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> Disturbo Di Panico E Agorafobia, Descrizione, sintomi ed esercizi
 
enryturbo5
Inviato il: Marted́, 20-Gen-2009, 14:09
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Apro questo topic sperando d'essere d'aiuto a tutti coloro che, come me, han sofferto o ancora soffrono di DAP e di Agorafobia.....
Vi chiedo solo una cortesia... non postate..... questo vorrebbe essere una specie di testo dove trovare le risposte che cercate e che propone utili esercizi.... se avete bisogno di chiedermi qualcosa mandatemi un mp oppure scrivete sull'altro "mio" topic... grazie....
Ricordo inoltre che il tutto non vuole sostituirsi a terapeuti (io stessa sono in terapia da 4 anni), a farmaci, ad altre possibili terapie...
Vorrei, con questo topic, solo aiutare... null'altro... scrivero' pari pari al testo che ho sottomano (fotocopie di un libro datomi dal precedente terapeuta)....
Non assicuro che gli esercizi funzioneranno con tutti.... posso solo assicurare che nel mio caso hanno funzionato....
Ok..... dopo queste puntualizzazioni inizio a scrivere.... non assicuro continuita' ne' altro.... sono molte pagine.... faro' del mio meglio.....
Un grande abbraccio... -Enry-
P.S. Se trovate errori di battitura.... avvertitemi per cortesia....
P.p.s. Nella versione italiana del testo ci si rivolge a lei con il tu. Questo e' stato fatto perche' la traduzione risultasse piu' chiara.


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Mai mollare, mai mollare, mai mollare, mai mollare!!!! -Enryx-
-Guerrieri si nasce, eroi si diventa! -Enryx-
-Perche' affannarsi se tanto siamo comunque soli? Innanzitutto non dobbiamo
affannarci per niente e per nessuno e poi perche' la capacita' di stare soli
e' la vera forza dell'eroe e del saggio! -F.P.-

NON SCRIVETEMI IN PRIVATO... ALL'ULTIMO MESSAGGIO HO RISPOSTO DOPO 2 ANNI... ENTRO QUI RARAMENTE PER MANCANZA DI TEMPO, NON VOGLIATEMENE. SE POI VOLETE RISCHIARE ALLORA FATELO PURE! ;)
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enryturbo5
Inviato il: Marted́, 20-Gen-2009, 14:20
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DISTURBO DI PANICO E AGORAFOBIA
Manuale per chi soffre del disturbo

Questo topic ed il manuale dal quale e' tratto vorrebbe servire come testo di riferimente durante la terapia e come strumento di autoaiuto a trattamento completato. Durante il trattamento puo' servire anche per registrare le proprie esperienze personali e trascrivere i consigli e i suggerimenti del terapeuta. A trattamento concluso chi ha di nuovo momenti di difficolta' lo puo' usare per ripassare i principi e le tecniche del trattamento e come guida per mettere nuovamente in pratica le tecniche indicate per il caso.

----- I N D I C E ----- (N.B.non mettero' i sottoindici)
-Sezione 1. Ansia, panico e agorafobia
-Sezione 2. Controllo dell'iperventilazione
-Sezione 3. Imparare a rilassarsi
-Sezione 4. Esposizione graduale
-Sezione 5. Pensiero funzionale
-Sezione 6. Generare le sensazioni del panico
-Sezione 7. Affrontare sensazioni della vita quotidiana simili a quelle degli attacchi di panico
-Sezione 8. Altre considerazioni sui pensieri funzionali e disfunzionali
-Sezione 9.Difficolta' nel fare progressi
-Sezione 10. Risorse consigliate


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Inviato il: Marted́, 20-Gen-2009, 14:53
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SEZIONE 1 - ANSIA, PANICO E AGORAFOBIA


1.1 Introduzione

Fin dai tempi dell'antica Grecia e' stato descritto un disturbo che provoca paure irragionevoli in persone che per il resto sono sane di mente. Solo verso la fine del secolo scorso questo tipo di problema ha cominciato ad essere conosciuto come agorafobia. La traduzione letterale vuol dire paura ("Fobia") della piazza del mercato ("Agora'"), ma il termine viene applicato per indicare la paura di ogni posto pubblico o di ogni spazio aperto.
Recenti ricerche portano a concludere che in chi soffre di agorafobia le paure dei posti pubblici o degli spazi aperti non sono primarie, ma sono la conseguenza di una paura sottostante, cioe' la paura di avere una crisi di ansia, detta attacco di panico (DAP), indipendentemente dai luoghi in cui si manifesta.
Gli attacchi di panico sono comuni e in alcune persone sono coś frequenti da compromettere gravemente la qualita' della loro vita quotidiana. Si dice che soffre di un disturbo di panico chi ha attacchi di panico frequenti o passa una buona parte del suo tempo in preda alla paura dei successivi attacchi di panico.
Mentre alcune persone colpite da attacchi di panico non cambiano in modo evidente il loro modo di vivere, altre cominciano a evitare determinate situazioni per paura di averne uno. In effetti quasi tutti coloro che soffrono per lungo tempo di attacchi di panico prima o poi iniziano ad evitare una o piu' situazioni per la paura di avere in esse un attacco. Si parla in questi casi di evitamento. Maggiori sono gli evitamenti, maggiori saranno gli sforzi e il tempo necessari per superare il disturbo.
Le situazioni piu' frequentemente evitate sono luoghi affollati, spazi aperti, autobus, treni, spazi chiusi e posti lontani da casa o dove comunque e' difficile ottenere aiuto.
L'evitamento e' dovuto principalmente a tre ragioni:
1. la persona evita la situazione perche' crede che causi attacchi di panico. Puo' per esempio evitare i centri commerciali perche' ha avuto diversi attacchi di panico mentre si trovava ĺ.
2.La persona evita la situazione per paura delle conseguenze sociali che potrebbe avere un attacco di panico ĺ. Ad esempio, se teme di urinare durante un attacco di panico, puo' evitare posti dove altri se ne accorgerebbero facilmente.
3.la persona evita le situazioni dove avere un attacco di panico potrebbe essere pericoloso, ad esempio smette di guidare la macchina per paura di perdere il controllo e di avere un incidente durante un attacco.

Va sottolineato di nuovo che l'agorafobia, qualunque sia la situazione evitata, dipende dalla paura di base, quella di avere un attacco di panico. Puo' essere quindi fondamentalmente considerata come una condizione di paura degli attacchi di panico, che ha come conseguenza l'evitamento delle situazioni o delle attivita' che, secondo chi ne soffre, potrebbero provocare gli attacchi di panico o portare a conseguenze pericolose o imbarazzanti in caso di attacco di panico.
La distinzione fra paura primaria e paura secondaria e' importante. Chi e' affetto da agorafobia deve infatti imparare a controllare la paura primaria, cioe' quella degli attacchi di panico. Si ribadisce infatti che le paure delle situazioni (dette paure situazionali ) sono secondarie alla paura degli attacchi.
La paura primaria dell'agorafobia, cioe' dell'attacco di panico, e' spesso descritta con le manifestazioni dell'attacco, cioe' come paura di svenire o, piu' genericamente, di perdere il controllo di se'. Le paure secondarie, come detto, sono molte e di diverso tipo e dipendono da cio' che la persona crede sulla natura, sulle cause e sulle conseguenze degli attacchi di panico.
Talora vengono scambiati erroneamente per disturbo agorafobico altri disturbi, quali depressione, schizofrenia, fobia sociale e disturbo ossessivo-compulsivo. Per evitare questa confusione basta comunque sapere che cos'e' l'agorafobia, come descritto precedentemente.


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1.2 Come si sviluppano gli attacchi di panico e l'agorafobia?


1.2.1 Lo stress

Il primo attacco di panico si manifesta quasi sempre durante un periodo in cui tensione o stress sono elevati. Si distinguono due categorie di fattori stressanti:
- Fattori stressanti psicologici: ad esempio disaccordo con il coniuge o i parenti, morte o malattia in famiglia, problemi sentimentali, problemi finanziari o pressioni sul lavoro.
-Fattori stressanti fisici: malattie fisiche, esaurimento da troppo lavoro, uso di alcolici o di droghe, mancanza di sonno, ipoglicemia (basso livello degli zuccheri nel sangue) causata magari da una dieta.


1.2.2 L'ansia

L'ansia e' una conseguenza frequente ma non inevitabile di entrambe le categorie di fattori stressanti. Anche quando si manifesta in modo evidente, non sempre e' seguita da un attacco di panico, mentre al contrario si possono avere attacchi di panico anche quando l'ansia e' apparentemente lieve e i fattori di stress poco evidenti.
Perche' l'ansia porta in qualcuno attacchi di panico e in qualcun altro no? Come verra' detto piu' avanti, sono stati chiamati in causa il livello elevato di fattori stressanti, le caratteristiche di personalita' (1.11) e l'iperventilazione (1.13).



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1.3 La natura del panico

Un attacco di panico si ha quando una persona diventa in breve tempo molto spaventata o molto ansiosa o molto a disagio in una situazione nella quale la maggior parte delle persone non proverebbe paura o malessere. Durante l'attacco si possono avere i seguenti sintomi:

-Respiro affannoso
-Palpitazioni
-Vertigini o giramenti di testa
-Formicolii alle mani o ai piedi
-Senso di costrizione o dolore al torace
-Sensazione di soffocamento o di mancanza d'aria
-Sentirsi svenire
-Sudorazione
-Tremori
-Vampate di caldo o di freddo
-Bocca secca
-Nausea o nodo allo stomaco
-Debolezza alle gambe
-Visione annebbiata
-Tensione muscolare
-Impressione di non riuscire a pensare chiaramente o di non riuscire a parlare
-Impressione che le cose intorno non siano reali
-Paura di morire, di perdere il controllo, o di comportarsi in modo bizzarro.

Chi ha un attacco di panico, quando l'attacco diventa grave, cerca di allontanarsi dalla situazione in cui si trova nella speranza che il panico cessi, oppure cerca chi lo possa aiutare se dovesse svenire, avere un infarto o impazzire. C'e' chi invece cerca di restare solo perche' si vergogna delle conseguenze che l'attacco potrebbe avere o teme che altri possano scoprire che soffre di un attacco di panico.
Le prime volte che una persona ha un attacco di panico di solito si spaventa molto, dato che si tratta di un'esperienza strana, inattesa, molto spiacevole, spesso accompagnata dalla paura di perdere il controllo, di svenire, di morire o di impazzire. Col ripetersi degli attacchi, comincia a temere meno queste conseguenze, anche se spesso continua ad avere paura che la volta successiva l'attacco possa essere peggiore. In ogni modo gli attacchi continuano ad essere estremamente spiacevoli e sono pochi quelli che riescono a condurre una vita normale.
Come accennato, il panico raramente si presenta senza fattori scatenanti. Il primo attacco si scatena in presenza di una forte pressione emotiva o quando si e' malati fisicamente (ad esempio alla fine di un'influenza), o quando si e' stanchi ed esauriti o si e' molto depressi. E' molto raro che il primo attacco di panico si manifesti in chi si sente sicuro e in assenza di fattori stressanti.



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1.4 Lo sviluppo delle fobie

La maggior parte delle persone imparano rapidamente a riconoscere le situazioni nelle quali e' piu' probabile avere un attacco di panico o le situazioni in cui e' piu' pericoloso o fastidioso avere un attacco di panico. Ad esempio aeroplani, treni, autobus, ascensori sono temuti perche' in caso di attacco di panico bisogna aspettare che si fermino prima di poter uscire e ricevere aiuto. Anche aspettare in fila in una banca o in un negozio comporta le stesse difficolta'. Essere soli in casa senza vicini su cui poter contare o guidare in una strada deserta o essere soli su una spiaggia o in una campagna possono avere conseguenze analoghe: chi potrebbe venire in soccorso in caso di panico? Anche guidare soli nel traffico pone gli stessi problemi, in quanto si e' soli ed e' difficile abbandonare la macchina e ottenere aiuto. Come detto, per qualcuno pero' il problema principale non e' la difficolta' di andarsene o di ottenere aiuto, ma l'imbarazzo di fare una brutta figura.
Quando ci capita qualcosa nella vita, cerchiamo tutti di spiegarci perche' e' successo. Lo stesso accade a chi ha avuto un attacco di panico. Chi soffre di agorafobia nel 90% dei casi non riesce a trovare da solo la spiegazione giusta, perche' non prende in considerazione le cause reali, cioe' l'ansia e l'iperventilazione, della cui gravita' spesso non si rende conto. Attribuisce quindi erroneamente l'attacco alla situazione nella quale l'attacco e' iniziato, perche' per un fenomeno noto in psicologia come condizionamento passa da un cosiddetto rapporto di associazione ad uno di causa-effetto: e' successo in quella situazione ed e' quindi colpa della situazione. Come gia' accennato, e' questa convinzione che porta per lo piu' allo sviluppo delle paure situazionali e quindi all'evitamento. Non e' necessario pero' aver avuto un attacco di panico in una certa situazione per evitarla, in quanto basta temere che in quella situazione lo si potrebbe avere.
Per un processo di diffusione della paura e dell'evitamento che e' chiamato "generalizzazione", molti agorafobici cominciano rapidamente a temere e a evitare altre situazioni. Ben il 30% degli agorafobici sviluppa piu' di una paura situazionale entro una settimana dal primo attacco di panico.
E' importante che chi soffre di agorafobia capisca cosa sono il "condizionamento" e la "generalizzazione", perche' per guarire deve imparare a rompere il legame tra attacchi di panico e le situazioni evitate, legame che e' causato da questi due processi.
Come gia' accennato, un'altra ragione per cui chi ha attacchi di panico sviluppa l'evitamento di una situazione e' che si puo' preoccupare delle possibili conseguenze dell'attacco in quella situazione. Puo' essere preoccupato di fare cose imbarazzanti o di trovare difficilmente aiuto sanitario o di perdere il controllo e fare del male a se stesso o a persone care o di avere un incidente.
Occorre ricordarsi sempre che la paura primaria nell'agorafobia e' la paura dell'attacco di panico o dell'ansia e non la paura di luoghi o situazioni, che e' invece secondaria. Perche' la terapia funzioni, bisogna imparare a gestire e a padroneggiare l'ansia e solo dopo si potra' usare questa padronanza per affrontare le situazioni temute.


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1.5 Gli evitamenti meno evidenti

Oltre ai precedenti, ci sono altri tipi di evitamento meno evvidenti collegati agli attacchi di panico.

Prova a rispondere alle domande del riquadro 1.

____________________________________________________________________
Riquadro 1. Domande per individuare evitamenti poco evidenti

-Eviti di prendere delle medicine, anche se prescritte dal medico?
-Eviti di uscire senza avere con te le tue medicine?
-Eviti di fare sforzi fisici?
-Eviti di arrabbiarti molto?
-Eviti di avere rapporti sessuali?
-Eviti di vedere film emozionanti, ad esempio film dell'orrore o film molto tristi?
-Eviti di uscire all'aperto quando fa molto caldo o freddo?
-Eviti di trovarti in posti dov'e' difficile raggiungere un aiuto medico?
-Ti da' molto fastidio quando qualcuno cerca di spaventarti, anche per scherzo?
-Apri le finestre nei luoghi chiusi?
-Tieni d'occhio le uscite di sicurezza?
-Eviti di stare in piedi o di passeggiare senza avere qualcosa a cui appoggiarti a portata di mano?
____________________________________________________________________

Ciascuna di queste domande indica possibili conseguenze degli attacchi di panico. Per fortuna anche questi evitamenti possono essere affrontati e superati.
Anche cercare di distrarsi puo' essere un segno di agorafobia, dato che alcuni tentano di resistere nelle situazioni nelle quali temono di avere un attacco di panico sforzandosi di distrarsi. Chiediti se ci sono situazioni in cui per sentirti piu' sicuro:

-porti qualcosa da leggere e cerchi di concentrarti il piu' possibile sulla lettura;
-metti musica ad alto volume;
-ti sforzi di immaginare di essere in un altro posto;
-chiedi a chi e' con te di parlare di qualcosa, di qualsiasi cosa;
-cerchi rassicurazioni;
-ti metti a contare cose che vedi o immagini.

Questi accorgimenti possono aiutare a superare gli attacchi di panico, ma a lungo termine sono controproducenti.
Diventano abitudini di cui non si riesce piu' a fare a meno, mentre non cambia la probabilita' che attacchi di panico si ripetano ed il modo di reagire ad essi.
Inoltre chi e' troppo occupato nel cercare di distrarsi trova difficile applicare le tecniche per controllare i pensieri pessimisti e catastrofici che precedono e accompagnano l'attacco di panico e l'impressione di non avere nessun controllo sugli eventi e sulle proprie reazioni. Si vedra' piu' avanti come questi pensieri e convinzioni possano scatenare, intensificare e prolungare le reazioni ansiose e come si puo' riuscire a modificarli.


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1.6 Sintesi del programma di trattamento


Questo programma ti insegnera' a cambiare il tuo modo di pensare e di reagire o, in altre parole, nuovi metodi di autocontrollo. Il programma comprende fondamentalmente quattro interventi.
a. Dapprima ti insegneremo a controllare i sintomi fisici mediante il controllo del respiro e della tensione muscolare. Molte persone durante l'attacco di panico hanno l'impressione che manchi loro l'aria, ma in effetti al contrario respirano troppo e la respirazione eccessiva, la cosiddetta "iperventilazione", come vedremo meglio, e' una delle cause principali dell'attacco di panico.
b. Ti insegneremo poi ad esporti alle situazioni temute e evitate. Sono gia' stati descritti prima i meccanismi che portano chi soffre di attacchi di panico ad evitare molte situazioni, particolarmente quelle dalle quali e' difficile uscire o nelle quali e' difficile ricevere aiuto in caso di attacco di panico. Come gia' accennato, l'evitamento funziona nel breve periodo ma e' controproducente a lungo andare, perche', ogni volta che si evita una situazione, aumenta il bisogno di evitarla la volta successiva e inoltre aumentano le situazioni da evitare, tanto che ci sono persone che finiscono coll'impostare tutta la loro vita sul bisogno di evitare le molte situazioni temute. C'e' chi non riesce neppure piu' ad uscire di casa e c'e' chi non riesce piu' a stare da solo.
c. Un'altra parte importante del trattamento consiste nell'identificare i pensieri di chi soffre di attacchi di panico, il suo dialogo interno, cio' che dice a se stesso prima, durante e dopo un attacco di panico, e nel mettere in luce le convinzioni erronee che aumentano l'ansia.
Illustreremo come rendersi conto che queste convinzioni sono senza fondamento e come poi metterle in dubbio e confutarle.
d. Nell'ultima parte del trattamento insegneremo a generare le sensazioni fisiche che accompagnano il panico, in modo che tu possa capirne meglio l'origine e quindi averne meno paura.

Per controllare ansia e panico bisogna apprendere e poi mettere in pratica con regolarita' e costanza le abilita' suddette. Piu' ti impegnerai, migliori saranno i risultati. Il successo del programma dipende piu' dalla tua motivazione a cambiare e dal tuo impegno che dalla gravita' del panico o dell'evitamento, dalla loro durata o dalla tua eta'.


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1.7 Resistenze al trattamento

In alcuni casi ci possono essere particolari ostacoli alla guarigione. Talvolta la persona che soffre di agorafobia o un familiare possono trarre vantaggi dalla continuazione dell'agorafobia, per esempio un marito potrebbe non volere combattere l'agorafobia della moglie perche' l'agorafobia le rende dipendente da lui e quindi fedele; oppure un agorafobico potrebbe preferire rimanere disabile per non dover prendere decisioni impegnative. Questi cosiddetti "vantaggi secondari" del disturbo probabilmente non contribuiscono alla sua comparsa, ma possono rendere piu' difficili i miglioramenti. Cerca quindi di capire se nel tuo caso ci sono ostacoli di questo tipo e discutine col tuo terapeuta.


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1.8 La natura dell'ansia: ansia utile come reazione a veri pericoli

Chi ha avuto attacchi di panico si spaventa anche al minimo cenno d'ansia, perche' sospetta che si tratti dell'inizio di un attacco. Non sempre pero' l'ansia e' nociva.
Considera il seguente esempio. Stai attraversando una strada quando sbuca improvvisamente una macchina che procede a grande velocita' ed e' a pochi metri da te. Ti spaventi e corri verso il marciapiede. Ancora prima che inizi a correre, il tuo cervello ha avvertito il pericolo e il tuo organismo ha iniziato ad attivare il sistema nervoso autonomo, ed in particolare a rilasciare adrenalina. L'attivazione determina i cambiamenti fisiologici del Riquadro 2, che hanno tutti lo scopo utile di permettere di reagire in modo veloce ed efficiente al pericolo.

____________________________________________________________________

Riquadro 2. Componenti della reazione di attacco e fuga

-Il respiro si fa piu' frequente e le narici e i polmoni si espandono, aumentando la quantita' di ossigeno disponibile per i muscoli.
-Il ritmo cardiaco e la pressione del sangue aumentano, in modo da trasportare velocemente l'ossigeno e il nutrimento richiesti dai muscoli.
-Il sangue e' dirottato ai muscoli, particolarmente ai grossi muscoli degli arti inferiori. Meno sangue affluisce agli organi interni ed anche alla faccia e si puo' diventare "bianchi di paura".
-I muscoli si tendono preparandosi a contrarsi velocemente.
-Aumenta la capacita' di coagulazione del sangue, cosicche' nel caso di ferita si ridurrebbe la perdita di sangue.
-Si comincia a sudare, per contrastare il surriscaldamento dovuto alla attivita' fisica.
-La mente si concentra su un pensiero dominante:"Sono davvero in pericolo, e se ś, come posso evitarlo?" Tutto il resto passa in secondo piano.
-La digestione si ferma. La bocca diventa secca e produce meno saliva. Il cibo si ferma nello stomaco e puo' dar luogo ad una sensazione di nausea o di "nodo allo stomaco". Viene invece liberato nel sangue dello zucchero, che serve a fornire energia.
-Il sistema immunitario rallenta. Il corpo per il momento concentra tutti gli sforzi nella fuga.
____________________________________________________________________

Si tratta della cosiddetta risposta automatica di attacco o fuga di fronte a un pericolo fisico.
La reazione porta ad essere piu' pronti e rapidi nel mettersi in salvo e, solo quando la fuga e' impossibile, piu' efficenti nel lottare per la propria vita. In ogni situazione di allarme si genera una specie di reazione di attacco o fuga, che non sempre ovviamente raggiunge l'intensita' che si ha in una situazione di vita o morte. La prospettiva di attraversare un ruscello su una stretta asse aumenta l'ansia, ma generalmente meno dell'incontro con un cane feroce libero.
Un certo grado di ansia, se non eccessivo, puo' essere utile non solo in presenza di un pericolo fisico, ma anche in alcune attivita' che richiedono impegno, concentrazione, attenzione a non sbagliare, ad esempio prima di un esame o di un colloquio di lavoro. Chi fosse totalmente rilassato durante un esame o un incontro sportivo o in una discussione importante con un figlio o col partner non darebbe il meglio di se'.
Chi soffre di panico e agorafobia diffida spesso di ogni forma d'ansia, anche di quella utile, e cerca di evitarla sempre, poiche' teme che cresca a spirale, non sia piu' controllabile e diventi panico, L'ansia eccessiva compromette ogni tipo di prestazione, perche' la persona si concentra sui sintomi dell'ansia anziche' sul compito, prova l'impulso di fuggire e finisce solo per sbagliare piu' facilmente. Piu' e' difficile il compito, piu' e' importante saper gestire bene l'ansia, in modo che, non aumentando troppo, aiuti a rimanere vigili, attenti, concentrati sul compito.
Durante questo programma verranno illustrate alcune tecniche per controllare l'ansia e rimanere padroni di se' anche nelle situazioni difficili.


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1.9 La natura dell'ansia: ansia dannosa come reazione a falsi pericoli

La risposta di attacco o fuga era particolarmente utile nelle condizioni di vita dei nostri antenati, piene di gravi pericoli fisici, quali l'aggressione da parte di un nemico armato o la carica di un toro, e per questo fa ancora parte dei nostri meccanismi di difesa, ma porta a problemi seri quando si attiva troppo facilmente o nel momento sbagliato, come succede nella maggior parte delle situazioni del mondo moderno. Non e' utile ad esempio scappare quando si e' fermati da un vigile o aggredire fisicamente il capoufficio che ci tratta male.
Non c'e' pero' da meravigliarsi se, quando ci sentiamo minacciati, ci manca l'aria, il cuore batte forte, proviamo nausea o i muscoli delle gambe e delle braccia sono tesi e tremano: sono tutte manifestazioni di una risposta che sarebbe utile se dovessimo fuggire o combattere.
Inoltre, come l'allarme di una macchina troppo sensibile, attiva la risposta di attacco o fuga quando non ce n'e' bisogno e produce ansia in situazioni nella quali la maggior parte delle persone rimane relativamente tranquilla. Per esempio, una persona che inizia a preoccuparsi mentre fa la coda in un negozio, se ha la tendenza ad avere troppo facilmente una reazione fisiologica di allarme, puo' cominciare a sentire la testa leggera, ad avere le vertigini e ad avvertire un senso di irrealta' e puo' allora cominciare a pensare: "Sarebbe terribile se perdessi la testa e cominciassi a correre come un pazzo per il negozio, gridando, bestemmiando o colpendo gli altri". A questo punto forse uscirebbe dalla coda, rinunciando agli acquisti e rifugiandosi nella sicurezza della sua casa.
Chi si sente ansioso anche in situazioni nelle quali gli altri non lo sono o lo sono molto meno, deve sospettare che la sua soglia di allarme sia troppo bassa, o, in altri termini, che la sua risposta di attacco e fuga sia troppo sensibile.
Se soffri di attacchi di panico a questo punto ti sarai reso conto che i sintomi che provi sono molto simili. Infatti l'attacco di panico e' una risposta di attacco o di fuga attivata in un momento sbagliato, in assenza di un vero pericolo esterno: il treno non deragliera', il supermercato non prendera' fuoco, non soffocherai facendo la coda in banca. Chi ha un attacco di panico, poiche' si rende conto che non e' ragionevole che la situazione esterna provochi tanta ansia, inizia a pensare che la causa sia lui stesso, e comincia ad aver paura di avere un attacco di cuore o addirittura di morire o paura di perdere il controllo o paura di impazzire.


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1.10 Perche' ho dei falsi allarmi?

Gli attacchi di panico sono dunque dovuti a falsi allarmi che attivano troppo facilmente la risposta di attacco o fuga. Ma perche' succede? Che cosa fa si che qualcuno abbia piu' facilmente di un altro la risposta di attacco o fuga? la ricerca psicologica ha scoperto tre cause: la prima e' la presenza di situazioni molto stressanti; la seconda e' l'iperventilazione (respirazione eccessiva); la terza e' rappresentata dalla personalita' individuale.


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1.11 L'effetto della personalita'

Per personalita' si intende il modo consueto con cui reagiamo, proviamo emozioni e ci comportiamo, anno dopo anno. Molti di coloro che ricorrono allo specialista per un attacco di panico si considerano nervosi, sensibili, emotivi e dicono di preoccuparsi troppo. Ci sono vantaggi nell'avere una personalita' di questo tipo, ad esempio essere sensibili aiuta a capire meglio gli altri, ma anche svantaggi, perche' proprio l'eccesso di emotivita' e la tendenza a preoccuparsi possono predisporre agli attacchi di panico. Le persone di questo tipo tendono a rispondere ai fattori stressanti con reazioni fisiologiche intense e a concentrare la loro attenzione su queste reazioni. In sintesi, sono persone piu' vulnerabili del normale alle situazioni stressanti e in particolare allo stress rappresentato proprio dalla preoccupazione di poter avere un attacco di panico. Per fortuna le conseguenze dannose di questo tipo di personalita' possono essere attenuate dalle tecniche che aiutano a cambiare i propri pensieri (il dialogo interno) e da quelle di rilassamento.


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1.12 Riassunto sulla risposta di attacco o fuga

Quando una persona si trova in situazioni stressanti o minacciose, scatta automaticamente una risposta fisiologica che da molte migliaia di anni fa parte del corredo biologico degli esseri umani. E' una risposta primitiva che prepara il corpo a difendersi dalla fonte di paura mediante un intenso sforzo fisico.
Questa reazione spiega perche' molti riferiscono che in situazioni stressanti da una parte hanno voglia di scappare e d'altra si sentono piu' ricchi di energia.
Una volta terminato lo sforzo fisico di fuga o attacco, le rezioni fisiologiche scompaiono rapidamente. Quando pero' lo sforzo fisico non ha luogo, i cambiamenti fisiologici possono durare piu' a lungo, essere molto disturbanti e suscitare molta ansia, che a sua volta porta ad una maggiore attivazione della risposta di attacco o fuga. La terapia mira ad interrompere questo circolo vizioso. Una delle tecniche utili e' il controllo dell'iperventilazione.


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1.13 L'iperventilazione

Ci si concentrera' ora su un aspetto importante della risposta di attacco o fuga nei disturbi di panico e nell'agorafobia, cioe' l'iperventilazione o eccesso di respirazione.
L'iperventilazione peggiora i sintomi che si provano negli attacchi di panico e nell'agorafobia. E si e' visto che chi soffre di questo disturbo ha piu' paura di questi sintomi che della situazione che considera pericolosa.
Ogni volta che una persona inspira, l'ossigeno entra nei polmoni dove si lega all'emoglobina, una molecola dei globuli rossi del sangue, che lo usano per avere energia e producono un "gas di scarico", l'anidride carbonica. L'anidride carbonica passa nel sangue e viene trasportata ai polmoni per essere eliminata con l'aria espirata.
Ci si puo' chiedere che cosa fa staccare l'ossigeno dall'emoglobina in modo che passi nelle cellule. La risposta e' che l'ossigeno si libera dall'emoglobina solo in presenza di anidride carbonica. Quindi, se e' fondamentale respirare ossigeno, e' importante anche che non manchi nel sangue l'anidride carbonica. Il corpo lavora meglio quando ossigeno e anidride carbonica sono in equilibrio.
L'iperventilazione, cioe' il respirare con frequenza e/o con una profondita' eccessive rispetto ai bisogni dell'organismo in quel momento, porta ad avere troppo ossigeno e troppo poca anidride carbonica, poiche' con l'espirazione viene eliminata troppa anidride carbonica.
Una delle conseguenze e' il restringimento di alcuni vasi sanguigni, in particolare di quelli che portano il sangue a certe aree del cervello. Di conseguenza, con l'iperventilazione arriva ś piu' ossigeno nei polmoni, ma sorprendentemente ne arriva meno a certe aree del cervello e del corpo, dove passa meno sangue e si libera meno ossigeno.

Ne derivano i seguenti sintomi:

-Senso di mancanza d'aria
-Senso di testa leggera
-Senso di stordimento
-Senso di irrealta' o di stranezza del proprio corpo
-Senso di irrealta' delle cose circostanti
-Senso di confusione
-Tachicardia, cuore che batte piu' velocemente
-Sensazioni di spilli o di formicolio alle mani, ai piedi e al viso
-Rigidita' muscolare
-Mani sudate
-Bocca o gola secca

Uno dei sintomi piu' angoscianti tra quelli causati dall'iperventilazione e' la sensazione di mancanza d'aria.
Questa sensazione puo' portare a cercare di respirare ancora piu' profondamente o velocemente, il che, pero', peggiora i sintomi.
Se l'iperventilazione dura a lungo, si possono avere anche i seguenti sintomi:

-Vertigini
-Nausea
-Sensazione di fatica a respirare
-Sensazione di costrizione al petto o di dolore al torace
-Paralisi muscolare
-Aumento dell'apprensione e del senso di allarme, fino al terrore che qualcosa di terribile stia per accadere, per esempio un attacco di cuore, una emorragia cerebrale o persino la morte.

Chi iperventila consuma piu' energia di quanta ne abbia bisogno, il che puo' portare ad altri sintomi:

-Sentirsi accaldati o arrossati
-Sudare molto
-Sentirsi stanchi
-Sentire i muscoli affaticati, specie i muscoli del torace

Si puo' osservare come i sintomi dell'iperventilazione siano simili a quelli degli attacchi di panico e come sia facile interpretarli come indicazione della presenza di una grave malattia fisica.
Chi li interpreta in questo modo diventa piu' ansioso, l'iperventilazione aumenta ed i sintomi non solo persistono, ma peggiorano.
Se l'iperventilazione rimane contenuta, non cresce troppo, non si ha lo scatenamento di un attacco di panico, ma solo un prolungato stato di apprensione.
E' importante sottolineare che l'iperventilazione fa parte della risposta di attacco o fuga, e' quindi parte di una normale risposta fisiologica e non e' pericolosa, perche' i sintomi relativi sono spiacevoli, fastidiosi, possono spaventare, ma non sono dannosi e scompaiono quando si smette di iperventilare.
Il corpo infatti dispone di diversi meccanismi automatici per ostacolare un eccessivo sbilanciamento del rapporto tra ossigeno ed anidride carbonica, analoghi a quelli che mantengono la pressione corporea stabile, impedendo che una persona svenga ogni volta che si alza in piedi, o a quelli che regolano la fame, il sonno e la temperatura corporea.
Inoltre, poiche' la respirazione e' un processo non solo automatico, ma anche in parte volontario, come e' evidente in chi nuota in apnea sott'acqua, si puo' imparare a controllarla, come insegnamo nella prossima sessione.
Finche' l'organismo riesce a compensare la diminuzione dell'anidride carbonica, l'iperventilazione puo' essere spesso subdola e non essere evidente a chi osserva e persino a chi la ha.
Poiche' pero' la concentrazione di anidride carbonica nel sangue e' bassa, l'organismo puo' essere incapace di far fronte ad altre diminuzioni e anche piccoli cambiamenti nella respirazione (ad esempio un sospiro o uno sbadiglio) possono scatenare i sintomi suddetti.


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