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> Mindfulness, Un percorso di meditazione
 
Axillo
  Inviato il: Giovedì, 23-Ago-2012, 13:46
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Salve a tutti! PSICO smile.gif Dopo un lungo periodo di latitanza sono tornato. Rimando ad un altro thread saluti e convenevoli, sono qui per occuparmi della forma di meditazione che si sta rapidamente affermando a livello mondiale come validissimo ausilio alle psicoterapie: la cosiddetta MINDFULNESS.

Dopo numerose ricerche ho trovato un manuale di mindfulness fatto a mio avviso veramente bene, a dispetto del titolo "MINDFULNESS FOR DUMMIES" (mindfulness per negati), della famosa collana che tratta i più svariati argomenti. Purtroppo il testo è in inglese, e non esiste ad oggi la verione italiana.

Il testo è corredato da un CD audio con meditazioni guidate, ovviamente anche questo in inglese, anche se il testo stesso insegna come crearsi meditazioni guidate personali in alternativa a quelle preregistrate. In più ho trovato un altro libro in italiano, per lo più ad uso di psicologi e psichiatri, che ha però in allegato un'audioguida da usare con i pazienti che contiene praticamente le stesse cose.

Sto provando a tradurre il testo, che ho in formato PDF, in italiano. Se qualcuno fosse interessato a contribuire mi può contattare privatamente e gli farò avere il file. Per quanto riguarda i brani audio in italiano sono facilmente rintracciabili su emule... eventualmente conttatatemi anche per quelli.


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Axillo
Inviato il: Giovedì, 23-Ago-2012, 13:50
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Intanto per chi fosse interessato all'argomento MINDFULNESS e ai suoi legami con la terapia per l'OCD ho tradotto un articolo introduttivo di Jeffrey Scwartz (il noto autore del libro "Il cervello bloccato" con la terapia dei quattro gradini).

L'articolo originale si trova qui: http://hope4ocd.com/mindfulness.php

L’USO DELLA MINDFULNESS NEL TRATTAMENTO DEL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO (DOC)

Dr. Jeffrey Schwartz


Ci sono dei trattamenti estremamente efficaci per trattare il disturbo ossessivo compulsivo, e la sofferenza causata dai sintomi può essere molto profonda, al punto che alcune persone contemplano seriamente la possibilità di porre fine alla propria vita attraverso il suicidio nel tentativo di liberarsene.

Oggi esistono dei modi per trattare questo disturbo con successo, combinando sia l’uso dei farmaci sia l’apprendimento di cose che puoi fare con la tua stessa mente. L’allenamento mentale può essere realmente efficace nell’aiutare le persone affette da disturbo ossessivo compulsivo a cambiare non solo il loro funzionamento e il decorso clinico del disturbo, ma anche ad apportare cambiamenti nel loro stesso cervello.

Questo ci porta a considerare il secondo aspetto, forse altrettanto importante del primo: le profonde implicazioni della scienza medica che dimostra che ciò che le persone fanno con la propria mente influisce su come funziona il cervello. La vedo come la nostra missione che avanza via via che all’interno della società le persone realizzano che il modo in cui si concentra la tua attezione, e ciò su cui si concentra la tua attenzione, ha effetti molto significativi su come il cervello funziona.

Ritengo che all’interno della cultura materialistica che il ventesimo secolo ci ha trasmesso c’è una tendenza da parte delle persone di vedersi come semplici recettori passivi del proprio contenuto mentale. Vedendosi essenzialmente quasi come macchine, le persone arrivano a credere che non ci sia molto da fare riguardo alle proprie sensazioni fastidiose, a meno di non assumere qualche farmaco, e di essere fondamentalmente condannati a stare più o meno seduti lì a subire gli effetti di un problema come il DOC finché qualcuno non trova una pillola per stare meglio.

Ora non sto in alcun modo insinuando che i farmaci non siano estremamente utili nel trattare disturbi neuropsichiatrichi con una base chiaramente biologica come il disturbo ossessivo compulsivo. Tuttavia penso che per avanzare come comunità medica e come società dobbiamo comprendere che l’approccio materialistico non solo alla salute mentale e fisica, ma anche alla vita stessa, tende a distoglierci dalla nostra capacità di connetterci con il potere che abbiamo al nostro interno. Ed è questo potere, di cui siamo tutti dotati, che ci permette di apportare enormi cambiamenti nel nostro modo di vivere e persino nel modo in cui il nostro cervello funziona.

Penso che sia relativamente chiaro, se solo si pensa alle implicazione di tutto questo, che possiamo ottenere profondi effetti nella società in termini di responsabilità personale. Le nostre azioni hanno reali conseguenze non solo nel modo ordinario di come influenzano le altre persone, ma anche su come influenzano la nostra mente e il modo in cui funziona. Questo è il grande messaggio che avanza e le forti implicazioni che ha nel trattare i problemi di salute mentale, e i disturbi medici in generale, sono estremamente importanti.

Nei prossimi pochi minuti andrò a spiegarti come i sintomi di questo disturbo possono essere visti come un problema medico relativo al cervello. Il primo punto è che le persone affette dal disturbo ossessivo compulsivo hanno un metabolismo accelerato, o, detto in un altro modo, utilizzano una quantità eccessiva di energia in una regione specifica del cervello. Questa eccessiva energia risiede proprio sopra l’orbita dell’occhio o cavità oculare, un area del cervello chiamata la corteccia frontale orbitale. C’è un’immagine di questo fenomeno nel mio libro “Il cervello bloccato” nel retro copertina e a pagina xxiii.

E’ noto da una lunga serie di ricerche neurocomporamentali che questa parte del cervello è implicata nella valutazione emozionale del proprio ambiente effettuata dalle persone. Più nello specifico, è coinvolta nel generare la sensazione che qualcosa non vada all’interno nel proprio ambiente, o ciò che possiamo a volte definire un segnale di individuazione degli errori. Il punto cruciale è che le persone che soffrono di disturbo ossessivo compulsivo hanno mostrato un incremento nel metabolismo di questa parte del cervello che genera la sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato. Questa parte del cervello è realmente iperattiva nelle persone affette da DOC.

Esiste quasi certamente una connessione tra questo cambiamento biologico e per esempio la descrizione di sentirsi come se si vivesse in una palude, e il motivo per cui la sensazione fastidiosa non se ne va è solo perché il cervello è iperattivo.
Un’altra importante struttura cerebrale per comprendere il DOC è il nucleo caudato. C’è una sua immagine a pagina 59 di “Il cervello bloccato”. Il nucleo caudato è come un sistema di trasmissione automatica nel cervello. Ciò che avviene e da cui deriva il termine cervello bloccato, è che un circuito di identificazione degli errori che è contenuto nella corteccia frontale orbitale letteralmente si è bloccato. Il risultato è che siamo bombardati da queste sensazioni davvero fastidiose e preoccupanti.

Questa è la situazione in sintesi – sul retro della parte frontale del cervello c’è la corteccia frontale orbitale, che può inviale segnali di identificazione degli errori. Essa invia i suoi segnali tramite una connessione diretta con il nucleo caudato, che agisce come una trasmissione automatica. In gran parte a causa di tratti biologici innati il nucleo caudato rimane bloccato ancora e ancora e ancora e questi pensieri negativi, questi pensieri fastidiosi e preoccupanti continuano a bombardare la parte cosciente di una persona.

Ora cosa possiamo farci? La notizia realmente buona è che possiamo fare molto riguardo a questo problema. Dal momento che è piuttosto comune e affligge una persona su 40 nella popolazione generale esiste anche un’enorme mole di dati che mostrano che è una malattia che risponde molto ai trattamenti.

Ci sono alcuni farmaci che possono aiutare nel processo di trattamento. Ciò che questi farmaci fanno è attualmente agire sul trasmettitore neurochimico serotonina, che è diffuso in tutto il cervello, particolarmente nel nucleo caudato e nell’area della corteccia orbitale frontale. Modulando i livelli di serotonina nel cervello, questi farmaci nel periodo di alcuni mesi abbassano l’intensità delle sensazioni intrusive fastidiose.

Possiamo anche modificare l’attività delle stesse strutture cerebrali imparando a ridirezionare la nostra attenzione e il modo in cui lo facciamo è in gran parte una funzione di un processo mentale chiamato mindfulnesse. Questo ha un significato profondamente filosofico ed è stato descritto per la prima volta 2500 anni fa da Gotama Buddha.

La mindfulness è il fondamento della filosofia di Buddha e della pratica della meditazione. Comunque, quando utilizzata come forma di sviluppo mentale per qualcosa come trattare il DOC, non ha alcun contenuto religioso. Questo è molto importante da sottolineare – niente nell’uso della mindfulness potrebbe mai influire sulle credenze di qualsiasi altra religione. Sebbene in un certo senso abbia ciò che può essere definito un contenuto spirituale, questo è nel senso generale in cui la mente influenza il cervello.

[…]

La mindfulness è un processo che insegna ad osservare la tua esperienza interiore con un sentimento di calma e di chiarezza. Osservare con calma e chiarezza l’esperienza interiore senza reagire. Per esempio una persona potrebbe annotarsi mentalmente che sebbene l’esperienza sia molto spiacevole, non è qualcosa di cui occorra preoccuparsi in termini di riprendere il controllo della propria mente. Il processo di auto osservazione aiuta le persone a realizzare progressivamente che possono cambiare la risposta a quei pensieri in modi realmente adattivi.

[…]

La mindfulness, per dirla più semplicemente possibile, è l’abilità di osservare le proprie sensazioni interiori con la calma e la chiarezza di un testimone esterno. E’ stata descritta dal grande monaco buddista Nyanaponika come “la chiara e decisa consapevolezza di cosa attualmente avviene a noi e in noi, in momenti di percezione successivi.” L’atto di dirigere l’attenzione in questo modo può permettere a chi soffre di DOC e problemi correlati di sviluppare l’introspezione necessaria per scegliere consapevolmente nuove e più adattive risposte ai pensieri intrusivi e fortemente fastidiosi e agli impulsi che bombardano la coscienza.

[…]


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Maydlean
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Zanji
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Axillo
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Grazie amici PSICO smile.gif Per ora ho trovato un valido aiuto... in due si fa sicuramente prima.


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Klaus1
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QUOTE (Axillo @ Giovedì, 23-Ago-2012, 12:50)
Intanto per chi fosse interessato all'argomento MINDFULNESS e ai suoi legami con la terapia per l'OCD ho tradotto un articolo introduttivo di Jeffrey Scwartz (il noto autore del libro "Il cervello bloccato" con la terapia dei quattro gradini).

L'articolo originale si trova qui: http://hope4ocd.com/mindfulness.php

L’USO DELLA MINDFULNESS NEL TRATTAMENTO DEL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO (DOC)

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Ci sono dei trattamenti estremamente efficaci per trattare il disturbo ossessivo compulsivo, e la sofferenza causata dai sintomi può essere molto profonda, al punto che alcune persone contemplano seriamente la possibilità di porre fine alla propria vita attraverso il suicidio nel tentativo di liberarsene.

Oggi esistono dei modi per trattare questo disturbo con successo, combinando sia l’uso dei farmaci sia l’apprendimento di cose che puoi fare con la tua stessa mente. L’allenamento mentale può essere realmente efficace nell’aiutare le persone affette da disturbo ossessivo compulsivo a cambiare non solo il loro funzionamento e il decorso clinico del disturbo, ma anche ad apportare cambiamenti nel loro stesso cervello.

Questo ci porta a considerare il secondo aspetto, forse altrettanto importante del primo: le profonde implicazioni della scienza medica che dimostra che ciò che le persone fanno con la propria mente influisce su come funziona il cervello. La vedo come la nostra missione che avanza via via che all’interno della società le persone realizzano che il modo in cui si concentra la tua attezione, e ciò su cui si concentra la tua attenzione, ha effetti molto significativi su come il cervello funziona.

Ritengo che all’interno della cultura materialistica che il ventesimo secolo ci ha trasmesso c’è una tendenza da parte delle persone di vedersi come semplici recettori passivi del proprio contenuto mentale. Vedendosi essenzialmente quasi come macchine, le persone arrivano a credere che non ci sia molto da fare riguardo alle proprie sensazioni fastidiose, a meno di non assumere qualche farmaco, e di essere fondamentalmente condannati a stare più o meno seduti lì a subire gli effetti di un problema come il DOC finché qualcuno non trova una pillola per stare meglio.

Ora non sto in alcun modo insinuando che i farmaci non siano estremamente utili nel trattare disturbi neuropsichiatrichi con una base chiaramente biologica come il disturbo ossessivo compulsivo. Tuttavia penso che per avanzare come comunità medica e come società dobbiamo comprendere che l’approccio materialistico non solo alla salute mentale e fisica, ma anche alla vita stessa, tende a distoglierci dalla nostra capacità di connetterci con il potere che abbiamo al nostro interno. Ed è questo potere, di cui siamo tutti dotati, che ci permette di apportare enormi cambiamenti nel nostro modo di vivere e persino nel modo in cui il nostro cervello funziona.

Penso che sia relativamente chiaro, se solo si pensa alle implicazione di tutto questo, che possiamo ottenere profondi effetti nella società in termini di responsabilità personale. Le nostre azioni hanno reali conseguenze non solo nel modo ordinario di come influenzano le altre persone, ma anche su come influenzano la nostra mente e il modo in cui funziona. Questo è il grande messaggio che avanza e le forti implicazioni che ha nel trattare i problemi di salute mentale, e i disturbi medici in generale, sono estremamente importanti.

Nei prossimi pochi minuti andrò a spiegarti come i sintomi di questo disturbo possono essere visti come un problema medico relativo al cervello. Il primo punto è che le persone affette dal disturbo ossessivo compulsivo hanno un metabolismo accelerato, o, detto in un altro modo, utilizzano una quantità eccessiva di energia in una regione specifica del cervello. Questa eccessiva energia risiede proprio sopra l’orbita dell’occhio o cavità oculare, un area del cervello chiamata la corteccia frontale orbitale. C’è un’immagine di questo fenomeno nel mio libro “Il cervello bloccato” nel retro copertina e a pagina xxiii.

E’ noto da una lunga serie di ricerche neurocomporamentali che questa parte del cervello è implicata nella valutazione emozionale del proprio ambiente effettuata dalle persone. Più nello specifico, è coinvolta nel generare la sensazione che qualcosa non vada all’interno nel proprio ambiente, o ciò che possiamo a volte definire un segnale di individuazione degli errori. Il punto cruciale è che le persone che soffrono di disturbo ossessivo compulsivo hanno mostrato un incremento nel metabolismo di questa parte del cervello che genera la sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato. Questa parte del cervello è realmente iperattiva nelle persone affette da DOC.

Esiste quasi certamente una connessione tra questo cambiamento biologico e per esempio la descrizione di sentirsi come se si vivesse in una palude, e il motivo per cui la sensazione fastidiosa non se ne va è solo perché il cervello è iperattivo.
Un’altra importante struttura cerebrale per comprendere il DOC è il nucleo caudato. C’è una sua immagine a pagina 59 di “Il cervello bloccato”. Il nucleo caudato è come un sistema di trasmissione automatica nel cervello. Ciò che avviene e da cui deriva il termine cervello bloccato, è che un circuito di identificazione degli errori che è contenuto nella corteccia frontale orbitale letteralmente si è bloccato. Il risultato è che siamo bombardati da queste sensazioni davvero fastidiose e preoccupanti.

Questa è la situazione in sintesi – sul retro della parte frontale del cervello c’è la corteccia frontale orbitale, che può inviale segnali di identificazione degli errori. Essa invia i suoi segnali tramite una connessione diretta con il nucleo caudato, che agisce come una trasmissione automatica. In gran parte a causa di tratti biologici innati il nucleo caudato rimane bloccato ancora e ancora e ancora e questi pensieri negativi, questi pensieri fastidiosi e preoccupanti continuano a bombardare la parte cosciente di una persona.

Ora cosa possiamo farci? La notizia realmente buona è che possiamo fare molto riguardo a questo problema. Dal momento che è piuttosto comune e affligge una persona su 40 nella popolazione generale esiste anche un’enorme mole di dati che mostrano che è una malattia che risponde molto ai trattamenti.

Ci sono alcuni farmaci che possono aiutare nel processo di trattamento. Ciò che questi farmaci fanno è attualmente agire sul trasmettitore neurochimico serotonina, che è diffuso in tutto il cervello, particolarmente nel nucleo caudato e nell’area della corteccia orbitale frontale. Modulando i livelli di serotonina nel cervello, questi farmaci nel periodo di alcuni mesi abbassano l’intensità delle sensazioni intrusive fastidiose.

Possiamo anche modificare l’attività delle stesse strutture cerebrali imparando a ridirezionare la nostra attenzione e il modo in cui lo facciamo è in gran parte una funzione di un processo mentale chiamato mindfulnesse. Questo ha un significato profondamente filosofico ed è stato descritto per la prima volta 2500 anni fa da Gotama Buddha.

La mindfulness è il fondamento della filosofia di Buddha e della pratica della meditazione. Comunque, quando utilizzata come forma di sviluppo mentale per qualcosa come trattare il DOC, non ha alcun contenuto religioso. Questo è molto importante da sottolineare – niente nell’uso della mindfulness potrebbe mai influire sulle credenze di qualsiasi altra religione. Sebbene in un certo senso abbia ciò che può essere definito un contenuto spirituale, questo è nel senso generale in cui la mente influenza il cervello.

[…]

La mindfulness è un processo che insegna ad osservare la tua esperienza interiore con un sentimento di calma e di chiarezza. Osservare con calma e chiarezza l’esperienza interiore senza reagire. Per esempio una persona potrebbe annotarsi mentalmente che sebbene l’esperienza sia molto spiacevole, non è qualcosa di cui occorra preoccuparsi in termini di riprendere il controllo della propria mente. Il processo di auto osservazione aiuta le persone a realizzare progressivamente che possono cambiare la risposta a quei pensieri in modi realmente adattivi.

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sandor
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Ragazzi ma questa conversazione è fantastica!
Approfitto del necro...

Qualcuno di voi ha letto metodo mindfullness - 56 giorni alla felicità?

Io sto cominciando da poco questo percorso e lo trovo molto piacevole. Qualcuno di voi che già pratica da tempo? Sensazioni?


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Poichè ad un uomo che fugge la propria paura può capitare di scoprire che ha solo imboccato la scorciatoia per incontrarla.
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Klaus1
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Qualcuno l'ha provata?


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Ansia zen
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QUOTE (Klaus1 @ Lunedì, 12-Mar-2018, 15:29)
Qualcuno l'ha provata?

Sì, richiede un certo allenamento, si diventa più distaccati rispetto ai pensieri ed è un po' più facile riconoscere e a volte stoppare quelli doccati, ma richiede una pratica costante nel tempo e io non sempre ce la faccio.
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