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> Ricaduta Ansia E Panico
 
Ambra.93
Inviato il: Mercoledì, 18-Mar-2020, 12:56
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Buongiorno a tutti,
torno a riscrivere qui a distanza di 3 anni, purtroppo a causa di una ricaduta legata ad ansia e panico. 3 anni fa si era trattato della mia laurea, evento scatenante del panico: l'ansia si manifestava con crisi notturne fortissime, paura di essere impazzita tutto d'un tratto, incapacità di restare sola, regressione totale e bisogno di essere confortata dai miei genitori (che avevano finito per non tollerarmi più). Gli episodi di panico si erano poi "risolti" spontaneamente nel giro di qualche mese, pur avendo trascorso un'estate pessima e di costante preoccupazioni, con alti e bassi. Inutile dire che quegli episodi hanno lasciato su di me un forte segno, pur essendo tornata padrona della mia vita nel giro di poco (ho iniziato a lavorare subito e senza difficoltà). Ora mi ritrovo a fronteggiare un ritorno del mostro e stavolta la causa scatenante è stata l'acquisto di una casa da parte del mio fidanzato. Preciso che ho sempre avuto "timore" di affrontare la convivenza e avrei preferito partire con un affitto per potermi abituare piano piano, almeno in una prima fase, perchè mi conosco e so che ogni cambiamento è per me fonte di disagio sin da bambina. Oltretutto io non ho mai vissuto fuori casa, che per me rappresenta un luogo sicuro e sono parecchio inesperta sul "cavarsela da sola". La mia proposta è stata sin da subito bocciata dal mio ragazzo, desideroso di avere qualcosa che fosse suo e di volersi rendere sin da subito totalmente autonomo. Anche rivolgersi ad un'agenzia immboliare è stata scartata come idea, morale: abbiamo visto una casa all'asta (per 5 minuti), lui ha partecipato all'asta e l'ha vinta. Preciso che quando abbiamo visto la casa io ero tranquillissima, ma da quando si è aggiudicato l'immobile ho iniziato a sentirmi terrorizzata. Sono circa 2 mesi che sono in uno stato ansioso incredibile con conseguente insonnia, malessere fisico e incapacità di concentrazione. Sono seguita da una psicoterapeuta, ma sto valutando l'idea di iniziare una terapia farmacologica perchè devo bloccare i sintomi e tornare lucida, altrimenti ho proprio paura di rimanere paralizzata e impossibilitata ad agire. Ovviamente il mio ragazzo (con cui sto da 10 anni) è deluso da me, così come lo sono i miei genitori e sfogarsi e confrontarsi con chi mi è vicino è diventato impossibile. Prima stavo benissimo, o almeno così mi sembrava e ora mi sembra di essere tornata alla condizione di 3 anni fa. Mi sento in colpa, ho paura di non uscirne e ho paura di avere paura. Passo giorni in cui riesco a razionalizzare e altri in cui mi sento esplodere e vorrei solo fuggire o chiedere aiuto a qualcuno. Ho paura di non riuscire ad entrare nella casa nuova, non so se sarò capace di affrontare questo passo. Stavolta ho davvero paura e sono persino disposta a parlarne con uno psichiatra.
Accetto qualunque consiglio e spunto di riflessione perchè non ho nessunaltro con cui parlare o comunque nessuno che possa ascoltarmi senza puntare il dito.
Grazie mille
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Gjova
Inviato il: Sabato, 04-Apr-2020, 19:06
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QUOTE (Ambra.93 @ Mercoledì, 18-Mar-2020, 11:56)
Buongiorno a tutti,
torno a riscrivere qui a distanza di 3 anni, purtroppo a causa di una ricaduta legata ad ansia e panico. 3 anni fa si era trattato della mia laurea,

Il confronto con i parenti non sempre è consigliabile... anche perchè si finisce per modificare l'assetto genuino della normale relazione. L'altro può comprendere fino ad un certo punto il nostro stato d'animo. Se fossi in te non bloccherei nessun sintomo... spesso sono più sopportabili di quel che -in quel momento- pensiamo. Poi se sei andata già da uno psichiatra chiedigli di non "bloccare" del tutto i sintomi... perchè la bellezza tua è anche il sintomo, per ora... poi... col tempo... vedrai che riderai...
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Pharmacologist
Inviato il: Sabato, 04-Apr-2020, 19:13
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QUOTE (Gjova @ Sabato, 04-Apr-2020, 19:06)
Poi se sei andata già da uno psichiatra chiedigli di non "bloccare" del tutto i sintomi... perchè la bellezza tua è anche il sintomo[...]

In che senso?
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Gjova
Inviato il: Sabato, 04-Apr-2020, 19:16
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QUOTE (Pharmacologist @ Sabato, 04-Apr-2020, 18:13)
QUOTE (Gjova @ Sabato, 04-Apr-2020, 19:06)
Poi se sei andata già da uno psichiatra chiedigli di non "bloccare" del tutto i sintomi... perchè la bellezza tua è anche il sintomo[...]

In che senso?

Perchè il sintomo è ciclico... e il ciclo col tempo si riduce.
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Pharmacologist
Inviato il: Sabato, 04-Apr-2020, 19:21
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Non è detto che la patologia sia a risoluzione spontanea e la sintomatologia autolimitante.
L'utente ha scelto l'intervento farmacologico perché evidentemente le manifestazioni sono ingravescenti negli anni, segno che la situazione si sta aggravando e non è più gestibile solo con la psicoterapia.
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Gjova
Inviato il: Sabato, 04-Apr-2020, 19:28
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QUOTE (Pharmacologist @ Sabato, 04-Apr-2020, 18:21)
Non è detto che la patologia sia a risoluzione spontanea e la sintomatologia autolimitante.
L'utente ha scelto l'intervento farmacologico perché evidentemente le manifestazioni sono ingravescenti negli anni, segno che la situazione si sta aggravando e non è più gestibile solo con la psicoterapia.

L'utente è un asino in mezzo ai suoni... e proprio per questo crede che la sintomatologia sia da azzerare e insopportabile... bastano due "frizzi" e due "lazzi" per fargli virare umore... se son venuti momenti di benessere non è detto che non possano ritornare... poi se uno SCEGLIE l'intervento farmacologico... (non sono affatto dalla parte di chi demonizza il farmaco... ).
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Pharmacologist
Inviato il: Sabato, 04-Apr-2020, 19:46
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Proprio perché l'utente ha queste difficoltà ha bisogno di un intervento, qualsiasi esso sia.
Gli approcci terapeutici mirano a fornire alla persona delle armi da utilizzare in questi casi.
Certamente i momenti di benessere possono ritornare, ma a questo punto si hanno due possibilità:
- non fare niente ed aspettarne l'eventuale ritorno;
- alleviare i momenti difficili e tentare di prevenirli, agendo attivamente.
Sono d'accordo sull'evitare il disease mongering, però il fine non è annullare tutto, bensì ristabilire l'equilibrio dell'individuo.
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Gjova
Inviato il: Sabato, 04-Apr-2020, 19:59
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QUOTE (Pharmacologist @ Sabato, 04-Apr-2020, 18:46)
Proprio perché l'utente ha queste difficoltà ha bisogno di un intervento, qualsiasi esso sia.
Gli approcci terapeutici mirano a fornire alla persona delle armi da utilizzare in questi casi.
Certamente i momenti di benessere possono ritornare, ma a questo punto si hanno due possibilità:
- non fare niente ed aspettarne l'eventuale ritorno;
- alleviare i momenti difficili e tentare di prevenirli, agendo attivamente.
Sono d'accordo sull'evitare il disease mongering, però il fine non è annullare tutto, bensì ristabilire l'equilibrio dell'individuo.

Da quel che scrive l'intervento lo sta già facendo con una terapeuta... ma non è contenta è vuole raddoppiare la puntata...
Altro discorso sono "le armi" della psicoterapia... ci porterebbe lontano.
Bella la scena del sogno di Gaetano eheh
--> https://www.youtube.com/watch?v=_fdPKmsVnnQ
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Ambra.93
Inviato il: Domenica, 05-Apr-2020, 12:02
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Grazie ad entrambi per le vostre risposte ed opinioni. Concordo con Gjova, parlarne con i parenti non è la scelta migliore, difatti non hanno fatto che aumentare la mia ansia con considerazioni del tipo "ma sei sicura di amarlo?"...Io in 10 anni di storia non ho mai avuto alcun dubbio e loro sono riusciti a instillarmi in testa ulteriori angosce con tanto di pensieri ossessivi. L'unica persona che ha compreso un po' la situazione è stata mia madre, avendo nell'ultimo anno sofferto di depressione ed ansia e sperimentato personalmente un certo disagio (e lei è sempre stata una donna solare e propositiva al massimo). Come immaginerete ora a causa dell'emergenza virus sono saltati tutti gli appuntamenti medici, quindi non sono ancora riuscita a sentire nessuno psichiatra e la questione della casa è rimasta bloccata: già i tempi burocratici sono quelli che sono, poi con questo casino chissà quando si riuscirà anche solo a rientrarci in quell'immobile. Per ora non mi resta che sopportare i sintomi dell'ansia, alcuni giorni va meglio, altri giorni va decisamente peggio e questi sbalzi d'umore mi fanno preoccupare. La psicoterapia certamente può essere utile, ma io spesso fatico a capire quale sia l'origine del mio disagio, per esempio ora non ci sono difficoltà oggettive da superare eppure ho l'umore che cambia 20 volte in un giorno. Preciso che di base sono ansiosa per le cose importanti della vita, ci penso e ci ripenso infinite volte, ma sono una calma e non ho l'umore fluttuante (mai scatti di nervosismo per dire), ecco perchè mi terrorizza l'idea di perdere il controllo e non essere padrona delle mie emozioni. A tutto questo aggiungo che non sto lavorando, sono in cassa integrazione, il mio contratto di apprendista scade a giugno e non so se sarò riconfermata perchè sono mesi che l'azienda per cui lavoro è in difficoltà...Ecco anche perchè non me la sentivo di lanciarmi nell'acquisto di una casa e andare in maniera graduale, neanche a farlo apposta poi è scoppiata l'emergenza Covid. 3 anni fa quando ebbi le mie prime e uniche crisi d'ansia (in cui non ero più io) e mi parlarono di psicofarmaci, per me fu uno shock e mi rifiutai. Andò bene e mi ripresi, ma ora sento più pressioni e se non risolvo alla veloce ho paura di rimanere bloccata e di non uscirne...Ho sensi di colpa, paura, a volte quasi terrore. Ho visto come i farmaci hanno aiutato mia madre, con un antidepressivo è rinata, quindi mi viene da dire che quando ce n'è bisogno ce n'è bisogno. Ovviamente devo prima parlarne con lo specialista e chissà quando riuscirò a farlo. Ciò che per me è inspiegabile è che fino a gennaio ero la ragazza più serena del mondo e ora un evento mi ha fatto perdere la testa in questo modo? Ha fatto riaffiorare tutti i sintomi e i pensieri negativi? Eppure stavo benissimo. Questo lo trovo davvero inspiegabile.
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Pharmacologist
Inviato il: Domenica, 05-Apr-2020, 13:21
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La mente umana è ben lungi dall'essere compresa. È lontanamente assimilabile ad una struttura, ha un regime elastico (di sopportazione ed adattamento), uno elasto-plastico (di transizione, nel quale inizia a perdere elasticità ed iniziano le prime "cricche") ed infine uno plastico (di deformazione irreversibile e di rottura a causa del carico eccessivo, con tutte le manifestazioni del caso).
Evidentemente la situazione generale ha causato un carico eccessivo e la mente non ha retto, nonostante cerchi sempre di adattarsi, quindi ricerchi sempre un'equilibrio (anche instabile).
Ha in pratica slatentizzato ed amplificato i "sintomi" dormienti. E ora la psiche sta cercando di stabilizzarsi.
Questo è alla base delle teorie eziologiche sulle psicopatologie, ovvero una perdita di neuroplasticità (nell'esempio sopra è l'elasticità), e quindi di adattabilità e resilienza.
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Ambra.93
Inviato il: Domenica, 05-Apr-2020, 17:17
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QUOTE (Pharmacologist @ Domenica, 05-Apr-2020, 12:21)
La mente umana è ben lungi dall'essere compresa. È lontanamente assimilabile ad una struttura, ha un regime elastico (di sopportazione ed adattamento), uno elasto-plastico (di transizione, nel quale inizia a perdere elasticità ed iniziano le prime "cricche") ed infine uno plastico (di deformazione irreversibile e di rottura a causa del carico eccessivo, con tutte le manifestazioni del caso).
Evidentemente la situazione generale ha causato un carico eccessivo e la mente non ha retto, nonostante cerchi sempre di adattarsi, quindi ricerchi sempre un'equilibrio (anche instabile).
Ha in pratica slatentizzato ed amplificato i "sintomi" dormienti. E ora la psiche sta cercando di stabilizzarsi.
Questo è alla base delle teorie eziologiche sulle psicopatologie, ovvero una perdita di neuroplasticità (nell'esempio sopra è l'elasticità), e quindi di adattabilità e resilienza.

Grazie della spiegazione, mi ci ritrovo effettivamente. Sintomi che si erano forse assopiti e che sono poi riemersi perchè hanno trovato terreno fertile. Ora non so davvero cosa fare nel concreto, il futuro mi spaventa. Da un lato mi sembra quasi impossibile che dei farmaci possano farmi passare le paure, dall'altro so che sono un aiuto valido per tanta gente e questo mi fa pensare che possano esserlo pure per me. Forse sono solo un'immatura che non sa affrontare la vita PSICO sad.gif mi sento sola con le mie ansie, non voglio stare male.
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Pharmacologist
Inviato il: Domenica, 05-Apr-2020, 17:44
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I farmaci non fanno passare le paure, ma forniscono gli strumenti perché tu possa farlo.
Le paure sono spesso profonde e radicate, per cui difficilmente affrontabili o addirittura autorisolutive.
C'è una stretta correlazione tra la mente e le strutture neurali (intese dal punto di vista anatomo-funzionale), quindi delle alterazioni, anche solo semplici eventi apparentemente insignificanti, in una delle due si riflettono sull'altra, con le opportune modificazioni.
Non cercare una presunta colpa perché nessuno ha colpe e non dare peso alle sensazioni di autosvalutazione.
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Gjova
Inviato il: Domenica, 05-Apr-2020, 21:05
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QUOTE (Ambra.93 @ Domenica, 05-Apr-2020, 16:17)


Da un lato mi sembra quasi impossibile che dei farmaci possano farmi passare le paure, dall'altro so che sono un aiuto valido per tanta gente e questo mi fa pensare che possano esserlo pure per me.

Imho se non ce la fai da sola... puoi provare a modulare la mente con qualche psicofarmaco... lo devi vedere come una "tavola di ponte"... deve fare da ponte per i momenti di grossa sofferenza... ma attenzione, l'ideale sarebbe (ma non sempre è possibile) giusto il tempo del marasma... perchè alla lunga (specie se lo psichiatra non è all'altezza) il tanto agognato benessere -sempre imho- non sempre lo si raggiunge.
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