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Ansia1000
Inviato il: Mercoledì, 20-Giu-2018, 09:25
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Sono vissuta in una famiglia in cui “questo si fa perché ti sono parenti-perché cosi-perché cosa-perché se non lo fai chissa cosa pensano gli altri” ecc.

Quindi mi ritrovo adesso con il doc (??) a non capire se quando faccio una cosa la faccio “perché deve essere fatta” o perché realmente la voglio fare.
O a volte mi accorgo che in parte la faccio perché voglio farla e poi esaspero la cosa perché ancora non ho fatto tutto quello che ci si aspetterebbe.

Eccolo li, di nuovo.

Convinzione su come debba essere fatta una cosa da me o viceversa come debba essere fatta nei miei confronti e...boom. Fatta la frittata.

Nel momento in cui io mi discosto dal “programma della mia testa” o lo fa qualcun altro, allora inizio “ma allora non mi interessa/non gli interesso”.

Se queste cose sono fatte verso dei parenti/dai parenti del mio ragazzo, apriti cielo!
Se non mi interessa cercare suo fratello —> allora non mi interessa la sua famiglia —> non mi interessa lui.

Se non vengo cercata da suo fratello —> non le interesso —> come faccio a starci se non gli interessa che non mi cerchi?

Se cerco il fratello inizio a pensare “penserà che sono gentile e magari si crea un bel rapporto, mi scriverà, ecc”

E da li: “ecco, lo cerchi solo per avere una certa risposta nei tuoi confronti, non spensierata perché ti interessa farlo e basta, senza questi doppi fini”

Purtroppo ciò penso sia un automatismo dovuto al fatto che fin da piccola non ho avuto amici o comunque non ho avuto rapporti chissa quanto belli.
Nessuno si confidava con me, tutti conoscenti/parenti, ma nessuno arrivava al punto di sentirmi una a cui confidare le cose, con cui parlare ecc.

Mi sentivo quindi come una che non piace e che si cerca solo perché è una parente, ma finiva li, non c’era una voglia “extra” di sentirsi-vedersi.

Ho un’immagine da film del rapporto tra cognati, cugini.. e vorrei che questo succedesse a me perché allora mi sentirei voluta bene.

Il mio ragazzo dice che di base c’è il rispetto. Se una persona ti tratta bene, ti rispetta, sta bene con te quando siete insieme, allora va già bene.
Non per forza si deve arrivare a sentirsi spessissimo o a chissa quale rapporto. E se non ci si arriva non è sintomo di “non piacere all’altro”.

Da qui ricollego tutto alla mia relazione. Mi aumenta l’ansia e mi sento distaccata.
Tutto si ricollega a questo.

- paura di essere lasciata/tradita —> e se non lo amo?
- paura di fare le cose senza volerle fare —> e se non lo amo?
- paura di non essere voluta bene —> e se non lo amo?

Ecc ecc
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Disperata95
Inviato il: Mercoledì, 20-Giu-2018, 09:39
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"Paura di fare le cose senza volerle fare,allora non lo amo" è anche una mia paura... Ma parte da presupposti diversi dai tuoi e per questo ho una grandissima paura che sia qualcosa di fondato...
A volte faccio le cose in funzione sua.. nel senso.. "ho voglia di fare una torta ma lui non c è, non la faccio perché mi deve venire voglia di fare una torta quando c è lui, perche se hai questo desiderio wuando lui non c é vuol dire che non ti va di fare cose belle per lui e allora non lo ami" ovviamente qiesta voglia quando c è lui non mi viene.. perché "mi deve venire voglia quando c è lui" è già un pensiero forzato che blocca qualsiasi desiderio..


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È buio perché ti stai sforzando troppo. […] Con leggerezza, bimba, con leggerezza. Impara a fare ogni cosa con leggerezza. […] Sì, usa la leggerezza nel sentire, anche quando il sentire è profondo. Con leggerezza lascia che le cose accadano, e con leggerezza affrontale. […] Dunque getta via il tuo bagaglio e procedi. Sei circondata ovunque da sabbie mobili, che ti risucchiano i piedi, che cercano di risucchiarti nella paura, nell’autocommiserazione e nella disperazione. Ecco perché devi camminare con tale leggerezza. Con leggerezza, tesoro mio.

Aldous Huxley
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Ansia1000
Inviato il: Mercoledì, 20-Giu-2018, 09:46
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Io il ragionamento di cui parlavo lo faccio con lui e con le persone vicine.

Per esempio se mi chiama perché ha uno spettacolo con il suo gruppo e non ne ho voglia poi mi sento in colpa perché “non voglio andare, se ci vado è solo perché non voglio farlo triste o far pensare chissa che alla gente” e poi “ma allora non lo amo se non voglio andarci spontaneamente”

E nonostante lui mi dica che è normale non avere sempre voglia, soprattutto quando è già successo altre volte di andare ad uno spettacolo ecc

Poi penso “si ma prima andavo a tutti. Ora mi è passato l’amore?”

Oppure sto iniziando a vivere normalmente ma mi sembra strano perché diverso da prima?
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Ansia1000
Inviato il: Mercoledì, 20-Giu-2018, 18:40
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Comunque oggi sono andata a lavoro. Non mi scervello più con quell’ansia “oddio quel collega”..si sta attenuando molto.

Vabbè. Oggi parlavo di un viaggio e lui con tono sarcastico fa “non hai ancora fatto un viaggio cucciolotta?”

Vabbè, l’ho raccontato cosi al mio ragazzo, perché mi sentivo in colpa come se gli stessi nascondendo qualcosa. E lui dice “ti sei emozionata, hai cambiato tono di voce”

Ora, non mi sono scomposta e gli ho detto che non mi sono emozionata e che anzi mi ha dato fastidio.

E di questo ne sono sicura.

Ma il fatto che lui abbia detto che ha sentito un cambio di voce?
Se l’ho cambiata è perché avevo paura che reagisse male e volevo rendere il tutto in tono scherzoso, diciamo cosi..

Ma se ora dicessi “e se è perché lo voglio e senza accorgermene ho cambiato tono?” sarebbe una domanda abbastanza forzata ma HO PAURA CHE PRENDA STRADA.

E comunque ora capisco quando gli dico “ti piace quella eh! Pensi che sia bella” ecc ecc.. fa schifo
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fraghila
Inviato il: Mercoledì, 20-Giu-2018, 19:44
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QUOTE (Ansia1000 @ Mercoledì, 20-Giu-2018, 08:25)
Sono vissuta in una famiglia in cui “questo si fa perché ti sono parenti-perché cosi-perché cosa-perché se non lo fai chissa cosa pensano gli altri” ecc.

Quindi mi ritrovo adesso con il doc (??) a non capire se quando faccio una cosa la faccio “perché deve essere fatta” o perché realmente la voglio fare.
O a volte mi accorgo che in parte la faccio perché voglio farla e poi esaspero la cosa perché ancora non ho fatto tutto quello che ci si aspetterebbe.

Eccolo li, di nuovo.

Convinzione su come debba essere fatta una cosa da me o viceversa come debba essere fatta nei miei confronti e...boom. Fatta la frittata.

Nel momento in cui io mi discosto dal “programma della mia testa”  o lo fa qualcun altro, allora inizio “ma allora non mi interessa/non gli interesso”.

Quanto ti capisco. Sono cresciuta in una famiglia che ragiona allo stesso modo della tua. Questo genere di cose irrigidiscono il pensiero e possono sfociare in DOC, perché quando andiamo va incontro alla vita vera, che non rispetta nessun programma, andiamo in tilt. Credo che il DOC abbia molto a che fare con il conflitto che si instaura tra desiderio reale della persona e programma installato nella testa, che non permette al desiderio di esprimersi. Il DOC è il grido dei nostri desideri che urlano di essere liberati, una volta per tutte.
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Ansia1000
Inviato il: Giovedì, 21-Giu-2018, 01:05
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Si, ma qual è il desiderio qui?

Sentire di fare una cosa e sentire di volerla fare non perché deve essere fatta ma perché la vuoi fare?

O non fare quello che si dovrebbe fare?
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Pavor94
Inviato il: Giovedì, 21-Giu-2018, 07:49
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Psico Amico
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QUOTE (fraghila @ Mercoledì, 20-Giu-2018, 18:44)
QUOTE (Ansia1000 @ Mercoledì, 20-Giu-2018, 08:25)
Sono vissuta in una famiglia in cui “questo si fa perché ti sono parenti-perché cosi-perché cosa-perché se non lo fai chissa cosa pensano gli altri” ecc.

Quindi mi ritrovo adesso con il doc (??) a non capire se quando faccio una cosa la faccio “perché deve essere fatta” o perché realmente la voglio fare.
O a volte mi accorgo che in parte la faccio perché voglio farla e poi esaspero la cosa perché ancora non ho fatto tutto quello che ci si aspetterebbe.

Eccolo li, di nuovo.

Convinzione su come debba essere fatta una cosa da me o viceversa come debba essere fatta nei miei confronti e...boom. Fatta la frittata.

Nel momento in cui io mi discosto dal “programma della mia testa”  o lo fa qualcun altro, allora inizio “ma allora non mi interessa/non gli interesso”.

Quanto ti capisco. Sono cresciuta in una famiglia che ragiona allo stesso modo della tua. Questo genere di cose irrigidiscono il pensiero e possono sfociare in DOC, perché quando andiamo va incontro alla vita vera, che non rispetta nessun programma, andiamo in tilt. Credo che il DOC abbia molto a che fare con il conflitto che si instaura tra desiderio reale della persona e programma installato nella testa, che non permette al desiderio di esprimersi. Il DOC è il grido dei nostri desideri che urlano di essere liberati, una volta per tutte.

Attenzione a quello che dici ahahah


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In hoc signo vinces!
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Ansia1000
Inviato il: Giovedì, 21-Giu-2018, 09:05
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QUOTE (Ansia1000 @ Mercoledì, 20-Giu-2018, 17:40)
Comunque oggi sono andata a lavoro. Non mi scervello più con quell’ansia “oddio quel collega”..si sta attenuando molto.

Vabbè. Oggi parlavo di un viaggio e lui con tono sarcastico fa “non hai ancora fatto un viaggio cucciolotta?”

Vabbè, l’ho raccontato cosi al mio ragazzo, perché mi sentivo in colpa come se gli stessi nascondendo qualcosa. E lui dice “ti sei emozionata, hai cambiato tono di voce”

Ora, non mi sono scomposta e gli ho detto che non mi sono emozionata e che anzi mi ha dato fastidio.

E di questo ne sono sicura.

Ma il fatto che lui abbia detto che ha sentito un cambio di voce?
Se l’ho cambiata è perché avevo paura che reagisse male e volevo rendere il tutto in tono scherzoso, diciamo cosi..

Ma se ora dicessi “e se è perché lo voglio e senza accorgermene ho cambiato tono?” sarebbe una domanda abbastanza forzata ma HO PAURA CHE PRENDA STRADA.

E comunque ora capisco quando gli dico “ti piace quella eh! Pensi che sia bella” ecc ecc.. fa schifo

Ho una sensazione di malessere se ci penso, che non capisco da cosa derivi.. le opzioni sono due

1) ho di nuovo paura che mi interessi o che mi torni questa paura

2) mi sento in colpa solo per aver pensato che potesse interessarmi, in colpa nei confronti del mio ragazzo.
Di solito in questi casi mi passa per la testa la faccia del mio ragazzo tranquillo e IGNARO che io stia facendo qualcosa di brutto nei suoi confronti.

Quindi ora non so che pensare.

Ho paura che mi torni la paura che mi interessi?
Ho paura che mi interessi?
Mi sento in colpa?
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fraghila
Inviato il: Giovedì, 21-Giu-2018, 09:23
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QUOTE (Pavor94 @ Giovedì, 21-Giu-2018, 06:49)
QUOTE (fraghila @ Mercoledì, 20-Giu-2018, 18:44)
QUOTE (Ansia1000 @ Mercoledì, 20-Giu-2018, 08:25)
Sono vissuta in una famiglia in cui “questo si fa perché ti sono parenti-perché cosi-perché cosa-perché se non lo fai chissa cosa pensano gli altri” ecc.

Quindi mi ritrovo adesso con il doc (??) a non capire se quando faccio una cosa la faccio “perché deve essere fatta” o perché realmente la voglio fare.
O a volte mi accorgo che in parte la faccio perché voglio farla e poi esaspero la cosa perché ancora non ho fatto tutto quello che ci si aspetterebbe.

Eccolo li, di nuovo.

Convinzione su come debba essere fatta una cosa da me o viceversa come debba essere fatta nei miei confronti e...boom. Fatta la frittata.

Nel momento in cui io mi discosto dal “programma della mia testa”  o lo fa qualcun altro, allora inizio “ma allora non mi interessa/non gli interesso”.

Quanto ti capisco. Sono cresciuta in una famiglia che ragiona allo stesso modo della tua. Questo genere di cose irrigidiscono il pensiero e possono sfociare in DOC, perché quando andiamo va incontro alla vita vera, che non rispetta nessun programma, andiamo in tilt. Credo che il DOC abbia molto a che fare con il conflitto che si instaura tra desiderio reale della persona e programma installato nella testa, che non permette al desiderio di esprimersi. Il DOC è il grido dei nostri desideri che urlano di essere liberati, una volta per tutte.

Attenzione a quello che dici ahahah

Cacchio, detta così rischia di far compulsare ancor di più. Altolà!!!!
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Ansia1000
Inviato il: Giovedì, 21-Giu-2018, 10:25
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QUOTE (Ansia1000 @ Giovedì, 21-Giu-2018, 08:05)
QUOTE (Ansia1000 @ Mercoledì, 20-Giu-2018, 17:40)
Comunque oggi sono andata a lavoro. Non mi scervello più con quell’ansia “oddio quel collega”..si sta attenuando molto.

Vabbè. Oggi parlavo di un viaggio e lui con tono sarcastico fa “non hai ancora fatto un viaggio cucciolotta?”

Vabbè, l’ho raccontato cosi al mio ragazzo, perché mi sentivo in colpa come se gli stessi nascondendo qualcosa. E lui dice “ti sei emozionata, hai cambiato tono di voce”

Ora, non mi sono scomposta e gli ho detto che non mi sono emozionata e che anzi mi ha dato fastidio.

E di questo ne sono sicura.

Ma il fatto che lui abbia detto che ha sentito un cambio di voce?
Se l’ho cambiata è perché avevo paura che reagisse male e volevo rendere il tutto in tono scherzoso, diciamo cosi..

Ma se ora dicessi “e se è perché lo voglio e senza accorgermene ho cambiato tono?” sarebbe una domanda abbastanza forzata ma HO PAURA CHE PRENDA STRADA.

E comunque ora capisco quando gli dico “ti piace quella eh! Pensi che sia bella” ecc ecc.. fa schifo

Ho una sensazione di malessere se ci penso, che non capisco da cosa derivi.. le opzioni sono due

1) ho di nuovo paura che mi interessi o che mi torni questa paura

2) mi sento in colpa solo per aver pensato che potesse interessarmi, in colpa nei confronti del mio ragazzo.
Di solito in questi casi mi passa per la testa la faccia del mio ragazzo tranquillo e IGNARO che io stia facendo qualcosa di brutto nei suoi confronti.

Quindi ora non so che pensare.

Ho paura che mi torni la paura che mi interessi?
Ho paura che mi interessi?
Mi sento in colpa?

Di questo cosa ne pensate?

Ah, tra l’altro ho notato che “attacco” più spesso il mio ragazzo. Nel senso che spesso vedo qualcosa che non mi va bene E penso “non dovrebbe essere cosi, ma così, altrimenti non va bene”.

Sempre la ricerca della perfezione anche da parte sua?
Oppure una ricerca di “aggiustamenti” perché cosi non mi viene l’ansia?

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Ansia1000
Inviato il: Giovedì, 21-Giu-2018, 10:38
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Tra l’altro continuo a sentirmi distaccata e distante, come se nom mi importasse.

Quando ci scriviamo e scherziamo, mi sembra “strano” scrivergli, er come se mi distaccassi dalla realtà.. sarà che controllo se realmente mi sto divertendo o no..?

Non ricordo chi mi ha detto “considerala una pausa e vai avanti”.. ma non riesco, questa pausa non la volevo e mi fa schifo.

E ho sempre paura di scoprire che non lo amo più.
Ma poi mi chiedo: “perché?” e il loop ricomincia.

Comunque la paura è meno intensa. Non so se per abitudine o se perché in cuor mio so che è solo una paura o perché è cosi e basta
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fraghila
Inviato il: Giovedì, 21-Giu-2018, 14:04
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Per quanto riguarda l'attaccare il ragazzo perché ne trovi i difetti, è normale. Il DOC vuole la perfezione assoluta (dovuto al nostro schema mentale rigido) e quando non c'è cerca di crearla. E sì, è anche un modo per calmare l'ansia, è una compulsione. Per quanto riguarda tutto il resto, sei in preda alle ossessioni e non posso dirti nulla. Se iniziassi a discutere con te dei tuoi pensieri ti farei solo del male, perché andrei a rinforzare le tue considerazioni. Consolarti dicendoti che niente è vero di ciò che pensi, sortirebbe lo stesso effetto. Non c'è proprio niente da cui consolarti, semplicemente perché quelli che fai sono solo pensieri. Non sono realtà. E tu devi renderti conto di questo fatto, che i pensieri sono solo pensieri e devi considerarli solo in quanto tali; né come rivelatrici di qualche oscura verità che potrai scoprire solo analizzandoli, né nient'altro. Pensieri. Cerca di stare con la sensazioni sgradevoli che ti portano. E' orribile, lo so, ma resisti. Passerà.
http://psyco.forumfree.org/index.php?&showtopic=80975 se non l'hai già letto, fallo subito. Spiega perfettamente qual è il meccanismo del DOC da relazione. Chi ne è affetto non fa altro che stare in ansia a causa del fatto che lo schema rigido e irrealistico della propria mente manipola tutto. Se accade qualcosa che non rientra nello schema, succede la catastrofe, e comincia il loop delle ossessioni. Credo che il problema di noi DOCcati da relazione sia questo: siamo convinti che l'ansia c'è perché crediamo che ci sia qualcosa nella nostra relazione (o nel partner) che non va, che dobbiamo scoprire assolutamente. Invece, l'ansia nasce semplicemente perché siamo rigidi negli schemi mentali, perchè vogliamo razionalizzare anche quello che non si può razionalizzare, perché interpretiamo in maniera disfunzionale dei comportamenti, delle emozioni, dei pensieri.
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