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> La Catena Del Dolore.
 
Io.e me
Inviato il: Lunedì, 20-Ago-2018, 10:25
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Psico Amico
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Nulla
Vivi e basta secondo quello che vuoi e ti fa star bene


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"Nessun sistema può dimostrare se stesso a partire da se stesso"

"Tremano le gambe mentre ride il cuore"

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Aeroplano italiano
Inviato il: Lunedì, 20-Ago-2018, 10:29
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Bravissimo, è proprio così!
È la stessa cosa che vale per la depressione, della quale sono più esperto. Quando mia moglie ha le sue brevi crisi depressiva, Io faccio finta che non stia succedendo nulla. Evito assolutamente di dirle: come va? Cosa succede? Nel frattempo cerco di non stare seduto, e svolgo delle faccende domestiche, faccio ordine, tolgo le cose che possono ricordare impegni spiacevoli, come bollette e cose simili. Mi dedico a una cucina più accurata, facendo in modo che senta i rumori dei preparativi. Tendo a trasmettere il messaggio che la realtà è quello che sto facendo io, quello che accade intorno a lei, non quello che accadde dentro di lei, non quello che sta pensando. Se mi ci mettessi anch'io, saremo in due a concentrarci sullo stesso problema, e le idee suggerite dalla depressione sembrerebbero più vere della realtà.
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Io.e me
Inviato il: Lunedì, 20-Ago-2018, 10:31
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Psico Amico
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Se ti riferivi a me, sono una ragazza!


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Inviato il: Lunedì, 20-Ago-2018, 10:43
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Ma in fondo cos'è? Secondo me è tutto un discorso mentale, cioè un'attitudine della mente ad andare avanti a ragionare. Quindi porsi domande darsi risposte, farsi obiezioni, controllare e ricontrollare le stesse cose, cambiare versione e ricominciare da capo, cercare prove, fare comparazioni. Tutto è affidato a una parola mentale, come se questa potesse dare senso alla realtà.

Ma io credo che sia un'attitudine estesa, più di quanto si pensi. Io mi accorgo per esempio, che se devo fare un discorso, faccio mille preparativi, mille ragionamenti. Come se realmente riuscissi a farli. Mentre discorso reale prenderà un'altra piega. A volte vivo un vero effetto Fracchia, Cioè faccio tantissimi preparativi, e alla fine non riesco a dire niente di quello che vorrei, neanche delle cose di cui ho bisogno, neanche l'affermazione dei miei diritti, soffocato dalle emozioni prodotte dai miei troppi discorsi mentali preparatori.


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Io.e me
Inviato il: Lunedì, 20-Ago-2018, 10:50
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Psico Amico
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Succede anche a me quando devo scrivere sei saggi, dei testi argomentativi o devo scrivere un messaggio lungo.

Mi preparo tutto ma alla fine va diversamente.


Ma non è solo un'attitudine estesa, è anche un nostro modo di criticarci, di accusarci, giudicarci, puntarci il dito contro, non fidarci di noi stessi.
Vidi una spiegazione di un professore sulla causa del disturbo, si parlava dei genitori che dicevano troppi NO al bambino, sin dai primi mesi di vita. In questo modo si crea un circuito di "no" che il bambino si dice da solo, risposta e controproposta. E nasce il disturbo.


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Inviato il: Lunedì, 20-Ago-2018, 11:00
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Giusto, esiste anche questo, la verbosità nel momento in cui scriviamo. Certamente mi accorgo e quando i miei documenti diventano troppo lunghi, sale il mio livello di ansia e quello che scrivo diventa per giunta più incomprensibile, o almeno difficile da leggere.

Però io mi do una spiegazione meno psicanalitica di questo fenomeno, meno legata alla formazione infantile. La verbosità scritta, deriva dall'intenzione di voler dire tutto quello che abbiamo in testa, in modo particolareggiato, senza escludere nulla. Ci sono delle volte in cui scrivo una relazione di 3 pagine, poi la lascio stare e quando la riprendo la riduco a meno di una pagina.

È vero come dici tu, che in qualche modo tutto questo sia anche una difesa rispetto al timore di un giudizio del lettore. Cioè è un modo di scongiurare. Lo scongiuro è qualcosa che è presente nella compulsione. La ritualità dei gesti in soffre di ossessione e compulsione sta proprio nel desiderio incontenibile di scongiurare la cosa tanto temuta.
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Io.e me
Inviato il: Lunedì, 20-Ago-2018, 14:15
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Psico Amico
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Praticamente il nostro stile di vita: controllare, scongiurare. Sempre.
Penso che l'essere umano evolvendosi abbia mantenuto dei suoi meccanismi sani (ansia) che prima usava per pericoli reali (orsi, predatori, carestie, nemici) per poi trasformarli in meccanismi disfunzionali che si attivano inutilmente.
Posso capire andare a controllare il gas una, due volte... quello è giusto cavolo!
Ma la terza, quarta... cinquantesima.volta?
Oppure stare sempre allerta perché le emozioni possono farci sbagliare, possono ingannarci?


Detto così qualcuno potrebbe pensare "ma allora dovremmo essere tutti ansiosi".
Si, tutti siamo ansiosi, chi più chi meno.

Ma la cosa più affascinante, secondo me, siamo noi doccati.
Perché se ci pensi siamo degli sfigati.
Un sacco di fattori scatenanti uniti in una sola persona.
Faccio un esempio:

Mettiamo un po' di genitori troppo severi, un po' di stress, un po' di predisposizione biologica, un po' di carenze a livello biochimico nel corpo e poi, infine, la scintilla, un attimo del tutto casuale che si scontra con tutto ciò, un momento di noia, di rabbia, di apatia... ma no. Non basta.
Ci vuole un'altra casualità ancora più grande: un pensiero.
E non un pensiero voluto, no. Uno di quelli che ti vengono ogni tanto, non sai quando né come perché fino a quel momento non ci hai fatto caso.
Ed ecco, ecco la ricetta perfetta per un docker.
La cosa ancora più curiosa è che non siamo mica pochi.
Questo mi porta a pensare che forse, nella nostra evoluzione, qualcosa è andato storto.
Oppure che non siamo così perfetti come crediamo di essere.
Che magari la nostra natura, quella dei tempi antichi, ha fatto in modo che sopravvivessimo fino ad oggi... ma ora sembrerebbe quasi incompatibile con la modernità venuta a crearsi. Una sorta di reazione chimica.

Vorrei sapere cosa ne pensi tu.


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