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> Mini-guida Per L'ansia E Pensieri Disfunzionali
 
Dr.Dock
Inviato il: Giovedì, 14-Feb-2013, 16:11
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Psico Nonno
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Dopo aver scritto sulle cause dell'ansia voglio chiarire la questione "ansia generalizzata" e i disturbi ossessivi che fanno entrambi parte dei disturbi d'ansia.
Voglio scrivere questa mini-guida in questa sezione perchè noto che le persone si soffermano troppo spesso a scrivere i loro problemi senza lavorare su loro stessi, scrivono perché l'ansia lavora e vengono manovrati come burattini.
Poi l'ansia cambia argomento o si cronicizza e si tende a vivere con l'ansia come inquilino di noi stessi.

Abbiamo parlato più volte dei pensieri automatici. Il nostro cervello è molto complesso ma sostanzialmente possiamo dividerlo in tre categorie principali: emozioni, pensieri razionali automatici e pensieri razionali volontari.

Le emozioni sono il risultato dei nostri pensieri, e del nostro vivere. Di esse possiamo dire solo che ci sono, avvengono, non possiamo in nessun modo classificarle, dire come sono, sapere come farle arrivare o pretendere di averle.

I pensieri volontari sono quelli dettati dalle nostre convinzioni e ci permettono di vivere: per esempio "Oggi vado a fare la spesa", "Questo è meglio di quello", "Secondo me.." cioè sono pensieri che facciamo pensando razionalmente, attiviamo il nostro cervello per ottenere un risultato "logico".

I pensieri automatici sono quelli su cui vorrei porre l'attenzione. Il cervello fa moltissimi pensieri automatici e noi non possiamo controllarli, il problema di chi ha l'ansia è proprio questo. Chi per la prima volta giunge sul forum (e molti, tanti altri che ci rimangono) pretendono di poter controllare i propri pensieri ma questo non è possibile. È come avventurarsi in una caverna oscura e pretendere di illuminarla tutta con una semplice candela.

Dopo questa piccola parentesi di cui abbiamo già parlato vi scrivo delle mie riflessioni fatte l'altra sera, è un elenco di motivazioni per cui il problema dei disturbi ossessivi è così ostico da eliminare:

- l'ansia causa un calo dell'umore. Spesso mi scrivono persone tristi, un po' depresse. Questo è normale perché l'ansia fa concentrare su pensieri tristi, su pensieri paurosi e pian piano ci porta alla depressione. Più una persona si chiude nelle sue riflessioni, più si focalizza sul problema e più naviga in acque tristi.
Il nostro cervello è una macchina perfetta ma se lo si bombarda di continui pensieri prima si surriscalda (continui picchi di cortisolo dovuto a stress) e poi pian piano si spegne (depressione). Per cui succede che quando l'umore è a terra si continua ad analizzare sentendosi ancora peggio.
L'ansia e la depressione fanno vedere il mondo grigio.

-l'ansia causa una serie di disturbi somatici e cognitivi che se non riconosciuti portano nuova preoccupazione. Si alimenta un ciclo di ansia per cui io mi preoccupo di un pensiero, nel frattempo il mio corpo ha ansia e questa provoca i classici sintomi. Poi, oltre alla preoccupazione dei pensiero, ho la preoccupazione per i sintomi d'ansia e si accumula nuova ansia che andrà a peggiorare i sintomi. È il classico esempio degli ipocondriaci, hanno mal di testa, poi si concentrano perchè temono di avere qualcosa e la preoccupazione genera ansia che andrà a peggiorare il mal di testa.
Tra i sintomi somatici ricordiamo la fotofobia, la sensazione di vuoto in testa, tremori, freddo, insonnia, incubi, braccia pesanti, tachicardia, mal di stomaco e molti altri. L'ansia produce moltissimi problemi e molto spesso non ne siamo neanche consapevoli. Io stesso avevo l'orticaria da stress, non lo sapevo e la continua ricerca non aveva fatto altro che peggiorare i sintomi.
Tra i sintomi cognitivi ricordo i pensieri ossessivi (eccoli qui), pensieri di morte, pensieri di tristezza, di paura, vuoti di memoria, disattenzioni, iperattività, confusione.
Quindi uno si preoccupa dei sintomi dell'ansia, pensa che ci sia dell'altro, aumenta la preoccupazione e poi aumentano i sintomi.


-l'ansia cancella le altre emozioni. Se uno ha la paura non può pretendere di essere felice, mi sembra normale solo che alcuni lo dimenticano. Quindi si vive la paura e tutto sembra morto, e questo capita fino a quando si vive questa emozione. È un po come recarsi ad un negozio e trovare il cartello "chiuso per ferie". (alcuni tentano di spaccare la serranda per prendere la merce ma rimangono delusi...)


-la paura tende a far focalizzare. La paura è una calamita, se una persona ha ansia generalizzata può soffermarsi tutto il giorno sui problemi e vedere solo quelli.
Chi comincia a capire che i pensieri ossessivi sono immotivati, cioè vengono prodotti dall'ansia non riesce ad uscirne. Sembra strano ma è così, questo succede per alcuni motivi:

1) ci si ricorda di avere il problema. Si dice "Io sono così, mi vengono questi pensieri". È un po' come chiamarli a se, sentirsi malati. Il problema nasce dal fatto che la prima volta si fa un pensiero ansioso (che può capitare a tutti soprattutto a quelli che accumulano troppo stress), poi si teme la mente come produttrice di pensieri spiacevoli.
Lo si fa anche inconsciamente, se temete di fare pensieri spiacevoli sicuramente li farete perché avete paura.
Si da per scontato di averli, quindi si finisce per pensare "la mia vita sarà rovinata". Così non fate altro che aggiungere altra paura e nuovi pensieri.


2) ci si dimentica che ormai si fanno pensieri per l'ansia accumulata e si vive quella realtà. Quindi si può essere vittima oppure vedere che una parte di noi si è ammalata e genera automaticamente pensieri che mettono paura.


3) girare il coltello nella piaga, cioè ragionare. Quando ragionate non fate altro che usare la stessa logica (cervello ansioso) che ha generato i pensieri ansiosi quindi non potete risolvere nulla. Si è immersi in una bolla e la soluzione e fuori da quella bolla ma voi non la vedete. C'è da dire che la paura è una forza irrazionale per cui i pensieri generati non hanno significato. Voi non vivete voi stessi ma voi stessi ansiosi. Quelli che dicono "sono blasfemo perchè ho pensato a delle parolacce" siete sicuri che siete veramente voi? No, quelli siete voi colpiti dall'ansia, stop. I pensieri sono alterati dalla paura, ragionate male, fate pensieri distorti rispetto a quando non avete ansia (il che non capita praticamente mai se ci pensate sempre...).


4) il dubbio. Questo è l'ultimo baluardo dei pensieri ossessivi, l'ultimo modo per farvi continuare a pensare. "E se non fosse così" "E se continuassero?" "E se significassero qualcosa?". Questo è dovuto molto anche alla testardaggine, il vedere un significato dietro a dei pensieri che non sono altro che ansia concentrata. In preda all'ansia si può pensare di tutto, anche quando dite di non avere ansia c'è sempre un sottofondo che non vedete ma c'è. Ci sono degli squilibri, dovete dare tempo a voi stessi di ricaricarvi pian piano.

-la razionalità. Non ho nulla nel ragionare ma molto spesso chi ha sofferto ha una vita improntata sull'evitamento della paura, sul non voler più soffrire. È un po' come essere rimasti bambini e manca una capacità di affermazione, di indipendenza, di fare pratico per porta convinzioni positive.
Quello che è proprio sbagliato è "come" si ragiona, non la razionalità in sè. In pratica c'è un eccesso di razionalità, c'è la convinzione di poter controllare tutto, la convinzione di sapere cosa è la vita, cosa ci renderà felici.
Siete sicuri di non controllare troppo la vostra vita oppure pretendete troppo da voi stessi? Perché vi stressate? Se c'è qualcosa che non va poi non potete pretendere di non avere i pensieri ansiosi (che sono sintomo di stress).


-la paura è un emozione. La paura è un'emozione e come tale non la si può combattere con le medicine o con la razionalità. Spesso leggo di pensone che dicono "la guida non funziona", "le medicine non fanno effetto", "i pensieri non se ne vanno". Bene, lo sapete che potete fare qualsiasi cosa ma se la fate come una compulsione non servirà a nulla. Nel vostro inconscio voi combattete la paura, leggete la guida per far passare i pensieri, non per capire veramente come funziona il meccanismo.
La paura è un mostro immateriale per cui tutte le frecce che scagliate vanno a vuoto. La paura esiste, qualsiasi argomento abbia, e non si può cancellare, è un emozione umana.
Allora potete dire ho paura ma c'è anche dell'altro solo che quell'altro non lo vedo fino a quando mi concentrerò sulla paura (e vivrò con quella paura).


Con questa guida voglio farvi notare come la mente pensa alla mente, della serie "il gatto che si morde la coda".
Buona giornata. PSICO ciao.gif


PRIMA PARTE: I PENSIERI DISFUNZIONALI o DISTORSIONI COGNITIVE (aggiunta dei post dal 17 febbraio in poi)


Nella mia guida nella sezione strategica ho messo un link sui pensieri disfunzionali che tutti abbiamo, anche quelli che non hanno l'ansia, solo che chi ha i pensieri ansiosi parte da una convinzione sbagliata e poi ci rimane intrappolato perché la crede vera e la carica di paura.
Quindi al posto di mettere in discussione il suo pensiero originario (che sente proprio) ne discute il contenuto.
Io mi sono accorto che chi ha questi problemi è molto sensibile, ha una parte emozionale molto sviluppata però non gli da spazio, cioè non vede la paura come un'emozione che tutti hanno ma la combatte con la logica, logica che è molto sviluppata.
Ci sono molti ansiosi che tentano di controllare, vogliono sapere, sono perfezionisti, pretendono molto da se stessi e non accettano se stessi. In una parola, hanno un EGO molto sviluppato.
La paura per alcuni è come un richiamo, va risolta perché se no si ha paura di quella paura. Ma se non si avesse paura non sarebbe paura, no?



Visto che non so quanti leggeranno quel link, ve li scrivo qui così potete anche discutere di queste distorsioni cognitive, cioè quei pensieri che sono a monte e condizionano il nostro modo di vedere la vita.
Inoltre, andando a correggere questi pensieri diminuisce anche la ruminazione, cioè il rimuginamento mentale che non fa altro che abbassare l'umore e farci sentire più tristi e ansiosi.
Al posto di vivere nella mente, cioè stare tutto il giorno a discutere di pensieri, il cui contenuto è distorto, si può cominciare a vedere la vita in maniera diversa.
Ne metto uno al giorno così ognuno può cominciare a correggersi ed ha tempo di metabolizzare il pensiero.

➼1 Oggi parlo dell'INFERENZA ARBITRARIA
L'inferenza arbitraria è quando si arriva a conclusioni sbagliate senza avere prove sufficienti a giustificarle

esempi:
➣Quando una persona che conosciamo ha attraversato la strada senza salutarci si può pensare: "Non mi ha salutato perchè non voleva parlarmi" (Quando magari non ci ha visto, oppure si sentiva triste e non voleva parlare con nessuno)

➣Quando devo fare una presentazione in pubblico: "Oddio, sicuramente andrà male, mi verrà un vuoto e farò un brutta figura" (Questo è il futuro, come si fa a conoscerlo? Quali sono le prove? Certo è che quello che si teme poi lo si vive, per cui se io temo, quando devo parlare la paura mi fa vivere esattamente quello che temevo).

➣Quando una persona non ci chiama pensiamo: "Non mi ha pensato" (Quando magari era troppo impegnato con il lavoro).

SOLUZIONE
Il tuo compagno non ti chiama e tu pensi "non mi chiama perché non mi ama"---> tu puoi correggere e dire "aspetta, cosa centra l'amare con il telefonare sempre. E se è occupato? E se ha il cellulare che non prende? Mi deve chiamare per forza per sapere che mi ama o mi bastano le dimostrazioni che già ho?".
E se il pensiero è ossessivo si può dire: "la mia è paura che non mi ami. Per forza che ho questo pensiero, questo è un dubbio ansioso. Ci sta perché l'ansia mette i dubbi. Ora posso fare altro".




➼2 Oggi parlo del PENSIERO DICOTOMICO

Il pensiero dicotomico consiste nel ragionare per estremi senza vie di mezzo. O tutto o nulla, o vero o falso, giusto o sbagliato, un atteggiamento estremamente rigido.

esempi:
➣ Una persona potrebbe avere un'ansia anticipatrice del tipo: "Se farò un errore sarà un fallimento"

➣ Una persona pensa ad aiutare un'amica in maniera perfezionista: "Se smetto di aiutarla vuol dire che sono insensibile" (...quando magari si è stanchi e si vuole un po' di tempo per se stessi)

➣ Una persona cucina la cena per gli ospiti e: "Si è un po' scotta la pasta! Questa cena è indegna".

➣ Una persona che si programma la giornata e salta un'impegno che si era prefissato: "Ora, la mia giornata è rovinata."

SOLUZIONE
Per esempio quella della persona con un programma prefissato, si denota un'estrema rigidezza. In queste persone, il perfezionismo è fonte di insoddisfazione e di tristezza, fallimento, le cose si prendono sul personale.
Cominciare ad allentare la presa. La vita vista così non è un po' troppo rigida? Forse, la cena è una rappresentazione di noi stessi, almeno quella deve essere perfetta perchè noi non lo siamo?
Dobbiamo mostrare a qualcuno che valiamo? È più importante il perfezionismo o come ci sentiamo? È più importante che la cena sia perfetta o che si cucina qualcosa per gli ospiti perchè si vuole passare una bella serata?
Se non aiuto un'amica una volta perchè non mi va, questo fa di me una persona insensibile? E se mi sforzo di esserlo, sono veramente io così oppure sono forzata, quindi non spontanea?




➼3 Oggi parlo dell'ASTRAZIONE SELETTIVA

L'astrazione selettiva consiste nel vedere solo gli aspetti negativi di una vicenda, concentrarsi solo sui dettagli che fanno perdere una visione reale della realtà. Spesso capita all'ansioso che si concentra su quegli aspetti che confermano le sue paure. È un filtro mentale che fa arrivare solo contenuti negativi.

esempi:
➣ Una persona legge su internet le malattie collegate ad un sintomo che lui ha: per dolore alla gola si legge faringite, influenza, tonsillite, disturbi gastrici, tumore e allora pensa "Oddio, e se avessi il tumore?" (si concentra sull'unica malattia che può essere incurabile tralasciando le più banali a causa della sua paura inconscia di morire).

➣ Una persona dopo un discorso pubblico: "Gli altri avranno riso di me perché mi sono incespicato due volte" (quando tutto il discorso è poi stato convincente e gli altri pensano che sia una persona affidabile)

➣ Una persona dopo che il professore l'ha lodato nonostante una piccolo errore da rivedere: "Allora tutto il lavoro è andato male, non è piaciuto" (mentre invece è da 29/30)

➣ Una persona che legge che omosessuali si può anche diventare: "Oddio, allora lo sto diventando anche io" (Ma per tutti è così? Quindi tutti diventano omosessuali? O solo te che vivi l'ansia che ti fa credere possibile una cosa del genere?)

SOLUZIONE
La soluzione non è semplice soprattutto per quelli che sono perfezionisti o pessimisti. Bisogna lavorarci molto ma si possono ottenere buoni risultati, è normale a volte concentrarsi sugli aspetti negativi ma in questo caso ci si concentra "solo" su quegli aspetti e diventano motivo di infelicità o ansia.
Chi ha i disturbi ossessivi usa moltissimo l'astrazione selettiva, perchè ha paura di qualcosa e poi si concentra solo sugli aspetti che confermano quella paura.
Un ipocondriaco convinto della sua sclerosi starà tutto il giorno a fare i controlli, non mette neanche un secondo l'ipotesi di avere male al braccio e basta, oppure che l'ansia gli faccia venire disturbi somatici.
Non è la vostra paura a farvi concentrare ed attirarvi su quello che temete? È una cosa automatica.




➼4 Oggi tratteremo dell'IPERGENERALIZZAZIONE

L'ipergeneralizzazione consiste nel generalizzare le situazioni cioè "fare di tutta l'erba un fascio".

esempi:
➣ Una persona che si sveglia al mattino con un po' di ansia: "oggi sarà di nuovo una giornata terribile" (qui ci si da la zappa sui piedi, pensare all'ansia fa venire nuova ansia)

➣ Una persona sbaglia un compito in classe: "sono proprio un fallimento" (qui un caso singolo diventa motivo per attribuirsi un'etichetta generale)

➣ Una donna viene tradita dal proprio ragazzo: "gli uomini sono tutti uguali..." (no semplicemente vi siete fidate dell'uomo sbagliato, questo vale anche per le donne per par condicio PSICO-asd.gif )

➣ Una persona è triste e pensa: "non sarò mai più felice" (no, semplicemente non lo sei adesso. Adesso sei triste e ti vivi il tuo momento di tristezza).

SOLUZIONE
L'ipergeneralizzazione comporta attribuire un significato globale alle situazioni di tutti i giorni. In questo modo le situazioni negative presenti vengono estese anche al futuro, oppure un'errore commesso diventa una caratteristica propria della persona.
Se si sbaglia, semplicemente si commette un errore, non si è un fallimento. Le caratteristiche di una persona non sono date dal singolo evento e soprattutto non dobbiamo essere i giudici di noi stessi.
Aver paura di sbagliare ci limita moltissimo perchè sono gli errori che ci permettono di capire e vivere la vita.
Bisogna rimanere nel presente. Non pensare che se una situazione è difficile ora, lo sarà per sempre. Quello si chiama pessimismo.
Chi è pessimista fa dell'ipergeneralizzazione il suo cavallo di battaglia.
Se questo va male allora....se si comporta così allora lo farà sempre...se comincio male allora...
Più si generalizza la vita, più le situazioni appariranno uguali, sempre tristi e monotone.
Si punta lo sguardo sull'etichetta da dare alle situazioni senza viverle. È come se si diventasse dei giudici al posto di essere esploratori.
"Se vado in quel posto non mi divertirò, perchè l'anno scorso ci sono andato e mi sono annoiato". Quindi? Le situazioni cambiano! Come si fa a prevedere il futuro?
Poi, con l'ansia e la negatività addosso, se si segue il proprio stile di pensare si finirà per vedere solo ansia e negatività.
Quando ci si accorge di fare questi pensieri, cercate di vedere quanto siete ridicoli, quanto siete razionali.
Dovete cambiare persona, vedere il mondo con occhi nuovi, come quando eravate bambini.




➼5 La PERSONALIZZAZIONE

La personalizzazione consiste nel sentirsi responsabili degli atteggiamenti assunti dagli altri.

esempi:
➣ Una persona parla con un'altra e vede che l'altro non l'ascolta: "deve essere colpa mia che dico cose poco interessanti" (quando magari l'altro sta pensando ai suoi problemi, o è preoccupato di cosa pensa l'altro oppure è uno non abituato ad ascoltare)

➣ La mattina a colazione: "se la mia ragazza è irritata è per qualcosa che ho fatto ieri" (invece ha dormito male, pensa che deve andare a lavoro oppure è preoccupata per qualcosa che non riguarda lui o egoista)

➣ Il collega di lavoro non accetta l'invito per la serata: "deve essere perchè sono molto noioso" (invece era impegnato, oppure non gli andava perchè era stanco, oppure realmente non gli interessiamo dobbiamo piacere a tutti?)

➣ Due persone fanno un lavoro di gruppo che però va male: "è andata male per colpa mia" (e la responsabilità degli altri?).

SOLUZIONE
Cercare di non colpevolizzarsi. Spesso ci si concentra sempre sugli aspetti negativi del vissuto e si accusa se stessi per tutto ciò che capita di sbagliato. Gli altri sono superiori? Non sbagliano mai? Bisogna smettere di attribuirsi colpe che non ci sono.
Una correzione può essere: "Chissà perchè è incavolata la mia ragazza", eliminando se stessi dal motivo di tale situazione. Noi non dobbiamo niente a nessuno, tantomeno a noi stessi.
"È colpa mia" è una frase che dovete cancellare.
Ci sono delle situazioni dove commettiamo noi gli sbagli. Non bisogna pensare che la situazione è irrimediabile o rimuginarci sopra. Il passato è passato, non si può correggere. Se ci si pensa sopra si può solo stare male: "Avrei dovuto..." "Se facevo in quel modo..." "E se ha pensato..."
Concentrarsi sul presente con domande: "Ma questo senso di colpa che ho non è eccessivo?", "Come posso migliorare la situazione", "Se un'altra persona pensa questo per quel fatto accaduto, io non posso farci niente, le mie intenzioni erano altre. Se capiscono male non è colpa mia. Punto", "Quello che è successo è dovuto a me oppure dipende anche dall'altra persona?"
Il senso di colpa porta solo ansia e ulteriore tristezza.
Succede anche nell'ansia sociale, quando ci sono momenti imbarazzanti oppure non si riesce a creare rapporto, la discussione è sempre a due persone, non dovete colpevolizzarvi.
Spesso c'è dietro il desiderio di piacere a tutti, cosa che è impossibile da applicare nella realtà e alquanto inutile.



➼6 La SQUALIFICA DEL LATO POSITIVO

La squalifica del lato positivo consiste nel minimizzare gli aspetti positivi di se stessi, sminuendoli o trascurandoli e concentrandosi solo su quelli negativi.

esempi:
➣ Una persona riceve un complimento per il nuovo taglio: "Lo dice solo per educazione!" (perchè si pensa così? Forse perchè abbiamo bassa autostima, ci si sente indegni?)

➣ Una persona supera un esame e poi pensa: "Si però l'altro non l'ho superato per cui è come se fosse un insuccesso" (qui si trova sempre il modo per non apprezzarsi)

➣ Una persona prepara dei biscotti che gli altri assaggiano: "Dicono che sono buoni solo per non farmi sentire inadeguata!"

SOLUZIONE
La squalifica del lato positivo fa parte dei pensieri che si fanno quando si ha l'umore depresso. Si ragiona in maniera pessimistica e la paura e la tristezza trascinano tutto verso di se. Quindi ogni aspetto bello diventa brutto, ogni successo viene cancellato da pennellate di insuccessi, ogni momento di felicità diventa un momento per pensare quando finirà.
Questo è l'effetto delle vostre paure, della vostra negatività. Dentro di voi c'è qualcosa che vi sabota, è la vostra parte negativa.
Siate coscienti di ciò, non combattete la vostra parte negativa ma dite "grazie per quello che mi dici, ho delle paure questo è vero però ho anche altro. Se mi concentro solo sulla paura mi dimentico di tutto il resto e a me non va".
Se la tristezza è molto forte bisogna accettarla, non impregnare anche il futuro delle sensazioni dell'oggi. Domani è un altro giorno ma se si pensa che il giorno prima si era pensato che oggi sarebbe stato triste allora diventa una cosa continua; la tristezza non se ne andrà.
Quindi bisogna correggere i pensieri. Vedere il successo anche nelle piccole cose, non dare tutto per scontato.
Bisogna sforzarsi all'inizio di correggere quello che per anni avete fatto, disabituare la mente alla negatività, al pessimismo, all'eccessiva paura.




➼7 Continuiamo con i pensieri disfunzionali; oggi parliamo di CATASTROFIZZAZIONE

La catastrofizzazione consiste nel proiettare sul futuro le proprie angosce, cioè concentrarsi sugli aspetti peggiori che potrebbero capitare.

esempi:
➣ Una persona deve andare ad una festa: "Sicuramente sarà un disastro, mi verrà l'ansia e tutti rideranno" (se siete indovini è meglio che vi dedicate a giocare al lotto. Se non lo siete, tentate e vedrete che la festa potrebbe riservare sorprese. Però bisogna lasciarsi andare, non andare con la paura)

➣ Una persona pensa ad una malattia: "È se fosse un principio di psicosi. Oddio sicuramente mi capiterà, diventerò pazzo" (chi è pazzo non ha l'ansia di diventarlo. Mettetevi l'anima in pace.)

➣ Un ragazzo deve parlare con una che gli piace: "Se vado li e arrossisco, lei mi prenderà in giro." (Allora non andare e fatti prete, nel mentre potresti piacerli proprio per le tue caratteristiche...)

➣ Una ragazza viene lasciata: "Non troverò mai più un ragazzo come lui" (Sicura? Si dice "si chiude una porta e si apre un portone", l'importante è uscire.)

➣ Nuovo lavoro: "Sbaglierò tutto, non sarò capace e sarò licenziata" (Non fasciarsi la testa, andare a lavoro e capire cosa vogliono. Poi concentrarsi su quello che si fa non su quello che si deve dimostrare agli altri. Sbagliare è un ottimo modo per imparare, aver paura degli errori paralizza)

SOLUZIONE
La catastrofizzazione è uno dei principali tipi di pensieri disfunzionali ansiosi, anzi è quello predominante. Il rimugino, infatti, si basa sulla visione pessimistica e paurosa del futuro.
Ormai si pensa ad esso come un incognita, non si guarda più al presente, ma ci si concentra su cosa ci dice la paura.
La più grande illusione è pensare mentre si ha l'ansia, perciò si pensa ORA al futuro, la paura farà in modo di alterare la visione del futuro e farlo vedere con un filtro di paura (diventerò gay, diventerò depresso, diventerò malato).
Questo non capita mai, ma questi pensieri soffocano perchè nel momento in cui si pensano sembrano veri e si subiscono, ci si sente impassibili.
Vedete come seguite le vostre paure?
La paura fa proprio questo, spaventarvi. Se ve la fate amica non avrete più timore di essa. Se la paura fa paura, potete accettarla? Direi di si, l'importante è non farla diventare protagonista della vostra vita.
La paura vive nella mente, non nella realtà.
La realtà è quello che vivete in questo momento, il resto sono seghe mentali.
La paura è un film, se cominciate a vederlo e provate ad immaginare come va a finire, sicuramente penserete a scene di terrore. Perchè torturarsi? Accettate che vi state preoccupando.
Il film è un film, giusto? Dopo aver visto il film si può avere una specie di paura (capita a molti dopo aver visto un film horror).
Bene, chi ha l'ansia vive questo film nella mente e se tenta di spegnere la tv, la sensazione rimane. Il problema non è la sensazione in sé, il problema è vostro.
Se si spegne la tv e poi si comincia a pensare "pensa se succedesse davvero", "pensa se nel futuro divento...", "se scopro che...oddio", allora voi continuate a vivere il vostro film.
Dovete spegnere la tv e concentrarvi VOLONTARIAMENTE su altro.
L'altra strategia è quella di vedere la vostra paura con IRONIA, i pensieri sono parte di un copione scritto da voi. Voi siete timorosi, accettate che lo siete, siete umani.
Il futuro non potete conoscerlo, nel frattempo però il presente passa. Lo si spreca e quando arriva il futuro non è mai come lo avevate pensato.
Se volete continuare ad illudervi o spaventarvi la scelta è vostra.
➼7.1 Corollario del catastrofismo - SOVRASTIMA DEL PERICOLO
La sovrastima del pericolo significa scorgere pericoli anche dove in realtà non c'è niente di preoccupante

➣ Una telefonata che non arriva: "Oddio, deve essere successo qualcosa a mia figlia…" (mettete da parte un'attimo il pensiero, non notate che pensate sempre il peggio? Questa cos'è se non paura, paura di qualcosa di grave che può succedere da un momento all'altro. Continua tensione)

➣ Una donna mangia un po' di marmellata e poi si accorge che c'era della muffa: "E se ho preso il botulismo, mi sto sentendo male" (certo che hai paura, hai la convinzione errata che qualsiasi cosa può essere pericolosa. L'allarme è automatico ma si può correggere)

SOLUZIONE
La sovrastima dei pericoli è uno degli aspetti dell'ansia, cioè quello di vedere la realtà in maniera paurosa.
Una delle convinzioni è che bisogna controllarsi perché potrebbe succedere qualcosa da un momento all'altro.
L'esempio classico è quello di chi ha paura della psicosi e pensa: "ora non ho allucinazioni però potrei iniziare a sentirle"
Di fronte ad una situazione in cui non c'è nessuna prova reale che dimostra la malattia, il dubbio persistente e la paura fanno alimentano il ciclo.
Quello che succede è che una persona ansiosa non ha mai la certezza di sentirsi tranquilla, fino a quando tutti i dubbi non sono stati dissipati, ma dato che il dubbio è una caratteristica ansiosa, c'è sempre una preoccupazione.
I nostri pensieri ansiosi sono automatici, ma derivano da una combinazione di stato d'animo, condizione psicologica, esperienza passata, convinzioni.
• Lo stato d'animo rappresenta le emozioni che proviamo nel momento in cui ci viene il pensiero. Così, se siamo felici o siamo occupati a fare qualcosa di piacevole avremo meno pensieri ansiosi, se siamo più tristi e apatici ragioneremo di più perché non ci piacciono queste emozioni e cercheremo di controllarle al posto di accettarle.
• La condizione psicologica, costituisce la nostra salute psicofisica e noi sappiamo di avere uno stato ansioso di sottofondo che fa scattare spesso l'ansia (mi raccomando di non pensare al doc, si parla di "condizione", non di malattia).
• L'esperienza passata è molto importante perché spesso si ha una storia di ansia alle spalle, di paure che ci fanno pensare di essere malati.
Inoltre, dato che si ha paura di fare pensieri, succederà che controllare farà venire proprio quei pensieri.
Per spiegarvi come funziona l'esperienza passata, vi vorrei parlare brevemente dell'amigdala che è una parte del cervello limbico, quello che controlla le emozioni.
L'amigdala rappresenta il ricordo delle emozioni, cioè il nostro cervello emozionale.
Se studiate a scuola che il leone è pericoloso, succederà che quando lo vedrete dal vivo, l'amigdala farà scattare l'emozione "paura" e poi l'ansia (che non è altro che la manifestazione fisiologica della paura, l'insieme di reazioni che servono per fronteggiare il pericolo).
L'amigdala funziona per associazioni, cioè se passo per una strada buia e provo tensione, quando mi ritroverò in un'altra strada simile proverò la stessa emozione.
Quando sentite un rumore, subito l'amigdala farà scattare l'emozione di paura, ancora prima che il cervello razionale capisca cosa stia succedendo.
Poi, si attiva la corteccia cerebrale (cioè ragionate) e dite: "Ah ma era solo il gatto che ha fatto un danno…".
Io sono convinto di una cosa, l'amigdala non ha tutte le colpe nel disturbo d'ansia e adesso vi spiegherò perché.
• Le convinzioni servono per chiudere il cerchio dell'ansia, perché spiegano come mai si innesca questo processo che ci fa stare male.
Noi abbiamo delle convinzioni disfunzionali, ossia delle regole interne e delle opinioni che ci fanno stare male.
Immaginiamo la convinzione: "devo essere sempre attento altrimenti succederà qualcosa", questa convinzione è dentro di noi, non la vediamo ma c'è, magari non l'abbiamo neanche scelta noi, magari è derivata dalle esperienze, esperienze che anch'esse sono state vissute in maniera errata.
Cosa succede se sbaglio? Temo che succederà qualcosa di grave.
Ora sapete cosa succede? L'amigdala si attiverà e registrerà questa associazione ➔ alle disattenzioni seguirà il pericolo, la paura.
Fatta questa associazione, la realtà si modifica perché vivrete seguendo quella paura, che implica il controllo.
L'amigdala diviene iperattiva, infatti, deve stare attenta ad ogni piccola disattenzione e voi avrete la sensazione di essere costantemente sotto pressione.
Il problema è che cercare di prevenire qualcosa è sempre una forma di paura, quindi è come se l'amigdala dicesse in continuazione "stai attento che potresti distrarti", "stai attento".
Ma questa attivazione è sempre paura.
Sapete quando fallisce questo tipo di controllo e fa cadere la persona nello sconforto?
Quando si cerca di controllare cose irrazionali, le emozioni, il futuro, sé stessi, lì il meccanismo si inceppa (E perché lo si fa? Si cerca di controllare perché si vuole la vita perfetta, non fare errori).
Infatti, se provo a usare la ragione per sapere se amo una persona sto sbagliando, non posso saperlo.
Allora si continua a ragionare, perché la persona non sa che sta facendo un'operazione non fattibile, e arriva alla conclusione che potrebbe non amarlo. E allora sale l'ansia.
Oltre al cercare la verità, che è come buttarsi nella burrasca, succede un altro fatto molto interessante.
L'amigdala associa la persona che amate alla paura, paura di non amare.
Così, quando state con il vostro compagno, l'amigdala invia l'allarme e vi dice: "guarda, tu stai con lui, però potrebbe non essere lui la persona che ami"
E questo allarme può scattare sempre, anche quando siete felici, l'amigdala vi interrompe: "va bene sei felice, ma questa felicità non è completamente vera dato che potresti non amarlo".
Ma perché è successo questo? Perché voi avete cercato troppo controllo, anche sull'amore, per cui avete usato la ragione per controllare che il vostro amore fosse perfetto.
Dal momento che questo controllo ha fallito (non avete provato nulla), il dubbio si è trasformato in paura.
E l'amigdala ha registrato questa paura, che scatta ogni volta che c'è un'associazione con quella paura, come abbiamo già detto.
Ma la paura, così come l'amore e tutte le altre emozioni fanno parte della sfera emozionale, e non c'è nessuna certezza, quindi non si risolveranno mai.
Anzi non c'è neanche bisogno di risolverla, perché altrimenti cerchiamo di razionalizzarla.
Allora voi mi direte: "devo vivere per sempre con il dubbio?", questa domanda è una razionalizzazione della paura, non è amore.
Se voi amate o non amate, questo lo sentirete con le emozioni, non attraverso gli allarmi dell'amigdala (il dubbio è patologico, la scelta è un processo che avviene senza controllo).
Provate a pensare alle paure che la mente registra se vi convincete di essere malati…
E l'allarme scatterà in ogni caso, fino a quando non vi accorgerete che le convinzioni vi hanno portato ad un inganno avvenuto a monte e ad un successivo controllo ingiustificato.
Ricapitoliamo lo schema:
CONVINZIONI SBAGLIATE ➔ CONTROLLO DELLA VITA PER PAURA ➔ INGANNO COGNITIVO ➔ PAURA ➔ REGISTRAZIONE DELLA PAURA IRRISOLTA (nell'amigdala) ➔ ALLARMI o PENSIERI ANSIOSI (mentre viviamo) ➔ CONTROLLO o COMPULSIONE (ovviamente inutile, perché è sbagliato il processo già all'inizio) ➔ RISPOSTA CHE AUMENTA LA PAURA ➔ SENTIRSI IMPOTENTI e CONFUSI (nel frattempo aumenta lo stato d'ansia)
Tutto questo è una mia personale idea, non il vangelo, però a grandi linee funzioniamo così.





➼8Bene, oggi parliamo del RAGIONAMENTO EMOTIVO

Il ragionamento emotivo avviene quando si considerano le proprie emozioni prova di qualcosa.

esempi:
➣ Una persona si sente triste e pensa: "Se sono triste vuol dire che la mia condizione è disperata" (no, in realtà adesso ti senti triste. Se pensi al futuro con tristezza si innesca un meccanismo per cui anche domani sei triste. Accetta la tristezza, prima o poi la felicità si farà viva)

➣ Una persona ha paura di aver mangiato un cibo contaminato: "Oddio, mi sto sentendo male. Allora era veramente avariato." (no, ti senti male perchè sta aumentando l'ansia. Quindi i sintomi sono sintomi d'ansia, poi tu ti controlli e ti autosuggestioni scambiando i sintomi d'ansia per quello che temi)

➣ Una ragazza ha paura di essere lesbica e prova a vedere che effetto gli fa una donna: "Oddio, mi sento una pressione lì sotto. Se mi sto eccitando significa che amo una donna" (no, in realtà la paura attiva i centri dell'eccitazione a prescindere dal soggetto. Tu interpreti il segnale in maniera errata. Il problema però è alla base, cioè la tua paura di essere lesbica, il test è solo una conseguenza. Testarsi come vedi porta ad errori e nuovi dubbi)

➣ Una uomo deve fare un discorso in pubblico e: "Se ho già adesso l'ansia, significa che dopo sarà un disastro" (no, tu hai l'ansia perchè ti stai preoccupando per dopo. L'ansia di ora non a niente a vedere con quella che avrai durante il discorso, devi smettere di preoccuparti, fregartene degli sbagli, non muore nessuno e concentrarti su quello che devi dire)

➣ Una persona ha l'ansia: "Se ho l'ansia un motivo ci deve essere" (e invece no. Esiste anche la preoccupazione per avere l'ansia cioè ti stai concentrando troppo sulle tue sensazioni e ti procuri l'ansia preoccupandoti. In pratica il motivo non c'è più ma continui ad essere preoccupata. Devi accettare l'ansia, non ha alcun significato dietro. Qual'è la cosa peggiore che potrebbe capitare?)

SOLUZIONE
Il ragionamento emotivo è un pensiero disfunzionale molto potente che messo nelle mani di una persona ansiosa può fare disastri.
Il problema principale è l'attitudine a volere le certezze. Penso che ogni persona che c'è sul forum sia molto rigida, cioè si ostina a cercare TUTTE le ragioni di un suo problema, vuole avere una chiara visione dei motivi per cui sta male.
Vuole certezze, e il rimuginare cioè ragionare sembra un'atteggiamento vincente, invece esso aumenta i dubbi, aggiunge incertezze.
Il ragionamento emotivo fa parte dei test. Se sono (ansiosa, triste, eccitata, arrabbiata) allora....
E invece state compulsando, cioè state già dando per scontata la vostra paura a monte. Voi con il ragionamento emotivo ragionate a valle.
Voi vi state controllando, cioè c'è una PAURA di base per cui poi finite per controllare le vostre emozioni, i vostri pensieri (meta-rimugino) i vostri comportamenti, le persone attorno a voi.
È la paura il vostro nemico, non voi stessi e le vostre analisi.
Se accettate la paura di base i vostri test saranno falsati dall'ansia. Tutto sembrerà vero.
Se una persona dice "se ho l'ansia un motivo ci deve essere" significa che la sua giornata comincia con fatto che avrà l'ansia, quella è già accettata.
Pensateci bene, non è forse che voi vi state focalizzando già dal mattino (anche involontariamente) su una paura.
La state chiamando voi.
Poi le analisi, i test sono una cosa che vi viene automatica perché avete accettato quella paura, siete spaventati, volete vederci chiaro, volete la soluzione.
Contro la paura non si può combattere perché adoperate la stessa logica che ha creato la paura, voi combattete la vostra paura con la logica che ha creato la paura; è come essere dentro una bolla di ansia e la soluzione sta fuori ma voi la cercate dentro di essa (e non potete uscire, questo è certo).
La paura si nutre di insicurezza, voi volete la certezza ma volerla significa che siete insicuri.
Se siete dentro la paura non potete vedere cose belle, non potete essere sereni.
Se dico "sono triste, c'è un motivo" oppure "non se ne andrà mai, finirò depresso" questo è un pensiero ansioso. Chiedetevi sempre "cosa mi spaventa veramente?", "qual'è la paura che mi sta ingannando?".
Sappiate che ragionare sui vostri stati d'animo, sui vostri comportamenti fa alterare chi siete veramente.
Se mi concentro sul perché faccio le cose, ad esempio sembra che non abbia significato (questo perchè la paura alla base di questi pensieri sarà la PAURA DI NON SAPERE PERCHÈ SI FANNO LE COSE). Il dubbio, la sensazione di vuoto è data dalla paura e della razionalità che interviene. Se ragioniamo il significato "sembra" non esistere.
Quando ci facciamo queste domande il significato diventa "ragionare sui fatti" non "vivere per un motivo".
Il significato c'è fino al momento in cui non c'è lo chiediamo.
Ma il problema iniziale qual'è? Sempre una paura, le domande sono una conseguenza.
Come vedete, quando diciamo di non compulsare, non lo facciamo per "metterci una pietra sopra, mentire a noi stessi", ma perché compulsare significa produrre errori, distorcere la realtà e arrivare a conclusioni sbagliate.
Spesso la paura di un male ci conduce ad un male peggiore.




➼9Oggi vorrei parlarvi della LETTURA DEL PENSIERO

La lettura del pensiero consiste nel pretendere di sapere cosa gli altri stanno pensando, senza avere prove certe.

esempi:
➣ Due persone si trovano nello scompartimento di un treno e una pensa: "Mi ha fissato, devo avere qualcosa che non va." (e se invece stesse pensando che siete attraenti? Sempre in negativo bisogna pensare?)

➣ Ad un colloquio di lavoro, il candidato: "Quando mi guardava sorrideva perché non voleva farmi sentire male ma il posto non me lo darebbe neanche morto" (...poi la settimana dopo siete stati scelti per quel posto.)

➣ Due amiche si incontrano al supermercato ma una saluta l'altra con meno interesse: "Oddio, le ho fatto qualcosa. Devo solo ricordare cosa ho fatto. Magari quando..." (mentre vi arrovellate il cervello, la vostra amica era così perché non si sentiva bene, perché aveva litigato con il marito, perchè era preoccupata per il figlio, perché....di motivi c'è ne sono molti solo che voi vi incolpate sempre di colpe che non avete)

➣ Una uomo entra in ufficio: "Stanno pensando che sono la persona più goffa dell'ufficio. Mi guardano perché stavano parlando di me" (sicuro? e anche se fosse? mettiamo che volevano farti uno scherzo, ci puoi ridere oppure ti senti colpito a morte? È così importante quello che pensano gli altri? Per quale motivo?)

➣ Due ragazzi scrivono messaggi poi uno non scrive più: "Si è stufato di me, perchè fa così?" (e se ha finito il credito? e se non prende più il telefono? ovviamente avete fatto ogni prova per scongiurare questa cosa che pensate...e poi magari continuate a pensarci...)

SOLUZIONE
La lettura del pensiero è un modo di pensare comune tra le persone che hanno bassa autostima e in quelle con ansia sociale, le due cose molto spesso coincidono.
È uno caso specifico di inferenza arbitraria, cioè di salto alle conclusione senza prove certe, si crede ai pensieri che si fanno e alle impressioni; è inutile dire che ciò porta sempre ad errori e a pensare che gli altri ci stanno giudicando male.
In ogni caso, si ha un muro da costruire per difenderci da delusioni e ulteriori sofferenze. Si vive una specie di "maschera" che faccia da contrappeso con le presunte mancanze, mancanze che spesso non esistono ma sono convinzioni distorte.
Si ricorre alla lettura del pensiero nei rapporti in modo da controllare cosa pensano gli altri. Ma questo non è possibile.
Ci sono moltissime convinzioni errate in questo tipo di atteggiamento:
-il primo è pensare che gli altri guardino in modo giudicante e indagatore, in realtà molto spesso loro sono concentrati su altri aspetti. Chi ha il problema è focalizzato su questo aspetto.
-pretendere di sapere cosa gli altri stanno pensando basandosi però sui propri pensieri, non si può conoscere del tutto cosa pensa un altro.
Succede poi che, questa preoccupazione viene mostrata agli altri, cioè una persona si preoccupa troppo di quello che pensa l'altro, per cui non riesce a fare un discorso completo.
Si è troppo concentrati sull'altro e poco sui propri bisogni, i propri stati d'animo, le cose da dire.
L'altra persona capisce che ci si sta preoccupando, ma non sa di cosa.
Il problema nasce dalla bassa autostima, per cui noi guardiamo gli altri con i nostri stessi occhi, i nostri stessi pensieri.
Bisogna cominciare a rompere questo schema. Piuttosto che leggere il pensiero degli altri, cominciare a concentrarsi su cosa si vuole comunicare.
Prendersi un po' di più alla leggera, nessuno vuole giudicarvi o sta cercando di analizzarvi, è solo una vostra convinzione.
Quello che pensate di voi stessi, gli altri non lo pensano, siete voi che lo fate. Mentre lo pensate vivete quell'atteggiamento.
Inoltre, la lettura del pensiero comporta un notevole lavoro del cervello che, come se non bastasse, fa aumentare ulteriormente lo stato d'ansia.




➼10Oggi vorrei parlarvi dell'ETICHETTAMENTO

L'etichettamento consiste nel catalogare se stessi, gli altri, le cose con un'etichetta globale, piuttosto che riferirsi a specifici eventi o situazioni

esempi:
➣ Una ragazza fallisce il test di ammissione universitario: "Oddio, sono una perfetta idiota" (sicura? Solo per un test fallito? Oppure stai dicendo a te stessa che il tuo valore globale dipende da un test? Perché devi condannarti con etichette negative? Bene non fa, non ti vuoi bene? Dovresti imparare se vuoi essere felice...)

➣ Una mamma si dimentica di mettere la merenda nello zaino alla figlia: "Sono indegna, come ho fatto a dimenticarmi. Non merita una madre così" (aspetta un attimo, solo perché ti sei dimenticata un giorno non ti devi condannare. Pensi che per essere una brava madre "devi" seguire un programma? Prova a chiedere a tua figlia, sicuramente lei dirà che sei una brava madre. Spesso chi ha l'ansia fa 300 cose in più per i figli ma non se ne accorge perchè vuole sempre di più da se stessa e finisce per esaurirsi. Calma e clemenza, si fanno molti errori)

➣ Il ragazzo vede alla tv una scena di nudo maschile e dice che è un bell'uomo: "Allora sono omosessuale, no non può essere, proprio io!" (dunque, tu sei vittima di un pensiero ansioso sviluppato dal nulla. Chi lo dice che un commento ti faccia cambiare sesso? Piuttosto, la tua ansia te lo suggerisce, poi tu ci ragioni e la paura ti porta nella direzione che non vuoi. Hai fatto tutto da solo)

➣ Se il fidanzato si comporta male una volta allora: "È una carogna. Non doveva essere impegnato, doveva stare con me" (addirittura?! blink.gif E la sua vita? Il suo modo di essere dove lo mettiamo? Il rapporto segue un manuale?)

SOLUZIONE
L'etichettamento è un pensiero disfunzionale molto simile alla ipergeneralizzazione, e alcune volte coincide (se si riferisce alle persone).
In questo caso i pensieri colpiscono il nostro io, cioè esiste un giudice che analizza ciò che facciamo e poi ci dà i voti.
Forse siamo noi che chiediamo troppo da noi stessi?
Bisogna ammorbidire i giudizi, comprendere che se una cosa è andata male non è una questione di vita o di morte, non siamo la persone che quel giudice vuole farci credere.
Il giudice è fatto di logica, di rigidezza, di ansia, di paura. È lui che muove i fili.
"Se domani sbaglio alllora...", "se non faccio quello allora...", "se mi comporto così, allora..." così facendo soffocate voi stessi.
Molto spesso a questi pensieri si sovrappone l'ansia, per cui l'ansia fa preoccupare ancora di più. L'ansia risveglia paure che ci portano a controllarci, per esempio la paura di impazzire.
Succede che tutto diventa una grandissima COMPULSIONE.
La paura il più delle volte è interiorizzata, cioè non arriva alla coscienza e noi agiamo in maniera forzata, con un senso del dovere.
Con un super-io interno che prendiamo a modello.
Se noi stessi o un'altra persona (compagno, marito) escono da questi canoni allora sono etichettati negativamente.
Etichettarsi negativamente comporta tristezza, comporta depressione, comporta ansia, questo perché sono il risultato di una paura che c'è di base.
Paura di non essere all'altezza, paura di non essere amata, paura di non essere felice.
Perciò uno deve fare per essere...ma in realtà l'amore non arriva perchè si fa, la felicità non arriva perché si ha un lavoro di prestigio, certo si può essere felici a patto che il lavoro non serva per dimostrare a noi stessi di valere (cioè la paura ci ha spinto a vivere).
La soluzione è quella di ammorbidire questo giudice, ridicolizzarlo.
Poi bisogna rivedere se stessi. Si agisce per paura? Allora c'è qualcosa che non va bene.
Cosa volete veramente? Quali sono i vostri valori veri, non quelli che vi imponete?
Se l'ansia adesso vi impedisce di analizzarvi, non importa perché la soluzione la scoprite vivendo.




➼11Oggi riprendiamo il discorso sui pensieri disfunzionali e scriverò dell'INSOPPORTABILITÀ o INTOLLERANZA

L'intolleranza è quel pensiero che mostra una bassa tolleranza alla frustrazione. Consiste nel ritenere che certi eventi spiacevoli non possono essere sopportati.

esempi:
➣ Il ragazzo va alla partita di pallone al posto di passare il sabato con lei: "Non lo sopporto quando fa così. Mi viene un nervoso" (forse perché si pensa che l'amore è dimostrare sempre quello che vogliamo noi. Nel rapporto c'è anche l'individualità, se si vuole soffocare l'altro o cambiarlo non è vero amore)

➣ Nuova giornata, bisogna svegliarsi e andare a lavoro: "Non c'è la faccio oggi, perchè devo andare a lavoro!" (forse bisognerebbe rivedere il concetto di vivere. Ci si sta concentrando troppo sulle cose spiacevoli del lavoro, si sta vedendo la vita come un dovere. Bisogna cambiare punto di vista, bisogna rivedere la vita. Si può semplicemente rispondere alla propria parte negativa con "il lavoro potrebbe essere piacevole se faccio le cose un po' per volta e smetto di vivere la mente e rimuginare negativamente su cosa non mi piace".)

➣ Laureato in biologia trova lavoro in call-center: "Non era questo il lavoro per cui ho studiato, sono ridotto male" (chi lo dice? La tua voce interna forse. Può essere una soluzione temporanea, la vita non è mai una cartina scritta ma in continua evoluzione. Siamo noi che dobbiamo essere flessibili e cogliere le opportunità con positività. La vita è già difficile di suo, non farlo anche tu con te stesso! PSICO wink.png )

➣ A scuola mi sfottono: "Non lo sopporto, perché proprio a me!?" (sei intollerante alle critiche, le prendi sul personale. E se lo facessero per spronarti? Oppure, se lo vedessi come un evento che non ti abbatte ma ti rende più forte?)

SOLUZIONE
Questo pensiero è caratteristico dell'umore depresso e dell'eccessivo stress.
Quattro sono le origini di questo tipo di pensieri:
➠la prima è che stiamo chiedendo troppo da noi stessi e non ci stiamo concedendo le dovute pause. Il corpo e la mente hanno bisogno di riposare. Quando ci si stressa si abbassano i livelli dei neurotrasmettitori (serotonina e dopamina) quindi si è più predisposti a vedere le cose insormontabili. Il lavoro sembra faticoso, i problemi insormontabili, non si ha voglia di fare niente.
Anche le persona perfezioniste o quelle che fanno troppo per gli altri arrivano ad un punto dove non ce la fanno più, usano tutte le loro risorse mentali e fisiche ad oltranza, non si accorgono che stanno dimenticando loro stessi per il senso del dovere.

➠la seconda sono i pensieri automatici. Ad esempio "non mi piace fare quel lavoro", seguito da un magone allo stomaco, oppure quando suona la sveglia al mattino e dobbiamo alzarci. Questi pensieri sono automatici in chi ha l'umore depresso. Quando capitano chiediamoci sempre: "È così intollerabile la situazione oppure la sto vedendo io dal punto di vista sbagliato?", "È così realmente o mi sto preoccupando eccessivamente", "È così insopportabile che neanche con calma riesco a farla?", "È una mia priorità?".

➠la terza è la RABBIA. Di solito ci aspettiamo che gli altri debbano comportarsi o agire nel modo che piace a noi. Se non accettiamo che gli altri hanno i loro difetti e il loro modo di fare, diventeremo sempre più intolleranti. Un tipo di domanda curativa può essere: "la mia ragazza deve comportarsi come dico io o deve essere se stessa?", "se una cosa non mi piace posso anche dirgliela al posto di rimuginare internamente (usando la calma)", "mi dà fastidio perchè sono già nervoso per conto mio, la colpa non è sua".

➠per ultimi, anche se collegati a tutto il resto, ci sono gli sbalzi ormonali. Durante il ciclo si sa che le donne rompono... PSICO-asd.gif, questo perché noi non siamo mai uguali a noi stessi, ogni giorno cambiamo. Chi è rigido pensa che tutti i giorni ci si comporta sempre allo stesso modo, se un giorno siamo giù di morale non possiamo accettarlo. Il problema è che se si passa un giorno negativo e poi ci si mette a pensare alle cause (cercando solo spiegazioni logiche), succederà che il giorno dopo lo impiegheremo a pensare e staremo nuovamente male.
Si innesta un ciclo di cattivo umore, e la colpa è nostra.
Una cura potrebbe essere: "oggi sono un po' nervosa, anche senza motivo di esserlo, l'accetto e non indago perché la rabbia è un emozione" (razionalizzandola non faccio altro che complicarmi la vita e avere dubbi), oppure "adesso mi calmo" oppure "domani andrà meglio, oggi ero un po' nervosa".
Non bisogna peggiorare la situazione rimuginando sulla propria intollerabilità, si alimenterebbe un ciclo di ansia in cui quest'ultima richiama nuovo nervosismo.
Se mettete benzina nel vostro lato negativo alimentate il fuoco delle sensazioni negative, anche la ricerca delle cause fatta con le migliori intenzioni porta sempre alla negatività (è una compulsione per preoccupazione)




➼12Il pensiero di oggi è l'ESAGERAZIONE

L'esagerazione consiste nell'ingigantire degli aspetti negativi di sé

esempi:
➣ Adolescente con seno piccolo: "Con questo seno non sono per niente attraente" (in questo caso ci si concentra solo ed esclusivamente su un aspetto che vediamo come un problema, non riusciamo ad apprezzare null'altro di noi stessi)

➣ Un'amica propone all'altra un corso di danza, la quale: "Non posso, non ce la farò mai ad imparare, sono goffa" (ma se non provi come fai a saperlo? Forse hai paura del giudizio? Oppure pensi che ballare sia una questione di natura? La realtà è che richiede fatica e molti errori. Però è divertente imparare, solo che se non provi non lo capisci. Sicura che sei goffa? Quindi? Ti ricordi del brutto anatroccolo...)

➣ Programma in tv di arte: "anche io vorrei iniziare a dipingere, però sono negata" (e chi lo dice? Nello zen si dice: "la pratica rende perfetti", poi dovresti chiederti "vorrei creare opere d'arte oppure divertirmi?")

SOLUZIONE
Questi esempi sono indice di bassa autostima.
C'è una vocina che dice che non possiamo fare le cose, così diventiamo arrendevoli, rimandiamo le cose, rinunciamo dopo poco.
Ci sono diverse convinzioni da correggere:
- la prima è che nessuno nasce imparato. Dietro a grandi lavori spesso ci sono tante ore spese a fare pratica, errori, sacrifici.
- la seconda è che oltre all'obbiettivo (la nostra meta), il cammino è ugualmente carico di valore. Alcuni dicono che "ci si diverte imparando".
-la terza è che nessuno vi giudica per gli errori.
Spesso l'esagerazione è un problema mentale nostro, infatti, la paura ci fa concentrare solo sugli aspetti che non ci piacciono di noi.
Vedendo solo quell'aspetto ci sentiamo infelici, facciamo confronti e ci sentiamo inferiori.
Ma è la paura e l'insoddisfazione che ci fa concentrare su ciò, si vede il bicchiere mezzo vuoto.
Spesso, quello che crediamo un difetto, diventa un pregio o un cavallo di battaglia.
Se ci nascondiamo, mentiamo a noi stessi e sprechiamo delle occasioni.




➼13Oggi parliamo del pensiero opposto al precedente, ovvero la MINIMIZZAZIONE

La minimizzazione consiste nel banalizzare o negare gli aspetti positivi di sé

esempi:
➣ Dopo aver passato l'esame all'università: "L'avrebbe potuto fare chiunque, era semplice" (poi invece metà della classe non l'ha passato. Allora si pensa: "sicuramente è perché non avevano studiato"...facpalm.gif )

➣ Torta di compleanno fatta per la figlia: "Non è venuta come volevo, del resto non sono capace" (La figlia: "grazie, è una torta stupenda!". Non è solo questione di accontentarsi, è non vedere realmente se stessi... PSICO wink.png Se poi proprio non piace, si può imparare dagli errori, la prossima volta)

➣ Dopo aver applicato le guide: "ecco il mio pensiero ansioso, però non sono in grado di farlo andare via" (per quello serve tempo. Apprezza già che hai cominciato a riconoscere i pensieri non tuoi. Il primo passo è fatto, ora c'è da applicare il prossimo gradino, senza fretta.)

SOLUZIONE
Come il precedente pensiero disfunzionale, vi è sempre un problema di autostima.
Minimizzare significa non sentirsi mai soddisfatti per quello che si fa, forse perché si tende al perfezionismo, al volere troppo da noi stessi.
Minimizzare significa vedere il lato negativo delle cose, il bicchiere mezzo vuoto.
Non conta quanto bene facciate un lavoro, per voi sarà sempre un lavoro da niente.
Questo perché non riuscite ad apprezzare la vostra personalità, lo fanno gli altri, e voi puntualmente penserete che lo fanno per non farvi sentire male (lettura del pensiero).
A dirla tutta, non vi premiate mai per le piccole cose che fate, date tutto per scontato.
Così facendo, vi soffocate, pian piano instillate gocce di tristezza.
La vita non è semplice, la vita è un obiettivo; questo è quello che pensano le persone perfezioniste.
La minimizzazione è presente assieme agli altri pensieri disfunzionali, come ad esempio nell'ipergeneralizzazione "tutti possono farlo, non è niente di speciale", oppure nell'astrazione selettiva (dove non solo non si vedono gli aspetti positivi, ma ci si concentra su quelli negativi, un vero è proprio filtro mentale).
La minimizzazione è un meccanismo di pensiero appreso dall'infanzia: quando si è bambini gli altri non ci apprezzano, soprattutto i genitori. Quando si hanno genitori esigenti, il bambino a lungo andare pensa di essere sbagliato, pensa che sarà amato solo se fa quello che gli dicono.
Come è lui veramente non importa, deve comportarsi.
Ora, sapete qual'è un buon rimedio? Liberare la mente e pensare: "se non avessi restrizioni ma libertà, come mi comporterei in questo caso?".
C'è una parte di noi che dice "non è mai abbastanza", questa è la parte razionale, quella che dice come dobbiamo essere per ottenere felicità, amicizia, successo.
In realtà, c'è ne un'altra che è stanca, vorrebbe essere semplicemente se stessa.
Ogni successo non è banale, dovete premiarvi.
Anche raggiungere la semplicità, cioè togliere tutti quei condizionamenti che vi hanno limitato, è un successo.
Riconoscere i pensieri, anche quelli ansiosi, è un gran passo in avanti.
Non bisogna confonderla con la modestia. Avere una sana autostima ci aiuta a stare bene e dare il massimo di noi stessi.




⬇CONTINUA SOTTO⬇


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giovannalapazza
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ma sei fantastico!!! meno male che ci sei tu PSICO hug.gif


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La parte della testardagine e' sicuramente mia ihih PSICO smile.gif cmq mi sn ritrovata in tutto grazie dr dock sei grande!
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Pablito87
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x Dr.Dock
Tutto quello che scrivi è vero e mi ci riconosco. Anche se non ho da molto tempo forti crisi, credo che ormai ho una cosa cronica con calo dell'umore, vedo tutto grigio e ho disturbi somatici che mi rendono la vita difficile anche se dagli esami non risulta un beneamato pene.
Cosa si deve fare per stare meglio?
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deala
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Che dire...tutto eccellente e giusto soprattutto, ma caro Dr. non pensi che se siamo in tanti ad avere questo disturbo, andiamo da medici per questo disturbo, prendiamo farmaci, che non sono poi cosi' leggeri, alcuni in fase acuta necessitano di ricovero....Non credi che pur leggendo tutte le strategie, leggendo i tuoi utili scritti, applicando anche le strategie, nonostante tutto, spesso il disturbo o l'ansia come chiamar si voglia, ha un richiamo cosi' assordante ed estenuante, che non ci si riesce nemmeno con tutte le proprio forze a venirne fuori....Speso non e' il non voler capire o non mettere in pratica i consigli e che semplicemente, detto in parole povere non cela si fa', ne fisicamente ne mentalmente.
Io a volte ho provato un ansia, che mi tremava la bocca mentre parlavo, o ho dovuto stendermi sul letto dalla forte confunsione e senso di impotenza davanti alla forte angoscia.
Io ti assicuro che in quei momenti, potrei leggere e stra leggere strategie consigli ecc... ma non riuscirei a fare nulla di nulla, perche' in quei momenti, sisulta impossibile fare qualsiasi cosa.
La cosa migliore invece a mio parere, e' curarsi quando non si e' in fase cosi' acuta, perche' si vede e si vive tutto sotto un altro aspetto.
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bravissimo concordo in pieno


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➼14 Dopo un po' di pausa riprendiamo con i pensieri disfunzionali, oggi parliamo di DOVERIZZAZIONE

La doverizzazione consiste nel giudicare se stessi sulla base di ciò che uno dovrebbe comportarsi o sentire.

esempi:
➣ Inizia una nuova giornata: "devo assolutamente fare tutto quello che mi sono proposta, oddio come faccio, ho troppa roba" (certo che poi ti sale l'ansia. La vita non è un'operazione di incastrare le cose da fare. Impostata così diventa sofferenza, diventa fatica, non c'è più libertà. E se si saltasse una cosa in programma cosa capiterebbe?)

➣ Una donna pensa la marito: "per amarmi deve venire con me a fare shopping" (qui abbiamo le nostre regole rigide e le imponiamo anche agli altri. Così l'altra persona non deve essere più se stessa ma l'idea che abbiamo noi del partner perfetto. Vedo molta delusione in questo rapporto...non dico che bisogna accontentarsi e farsi trascurare ma se le regole sono troppo rigide forse non si è ben capito cosa significa amare qualcuno)

➣ Durante un compito in classe: "devo prendere il massimo altrimenti sono un imbecille" (questo è quello che ti hanno fatto credere. Ora è una tua convinzione, ma è sbagliata, questo ti porta solo ansia da prestazione, paura di non rendere, paura del giudizio, molta infelicità perché sbagliare è umano e si sbaglierà molte volte. In più studieresti per paura di non apparire stupido, non per divertirti ad imparare)

➣ Una persona con standard elevati: "devo per forza guidare un BMW per essere felice" (la felicità non si basa sui soldi o sulla prestazione. Questo è un caso particolare e magari esagerato, però quando si lega la felicità ad un evento e poi non si verifica bisogna modificare l'obiettivo, accontentarsi. Non si tratta di fallimento, si tratta di intelligenza).

➣ Ragazza alla festa: "se qualcuno mi giudica male allora valgo poco" (con questi pensieri la festa diventa un campo minato. Non si è più se stessi ma la maschera che serve per farci piacere da tutti. Il problema è che il pensiero "devo piacere a tutti" non è applicabile).

➣ Pensiero ansioso sulle ossessioni: "per essere una persona normale non devo fare pensieri strani" (questa è rigidezza. La mente può fare pensieri strani o ambigui, il fatto è che gli ansiosi li vedono anormali proprio perché hanno delle regole e si controllano per seguirle o verificarle).

➣ Pensiero ansioso sulle vita: "Devo evitare la tristezza, infelicità, delusioni" (l'atteggiamento dell'uomo è quello di evitare la sofferenza. Ma se questa sofferenza non la si accetta come una cosa umana, si vivrà in funzione della paura. L'uomo è fatto di emozioni negative e positive, non si possono escludere quelle negative perché si proveranno comunque. La paura è già una di queste!).

SOLUZIONE
La doverizzazione è il pensiero che gli ansiosi adoperano in maniera ricorrente.
È possibile dire che molti pensieri disfunzionali derivino da doverizzazioni di base sbagliate, cioè ci sia una rigidezza di base che modifica il modo in cui si vive.
Vivere la vita secondo regole, pensare che le emozioni si possano controllare porta sofferenza perchè non si proveranno più emozioni, ma un surrogato, cioè si cercherà di avere emozioni che normalmente capitano senza sforzo.
La vita è gioia, rilassatezza, gioco, non è dovere, regole, controlli.
Più siete rigidi e più diventate inflessibili, rigidi e razionali.
Le emozioni negative prenderanno il sopravvento:
-la paura di non avere gli standard che pensavate ("per essere una brava mamma devo ascoltare sempre mia figlia, devo...")
-il terrore di aver commesso uno sbaglio ("non me lo posso perdonare, dovevo fare in quel modo..."
-il dubbio ansioso ("e se il lavoro che ho presentato ha degli errori?" chi se ne frega direi? PSICO-green.gif )
-la tensione (dal non mostrare un lato di voi, la vostra timidezza, che dovete tenere nascosto)
-l'orgoglio (di non ammettere gli sbagli perché "chi sbaglia è un fallito")
-la testardaggine (le cose vanno fatte a modo vostro)
Ansia, ansia, ansia.
Voi avete un libro di regole, regole che avete appreso da bambini, regole che vi imponete perchè volete evitare di soffrire.
Ma seguire le regole è già sofferenza di per sé.
Quella sofferenza che temete è nella vostra mente.
Anche per l'ansia il discorso è lo stesso.
Quando vi controllate perché si è insinuata una paura, state già applicando le vostre regole.
Se penso che una persona normale non deve fare strani pensieri, significa che la nostra mente è incatenata, non potrà più pensare liberamente.
La creatività, la fantasia, l'intuito vengono pian piano cancellati e sostituite da logica e controllo.
Ecco perché molte persone sono ipocondriache.
L'ansia, tra cui le somatizzazioni, ricordano ad una persona che si sta stressando, solo che la persona ansiosa continua a fare quello che le regole gli impongono, al posto di essere meno rigida e accorgersi di essere stanca, .
In aggiunta, utilizza la sua logica e la sua paura per analizzare le sue somatizzazioni, e le scambia per malattie, finisce per etichettarsi.
L'etichetta per l'ansioso è positiva perché così pensa di trovare una soluzione.
In realtà, l'etichetta è sbagliata, basati su analisi sbagliate, lui continua a ragionare su se stesso e la vita con troppa paura.
Quando si compulsa, si è già al di là di questi ragionamenti. Si ha già la diagnosi e si cerca invano la cura.
Un altro difetto è quello di non accorgersi che la mente ansiosa crea pensieri di paura, impulsi, immagini che mettono ansia.
Per chi è rigido, fare certi pensieri ha sempre un significato, loro ragionano sui pensieri; non si accorgono che è proprio l'ansia che genera i pensieri, scava nelle paure di ognuno di noi e costruisce dei film.
"Se faccio questi pensieri deve esserci un motivo", direbbe la logica dell'ansioso. Se si avesse solo un briciolo di fantasia ed umorismo in più, si direbbe che la mente e creativa, si direbbe che la paura esiste e a volte la vita fa paura.
L'ansioso teme i suoi pensieri, non sapendo che l'ansia porterà a fare nuovi pensieri, non c'è soluzione.
È una dura sconfitta per le persone rigide pensare ciò.
Le doverizzazioni le possiamo dividere in tre categorie:
-doverizzazioni verso sé stessi: "devo essere sempre al massimo delle mie possibilità, devo essere stimato e amato da tutti altrimenti valgo poco e sono un fallito"
-doverizzazioni verso gli altri: "le persone vicine devono comportarsi come dico io, mi devo trattare e agire come io penso che debbano fare altrimenti sono egoisti, stupidi e ignoranti"
-doverizzazioni verso la vita: "la vita deve essere come sognavo io, quello che mi capita deve essere gradevole e facile, altrimenti è una cosa intollerabile"
Il perfezionismo è una delle conseguenze di questa rigidezza.
Sbagliare è un dramma che porta enorme sofferenza, sensi di colpa, rimuginazioni sul passato.
Inoltre porta angosce sul futuro "chissà se sarò in grado...", facendo vedere la vita come un'enorme serie di ostacoli da evitare.
Quindi vivete quegli ostacoli, perché vi concentrate sulla possibilità di fallimento, non vivete emozioni positive ma solo paura.
Le doverizzazioni degli ansiosi sono quelle di persone che "controllano troppo bene da non riuscire più a smettere".
Quindi succede che i pensieri ansiosi diventano imposti, forzati: "devo fare questo", "devo essere perfetto", "devo allineare i libri", "devo pulire perfettamente la stanza", sono pensieri non reali, sono pensieri generati come se la mente fosse continuamente in allarme.
Non si riconoscono più i pensieri ansiosi, e si vive la vita in maniera nevrotica, diventa tutto un'enorme compulsione.
Non si mettono più in discussione i pensieri, ci si è scordati delle cose che rendevano felici.
Il rimedio in questo caso sarebbe quello di smettere di adoperare il controllo, so bene che salirà l'ansia, ci si sentirà come se si stesse perdendo il controllo della situazione.
Invece vi state liberando, sarete più sereni, scoprirete cosa significa essere felici.
Evitare la paura significa vivere la paura, non la felicità.
➼14.1 Corollario delle doverizzazioni - IPERCONTROLLO e PERFEZIONISMO
Il perfezionismo è una forma di approccio alla vita basata su una sinergia di paura, rigidezza e uso eccessivo della razionalità

➣ Una segretaria in ufficio: "Se non sono sempre efficiente verrò licenziata" (questa è realtà oppure una tua convinzione? Tutto quello che pensi è vero?)

➣ Presentazione domani del progetto: "Se non è perfetto, non prenderò il massimo sarà un fallimento" (allora è meglio controllare ogni singolo particolare? Scommetto che prenderai 30 e non sarai ancora contento se non per poco)

➣ Regola: "Qualsiasi cosa faccia, è intollerabile non farla perfettamente" (motivo? Perché non sarai il primo? Perché non verrai apprezzato o non ti verrà detto che sei bravo? Sei sicuro che è una cosa che ti rende davvero felice?)

➣ Altra regola: "Devo mantenere il controllo sui miei pensieri, azioni e su tutti gli aspetti della mia vita" ( Anche qui, qual'è il motivo? C'è una paura dietro questa regola, forse la paura che qualcosa di negativo accada, forse la paura di rimanere solo o di ammalarti. Qualsiasi cosa fai, il troppo controllo genera sempre dei danni. Non tutte le regole che abbiamo creato sono vere, per questo bisogna metterle in discussione)

SOLUZIONE
Il perfezionismo si esplica con l'ipercontrollo, cioè l'impossibilità a fare errori, a non essere perfetti.
A monte di tutto, c'è la paura di soffrire, di non essere felici, ecco perché abbiamo iniziato a seguire questo approccio nella vita.
Può essere che da bambini, ottenevate l'affetto solo se facevate bene le cose, se eravate i primi. Tutti avevano grosse aspettative da voi, al punto tale che avete iniziato a chiedere troppo a voi stessi.
Molte persone ansiose hanno paura di vivere, o meglio hanno paura di soffrire.
Non hanno un buon rapporto con la propria parte negativa, e cercando di scappare o controllarla, la vivono sempre, come un fiume sotterraneo che scorre.
Questo controllo, a volte ha a che fare con l'intellettualizzazione, cioè si studia, si ragiona, si cerca di sapere.
La logica non è tutto, noi abbiamo due parti: una razionale ed una emozionale, e sono due parti complementari. Guai a usare una per controllare l'altra.
Si generano solo paure, che poi, una volta registrate erroneamente dall'amigdala diventano dei pensieri ansiosi, dei falsi allarmi.
L'abbiamo visto, la sede delle emozioni risiede nell'amigdala (e funziona per associazioni).
Esiste un'altra sede ancora più profonda, quella degli istinti, delle emozioni reali, alcuni dicono che si trovi nel cervelletto altri nell'amigdala stessa, comunque parliamo di una zona arcaica, primordiale (forse ancora non scoperta).
Bene, quando l'amigdala invia un allarme, noi iniziamo a ragionare attivando un'altra zona del cervello, i lobi frontali (la parte anteriore della corteccia, subito sopra gli occhi).
Quando una donna cerca di capire se è innamorata, usa questa parte razionale non quella arcaica, quest'ultima rimane inattiva.
La parte arcaica, emozionale, si attiva solo ed esclusivamente quando abbandoniamo la nostra paura, e cominciamo a vivere.
Ecco perché il controllo fa perdere il controllo: non provando nulla, una donna comincia a ragionare su questa mancanza di emozioni, arrivando a conclusioni sbagliate, il dubbio diventa paura.
Un'altro caso è quello di chi ha pensieri aggressivi.
A volte l'amigdala sbaglia, invia istinti e impulsi sbagliati, poi la zona razionale elabora l'istinto e dice "ma cosa vado a pensare?" e disattiva l'allarme.
In voi, succede esattamente la stessa cosa, ma sentendovi malati, la parte razionale non lo elabora come sbaglio ma come pensiero pericoloso, quindi l'amigdala fa partire la "paura di perdere il controllo".
Dato che voi avete paura, significa che la vostra mente funziona molto bene, l'amigdala invia i segnali di allarme, i lobi frontali analizzano ma vedono subito che c'è qualcosa che non va. Siete perfettamente sani.
L'errore sta nel considerare i pensieri come simbolo di qualcosa, e nel non riconoscere che una volta diventata paura, questi si attivano da soli.
Ritornando al perfezionismo compulsivo, questa è una forma di controllo che è ormai sfuggito di mano.
Si è ricorso talmente bene al perfezionismo, ottenendo magari anche dei risulti, ma ora lo applicate anche a situazioni dove non serve.
Se è così, significa che questo perfezionismo è attivato da una paura, tutto sta nel trovarla e discuterla.
Ad esempio, chi lavora duramente e non si concede pause, può essere che ha paura di perdere il lavoro, oppure ha paura di non riuscire a fare tutto.
Chi si controlla troppo, magari ha paura di ammalarsi se non lo fa più.
Chi vuole il controllo, si illude.
Immaginate chi ha il dubbio che le emozioni che prova non siano vere.
Ma chi gli dice che il dubbio sul suo dubbio sia vero?




➼15 Un altro pensiero disfunzionale è l'INDISPENSABILITÀ

L'indispensabilità consiste nel considerare assolutamente necessaria una condizione, un bisogno, una cosa della quale potremmo fare a meno, seppur con qualche inconveniente

esempi:
➣ Una donna in carriera "sarò felice solo quando prenderò la laurea in medicina" (Poi magari arriva la laurea e si pensa "tutto qui?", questo perché si pensa che la felicità deriva dal raggiungere un obiettivo e non si dà valore anche al percorso).

➣ Una ragazza che aspetta la chiamata del fidanzato: "È indispensabile che mi chiami per capire che mi ama" (va bene che ci tenete, siete fatte così, però se non arriva non è la fine del mondo. Siete voi che avete delle regole sull'amore, vi concentrate a controllare il rapporto. Deve andare come immaginavate, altrimenti significa che non è amore. Sbagliato!)

➣ Una persona affaticata: "Bisogna dare sempre il massimo, non sono una brava mamma se non sono sempre disponibile" (non è vero. Questa è una distorsione mentale, perché la vita non è fatica, è amore, e l'amore non si quantifica. Puoi fare anche una sola cosa fatta bene. Inoltre, non ascolti il tuo corpo, la tua voce interiore che ti dice di riposarti, di pensare anche a te. L'affaticamento è un segno, bisogna coglierlo ed ascoltarlo.)

➣ Prima di cominciare a dipingere: "Devo comprarmi i migliori materiali, aver letto tutti i libri, avere tutte le cose al proprio posto prima di cominciare a dipingere" (Sicuro? Per dipingere basta anche un pennello, tre colori primari e un foglio. Forse, le troppe condizioni soffocano la creatività. Mi sta bene che vi serve il materiale, ma se manca un colore cosa si fa? Non si comincia? Viene male il lavoro? )

➣ Una ragazzo che punta molto all'apparenza: "Per essere amato bisogna apparire brillanti, non bisogna sbagliare mai" (e se si sbaglia? Se si ha qualcosa fuori posto? La maschera rigida fa acqua da tutti i pori, voi volete apparire brillanti ma brillante è chi è flessibile, chi vive secondo i propri valori. L'essere brillante è una conseguenza, mai un obiettivo)

➣ Cena a casa: "Oddio, manca un ingrediente, come faccio?" (certo, mancano le uova e ora la frittata programmata come la fate? Chi si calcola troppo la vita non è flessibile. Si chiude il frigo e si cucina la pasta, problema risolto. È inutile impuntarsi troppo su programmi, tanto le condizioni saltano in continuazione)

SOLUZIONE
L'indispensabilità è un pensiero disfunzionale che porta molta rigidezza.
È come avere un libro di regole, in cui tutti i punti sono delle condizioni necessarie per la propria felicità, c'è una mancanza di flessibilità, una mancanza di strategie efficaci per essere felici nelle diverse situazioni di vita.
Questo pensiero disfunzionale va a braccetto con il perfezionismo, perché è il perfezionismo che detta legge attraverso le doverizzazioni (che abbiamo trattato sopra) e questi doveri diventano indispensabili.
Le persone controllate vivono con delle mappe, credono di sapere e invece si illudono.
Va bene seguire una mappa, ma poi, se qualcosa non è giusto bisogna usare l'intuito, la creatività, la mappa non descrive la realtà.
L'indispensabilità è la condizione senza la quale non si verifica una cosa che pensate, siete sicuri che questa condizione sia importante, sia vitale per quello che volete?
E siete sicuri che quello che volete vi renderà felici?
E quella condizione è fondamentale o si può cambiare un parametro, modificare il percorso o la scelta?
La parola è flessibilità.
Nulla è indispensabile, se è indispensabile significa che ci fate troppo affidamento.
È indispensabile conoscere per risolvere l'ansia?
Non ci crederete ma l'ansia viene anche solamente quando la si pensa, quindi la condizioni di indispensabilità è già saltata.
Avete visto?




➼16 Oggi parliamo di uno dei principali pensieri disfunzionali delle persone ansiose, cioè l'INTOLLERANZA ALL'INCERTEZZA

L'intolleranza all'incertezza consiste nel controllo eccessivo di situazioni che non possono essere previste. Il dubbio è intollerabile, deve essere risolto a tutti i costi.

esempi:
➣ Una ragazza in piena ansia: "Devo essere sicura di amarlo, questo dubbio è intollerabile" (perché è intollerabile? È paura, voi non volete lasciare il vostro ragazzo. Invece di essere intolleranti al dubbio perchè non lo mettete da parte? Se provate a vedere, otterrete solo conferme e il dubbio sembrerà reale, ma questo succede perchè quando avete quel dubbio, vivete la paura, non la realtà, non l'amore. "Vediamo come mi sembra", "vediamo se mi piace", "vediamo se sto bene con lui" sono tutte prove forzate, segno che non state più vivendo il rapporto).

➣ Una uomo con il mal di schiena: "Devo essere al 100% sicuro di essere sano, altrimenti potrei essere malato" (in questo caso, vi ho già scritto il motivo del dolore, eppure la fantasia paurosa viene accettata e quindi bisogna escludere ogni dubbio di essere malati. È evidente che cercando su internet, si troveranno nuovi motivi per cui avere paura e nuove necessità di escludere il dubbio.)

➣ Una mamma vicino al suo bambino: "Devo assolutamente controllare ciò che faccio, altrimenti potrei fare qualche danno o perdere il controllo di me" (qui non ci si lascia andare. Per paura che il pensiero sia vero, si controlla ogni gesto perché si pensa di essere una serial killer. In realtà, la "vera" personalità non ha nulla a che fare con i pensieri di paura, se si smette questo controllo, si vive, ci si emoziona, si smette di vivere il controllo. Non siamo mai quello che la paura ci dice, siamo l'esatto opposto di quello che temiamo. Ovvio che, dopo le mie parole di "rassicurazione" la paura vi metterà nuovi dubbi e voi intolleranti la seguirete ancora)

➣ Gita di classe, dopo essere uscita da un bagno di un ristorante: "e se in quel bagno c'era l'epatite e ora mi sono contaminata?" (forse sopravvalutate l'idea che avete di essere contaminati. La vostra convinzione è che contaminarsi è facile. Sbagliato!)

➣ Una signora mentre è a lavoro: "e se non ho chiuso la porta di casa e quando torno la trovo svaligiata?" (questo pensiero è dello stesso tipo del precedente. Voi sapete che la porta è chiusa, allora il problema qual'è veramente? I ladri o il vostro pensiero?)

➣ Un meccanico che controlla continuamente l'auto da riparare: "Il lavoro può riuscire bene solo se lo controllo molte volte. E se ho fatto errori?" (l'eventualità di un errore c'è sempre, in questo caso c'è un eccesso di controllo perché si teme che possa succedere qualcosa di grave. Cosa dovrebbe capitare? La macchina esplode? Perde una ruota in autostrada? Se si corre con la fantasia e ci si lascia suggestionare dalla paura, i controlli saranno infiniti, tanti quanti sono i pensieri ansiosi)

➣ Una uomo guardando la moglie: "e se perderò il controllo e la farò fuori " (bravo, continua a ossessionarti e non vedere che è ansia. Scegliamo l'arma? Che dici fucile o coltello? dry.gif ).

➣ Una ragazza che esce da poco con il suo ragazzo : "e se poi scopro di essere lesbica" (in questo caso si vive con quella paura addosso. Se non ci si accorge che si ha ansia, il prossimo passo sarà la ricerca su internet che complicherà il problema. Ora non sei lesbica, vivi la vita, quello che capiterà non puoi saperlo. Ora fai questi pensieri perché hai ansia, chi si scopre veramente non lo fa dall'oggi al domani con paura, è una cosa naturale priva di ansia. L'esatto opposto di quello che sta succedendo a te. Tu vivi la paura PSICO wink.png )

➣ Un uomo che sta per diventare padre : "e se quando nascerà non proverò nulla?" (proprio perché è una cosa che ha molta importanza, si ha paura della felicità. È logico che chi ha paura della felicità, blocca la felicità e prova paura. Rilassati, è solo un pensiero ansioso, lascialo andare. Ora pensi questo, se l'ansia passa penserai in maniera diversa)

SOLUZIONE
Abbiamo già parlato dell'intolleranza, cioè di quei pensieri che ci fanno credere di non riuscire a sopportare una determinata situazione.
L'intolleranza all'incertezza è rivolta al futuro e si manifesta come dubbio, cioè situazioni future che grazie all'ansia vengono viste con preoccupazione.
A tutti capita di fare pensieri preoccupanti sul futuro, a chi è ansioso il futuro fa paura, diventa spesso catastrofico, composto da immagini negative, pessimiste, paurose.
Ancora di più a chi è depresso.
Questi pensieri automatici vengono visti con eccessiva preoccupazione, gli si dà un valore reale; invece, la paura è un emozione che genera pensieri che mettono paura, è la natura di quell'emozione.
E più si cerca di mandare via quella paura, più questa diventa forte.
Non sto dicendo di accettare i contenuti della paura, sto dicendo di accettare la paura come emozione.
Nella psicologia comportamentale c'è una teoria che si chiama prevenzione della risposta o ERP: se non attui una compulsione, cioè un rinforzo alle tue paure, prima o poi si estingueranno cioè anche la paura perderà la sua forza e non avrà più impatto nella vostra vita.
Ovviamente queste pensieri mettono dei dubbi, e l'ansioso cerca di risolverli per assicurarsi con sicurezza che l'evento temuto non si verifichi.
Questa sicurezza non la si otterrà mai, perché le stesse forze che fanno venire il dubbio, smonteranno ogni possibile risposta, generando nuovi dubbi più profondi.
E a questo punto la sensazione di impotenza diventa forte, sensazione che avete rafforzato solo e soltanto voi.
Quando cercate online una malattia, quando cercate rassicurazioni sulla possibilità di essere gay fate due cose:
-accettate che la paura abbia un fondo di verità (pensieri tipici sono "se l'ho pensato un motivo c'è!". Sì, il motivo c'è si chiama ansia)
-rafforzate la paura, perché quel pensiero tornerà sicuramente sotto altra forma e con nuovi contenuti. Inoltre, le prove fatte quando si ha paura, sono prove "falsate" quindi renderanno solo più reale il vostro dubbio.
Voi sapete qual'è la verità, eppure lottate contro la paura. Ma questo lo fate perchè dovete escludere ogni possibilità che sia vero.
Attenzione!!! Non dico che quello che pensate sia vero, sto semplicemente dicendo che siete talmente rigidi che basta un pensiero per mandarvi in pieno panico.
E non accettare ciò, significa vivere la paura due volte: la prima quando arriva il pensiero e la seconda cercando di risolverlo.
È proprio l'intolleranza all'incertezza che vi porta a dare un grosso peso alla paura, quando invece bisognerebbe essere più flessibili, prendere meno le cose sul serio.
L'intolleranza su un dubbio, rafforza quel dubbio.
Se voi applicate il vostro controllo sulla paura, la paura romperà qualsiasi barriera o soluzione che le proponete.
Notate bene, ogni paura dipende da quello che ci suggestiona: vediamo un omicidio e pensiamo "e se lo commettessi anch'io", sentiamo di una coppia che si lascia e il pensiero sarà "e se mi lasciassi con il mio ragazzo?".
L'ansia gioca la carta dell'intolleranza all'incertezza per acquistare potere, bisogna fermarsi prima di cercare queste sicurezza, perché non la troverete. PSICO wink.png
➼16.1 Corollario dell'intolleranza all'incertezza - INTOLLERANZA SUL FUTURO
Nell'intolleranza all'incertezza, un costrutto molto usato è "e se capitasse...", "e se divento...", "e se scoprirò...", con riferimento al futuro.
Nella mente degli ansiosi compaiono automaticamente queste immagini negative, pessimiste, apatiche, oppure si presentano dei pensieri che mettono in dubbio il futuro.
Ovviamente è un prodotto dell'ansia, se uno immagina il futuro in uno stato d'ansia, il futuro verrà alterato e visto con paura.
Ma questo succede perché ragioniamo con l'ansia addosso: se sono felice penso al futuro positivamente, se sono ansioso lo vedo attraverso gli occhi di ciò che temo (per esempio, uno che ha paura di diventare gay si vedrà svanire il sogno di fare una famiglia felice e avere dei figli).
I pensieri intrusivi possono capitare anche quando siamo felici, cioè rovinano un momento in cui tutto sembra andare alla perfezione.
"Rovinano" è una parola importante, perché se imparate a capire che i pensieri intrusivi capitano (si tratta di ansia, paura di non essere felici) non rovineranno più nulla.
La cosa da fare è etichettare il momento: sono ansioso, ho in testa una paura, è inutile pensare al futuro! Se penso al futuro in uno stato ansioso lo vedrò ansioso.
Etichettato il momento dovete diventare consapevoli che discutere è come farsi male, ogni pensiero è falsato, dovete vederlo come un momento passeggero che non ha nessun valore concreto con la realtà.
È inutile testarsi, è inutile ripensare, è inutile cercare una soluzione.
La cosa peggiore da fare è non accettare l'eventualità ma volerla risolvere a tutti i costi, questa è intolleranza all'incertezza.
Voi pensate "devo scoprire se diventerò lesbica, perchè altrimenti prendo in giro il mio ragazzo", "devo cercare se diventerò pazzo, perchè poi potrei perdere il controllo e sarà troppo tardi".
Questi ragionamenti non guardano a questi pensieri con consapevolezza, anzi li rafforzano.
Si ragiona in maniera ansiosa e si continuerà ad alimentare ansia.
Bisogna pensare al qui ed ora, in questo momento sono ansioso, prima o poi passerà, quello che penso non ha valore se non paura.
Se oggi penso al futuro in maniera ansiosa, domani penserò in maniera ansiosa e questa incertezza sarà sempre presente perché l'ansia è la malattia del dubbio.




➼17 Oggi parliamo del principale pensiero disfunzionale delle persone ansiose, cioè il PENSIERO MAGICO

Il pensiero magico consiste nell'identificare troppo se stessi, la realtà, gli altri con quello che si pensa. Il pensiero diventa l'unica fonte di verità"

esempi:
➣ Un pensiero ansioso di una ragazza: "Se ho pensato che il mio ragazzo muore, allora in futuro potrebbe capitare" (beh questo è catastrofismo e sopravvalutazione del proprio modo di pensare. Una persona in ansia può fare qualsiasi tipo di pensiero, deve essere lei a fermarsi e capire che sono solo pensieri. Ovvio che parliamo di futuro, non possiamo MAI sapere cosa capita in futuro, però possiamo dire che gli ansiosi lo vedono sempre con terrore).

➣ Mentre si studia: "Devo contare fino a 10, altrimenti domani il compito andrà male" (perché non fino a 20, o fino a 30? È il pensiero a generare paura, ma è un finto allarme. È una superstizione, ovvio che si fa affidamento troppo al pensiero. Io non conterei e vedrei come va il compito, anche se l'ansia e la paura salgono. PSICO wink.png )

➣ Una mamma dopo aver fatto un pensiero aggressivo sui coltelli: "se ho fatto questo pensiero, potrei metterlo in pratica" (no, questa mamma si sta identificando troppo con il suo pensiero, ne è spaventata e lo analizza con l'ansia addosso, cioè meta-rimugina, ragiona sul suo modo di pensare)

SOLUZIONE
Il pensiero magico è il pensiero disfunzionale più utilizzato dagli ansiosi.
Più che un costrutto semplice, il pensiero magico consta di tante tipologie diverse di convinzioni (che vedremo prossimamente) che paralizzano la persona.
Normalmente, una persona ha la capacità di riconoscere un pensiero intrusivo, scomodo, distorto, strano ed è capace di non dargli importanza passandoci sopra in maniera quasi impercettibile, in pratica i pensieri non hanno tutto questo potere sulla sua vita.
Tutti hanno occasionalmente pensieri di questo tipo, quindi, il problema non è tanto il pensiero in sé quanto l'importanza che si dà al pensiero: ad aggravare la situazione si mette lo "stato ansioso" per cui una persona in questo stato inizierà a fare pensieri pessimisti, pensieri paurosi, pensieri catastrofici.
Lo stato ansioso porta tre caratteristiche fondamentali:
● ragionare in modo ansioso, cioè vedere la vita, se stessi e il futuro in maniera pauroso (allarmi e paure)
● focalizzare sulle paure, cioè esistono solo quelle
● sopravvalutare il pensiero, cioè credere che ciò che si pensa sia vero (o che si avvererà in futuro)
Una convinzione profondamente sbagliata è quella che ogni persona ha la capacità di controllare il proprio pensiero: è questo ciò che distingue l'ansioso, dall'ossessivo.
Generalmente una persona si identifica con il suo modo di ragionare, anche quando prova ansia per una situazione reale di paura (paura--->ansia).
L'ossessivo invece cosa fa?
Non si accorge di avere uno stato ansioso, per cui il cervello farà partire automaticamente paure, non è colpa vostra, è che l'ansia ha come sintomo quello di generare delle paure (stato ansioso---->paure--->ansia)
Le paure come si manifestano? Attraverso dei pensieri automatici.
Dato che il pensiero gli sembra intrusivo, incomincia a vedere la mente come un'identità separata.
Passa dall'identificarsi con la mente, cioè vivere la vita esterna, al focalizzarsi su cosa pensa la mente, osservarla.
Pensateci bene, le paure si generano per minare la nostra felicità, ma è proprio lo stato ansioso che genera la paura di non essere più felici (che poi si manifesta come paura di essere lesbica, paura di fare del male, paura di diventare pazzo).
L'ossessivo, in preda al suo stato ansioso, non è in grado di discriminare tra pensiero reale e pensiero ansioso, li accetta per veri, si identifica completamente con la mente ansiosa.
Quindi, fa pensieri di paura e poi non è in grado di dire "ma cosa vado a pensare, che stupidata" PSICO pisolo.gif , non riesce a fare quello che fanno le persone normali.
Come dicevo prima l'ossessivo guarda alla mente come qualcosa che rovina la sua felicità: pensieri che rovinano i momenti più belli e generano paure sul futuro.
Si cerca quindi di controllare questi pensieri, cercare di capire, sminuirli, rassicurarsi.
È proprio questo il problema, perché, se è vero che tutti hanno pensieri intrusivi, gli ansiosi tentano di capire il significato (che è ovviamente solo paura), tentano il controllo della mente.
Quando si osserva la mente con ansia, si generano nuovi pensieri ansiosi automatici e questo getta nello sconforto.
Ripetiamo cosa succede per semplificare:
● la mente genera un pensiero intrusivo
● la persona accetta il pensiero come proprio (in realtà è un pensiero fatto dalla mente ansiosa, un finto allarme)
● la persona sopravvaluta quel pensiero
● la persona tenta di controllare il pensiero
Tutti i tentativi di controllare, evitare, sopprimere il pensiero falliscono , anzi non fanno altro che amplificare e rafforzare quei pensieri.
La persona rimane intrappolato in un loop fatto di pensieri ansiosi automatici, compulsioni e sensi di colpa.
Il controllare la mente fa perdere il controllo: ogni volta che ci si concentra su quel pensiero
Se temete di fare un pensiero intrusivo, lui verrà sicuramente a disturbarvi, questo perchè cercate di evitarlo, invece di esporvi e gradualmente abbassare l'ansia che vi genera.
Anche quando siete tranquilli, potrebbe capitarvi di pensare a quel pensiero, questo perché l'ansia fa focalizzare sulle proprie paure, è un processo automatizzato, voi siete solo gli spettatori di un film.
Ovvio che potete alzarvi e andarvene.
È solo un pensiero.
Il pensiero magico in cosa consiste?
Consiste nel credere che in futuro possa capitare qualcosa e voi ne siete in qualche modo responsabili.
Ovvio che è un pensiero ansioso, se lo discutete state già accettando che abbia un qualche valore o significato, invece, dietro la paura spesso c'è soltanto paura, nient'altro.
➼17.1 Corollario del pensiero magico - PENSIERO AZIONE (o fusione pensiero-azione)
Il pensiero azione consiste nel credere che un pensiero poi verrà messo in pratica

➣ Un uomo con famiglia: "Ho pensato di molestare un bambino, ho paura di perdere il controllo" (giusto, hai paura di perdere il controllo. Se non avessi paura, questo problema non avrebbe impatto su di te. Se gli ordinassero di perdere il controllo, non riuscirebbe. La paura colpisce proponendo caratteristiche e comportamenti che sono l'opposto della nostra personalità. Ovvio che rigidezza, logica e ansia sono un buon mix per intrappolarsi).

➣ Non può smettere di pensarci: "Se smetto di analizzarmi, poi potrei mettere in pratica ciò che penso" (in questo caso, si pensa che è meglio prevenire prima che si perda il controllo. La perdita di controllo è solo immaginaria, quindi l'unico risultato che ottenete analizzandovi è fare aumentare l'ansia. Volendovi controllare sul nulla, vi fate venire l'ansia da soli)

➣ Una mamma mentre cambia la figlia: "se ho fatto quel pensiero prima, ora che la cambio potrei farlo. Se l'ho pensato, ora significa che..." (cosa significa? significa che vostra figlia vi ha ricordato il pensiero, tutto qui. Ovvio che se fate un pensiero ansioso, e poi lo temete, automaticamente lo penserete nuovamente, aumenterà l'ansia e comincerete a vivere quella paura. Se ci aggiungete che cominciate a documentarvi online, finisce che vivete solo la paura Doh!.gif )

SOLUZIONE
Nel pensiero azione, la persona crede che, dal momento che ha fatto il pensiero, ciò significa che è un preavviso di ciò che metterà in pratica.
Ovviamente il pensiero è visto come un pericolo reale, perciò l'ansioso comincia la ricerca, cerca di capire il pensiero, cercare di evitarlo o evitare le situazioni dove potrebbe metterlo in pratica. spav.gif
In realtà, cercare di controllarsi farà perdere il controllo, cioè l'ansia e i pensieri saranno sempre più forti.
L'errore principale è che l'ansioso pensa che tutto quello che pensa sia segno di qualcosa.
In realtà, è un semplice pensiero che avete preso molto sul serio, l'etichetta che vi siete arbitrariamente assegnati è errata, vi è salita l'ansia e ora vi trovate con una paura che avete costruito voi.
L'azione che temete non si verificherà mai, so che adesso mi direte "il mio caso è particolare...", non è vero!! Il vostro caso è uguale, è la vostra ansia che vuole rendervi incerti su ciò che vi dico.
Quindi, una mamma dovrebbe abbracciare suo figlio, non evitarlo per paura di farlo male.
Vi arriva il pensiero ansioso, benissimo, è un pensiero, siete malati di ansia, l'ansia fa proprio questo.
Se la tollerate, se cominciate a capire che voi non siete ciò che pensate, voi siete oltre, l'amore è già dentro di voi, non potete fare male a nessuno, allora l'ansia comincerà ad abbassarsi.
Uscite dalla vostra testa, non state sempre in ansia nell'attesa di fare quel pensiero.
Cominciate a fare un passo a ritroso al vostro primo pensiero, voi l'avete accettato e poi avete iniziato ad affogare sempre più nell'ansia.
➼17.2 Corollario del pensiero magico - PENSIERO SOPRAVVALUTATO
La sopravvalutazione del pensiero si verifica ogni qual volta si considera seriamente un pensiero che si fa.

➣ Una 18enne ripensando ad un suo pensiero precedente: "Se ho pensato che potrei non amarlo, allora potrebbe essere vero" (no, significa che stai gettando le fondamenta per un disturbo ossessivo. Il pensiero di prima era un pensiero innocuo, lo fanno tutti, ci sta avere un dubbio. Ma quel tipo di dubbio è visto con paura, questa ragazza cercherà di vedere se è vero, complicando la situazione).

➣ Un ragazzino ipocondriaco: "Se tocco una sedia dell'ospedale potrei contaminarmi" (la regola che regge questo pensiero è molto rigida. C'è una straordinaria, esagerata e immotivata causa-effetto. In realtà, quando l'allarme parte, il pensiero che lo regge è inconscio, non si analizza più la veridicità del pensiero ma lo si prende per buono. Si vive quel pensiero, anche se è esagerato, mi sta bene che la sedia dell'ospedale non è il massimo, ma le probabilità di contaminarsi sono pura fantascienza. Di cosa poi?)

➣ Una persona con la paura di essere inefficiente: "Se sbaglio a fare questo compito verrò licenziato e tutti parleranno di me" (in questo caso c'è una sopravvalutazione dei rischi, del pericolo. Più si è rigidi, più si ragiona in bianco o nero, più si vedranno difficoltà. Ovvio che queste persone cercheranno di controllarsi, aggiungendo nuove ansie, regole e paure immotivate)

➣ La mamma del caso prima: "se ho fatto quel pensiero prima, significa che sono un'assassina." (questo è il passo successivo, ovvero il meta-rimugino. Non si accorge che il primo pensiero era banale, comune, senza significato e ora lo analizza e ne trae le conclusioni. Etichettarsi in base al proprio modo di pensare, significa aggiungere ulteriore ansia e paura immotivata. Non siamo ciò che pensiamo. Pensate "sono la mamma più brava del mondo!!", l'avete pensato eppure non ne siete convinte. Allora non siete tutto quello che pensate. PSICO wink.png )

SOLUZIONE
La sopravvalutazione di un pensiero è un processo che richiede alcune convinzioni e situazioni di base:
●avere regole di base in bianco o nero
●sovrastimare i pericoli (catastrofismo)
●avere un atteggiamento ansioso nei confronti della vita, ovvero uno stato ansioso
È normale che chi soffre di ansia tende a vedere la vita in maniera preoccupante o pericolosa.
Lo stato ansioso ha un altro effetto e cioè fare in modo che i pensieri abbiano un grosso impatto nelle varie situazioni, si vive spesso la rigidità mentale, si vivono i propri pensieri con maggiore trasporto emotivo. La realtà è fuori, ma noi pensiamo di sapere, classifichiamo, viviamo le situazioni internamente.
Un altro effetto dell'ansia è quello di focalizzare l'attenzione su una paura, così se voi cercate di non pensare, la mente ritornerà automaticamente a focalizzarsi sulla paura, come una calamita che attrae l'attenzione.
Ma perché si ritorna a pensare?
In primis, come ho detto, per lo stato ansioso ma anche perché quella paura che avete in testa è sovrastimata e distorta a tal punto che "sembra" vera.
Uno dei desideri delle persone è quello di essere felice, e questi pensieri "sembrano" minare la nostra felicità presente o futura.
Ma questi pensieri sono falsi, distorti, sono generati dall'ansia e ora li tenete in considerazione, inconsciamente la mente pensa che devono essere risolti per ritornare ad essere felici.
Quindi si ritorna al pensiero perché è rimasto irrisolto.
La meccanica è perfettamente sana, quello che è errato è il pensiero, e a peggiorare le cose spesso c'è che le paure non sono dimostrabili!
Come si dimostra l'amore?
Vi ricordo che se cominciate a testarvi per paura, non vivete più l'amore ma la paura, fate un errore di valutazione, alterate voi stessi e le vostre emozioni e vi complicate la situazione.
Un altro errore comune è ritornare su un pensiero per vedere se è stato risolto: non vi capita quando siete felici di pensare ad una cosa sulla quale avevate dubbi?
La mente dice "ora sono felice però per esserlo ancora di più devo essere sicuro che non ci sono più preoccupazioni".
Così si finisce per ripensare: vi ricordo che pensare ad una cosa, significa far ritornare il pensiero di paura, se controllate è sempre lì.
Ma questo atteggiamento di ricerca, non corrisponde sempre ad una paura?
Sì, alla paura di non essere felici.
L'ansioso, non è sicuro di una cosa fino a quando non ha la certezza assoluta che non ci sia un pericolo, mentre una persona normale è sicura fino a quando non compare un pericolo.
Sopravvalutando il pensiero, a causa dell'ansia, succede che si innescano meccanismi di controllo: controllo per non sbagliare, oppure perfezionismo compulsivo.
Pensate ad una mamma: starà attenta per non fare male al bambino, metterà delle protezioni per evitare che ci siano pericoli in casa, sono tutte compulsioni di un problema che è a monte, una sopravvalutazione del pericolo, vedere solo quello.
Le compulsioni sono perfettamente sane, ad essere malato è lo schema cognitivo di questa persona, dal quale deriva l'allarme che viene preso per vero.
L'etichettamento (del modo di pensare) è un altro aspetto del problema, ovvero il meta-rimugino.
Se uno fa un pensiero e lo considera vero, vi ricordo che tutte le persone fanno pensieri strani nella vita ogni tanto, poi finisce per analizzare il proprio modo di pensare.
Una madre potrebbe darsi dell'assassina, un padre del molestatore solo per aver accettato il pensiero iniziale, per aver preso sul serio un proprio pensiero innocuo e averlo caricato di ansia.
Ovvio che compulsando il problema si complica perché la paura fa "sembrare" vero il pensiero, più si analizza più si pensa, più si cerca di evitare più si pensa.
Da un dubbio, diventa una vita improntata su quella paura.
Spesso, dietro una situazione che vi portate dietro da molto tempo, non c'è altro che un costrutto fobico basato su tentativi ed errori di valutazione, ma l'ansioso questo non lo sa.
E vi ricordo, come ho detto prima, che nonostante la rassicurazione, la mente ritornerà su quel pensiero e voi continuerete a dargli valore.
Una buona soluzione per vedere con maggiore lucidità una situazione è osservare le altre persone: "una persona senza l'ansia, si preoccuperebbe in questa situazione?"
Se la risposta è NO, allora non dovete preoccuparvi.
Pensate di essere speciali, la paura genera altri pensieri legati al fatto che non vi interessate più di lei? Cerca ancora di più di spaventarvi? Vi fa vedere un futuro tragico se non compulsate?
Non vedete che l'ansia vi governa?
Dovete andare controcorrente, è quella la via per la guarigione. Voi sapete che non c'è nessun pericolo, eppure… eppure continuate a pensare, questo è il problema, cercare delle certezze che fanno parte esse stesse del problema.
Un altro esercizio molto utile è distinguere tra un pericolo/situazione possibile e pericolo/situazione probabile.
Esempio, toccare una sedia di un ospedale è possibilmente pericolosa, ma probabilmente è perfettamente innocua.
È possibile che io abbia lasciato il gas aperto, ma è probabile che l'abbia chiuso.
Negli ansiosi, questa distinzione è molto difficile e ogni pericolo o situazione diventa altamente probabile.
➼17.3 Corollario del pensiero magico - PENSIERO SUGGESTIVO
Le suggestioni sono delle distorsioni cognitive o somatiche, ovvero alterazioni percettive create quando si analizza la realtà in maniera ansiosa

➣ Un ragazza di fronte alla mamma: "Avevo quel pensiero di ucciderla, mi sembrava un impulso vero" (esatto "sembrare" non è mettere in pratica, l'abbiamo visto nei pensieri azione).

➣ Un ragazzo con il dubbio dell'omosessualità: "Prima mi muovevo e sembrava che avessi degli atteggiamenti femminili..." (nuova suggestione. Ovvio che il sembrare, quando siete vittima di ansia, fa sembrare reale)

➣ Una ragazza dopo aver fatto merenda con uno yogurt: "È se ci fosse il botulino? Oddio mi sto sentendo male" (qua, la sopravvalutazione del pensiero fa salire l'ansia. I sintomi che si sentiranno sono somatizzazioni d'ansia, ma la ragazza si suggestionerà pensando alla sua paura e collegherà i suoi sintomi al botulino. Vedete, questa ragazza vive in una realtà parallela, per lei sembra reale, mentre noi capiamo tutto l'inganno fanno dallo stato ansioso)

➣ Stesso ragazzo: "Ho provato a pensare ad un mio amico, sembra quasi che mi eccito" (normale, sei vittima di un inganno cognitivo. Abbiamo parlato già delle pseudo-eccitazioni quando si ha paura, vorrei aggiungere che la suggestione è scambiare questo processo per conferma di omosessualità. Questo vale per tutte le paure, se compulsate farete errori che vi daranno delle false conferme, il "finto problema" sembrerà più reale. Se usate la logica e pensate che sia infallibile, state commettendo un errore cognitivo di base)

➣ In piena crisi d'ansia: "Ho la sensazione di poter perdere il controllo ed impazzire" (questa è una delle sensazioni che si hanno quando si soffre di ansia. È solo un'impressione generata in uno stato d'ansia, la psicosi è ben altra cosa)

SOLUZIONE
Le suggestioni sono uno degli aspetti dell'ansia, sono delle idee che sembrano vere sotto l'influsso dell'ansia, si caricano di significato anche se restano dei semplici pensieri (giusti o sbagliati che siano).
Quando siamo vittime di suggestioni, ci troviamo in uno stato alterato anche se non ne siamo perfettamente consapevoli.
Pensiate a quando ci focalizziamo su una nostra parte del corpo, magari per paura di avere qualcosa.
La focalizzazione fa percepire sensazioni che normalmente non sentiremmo: se provate a concentrarvi su una vostra mano, pian piano comincerete a sentire il battito del cuore o un formicolio.
La stessa cosa succede ai giocatori di rugby, che sono talmente carichi di adrenalina e focalizzati sulla partita, che il dolore e le botte passano in secondo piano e si sentiranno solo alcune ore più tardi.
Cosa succede ora?
Che lo stato ansioso crea delle alterazioni fisiche (battito accelerato, respiro corto) e che la persona, in preda ad una visione paurosa della realtà, scambierà queste sensazioni per qualcosa di pericoloso.
L'emozione principale della suggestione è la paura.
Più si ha paura di qualcosa, più salirà l'ansia e più reali sembreranno le situazioni.
Mai analizzare una situazione quando si ha una paura, la paura distorcerà la realtà creando una realtà parallela alterata.
Pensate a quando avete paura di non amare più una persona, ovvio che è un'allarme ansioso, una delle manifestazioni della paura di non essere più felici.
Comincerete a controllare se amate ancora il vostro uomo, ottenendo così solo un aumento di ansia, dubbi e paura che sia vero (forse vi state dimenticando che "compulsare" sulle emozioni, significa alterarle, proverete paura non amore)
Ricapitolando:
Stato ansioso---->paura di non essere felice---->intolleranza all'incertezza---->ricerca di risposte rassicuranti---->nessuna risposta (perdita di controllo)---->ansia e disperazione
L'ansioso pensa di poter controllare tutto attraverso la ragione, spesso usa questo autoinganno per sfuggire all'incertezza, alle paure che il proprio stato ansioso produce.
Il problema si aggrava quando si cerca il controllo sulle emozioni, che fanno parte di un'area del cervello che non è sotto il controllo della ragione, il paleoencefalo.
Pensate a quando c'è un pericolo, si attivano aree che sono diverse da quelle logiche, questo perché abbiamo degli istinti primordiali (che non conosciamo) che ci servono per fuggire dal pericolo prima ancora che capiamo se è un pericolo o meno, il nostro cervello e i nostri sensi sono più rapidi del nostro pensiero.
Per questo vi dico di non suggestionarvi quando pensate ai vostri gusti sessuali, ai vostri impulsi violenti; non potete conoscerli con la logica, voi ragionate sulla paura, non su voi stessi!!!
In quel momento state utilizzando la logica, dettata dalla paura di non essere felici; avendo accettato la paura iniziale e non avendo compreso l'atteggiamento ansioso in cui vi trovate, finite per ragionare su paure logiche, false.
Forse vi chiederete: "ma allora qual'è il motivo per cui ho avuto quel pensiero?".
Semplice, la mente ansiosa genera paure automaticamente e comunque pensa continuamente, è libera di fare qualsiasi tipo di pensiero.
Ovvio che l'ansioso ha dei pensieri disfunzionali riguardo il suo stesso modo di pensare, per esempio quando pensa che ogni pensiero abbia un significato (cioè pensare equivale a essere), prenderà sul serio il pensiero.
Se vi lasciate trasportare dalla paura, il picco d'ansia e i pensieri disfunzionali vi suggestioneranno a tal punto che crederete al pensiero ansioso.
Notate questa differenza quando cala l'ansia: meno ansia avete, meno impatto avranno i pensieri su di voi.
Un'altra suggestione molto comune è quando pensate: "è come se non sapessi più se ho fatto quella cosa, oddio!", in questo caso l'ansia e il ripensare continuamente all'evento temuto creerà un cortocircuito nella mente che, vittima dell'ansia, non riconoscerà più se quell'evento è capitato davvero o no.
Qual'è la soluzione in questo caso?
Sicuramente accorgersi a monte che state ingigantendo e catastrofizzando le conseguenze, poi accorgersi che l'ansia mette il dubbio su un evento passato, più lo analizzate e più cadete nella trappola.
Le suggestioni, comunque, non sono solo una caratteristica di chi è ansioso: si pensi a quando si fa qualcosa che ci piace e il tempo sembra scorrere rapidamente, mentre quando siamo annoiati o quando aspettiamo un evento importante sembra che non passi mai.
Altro esempio è quando aspettiamo un messaggio: alcune persone hanno l'impressione di averlo ricevuto, poi controllano il telefono e non trovano nulla.
Ricordiamo che molti dei nostri atteggiamenti sono regolati da bias cognitivi, cioè degli autoinganni che servono per farci compiere le scelte: si pensi a quando si fa una scelta di acquisto, si compra un jeans e ci si convince che è stato l'acquisto migliore tra i modelli proposti, oppure che i soldi sono stati ben spesi.
L'ansioso, invece, cerca di applicare la razionalità su ogni dubbio o scelta, trasformando la vita in puro ragionamento, sopprimendo quella parte irrazionale che è dentro di noi e che non si può conoscere.
Per capire ciò, bisogna fare una distinzione tra euristiche e algoritimi: le euristiche sono un metodo di scelta che si basa sull'intuito, gli algoritmi sono un metodo di risoluzione logico che avviene con una serie di passaggi definiti, pensate ad un computer e alla matematica.
L'ansioso ha un eccesso di razionalità, vede la vita per algoritmi, anche in quei casi dove la mancanza di informazioni o l'incertezza rendono necessarie scelte rapide e intuitive.
L'ansioso rimane bloccato, non ha risposte logiche ma continua a cercarle, in un processo logico che fa aumentare l'ansia e l'insicurezza.
Per questo bisognerebbe sviluppare maggiormente l'intuito, essere in contatto con se stessi e non farsi prendere dalla paura di sbagliare.
➼17.4 Corollario del pensiero magico - PENSIERO SUPERSTIZIOSO
Le superstizioni sono dei pensieri irrazionali che sostengono l'influenza di certi comportamenti sugli eventi futuri

➣ Una ragazzo molto attaccato alla famiglia: "I miei genitori moriranno se non vado bene a scuola" (sicuro? O è solo un pensiero? Ci sono due strade: o accettare di avere il dubbio, o compulsare. Ricordiamo che lo scopo non è dimostrare che il pensiero sia falso, lo scopo è quello di tollerare il dubbio e fare altro. Bisogna tollerare che la mente ritornerà su quel pensiero, l'abbiamo spiegato prima il perché).

➣ Sulla soglia della porta: "Se non conto fino a dieci prima di uscire di casa, mi succederà qualcosa di grave" (stesso discorso. Ci siamo accorti che è un pensiero stupido ma rimane il dubbio? La scelta migliore è uscire e non contare)

➣ Una persona molto religiosa: "Ho pensato al diavolo per un secondo, ora penso a Dio per non andare all'inferno" (se non si accetta il pensiero, ma si continua a compulsare, quel pensiero ritornerà a tormentarti. Pensateci, chi non conosce il diavolo non avrà mai un'ossessione di questo tipo...)

➣ Una ragazza felicemente fidanzata: "Ho avuto la visione di me vestita da suora, è un presagio" (no, è un problema d'ansia, un manifestazione della paura di non essere più felice. Qui attacca la coppia, il passo successivo sarà quello di testare l'amore per il proprio ragazzo, ovviamente confermerà il dubbio e voi avrete più paura. Invece, questo pensiero intrusivo è un pensiero banale, comune solo che l'ansia e la vostra rigidezza gli danno parecchia importanza.)

SOLUZIONE
La vita dell'uomo è sempre stata ricca di superstizioni.
Spesso venivano utilizzate dagli uomini di potere o religiosi per piegare la volontà dei più deboli, giocando sulla paura e sull'ingenuità di ciò che non può essere dimostrato.
Nell'ansioso, questo potere è detenuto dall'ansia stessa che genera pensieri ansiosi distorti che grazie alla suggestione si caricano di verità, "sembrano" reali e fanno paura.
Ora, la superstizione è il presagio di qualcosa che avverrà nel futuro, futuro che dipende da alcune nostre scelte.
Diventiamo quindi protagonisti della nostra vita, ma una vita dipinta dall'ansia, l'ansia fa il regista di un film horror e noi siamo gli attori che leggiamo il copione.
Noi ci accorgiamo che il pensiero è stupido, ma non riusciamo ad evitare la compulsione "riparatrice", anzi capita a volte di avere un persecutore interno che ci ricorda che sarà colpa nostra.
Sia chiaro, molte persone sono superstiziose e molte compiono rituali scaramantici: fare le corna, portare cornetti, pregare, anche se la trovo molto sciocca questa cosa.
Solo quando questi pensieri diventano stressanti, procurano ansia o fanno perdere tempo si può parlare di disturbo ansioso, c'è un limite; se questi rituali sono visti come un peso o diventano forzati e necessari allora è sicuramente un disturbo.
Come abbiamo visto nel caso prima, l'ansia fa vedere un pensiero innocuo come qualcosa di probabile, reale, perciò la reazione naturale sarà quella di evitare l'evento effettuando delle compulsioni: test, bilanciare con pensieri positivi, pregare ossessivamente.
Alcuni, dopo aver sognato o dopo aver avuto un pensiero intrusivo iniziano ad aver paura che quel pensiero corrisponda al loro futuro, ad esempio la scelta della vocazione, il cambio di sesso e cercheranno in tutti i modi di dimostrare il contrario per "risolvere" e guarire dalla loro paura: ciò che fanno è complicare il problema perché discutono di una paura, che troverà nuove strade per mettere nuova paura.
Cresce quindi lo sconforto, l'impotenza.
Anche l'altra soluzione, cioè quella di esporsi ha un effetto collaterale: pensate ad un uomo che, per sfidare i suoi pensieri, attraversa la strada dopo che è passato un gatto nero.
I pensieri successivi saranno del tipo: "ora ti capiterà qualcosa di brutto", "ora sei condannato", "domani, faranno una rapina e tu sarai ucciso"
Più si cerca di non pensare a questi pensieri, più questi torneranno potenti.
Cosa bisogna fare?
Un primo passo lo si è fatto: andare contro il pensiero superstizioso, anche se sale l'ansia.
Il passo successivo è guardare i pensieri successivi come una conseguenza naturale dello sfidare la sorte (sorte ansiosa, ovvero immaginaria): non compulso? Bene, allora mi salirà l'ansia. Visto che il problema è quello di avere superstizioni che sembrano vere, la mia mente continuerà a mandarmi messaggi pericolosi, proprio perché non riesce a disattivare la paura.
È come una orologio che segna la fine del mondo tra poche ore, e noi continuiamo ad essere tranquilli.
La mente continua a inviare pensieri ansiosi sempre più allarmanti, e noi sappiamo come funziona il gioco e facciamo altro, non ci curiamo di questa paura.
Gli allarmi (successivi a quello che sfidiamo) possono anche far venire i sensi di colpa: "brava, ora che non mi hai ascoltato, un tuo parente morirà", "ok, non mi vuoi ascoltare, allora rimarrai infelice per sempre".
In tutti i pensieri ossessivi, c'è spesso un dialogo interno con la mente, essendo ansiosa sarà un dialogo fatto di paura.
Pensate la mente come un inquilino pazzo che gira preoccupato dentro la vostra testa, si agita, dice profezie (che non si avverano mai), è arrogante, pensa di conoscere tutto e sa cosa vi aspetta, voi non potete parlare perché secondo lui è inutile: nella realtà ascoltereste un tizio del genere? Eppure lo fate tutti i giorni… l'unico problema è che non lo si può mandare via in poco tempo, serve abbassare il livello d'ansia e non stare a controllare se il pensiero c'è ancora.
Sarà ancora lì, è un pensiero, significa qualcosa se non è sparito?
Se avete uno stato ansioso, la suggestione ne troverà sicuramente uno.
Un'ultima cosa, voglio farvi notare il numero di questo pensiero disfunzionale, sarà casualità? Non compulsate, mi raccomando. PSICO-green.gif




➼A pagina 2 trovate il resto dei pensieri disfunzionali: IRRESPONSABILITÀ, IPERRESPONSABILITÀ, IPERMORALITÀ, PESSIMISMO


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Pablito87
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QUOTE (Dr.Dock @ Giovedì, 14-Feb-2013, 17:52)
X Pablito, dalla depressione si esce a patto di accettarla e andare avanti senza pretendere di essere felici.

Quindi uno deve accontentarsi di essere per sempre infelice?
Oddio, ora mi sento acora più depresso.
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marcat
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SECONDA PARTE: I PENSIERI DISFUNZIONALI (discussione sui pensieri)


Ritorniamo ai pensieri disfunzionali, in questo caso mi occuperò di una categoria di pensieri scorretti, quelli OMOSESSUALI

Prendendo spunto da un articolo inglese postato da myobsessed, ho tradotto alcuni pensieri scorretti che servono a questo tipo di ossessione per rinforzarsi.
Sicuramente, dopo la lettura i dubbi rimarranno perché la paura non ha limiti, però vorrei farvi notare come questa paura si appigli a pensieri errati di base.
Cioè, voi compulsate e i vostri pensieri disfunzionali confermano (erratamente) dando una mano al processo.
Peccato che quei pensieri siano sbagliati, come vedete qui sotto, così come lo è la vostra paura.

Individui normali non dovrebbero trovare attraenti persone dello stesso sesso È chi lo dice? Il vostro difetto è che scambiate l'essere attraenti, avere dei bei lineamenti, a volte anche l'affetto per prova di qualcosa. Che voi compulsate, la vostra paura troverà milioni di situazioni sulle quali vi metterà i dubbi. Questo perché la paura distorce le situazioni, così un semplice sorriso ad una amica delle medie diventa la prova dell'inizio della vostra omosessualità.

Individui normali non dovrebbero avere nessun dubbio sulla loro sessualità Anche questo è sbagliato. Tutte le persone hanno i dubbi, solo che sono ad un livello più basso di coscienza. Queste persone vivono e il loro vivere fa togliere i dubbi, invece, chi è ansioso fa di questi dubbi una vera e propria trappola. Al posto di dire, ok, ho avuto il dubbio, capita però se sto con il mio ragazzo un motivo c'è, voi cominciate a pensare "perché ho avuto il dubbio? Forse vuol dire qualcosa?". No, è semplicemente un dubbio, a cui potete rispondere con serenità e flessibilità, fantasia, non con rigidezza, presunzione di sapere, ansia.
Tutti, almeno una volta nella vita, hanno avuto questo tipo di dubbio, solo che voi pensate che questi dubbi vengano solo alle persone represse.

Non dovrei avere tutti questi pensieri continui se non significassero qualcosa Infatti la vostra è un'illusione. I vostri pensieri continui sono pensieri automatici e vengono con qualsiasi tipo di pensiero ossessivo. In più, voi compulsate, voi rimuginate sul problema, quindi non date modo di liberarvi dei pensieri. I pensieri sono subiti, non sono vostri. Finché temete la paura, i pensieri verranno, finché vi circola il dubbio, i pensieri verranno. Lo sapete cosa fa la paura? Prima produce questi pensieri e poi vi fa rimuginare sul fatto che ne fate così tanti. Quindi voi avete l'ansia di essere omosessuali + l'ansia per il vostro modo di pensare. Doppio danno;)

Potrei essere una lesbica repressa a causa della società moralista Finiamola di fare questo discorso. Chi è represso, sa di essere omosessuale, non cerca di scoprirlo. Lo sa ma ha paura del giudizio degli altri, per questo sceglie di formarsi una famiglia e vivere quello che la società gli impone di essere. Voi non siete repressi, voi siete spaventati.

Se dovessi diventare gay, la mia vita sarebbe rovinata In realtà, quello che fa paura non è tanto la paura di essere scoperti, quanto la paura di non vivere la vita felicemente. Non è come per i gay veri che hanno paura di non essere accettati, la vostra paura si diverte a rendervi infelici. Oggi potrebbe essere l'omosessualità, domani l'ossessione per una malattia grave...

Individui normali dovrebbero avere solo pensieri eterosessuali No, questo è quello che pensano gli ansiosi. A tutti capita di fare pensieri omosessuali, nei sogni o nella realtà ma questo non è indice di omosessualità. Voi vi spaventate, quindi siete esattamente l'opposto di quello che pensate. Si, ok, adesso mi dite "io prima avevo l'ansia, adesso non più vuol dire che mi sono accettato", no, significa che avete familiarizzato con la paura per cui non vi spaventa più, però sempre paura è non realtà. Pensate che ci sono molte donne che si eccitano con fantasie lesbiche ma che sono perfettamente eterossessuali e serene, loro vivono la fantasia e sanno che è fantasia.

Se non sono al 100% eterosessuale, significa che sono gay Questo è frutto della vostra rigidità. A nessuno qui dentro viene il dubbio di essere bisessuale (cosa comunque non vera), voi saltate direttamente alla categoria opposta. L'altro ieri ero normale, oggi sono lesbica. Ditemi che non è frutto di paura questo? È la paura a suggerirvi, non siete voi ad aver fatto un percorso sereno. Più siete rigidi e più la paura vi tormenterà. Questi stessi pensieri sono frutto di rigidezza.

Se ho un pensiero che non è in linea con quello che penso debba avere un eterosessuale, significa che ho superato il "confine" E quali pensieri hanno gli eterosessuali? Vedete come categorizzate? Il vostro confine è un confine di paura. Quel confine, gli eterosessuali lo attraversano tutti i giorni senza paranoie. Quello che voi pensate sia omosessuale (oltre il confine) non necessariamente lo è. Voi non dovete analizzare il confine, voi dovete comprendere come lavora la paura.

La sessualità può essere contagiosa Vedi quello subito sotto...

Se ci penso spesso potrei cambiare orientamento, o potrei metterli in pratica eventualmente. No, se ci pensi spesso potresti solo familiarizzare, cioè farti sembrare reale la situazione. Potrebbe diminuire l'ansia, perché, provate ad immaginare, se vivete tutto il giorno con un cane che ringhia e questo per giorni non vi fa nulla, la vostra ansia iniziale sarà sicuramente diminuita. Non si cambia gusti con il ragionamento, anche se la vostra paura vi suggerisce il contrario. I vostri gusti sono già dentro di voi, solo che in questo momento vivete la paura, non voi stessi, quindi sono "falsati", state usando la logica della paura per conoscere le emozioni.

L'unico modo per essere libero da questi pensieri è metterli in pratica. No, questa è una compulsione. I pensieri non se ne andranno, voi non cambierete sesso ma in compenso l'esperienza non vi piacerà. Dubito fortemente che qualcuno possa metterla in pratica, è solo una questione mentale, nella realtà vi farebbe schifo, come quelle persone che hanno paura di uccidere vedendo un coltello ma poi non lo prendono neanche in mano (quando una persona normale lo maneggerebbe senza problemi). So benissimo che qualcuno penserà "e se poi provassi e mi piacesse?", visto che vi ho anticipato? Ho anticipato la vostra paura, anche questo è un pensiero ansioso.

Se il mio partner si accorgesse che sto avendo questi pensieri, mi lascerà. Questo è vero solo se il vostro partner è superficiale. È difficile aprirsi su queste cose, però se avete un partner comprensivo e la voglia di aprirvi, descrivetegli anche il processo. Sono sicuro che capirà e vi starà ancora più vicino.

Ogni volta che sono eccitato, ci deve essere una ragione per questo. ----->Ne abbiamo già parlato, si chiamano pseudo-eccitazioni. Per farla breve, quando avete paura di eccitarvi succede che la paura andrà ad alimentare i centri dell'eccitazione, come se ordinasse al cervello "eccitati". Quindi, se avete delle eccitazioni per persone dello stesso sesso, è per colpa della paura. Non ha nessun altro significato, per nessun motivo. PSICO wink.png

Se sono eccitato dai miei pensieri, significa che vorrei fare sesso con questa persona. No, significa che è in atto il processo che abbiamo appena spiegato.
P.S. Non voglio discriminare nessuno, quando parlo di persone normali intendo eterosessuali, gli omosessuali sono anch'essi normali.





Oggi mi occuperò di una categoria di pensieri scorretti che hanno tutte le persone di questa parte del forum, quelli OSSESSIVI

Visto che l'analisi dei pensieri sta avendo molto successo, inserirò i pensieri che ritengo sbagliati per aiutarvi ad affrontare meglio il problema. Da una parte ci sono i pensieri disfunzionali basati sulla logica, in questa spiego i pensieri disfunzionali sull'ansia.

Se faccio pensieri insoliti o ansiosi significa che ho il DOC Questa cosa è profondamente sbagliata. Questo pensiero vi farà sentire malati, è un etichetta che vi aggiunge ulteriore preoccupazione al vostro stato ansioso. È come dire "io faccio pensieri ansiosi che sono il sintomo di una malattia", "io ho paura di questa malattia", "come la curo?", "quando andrà via?".
Lo dico sempre, se parlate di DOC, potete già iniziare ad andare a comprare i medicinali, siete già un caso da curare.
La realtà è ben diversa, voi fate pensieri ansiosi, stop. Non c'è una malattia dietro. Qual'è il motivo?
I motivi sono 5:
-Avete una predisposizione all'ansia
-Avete sovraccaricato il cervello, che si trova iper-eccitato, a causa di stress, fallimenti, continue paure.
-La vostra mente, a causa di questo cervello eccitato, produce delle paure che a loro volta producono dei pensieri automatici ansiosi.
-Voi rimuginate sul contenuto dei vostri pensieri, vi sale l'ansia e li discutete per risolverli o eliminarli (invano).
-Voi rimuginate sul fatto che fate questi pensieri, quindi vi sentite malati di doc (che non è altro che una nuova paura di avere una malattia).
Quindi, voi non siete malati di doc, ma avete una mente ansiosa e aggiungete giorno dopo giorno nuova ansia. Il cervello non si rilassa mai.
Ecco perché anche il semplice non discutere, raffredda la mente, e i pensieri diminuiscono.

Le persone normali non fanno pensieri negativi o paurosi Questo non è vero. Voi avete questa idea e quindi vi sentite malati. Tutti fanno pensieri che spaventano, perchè la paura è un emozione che hanno tutti. La differenza è che le persone "normali" fanno pensieri di paura riguardo a situazioni reali ("domani mi va male il compito"), invece gli ansiosi hanno una mente che produce allarmi in continuazione, anche senza motivo. Per questo se discutete fate uno sbaglio. Si può correre se è un falso allarme?
In più, quando scoprite che la vostra mente produce pensieri ansiosi, vi focalizzate su di essa e aumentate la preoccupazione.
Così, se un giorno vi viene il falso allarme "e se sono un'assassina", i giorni successivi temerete la vostra stessa mente e nascerà la paura di essere degli omicidi. Con una mente già ansiosa e con questa paura (nata da un falso allarme che non avete risposto con consapevolezza), partono automaticamente pensieri ansiosi con il tema dell'omicidio (ad esempio di fronte a vostro figlio o al vostro compagno).

Se non ho più l'ansia significa che ho accettato la mia paura È un tipo di ragionamento emotivo (vedi il paragrafo), in cui una persona preoccupata usa l'ansia come metro di giudizio per compulsare.
Questo è il più grande errore che potete commettere perché l'ansia diminuisce a mano a mano che prendete confidenza con la paura, in pratica i pensieri vi spaventano meno ma questo non ha alcun significato.
Se vivete con un cane feroce che non fa altro che abbaiare, alla fine non avrete più paura di lui, mi pare logico.
Inoltre, se provate a vedere se vi viene l'ansia, cioè cercate di ricrearla questa non verrà, facendovi arrivare a conclusioni sbagliate.
Questo capita perché state usando la logica applicata alle emozioni: la paura è un emozione quindi, usando la logica per conoscere se avete paura non l'avrete.
È come dire: "adesso mi vedo questo film horror perché voglio volontariamente spaventarmi".
È logico che volendo provocare un emozione (seppur sgradevole) non la proverete, quindi non avrete ansia.
Gli errori sono due:
-Testarsi per vedere se si provano emozioni
-Analizzare il fatto che non si ha l'ansia

Io ho capito il processo, però perché continuano a venirmi i pensieri
Certo che vengono, voi non avete capito il processo, voi avete capito che avete un problema. Quello che dimenticate è che voi state vivendo una sottile preoccupazione: quando capite di avere un problema indossate un velo di paura. Pensateci bene, se temete di fare un pensiero, se temete di avere il DOC, vi sentite malati di una malattia della mente, il vostro cervello si preoccuperà e si caricherà di nuova ansia.
Quindi, quando vivete, indossate sempre il velo della preoccupazione, lo portate con voi. Ogni volta che fate un pensiero ansioso e questo vi colpisce, voi caricate la vostra mente.
Se, ad esempio, vedete il vostro ragazzo, come lo vedete? Con gli occhi reali o con quelli della paura? La paura che avete imparato a conoscere e a non accettare la sua esistenza...
La realtà potete vederla normalmente oppure appannata dalla paura dei precedenti pensieri, la paura di avere una malattia.
Già il fatto che controllate significa che non accettate la paura come emozione, i pensieri non se ne vanno perché provare a vedere significa essere preoccupati.
Il velo che avete è la paura. È come se si fosse inceppato il meccanismo della vita spontanea e ora lo vedete con quello della razionalità, infatti, voi volete discutere il pensiero di paura.
Invece, una soluzione è la consapevolezza di vivere "quel momento" con gli occhi della paura, non siete voi.
Voi capite il meccanismo, giusto? Quindi non dovreste più compulsare, perché qui non si parla di paure reali, si parla di paure generate da uno stato di ansia preesistente.
Ora bisogna fare un passo in più.
Se vedendo il vostro ragazzo, vi fosse venuto un pensiero di dubbio e poi avete iniziato a discuterlo, finendo in un labirinto, ora sapete che il vostro è un problema di ansia, però i pensieri non passano.
Voi, ora, non vivete più la realtà ma la realtà di quel pensiero.
Per uscirne non dovete fare esattamente nulla se non capire che non siete voi, questi pensieri passeranno a mano a mano che distoglierete la mente e lo sguardo da quei pensieri che vi ricordano la vostra paura.
La vostra paura la conoscete ma continua ad operare, anche se l'ansia non c'è. Voi vivete l'ultima parte del problema, cioè pensate ancora automaticamente come se la paura esistesse, questo perché la vostra mente è ancora ansiosa, anche se non ne siete consapevoli.
Dovete confidare nel fatto che i pensieri spariranno e con esso anche la realtà condizionata.
Ricordate, ci sono i pensieri ansiosi, ma anche la realtà condizionata da quei pensieri, anche se i pensieri non vi toccano più. Questa è come quando siete felici e poi vi ricordate di quei pensieri che facevate, da quel momento in poi non state più vivendo voi stessi, ma il ricordo di quel pensiero.
Bisogna essere consapevoli della realtà condizionata, è uno degli errori che si fa più spesso.
La realtà condizionata da una situazione precedente, da un pensiero ansioso.
Mentre vivete normalmente, un pensiero ansioso potrebbe sfiorarvi e condizionarvi, dovete esserne consapevoli.
Non potete fare finta di nulla, il pensiero c'è, dovete viverlo con serenità senza pretendere di essere voi stessi in "quel momento".
Il pensiero condiziona, è inutile negarlo.
Voi dovete dargli sempre meno potere, accettare la realtà condizionata è un buon punto per depotenziarlo.
Non potete accettare di vedere il viso del vostro amato/a se in quel momento vi viene un pensiero, accettate che è venuto e che in "quel momento" non proverete l'emozione positiva, non potete far finta di nulla, però potete essere consapevoli ed essere sereni che prima o poi passerà.

Perché mi vengono i pensieri anche quando sono sereno
Semplice, perché il cervello degli ansiosi è sempre iper-attivo. Questo dovete comprenderlo, vi siete agitati una vita, sarebbe ulteriormente presuntuoso pretendere di guarire in poco tempo. La mente agitata si spegne solo se cominciate ad aggiustare i vostri pensieri disfunzionali, le vostre preoccupazioni, il vostro modo di vedere la vita, non solo non compulsando. I pensieri ansiosi sono solo lo scoglio di un iceberg, un sintomo di qualcosa di più profondo. Bisogna pian piano evitare lo stress, modificando le proprie strategie e i mezzi per gestirlo, bisogna prendersi cura di se stessi. Infine, bisogna accettare la paura perché solo così si riesce a vedere oltre, altrimenti si vive solo quella.

Come faccio a capire di essere guarito? Questa è una domanda che sottindente un problema. La risposta è mai, perché nel momento in cui fate questa domanda state già pensando di avere il problema. Il vostro compito invece è quello di vivere al di fuori della paura, e questo è possibile solo dimenticandola.
Dimenticarla non significa non pensarla, perché questo è impossibile, significa correggersi automaticamente quando ci si accorge di fare pensieri ansiosi e nel dare loro sempre meno potere.
Ma se vi ricordate ogni volta, se fate i controlli, se la temete, quella paura continua a rimanere, anche se crea molta meno ansia.
Quando capite il meccanismo rimane un'ultima paura, la paura della paura, la paura di fare il pensiero, la paura di ritornare alla situazione di prima.
È questa che vi fa mettere in discussione, che vi fa ricordare del problema, perchè voi in realtà sapete com'è la situazione (non siete quello che la paura vi dice).
La paura della paura è sempre una paura, è ritornare a pensare cosa pensavate in quella situazione in cui vi ossessionavate.
Ecco perché temere la propria mente equivale a pensare nuovamente a quei pensieri.
Bisogna accettare di aver avuto questa paura, cioè che vi siete incartati per nulla.
La paura vi abbandona da sola, se chiedete e analizzate significa che siete ancora dentro il problema, non state discutendo i vostri pensieri però temete sempre di farli.

Ho letto le varie guide, ma il problema persiste. Come mai? Il motivo è molto semplice. La paura è un emozione che non si cancella, non la puoi combattere con nulla. È come un mostro a tante teste, le tagli tutte attraverso i ragionamenti e ne rispuntano altre. Puoi usare ogni mezzo, libri, pregare, cercare di non pensarci, ma non hanno alcun potere contro la paura, perché la paura è un emozione negativa che è dentro di noi. Le guide servono per raggiungere la consapevolezza, conoscere come funziona la paura. Se si cerca di mandarla via attraverso le guide, si usano queste come una forma di compulsione e le compulsioni funzionano solo momentaneamente. La paura fa paura, ma voi siete anche altro. È la paura che fa ragionare solo sul problema, fa vedere la realtà e genera pensieri ansiosi. Se voi non accettate questo aspetto, lo state combattendo e ne uscirete sconfitti. I fantasmi fanno paura quando scappate, ma se state fermi e li toccate, svaniranno.





Ora discutiamo alcuni pensieri disfunzionali sull'ansia da RELAZIONE

A volte vedo la mia ragazza e non mi piace, sarà perché non la amo? Chiariamo subito, se non ci fosse l'ansia probabilmente non stareste qui a leggere ma avreste già lasciato la vostra ragazza.
L'amore non è una cosa lineare, quello che lo fa mettere in dubbio è la paura di non amare una persona, si tratta di un dubbio patologico.
Ci si accorge di non amare e si prendono delle decisioni, non esiste la "paura" di non amare, qui si tratta di pensieri paurosi che minano la nostra felicità, ecco perché si tratta di ansia.
L'ansia patologica genera delle paure prendendo quanto si ha di più caro e mettendolo in dubbio.
Non è un dubbio reale, è il dubbio stesso che fa paura, sono pensieri di allarme della nostra mente.
L'ansia da una mano al processo ma anche noi con i nostri schemi mentali ne diamo un'altra.
L'amore, dicevo, non è lineare. Uno scrittore (non mi ricordo PSICO-green.gif ) diceva che l'amore è come Giano: se c'è n'è troppo ci mostra il lato che ci annoia, se ci abbandona ci mostra il lato che ci attira.
Nelle coppie ci sono alti e bassi, momenti in cui si ha meno bisogno dell'altro e momenti in cui si prova passione profonda. Questi momenti si vivono, non si possono immaginare.
L'errore grosso è pensare che l'amore deve sempre essere perfetto, deve sempre andare bene, idilliaco altrimenti non è amore.
È qui che si inserisce la paura a mettervi il dubbio, a farvi vivere il rapporto con ansia e preoccupazione.
Quindi, c'è un atteggiamento disfunzionale più un problema di ansia, perchè una volta iniziato il dubbio ansioso, si fanno prove e test che confermano la paura.
Si vive la paura, e la paura è un emozione che nel rapporto fa vedere i difetti, fa essere negativi, abbassa l'umore e l'entusiasmo.
Quindi la paura sembra confermare i vostri dubbi...
Se vedete la vostra ragazza, con che occhi la vedete?
È come quando una persona vi è antipatica e la vedete con disprezzo, qui invece vivete la paura e vi focalizzate solo sul problema dimenticando tutto il resto.
E più discutete, peggio è.
Ragionando per assurdo, se vi dimenticaste la paura, ritornereste a vivere normalmente la vita e il sentimento d'amore ritornerà quando quell'emozione dovrà esserci. L'amore è un emozione, non possiamo richiamarla con i ragionamenti, si può solo provare in certi momenti (quando non ragioniamo).
La paura di non amarla non potete confermarla, dovete superarla. È logico che se vivete tutti i giorni la paura, le altre emozioni non ci sono, e questo farà sembrare i vostri dubbi più veri.





In questa sezione mi occuperò di tutti quei pensieri NEGATIVI o PESSIMISTI riguardo l'inizio di psicoterapie o generati dall'uso delle guide.

Ormai è troppo tardi per iniziare una terapia o leggere una guida Assolutamente no. È vero che i sintomi ansiosi e ossessivi tendono a peggiorare con il tempo, però non esiste nessun giro di boa, nessun caso sarà mai così difficile o disperato.
Solo un atteggiamento negativo come questo può essere d'intralcio per la buona riuscita di una terapia. La negatività fa parte dell'ansia e della rigidezza. Non è possibile dare un giudizio fino a quando non si è fatto un tentativo reale.

Sono sicuro che andrà male. Ho già fallito in tutto il resto! Lascia perdere il passato. Se stai leggendo questa guida vuol dire che vuoi uscire dalla tua situazione, ormai hai raggiunto un limite che non riesci più a sopportare.
L'unico fallimento che può succedere ORA è quello di non applicarti con impegno nel fare gli esercizi. Concentrati con impegno e decisione in maniera costruttiva e abbandona quella parte negativa che ti fa rimanere fisso sul problema.
Forse la vostra vita è stata segnata da una serie di rinforzi negativi, cioè pensare sempre al bicchiere mezzo vuoto.
Ricordate di non generalizzare, gli errori del passato non sono i risultati del presente, la vita non è ferma.

Io ho pensieri ossessivi sul picchiare mio figlio, se ne parlo con la psicologa potrebbe avere conseguenze? No, nessuna conseguenza. So che vi rimarrà il dubbio o la paura ma i disturbi ossessivi sono semplicemente pensieri. Se leggete il libro "the Imp of the Mind", dice che nella pratica clinica nessun caso di disturbo ossessivo è mai stato messo in pratica. Nessuno. La psicologa questo lo sa bene, non c'è pericolo nell'esporsi e nel parlare, anzi, più si è chiari, maggiore saranno i benefici della terapia.

Se lo psichiatra mi da i farmaci, significa che sono grave? No, gli psicofarmaci sono una delle terapie per combattere ansia e pensieri ansiosi. Io consiglio sempre di evitare quei medici che cercano di curare questo disturbo "solo" con i farmaci, infatti, la psicoterapia è essenziale.
Il miglior medico che possiate trovare è uno psicoterapeuta esperto in disturbi d'ansia: certo è che non sempre il titolo conferma la bravura, bisogna prima fare un incontro per capire se è una persona valida.
Inoltre, se avete bisogno di informazioni sui farmaci sul disturbo ossessivo, vi consiglio di leggere il capitolo 8 di "the Imp of the Mind" nel quale troverete molte informazioni e risposte alle vostre domande.

Ho letto la guida, sono stato bene per un po' e ora sembra di avere una ricarduta Il disturbo ossessivo è così fino a quando non si capisce la rigidezza con la quale lo si sta affrontando. Ricaduta e guarigione sono due concetti errati perché non bisogna guarire da nulla. Il processo di guarigione non è lineare, ma consiste di passi in avanti e passi indietro, consiste di momenti d'ansia, momenti di preoccupazione e momenti di serenità.
A tutti capita di avere paura nella vita, la paura è un emozione umana, agli ansiosi però mancano le strategie per affrontarla in maniera meno razionale.
Vedere il disturbo ossessivo come un problema significa alimentare l'ansia, piuttosto bisognerebbe ricordarsi che in alcuni periodi non si sta bene ma non fare nulla per fare andare via il problema.
Adoperasi per far andare via l'ansia, significa aggravare l'ansia. Bisogna lasciargli spazio, non discuterla e concentrarsi su altro che non sia ansia.
Pensare di guarire significa essere rigidi, non è possibile guarire perchè nel momento in cui verificate, state già compulsando per vedere se l'ansia e il problema ci sono ancora.
Allora cos'è l'ansia se non alimentare continuamente un problema che si basa sulla preoccupazione?
Ricordate, due passi avanti, uno indietro. Cercate di accettare i momenti d'ansia senza aggiungere ulteriore ansia, altrimenti finite per inciampare e cadere.
Chi parla di ricadute forse non è mai guarito del tutto.

Mi sento disperato, sembra che non ci sia più nulla da fare Ovvio, siete in uno stato di ansia e pessimismo, sarebbe strano sentirsi felici in questa situazione. Non sarete mai sulla strada della guarigione, fino a quando non vi metterete a camminare e fare un passo dopo l'altro.
La strada non sarà breve ma otterrete grandissimi benefici, sempre che iniziate e che non pretendete di guarire nel giro di una settimana. C'è sempre speranza, è l'ansia che ve la vuole togliere, non voi.

Se non compulso chi mi assicura che non lo faccio per non scoprire la verità? Quale verità? Quella sulla quale l'ansia ti ha messo il dubbio? La necessità di conoscere, ovvero l'intolleranza all'incertezza, è uno degli aspetti dello stato ansioso. Prima propone un dubbio basato sulla paura, poi ti costringe ad analizzarlo per vedere se è vero. Lo scopo della compulsione è appunto quello, rassicurarsi e abbassare il livello di ansia, apparentemente funziona ma in realtà la paura diventa più forte. Non compulsando per abbassare l'ansia prodotta dai pensieri, date a voi stessi l'opportunità di trovare altre strade per gestire l'ansia, senza rafforzare ciò che l'ha creata. Farete progressi solo quando vi esponete al "rischio", senza fare nulla per eliminare la paura. È un rischio immaginario.

Preferisco prendere le medicine piuttosto che esercitarmi, è troppo difficile Gli esercizi sono noiosi, difficili, nessuno lo mette in dubbio. È più semplice compulsare che lavorare sul vero problema, e il forum lo dimostra. Le medicine possono aiutare in questo disturbo d'ansia ma la loro azione è piuttosto limitata, se usate da sole. Poi, non tutti gli ansiosi hanno benefici dalle medicine o riescono a sopportare gli effetti collaterali. Gli esercizi sono molto importanti, soprattutto perché vi forniscono delle strategie per affrontare da soli il problema, evitando le ricadute.

Se mi espongo ai germi e all'AIDS chi mi garantirà che poi non mi contaminerò? Nessuno può garantire una vita senza rischi, dolore, perdite, errori o infortuni. Il problema è che la tua mente ha fatto un'errata connessione tra la compulsione e la sensazione di sicurezza e confort, non importa quanto questa sensazione sia solo di breve durata. Esponendosi invece, si scoprirà che il pericolo è sovrastimato e ci si libererà da inutili rituali che rafforzano solo la paura. Ricordo che la compulsione conferma l'esistenza di un pericolo, pericolo che è esagerato o distorto.

Se provo ad espormi e fare esercizi, ma poi fallisco, sarò un perdente sia con gli altri che con me stesso. Gli altri ti giudicano dalla tua voglia di stare meglio. In questo caso, i risultati dei tuoi sforzi contano meno della tua dedizione a voler migliorare.

Diventerò pazzo se mi espongo e non mi controllo. In più di venti anni di studi su persone ansiose con pensieri intrusivi, nessuno è mai diventato pazzo o malato facendo esposizione. L'ansia provata durante l'esposizione potrebbe sembrare incontrollabile, ma non è pericolosa.

Se non fosse stato per i miei genitori menefreghisti (o per i dottori incompetentei, o per gli insegnanti ignoranti…) adesso non sarei in questa situazione. Molti bambini con problemi d'ansia hanno sofferto durante la loro infanzia. Anche molti bambini che hanno sofferto però non soffrono di ansia. La maggior parte dei bambini con problemi d'ansia hanno avuto genitori premurosi che hanno fatto il massimo che potevano, forse anche loro soffrono di problemi d'ansia e hanno dovuto averci a che fare. Tra l'altro, in passato non esistevano informazioni sul problema e pochi se non nessun trattamento rispetto ad oggi. Incolpare gli altri servirà solo per mantenere il problema. Vi farà rimanere ancorati al ruolo di vittime, lasciandovi inermi di fronte all'ansia. Gli esercizi e la psicoterapia vi danno la possibilità di affrontare l'ansia ora, senza rimanere ancorati al passato.

Sto prendendo le medicine ma non noto miglioramenti, i pensieri rimangono? Certamente, e cosa vi aspettavate?! La mente viaggia ed è libera di pensare a qualsiasi cosa. Siete voi che avete etichettato i pensieri come allarmi, questo perché avevate una paura e avete analizzato la realtà con paura. Perché si fa un pensiero? Perché la mente crea! La differenza tra voi e una persona non ansiosa sta nel fatto che quest'ultima risponde ai pensieri della mente con un "ma cosa mi è venuto in mente?" e poi cambia pensiero. È un fluire continuo, voi invece rimanete bloccati. L'ansioso produrrà dei pensieri ansiosi che scambierà per prova di qualcosa. La mente crea, voi controllate e vi spaventate. Le medicine servono per migliorare l'umore ma la mente continua a pensare come è naturale che sia. Voi fate troppo affidamento ai farmaci, sperando di cambiare qualcosa che è normale, quando dovreste cambiare il vostro atteggiamento di fronte ai pensieri.
E più pensate di avere il doc, più starete a controllarvi!

Come mai gli altri migliorano e io no? Ognuno ha il suo approccio e i suoi tempi. Scommetto che analizzate gli altri per vedere se il vostro è un caso peggiore…La vostra paura è quella di non guarire e controllare è un buon mezzo per rafforzare questa paura, fa parte del meccanismo.

Pensavo di essere guarito e invece… E invece ti sei illuso. Cosa significa guarire? Pensi che l'ansia non deve più venire? Pensi che la vita deve essere sempre positiva? Forse hai sbagliato, perché è bastato poco per ricadere nella paura.

Sono ricaduto nel problema, è un segno di fallimento? No, calcolate che gli alti e bassi nella vita li hanno tutti, a maggior ragione chi ha sofferto di ansia. Accettate di esservi spaventati, non è una ricaduta ma un momento di ansia (non avete nessuna malattia), potete rialzarvi se accettate che vi siete spaventati. Non vi criticate, non siete perfetti. La via per stare bene è un sentiero fatto di cadute, periodi negativi, apatia, non è lineare, non si sta sempre bene. Piuttosto, dovreste evitare gli stress che affaticano la mente e possono far riemergere stati ansiosi. Ma nel momento in cui succede, pazienza, dovete sempre avere amore per voi stessi o almeno accettazione. Ammettete il periodo no, non fuggitelo, domani andrà meglio.






TERZA PARTE: I SINTOMI DELL'ANSIA

L'ansia non è un emozione.
L'ansia è un risposta ad un emozione negativa, ovviamente l'ansia è sgradevole, per questo si cerca sempre di eliminare o risolvere la preoccupazioni.
Ma se queste preoccupazioni sono false?
Se le paure che temiamo albergano in noi?
Bisogna fare una distinzione tra ansia normale ed ansia patologica: l'ansia normale è perfettamente normale, pensate a quando c'è un reale pericolo, l'ansia serve per aiutare ad essere più attenti nello sfuggire ad eventuali pericoli, ci aiuta a focalizzarci su un pericolo, ci fa capire che è una questione a cui teniamo.
L'ansia patologica è quella che io chiamo "stato ansioso", cioè una condizione in cui i pericoli li creiamo noi, ossia una mente iperattiva e spaventata che lancia allarmi anche quando la situazione è perfettamente calma.
Ovviamente l'ansia colpisce ognuno in maniera differente, ogni persona ha i suoi sintomi che possono differenziarsi anche di molto da quello delle altre: abitualmente si sente parlare di organi bersaglio o essere predisposti a quel tipo di problema.
Penso che gran parte delle malattie di oggi, siano in qualche parte correlate allo stress: coliti, cistiti, emicranie sono solo alcuni esempi di "patologie" che potrebbero essere curate con medicine alternative e con un cambiamento di vita.
Spesso, cattive abitudini di vita portano a cronicizzare i sintomi per cui rimane il problema non riconoscendo più la causa scatenante.
Bisognerebbe ascoltare maggiormente il proprio corpo, non come fanno gli ipocondriaci che sopravvalutano i normali aspetti fisiologici, ma rallentando i ritmi, riducendo gli stress e rivedendo le proprie preoccupazioni (basate su convinzioni disfunzionali).
Ovvio che il riposo è uno dei migliori rimedi.
Partendo da una preoccupazione qualsiasi, si genera ansia. Se noi non riconosciamo i sintomi dell'ansia, ci preoccuperemo di quei sintomi scambiandoli per qualche cosa di grave, facendoci ulteriormente preoccupare e facendo di conseguenza aumentare l'ansia.
Se leggete più sotto, troverete il pensiero disfunzionale INTOLLERANZA ALL'ANSIA, lì spiego come mai l'ansia diventa motivo di ulteriore ansia.
Vi scrivo i vari sintomi, leggeteli bene, l'elenco non è completo ma direi che ci sono già abbastanza danni. PSICO D.gif

EFFETTI SOMATICI
In questa sfera, l'ansia colpisce il fisico.
Le persone troppo scrupolose, perfezionista, quelle che non hanno un buon contatto con il proprio stato d'animo, non si accorgono del proprio stato d'ansia, perciò quest'ultima si trasforma in dolori del corpo.
È un tipo di ansia che non ha trovato sfoghi, non è stata compresa.
I sintomi sono:
•Respiro corto o mancanza di fiato
•Sensazione di soffocamento
•Facile affaticabilità
•Cistite
•Bisogno di urinare spesso
•Colite o diarrea
•Costipazione
•Gastrite o problemi di digestione
•Tremori
•Formicolio a mani o piedi
•Fascicolazioni (tremori alle palpebre o lati della bocca o altri muscoli)
•Mioclonie (scatti involontari)
•Rigidità muscolare (soprattutto al collo e al petto)
•Cefalea o emicrania (l'emicrania porta a sua volta altri sintomi come congestione nasale, depressione, agitazione)
•Vertigini o senso di sbandamento
•Testa vuota o brain fog
•Salivazione azzerata
•Rossore al viso (soprattutto in caso di ansia sociale)
•Sudorazione abbondante (soprattutto sotto le ascelle e mani)
•Vampate di freddo o caldo
•Mani fredde o sudate
•Tachicardia
•Palpitazioni (sentire il battito del cuore)
•Extrasistole
•Senso di oppressione al petto (se avete fatto un ECG e avete già fatto controlli, non avete un infarto Doh!.gif)
•Nodo alla gola o difficoltà ad ingoiare
•Fotofobia
•Problemi di vista (visione sfuocata, problemi di percezione, flash quando chiudete gli occhi)
•Perdita di sensibilità agli arti, intorpidimento
•Orticaria da stress
•Prurito
•Febbre o sintomi influenzali
•Acufeni o orecchie pulsanti

EFFETTI COGNITIVI
•Mancanza di concentrazione
•Vuoti di memoria o scarsa memoria
•Difficoltà ad essere creativi o usare la fantasia
•Difficoltà ad apprendere
•Difficoltà a parlare
•Confusione
•Stato di agitazione continua e ingiustificata
•Apprensione e agitazione (non riuscire a stare fermi)
•Irritabilità o impazienza
•Terrore
•Insonnia o continui risvegli
•Incubi e sonno agitato (sogni strani, bizzarri, assurdi)
•Reattività al minimo stimolo (spaventi)
•Ipervigilanza
•Paure immotivate e fobie (allarmi, paura di morire, paura di perdere il controllo, paura di impazzire)
•Attacchi di panico
•Stato di attesa (rimuginazione, paura di eventi spiacevoli)
•Depersonalizzazione
•Derealizzazione
•Musica in testa o earworm
•Mangiare di più o di meno (soprattutto dolci e cioccolata)
•Umore depresso o depressione
•Disturbo ossessivo

EFFETTI NEUROLOGICI
Le modificazioni che avvengono nel cervello sono plastiche, ciò significa che non sono permanenti, infatti con una buona psicoterapia si è dimostrato che avvengono sostanziali modifiche nel funzionamento e una reversibilità dei sintomi.
Anche con gli psicofarmaci o la fitoterapia si otteniene un processo di normalizzazione delle funzionalità.
I sintomi sono:
•Impoverimento dell'ippocampo (l'ippocampo è la sede della memoria)
•Ipereccitazione del cervello (l'amigdala è continuamente stimolata, stato ansioso)
•Iperfrontalità: cioè attivazione frequente (la parte frontale lavora continuamente per ragionare sugli allarmi che le arrivano)

EFFETTI ORMONALI
Anche gli ormoni ne risentono, infatti, viene prodotto il cortisolo e adrenalina al posto degli ormoni che servono per stare bene.
Questo perché tutte le risorse servono per fronteggiare il pericolo. Ovvio che chi ha l'ansia patologica crea paura mentali, non c'è nessun pericolo reale.
Alcuni sintomi sono:
•Calo di testosterone nell'uomo (a favore del cortisolo, ormone dello stress)
•Calo del desiderio o problemi di erezione
•Calo di progesterone e estrogeni nella donna (sbalzi di umore, irritabilità, ciclo irregolare)
•Prolattina alta



➼11.1 Corollario dell'Insopportabilità o Intolleranza - INTOLLERANZA ALL'ANSIA

L'intolleranza all'ansia capita quando non si ritiene normale o si sopravvaluta un sintomo d'ansia. Un altro caso è quando non si tollera l'ansia ma la si vede con terrore, a tal punto da farla diventare un vero attacco di panico.

esempi:
➣ Dopo aver letto i sintomi: "E se non fossero sintomi d'ansia ma una malattia?" (e scommetto anche che se non controlli la malattia potrebbe aggravarsi vero? Questo è un pensiero ansioso, fa parte sempre del ciclo d'ansia, se ci credete, alimentate ulteriormente questo ciclo.).

➣ Compulsione tipica: "C'è scritto formicolio, ma il mio formicolio è strano, è una sensazione diversa" (certo, compulsa sull'ansia così trovi mille altri motivi per i tuoi sintomi. Doh!.gif )

➣ Una donna prima di uscire di casa: "Sicuramente mentre farò la spesa mi verrà un attacco di panico" (questo ragionamento di allarme cosa comporterà? Quando sarete al supermercato, dove sarà focalizzata la vostra attenzione se non al proprio corpo. È un'attesa che carica di ansia, poi basta il minimo cambiamento, anche una vampata di calore ed ecco l'attacco)

➣ Paura dell'ansia: "Se mi è venuta l'ansia in quel momento ci deve essere un motivo" (consultare il pensiero RAGIONAMENTO EMOTIVO)

➣ Una ragazza molto stressata: "non tollero che mi venga l'ansia, devo fare qualsiasi cosa per farla andare via" (il problema è proprio questo, più cerchiamo di mandare via, più abbiamo paura che rimanga. Facciamo un bel respiro profondo e focalizziamo l'attenzione su altro. Tanto ora sappiamo che l'ansia può essere causata dall'ansia stessa, perché preoccuparsi?)

➣ Uno studente prima di una festa: "non posso andarci, sicuramente mi verrà l'ansia e sarà un disastro" (oltre al pensiero catastrofico, il discorso è lo stesso della signora al supermercato, se si teme l'ansia o ci si concentra su di essa, sicuramente arriverà. Che poi voi l'associate alle festa è un altro discorso.)

➣ I sintomi persistono: "oddio, qui io ho i tremori, però continuano. È sicuramente altro" (va bene, può essere che ci sia un effettivo problema, non dico sicuramente che non bisogna controllarsi. Però evitare ogni lettura online perchè l'autodiagnosi porta sempre a disastri. Inoltre, ci tengo a precisare che se continuate a preoccuparvi i sintomi d'ansia rimangono, non pensate che scompaiano senza che voi attivamente spostiate l'attenzione su altro. Se rimanete preoccupati e focalizzati, la causa è quella)

➣ Uno dei tanti ipocondriaci: "ora ho un dolore allo stomaco, potrebbe essere..." (il corpo e la mente non sono mai lineari. Potreste scambiare una cosa fisiologica, ad esempio una cattiva digestione, per un sintomo di qualcosa. Se siete troppo focalizzati ad ascoltare voi stessi, noterete molto di più tutti i processi che avvengono, anche il battito cardiaco.)

SOLUZIONE
Volevo scrivere questa parte sotto l'insopportabilità o intolleranza, perché è un caso specifico di quel pensiero disfunzionale.
La inserisco qui perché mi sembra filare di più con il discorso sui sintomi.
Come ho scritto prima, anche l'ansia patologica è un sintomo e non una malattia. Ci sono diverse cause, tra cui proprio le convinzioni sbagliate, che vanno identificate e corrette.
Anche i problemi alla tiroide o disfunzioni ormonali portano ansia, quindi è sempre meglio farsi un controllo.
Dico uno, se i medici che vi visitano dicono che non avete niente, non insistete, può essere che siete ipocondriaci; piuttosto riconoscete i vostri allarmi, i pensieri catastrofici su malattie incurabili.
Se un medesimo mal di testa viene visto come mal di testa da una persona e tumore da un'altra, chi avrà ragione? Non si esagera? Il dubbio rimane, ma è proprio il dubbio il problema, infatti le rassicurazioni non avranno nessun effetto se non momentaneo.
Abbiamo parlato di "stato ansioso" o di "ansia generalizzata", sono due situazioni in cui l'ansia è sfuggita di mano ed è diventata una patologia.
Tutti i sintomi sono causati da un unico malessere, l'ansia, e lo stato ansioso porterà la persona ad un atteggiamento preoccupante nei confronti di se stessi e degli eventi.
Notate il circolo d'ansia? Bisogna fare uno sforzo razionale per fermare il processo, senza di esso siete in balia della vostra mente ansiosa.
Tutti questi pensieri producono ulteriore ansia, ovvio che se cercate su internet, troverete i sintomi più disparati e sarà proprio l'ansia a farvi concentrare sulle cose più terrificanti.
Se si cercano le ragioni d'ansia, il più delle volte non ci sono, è un circolo che si alimenta nel momento stesso in cui rimuginate.
Quindi, esiste anche la paura di avere l'ansia, cioè l'ansia stessa diventa motivo di preoccupazione.
Se temete l'ansia o temete gli effetti dell'ansia (come nel caso degli attacchi di panico), la mente ansiosa andrà direttamente a pensare a questa paura.
Non è colpa vostra, è lo stato ansioso che porta automaticamente la persona a pensare ciò che teme, che lo vogliate o no.
Per questo dico sempre si lasciarvi attraversare dall'ansia e pensare ad altro, focalizzatevi su altro (applicate gli esercizi che sono nelle guide, prossimamente ne scrivo di specifici per ansia e ossessioni).
Qual'è la cosa più negativa che può capitare con l'ansia? Spesso le preoccupazioni sono ingigantite ma se si analizzano sotto un lente, si capisce che sono preoccupazioni inutili.
Consiglio di leggere anche il "RAGIONAMENTO EMOTIVO", un pensiero disfunzionale che spesso è collegato questo.
In questo caso l'ansia diventa motivo per compulsare, cioè si ragiona ulteriormente cercandone il significato, andando ad alimentare il ciclo d'ansia.




Oggi voglio aprire una piccola parentesi su uno degli effetti somatici dell'ansia, la DEREALIZZAZIONE e DEPERSONALIZZAZIONE (non si tratta di pensieri disfunzionali ma di sintomi dell'ansia)

Queste parole descrivono una situazione molto comune in situazione di grande stress, non sono indice di malattie (es. psicosi) ma solo di un effetto fisiologico che capita a molti quando si ha una forte ansia.
Molto spesso succede che queste sensazioni, se non riconosciute, diventino ulteriore motivo di preoccupazione, aumentando l'ansia già presente.

La DEREALIZZAZIONE è la sensazione di percepire le persone e l'ambiente circostante lontani da sé, sconosciuti o irreali.
Vi ricopio alcuni dei sintomi:
-la sensazione che l´ambiente circostante sia irreale
-la sensazione che gli altri siano automi, robot o comunque persone "non vere"
-la sensazione di guardare il mondo attraverso un velo od una nebbia
-la sensazione che il mondo circostante sia un sogno od un´allucinazione
-la sensazione che l´ambiente circostante sia "piatto"
-la sensazione che il mondo circostante sia "sfocato/scolorito"
-la presenza di dialoghi interattivi con una persona immaginaria (che però non sia un´allucinazione e si mantiene il senso che sia in qualche modo differente dal resto)
-il forte dubbio momentaneo su cose che si davano per certe

La DEPERSONALIZZAZIONE è la sensazione di irrealtà, di essere estranei dal proprio sé e dai propri processi fisici e mentali.
La persona ha l'impressione di vedere se stesso dall'esterno, come se stesse guardando un film.
Vi ricopio alcuni dei sintomi:
-la sensazione di guardare dall'esterno il proprio corpo compiere le azioni
-la sensazione di guidare il proprio corpo come fosse un robot o un personaggio di fumetti/videogiochi/giochi da tavola.
-la sensazione di essere scisso in una parte partecipante ed una osservante sentirsi irreali e meccanici
-la sensazione di essere invisibili
-l´incapacità di riconoscersi allo specchi
-la sensazione di guardare come un film su se stessi
-la sensazione che le altre persone siano reali ma non noi stessi
-un forte senso di distacco dalle proprie emozioni
-una percezione distorta del proprio corpo
-la perdita di sensibilità di parti del corpo

Derealizzazione e depersonalizzazione, per quanto siano spiacevoli, sono una forma di dissociazione, cioè una protezione che la psiche mette in atto per difendersi da ulteriori stimoli spiacevoli.
Anche gli attacchi di panico sono una forma di protezione dell'organismo che scarica di colpo tutte le energie negative e paure accumulate da uno stile di vita sbagliato.
Non fate diventare i sintomi dell'ansia ulteriore motivi di compulsione; sono e rimangono sintomi d'ansia, non c'è nessun altro motivo (anche se l'ansia vi porterà a pensarlo).
Quando l'ansia si abbasserà, così faranno i suoi sintomi, fino a scomparire da soli.

Come abbiamo detto, questi sono effetti dell'ansia non indice di altre malattie.
Quando si ha paura di qualcosa (si teme qualche pensiero, per esempio) allora sale l'ansia e con essa anche i disturbi cogniti e somatici.
Quando si percepisce un pericolo, anche interno a se, si attiva l'ormone adrenalina che attiva il meccanismo che serve per far fronte ai pericoli: ad esempio aumenta le energie e il sangue che serve per scappare.
Nel frattempo viene stimola l'amigdala che produce un IPERFOCUS sul pericolo, usa tutte le risorse mentali per capire il pericolo, per farci stare in allerta, per tenerlo sotto controllo: il senso di sé della coscienza, le proprie emozioni vengono spostate in secondo piano per concentrarci solo sul pericolo.
"Vi immaginate se, per preparare una prova d'esame, invece di studiare vi concentrate sul fatto che siete preoccupati?" oppure "se c'è un ladro in casa e voi, al posto di stare in allerta del pericolo, vi domandate come vi sentite?".
Questo è quello che invece succede a chi ha uno stato d'ansia generalizzato, per cui ci si preoccupa anche di come ci si sente di fronte agli stimoli felici o paurosi che siano.

Visto che l'ansia è sempre presente (anche in sottofondo), l'amigdala è perennemente eccitata e succedono 3 cose fondamentali:
- l'ansia stessa e la preoccupazione diventano una fonte di preoccupazione
- l'amigdala invia segnali di pericolo anche quando non servono perché è iperattiva
- si attiva un ciclo in cui l'ansia dell'ansia alimenta il ciclo che non può più fermarsi, se non con un lavoro attivo.

Succede che tutto il resto, ambiente esterno, emozioni positive viene messo in sottofondo, ci si sente separati dall'ambiente, lontani dagli altri e concentrati sulla preoccupazione.
Preoccupazione che è una questione mentale, cioè si vive la mente paurosa e non più la vita, le reali emozioni.
Ad aggravare la situazione è quando ci si domanda perché si sta così e l'amigdala invierà spiegazioni ansiose, cioè si compulsa usando la stessa logica che ha creato la paura e si ricevono risposte ansiose ("sto impazzendo", "non proverò più la felicità", "non sento più nulla").

Bisogna fermare il processo, non può essere una cosa automatica, dovete essere voi a non domandarvi perchè vi sentite così.
Accettatelo perché è un effetto dell'ansia, se indagate ricevete risposte errate perchè vi trovare in uno stato alterato, non ragionate bene ma con l'ansia addosso.
Accettate anche che ogni tanto vi arrivino pensieri ansiosi, questo perché il vostro cervello è iperattivo, non è colpa vostra.
Se non alimentate il ciclo pian piano i centri della paura si "raffredderanno" e comincerete a sentirvi meglio.
Serve accettazione, flessibilità, tanta volontà e stare attenti a non compulsare su quello che la paura vi propone.
La paura c'è in tutti solo che voi non vedete altro che quella.



⬇CONTINUA SOTTO⬇


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Pablito87
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QUOTE (Dr.Dock @ Giovedì, 14-Feb-2013, 18:48)
QUOTE (Pablito87 @ Giovedì, 14-Feb-2013, 18:16)
QUOTE (Dr.Dock @ Giovedì, 14-Feb-2013, 17:52)
X Pablito, dalla depressione si esce a patto di accettarla e andare avanti senza pretendere di essere felici.

Quindi uno deve accontentarsi di essere per sempre infelice?
Oddio, ora mi sento acora più depresso.

E qui ci caschi! Cosa ho scritto nel testo? Se analizzi la realtà in questo momento cosa vedi nel tuo futuro?
La tua conclusione è distorta, ci sei arrivato ora in uno stato depresso.

Vabbè, la frittata è fatta. Lo hai detto, è inutile che tenti di rigirare il discorso. Comunque lo sapevo che non se ne può uscire.
PS tu sei un psicologo/psichiatra?
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pastellina90
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@dr.dock questa domanda l'ho posta a chiunque e nessuno mi ha mai saputo dare una risposta. Premettendo che ho una diagnosi di doc con paura del suicidio, io come faccio a capire se i pensieri di morte sono dati dal doc o dalla depressione, visto che anche tu hai detto che l'ansia porta ad un calo dell'umore? Cioè come distinguo se si tratta di ossessioni pure o di desiderio quando sono in preda all'ansia e alla tristezza? Se riesci a darmi una risposta ti faccio un monumento PSICO smile.gif
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pastellina90
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@dr.dock questa domanda l'ho posta a chiunque e nessuno mi ha mai saputo dare una risposta. Premettendo che ho una diagnosi di doc con paura del suicidio, io come faccio a capire se i pensieri di morte sono dati dal doc o dalla depressione, visto che anche tu hai detto che l'ansia porta ad un calo dell'umore? Cioè come distinguo se si tratta di ossessioni pure o di desiderio quando sono in preda all'ansia e alla tristezza? Se riesci a darmi una risposta ti faccio un monumento PSICO smile.gif
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QUARTA PARTE: ALCUNI RIMEDI PER TRATTARE L'ANSIA PATOLOGICA

In questa sezione metterò prossimamente dei rimedi per abbassare il livello di ansia e, con essa, anche i pensieri ossessivi.
La logica mi dice che la prima strategia è quella di accettare i pensieri ossessivi (vedi l'altra guida), ma ve ne sono molte altre da poter utilizzare assieme a questa.
In questo modo attaccheremo l'ansia da varie angolazioni. PSICO armati93.gif
Ovviamente qui si parla di ansia patologica, non dell'ansia e delle preoccupazioni di tutti i giorni, che sono perfettamente normali.
Vedremo prossimamente alcuni modi che ho usato io.
Alcune considerazioni importanti:
☞ I prodotti seguenti hanno effetti differenti a seconda delle persone. Lo stesso integratore per esempio, può essere efficace per una persona e dare sonnolenza ad un'altra.
☞ Generalmente erbe e integratori sono sicuri ma solo se si rispetta il dosaggio che ho scritto e si seguono le istruzioni riportate sulla confezione.
☞ Evitare di assumere integratori che aumentano la serotonina se già state assumendo psicofarmaci, perché ne potenziano l'effetto e causano effetti collaterali (es. sindrome serotoninergica)
☞ Alcuni prodotti hanno bisogno di un po' di tempo prima di ottenere i primi risultati, anche alcune settimane. Siate costanti e abbiate pazienza.
☞ A volte mi sento dire: "io questo prodotto l'ho provato e non mi ha fatto effetto". Ricordate che l'effetto terapico dipende dalla qualità e dalla quantità di principio attivo. Scegliete marche affidabili e controllate la titolazione dei principi attivi, altrimenti cadrete nell'illusione che i prodotti non siano efficaci.
☞ Questi prodotti non sono la soluzione definitiva alla vostra ansia. Piuttosto, lavorano sinergicamente con il lavoro di psicoterapia o auto-aiuto che dovete affrontare.
☞ Se un prodotto vi causa malessere o peggiora i sintomi, non è adatto a voi e vi consiglio di sospenderlo (basatevi su fatti concreti, non suggestioni).
☞ Se comprate online gli integratori, in alcuni casi c'è un bel risparmio. I prodotti Solgar in UK ad esempio costano esattamente la metà che in Italia. Evitare di comprarli dagli U.S.A. perché di solito vengono fermati in dogana e servono dei certificati medici (e poi si pagano le spese doganali salate).
☞ La diminuzione dell'ansia prodotta dagli integratori ha due effetti importanti: il primo è che sarete più calmi e focalizzati a fare gli esercizi, perciò riuscirete a capirli meglio, il secondo è che se l'ansia va via completamente, andranno via anche i pensieri, perciò non riuscirete a fare gli esercizi di esposizione (diventate quindi dipendenti, perché quando tornano i pensieri non saprete come affrontarsi, se non con delle cose esterne a voi). Tenete conto di questo aspetto.

☞ Gli integratori non modificano la personalità anzi aiutano a liberarla dai condizionamenti dell'ansia, favorendo la riscoperta di sé stessi.
☞ Se decidete di assumere vitamine o integratori per carenze, fate le analisi ogni tanto per verificare che i valori sono rientrati nella norma.



Le ERBE sono un rimedio rapido per abbassare i livelli di ansia e gli effetti somatici ad essa collegati. È ovvio che le erbe sono un rimedio temporaneo, perché il loro effetto è legato al principio attivo, quindi una volta esaurito l'effetto tampone, l'ansia tornerà nuovamente perché i meccanismi che l'hanno generata sono rimasti immutati.
Le erbe e tinture madri vanno acquistate in erboristeria sotto consiglio del farmacista, un consiglio è quello di seguire sempre le istruzioni per non incorrere in sovraddosaggi e perdita di effetto.
Per quest'ultimo problema, consiglio di partire con la dose minima e usarle sempre e solo in caso di estrema necessita, sospendendo dopo 2 settimane di utilizzo continuo per almeno 5 giorni.
Da escludere assolutamente le tisane "rilassanti" da supermercato, che sicuramente hanno pochissimo principio attivo e nessun effetto.
Se vi piacciono le tisane fatevi consigliare dal farmacista e ve ne fate preparare una sul momento, eventualmente una miscela di più erbe.
Tra le erbe utili troviamo:

valeriana: è l'erba principale per l'ansia. Tra le sue proprietà ci sono quelle sedative, quella di favorire il rilassamento e calmare il nervosismo e lo stress. La valeriana ha anche lo straordinario effetto di favorire e migliorare il sonno senza gli effetti collaterali dei sonniferi. I suoi principi attivi vanno a potenziare un neurotrasmettitore, il GABA, che è quello che si occupa dell'eccitabilità del sistema nervoso, iperattivo nei soggetti stressati o ansiosi. Grazie alle sue proprietà, può essere usato in caso di colite, e in tutte i disturbi psicosomatici.
La valeriana può essere acquistata sotto forma di compresse, radici o tintura madre. Le compresse contengono l'estratto secco di radici di valeriana, io personalmente consiglio Nervis della Dr.Giorgini. Diciamo che è la forma più pratica perché si possono portare in borsa, bisogna solo fare attenzione alla quantità di principio attivo presente per scegliere un prodotto di qualità.
La tintura madre non l'ho mai usata, so solo che va diluita nell'acqua però basta leggere le istruzioni.
Il decotto di radici, invece, è efficace però bisogna prepararlo. Si comprano le radici in erboristeria, poi, si portano ad ebollizione circa 5 grammi di radici (due cucchiaini da caffè). Successivamente, si lascia riposare a fuoco spento per 10 minuti, prima di filtrarlo. La dose è per una tazza ed è buona soluzione prima di andare a dormire.
100 grammi di radici costano all'incirca 5€, quindi questa soluzione è molto economica.
Non ha grosse controindicazioni, non bisogna utilizzarla in gravidanza e assieme ad altri farmaci sedativi che potenziano l'effetto (barbiturici e benzodiazepine).

biancospino: si usano le foglie e i caratteristici fiori bianchi per fare infusi e tisane. È la pianta più usata per curare la tachicardia perché è in grado di rallentare il battito cardiaco e sedare gli stati d'ansia, e le eventuali somatizzazioni.
I principi attivi (ipersoide, vitexina) favoriscono la vasodilatazione, cioè abbassano la pressione oltre che migliorare il battito e regolarizzarlo in caso di aritmie ed extrasistoli. L'azione rilassante e sedativa è utile per calmare il nervosismo, riducendo l'agitazione e migliorando il riposo. Utile in caso di insonnia.
Per l'infuso si lascia bollire l'acqua, si versa un cucchiaio raso di miscela di fiori e foglie e si spegne il fuoco. Poi si copre e si lascia in infusione per 10 minuti, prima di filtrarlo. Si beve al momento del bisogno, ad esempio tachicardia, o la sera prima di andare a dormire.
Non ci sono controindicazioni, nessun problema neanche in caso di sovradosaggio.

melissa: è una pianta che odora di limone, molto usate le foglie secche per combattere l'ansia in quanto i principi attivi sedano il sistema nervoso.
Ha un azione rilassante sulla muscolatura, in particolare quella dell'addome, in caso di crampi addominali, colite e colon irritabile. Inoltre, consumata dopo mangiato funziona anche da digestivo. In passato, era usata anche contro la depressione perché gli oli essenziali favorivano il buon umore.
Vi consiglio di coltivarla in un vaso sul balcone perché è ottima anche in cucina.
Per l'infuso si lascia bollire l'acqua, si versa un cucchiaio di foglie secche. Poi si copre e si lascia in infusione per 10 minuti, prima di filtrarlo. Si bevono fino a 4 volte al giorno, soprattutto durante il ciclo per alleviare i sintomi e le tensioni ad essa connesse. Ha un azione calmante ma non provoca sonnolenza, quindi va bene anche di giorno.
Non ci sono controindicazioni particolari, è da evitare in gravidanza e in caso di ipotiroidismo.

passiflora è chiamata anche "frutto della passione" perché il fiore somiglia alla corona di spine. Si usa principalmente il fiore ed è una delle piante più utilizzate sia per l'ansia nervosa (angoscia, nervosismo, stress, palpitazioni) sia per rilassare la muscolatura e favorire il sonno.
I principi attivi hanno un'attività simile alle benzodiazepine, favoriscono quindi un sonno fisiologico ma senza lo stordimento e l'assuefazione delle medicine.
Di solito, si usano le gocce di tintura madre, 20-30 gocce diluite con acqua al bisogno oppure le compresse di estratto secco. Se si preferisce la tisana, di solito viene mescolata ad altre erbe per potenziarne l'effetto: si lasciano in infusione 10-15 grammi di fiori in acqua bollente, poi si filtra e si beve mezz'ora prima di andare a letto. Se usata di giorno non provoca sonnolenza.
La passiflora è un prodotto sicuro, non presenta assolutamente controindicazioni ma è preferibile evitarla in gravidanza.

griffonia: è una pianta africana appartenente alla famiglia delle leguminose. I semi sono ricchi di 5-HTP che è un precursore della serotonina, un neurotrasmettitore che serve per abbassare il livello di ansia, migliorare il tono dell'umore e influenzare la qualità del sonno. È consigliata, sia nei disturbi d'ansia, sia nelle depressioni moderate e anche nella fibromialgia. In erboristeria è venduta come estratto secco titolato, sotto forma di capsule. La griffonia è molto efficace; alcuni studi hanno dimostrato che i benefici sono paragonabili a quelli degli psicofarmaci, senza effetti collaterali degni di nota. La posologia da seguire è quella di 100mg da una a due volte al giorno, possibilmente a stomaco vuoto, mentre per gli effetti richiede almeno tre/quattro settimane. Bisogna evitare assolutamente di assumerla se si prendono psicofarmaci perché ne potenzia l'effetto, non va bene neanche in gravidanza.

camomilla: è una pianta annule di cui si usano i capolini, cioè le estremità fiorite senza i petali. È sempre stata considerata una pianta medicinale, gli Egizi la usavano per curare nevralgie e artrite mentre nel Medioevo era usata come tonico contro la stanchezza. Contrariamente alle credenze popolari, la camomilla è solo blandamente sedativa. La sua funzione principale è quella di essere un miorilassante e antispasmodico, cioè utile in caso di spasmi muscolari, dolori mestruali, tensione, crampi. Il nome scientifico, Matricaria, deriva dal latino "matrix" che significa utero, ad indicare il suo potere calmante nei dolori mestruali.
I principi attivi favoriscono la digestione e migliorano la motilità intestinale, contrastando la formazione di gas intestinali.
Per l'infuso si fa bollire una tazza d'acqua, poi si spegne e si mette in infusione un cucchiaio di fiori di camomilla. Trascorsi non più di 5 minuti, si filtra e si beve mezz'ora prima di dormire.
Evitate le bustine, comprate i fiori in erboristeria.
Ad uso esterno, potete creare degli impacchi con garza imbevuta di infuso da applicare sugli occhi stanchi e arrossati, se non avete dormito. PSICO ehsi.gif

tiglio: è un albero molto longevo e sacro per i popoli germanici. Si usano i fiori e le brattee, ossia le foglie terminali, che sono profumatissimi e vengono raccolti a giugno e luglio. Combatte l'insonnia, la tachicardia e il mal di testa dovuti all'ansia e allo stress. Anche l'alburno, cioè la corteccia più esterna, ha proprietà terapeutiche. Il tiglio presenta inoltre un'azione vasodilatatrice, utile per l'ipertensione. La Tiliacina, il suo principio attivo, è quello responsabile dell'effetto ansiolitico. Per la tisana, si procederà mettendo in infusione un cucchiaino di fiori e foglie, si lascerà per 10 minuti prima di filtrare e bere. Per una maggiore efficacia bisogna bere almeno 2/3 tisane di tiglio preparate in questo modo. Ancora meglio se mescolato con la passiflora e un po' di miele.

escolzia: è una pianta originaria del Nord America dal fiore di colore arancione che ricorda il papavero. È ricca di alcaloidi che migliorano la qualità del sonno, aumenta la quantità di melatonina endogena e diminuisce i tempi di addormentamento. È uno dei rimedi più efficaci per prendere sonno, può sostituire benissimo i sonniferi. Inoltre, diminuisce la frequenza e la durata dei risvegli notturni.
Si usa la tintura madre (30 gocce), oppure l'infuso da prendere mezz'ora prima di andare a letto. È una pianta con poche controindicazioni.
La cosa importante da ricordare è di fare le pause per non assuefarsi e far perdere l'effetto. Magari usarla una o due settimane, vedere come funziona, e poi sospendere per un po' di giorni.

iperico: chiamata anche Erba di San Giovanni, è un pianta perenne dal fiore giallo che si trova lungo i margini delle strade, molto bello. Ha il soprannome di "perforatum" dato che le foglie in controluce sembrano bucherellate. Sulle foglie e sui petali sono presenti delle macchie scure che se schiacciate con le dita, le colorano di rosso. Da questa parte, si ricava il principio attivo che è l'ipericina, che è uno dei migliori antidepressivi naturali. L'effetto principale è sulla depressione, di conseguenza migliorando l'umore diminuisce anche l'ansia, ma solo come conseguenza.
In Germania è largamente utilizzata da circa 20 milioni di persone ogni giorno.
Si utilizza principalmente in compresse di estratto secco da 300 mg standardizzato allo 0,3% di ipericina, da una a tre volte al giorno, partire sempre con le dosi più basse (questo vale per qualsiasi integratore).
È molto sicura, ha pochi effetti collaterali, molti meno di quelli dell'aspirina per farvi un esempio.
Non deve essere utilizzata se si utilizzano già gli psicofarmaci, altrimenti si potenzia l'effetto ed aumentano gli effetti collaterali.
Non va bene neanche in gravidanza e allattamento.
È una pianta che rende fotosensibile la pelle, ciò significa che durante l'uso è meglio evitare l'esposizione prolungata al sole.

rodiola: è una pianta perenne dei climi freddi, si trova nelle distese della Siberia e riesce a resistere a temperature molto basse, sopravvivendo in condizioni veramente proibitive.
Per molti secoli è stata utilizzata dagli imperatori cinesi, che organizzavano spedizioni per reperirla. È una pianta adattogena, che si usa nelle condizioni di stress psico-fisico per migliorare la tolleranza da parte dell'organismo.
Normalmente, succede che gli ansiosi o gli stati prolungati di stress impoveriscono la persona, demotivandola, rendendola più ansiosa, depressa, apatica, questo succede perché l'organismo produce il cortisolo, l'ormone dello stress che blocca gli ormoni del buon umore, detto in parole semplici.
Gli uomini si ritroveranno con un calo di dopamina e testosterone, le donne con un calo di estrogeni e ciclo irregolare; con tutte le loro conseguenze.
Tra le proprietà c'è quella di abbassare il cortisolo e i suoi effetti nocivi, diminuire la fame nervosa e la massa grassa.
A differenza delle altre piante adattogene, come il ginseng, l'eleuterococco o schizandra, la rodiola è ricca di rosavina, un composto che funziona come gli antidepressivi MAO.
L'aumento di dopamina e serotonina vi renderà più concentrati, focalizzati sugli obiettivi e aumenterà la memoria; ecco perché è utilissima per chi fa lavori stressanti o è impegnato con lo studio.
I livelli di dopamina sono legati alla motivazione, al desiderio sessuale e alla voglia di fare.
Forse l'effetto che più interessa qui è quello di abbassare il livello di ansia, insonnia e irritabilità dato che si comporta come un antidepressivi, senza però gli effetti collaterali.
Un integratore di buona qualità conterrà un estratto secco ad almeno il 3% di rosavina; in tal caso si prendono dai 250mg ai 750mg di estratto secco (da 1 a 3 capsule).
Tra i prodotti c'è Fitorodiola della Solgar (30€ per 60 pastiglie), ma potete scegliere qualsiasi altra marca nota, l'importante è controllare la titolazione.
Per ogni prodotto c'è sempre una sensibilità individuale, quindi può bastare anche una pastiglia se vi sentite bene, l'importante è partire con la dose minore.
La regola per ogni integratore è raggiungere lo scopo voluto con la minima quantità richiesta.
Gli effetti sono progressivi nel tempo, ma i primi risultati dovrebbero arrivare nel giro di una settimana.
È un pianta sicura, però è da evitare se si prendono gli psicofarmaci, dato che farebbe interazione e potenzierebbe l'effetto.
Per utilizzarla al meglio, si fa un ciclo di un mese seguito da 2 settimane di sospensione, per poi riprendere (la pausa è necessaria per non abituare il corpo).

withania: anche chiamata Ashwagandha o ginseng indiano, è un rimedio utile per l'ansia molto usato nella medicina indiana.
È un arbusto che cresce sull'Himalaya, che produce dei frutti rossi simili a ciliegie.
La parte utilizzata è la radice, che può essere acquistata sia per fare i decotti, sia polverizzata in capsule (in Italia penso si trovi solo quest'ultima).
I principi attivi sono i withanolidi che favoriscono il rilassamento, agendo sul neurotrasmettitore GABA, spesso carente nei disturbi d'ansia e panico.
È una pianta adattogena utile per le persone affette da stress cronico, che a lungo andare porta ad apatia, affaticamento e depressione.
Induce alla calma nelle situazioni in cui i pensieri fanno venire ansia (stare da soli, avere troppe cose da fare).
È anche immunostimolante, aumenta cioè la resistenza all'influenza, abbassa il colesterolo e modula gli sbalzi ormonali, migliorando anche la sessualità.
Un altro effetto è che abbassa la glicemia, quindi aiuta in casi di fame nervosa.
Il suo nome completo "withania somnifera" suggerisce l'effetto sedativo-ipnotico, infatti è molto utile in caso di insonnia producendo un sonno profondo e ristoratore.
È sicura e priva di effetti collaterali, anche nel lungo periodo; un uso intelligente potrebbe essere quello di fare due giorni di pausa ogni cinque di utilizzo.
Se la valeriana va bene utilizzarla nei momenti di ansia acuta, la withania può essere su un'ansia cronica di sottofondo.
Gli effetti dovrebbero sentirsi già dalle prime assunzioni.
Come al solito, la raccomandazione è quella di rispettare le dosi, evitare l'uso in gravidanza e non usarlo con altri farmaci ansiolitici (es. Xanax).
È un rimedio veramente efficace che non deve mai mancare in casa, ma in Italia è poco diffuso.
L'unico che sono riuscito a trovare è Fitowithania della Solgar.



Le TINTURE MADRI possono essere usate in sostituzione delle erbe, si tratta di estratti idroalcolici (acqua e alcool) che contengono il principio attivo, sono quindi concentrati.
Di solito la concentrazione è indicata con un rapporto, ad esempio 1:3 che significa 1 parte di pianta fresca posta a macerare in 3 parti di solvente.
Potete comprarle in erboristeria, la posologia è indicata sulla confezione, in alternativa ve la fate indicare dall'erborista.
In commercio si trovano anche le tinture officinali o classiche, che sono prodotte a partire dalla pianta essiccata e non fresca.





Il MIELE lo uso spesso per dolcificare al posto dello zucchero.
Di certo non credo sia un rimedio risolutivo, ma dato che è naturale e male non fa, lo potete usare per dolcificare le tisane. Ottimo anche con il latte caldo prima di andare a dormire, per favorire il sonno.
L'unico consiglio che vi do è quello di comprare miele italiano dato che è uno dei migliori per qualità e sapore.
Da evitare per bambini al di sotto dei 12 mesi di età per rischio di botulismo (raro, ma meglio evitare) e coliche.
Tra i mieli migliori per l'ansia c'è il miele di Tiglio, di colore giallo pallido, sapore aromatico, consistenza pastosa, serve in caso di insonnia e come calmante per il sistema nervoso (la provenienza migliore è quella di Piemonte, Trentino e Veneto).
L'altra varietà utile è il miele di Arancio, di colore giallo paglierino, sapore fruttato e consistenza pastosa, viene usato come sedativo nelle persone ansiose, nell'emicrania, tensione nervosa e palpitazioni.
D'estate è dissetante se sciolto nel tè freddo e succo di limone. Un'altro nome di questo miele è miele di zagara, anche se per zagara si intendono i fiori degli agrumi in generale (la provenienza migliore è quella di Calabria, Basilicata e Sicilia).





I GEMMODERIVATI sono dei macerati glicerici (acqua, alcol e glicerina) di parti embrionali delle piante, cioè le gemme, i giovani getti e i boccioli.
Queste parti vengono raccolte in inverno, durante il periodo balsamico, cioè quando i principi attivi sono al massimo delle loro potenzialità.
Sinceramente non li ho mai usati ma per chi volesse provare, vengono usati in fitoterapia e omeopatia, li trovate in erboristeria.
Si usano diluiti con un po' di acqua al momento del bisogno, ovviamente le dosi che ho scritto sono indicative, meglio seguire le istruzioni sulla confezione.
Normalmente, comunque, non ci sono rischi di sovraddosaggio, la cosa positiva è che possono essere usati senza problemi anche in gravidanza (solo quelli che ho indicato sotto).
Quelli usati per l'ansia sono i seguenti:
tilia tormentosa: ovvero il tiglio, in formulazione gemmoderivato. Si utilizza per la sua azione calmante e rilassante, in caso di tensione nervosa e insonnia (in quest'ultimo caso non influisce direttamente sul sonno ma sull'ansia che vi impedisce di addormentavi, quindi di giorno non da sonnolenza). Si usano 30-50 gocce, tre volte al giorno, al mattino, dopo pranzo e prima di andare a dormire.
ficus carica: è il nome della pianta di fico. Il gemmoderivato di questa piana agisce da neurorilassante, in particolare per la somatizzazioni d'ansia che prende lo stomaco. Cura le gastriti, aiuta la digestione lenta e, regolando la produzione di succo gastrico, favorisce la cura di ulcere e allevia il bruciore. Utile anche in caso di coliti dovute all'ansia. Si usa a cicli di due mesi (primavera e autunno), circa 40 gocce tre volte al giorno, mezz'ora prima dei pasti. Oltre al gemmoderivato, chi soffre di disturbi gastrici può far sobbollire un fico secco per 10 minuti in una tazza d'acqua e poi berne il contenuto una volta raffreddato. Il ficus può essere usato in abbinamento al gemmoderivato di ribes nigrum che svolge un'azione protettiva per la mucosa dello stomaco.





Gli INTEGRATORI, come le erbe, sono molto utili per migliorare l'umore e abbassare il livello di ansia, ma la psicoterapia resta fondamentale per l'approccio a questo problema.
Naturalmente, abbassando il livello d'ansia è molto più semplice affrontare la giornata ed evitare di soffermarsi sui pensieri ansiosi, che saranno molti meno.
Occorre fare solo un po' di attenzione perché, rispetto alle erbe, gli integratori contengono l'estratto secco concentrato (gli integratori seri), quindi è più facile il sovradosaggio.
Se si seguono le istruzioni non ci sono controindicazioni, bisogna fare attenzione alle interazioni con altri farmaci e ricordarsi di non usarli se già si usano psicofarmaci.
Come per le erbe, cercate di usare gli integratori per l'ansia solo in caso di estremo bisogno, sospenderli dopo 2 settimane di utilizzo per qualche giorno in modo da evitare la tolleranza e la perdita di efficacia.

Valeriana della Solgar: è un integratore di valeriana, serve per gli stati d'ansia acuti e per favorire il sonno. Sono 100 pastiglie per 18€ circa

Nervis Dr. Giorgini: è l'alternativa alla Solgar, è molto efficace per l'ansia e oltre alla valeriana contiene anche passiflora, melissa, issopo, tiglio, camomilla e molto altro. Io l'ho usata per l'ansia acuta ma fa anche dormire meglio. Sulla confezione c'è scritto di prendere 6 pastiglie al giorno ma già con due si nota molto l'effetto. Con 6 penso che ci addormenti un cavallo. Costa circa 22€, sostituisce benissimo un ansiolitico.

Teanina: è uno degli ingredienti del tè verde, da non confondere con la teina (caffeina). Induce la calma, favorendo uno stato di concentrazione e serenità. Se bevete tè verde di buona qualità noterete che circa dieci minuti dopo vi sentirete in uno stato di concentrazione e motivazione, l'integratore crea lo stesso effetto in misura maggiore (sono circa 40 tazze di tè in una compressa).
Si è notato che la teatina stimola la produzione di onde alfa nel cervello, le stesse prodotti in stati di veglia rilassata e della meditazione Zen.
È anche utile per stabilizzare l'umore, in caso di stress lavorativo e affaticamento.
Ha funzioni opposte a quelle della caffeina.
Gli effetti si sentono dopo circa 30 minuti dall'assunzione e possono durare anche 8-10 ore.
Se posso consigliarvi, prendete un integratore con una buona dose, sono ottimi quelli da 100mg di Teanina.

Amino Relax: è un una miscela di estratti di Griffonia, Valeriana, Magnesio e Vitamina B6. Grazie al contenuto standardizzato di Triptofano che è un precursore della serotonina, si ha un miglioramento dell'umore, una regolazione dell'appetito e una riduzione dell'ansia. Inoltre la valeriana e il magnesio aiutano nella regolazione del sonno.
L'ho usato e lo usa tutt'ora, prima mi svegliavo spesso la notte ora riesco a dormire bene e in maniera soddisfacente, sono anche più positivo e concentrato rispetto a prima. Ho eliminato anche l'effetto di ovattamento dovuto sempre all'ansia.
I risultati si ottengono a poco a poco, servono almeno due mesi di uso continuato prima di ottenere risultati.
Va preso a stomaco vuoto, meglio se con un piccolo snack, un frutto o succo di frutta (si assorbe meglio con i carboidrati semplici).
Va preso con continuità, non ha infatti perdita di effetto.
Il costo è di circa 23€ per 30 compresse. Un'alternativa potrebbe essere acquistare un integratore a base di Griffonia, (leggere più sopra la sezione erbe).

Tirosina è un aminoacido che funge da precursore della dopamina, un neurotrasmettitore basso nei soggetti stressati o depressi. La trovo veramente utile per chi non riesce ad affrontare la giornata, oppure se dovete studiare ma vi mancano le energie. È un prodotto completamente naturale, infatti, lo trovate anche nei cibi come pesce, pollo, tacchino, mandorle, banane ma in quantità minori rispetto alle pastiglie. Un'integratore che sto usando è Stresstop sempre della Dr. Giorgini a base di Tirosina e altre erbe, è molto caro ma dà un sacco di motivazione e funziona, bastano poche ore che sei di nuovo sveglio e carico per fare qualsiasi cosa.
L'eccesso di tirosina, circa 1000mg o più, può provocare mal di testa.
È sconsigliato in soggetti con ipertiroidismo o ipotiroidismo (quelli che prendono farmaci), poiché tende a stimolare la tiroide, oppure chi prende i farmaci MAO per la depressione.

Melatonina Classic Dr. Giorgini: è un integratore che serve per regolare e migliorare il sonno, vi indico questo perché è veramente eccezionale. Contiene anche altre erbe (escolzia, camomilla, passiflora, melissa, biancoscpino). La melatonina è un'ormone prodotto dall'epifisi, che si occupa del ritmo sonno/veglia, regolandolo in quelle persone che hanno uno sfasamento del ciclo di secrezione di melatonina. Questa viene prodotta al calare della sera come sedativo per informare l'organismo che è buio ed è giunto il momento di andare a dormire. Bisogna fare una precisazione, la melatonina è efficace per quelle persone che fanno fatica a prendere sonno ma che poi dormono fino al mattino, un po' meno per quelle che hanno risvegli notturni, però tentare non costa nulla (beh un po' sì dai PSICO D.gif ).
Nella confezione ci sono 75 compresse per un costo di 12€ circa. In alternativa c'è anche Pineal Notte, però è carissimo e secondo me non raggiunge la stessa qualità. Un'altra opzione è l'escolzia (leggere più sopra la sezione erbe).

Magnesio: il magnesio è uno degli integratori essenziali per chi è ansioso, infatti queste persone sono di solito carenti. La carenza si manifesta con irritabilità, nervoso, ansia e sbalzi di umore.
Questo elemento è viene utilizzato nell'organismo in moltissime reazioni dell'organismo, non ve le elenco tutte altrimenti facciamo notte. PSICO-green.gif
Sappiate che previene diverse malattie degenerative causate dallo stress, disturbi cardiovascolari, disturbi nervosi, disturbi mestruali.
Se avete difficoltà a muovervi, in caso di rigidità e fascicolazioni, il magnesio migliora la conducibilità degli impulsi muscolari.
Utile anche per il cuore, secondo uno studio Giapponese, integrare il magnesio abbassa le probabilità di infarto cardiaco; inoltre, per chi soffre di extrasistole e palpitazioni la carenza di magnesio è spesso una delle cause.
Se avete mal di testa o soffrite di emicrania, il magnesio vi aiuterà moltissimo ed è una cura naturale molto valida per prevenirle e curarle: secondo alcuni studi, l'emicrania è dovuta alla mancanza di magnesio.
È stato il primo integratore che ho utilizzato, mi ricordo che arrivavo la sera ed ero stanco, irritabile al massimo ed ero sempre in apprensione.
Prima avevo attacchi di panico, impulsi, sembravano quasi allucinazioni, fobie, ho iniziato a stare meglio quasi da subito.
Il magnesio che consiglio è il magnesio cloruro o in alternativa il magnesio citrato (che viene trasformato in cloruro dagli acidi dello stomaco), perchè sono i più facilmente assorbili dall'organismo.
Di solito in commercio si trovano quelli a base di ossido di magnesio, non sono molto validi secondo me.
Tra quelli che consiglio c'è Oligo Mag Citrato della Solgar (18€ per 60 compresse), oppure quello in polvere da comprare in erboristeria, forse meno pratico della pastiglia ma di sicuro risparmio.
Dato che il calcio e per essere assorbito ha bisogno del magnesio, consiglio alle donne con problemi di osteoporosi di integrare questo elemento, magari in un integratore che li contenga entrambi, ce ne sono diversi in commercio.
Nelle diete moderne, il magnesio è uno degli elementi spesso carente, gli alimenti più ricchi sono le mandorle e frutta secca, legumi, cioccolata fondente, carciofi, fichi, riso, direi che potete iniziare a cucinare così iniziate a mangiare sano.
Chi fa una dieta a base di latticini, chi è stressato, chi ha problemi di colon, chi ha spesso crampi o rigidità muscolare, chi è irritabile ha buone probabilità di avere bassi livelli di magnesio.
La dosa giornaliera è di circa 400mg, direi che potete integrarne circa la metà, così il resto lo assorbite con la dieta.
Comunque, se ne prendete di più non ha controindicazioni. PSICO wink.png
Se questa formula vi crea problemi intestinali, anche il magnesio chetato ha un ottimo assorbimento e non dà problemi lassativi.

Vitamina D: spesso capita che l'umore depresso sia la causa dell'ansia (uno squilibrio chimico).
Partiamo da un concetto molto semplice: se un meccanismo si inceppa, buona parte dei restanti processi viene alterata.
Ragionando a livello biologico, per esempio, una carenza di vitamina D porta a una carenza di serotonina, dopamina e norepinefrina.
Una sua carenza è legata a depressione, stati ansiosi, irritabilità, stanchezza e insonnia.
Ci sono 2 tipi principali di vitamina D:
D2 contenuta negli alimenti vegetali, per esempio i funghi
D3 contenuto nel pesce grassi, per esempio merluzzo, salmone, nelle uova, nel fegato. È anche la formula presente negli integratori.
La vitamina D viene prodotta anche con l'esposizione al sole, ecco perché bastano 15 giorni di esposizione al giorno; a patto che esponiate braccia e gambe e che il sole sia forte (d'estate per esempio).
Tra gli altri benefici, la vitamina D migliora il sistema immunitario ed è necessario per fissare il calcio nelle ossa.
Dagli studi si è dimostrato efficace per prevenire il cancro al seno e alla prostata.
Se integrate la vitamina D è importante assumere anche il magnesio, perché è fondamentale per renderla attiva nel nostro organismo.
Anche lo stress o stili di vita poco salutari portano a problemi, ecco perché bisognerebbe partire sempre con delle analisi del sangue per ogni tipo di problema psicologico.
In mancanza degli esami, il mio consiglio è quello di fare delle prove dal momento che le portano solo benefici e nessuna controindicazione.
La razione giornaliera è di 2000 U.I., mentre il tempo necessario per recuperare varia dal grado di carenza, di solito servono 2 o 3 mesi.
Per le vitamine, vi consiglio sempre di provare le forme sublinguali (da mettere sotto la lingua), perché si assorbono meglio.

Inositolo: viene spesso definita con nome di vitamina B7, anche se non è propriamente una vitamina.
È presente nei cibi, soprattutto nei fagioli e nella frutta come meloni e uva.
È una sostanza che viene anche prodotta naturalmente dall'organismo ma lo stress, l'uso continuo di caffè, antibiotici o diuretici, né provoca l'impoverimento.
Se siete affetti da eczema, avete problemi agli occhi, caduta di capelli o colesterolo alto, ciò può essere dovuto ad una carenza di inositolo.
Secondo molti studi è dimostrato scientificamente che l'inositolo ha effetti superiori ai farmaci nella cura di attacchi di panico e disturbi ossessivi.
La dose giornaliera è di 1000 mg al giorno, anche se per i disturbi d'ansia la dose terapeutica è di circa 18 grammi.
È una sostanza priva di effetti collaterali, ha un sapore dolce (è un parente del glucosio), non si accumula nell'organismo anzi serve per depurarlo.
Preferite la formula in polvere da sciogliere nell'acqua; deve essere puro al 100% e naturale, così risparmierete (magari compratelo all'estero).
Il mio consiglio è di usarne dai 3 ai 5 grammi, tanto i benefici ci sono lo stesso.
L'unico effetto collaterale è che ad alte dosi è lassativo e provoca diarrea.
Può essere assunto anche da chi prende già psicofarmaci.




Gli OLII ESSENZIALI sono essenze che vengono estratte dai fiori e foglie attraverso la distillazione o per spremitura.
Possono essere considerate "l'anima delle piante" dato che sono l'estratto delle loro sostanze volatili.
Con le loro proprietà, riequilibrano la salute mentale e fisica.
Gli odori stimolano direttamente la corteccia celebrale, dopo essere stati trasformati in segnali dalle cellule olfattive del naso. Ecco perché i profumi sono in grado di risvegliare i ricordi e le esperienze vissute in modo molto intenso.
Sono sostanze oleose che non si sciolgono in acqua, che però impregnano di aroma, ma in sostanze grasse come le creme.
I migliori sono quelli ottenuti con spremitura a freddo e in massima purezza.
Si utilizzano sia ad uso interno, sia esterno in massaggi o per deodorare l'ambiente attraverso i diffusori.
Alcuni olii sono irritanti, perciò devono essere diluiti in olio di mandorle prima di essere usati per massaggi (c'è tutto scritto sulla confezione comunque).
Si comprano in erboristeria, eventualmente fatevi consigliare.
Io non li ho mai usati per l'ansia, di solito uso quelli della Vegetal Progress, però li uso per i dolci. PSICO gnam.gif
Vi ricordo di controllare che sulla confezione ci sia la dicitura "ad uso alimentare" se volete utilizzarlo ad uso interno.
Quelli usati per l'ansia sono i seguenti:
lavanda: è l'olio più usato in caso di ansia e irrequietezza, poiché ha la capacità di rilassare l'organismo. L'aroma della lavanda calma lo stato di stress, donando una sensazione di equilibrio e pace interiore. Ha un'azione riequilibrante e sedativa del sistema nervoso centrale. È ottimo contro il mal di testa provocato dalla tensione, basta strofinare due gocce sulle tempie per ottenere sollievo. Si può usare aggiungendo 5 gocce di olio essenziale prima di fare un bagno rilassante. Se il problema è l'insonnia, si può mettere qualche goccia su un fazzoletto di stoffa da tenere vicino al cuscino durante le ore notturne. Per i dolori mestruali, si può diluire con dell'olio e massaggiare la parte interessata. È ottimo anche per allontanare le zanzare.
melissa: l'olio essenziale di melissa è utile nei disturbi di origine nervosa, insonnia e dolori mestruali. Generalmente si prendono 2/3 gocce di olio essenziale sciolte con po' di miele.
arancio dolce: ha un effetto ipnotico e calmante, perciò è utile per il nervosismo, ansia, irritabilità e stress. Con il suo odore sprigiona energia e vitalità che alleviano l'ansia e riequilibrano la mente, rendendo positivi. Potete mettere 2 gocce sui polsi, massaggiarli uno contro l'altro mentre alzate le braccia per annusare l'odore sprigionato. Un alternativa può essere un bagno rilassante, mettendo qualche goccia nell'acqua. Una nota importante: se viene applicato sulla pelle, bisogna evitare l'esposizione al sole dato che rende la pelle fotosensibile.
vaniglia: si ricava dalla resina dei baccelli fermentati ed essiccati. Non ha proprietà anti-ansia ma dona una sensazione di benessere e può aiutare nelle depressioni. Se mescolato con l'olio di germe di grano può servire per lunghi massaggi rilassanti.
cannella: è un'olio estratto dalla corteccia della pianta, funziona da energizzante. Aiuta a riscaldare l'animo da paura, solitudine e depressione, soprattutto in inverno con il suo aroma caldo e speziato. Potete utilizzarlo diluito in olio per massaggi sul plesso solare. Quando l'acquistate badate che sia cannella regina o cannella di Ceylon, perché è l'unica con queste proprietà.





L'ESERCIZIO FISICO è uno dei migliori rimedi per ansia e depressione. Non è necessario alzare pesi o correre, basta anche una camminata di 30 minuti al giorno per migliorare l'umore e ridurre l'ansia. Camminare e muoversi permette di scaricare le energie interne che spesso rimangono concentrate e si manifestano con somatizzazioni; il risultato è una maggiore rilassatezza e una migliore capacità di dormire.
Un altro risultato importante è quello di slegarsi dalla realtà della mente: l'ansioso si dimentica della dimensione pratica, perso nei suoi pensieri e nella mente che lavora ininterrottamente.
Non sottovalutate questo aspetto, perché la sedentarietà e lo stress lavorativo portano all'accumulo di tensione che ha bisogno di essere liberata.
Numerosi sono gli studi scientifici che hanno dimostrato i benefici dell'esercizio fisico sulla mente: la produzione di endorfine migliora i disturbi depressivi.
Inoltre, sarete in grado di resistere meglio agli eccessi di adrenalina, dato che la userete in maniera naturale e non la accumulerete sotto forma di ansia.
Purtroppo l'uomo moderno è intrappolato nella routine lavorativa e negli schemi che lo costringono ad una vita piuttosto razionale, recuperare quella dimensione di libertà è sicuramente benefico.
L'importante nel praticare l'attività fisica è di farlo gradatamente e senza esagerare.
Inoltre, l'esposizione al sole favorisce la produzione di vitamina D; bassi livelli di questa vitamina aumentano il rischio di ammalarsi di depressione.





Un'altra attività molto utile è lo YOGA o la MEDITAZIONE, chi soffre di ansia ha molte difficoltà a trovare un'utilità in queste discipline ma vi assicuro che nel lungo periodo saranno di eccezionale aiuto per sviluppare la propria interiorità, ritrovare se stessi, migliorare l'introspezione e superare i propri blocchi. Meglio iscriversi ad un corso serio, piuttosto che il fai da te.
Vari studi scientifici hanno dimostrato l'efficacia della meditazione e di alcune tecniche di respirazione nella riduzione dell'ansia e della depressione, in particolare sembra essere particolarmente efficace la TERAPIA SKY.
Per le informazioni su questa terapia, potete visitare questo link--> http://psyco.forumfree.org/index.php?&showtopic=38209
In alternativa, potete fare un corso di pilates, così oltre all'ansia migliorate anche la postura e la sintonia con il vostro corpo, oltre che tonificare i muscoli.





La MEDICINA CINESE propone di massaggiare dei punti precisi del corpo per alleviare lo stato d'ansia, secondo la tecnica della digitopressione:
•il primo punto di trova tra le due sopracciglia, premere questo punto con l'indice per 5 minuti esercitando una moderata pressione, sarà di beneficio per l'ansia.
•il secondo punto si trova sul palmo della mano, con il pollice della mano sinistra massaggiare con movimento circolare il centro palmo della mano destra per 2 minuti. Ripetere l'operazione cambiando mano.





L'INSONNIA è una dei fattori che contribuisce ad essere ansiosi.
Non dormire bene è un problema perché il giorno dopo ci sveglieremo con la sensazione di essere stanchi, di non aver avuto un sonno ristoratore.
Saremo irritabili, ansiosi e non riusciremo a concentrarci bene durante la giornata.
È un ciclo che si rafforza giorno dopo giorno.
Secondo i dati, le persone che soffrono di insonnia hanno molte più probabilità di sviluppare una depressione nel corso della vita.
Inoltre, non dormire sviluppa nuovi interrogativi ansiosi: "Perché non riesco a dormire?", "Stasera non prenderò nuovamente sonno…", "Sono tormentata da quell'incubo, sicuramente significa qualcosa".
Tra le note negative, si aggiunge anche una tendenza ad ingrassare, dato che durante il sonno profondo viene rilasciata la leptina, un ormone che provoca sazietà. Durante il giorno avrete una fame nervosa e una scarsa resistenza alle tentazioni.

L'insonnia può essere di tre tipi (che possono anche essere combinati):
Iniziale: è quella in cui avete difficoltà ad addormentarvi appena andate a letto, ma poi quando prendete sonno non ci sono problemi.
Centrale: caratterizzata da continui risvegli notturni
Terminale: quando ci si risveglia prima del dovuto e non riesce più a prendere sonno
L'insonnia è un sintomo, può essere il campanello di allarme di uno stato ansioso o di una depressione, o semplicemente di una mente troppo presa da impegni.
Ricordiamo che l'insonnia non è una malattia ma sintomo di un disagio fisico o psicologico, quindi il rimedio migliore è quello di capire la causa reale e intervenire su quella.
Generalmente, i metodi naturali sono i migliori perché nel complesso migliorano l'equilibrio dell'organismo, mentre le medicine fungono solo da tampone.
Inoltre, non sempre è necessario ricorrere ad integratori, a volte la causa è molto più banale, coma ad esempio un pasto eccessivo o sbagliato di sera, oppure un'ambiente non molto confortevole.
Se è prolungata nel tempo c'è una causa di fondo che va risolta, magari la trascinate da molto tempo.

Ci sono varie tipologie di persone che soffrono di insonnia:
Rabbioso: è una persona che ha dei rancori che non riesce a lasciar andare. Così la notte pensa ai torti subiti, non riesce a fregarsene, oppure è una persona che lascia sempre correre e sopporta, accumulando rabbia che si presenta quando dovrebbe essere sereno.
Ansioso: è la persona che ha paura, paura di qualcosa che crede reale e non riesce a lasciar andare. Questa paura è dentro di lui, ecco allora che le paure si accumulano e i suoi atteggiamenti di rassicurazione e compulsione non fanno altro che girare attorno ad un problema che sembra non risolversi mai. La paura produce ansia, e dato che a far paura sono i pensieri, sarà una paura sempre presente, a maggior ragione quando arriva il momento di andare a letto. L'ansia si manifesta con una morsa allo stomaco, con la sensazione che qualcosa di negativo potrebbe capitare ma non si sa cosa. Il buio, poi, è il momento delle incognite; se si vuole riempirlo con razionalità perde la sua funzione onirica. La notte porta consigli, ma non per gli ansiosi. Sono frequenti gli incubi e i risvegli continui dovuti sempre a questa tensione; ricordiamo che i sogni non hanno alcun valore reale, sono delle creazioni di fantasia. Però, per l'ansioso diventano motivo di analisi, e l'ansia continua ad accumularsi…e diventa difficile addormentarsi e staccarsi da pensieri angoscianti.
Iperattivo: sono quelle persone insoddisfatte della vita, vorrebbero sempre di più, vorrebbero colmare tutto il tempo che hanno per fare quante più cose possibili. Sono perfezionisti, hanno grosse aspettative e mete elevate ma si dimenticano spesso di loro stessi, cioè di quella dimensione emozionale che cercano di controllare. Per questo non riescono mai a staccare la spina, anche a letto pensano già a cosa devono fare il giorno successivo, la mente ha sempre qualcosa su cui ragionare e non riescono mai farla smettere. Si ha un accumulo di tensioni che è difficile scaricare quando si va a dormire.
Altruista: come gli iperattivi, l'altruista non riesce a dire di no e si occupa sempre dei problemi degli altri, forse fin troppo. Questo superlavoro comporta stress e sacrifici che a lungo andare possono provocare problemi.
Depresso: può essere il risultato di una delle altre personalità oppure una persona a se stante. Ci sono vari tipi di depressione, dovuta anche a malattie organiche, ma qui vorrei soffermarmi solo su coloro che soffrono di ansia o sono stressati. Logicamente, i conflitti irrisolti e un'atteggiamento rigido portano a lungo andare ad una fase di esaurimento, cioè uno stato in cui la mente non riesce più a gestire ansia e stress. In questa situazione, può instaurarsi una carenza cronica di neurotrasmettitori e di magnesio di cui l'insonnia può essere uno dei sintomi.
A fianco a queste tipologie di persone, ci sono anche quelle che per lavoro viaggiano per il mondo. Se queste persone soffrono di insonnia, è molto probabile che sia causato dal jet lag, ossia da una sfasatura dei ritmi circadiani. In questo caso, l'insonnia sarà di tipo iniziale, cioè non si riesce a prendere sonno ma quando si inizia a dormire ci si sveglia al mattino.
Questo perché, essendo abituati ad un fuso orario diverso, la produzione di melatonina (ormone del sonno) avverrà in un momento in cui non bisogna andare a dormire. In questo caso è utile prendere la melatonina, mezz'ora prima di andare a dormire. Bisogna usarla con costanza e in nessun caso cambiare il momento in cui assumerla, neanche se si lavora di notte.
Quindi, sempre alla stessa ora.
Anche chi sta troppo al pc la sera soffre del medesimo problema, infatti, la luce azzurra del monitor o della tv stimola la retina, la quale invia segnali all'ipotalamo di bloccare la produzione di melatonina.
Anche chi lavora di notte può avere problemi di sonnolenza, insonnia e irritabilità (insonnia dei turnisti).
Vediamo ora ad alcuni consigli e accorgimenti per migliorare il sonno:

MATTINO
Svegliarsi sempre alla solita ora: anche di domenica e anche se si è dormito poco. Questo per favorire un equilibrio naturale e la regolarità del sonno.
Al mattino, alzarsi appena svegli: non rimanere a letto o aspettare che la sveglia suoni, cominciare la giornata. Il sonno mattutino non è ristoratore, intontisce solamente. Inoltre, avete molto più tempo per fare le cose in tutta tranquillità.
Non dormire di più al mattino se si è dormito poco la notte: il motivo è lo stesso.
Esporsi alle luce appena svegli: ciò permetterà di far capire all'organismo che è giorno, è un modo per resettare l'orologio biologico sfasato e riconoscere il giorno dalla notte. In mancanza del sole, accendere una luce intensa e rimanere esposti per 15 minuti. Trovo ottime le sveglie Wake-up della Philips.

POMERIGGIO
Evitare la caffeina e il fumo: caffè, cioccolato e tè sono da evitare da metà pomeriggio in poi poiché sono stimolanti. La caffeina ha effetti diversi da persona in persona, c'è chi beve il caffè poco prima di andare a letto e non ha problemi, e chi invece lo beve di pomeriggio e la notte non prende sonno. La caffeina interferisce con il meccanismo della melatonina, l'ormone del sonno, c'è chi è più sensibile di altri. La nicotina è un eccitante.
Evitare l'uso di sostanze dimagranti o stimolanti: guaranà, ginseng e tutti i farmaci anoressizzanti possono portare ad una stimolazione eccessiva dell'organismo e quindi all'insonnia.
Non fare pisolini durante il giorno: se ci si sente assonnati sono consentiti massimo 20 minuti. Se dormite di giorno, la notte farete fatica ad addormentarvi.
Stop alla sedentarietà: le energie inespresse di giorno vengono liberate di notte e non dormirete. L'attività fisica giornaliera migliora i livelli di serotonina, scarica dalle tensioni e predispone ad essere più sereni di sera.

SERA
Non andare a dormire subito dopo mangiato: per ovvi motivi di digestione.
Cenare presto e poco: almeno 3 ore prima di andare a letto. Così siete sicuri di non avere problemi di digestione che possono disturbare il sonno. Tra i cibi, preferire i carboidrati cioè riso e altri cereali, sconsigliata invece la carne e i pesci grassi che richiedono una lunga digestione. In ogni caso, evitare cene abbondanti, meglio tenersi leggeri.
Scegliere alimenti giusti: legumi, uova bollite, formaggi freschi, pollo e tacchino aiutano nella produzione di serotonina, un ormone che rilassa e aiuta il sonno, infatti può essere convertita in melatonina.
Non bere alcol: l'alcol ha un effetto sedativo ma solo momentaneo, fa venire sonnolenza ma poi altera il sonno rendendolo frammentato e insoddisfacente.
Mele cotte: è il classico rimedio della nonna. La frutta cotta, in particolare le mele cotte con la buccia liberano il bromo che è un sedativo che calma i nervi. Sono ottime se bollite con poca acqua e un po' di cannella.
No al computer: staccare almeno un'ora prima di andare a dormire. La luce del monitor disturba la produzione della melatonina, dato che la luce inganna il cervello facendogli credere che sia ancora giorno. Non state sul forum fino a tardi, se leggete questa parte, poi non potete lamentarvi se non dormite… PSICO bam.gif
Evitare l'attività fisica la sera: questo perché l'esercizio fisico aumenta la secrezione di cortisolo, anche chiamato "ormone dello stress" è un ormone che impedisce al corpo di rilassarsi. Meglio farlo il mattino o di pomeriggio, in questo modo non rischierete di alterare il ciclo del sonno.
Evitare altre attività impegnative: da evitare qualsiasi cosa che impegni corpo o mente altrimenti andrete a letto vigili e attivi e non prenderete sonno. Non studiate prima di andare a letto. Se leggete un libro, fate sì che sia leggero e non impegnativo.

PRIMA DI DORMIRE
Fare uno spuntino pre-nanna: se si ha fame nervosa prima di andare a dormire, mangiare qualcosa di leggero ma non eccedere con le calorie, il metabolismo notturno è molto lento e quello che mangiate non verrà bruciato. Utile se state svegli un po' più del solito.
Latte caldo e miele: il latte contiene l'aminoacido triptofano, un precursore della serotonina che favorisce e predispone al sonno. È ottimo berlo caldo mezz'ora di coricarsi, meglio se dolcificato con un po' di miele di tiglio o di lavanda.
Usare tecniche di rilassamento: respirazione oppure yoga. L'importante comunque è aiutare se stessi a eliminare stress e tensioni della giornata.
•Fare un bagno caldo: magari con qualche olio essenziale. Un'ora prima di andare a letto è un'alternativa per rilassarsi.
Bere una tisana rilassante: (vedere la sezione erbe) riassumendo si può lavorare su due fronti, usare erbe ipnoinducenti cioè che provocano sonno come l'escolzia, oppure sedative per l'ansia come la valeriana, il tiglio, melissa e passiflora. Generalmente si bevono mezz'ora prima andare a letto. Leggete le erbe e gli altri rimedi per maggiori informazioni.
Usare gli olii essenziali per profumare la stanza: ottimo è quello di lavanda che favorisce il sonno.
Usare il letto solo per dormire: infatti, la mente associa il letto all'idea di dormire, se fate altro si rompe questa associazione. C'è solo un'altra cosa che potete fare a letto e dicono che fa prendere sonno… PSICO fischio.gif
Non addormentarsi mai fuori dal letto: ad esempio, sul divano guardando la tv.
Andare a dormire solo quando si ha sonno: il sonno non può essere forzato. Ascoltate il vostro corpo, non è l'orario ad essere importante ma i segnali di stanchezza, e non sono mai uguali ogni giorno perché dipendono dalle attività svolte durante la giornata.
Assicurarsi di avere una stanza confortevole: per facilitare il sonno meglio una temperatura ambiente fresca, né troppo fredda né calda. In estate, arieggiare la stanza piuttosto che usare il condizionatore.
Mettersi un pigiama o una vestaglia da notte comodi: così da non impedirvi i movimenti e farvi sentire bene.
Evitare film horror: i soggetti suggestionabili potrebbero avere difficoltà ad addormentarsi. Quindi niente Saw o La cosa…
Assumere melatonina: utile soprattutto per l'insonnia che dipende da un alterato ciclo sonno veglia, un po' meno per l'insonnia causata da ansia. Compratela in erboristeria, una delle migliori è Melatonina Classic del dr. Giorgini
Usare la camomilla: in realtà, come ho già scritto, ha pochi effetti contro il sonno. Ma se leggete questa guida per qualcuno che ha problemi, esiste sempre l'effetto placebo ed è molto potente. PSICO wink.png Nei bambini invece è molto utile perché rilassa la muscolatura addominale e allevia le coliche, predisponendolo al sonno.
Magnesio: scegliere alimenti ricchi di magnesio che è un rimedio naturale contro l'insonnia, la cui mancanza genera proprio difficoltà nel sonno. Tra i cibi ci sono le mandorle, lenticchie e riso integrale.
Assumere dei farmaci sedativi: ma solo come estremo rimedio e sotto prescrizione medica. L'abuso di queste sostanze, barbiturici e benzodiazepine, provoca dipendenza e vi fa svegliare intontiti.

NOTTE
Evitare di controllare la sveglia durante la notte
Stop ai pensieri: non vi mettete a pensare e ragionare, anche se la mente va da sola su quei pensieri, lasciatela viaggiare senza commentare. Anche le faccende di domani o quello che avete combinato durante il giorno non fanno parte di quando andate a letto, rimandate a domani, non date più importanza ai fatti piuttosto che al vostro sonno. Piuttosto, pensate a qualcosa di piacevole...
Non stare a letto se non si prende sonno: alzarsi, farsi una tisana, leggere un libro e ritornare a letto solo quando si avverte nuovamente sonnolenza. Altrimenti, rischiate di rigirarvi continuamente senza pace; contare le pecore non è produttivo, anzi…
Niente luci o rumori: cercate di mantenere la stanza buia, quindi niente luci, e silenziosa. La luce stimola i recettori visivi bloccando la produzione di melatonina e disturbando il sonno. In caso di rumori esterni a cui non si può porre rimedio, si possono comprare i tappi auricolari in farmacia.
Tenere una bottiglia d'acqua vicino al letto: questo, per quelli che si alzano la notte perché hanno sete.
Evitare di tenere tv o apparecchi elettronici in camera: sia per una questione di salute, sia perché disturbano il sonno.

ALTRO
Installare il programma f.lux sul computer: è un programma molto buono, che regola la luminosità, il contrasto e la tonalità del vostro schermo seguendo le ore del giorno. Così avrete meno male agli occhi, la luminosità serale sarà meno intensa, andando a disturbare meno il ciclo giorno-notte.
Usare un cuscino adatto: che si adatti al proprio stile di dormire, sottile se si dorme supini (a pancia in su), alto se si dorme di lato.
Usare un buon materasso: se è vecchio e state scomodi bisogna cambiarlo, stessa cosa se al mattino vi svegliate con mal di schiena e dolori. Sceglierne uno adatto alle proprie caratteristiche.
Cercare le cause dell'insonnia: fate mente locale su quale possa essere la causa e correggetela.
Controllare la tiroide: soprattutto le donne, infatti alcune patologie di questo organo portano ad irritabilità, ansia e insonnia. Un check-up di controllo se non lo avete mai fatto va bene.
Infine, evitare di stressarsi: l'ansia non fa dormire, e noi ne sappiamo qualcosa. Chi ha l'ansia finisce per avere un cervello iperattivo che funziona anche di notte. I pensieri, le paure viaggiano e non si riescono a fermare. Inoltre, l'agitazione giornaliera si trasforma spesso in incubi notturni e frequenti risvegli. Tutti i rimedi descritti in questo capitolo vanno bene per liberarsi dall'insonnia, ma bisogna lavorare anche sull'ansia se si vogliono ottenere risultati, altrimenti tutto sarà vano. Oltre a leggere i rimedi per l'ansia patologica, cercare di non innervosirsi, di non arrabbiarsi e rimandare le cose da fare al giorno successivo. Se ci sono preoccupazioni, bisogna imparare a vederle da un'altra angolazione.





La guida è in continuo aggiornamento, ma vi voglio dare due consigli, se posso.
Il primo è quello di non diventare troppo ossessivi (perfezionisti) con i rimedi, altrimenti finite per cercare di controllare e razionalizzare ogni cosa, un altro aspetto che aumenta l'ansia.
Il secondo è che i rimedi non hanno lo scopo di eliminare i pensieri ossessivi, quelli sono normali pensieri (che voi avete caricato di significato e ora ci ragionate sopra senza lasciarli andare), lo scopo è quello di abbassare il livello d'ansia e diminuire gli effetti che questa ha sulla nostra vita, sia a livello fisico che psicologico.
Senza un aiuto attivo da parte nostra, nessun rimedio è abbastanza utile da farci stare bene.
Per assurdo, non servirebbe nulla per stare bene, solo ritrovare noi stessi. PSICO smile.gif



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QUINTA PARTE: I LIBRI

Molto spesso mi contattate per sapere che libri ho letto.
Vi faccio una carrellata di quelli che mi hanno aiutato di più, anche se non sono tutti quelli che ho letto, almeno vi risparmio annose letture.
Personalmente, non so se piace, consiglierei anche alcuni libri sullo Zen o sul Taoismo, molto semplici e belli, così come gli Haiku che sono delle poesie giapponesi.
Trovo semplicemente fantastico il libro "Lo Zen e la cerimonia del Tè", anche se non tratta di ossessioni.
Ecco comunque i libri, non sono in ordine di preferenza:

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The Imp of the Mind di (potete trovare la versione PDF completa chiedendo sul forum o leggere la traduzione qui http://psyco.forumfree.org/index.php?&showtopic=64021)
Sono sincero, questo libro l'ho letto solo ultimamente così per piacere personale.
Mi ha stupito molto, è fatto veramente bene e tratta dei disturbo ossessivo-compulsivo con un approccio molto chiaro, semplice ed efficace.
È un manuale discorsivo che va riletto più volte e applicato, sia la parte comportamentale che propone l'esposizione, sia quella cognitiva che trovo veramente fantastica perchè analizza tutti gli errori che si commettono a monte, prima ancora che le ossessioni nascano.
Ottimo, tratta molto bene i pensieri intrusivi, le ossessioni aggressive, religiose e molto molto altro.
Dopo averlo letto poi non potete dire "e se non fosse ansia ma realtà?", sicuro.
Lo metto tra i primi tre libri da leggere.

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Il cervello bloccato di Jeffrey Schwartz (la versione italiana è esaurita però c'è una versione PDF sul forum, bisogna chiedere)
Di questo libro ho letto solo quello che mi interessava, e cioè il metodo dei 4 gradini che è stato più volte citato nelle discussioni.
Se cercate sul forum, ci sono tutte le istruzioni su come applicarlo.
Devo dire che è molto efficace, a patto che siate costanti e che abbiate capito che le ossessioni sono degli allarmi innocui privi di valore.
Personalmente, eviterei di leggerlo dato che il metodo lo trovate già riassunto, però se avete tempo... PSICO D.gif

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OCD Workbook di Bruce Hyman (potete acquistarlo online oppure trovare in rete una versione epub, io non vi ho detto nulla PSICO fischio.gif)
È un libro di esercizi sul disturbo ossessivo, purtroppo esiste solo la versione inglese tra l'altro non è molto complesso, ha termini molto semplici.
Da questo libro ho tradotto alcuni test ed esercizi che sono molto utili a scardinare i meccanismi ossessivi, è diviso in sezioni.
La prima parte descrive cosa è il disturbo ossessivo e propone un manuale di auto-aiuto con gli esercizi da fare.
La seconda riguarda casi più specifici e cosa fare per uscire dal problema: ipocondria, doc religioso, ossessioni pure.
Mi sentirei di consigliare questo libro anche a quelli che cercano una guida su come trattare un proprio figlio o compagno affetto da ossessioni: ci sono dei riquadri fatti apposta per dare consigli e come comportarsi. Lo trovo molto utile, forse uno dei più utili a patto che conosciate l'inglese.

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Cogito, ergo soffro di Giorgio Nardone
Questo e quello sotto sono i primi due libri che ho letto.
Devo dire che mi hanno aiutato tanto, tanto, tanto. Ero in una situazione disperata, completamente identificato nei miei pensieri.
Appena ho cominciato a leggerlo mi sono reso conto degli inganni e delle trappole che la mente è in grado di generare.
Quando ci si sente disperati, o si teme che il problema non possa mai finire o si crede di avere quel problema, si sta girando a vuoto in un percorso che si autoalimenta.
Nardone usa metafore e aforismi che ipnotizzano la mente, giuro! Sembra rompere degli argini fatti di anni di rigidezza.
Io sono una persona rigida, lo notate anche in come imposto le guide e tutto il resto, eppure questo libro mi ha aiutato molto; mi pare perfettamente normale che ansia e ossessioni avessero campo libero in me e nelle mie false certezze.
È un manuale di Terapia Breve Strategica, è strutturato in questo modo: la prima parte presenta dei casi di persone malate di disturbi ossessivi, descrive ciascun caso nel dettaglio.
La seconda parte invece è come se fosse una descrizione del dialogo medico-paziente nel suo studio: Nardone guida la persona alla risoluzione del problema dando degli esercizi da fare a casa e facendo delle domande che portano la persona a scoprire la risposta dentro di sé.
Nella TBS si cerca di ingannare la mente che inganna.
Nel libro troverete i casi di: paura di diventare pazzo, compulsioni da perfezionismo, ossessioni aggressive, dubbi esistenziali, persecutore interno.
È il primo libro che ho letto, fortuna che l'ho comprato. La struttura di questo e del successivo non cambia, e neanche l'approccio terapeutico, ovvio che ogni caso è unico e ogni strategia adoperata è diversa dall'altra.
Gli esempi sono molto illuminanti e fanno riflettere, bisogna riflettere sulle cose giuste, non sull'ossessione in sé. PSICO bam.gif

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Oltre i limiti della paura di Giorgio Nardone
In questo libro, complementare di quello sopra, si parla sia di disturbi ossessivi, ma anche di ipocondria e fobie specifiche.
Se devo essere sincero, leggerei entrambi perché si completano a vicenda.
I mali che fuggiamo sono in noi: Nardone dice che la paura crea dei fantasmi e che noi scappiamo, ma se smettiamo di scappare e tocchiamo il fantasma, questo scomparirà.
Ragazzi, se leggete gli aforismi presenti mettono i brividi, gasano tantissimo.
In particolare sono presenti i casi di: una signora che ha paura di contaminarsi, la paura di parlare in pubblico, la fobia degli specchi, la paura di restare soli, la paura di allontanarsi, la paura della paura, la fobia dei piccioni, la paura del cancro, la paura di volare, la fissa di essere brutto, la donna che si mangiava le unghie, la fobia del dubbio, la compulsione di contare mentalmente.
Direi che li ho scritti tutti, dopo tutti questi casi, vi sembrerà un libro imponente, invece è un libro molto semplice e facile da leggere.
È un manuale di auto-aiuto che possono leggere tutti e con il quale possono veramente capire quel'è il problema.

Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita di Giulio Giacobbe (lo trovate anche in pdf se cercate...PSICO fischio.gif)
Se state cercando un libro d'attacco all'ansia e ai disturbi ansiosi, non vi consiglio questo libro, almeno non all'inizio.
Devo dire che il linguaggio è molto semplice, chiaro, diretto e si usa molto il sarcasmo e l'ironia, cosa che ai nevrotici spesso manca.
È molto utile, possono leggerlo praticamente tutti e aiuta ad uscire dagli atteggiamenti nevrotici che pian piano abbiamo accumulato.
Mi piace molto perchè insegna anche tecniche zen e buddiste per diminuire l'ansia e rendersi conto del circolo ansioso in cui ci si è avvolti.
Utile come manuale di vita, per prendere tutto un po' meno seriamente.
Consiglio anche "Come diventare un Buddha in cinque settimane" sempre dello stesso autore.


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