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> La Catena Del Dolore.
Aeroplano italiano
Inviato il: Sabato, 18-Ago-2018, 22:40
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Un anello, fa solo un anello, non una catena;
Due anelli fanno già una catena.

Cosa vuol dire? Dopo 6 anni passati a logorarmi di Doc, su un brutto episodio, ho capito questa massima. Che non riguarda l'episodio che accadde, ma il modo di funzionare della testa, che vi descrivo:
anche quando il cuore torna in pace, può affiorare un ricordo qualsiasi, perché non si può cancellare la memoria o impedire un pensiero. Ma dopo questo, non attacco una seconda o terza considerazione o un nesso.


Perché, se attacco un secondo anello, cioè una seconda considerazione, finirò per aggiungere il terzo anello e andare avanti e formare una lunga catena, che m'imprigiona e mi soffoca la vita.

Parlerò dopo del valore del primo anello, cioè del primo pensiero, che in realtà può anche essere utile talvolta. Basta che resti isolato.
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bimba triste
Inviato il: Sabato, 18-Ago-2018, 22:59
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Ciao aeroplano.. Bella la metafora della catena.. Hai espresso perfettamente il concetto del lasciar scorrere il pensiero.. Lo lasci andare non succede nulla..inizi per analizzarlo e affondi.. Più o meno è questa la base del doc.. Giusto?
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moonlight92
Inviato il: Domenica, 19-Ago-2018, 00:13
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eh sì, la catena dei dubbi, dei pensieri ansiosi.
per ogni anello che scegliamo di non attaccare un anello che ti imprigiona dovrebbe staccarsi... fino a liberarti dalla tua stessa catena

a parole è semplice. con i fatti è un andare fortemente contro il bisogno di sapere e controllo. perché se stai male e ci stai spesso male è umano cercare il perché del tuo dolore. ma è il cercare i perché ripetutamente a farti male in realtà. è un inganno. tu vuoi liberarti ragionando e quindi con lo stesso strumento che ti sta ferendo ogni secondo e ogni giorno che passa.
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bimba triste
Inviato il: Domenica, 19-Ago-2018, 07:37
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È vero hope la cosa difficile è resistere.. Quando andai dalla prima psicologa mi disse è come un morso di zanzara.. Più ti gratti e peggio è.. Ma nella realtà quando l ansia è troppo forte.. Il ragionamento per liberarsi dal malessere si innesca solo.. Come se fosse un meccanismo di sopravvivenza...pensiero-->angoscia /ansia/ devo smontare questo meccanismo-->penso.. Mente in tilt.. Più o meno da me funziona così...
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Aeroplano italiano
Inviato il: Domenica, 19-Ago-2018, 18:14
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Bravissimi tutti! Se siete così consapevoli, allora siete molto avanti nella soluzione di questo malfunzionamento mentale.

Andiamo a esaminare solo l'innesco, cioè il primo pensiero che si riaffaccia alla mente. Può non essere lo stesso, ma fa sempre parte dello stesso argomento. In ogni caso, da quello si riparte. A noi non piace questo pensiero: ci desta allarme e siamo convinti che l'unico modo di non pensarci, o di scongiurarlo o neutralizzarne la portata minacciosa, o fare in modo che non si ripresenti più, sia quello di trovare una soluzione razionale, per metterlo a posto una volta per tutte

Ma perché affiora il primo pensiero? In realtà la mente ne sforna in continuazione e alla grande maggioranza di essi non diamo peso. Ma se affiora QUEL PENSIERO, è diverso. Per forza! Se ieri ci siamo squagliati il cervello tutto il giorno, e sono mesi che va avanti così, riteniamo che sia un segnale di qualcosa di molto importante. Qualcosa che va esaminato subito. È solo la nostra convinzione che sia importante quanto minaccioso, a spingerci inconsapevolmente ad andare avanti a ragionare.

Io credo che non convenga assolutamente cercare di evitare l'emersione del primo pensiero, cioè del primo anello, oppure di schiacciarlo via. Basta solo prendere atto che c'è. Si può anche tenerlo in considerazione, non è detto che sia una stupidaggine. A volte anzi, può contenere elementi chiarificatori prima sconosciuti. Possiamo utilizzarli, ma non ritenere che siano una nuova chiave interpretativa per tutta la vicenda, e quindi ripercorrerla nuovamente tutta. Una buona idea e sono una buona idea, non lo spunto per una ricostruzione generale.
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Gattina97ct
  Inviato il: Domenica, 19-Ago-2018, 20:26
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QUOTE (Aeroplano italiano @ Domenica, 19-Ago-2018, 17:14)
Bravissimi tutti! Se siete così consapevoli, allora siete molto avanti nella soluzione di questo malfunzionamento mentale.

Andiamo a esaminare solo l'innesco, cioè il primo pensiero che si riaffaccia alla mente. Può non essere lo stesso, ma fa sempre parte dello stesso argomento. In ogni caso, da quello si riparte. A noi non piace questo pensiero: ci desta allarme e siamo convinti che l'unico modo di non pensarci, o di scongiurarlo o neutralizzarne la portata minacciosa, o fare in modo che non si ripresenti più, sia quello di trovare una soluzione razionale, per metterlo a posto una volta per tutte

Ma perché affiora il primo pensiero? In realtà la mente ne sforna in continuazione e alla grande maggioranza di essi non diamo peso. Ma se affiora QUEL PENSIERO, è diverso. Per forza! Se ieri ci siamo squagliati il cervello tutto il giorno, e sono mesi che va avanti così, riteniamo che sia un segnale di qualcosa di molto importante. Qualcosa che va esaminato subito. È solo la nostra convinzione che sia importante quanto minaccioso, a spingerci inconsapevolmente ad andare avanti a ragionare.

Io credo che non convenga assolutamente cercare di evitare l'emersione del primo pensiero, cioè del primo anello, oppure di schiacciarlo via. Basta solo prendere atto che c'è. Si può anche tenerlo in considerazione, non è detto che sia una stupidaggine. A volte anzi, può contenere elementi chiarificatori prima sconosciuti. Possiamo utilizzarli, ma non ritenere che siano una nuova chiave interpretativa per tutta la vicenda, e quindi ripercorrerla nuovamente tutta. Una buona idea e sono una buona idea, non lo spunto per una ricostruzione generale.

Aeroplano ciao, sei molto saggio! Ma quando i pensieri e l'ansia non ci sono più ma si ha la netta sensazione che sia tutto vero come si deve fare? Ti spiego la mia domanda "lo amo o no?" mi ha completamente spezzato due anni fa, adesso non mi chiedo più le stesse cose, direi proprio che i pensieri non ci sono più ma solo alcune sensazioni negative ma anche positive. In questa fase bastarda cosa dovrei fare?


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l’ansia non deve vincere sulla vita di chi ne soffre. È un’amara sofferenza, certo, ma combatterla è possibile
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Aeroplano italiano
Inviato il: Domenica, 19-Ago-2018, 22:58
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Grazie per il saggio, è un grande complimento.

Secondo me, conviene mantenere un atteggiamento passivo, rispetto a questo pensiero. Guadarlo come spettatori e non come protagonisti. Soprattutto non porsi nessuna domanda.

Quando pensiamo a una cosa, l'unica cosa certa, è che la stiamo pensando, non che la cosa sia fondata, per quanto possa maledettamente sembrare. Ma se l'andiamo a sfottere, è certo che ci carichiamo di un problema. Quando un problema ha un senso e quando no? Cos'è un problema? È un quesito e la ricerca di una soluzione. Che è esattamente quello che non dobbiamo fare in questi casi.

Quando un problema ha un senso oppure no? Un problema è reale quando dobbiamo dare una risposta concreta. Quindi valutiamo tutti i dati che abbiamo a disposizione, e formuliamo la nostra scelta, che potrebbe anche rivelarsi sbagliata, oppure potrebbero essere insufficienti gli elementi disponibili. Ma dobbiamo scegliere lo stesso. C'è un tempo determinato, una scadenza per dare la nostra risposta. Che dobbiamo dare anche se essa ci sembra imperfetta o anche un po' sbagliata. Per il doc invece ci prendiamo un tempo infinito, giornate intere, magari per definire solo un dettaglio. In ogni caso deve quadrare tutto alla perfezione. Ma nel frattempo non facciamo nessuna scelta concreta.



Se mi viene in mente l'Everest tutte le mattine, sono certo che ci penso, ma non vuol dire che ci voglio andare.
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moonlight92
Inviato il: Domenica, 19-Ago-2018, 22:59
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come si può impedire l'effetto " non pensare a un elefante "?
una volta che capisci che il pensiero ossessivo non deve essere così importante s che devi lasciare perdere tutte quelle analisi può succedere di sforzarsi di non pensarci finendo per pensarci ancora di più.
per esempio io ho paura che il mio ragazzo non mi piaccia abbastanza in viso e testo la mia attrazzione quando siamo insieme... a ogni dubbio mi dicevo : non è davvero una cosa importante da determinare.
cioè ogni volta mi dovevo ripetete di smetterla di preoccuparmi se mi piaceva o no guardarlo.
ma è difficile perché arrivano ancora di più i pensieri ad ogni mio modo per dirmi che non era importante capire quella cosa.
Fra l'altro nonostante fossi a letto per l'influenza con febbre e tutto.
il cervello non mi da tregua manco se sto male
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Aeroplano italiano
Inviato il: Domenica, 19-Ago-2018, 23:20
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Ciao Hopespring,

Hai notato in questa sezione che ogni forumista si pone un problema diverso? Ma tutti si comportano allo stesso modo?

Il doc è paragonabile a un pendolo. Più lo spingi più quello torna. È evidente che l'unico modo di non farlo tornare, è di non spingerlo.

Il pendolo è un filo al quale è appeso un oggetto. Se paragoniamo la paura di ciascuno a un oggetto diverso, potremmo appendere a un'estremità una bottiglietta, una posata, una palla, un frutto, un pesino di piombo o uno d'oro. Qualsiasi cosa ci mettiamo, il pendolo funziona sempre allo stesso modo. Non importa cosa ci mettiamo, lui va avanti e indietro.

Osservando me stesso, sono convinto che ciascuno di noi non abbia un solo oggetto attaccato questo pendolo ideale, ma ne abbia anche altri nella vita. Cioè vuol dire altri timori e altre paure, solo che sono meno visibili o meno dolorose.

Sono convinto che chi soffre in varia misura del doc, soffre in generale di indecisione e insicurezza, anche nelle piccole cose di tutti i giorni.
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Gattina97ct
Inviato il: Domenica, 19-Ago-2018, 23:28
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QUOTE (Aeroplano italiano @ Domenica, 19-Ago-2018, 21:58)
Grazie per il saggio, è un grande complimento.

Secondo me, conviene mantenere un atteggiamento passivo, rispetto a questo pensiero. Guadarlo come spettatori e non come protagonisti. Soprattutto non porsi nessuna domanda.

Quando pensiamo a una cosa, l'unica cosa certa, è che la stiamo pensando, non che la cosa sia fondata, per quanto possa maledettamente sembrare. Ma se l'andiamo a sfottere, è certo che ci carichiamo di un problema. Quando un problema ha un senso e quando no? Cos'è un problema? È un quesito e la ricerca di una soluzione. Che è esattamente quello che non dobbiamo fare in questi casi.

Quando un problema ha un senso oppure no? Un problema è reale quando dobbiamo dare una risposta concreta. Quindi valutiamo tutti i dati che abbiamo a disposizione, e formuliamo la nostra scelta, che potrebbe anche rivelarsi sbagliata, oppure potrebbero essere insufficienti gli elementi disponibili. Ma dobbiamo scegliere lo stesso. C'è un tempo determinato, una scadenza per dare la nostra risposta. Che dobbiamo dare anche se essa ci sembra imperfetta o anche un po' sbagliata. Per il doc invece ci prendiamo un tempo infinito, giornate intere, magari per definire solo un dettaglio. In ogni caso deve quadrare tutto alla perfezione. Ma nel frattempo non facciamo nessuna scelta concreta.



Se mi viene in mente l'Everest tutte le mattine, sono certo che ci penso, ma non vuol dire che ci voglio andare.

Ma pensi che tutte queste sensazioni siano date dal doc? Non voglio rassicurarmi ma solo capire bene il meccanismo..


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moonlight92
Inviato il: Domenica, 19-Ago-2018, 23:28
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sì ed é un po quello che mi dicono gli psicologi ogni volta che intraprendo una terapia. cioè che queste ossessioni ( o anche in passato con altri contenuti )sono sintomi di un disturbo d'ansia che deriva da molte altre cose della mia vita.
è assurdo... la mia missione è un assurdità me ne rendo conto da sola ma non riesco a fregarmene,a non venire investita dal dubbio.
che poi mi dico ; vabbè non mi piacerà al 100% chissene frega mi piace stare con lui. se non mi piace al millesimo non è importante.
no se io non mi applico a capire e sviscerare questo quesito la testa non me la fa passare liscia. non mi permette di vivere appieno proprio la storia...
è una prigione mentale e più vorrei liberarmene più mi incatena
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Gattina97ct
Inviato il: Domenica, 19-Ago-2018, 23:31
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QUOTE (Aeroplano italiano @ Domenica, 19-Ago-2018, 21:58)
Grazie per il saggio, è un grande complimento.

Secondo me, conviene mantenere un atteggiamento passivo, rispetto a questo pensiero. Guadarlo come spettatori e non come protagonisti. Soprattutto non porsi nessuna domanda.

Quando pensiamo a una cosa, l'unica cosa certa, è che la stiamo pensando, non che la cosa sia fondata, per quanto possa maledettamente sembrare. Ma se l'andiamo a sfottere, è certo che ci carichiamo di un problema. Quando un problema ha un senso e quando no? Cos'è un problema? È un quesito e la ricerca di una soluzione. Che è esattamente quello che non dobbiamo fare in questi casi.

Quando un problema ha un senso oppure no? Un problema è reale quando dobbiamo dare una risposta concreta. Quindi valutiamo tutti i dati che abbiamo a disposizione, e formuliamo la nostra scelta, che potrebbe anche rivelarsi sbagliata, oppure potrebbero essere insufficienti gli elementi disponibili. Ma dobbiamo scegliere lo stesso. C'è un tempo determinato, una scadenza per dare la nostra risposta. Che dobbiamo dare anche se essa ci sembra imperfetta o anche un po' sbagliata. Per il doc invece ci prendiamo un tempo infinito, giornate intere, magari per definire solo un dettaglio. In ogni caso deve quadrare tutto alla perfezione. Ma nel frattempo non facciamo nessuna scelta concreta.



Se mi viene in mente l'Everest tutte le mattine, sono certo che ci penso, ma non vuol dire che ci voglio andare.

Te lo chiedo perché io ho avuto la fase acuta del doc dove piangevo, mi chiedevo continuamente se lo amassi o meno, analizzavo i miei comportamenti. Ora tutto questo non c'è e mi preoccupa un po' perché non vorrei mai che fosse vero la fine del mio amore. Cosa posso fare a riguardo?


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Mi piace la metafora del pendolo.

Comunque son d'accordo sul fatto che bisogna presentare un atteggiamento passivo davanti al doc ma non solo, anche deciso e consapevole.
Faccio un esempio:
Un paio di mesi fa mi venne un pensiero ansioso e io decisi di rispondergli senza compulsare, anzi semplicemente dicendo "non è così, io so cosa voglio."
È stata una risposta ferma la mia, ci credevo. Ma i pensieri continuavano, mi martellavano ed erano sempre diversi perché mi ero imposta di rispondere semplicemente con un "non è così". Né più , né meno.
Allo stesso tempo ero consapevole che sarebbero passati perché erano solo pensieri ansiosi.

E così è stato.
Il giorno dopo non c'erano più, me ne ero dimenticata. Ci è voluta una grossa forza di volontà a non rispondere con compulsioni/rassicurazioni, ma semplicemente avendo fiducia.
È stato come essere un punto fermo in una tempesta che alla fine si è placata perché non le davo importanza.


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"Nessun sistema può dimostrare se stesso a partire da se stesso"

"Tremano le gambe mentre ride il cuore"

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Gattina97ct
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QUOTE (Io.e me @ Domenica, 19-Ago-2018, 22:34)
Mi piace la metafora del pendolo.

Comunque son d'accordo sul fatto che bisogna presentare un atteggiamento passivo davanti al doc ma non solo, anche deciso e consapevole.
Faccio un esempio:
Un paio di mesi fa mi venne un pensiero ansioso e io decisi di rispondergli senza compulsare, anzi semplicemente dicendo "non è così, io so cosa voglio."
È stata una risposta ferma la mia, ci credevo. Ma i pensieri continuavano, mi martellavano ed erano sempre diversi perché mi ero imposta di rispondere semplicemente con un "non è così". Né più , né meno.
Allo stesso tempo ero consapevole che sarebbero passati perché erano solo pensieri ansiosi.

E così è stato.
Il giorno dopo non c'erano più, me ne ero dimenticata. Ci è voluta una grossa forza di volontà a non rispondere con compulsioni/rassicurazioni, ma semplicemente avendo fiducia.
È stato come essere un punto fermo in una tempesta che alla fine si è placata perché non le davo importanza.

Vorrei avere la tua stessa forza.. 💗


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Gattina97ct
Inviato il: Domenica, 19-Ago-2018, 23:39
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QUOTE (Io.e me @ Domenica, 19-Ago-2018, 22:34)
Mi piace la metafora del pendolo.

Comunque son d'accordo sul fatto che bisogna presentare un atteggiamento passivo davanti al doc ma non solo, anche deciso e consapevole.
Faccio un esempio:
Un paio di mesi fa mi venne un pensiero ansioso e io decisi di rispondergli senza compulsare, anzi semplicemente dicendo "non è così, io so cosa voglio."
È stata una risposta ferma la mia, ci credevo. Ma i pensieri continuavano, mi martellavano ed erano sempre diversi perché mi ero imposta di rispondere semplicemente con un "non è così". Né più , né meno.
Allo stesso tempo ero consapevole che sarebbero passati perché erano solo pensieri ansiosi.

E così è stato.
Il giorno dopo non c'erano più, me ne ero dimenticata. Ci è voluta una grossa forza di volontà a non rispondere con compulsioni/rassicurazioni, ma semplicemente avendo fiducia.
È stato come essere un punto fermo in una tempesta che alla fine si è placata perché non le davo importanza.

Io e me scusami se te lo chiedo, ma ti è capitato di avere la sensazione che non amassi senza neanche più chiedertelo? E al contempo avevi una leggera ansia? Perché io ultimamente sto cominciando a pensare che non sia doc.. E non so come comportarmi a riguardo, anche perché tutti soffrono come i matti, io adesso soffro molto meno e ho meno pensieri ma ho immagini intrusive dove magari mi rivedo sola con il passeggino senza lui.. Non so se vale come i pensieri ma io ho queste immagini e vorrei capire se è il momento di decidere sulla mia situazione o se è solo e sempre doc che anche se indebolito intacca ancora.


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