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> Aiuto Vi Prego..., Ho davvero bisogno di una vostra mano
 
amanda
Inviato il: Mercoledì, 25-Lug-2018, 20:18
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Ciao ragazzi, solitamente scrivo in altre sezioni (io sono borderline), oggi vi scrivo qui perché ho davvero bisogno di un vostro aiuto: il mio ragazzo è bipolare, un anno e mezzo fa aveva deciso di smettere il litio dopo anni di terapia terrorizzato degli effetti collaterali che questo farmaco avrebbe potuto arrecargli. È stato un anno d'inferno... Depressione potentissima ha mollato lavoro, amicizie, nonché un giorno sì e uno no mi parlava di quanto la sua vita fosse inutile e di quanto volesse farla finita. 5 mesi fa sull'orlo di una crisi maniacale ha deciso di riprenderlo per "prevenzione". Il tutto é durato 4 mesi durante i quali avevo ritrovato finalmente il mio uomo, aveva iniziato a star bene di nuovo, la vita stava finalmente riiniziando per entrambi, era tornato a sorridere ad agire ad avere la voglia di vivere. Adesso da un mese ha deciso di smettere di nuovo per la stessa motivazione. Nel giro di pochi giorni è caduto di nuovo in un circolo di rabbia nervosismo sconforto allucinanti, mi tratta male, è negativo su ogni frangente, non riusciamo a discutere o parlare di nulla, e a me pare di morire. io ora sono in cura perché con la mia malattia e l'anno da incubo che avevamo passato sono piombata in una depressione fortissima, ma tento di tirarmi su. Il punto è che lui non vuole più prendere il litio, se gliene parlo esce di testa, non mi parla, non mi vuole sentire s'arrabbia chiaramente non vuole vedere nessun medico ed io sto impazzendo. Ho il terrore di non farcela di finire veramente male vi prego voi avete qualche consiglio da darmi sul come poter affrontare con lui questo discorso, vi prego ho il terrore di uscire di testa completamente... Scusate il papiro scritto ma davvero sono nella crisi più nera... Grazie, un abbraccio
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amanda
Inviato il: Lunedì, 30-Lug-2018, 01:08
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Davvero...? Nessuno..? Ho scritto qualcosa di sbagliato? Avevo solo bisogno d'aiuto
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Aeroplano italiano
Inviato il: Lunedì, 30-Lug-2018, 06:31
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Mia cara Amanda

Credo che in questi casi tentare la via dell' induzione, peggiori le cose perché la persona si sente sotto pressione. Piuttosto è preferibile una pacata, dolce persuasione. Io proverei a far descrivere a lui stesso la vita che fa quando è sotto protezione del litio e i problemi che sorgono invece quando non lo assume.

La cosa più importante in tutto questo, è il ruolo che tu potresti assumere. Cioè non il ruolo di colei che parla, ma di colei che ascolta. Bisogna far parlare lui. Quindi porti i discorsi in forma interrogativa, lasciare che lui dica quello che vuole, le sue paure, le cose che sente, le cose che crede. Ma che sia lui a dirle. Perché bisogna farlo sentire automaticamente nella condizione in cui ciò che ha da dire è importante, è degno di considerazione. Se tu gli fai la lezione, non la sopporterà. Anzi diventa motivo di discussione. Lascia che si senta compreso, anche se ti sembra che stia dicendo delle cose sbagliate. Non interromperlo quando parla. Non correggerlo o fai solo delle lievi correzioni. Una volta che avrà vuotato il sacco avrà anche espresso il suo malessere le trovato un ascoltatrice amorevole. Quindi si renderà certamente più disponibile.

Io assumo Il litio dal 2002, quindi sono 16 anni. Non mi sognerei mai di interrompere questa terapia.

Prima di quell'anno a partire dal 1994, assumevo altri farmaci. Mi hanno salvato la vita, ma ero molto esposto ha degli sbalzi forti, Tanto è vero che andavo dal medico ogni mese o anche più spesso, che a volte facevo delle cose urgenti al pronto soccorso, e non di rado mettevo in atto comportamenti a rischio, Anzi adesso sono noto per essere un uomo calmo e perfino invidiato per questo. E dal medico ci vado ogni 3 o 6 mesi.

Se teme così tanto gli effetti collaterali, faglieli spiegare a lui. Non interferire, renditii una pura ascoltatrice. Non criticare, non biasimare. Così si renderà conto da solo. E non si sentirà forzato, ma libero e rispettato . Fagli delle domande, tutte quelle che vuoi, aiutalo ad esprimersi, ad esprimere il suo disagio, a tirarlo fuori da solo, e mostrare considerazione e interesse per il suo disagio, perché così mostri un vivo interesse per lui.
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