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PSICO > Disturbi dell'umore > Cos'è La Depressione


Inviato da: giovannalapazza il Domenica, 26-Gen-2014, 17:39
che cos'è la depressione?

«La depressione si configura come un singolare stato d’animo che costringe la persona in una condizione di prigionia emotiva e di allontanamento dal mondo.


La "prigione" è data dall'individuo stesso, dal suo mondo interno che lo inghiottisce ogni giorno di più, dalle tenebre dentro le quali precipita accompagnato solo dalla spiacevole sensazione di non poter più fare ritorno.

Non c'è nulla, ma proprio nulla, nella realtà esterna che possa sollecitare l'interesse del depresso, men che mai accendere un barlume di progettualità. Quando sentiamo parlare della cosiddetta "mancanza di interessi" che caratterizzerebbe le persone depresse, non facciamo altro che confrontarci con un banalissimo luogo comune, un buffo eufemismo che riesce a spostare l'attenzione solo sulla punta dell'iceberg.

La depressione distrugge gli interessi della persona, li sgretola fino al punto di farli diventare finissima sabbia.

E per quanti sforzi l'individuo compia, per quanto impegno possa metterci, per quanto aiuto possa ricevere, i suoi granitici interessi e le sue solide attività sono ora solo sabbia che sfugge tra le sue dita.

Uno stato depressivo non lascia spazio alla forza d'animo, alle motivazioni, alla capacità di progettare.

In questa cupa sensazione di disperato abbandono l'unico "desiderio" che è possibile avvertire è che l'incubo finisca il prima possibile.

E per un buffo scherzo del destino è il depresso stesso a procrastinare sempre più il risveglio dall'incubo: dormendo quasi tutto il giorno — oppure aspettando con ansia di poterlo fare — la persona depressa si arrende supina alla letargia della sua vita.

Eppure, sebbene possa sembrare paradossale, soprattutto quando sopraggiunge una depressione profonda è il caso di dire "non tutti i mali vengono per nuocere".

Lo stato di grave prostrazione e l'abbattimento che si vengono così a creare, infatti, costringono gioco-forza l'individuo a confrontarsi con gli aspetti più oscuri, segreti e imprevedibili della sua personalità.

Sprofondando fino negli abissi dell'anima, prima o poi giunge il momento in cui "si tocca il fondo".

Gli elementi che permettono di comprendere di aver "toccato il fondo" variano da persona a persona, ma in genere è la consapevolezza di aver calpestato se stessi, di essersi lasciati risucchiare da una condizione di degrado personale e psicologico, a far si che il depresso si senta percorso da un brivido raggelante.

E questo un breve ma preziosissimo momento, in cui una flebile luce rischiara per qualche istante il buio in cui si è immersi.

Sono attimi da prendere al volo, in cui si deve decidere rapidamente se distendersi su quel fondale attendendo la morte dell'anima o, viceversa, se trasformare quello stesso fondale in una piattaforma di lancio da cui ripartire ed emergere.

Soltanto chi avrà vissuto sulla propria pelle l'avventura spaventosa e affascinante di un viaggio nei sotterranei della propria anima potrà capire questo discorso, tutti gli altri dovranno accontentarsi di assistere increduli alle evoluzioni della psiche altrui.

Un aspetto veramente interessante della depressione è dato dallo sfacciato contrasto tra la sterilità di giorni trascorsi come creature prigioniere della propria vita, e la grande fertilità del momento in cui si decide di ricominciare a vivere.


In quel momento, infatti, l'individuo porta sulle proprie spalle un pesante carico: si tratta di tutte le esperienze psicologiche e delle riflessioni generate dalla depressione stessa. Che non sono una zavorra, ma un prezioso bagaglio che l'individuo potrà decidere di mettere a frutto.

Da una depressione non si emerge mai come si era prima di sprofondarvi, la depressione è soprattutto metamorfosi e, spesso, arricchimento interiore.

La sofferenza dell'anima e la depressione, che di essa costituisce uno dei più "illustri" rappresentanti, divengono spesso scintille da cui divampa un vero incendio creativo, o la volontà di occuparsi di rinnovati interessi.»

A. Carotenuto, Il Fondamento della Personalità, Studi Bompiani, Milano 2000

Inviato da: Pelle310 il Domenica, 26-Gen-2014, 17:54
mamma mia,l'autore è riuscito in pieno a descrivere lo stato di depressione..credo che anche lui/lei ci sia passato/a perchè una chiarezza così precisa è difficile,se non impossibile,trovare in una persona che invece ha avuto la fortuna di non passarci

Inviato da: giovannalapazza il Domenica, 26-Gen-2014, 19:27
QUOTE (Pelle310 @ Domenica, 26-Gen-2014, 16:54)
mamma mia,l'autore è riuscito in pieno a descrivere lo stato di depressione..credo che anche lui/lei ci sia passato/a perchè una chiarezza così precisa è difficile,se non impossibile,trovare in una persona che invece ha avuto la fortuna di non passarci

sì credo anche io sia un bell'articolo

Inviato da: Senpai il Lunedì, 27-Gen-2014, 01:24
Non ho mai capito perché la chiamano depressione... Io la definisco angoscia, molto più pulita, profonda e nitida.

Inviato da: Aeroplano italiano il Venerdì, 28-Feb-2014, 17:50
Cito dal testo:

Non c'è nulla, ma proprio nulla, nella realtà esterna che possa sollecitare l'interesse del depresso, men che mai accendere un barlume di progettualità

Secondo me non è del tutto vero o non sempre. Quello che sicuramente non si può fare è indurre, nè spronare una persona in depressione a fare qualcosa (che poi la maggior parte delle volte è quello che vorremmo noi per lui).
Quello che si può fare è che s'induca da solo a far qualcosa. Per esempio non è una cosa difficile far ridere una persona in stato depressivo.

In linea generale, secondo me , vale questo principio: siccome la vittima della depressione può fare solo sforzi piccoli, allora anche gli stimoli che gli diamo devono essere piccoli e per azioni piccole, che richiedano sforzi piccoli.

Inviato da: lamorechevolevo il Venerdì, 28-Feb-2014, 18:37
una cosa che si impara da piccoli

Inviato da: Aeroplano italiano il Lunedì, 31-Ago-2015, 12:20
L'articolo descrive bene cosa accade in depressione.
Siamo tutti diversi, ma i sintomi sono gli stessi e quindi possiamo capire.

Non sono però tanto convinto nei passaggi in cui l'autore sostiene che lo stato depressivo grave possa costituire in qualche modo una specie di esplorazione profonda, quasi che fosse un'occasione speciale.
Si è un'esplorazione profonda, ma allucinatoria e dentro idee irrealistiche, la cui ricerca produce solo altro dolore, in modo sterile.

In depressione grave, anche idee banali e minime, possono diventare terrifiche e grottesche. Non so, una cosa come lavare l'insalata (ammesso che ci si riesca...) può essere percepita come un dramma.

Posso capire invece che con un po' (ma un po'!) di malinconia, si possa accedere a strati profondi e ispirati dell'anima (Leopardi, Petrarca, Beethoven, Shumann,Hemingway e chissà quanti altri poeti e artisti). Questo perché il dolore rende sensibili. Ma se è troppo, non si riesce a scrivere nulla.
Se le malinconia è troppa, rischia di finire in suicidio, come per Hemingway e Shumann.

Inviato da: Aeroplano italiano il Lunedì, 31-Ago-2015, 12:54
L'articolo di Carotenuto descrive molto efficacemente gli effetti della deprexione, ma non dice cos'è. Lo dirà da un'altra parte. Ma a noi serve saperlo.

La depressione è un disturbo dell'umore. E che cos'é l'umore? E' lo stato in cui ci sentiamo, dalla tristezza profonda alla gioia o addiruttura euforia. Tutti hanno l'umore variabile, che più o meno è rapportato alle circostanze, in cui una persona si trova. Infatti la lingua italiana usa dire che l'umore è intonato, come uno strumento in un'orchestra. E la psichiatria rirpende il concetto di tono (umore tonico, umore ipertonico, umore distonico).

Quel che accade alla persona in depressione, è che si rompe qualsiasi intonazione con i fatti della vita. Il depresso s'intona stabilmente a lutto, indipendentemente da come vanno le cose della vita. Perde anche la capacità di variare tono: il suo dis-tono rimane costante, anche se va in vacanza, anche avviane un fatto lieto in famiglia, anche se è primavera.

Tutti, in determinate circostanze diventano dis-tonici. Ma non ci restano in questo stato in modo permanente e ne escono senza terapie.

Inviato da: Blue@ il Domenica, 06-Dic-2015, 22:43
Le parole del prof Carotenuto mi hanno rincuorata!

Inviato da: +-INFINITO il Domenica, 01-Mag-2016, 19:18
E si è difficile da spiegare ed impossibile che gli alri che ti stanno intorno capiscano.
Imprigionato dentro te stesso sprofondato è proprio cosi'.

Inviato da: Aeroplano italiano il Sabato, 18-Nov-2017, 19:52
Cosa fare?

Io faccio così:
primo, ammetto di essere in fase depressiva.

Dopo di che, mi mancano una serie di attività che normalmente svolgo e che ora non mi sento in grado e voglia di fare. Anche a voler fare, sono in astenia, cioè debolezza fisica, quindi poca energia, sensazione di non farcela, fatica alla sola idea di andare al supermercato a prendere 4 cose, ecc...

Ma ho capito un trucco: non pormi come obiettivi le cose che normalmente faccio. Se non vado in palestra, me ne fotto, e non mi tormento perché non ci vado;
Se non riesco a leggere il libro che avevo iniziato, me ne frego.

In altre parole, evito di prendere a riferimento le mie abilità solite, evito di reagire per "tirarmi su" perché se no mi sento peggio, cioè impotente e umiliato da me stesso. Tanto passa.

Si fa quel quel poco che ci sentiamo di fare, evitando di porci traguardi e paragoni. Non pretendere niente da sé stessi; non pretendere neanche di star bene. Ci teniamo quel che abbiamo e ce lo facciamo bastare.
Bisogna anche chiarire a parenti e amici, che al massimo ci facciano proposte, ma non pretese e pressioni; non si mettano in testa di volerci guarire.
"Ti va un gelato?"
"Si"
Basta!
Non metterti in testa di cambiarmi!

Inviato da: GiorgioDC il Sabato, 20-Gen-2018, 00:06
Ho letto molti articoli sulla Depressione, in particolare mi è rimasto impresso questo:

http://francescominellipsicologo.it/depressione-cronica

Lo ho trovato molto completo.

L'articolo di Carotenuto è molto vero e mi ha colpito

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