattarci con sensi di colpa, oppure abbiamo nutrito aspettative troppo alte che non sono state soddisfatte, o ancora quando eravamo piccoli e li vedevamo come dei, magari abbiamo dovuto lottare per elemosinare una stima o un'accettazione che tardava ad arrivare... o altre ferite, ognuno ha la sua storia riguardo a come l'amore e l'apertura siano stati traditi.
Essere ammirati da loro, indifesi, fiduciosi, volere il loro bene ci ha più volte "fregato", così è nata la nostra profonda e inconscia paura di amare, che alla fine è alla base dei nostri malesseri, almeno io la vedo così.

Però, sotto la paura e l'astio, l'amore e l'affetto ci sono, anche se ci sono volte in cui non vorremmo dare loro nulla di nulla; nella tua mente più profonda sono impressi in modo indelebile i ricordi di tutto ciò che hai ricevuto, fin dalle prime ore di vita, e questi ricordi per quanto cerchi di negarli, andranno sempre in parallelo con quelli di ciò che ti è stato negato e dei torti ricevuti.

Di qua i rapporti di amore/odio etc., la confusione di sentimenti contrapposti, io non sono una puritana che dice di amare incondizionatamente etc., ma penso che la cosa migliore da fare sia di ricordare sempre entrambi gli opposti che ci dilaniano. Quindi sì, vogliamo male, ma vogliamo anche bene. Se solo odiassimo non staremmo male, se solo amassimo neanche. Stiamo male perché ci sono entrambi.

In particolare, la parte più infantile e ferita è piena di paure e contratta. La parte adulta, può scavalcare le ferite ed essere più forte del ricordo amaro. La situazione di emergenza ti ha fatto capire che hai la potenzialità di trovare la forza per andare oltre; non sarà certo una strada spianata, ma è un primo passo e un segnale incoraggiante, io ne andrei fiera fossi in te PSICO wink.png

Che papiro lungo e pomposo che ho scritto, ora però vado a dormire!



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So l'ora in cui la faccia più impassibile è traversata da una cruda smorfia: s'è svelata per poco una pena invisibile. Ciò non vede la gente nell'affollato corso.

Voi, mie parole, tradite invano il morso segreto, il vento che nel cuore soffia. La più vera ragione è di chi tace. Il canto che singhiozza è un canto di pace.

(Eugenio Montale)


In ciò che sembriamo veniamo giudicati da tutti; in ciò che siamo da nessuno.

(Friedrich Schiller)
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Cecilia
Inviato il: Mercoledì, 02-Dic-2015, 12:03
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Cecinuotatrice
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Dire ti voglio bene alla propria madre è incredibilmente difficile, almeno per me, ma è altrettanto liberatorio dopo.
Barbabietola in questo periodo di convalescenza abbraccia tua madre, dille che le vuoi bene, non nascondere i tuoi sentimenti, amare la propria madre è come amare se stessi.
Un abbraccio cara. PSICO hug.gif


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Sempre così smisuratamente perduta ai margini della vita reale: difficilmente la vita reale mi avrà e se mi avrà sarà la fine di tutto quello che c’è di meno banale in me.
Antonia Pozzi

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Pelle310
Inviato il: Mercoledì, 02-Dic-2015, 13:08
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Secondo me la prima cosa che devi fare è amare te stessa, perdonarti e non vergognarti per quello che provi.
Dicendo "ti voglio bene" non hai eliminato completamente tutto il male che ha causato tua madre, semplicemente lo hai messo da parte perchè le condizioni esterne sono cambiate e hai dato priorità ad altro.
Prendi la cosa per come è venuta, prenditi il diritto di piangere o si sentirti poco bene.
nessuno ci giudicherà e se per caso lo facesse sono problemi suoi.


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"Siamo tutti angeli fino a quando non passiamo dall'inferno."
"L'esperienza è il nome che gli uomini danno ai propri errori" Oscar Wilde
"Nessun maggior dolore ricordarsi del tempo felice nella miseria" Inferno Canto V Dante
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Barbabietola
Inviato il: Giovedì, 03-Dic-2015, 09:53
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Psico Amico
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Grazie a tutti, siete molto cari, scusate se non ho risposto prima, ma ieri sono stata tutto il giorno in ospedale e quando sono tornata a casa ero distrutta. Ero anche imbottita di xanax, perchè, oltre alla tensione per il tutto, soffro anche di panico da medici e ospedali. Ho dormito poco e sono ancora rimbambita dall'ansiolitico, perciò scusate se non riesco a connettere bene il cervello e rispondo "un po' così".

Diamante, scrivi cose sagge. E' vero per me che se odiassi soltanto non starei male. Ieri l'ho pensato: "Se solo la odiassi e basta, sarebbe tutto più semplice", invece sono intrappolata fra due sentimenti contrastanti e questo mi fa stare male.

Cecilia, grazie per l'abbraccio! Non riesco "di persona" a dire a mia madre che le voglio bene, sono riuscita solo per iscritto. Di persona è troppo difficile per me.
Non sono riuscita neanche a darle un bacetto prima di andare via ieri sera. Gliel'ho dato, però, quando la stavano portando in sala operatoria, non so perchè. Ho visto che mia sorella, che di solito ha molti gesti d'affetto, invece non gliel'ha dato, ma si è limitata a salutarla da lontano. Ci siamo inverte i ruoli. Non capisco.

Pelle, ti ho letto un po' in passato, prima della mia dipartita dal forum, e mi sembri una persona emotiva, per questo ti leggo anche adesso con piacere. Hai ragione a dire che mi devo perdonare, ma non ci riesco. E' un grosso fardello questo per me. Anche la vergogna è un fardello, anche se meno pesante del senso di colpa. Convivo con entrambi fin da piccola, ma convivo male, non sono ancora riuscita nè a superarli, nè ad accettarli.

Scusate se rispondo poco e male, ho bisogno di più tempo ed energie per ricaricarmi e pensare a queste cose così importanti per me.


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Già DianeK.
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Barbabietola
Inviato il: Giovedì, 03-Dic-2015, 18:51
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Psico Amico
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Rieccomi, sono andata di nuovo in ospedale oggi, ma solo per un paio d'ore questo pomeriggio, quindi sto meglio PSICO smile.gif

Oggi è stato diverso, perchè la situazione non era più "limite"come quella di ieri; diciamo che oggi è tornato un po' tutto nella norma in quanto a rapporti.
Io non sono tornata nella norma in quanto a emozioni e pensieri, però.

Faccio molto fatica ad andare oltre la sofferenza che ho vissuto. Ricollegandomi anche a un altro thread del forum, quello sul perdono, faccio molta fatica a perdonare. Nutro ancora troppa rabbia, credo, rabbia che non riesco a evitare o a dissolvere.

Provo anche vergogna, perchè vergogna e senso di colpa sono due sentimenti che mi tormentano fin da quando ero piccola. Non riesco a liberarmene. Non riesco nemmeno a capire il perchè della mia vergogna nell'aver scritto a mia madre che le voglio bene.
Amare me stessa è complicato, ma piano piano ci sto provando e riuscendo un pochino PSICO smile.gif

Ieri sera ho pianto come una fontana.




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Cecilia
Inviato il: Venerdì, 04-Dic-2015, 12:39
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Cecinuotatrice
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QUOTE (Barbabietola @ Giovedì, 03-Dic-2015, 17:51)
Amare me stessa è complicato, ma piano piano ci sto provando e riuscendo un pochino PSICO smile.gif

Ieri sera ho pianto come una fontana.

E' indice di cambiamento. PSICO hug.gif


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Cinciallegra
Inviato il: Venerdì, 04-Dic-2015, 13:42
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ti capisco, è difficile dire "ti voglio bene".. io l'ho scritto una sola volta a mio padre, con grande fatica e grande senso di vergogna, però sono felice di averlo fatto, almeno una volta nella vita.
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diamante351
Inviato il: Venerdì, 04-Dic-2015, 14:16
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Psico Amico
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Barbabietola, sono d'accordo con Cecilia, ti vedo in evoluzione emotiva verso una maggiore serenità, continua così! PSICO wink.png

Il rapporto con tua madre lo capisco molto bene, sembra lo specchio di quello con mio padre. Anch'io (che non gli parlo da anni) ho fatto uno sforzo enorme per scrivergli, una volta, ti voglio bene, rispondendo a una sua domanda; anch'io temevo di avere accondisceso in modo insincero, ma dopo mi sono sentita meglio, più leggera e fiduciosa in me stessa. Ho paura di amarlo, ancora più che con mia madre.
Anch'io provo sentimenti conflittuali verso di lui; affetto e dipendenza si mescolano a una rabbia che è stata anche odio e disgusto, in passato; so quanto essere dilaniati da opposte emozioni faccia soffrire e renda complicato il rapporto... coraggio!

Oggi c'è un po' meno rabbia da parte mia verso papà, non per merito mio né di mio padre, ma più che altro perché il tempo fa la sua parte. I sentimenti hanno bisogno dei loro tempi per maturare, crescere ed estinguersi. Se ci permettiamo di vivere ciò che proviamo, vengono superati e "bruciati", dopo di che si può reiniziare. Per me è stato difficile e lo è tuttora, perché tendo a distaccarmi da ciò che sento, come tu forse a rinnegarlo (non so, ipotizzo, scusa).

Credo quindi che i veri nemici da combattere siano la vergogna e il senso di colpa: sono i freni che impediscono alle emozioni di fluire. Anch'io ho un forte senso di colpa con entrambi i genitori, meno di vergogna; non riesco a litigare con mamma senza sentirmi soffocare dalla colpa, con mio padre è ancora peggio perché più profondo e spesso inconscio. Ma quando sono meglio a contatto con i miei sentimenti, mi rendo conto che... il senso di colpa, cos'è? E' l'ascoltare più le richieste sociali che il nostro cuore, mentre ogni sentimento che nasce in noi ha un suo perché. Se mettiamo da parte quelle copie degli altri che si sono infiltrate nella nostra testa, se le lasciamo parlare senza dare loro troppo ascolto, allora vergogna e colpa diminuiscono.

Comunque ci vuole tempo. Riagganciandomi anch'io all'altro thread, non sono riuscita ancora a perdonare mio padre, non so neppure se voglio. Io ho anche il problema di avere un arsenale ridottissimo di ricordi positivi con lui, a cui riagganciarmi per riabilitarne l'immagine, poiché quando avevo due anni se n'è andato di casa (non per sua scelta). A ogni modo la rabbia la sto superando, ma la paura di lui no, ho tanta paura di essere ferita e tradita ancora... ma lasciamo al tempo fare il suo corso... e speriamo! PSICO smile.gif


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So l'ora in cui la faccia più impassibile è traversata da una cruda smorfia: s'è svelata per poco una pena invisibile. Ciò non vede la gente nell'affollato corso.

Voi, mie parole, tradite invano il morso segreto, il vento che nel cuore soffia. La più vera ragione è di chi tace. Il canto che singhiozza è un canto di pace.

(Eugenio Montale)


In ciò che sembriamo veniamo giudicati da tutti; in ciò che siamo da nessuno.

(Friedrich Schiller)
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Barbabietola
Inviato il: Venerdì, 04-Dic-2015, 16:56
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Psico Amico
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Grazie a tutti per le risposte!

Credo e spero che il tempo aiuti. Con mia madre anni fa era peggio, non sarei riuscita minimamente a scriverle una cosa del genere e forse nemmeno avrei voluto farlo, tanta era la rabbia. A tutt'oggi non so come si sia verificato questo cambiamento positivo e quindi attribuisco il merito al tempo che è passato.

Il mio problema con il senso di colpa risale al passato remoto, a quando ero piccola. Mia madre è sempre stata maestra nel far sentire in colpa le persone a lei vicine. Purtroppo ho interiorizzato questo sentimento e ora ne sono ancora prigioniera. Gli anni di terapia e di riflessione mi hanno permesso di allentare un po' le catene - a volte molto, a volte poco - ma non di liberarmi. La strada è ancora lunga, ma mantengo le speranze PSICO smile.gif

Non ho ancora affrontato il tema della vergogna, un po' perchè in me la colpa prevale, un po' perchè non so da dove cominciare. Mi vergogno anche solo ad ammettere di essere una persona che si vergogna! Si dice che la vergogna sia l'altra faccia della medaglia della colpa, quindi forse le cause sono simili, ma di questo non sono sicura, non lo so proprio. Sono stanca di essere in balìa di questo sentimento negativo, però, e voglio scrollarmelo di dosso.

Diamante, mi dispiace per la tua esperienza con tuo padre. A due anni si è davvero molto piccoli per avere molti ricordi positivi di una persona. Credo che il senso di abbandono resti come appiccicato dentro, un po' come certi odori acri restano impregnati nei vestiti.


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Già DianeK.
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