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PSICO > Strategie per combattere il disagio psicologico > Programmazione Neuro Linguistica


Inviato da: aperol il Lunedì, 27-Ago-2012, 20:02
Domenica ho fatto un corso di una giornata di questa metodologia.
Preciso che una giornata basta per capire il succo del succo... e solo se l'istruttore è competente abbastanza nel fare sia la spiegazione sia gli esempi vari.
Io l'ho trovato interessante. Molte cose da rileggere e studiare.

La PNL lo dice lei stessa: Ripetere ripetere ripetere... fin che diventa un'abitudine. Viene calcolato che bastano circa 20 ripetizioni quotidiane per avere l'abitudine nel fare qualcosa. Questo uno dei vari punti, in seguito ce ne sono tantissimi altri che fanno capire molte cose.

Credo sia utile anche per chi soffre di varie patologie come in questo forum.
Al corso c'erano 2 partecipanti che hanno avuto problemi. Uno è da anni che fa questi corsi e alla sera nel ringraziamento qualche singhiozzo gli è scappato. Un'altra ha detto di aver avuto un periodo di forte depressione (a vederla credo anche anoressia) e le sue parole sono state: ho affrontato i problemi anche con psicoterapia con più psicologi, li ho frequentati per circa 10 anni... e ho ottenuto di più in pochi mesi con la PNL che non con tutto il percorso fatto precedentemente. Grazie di cuore.

In linea di massima andrebbe valutato il tutto soggettivamente. La PNL tira fuori la grinta, lo spirito giusto, il farti vedere il bicchiere mezzo pieno, soprattutto vedere il lato positivo di ogni cosa per recuperare e superare gli ostacoli in breve tempo.
Ci vuole tempo e costanza, altrimenti la mente non riesce ad abituarsi e si ritorna al punto di partenza.

E aggiungo che fra molti punti descritti, molti sono presenti anche nella psicoterapia, con la differenza che taglia corto, va dritto al punto senza girarci attorno.

Che poi il tipo... che personaggio. Eravamo in una trentina e abbiamo riso come matti quasi tutto il giorno per il suo modo che aveva di esporre e spiegare PSICO ahah.gif
Veramente bravo.

Inviato da: aperol il Domenica, 02-Set-2012, 11:21
PRIMO ESERCIZIO
(di solito c'è sempre un pò di teoria all'inizio, io invece passo subito ai fatti PSICO-green.gif )

Quante volte facciamo cose di normale routine senza pensarci più di tanto. Sono talmente comuni di tutti i giorni che ormai si pensa ad altro e riescono ugualmente.
Persino svegliarsi al mattino, per chi è abituato ad alzarsi sempre alla stessa ora, diviene spontaneo anche senza impostare sveglie (tralasciando ovviamente casi particolari come forte stanchezza del fine settimana oppure nottate lunghe)
Questo perchè la nostra mente memorizza piano piano fino a diventare abitudine. Si dice basti fare una determinata cosa per 20 volte consecutive affinchè diventi normale routine.

Esempio:
una volta alzati al mattino, se prima mi alzavo lanciando le coperte e andando a prepararmi, ora dopo alzato mi sistemo il letto.
Un esempio banale che se una persona riesce a farlo per almeno 20 volte consecutive ogni mattina, dopo diventa abitudine.

Ora iniziamo con questo esercizio:
Prima di alzarmi al mattino, mi ripeto che sarà una splendida giornata, immagino cose belle fino a quando non spunta un sorriso. Poi mi alzo e inizio la giornata.

Inviato da: aperol il Domenica, 02-Set-2012, 23:30
SECONDO ESERCIZIO

TUTTI (scritto in maiuscolo perchè lo possiamo fare) scrivere in un foglio almeno 20 pregi di noi stessi.
Facile guardare solo i difetti. Purtoppo l'occhio e l'attenzione cade sempre dove non possiamo o non abbiamo. Rimane comunque il fatto che tutti abbiamo dei pregi.
Potrà sembrare difficile, probabilmente presi da una scarsa autostima ci vien da dire "beh no, questo no perchè c'è chi è meglio di me". E chi se ne frega!!!

20 pregi elencati. Un pò di egoismo ci vuole PSICO-si.gif

Inviato da: aperol il Domenica, 23-Set-2012, 18:54
Tratto da "Vivi la vita che desideri con la PNL"

Una delle cose che ho scoperto con il mio lavoro è che i problemi insorgono e si sviluppano in brevissimo tempo. E' sufficiente vedersela brutta una volta in aereo che appare la fobia di volare, ritrovarsi in mezzo ad uno sciame d'api per averne il terrore, fare un brutto incidente in macchina per ritrovarsi in difficoltà a rimetterci piede. Se è possibile aver paura in un periodo cosi breve, non c''è motivo per cui ad imparare una qualsiasi altra cosa si si debba impiegare di più.
Quando gli psicologi decidevano di studiare una certa difficoltà,come ad esempio le fobie, mettevano assieme un gruppo di fobici per cercare di scoprire il perchè del loro comportamento. Di fatto, studiavano ciò che li faceva "funzionare". Nei loro esperimenti, ad esempio, mettevano la persona con la fobia di fronte all'oggetto delle paure, per poi cercare di aiutarla a desensibilizzarsi e a ridurre, nel tempo, la risposta fobica.
Facevano uso dell'approccio psicoanalitico, con cui si porta la persona a ripercorrere il passato a ritroso e a rivivere i traumi, mentre si ricerca il loro significato più profondo e nascosto. Questa modalità si basava sul concetto che la comprensione produce il cambiamento.
All'apparenza era un'idea meravigliosa! Se, in un modo o nell'altro, una persona fosse riuscita a capire i propri problemi, questi sarebbero svaniti. Fu Sigmund Freud a sviluppare questa teoria e all'epoca essa rappresentò una grande innovazione. Da allora, questa idea è stata alla base di numerosi approcci e applicazioni: comprendere come funzionasse la mente umana sarebbe bastato per il cambiamento desiderato. L'idea stessa che fosse possibile aiutare una persona con il linguaggio al posto di un intervento fisico fu un'intuizione promettente. Ciononostante, capire cosa c'è dietro ai problemi non ci aiuta a superarli.
...
e la vera questione è che queste persone hanno sviluppato la paura quando non ce n'è bisogno. Hanno imparato a mettere in pratica un comportamento che di per se è solo distruttivo.
C'era una ragazza che da adolescente fu vittima di un pestaggio e abuso sessuale. Da quel giorno, per oltre 25 anni, si svegliava e andava a letto con il terrore di essere aggredita, nonostante l'ambiente in cui viveva fosse tutt'altro che pericoloso e nessuno l'aveva più aggredita o minacciata da allora. Aveva paura di tutto. Di uscire di casa, di uscire la sera, di uscire con un ragazzo, di amare, di lavorare...
Dopo un colloquio privato, la invitai sul palco e le spiegai la verità: che io non avevo bisogno di comprendere in che modo fosse diventata la donna di oggi, piuttosto era capire come facesse a continuare ad essere quella persona. I motivi erano ovvi: ha subito qualcosa di terribile e continuava a rivivere quel momento, risvegliato continuamente da qualsiasi cosa.
Questo non aveva a che fare con l'episodio in se, ma con ciò che lei faceva con il ricordo di quell'esperienza. Dipendeva dal fatto che al mattino si svegliava chiedendosi "cosa potrebbe andare storto oggi?" e si dava sempre la stessa risposta. Proiettava su tutto sempre la stessa immagine, l'esperienza vissuta, ancora, ancora e ancora.
Mi ci vollero più di venti minuti per farle smettere quel comportamento, Perchè non avevo bisogno di scoprire per quale motivo accadesse ciò che accadeva. Dovevo solo fare in modo che lei smettesse di farlo. Ma dovevo far ancora meglio, dovevo far in modo che sviluppasse l'abitudine di sentirsi bene.
Se hai avuto paura per la maggior parte della tua vita, potresti non avere a disposizione buoni esempi di che cosa significhi essere felice, in tal caso puoi comunque costruirli.
Evoco una sensazione di profondo rilassamento, un senso di benessere che indichi alla persona che ho davanti come comportarsi. Cosi, in futuro, il primo pensiero di ogni giornata potrà essere "Quanto mi posso divertire oggi? Quante altre belle cose potrei fare oggi?
Quando le persone iniziano a porsi le domande giuste, iniziano a crearsi le giuste immagini nella propria testa. Se costruisci immagini positive, verranno generate sensazioni positive. Ecco che la vita inizia a diventare qualcosa di entusiasmante.

Inviato da: aperol il Domenica, 23-Set-2012, 19:29
QUOTE (aperol @ Domenica, 23-Set-2012, 17:54)
Tratto da "Vivi la vita che desideri con la PNL"
...

All'inizio chiedevo agli psichiatri quale fosse la cosa più difficile da risolvere, e loro dicevano "le fobie". La metodologia che adottai si rivelò successivamente utile anche per altri tipi di problematiche.
Nell'accingermi a studiare le fobie, non mi concentrai sulle persone che ne soffrivano, bensi a quelle che ne erano uscite, persone che senza terapie erano riuscite a superarle da se. Cominciai ad intervistarle usando il metodo che avevo messo a punto in precedenza. In quel libro precedente avevo colto ciò che davano i migliori terapeuti del tempo, ricavandone un modello che consentiva di replicare quelle competenze e che avevo chiamato "Meta Modello".
Il Meta Modello è un modo di porre domande per capire in quel preciso istante come la persona elabora le informazioni. Non al passato, ne al futuro, ma ben si al presente. Come riescono a manifestare le proprie paure? Come funziona? In che modo viene ripetuta più e più volte. Ma ancor meglio: Come sono riuscite a superare le paure? Quali sono i passi che hanno compiuto per riuscirci?
Alcuni avevano paure dell'ascensore, altri delle api, molti di guidare la macchina, paura delle altezze, degli spazi aperti, persone che soffrivano di agorafobia, incapaci di uscire di casa finchè un giorno la paura se n'è andata, iniziando ad uscire ovunque.
Mentre mi raccontavano le loro storie mi accorsi che c'erano degli elementi in comune. Ad esempio, tutte queste persone sembravano essere arrivate ad esserne talmente stanche della loro condizione che smisero di pensare a ciò che le spaventava. Avevano iniziato a vedersi nel momento di aver paura e dirsi "questo è davvero sciocco". Elementi simili, comuni, mi portarono a sviluppare la prima cura alle fobie. Di fatto non era una cura, bensì una lezione.
Fu a quel punto che lo psichiatra con cui collaboravo iniziò a mandarmi frotte di persone con fobie di ogni tipo, cosi poetvo testare il lavoro svolto sin li.
Iniziai a trarre i processi che avevano compiuto queste persone guarite e inizia a "installarle" nelle persone da aiutare. In parole semplici, insegnare alle persone a pensare in modo diverso. Pensare dovrebbe essere un processo attivo, in modo che queste persone possano raggiungere i risultati desiderati.
Se riesci ad aiutare una persona a pensare in modo diverso e attivo, questa persona può cambiare la propria vita. Se queste persona pensano a quantè difficile, allora lo sarà di certo. In breve, se pensi alle difficoltà, le troverai sempre davanti a te. Se pensi a cosa può andare storto, senz'altro qualcosa la trovi. Viceversa, se pensi cosa funziona, ti abituerai a vedere ciò che realmente ti serve, che funziona per il tuo bene.
Tutto iniziò nel 1974. Da allora, nessuno è arrivato con un'autentica fobie e se ne sia andato senza averla risolta. Mi chiedevano quanta resistenza avessi per affrontare ciò che ho vissuto per questi anni. Nessuna di particolare, semplicemente il metodo funzionava. Era una tecnica talmente semplice che la si poteva insegnare in soli 20 minuti.
Quando inizi a pensare in modo diverso, inizi a fare cose diverse e a provare sensazioni differenti.
Lo stesso approccio è stato utilizzato per scrivere correttamente, usare il pc, scrivere con la tastiera,... lo si può utilizzare anche per questo tipo di lezione.

Inviato da: Bond85 il Domenica, 23-Set-2012, 20:48
Sulla PNL ci sarebbe da dire e da ridire, un qualcosa di troppo vago alcune volte e purtroppo il business ha colpito anche questa disciplina....

Però nulla toglie che rimane valida..... nella sua semplicità e soprattutto nei suoi insegnamenti originari, purtroppo l'80 per cento del contorno dubito sia utile....


Però i tuoi esercizi sono utilissimi PSICO smile.gif

Inviato da: aperol il Domenica, 23-Set-2012, 21:11
QUOTE (Bond85 @ Domenica, 23-Set-2012, 19:48)
Sulla PNL ci sarebbe da dire e da ridire, un qualcosa di troppo vago alcune volte e purtroppo il business ha colpito anche questa disciplina....

Però nulla toglie che rimane valida..... nella sua semplicità e soprattutto nei suoi insegnamenti originari, purtroppo l'80 per cento del contorno dubito sia utile....


Però i tuoi esercizi sono utilissimi PSICO smile.gif

Per come la vedo io, sia leggendo il libro, sia andando al corso, ho capito che pressochè la totalità delle persone possono uscire dalla crisi che li affligge. Ci sono i casi particolari, ma sono veramente pochi, forse nemmeno presenti qui nel forum.
Ho visto persino una ragazza con i capelli cortissimi al corso. Mi è stato detto dal mio amico che quando l'ha conosciuta era completamente calva. Pensava fosse una malata tumorale. Invece era l'ambiente e la famiglia che l'ha portata al degrado. Mi aveva anche detto il termine ma non lo ricordo.
Con la PNL, seguita attentamente dal suo istruttore (fortunata o meno sono stati anche insieme per un periodo) si sta riprendendo. Persino i capelli gli stanno ricrescendo.
Quando me l'ha raccontato stavo per piangere.

Secondo me serve molto. Avere la possibilità di seguirla bene da ottimi risultati, sia a livello personale sia a livello lavorativo. In fin dei conti di base è vero. Qualsiasi cosa che facciamo è più o meno difficile all'inizio. Poi pian piano con la pratica diviene abitudine. Guarda al lato positivo della situazione, anche quando ti sembra difficile, cambia atteggiamento... e quando l'avrai ripetuto in modo costante per un periodo (si dice di almeno 20 volte o giorni) poi diviene abitudine.

Inviato da: aperol il Domenica, 23-Set-2012, 22:10
QUOTE (aperol @ Domenica, 23-Set-2012, 18:29)
QUOTE (aperol @ Domenica, 23-Set-2012, 17:54)
Tratto da "Vivi la vita che desideri con la PNL"
...

...

Le lezioni non dovrebbero essere incentrate solo su "cosa" imparare, ma anche al "modo" in cui si impara. Se mostri delle parole ad un bambino gli devi anche spiegare come fare. Dire ad un fobico di non aver paura non basta, gli si deve anche dire come fare e come pensare.
Le persona affette da disturbo ossessivo compulsivo hanno l'abitudine diu crearsi dei rituali in grado di alleviare l'ansia. Probabilmente il rituale funziona per dare un pò di sollievo, ma alla lunga non fa che alimentare la paura.
Più hai bisogno di sentirti a tuo agio, più avrai bisogno di aver paura (questa frase è favolosa PSICO-si.gif ). Un circolo vizioso.
Ci sono persone che mi dicono " e se fra sei mesi ricompare?"
La risposta è semplice. Ti prendi un'attimo come hai fatto in questo momento e la fobia riscompare. In realtà, ricompare solo se ricomincerai a fare gli stessi errori, sia da ciò che fai sia ciò che pensi. In caso contrario, sarà svanita per sempre. Anzi, avrai più tempo per goderti la vita. Tutto il tempo passato a star male lo passerai a star bene. Ci sono cose per cui è inevitabile star male, ma ci sono tantissime altre cose che vale la pena viverle, diventando persone migliori. Se vedi che rispetto a ieri sei una persona migliore, stai procedendo verso la strada giusta.
Mettere da parte le cattive abitudini e imparare a ritrovare le motivazioni quando senti di voler gettare la spugna.
Cose come l'amore, il divertimento, le capacità di prendere decisioni, tutte cose raggiungibili.
Svolgere gli esercizi con cura è la soluzione più breve per superare le proprie fobie.
Una cartolina dal Grand Canyon arrivata dopo la pubblicazione del libro:
"Sono sul ciglio del Grand Canyon e mi sto sporgendo. Avevo la fobia delle altezze. Ho speso un mucchio di soldi in terapie. Poi, con soli otto dollari e novantacinque centesimi, il mio problema è svanito. Grazie."

Prossimamente, quando avrò il tempo, si inizierà con i capitoli veri e propri.

Inviato da: aperol il Lunedì, 24-Set-2012, 20:00
L’Inconscio, la forza per il cambiamento.

Immagina che la tua mente sia composta da due parti: la parte conscia e la parte inconscia. La prima parte critica, analizza e pensa in modo logico per tutto il giorno. Si trova là, dove va la tua attenzione. La seconda parte controlla le funzioni biologiche, dal battito del cuore al respiro, dove ci sono i ricordi, dove c’è la saggezza, la creatività e la capacità di risolvere i problemi.
Quando dormi, la parte conscia si riposa. L’inconscio invece continua ad elaborare pensieri, facendo sogni e pensa all’accaduto della giornata.
L’inconscio è anche la parte che ci fa compiere le cosiddette “routine”. Ogni volta che ripetiamo qualcosa, questo diventa abitudine, fino a quando si arriva a fare determinate operazioni senza pensarci troppo, come camminare, guidare, salire le scale, aprire la porta di casa, ecc…
Le abilità inconsce sono anche nocive per il proprio benessere. Ne sono l’esempio l’abilità di deprimersi, esitare, stressarsi, provare paura senza averne motivo. Ma c’è anche l’altro lato, cioè possiamo imparare a motivarci, rilassarci, essere più sicuri in noi stessi.
Molti fanno uso dell’ipnosi, andando direttamente a cogliere la parte inconscia della persona e “riprogrammare” le abitudine, rendendole gratificanti e migliori. Proprio per questo motivo, sapendo che è la parte inconscia che va modificata, non è necessario ricorrere a questo tipo ti terapie.
Siamo sempre in un qualche genere di trance. Questa è semplicemente uno stato in cui siamo assorbiti dai nostri pensieri. Quando qualcuno chiede se ci sono difficoltà ad indurre lo stato di trance, la risposta è semplicemente no. La trance è un fenomeno comune e quotidiano.
Leggendo questo libro e svolgendo gli esercizi, permetterà di accedere a strumenti tanto semplici quanto straordinariamente efficaci, tali da produrre considerevoli cambiamenti nelle abitudini inconsce, quindi nella vita.

Inviato da: aperol il Lunedì, 24-Set-2012, 21:40
Le Submodalità

Già negli anni 70 sviluppammo l’idea secondo la quale le persone costruiscono dentro di se delle rappresentazioni mentali, attraverso le immagini, suoni e parole, sensazioni, sapori e odori. Il passo successivo fu quello di suddividere ciascuno di questi modi di pensare in varie componenti, chiamate submodalità.
Le persone hanno 5 sensi per cogliere le informazioni dal mondo esterno: tatto, vista, olfatto, udito e gusto.
Quando si danno indicazioni stradali, si fa affidamento alla propria capacità di saper rappresentare mentalmente la strada da percorrere, come se fosse un film. Quando creiamo qualcosa, prima lo facciamo mentalmente, in modo da capire che aspetto avrà.
Queste immagini hanno anche delle qualità. Pensa ad esempio a ciò che hai fatto ieri. Nell’immaginario, si potrebbe rivivere la giornata dall’esterno di se stessi, oppure rivivere attraverso quello che si è visto. Si potrebbero avere delle immagini fisse, come delle foto, oppure rivivere il tutto come in un film. Qualunque esso sia, rappresenta uno dei tanti modi di elaborare le esperienze del mondo.
Quando pensiamo a qualcosa, proiettiamo l’immagine ad una certa distanza da noi. Quando guardiamo le nostre immagini mentali, sono ben diverse da quelle che vediamo con i nostri occhi. Nonostante ciò, danno la sensazione di avere di fronte a noi in determinate dimensioni. Quando ci vediamo dall’esterno di noi stessi, significa che ci dissociamo, viceversa, se vediamo proprio come accade quando guardiamo con i nostri occhi, significa essere associati. Sentiamo anche dei suoni. Tutte le volte che pensiamo a qualcosa che qualcuno ti ha detto senti la sua voce, oppure quando ripensi ad una canzone, anche quando parliamo fra noi. La stessa cosa vale quando abbiamo delle sensazioni. Tutte le volte che ne proviamo una, essa viene localizzata da qualche parte del corpo. Possiamo persino sentirla spostarsi se ci facciamo attenzione.
Un esempio è “ho sentito una stretta allo stomaco, poi la bocca asciutta e la testa ha iniziato a girare”.
Non è importante il tono della voce che senti, o il timbro, bensì notare le differenze.
Quando in psicologia viene chiesto ad un paziente come si sente, questo può ad esempio rispondere “una grande frustrazione”. Ripetevano la domanda, e la risposta era uguale, senza accorgersi che quella parola, frustrazione, rappresentava ciò che la persona stava facendo. In breve, in quel preciso momento, sta attuando il processo di frustrarsi mentalmente. Il corpo non è scollegato dalla mente, piuttosto ne è la sua estensione.
La domanda esatta da porre in questo caso è “dove si manifesta questa frustrazione?”
Le sensazioni non stanno ferme, si muovono sempre in una certa direzione.
Quando sembra di avere un nodo allo stomaco, sembra sia fermo, in realtà si sta muovendo, magari ruotando su se stesso. Ogni volta che si pone questa domanda, la risposta è sempre nello stomaco o nel petto. In ogni caso, non è importante dove si trova, bensì ciò che se ne fa.
Alla domanda “come si muove”, spesso la risposta è “non si muove affatto”. In questo caso, basta muovere la mano in senso rotatorio, avanti e indietro, a desta e sinistra. Anche se in modo molto lento, si inizierà a capire il senso di movimento, da destra a sinistra o viceversa, dall’alto al basso e viceversa. Il fatto che la sensazione si muove significa che la si può far aumentare o diminuire di velocità, facendola girare in un modo o nell’altro. Questo ci fa capire che le sensazioni non sono fuori dal nostro controllo. Imparando a controllare il movimento, potremmo modificare le nostre sensazioni.
Se ti associ ad un’immagine e ne fai un film, la sensazione diventa più intensa. Se lo allontani, la sensazione si affievolisce.
Possiamo anche imparare a sfruttare il controllo che abbiamo sulle submodalità per far si che le sensazioni più adatte a ciascuna occasione prendano forma. Significa “far funzionare il cervello”

Inviato da: aperol il Lunedì, 24-Set-2012, 22:12
Come stare a meraviglia

Uno degli obiettivi principali posti è stato scoprire i modi che consentono ad una persona di raggiungere la liberta individuale, significa la libertà di controllare i propri pensieri e di far manifestare le sanzioni che si desiderano.
Spesso ci lasciamo imprigionare dai pensieri più cupi, abilissimi nel convincerci dei problemi di ogni tipo. Tuttavia, dato che la maggior parte dei problemi generati sono opera della nostra immaginazione, tutto ciò di cui abbiamo bisogno è, per l’appunto, soluzioni immaginarie.
Pensiamo ad un momento in cui ci siamo sentiti davvero bene. Ora entra in quel ricordo, usa occhi e orecchie ritornando a quell’istante e lascia che quella piacevole sensazione si espanda nel tuo corpo. Ingrandisci le immagini, rendile più luminose, definisci i colori, i profumi, tutto quello che ti è apparso in modo da amplificare l’effetto benefico. Inizia a capire in che parte del corpo si genera la sensazione e dove si dirige, scoprendo come si muove e aumentandone la velocità. A questo punto le puoi anche associare ad altri pensieri. Se associ questa sensazione al futuro, inizierai a creare una connessione tra l’idea del futuro e la sensazione di benessere.

Come cambiare le sensazioni negative

Analogamente, in uno stato negativo, puoi cambiare umore modificando le caratteristiche della sensazione.
Pensiamo a qualcuno che ci da fastidio, che ci irrita o ci intimorisce. Visualizza mentalmente questa persona, ascoltala e nota la sensazione negativa.
Prendi questa immagine e togli colore, fino a portarla in bianco e nero, rimpicciolisci l’immagine, mettici pure un naso da clown e modifica la sua voce. Questo ti permetterà di cambiare la sensazione che provi e ti mette nella condizione di affrontarla con più sicurezza.

Il trucco sta nell’abituarsi a far funzionare il cervello come più si desidera, eliminare le abitudini che ci fanno star male per portare nuove abitudini che ci fanno star bene

Inviato da: aperol il Martedì, 25-Set-2012, 22:16
Convinzioni: la struttura della certezza

Una delle principali caratteristiche delle perone è la costruzione delle convinzioni. Nella maggior parte dei casi sono proprio le convinzioni a trasformare un problema in una prigione da cui non si riesce a scappare. A meno che non ci sia la convinzione di poterci riuscire. Le convinzioni sono quel senso di certezza che si prova nei confronti di alcuni pensieri.
Fin da piccoli, si tende ad ascoltare i genitori, gli insegnanti, o comunque persone ben più grandi di noi. Ecco che in questo contesto, spesso, nascono le presunte limitazioni. Se ti dicevano che per quello sport non eri adatto, con l’andar del tempo ci avresti creduto, fino a diventare una presunta certezza.
Appena trovata la convinzione, si cercano le conferme, cosi da poterle definire certezze. Quello che si fa qui è trovare la scappatoia per poter usufruire delle proprie potenzialità ed essere più sicuri di noi stessi.
Ritornando alle submodalità, ecco che dobbiamo creare una nuova immagine delle nostre convinzioni. Alla domanda “domani sorgerà il sole?” la risposta è chiara: si. Ma per farlo abbiamo cercato nella nostra mente l’immagine, quella del sole che sorge con la certezza che questo accade

Inviato da: aperol il Venerdì, 28-Set-2012, 13:09
QUOTE (Pauline @ Venerdì, 28-Set-2012, 11:49)
Scusa Aperol, la PNL ha qualche legame con la DINAMICA MENTALE?

Non ho mai letto nulla a riguardo, quindi non posso risponderti se si o no. Diciamo che se la pnl e psicologia sono sotto alcuni punti di vista molto simili, vengono comunque considerati 2 argomenti differenti.
Probabile che ci siano delle cose in comune, ma non sono la stessa cosa.

Inviato da: menhir217 il Venerdì, 28-Set-2012, 15:08
Sto provando ad alzarmi al mattino ripetendomi che sarà una bella giornata... Il mio problema è che ogni volta che tento di formulare un pensiero positivo, mi viene una paura fortissima che poi tanto quel pensiero positivo non si realizzerà e che io sono solo una stupida ingenua a credere che le cose possono anche andare bene... Succede così ogni volta che tento di essere ottimista... La paura che accada il contrario prevale decisamente... E' una cosa che non riesco a controllare... Come faccio a spezzare questa catena?

Inviato da: aperol il Venerdì, 28-Set-2012, 21:25
QUOTE (menhir217 @ Venerdì, 28-Set-2012, 14:08)
Sto provando ad alzarmi al mattino ripetendomi che sarà una bella giornata... Il mio problema è che ogni volta che tento di formulare un pensiero positivo, mi viene una paura fortissima che poi tanto quel pensiero positivo non si realizzerà e che io sono solo una stupida ingenua a credere che le cose possono anche andare bene... Succede così ogni volta che tento di essere ottimista... La paura che accada il contrario prevale decisamente... E' una cosa che non riesco a controllare... Come faccio a spezzare questa catena?

La forza dell'abitudine.
Segui bene la spiegazione. Poi se qualcosa non ti torna mi fai sapere PSICO smile.gif

Come è successo a me, cosi a tanti altri, te compresa, la mente ha iniziato ad "abituarsi" ad un certo modo di pensare. In questo caso si tratta di pensieri grigi, cupi, negativi, pessimi, tanto da vedere il pessimismo ovunque, praticamente ci si aspetta il peggio dato che succede sempre cosi.
Pensi che sarà una pessima giornata, succede qualcosa di negativo, anche una cavolata, la mente lo riconosce e lo vede come un successo, perchè lo aveva pensato ed effettivamente c'è stato. Percorrendo questo tipo di pensieri continuamente, diventa l'abitudine, la spontaneità del vedere le cose negative e che effettivamente arrivano puntuali.
Ora hai provato a cambiare, solo che non ne sei convinta, quindi la base pessimistica rimane, e guarda caso, appena succede qualcosa di negativo la risposta è del tipo: " ecco, lo sapevo, me lo sentivo che non poteva andar bene".
Chissà quante volte hai pensato a una cosa cosi PSICO rolleyes.gif
Praticamente è l'abitudine del pessimismo che cerca continue conferme.

Questo è il quadro generale di ciò che succede ora. (spero almeno di essere stato chiaro unsure.gif )

Ora, se vuoi spezzare la catena, devi solo partire più convinta, sforzandoti di vedere le cose positive, tralasciando quelle negative. Se sono cavolate si deve sminuirle.
L'abitudine come ben puoi immaginare ci vuole un pò di tempo per crearla. Di certo è solo tempo che guadagnerai successivamente. Le scorciatoie sono solo prolungamenti del tempo in sofferenza.

Se non sei convinta di ciò che dico puoi fare una prova molto semplice.
Supponiamo che alla mattina sei abituata ad alzarti, vestirti, fare colazione e fare il letto. Da domani, provi per almeno 2 settimane consecutive a cambiare l'abitudine. Ti alzi, fai il letto, ti vesti e fai colazione. Inverti qualcosa, oppure fai colazione in modo differente.
I primi giorni farai fatica, tenderai a dimenticarti, potresti persino sentirti "fuori posto". Poi vedrai che le cose cambiano lentamente. Fra 2 settimane sarà quasi abitudine, con circa un'altra settimana diverrà pressochè spontanea la "nuova routine".
Prova PSICO-si.gif
Quando sarai riuscita a capire e renderti conto anche di una cosa semplicissima come questa, capirai che effettivamente è solo questione di abitudine.
Puoi cambiare l'atteggiamento verso te stessa e persino verso gli altri. In modo migliore ovviamente, e sarà più facile essere convinti di fare il cambiamento verso il meglio PSICO wink.png

Inviato da: equilibristastrana85 il Venerdì, 28-Set-2012, 21:56
quoto quanto detto da aperol,in effetti è un ragionamento che non fa una piega,potrebbe davvero essere un buon approccio al cambiamento,l inversione PSICO cry.gif è da provare

Inviato da: aperol il Sabato, 29-Set-2012, 13:03
SUPERARE I PROBLEMI

La prima cosa che le persone hanno la necessità di superare sono le cattive convinzioni. Sin dalla nascita ci è stato "spiegato" come funziona il mondo e abbiamo appreso molte cose su noi stessi, su chi siamo e su ciò che dovremmo o non dovremmo fare.
E' fondamentale capire come superare le convinzioni inappropriate, inutili o addirittura dannose per noi stessi iniziando a credere in cose più giuste per noi e il nostro futuro.
La paura è una delle cose che molti hanno bisogno di superare.
Molti hanno paura di volare, altri preferiscono farsi 20 piani di scale piuttosto di prendere l'ascensore, altri hanno paura di parlare in pubblico... e oltre le paure, ci sono i brutti ricordi, come ad esempio abusi, traumi... rivivere tutto giorno dopo giorno non fa altro che rinforzare questa sensazione. Stessa cosa per le relazioni negative e per i lutti. Anche le decisioni errate o inappropriate ne fanno parte.
E' fondamentale nella propria vita prendere la direzione migliore, questo avverrà imparando a prendere delle buone decisioni.
Superare le questioni del passato, spesso, significa insegnare alle persone a svuotare la propria mente dai vari problemi, a smettere di pensarci di continuo. Significa riporli nel passato, proprio dove dovrebbero stare.


Inviato da: aperol il Sabato, 29-Set-2012, 13:33
NEUTRALIZZARE LE CATTIVE CONVINZIONI

Myra era una bella ragazza di 23 anni che vestiva come una con 50 anni in più di lei, nascosta da un pessimo paio d'occhiali e portava i capelli scompigliati come se avesse guidato una cabriolet a tutta velocità. Disse che il suo problema era la solitudine. In realtà, come sosteneva anche il suo terapeuta, era il credere di avere una scarsa autostima.
Alla domanda "come fai a dire che hai scarsa autostima?" rispose:
"Beh, semplicemente mi sento nervosa quando sto con gli altri."
La verità è che nessuno fa "semplicemente" qualcosa.
Proseguendo con le domande:
"Come fai a sapere quando essere nervosa? Quando scegli cosa indossare?"
Lei rispose: "No, quando me lo dice la voce nella mia testa."
Continuando con le domande:
"Quale voce? la tua voce?"
Rispose:"No"
"Quella dei tuoi genitori? O magari parenti?"
Rispose: "Non saprei, è da tanto che è li presente, non saprei identificarla."
"Cosa ti dice questa voce?"
Rispose: Che non valgo nulla, che sono brutta, che nessuno mi amerà mai"
Si potrebbe chiedere e ripercorrere per ore, forse anni per scoprire da dove arriva questa voce. Questo comunque ha poca importanza. Quando una persona cerca una guida che la aiuti a superare il problema, cerca un modo rapido per produrre quel cambiamento.
Nel caso di Myra, gli è stato detto di alzare il volume di quella voce. Aumentando il volume, si può percepire in quale punto può trovarsi, la sua sensazione di dove si trova, nello stesso tempo aumentando e diminuendo il volume, aumenta e diminuisce la sensazione sgradevole.
Poi gli fu chiesto di cambiare il tono della voce., prendendone una che solo a sentirla si identifica una persona falsa. E' sufficiente prendere una persona che a noi stessi è capitato di conoscere e solo a sentirla parlare si pensa alla falsità e furbizia che ne deriva. Le fu chiesto proprio di prendere quella voce falsa e cambiarla nella voce che sentiva. Ricollegando il discorso alle abitudini, è facile capire che in breve tempo, con insistenza, si riuscirà a trasformare la voce a cui si credeva in una voce a cui non crediamo, lasciandola pensare alle stese parole.
Il comportamento di seguire ciò che ci viene in mente, ne consegue che le stesse persone che ci circondano saranno tali, sempre se ci sono, anche lo stesso atteggiamento e il modo di vestire ne è la conseguenza di ciò che sentiamo. Sentirci belli, ci porterà a vestirci in modo gradevole, affascinante, al contrario di sentirci brutti, che porterà a vestirci in modo pessimo.
Sentirsi brutta, una nullità, era la più grande bugia.
Da qui, viene chiesto di pensare alle bugie, quelle più colossale che tutt'oggi, dopo averle identificate come tali, si va in tutte le furie.

...continua

Inviato da: equilibristastrana85 il Sabato, 29-Set-2012, 14:42
scusa se mi intrometto,ma è un libro quello che stai raccontando?se si mi dai il titolo?

Inviato da: aperol il Sabato, 29-Set-2012, 17:30
QUOTE (equilibristastrana85 @ Sabato, 29-Set-2012, 13:42)
scusa se mi intrometto,ma è un libro quello che stai raccontando?se si mi dai il titolo?

PSICO-si.gif
Vivi la vita che desideri con la PNL
Di Richard Bandler
E' il fondatore di questa metodologia.


Inviato da: aperol il Sabato, 29-Set-2012, 21:54
QUOTE (aperol @ Sabato, 29-Set-2012, 12:33)
NEUTRALIZZARE LE CATTIVE CONVINZIONI



...continua

Adesso fermati e pensa a qualcosa in cui non vuoi più credere. Proprio come Maya, passa in rassegna l'elenco delle submodalità di questa situazione e scopri da dove proviene la voce associata identificando l'immagine.
Prendi questa cosa di cui ti vuoi liberare e confrontala con la bugia più colossale che ti è stata raccontata. Scegli quella che tutt'oggi ti fa infuriare. Passa da una immagine all'altra, annotando le differenze, nella posizione e nelle immagini di come le identifichi. Sono immagini ferme o come dei film? Ci sei anche tu nell'immagine? Tutte le distinzioni che puoi vedere e se ne è parlato nelle submodalità.
Quando avrai identificato tutte le differenze, prendi ciò che ti vuoi sbarazzare e allontanala. Riportala di nuovo vicino a te, in modo da renderti conto della bugia solo guardandola. Ora puoi costruire la nuova convinzione. Devi immaginarti con questa nuova convinzione.
Come saresti da felice? Oppure essere una bella persona? Pensa a tutte queste cose in modo da avere una direzione. Con tutta probabilità avresti un aspetto differente, con un tono di voce diverso. Persino il portamento e il modo di camminare sarebbe tutt'altra cosa. Rendi questa nuova immagine di te irresistibile e falla tua, proprio perchè sei tu ad esserci dentro.
Il passato, cosa che spesso influisce negativamente, è finito. Non c'è più.
Questa frase è bene ripetersela più e più volte, proprio perchè è la semplice realtà. Pensare al passato non aiuta a realizzare il futuro che vorresti. Lasciare il passato alle spalle formulando pensieri per il futuro cosi allettanti da stimolarti pienamente.

Inviato da: equilibristastrana85 il Domenica, 30-Set-2012, 14:08
QUOTE (aperol @ Sabato, 29-Set-2012, 16:30)
QUOTE (equilibristastrana85 @ Sabato, 29-Set-2012, 13:42)
scusa se mi intrometto,ma è un libro quello che stai raccontando?se si mi dai il titolo?

PSICO-si.gif
Vivi la vita che desideri con la PNL
Di Richard Bandler
E' il fondatore di questa metodologia.

penso proprio che lo leggerò,grazie.

Inviato da: menhir217 il Lunedì, 01-Ott-2012, 10:51
Ciao Aperol, ti ringrazio per la tua risposta. Hai descritto perfettamente quelle che sono le mie dinamiche di pensiero. Purtroppo è come se la mia mente fosse impostata in modalità negativa e non c'è niente di più sbagliato. La paura mi blocca. Comunque voglio provare a seguire il tuo consiglio. Questa mattina mi sono alzata e invece che scagliare via le coperte, mi sono messa subito a rifare il letto e intanto mi sono detta che oggi sarebbe stata una giornata stupenda. Mentre formulavo il pensiero mi sono sentita il familiare nodo alla gola e l'altrettanto familiare stretta allo stomaco. Tu dici che ce la posso fare a cambiare?

Inviato da: aperol il Lunedì, 01-Ott-2012, 13:11
QUOTE (menhir217 @ Lunedì, 01-Ott-2012, 09:51)
Questa mattina mi sono alzata e invece che scagliare via le coperte, mi sono messa subito a rifare il letto e intanto mi sono detta che oggi sarebbe stata una giornata stupenda. Mentre formulavo il pensiero mi sono sentita il familiare nodo alla gola e l'altrettanto familiare stretta allo stomaco. Tu dici che ce la posso fare a cambiare?

Bravissima laugh.gif
Pensa che io ho iniziato un bel pò di anni fa a rifare il letto subito la mattina. A memoria avevo iniziato perchè mia mamma aveva un brutto raffreddore e per quanto posso volergli bene non mi andava che andasse lei a rifarlo starnutendo sopra PSICO bam.gif .
Dopo un pò lo facevo tranquillamente anche dopo la sua guarigione. Ora è una cosa automatica che faccio senza pensare. Persino quando l'ho scritto pensavo che tutti o quasi facessero il letto subito PSICO-green.gif (tanto per rendere l'idea di quanto può essere influenzata la mente solo con la costanza e convinzione).
Alla tua domanda ti rispondo in modo semplice:
Chiunque ce la può fare.
Ci vuole solo pazienza e soprattutto costanza. L'esempio del letto (o una qualsiasi altra cosa) era per far capire come semplici cose che non facciamo abitualmente possano diventare normale routine se seguite costantemente.
Cogli le cose belle della giornata. La nostra abitudine è di osservare sempre e solo le cose negative. Concentrati sulle cose positive. Alla sera (o anche durante la giornata) scrivi in un blocchetto SOLO le cose belle e divertenti che ti sono capitate. Piano piano ti verrà spontaneo qualche sorriso.
Anche il resto del libro che ho trascritto è interessante. PSICO wink.png

Inviato da: aperol il Mercoledì, 03-Ott-2012, 22:02
Le paure rientrano in due categorie, le fobie e le ansie.
Le fobie avvengono quando alla vista di qualcosa si viene sopraffatti dalla paura.
L'ansia invece è un processo più lento, con un aumento progressivo della paura pensando ad eventi terribili.
Nel caso delle fobie, i passaggi per superarle sono i più semplici.
Non è l'oggetto, l'altezza, o la chiusura in luoghi piccoli come l'ascensore, bensì la tua mente. Lo sappiamo, dati che al contrario, molti non hanno alcun tipo di timore.
La domanda è: cosa fa una persona che ha tale paura? E cosa fa la persona che a pari evento è tranquilla e rilassata?
La fobia delle altezze ad esempio, è l'immagine che creiamo con la paura di cadere. Pensando ed immaginando questo, ci crea la paura.
Il segreto che si può utilizzare per molti altri motivi di paure e ansie, è l'essere arcistufi di averne.

Pensa a 5 episodi in cui hai avuto paura
Immagina di vedere un film di tutti questi episodi in successione di continuo.
Continua a rivedere il film mentalmente fino a quando non ti accorgi di quant'è ridicolo.
Mentre rivedi il film, ingrandisci e illumina maggiormente le immagini. Continua fino a quando non sarai in imbarazzo per l'accaduto.
Continua ancora... e arriverai al punto di dire "Che ridicolo!"

Un'altro modo molto semplice è questo:
Pensa al ricordo di quando stavi ridendo che matti, nel momento più vivido possibile, fino a quando la risata diventa incessante e irresistibile
A questo punto, inizia a pensare alla cosa di cui avevi paura. Mentre ridi noterai come cambia il tuo atteggiamento in quel pensiero, rendendolo molto più leggero, se non addirittura divertente.

Inviato da: aperol il Giovedì, 04-Ott-2012, 12:39
La firma di suma è quella più diretta in assoluto.

Non sai mai quanto sei forte, finché essere forte è l’unica scelta che hai

Mi piace PSICO-si.gif

Inviato da: aperol il Sabato, 06-Ott-2012, 13:16
QUOTE (aperol @ Domenica, 02-Set-2012, 10:21)
esercizio:
Prima di alzarmi al mattino, mi ripeto che sarà una splendida giornata, immagino cose belle fino a quando non spunta un sorriso. Poi mi alzo e inizio la giornata.

Provato da un pò di tempo... e funziona PSICO-si.gif
Magari non aspetto un sorriso, magari neanche sono molto convinto, ma penso che sia una bella giornata e mi sforzo di crederci.
Durante la giornata, ulteriori sforzi per tralasciare le parti negative e guardare solo eventi positivi, anche banali, come una telefonata di una persona che aspettavo, un aperitivo con qualcuno, un sorriso per una battuta, ecc...

E' da un pò che faccio cosi e devo ammettere che sta diventando abitudine, solo che non essendo abituato a questa nuova visione mi rimane ancora un pò d'ansia altalenante.

Devo continuare cosi PSICO armati93.gif

Inviato da: ramonaa il Domenica, 07-Ott-2012, 21:30
Punto 1: lavorare sulle cattive abitudini!
Ci sto provando e già mi sento meglio, poi farò TUTTI gli esercizi.
Su internet ho trovato anche un altro libro sulla PNL oltre quello citato, è scritto da un italiano se non ricordo male. Il titolo è analogo.
Appena riesco a ritagliarmi un attimo faccio un salto alla Feltrinelli e dò un'occhiata.

Inviato da: aperol il Domenica, 07-Ott-2012, 22:48
QUOTE (ramonaa @ Domenica, 07-Ott-2012, 20:30)
Punto 1: lavorare sulle cattive abitudini!
Ci sto provando e già mi sento meglio, poi farò TUTTI gli esercizi.
Su internet ho trovato anche un altro libro sulla PNL oltre quello citato, è scritto da un italiano se non ricordo male. Il titolo è analogo.
Appena riesco a ritagliarmi un attimo faccio un salto alla Feltrinelli e dò un'occhiata.

Brava PSICO smile.gif
Mi fa piacere che funzioni in modo cosi immediato.
Se prendi il libro poi dimmi com'è, mi raccomando PSICO wink.png

Inviato da: ramonaa il Martedì, 09-Ott-2012, 18:26
Stamattina sono stata alla Feltrinelli. Sarà che è molto grande perché dove sono stata io ha 2 piani ma tra gli scaffali di psicologia alla PNL era dedicato un intero ripiano... Mamma mia quanti libri!
Manuali grandi e piccoli, con i titoli più fantasiosi e stuzzicanti.. e qunti autori diversi Italiani o stranieri... Questa cosa mi ha confusa un po'!
Ho visto il libro da cui stai prendendo le nozioni, ha una copertina tutta rossa e gialla e c'è scritto che prendendo lo puoi fare un corpo di PNL on line su un sito.
La stessa casa editrice ne ha pubblicati altri 3-4 non tutti di questo autore qui. Il più grosso non mi sembrava male ma sfogliandolo ho notato molti esercizi, alcuni disegni e dei test e questa cosa mi ha lasciato un po' dubbiosa perché era scritto molto poco e largo e tanto era da completare dal lettore... Non so.
E poi mille manuali, grossi e piccoli... Mille!!! Ma sono tutti validi???

Inviato da: aperol il Martedì, 09-Ott-2012, 19:37
QUOTE (ramonaa @ Martedì, 09-Ott-2012, 17:26)
Stamattina sono stata alla Feltrinelli. Sarà che è molto grande perché dove sono stata io ha 2 piani ma tra gli scaffali di psicologia alla PNL era dedicato un intero ripiano... Mamma mia quanti libri!
Manuali grandi e piccoli, con i titoli più fantasiosi e stuzzicanti.. e qunti autori diversi Italiani o stranieri... Questa cosa mi ha confusa un po'!
Ho visto il libro da cui stai prendendo le nozioni, ha una copertina tutta rossa e gialla e c'è scritto che prendendo lo puoi fare un corpo di PNL on line su un sito.
La stessa casa editrice ne ha pubblicati altri 3-4 non tutti di questo autore qui. Il più grosso non mi sembrava male ma sfogliandolo ho notato molti esercizi, alcuni disegni e dei test e questa cosa mi ha lasciato un po' dubbiosa perché era scritto molto poco e largo e tanto era da completare dal lettore... Non so.
E poi mille manuali, grossi e piccoli... Mille!!! Ma sono tutti validi???

Anni fa si avrebbe fatto tanta fatica a trovarne uno, oggi in molti si rendono conto delle potenzialità e quindi ce ne sono di tutti i tipi, generi e tanti autori.
I più famosi sono Richard Bandler (fondatore) e un certo Roberto Re, quest'ultimo me ne ha parlato l'istruttore di dove ho fatto i corsi.
Sono tutti validi perchè comunque seguono lo stesso filo.
Per eliminare un pò di confusione, inizia proprio con il fondatore e trova il libro più indicato (se non ti interessa i metodi di vendita è inutile che lo compri, non so se mi spiego PSICO wink.png ).
Quello che ho io ha qualche immagine e un pò di esercizi, ma non è scritto in grande e largo.
Considera che comunque, anche se successivamente ne acquisti qualcun'altro, proseguirai con l'approfondimento leggendo altri metodi e magari di altri autori, mantenendo la tua mente sempre impegnata, cosa molto importante. Potresti persino consigliare tu stessa un giorno quale libro è meglio, magari confrontandoli e motivandoli.
Prova PSICO smile.gif

Inviato da: menhir217 il Domenica, 14-Ott-2012, 18:25
Dopo circa due settimane di pratica, mi alzo e faccio il letto in automatico... ma il pensiero positivo mica mi viene! Sono oppressa da pensieri negativi e dalle mie paure. Non riesco ad uscirne... PSICO cry.gif

Inviato da: aperol il Domenica, 14-Ott-2012, 20:39
QUOTE (menhir217 @ Domenica, 14-Ott-2012, 17:25)
Dopo circa due settimane di pratica, mi alzo e faccio il letto in automatico... ma il pensiero positivo mica mi viene! Sono oppressa da pensieri negativi e dalle mie paure. Non riesco ad uscirne... PSICO cry.gif

Sei riuscita a provare su te stessa che con pazienza, soprattutto in tempi ristrettissimi (due settimane sono pochissime), l'abitudine di fare cose nuove poi diviene spontanea.
Se non riesci a fare lo stesso con i pensieri è solo perchè non lo fai veramente, non ci credi.
Mi spiego meglio:
fare il letto è una cosa semplice, non comporta grandi fatiche, è una cosa nuova dove non ci sono negativi o positivi, quindi che diventi abitudine è decisamente più immediato.
I cattivi pensieri (che fra l'altro riusciamo persino a riconoscere quelli buoni da quelli cattivi, pensa a quanto assurdo sia tutto questo) hanno bisogno di qualcosa che abbia la precedenza su di loro, un qualcosa che dia spunto alla mente di guardare altrove.
La pnl, per dirla in modo molto ristretto, non risolve il problema, semmai ti mette nella condizione di rimpicciolirlo a tal punto da renderlo insignificante, o come l'ho definito io poco fa "assurdo". In questo modo ti accorgerai che effettivamente era privo di significato.

Fai una cosa altrettanto semplice:
ogni volta che vedi qualcosa di piacevole, simpatico, divertente,... ripeti mentalmente (o a voce se preferisci) "che bello, funziona!", meglio con un sorriso se ti riesce. Concentrati solo su questo, per le cose brutte, spiacevoli, più in generale negative, lascia scorrere e cerca di imparare dagli errori. Cosi il negativo diventa istruttivo, quindi positivo.

La prova con il letto l'hai fatta e ti riesce, prova anche cosi PSICO smile.gif

Inviato da: cicinzia il Martedì, 16-Ott-2012, 19:03
Conoscevo un pò la pnl. Più che altro mi incuriosiva per l utilizzo che se ne poteva fare verso gli altri. E se la conosci bene sai di cosa parlo PSICO wink.png ma questa versione,più "autoprogrammate"mi è sempre risultata complicata. Sarà per il fatto che per indole riesco meglio a "manipolare" gli altri,piuttosto che me stessa. Mi è piaciuto molto vedere che si può,con un pò d pazienza e con le tecniche giuste utilizzare questa tecnica anche verso se stessi. Forse bastava leggere meglio???Grazie!

Inviato da: ramonaa il Martedì, 16-Ott-2012, 19:25
QUOTE (aperol @ Domenica, 14-Ott-2012, 19:39)
QUOTE (menhir217 @ Domenica, 14-Ott-2012, 17:25)
Dopo circa due settimane di pratica, mi alzo e faccio il letto in automatico... ma il pensiero positivo mica mi viene! Sono oppressa da pensieri negativi e dalle mie paure. Non riesco ad uscirne... PSICO cry.gif

Sei riuscita a provare su te stessa che con pazienza, soprattutto in tempi ristrettissimi (due settimane sono pochissime), l'abitudine di fare cose nuove poi diviene spontanea.
Se non riesci a fare lo stesso con i pensieri è solo perchè non lo fai veramente, non ci credi.
Mi spiego meglio:
fare il letto è una cosa semplice, non comporta grandi fatiche, è una cosa nuova dove non ci sono negativi o positivi, quindi che diventi abitudine è decisamente più immediato.
I cattivi pensieri (che fra l'altro riusciamo persino a riconoscere quelli buoni da quelli cattivi, pensa a quanto assurdo sia tutto questo) hanno bisogno di qualcosa che abbia la precedenza su di loro, un qualcosa che dia spunto alla mente di guardare altrove.
La pnl, per dirla in modo molto ristretto, non risolve il problema, semmai ti mette nella condizione di rimpicciolirlo a tal punto da renderlo insignificante, o come l'ho definito io poco fa "assurdo". In questo modo ti accorgerai che effettivamente era privo di significato.

Fai una cosa altrettanto semplice:
ogni volta che vedi qualcosa di piacevole, simpatico, divertente,... ripeti mentalmente (o a voce se preferisci) "che bello, funziona!", meglio con un sorriso se ti riesce. Concentrati solo su questo, per le cose brutte, spiacevoli, più in generale negative, lascia scorrere e cerca di imparare dagli errori. Cosi il negativo diventa istruttivo, quindi positivo.

La prova con il letto l'hai fatta e ti riesce, prova anche cosi PSICO smile.gif

PSICO hug.gif

Inviato da: OfHumanBondage il Martedì, 16-Ott-2012, 21:16
QUOTE (aperol @ Mercoledì, 03-Ott-2012, 21:02)

Pensa a 5 episodi in cui hai avuto paura
Immagina di vedere un film di tutti questi episodi in successione di continuo.
Continua a rivedere il film mentalmente fino a quando non ti accorgi di quant'è ridicolo.
Mentre rivedi il film, ingrandisci e illumina maggiormente le immagini. Continua fino a quando non sarai in imbarazzo per l'accaduto.
Continua ancora... e arriverai al punto di dire "Che ridicolo!"

Un'altro modo molto semplice è questo:
Pensa al ricordo di quando stavi ridendo che matti, nel momento più vivido possibile, fino a quando la risata diventa incessante e irresistibile
A questo punto, inizia a pensare alla cosa di cui avevi paura. Mentre ridi noterai come cambia il tuo atteggiamento in quel pensiero, rendendolo molto più leggero, se non addirittura divertente.

Sto provando ad utilizzare queste tecniche, insomma mi sono esercitata facendo questi due esercizi..e mi pare mi stiano dando sollievo!

Inviato da: aperol il Martedì, 16-Ott-2012, 23:13
QUOTE (cicinzia @ Martedì, 16-Ott-2012, 18:03)
Conoscevo un pò la pnl. Più che altro mi incuriosiva per l utilizzo che se ne poteva fare verso gli altri. E se la conosci bene sai di cosa parlo PSICO wink.png ma questa versione,più "autoprogrammate"mi è sempre risultata complicata. Sarà per il fatto che per indole riesco meglio a "manipolare" gli altri,piuttosto che me stessa. Mi è piaciuto molto vedere che si può,con un pò d pazienza e con le tecniche giuste utilizzare questa tecnica anche verso se stessi. Forse bastava leggere meglio???Grazie!

La pnl non è solo gestione delle persone o vendite, ma anche autostima, fiducia in se stessi, semplici passi per cambiare abitudine. Chi non ha cambiato qualcosa delle proprie abitudini per necessità, volontà o obblighi? Tutti abbiamo fatto dei cambiamenti, cose che al momento sembravano insuperabili e difficili ma che poi pian piano sono diventati parte di noi stessi.
Prima iniziamo, prima possiamo superare il problema. PSICO smile.gif

Inviato da: aperol il Martedì, 16-Ott-2012, 23:16
QUOTE (Iris03 @ Martedì, 16-Ott-2012, 20:16)

Sto provando ad utilizzare queste tecniche, insomma mi sono esercitata facendo questi due esercizi..e mi pare mi stiano dando sollievo!

Benissimo, mi fa veramente piacere

E mi raccomando, continua cosi. Sarà ancor più facile quando diventerà spontaneo l'utilizzo degli esercizi. Ce ne sono tanti, per chi ad esempio ha bisogno di provare cose nuove, con la pnl ne ha un'infinità di cose da imparare.

Brava PSICO smile.gif

Inviato da: aperol il Domenica, 28-Ott-2012, 12:14
LE ANCORE

Un concetto piuttosto facile da capire è proprio come la nostra mente posiziona delle ancore, che sono punti di fermo immagine o a volte brevi filmati vissuti e che rimangono in mente.
Tanto più si è tristi, tante più ancore fissiamo, tanto più facile è ricordarsi solo di eventi spiacevoli e depressivi.
E se facciamo il contrario?
Con un pò di sforzo da parte nostra, possiamo posizionare delle ancore positive, in modo da poterci aggrappare a qualcosa di valido, che ci faccia risalire al posto di scendere.
Credo che per la maggior parte delle persone sia capitato almeno una volta di essere in un luogo, con amici o parenti, e passare dei momenti felici. In quei momenti, sembra che tutti i racconti siano fatti apposta per ridere, riaffiorano ricordi e avventure (o disavventure) comiche. Diventa un ridere costante, a volte da far male persino lo stomaco da quanto si ride. In quel caso, si vanno a prendere inconsciamente tutte le ancore positive successe in modo totalmente spontaneo.
Diventa difficile trovarle soprattutto quando si passa lungo tempo senza farne uso, oppure non si creano a causa di disagi o malesseri.
In questo caso, è come tentar di uscire da un tunnel. Un piccolo sforzo lo dobbiamo fare, altrimenti non riusciamo ad uscirne.
Creare anche artificialmente queste ancore è importantissimo per rivivere.
Provare per credere

Inviato da: strega nocciola il Domenica, 04-Nov-2012, 23:18
Grazie Aperol, molto molto interessante! PSICO ok.gif

Inviato da: aperol il Domenica, 11-Nov-2012, 21:10
QUOTE (strega nocciola @ Domenica, 04-Nov-2012, 22:18)
Grazie Aperol, molto molto interessante! PSICO ok.gif

Mi fa piacere PSICO smile.gif

Inviato da: aperol il Domenica, 11-Nov-2012, 21:12
Il dialogo interiore negativo, FERMARLO E RISTRUTTURARLO

Questo è uno dei modi più insidiosi per soffrire e sabotare la propria vita.
Fra le tecniche usate da molti psicologi cognitivisti è dire stop! ad alta voce. Cosi facendo si crea una specie di “vuoto” su cui si può ripartire con pensieri nuovi.
Qui è molto utile sfidarlo con pensieri positivi, guardando ai lati belli e soddisfacenti, trascurando ampiamente quello che crea fonte di disagio o malessere e amplificando tutto ciò che abbiamo di cui essere fieri e felici, sia esso un oggetto, una relazione, le proprie abilità, qualsiasi punto a proprio favore.
Anche incoraggiarsi è molto utile. I lottatori di wrestling ne solo il più ampio esempio. Si ritrovano spesso contro lottatori decisamente forti, ma si auto motivano, si auto convincono di farcela con frasi tipo “ce la faccio”, oppure “ora ti faccio vedere io cosa so fare”, o ancora “posso fare ancora meglio”. Questo può essere anche molto utile per incoraggiare chi ci sta attorno in un eventuale lavoro di squadra.

5 passaggi (esercizio)

Un valido esercizio sta nel cogliere i lati negativi rispondendone di conseguenza.

1-Avversità. L’innesco della reazione pessimista
2-Convinzione. Ci si convince che non c’è via d’uscita
3-Conseguenza. Ripercussioni negative, snervanti e mancanza di fiducia in se stessi

Questi sono solitamente i 3 passi che colpiscono i pessimisti.
Una volta preso consapevolezza di questo principio, abbiamo già fatto il primo passo, quindi bastano 2 semplici passaggi per interrompere il meccanismo

1-Discussione. Contestare la convinzione mettendola in discussione. In questo caso, si dovrà prove del contrario, come ad esempio valorizzando ciò che abbiamo di bello, positivo, persone che ci vogliono bene, un buon lavoro, una famiglia unita, amici che ci aiutano in caso di bisogno, capacità personali,…
Anche creando alternative alla convinzione, come ad esempio il cercare una spiegazione all’accaduto.
Esaminando cosa comporta, con domande tipo: e allora? E anche se fosse vero?
Anche esaminando l’utilità della convinzione, dato che spesso è inutile come un bicchiere vuoto nel deserto.
Questo è un valido punto di supporto da ripetere continuamente quando si ha il momento di crisi. Più si usa, più viene spontaneo contestare. Praticamente il contrario di ciò che si fa solitamente che sarebbe l’autocommiserazione ripetuta.

2-Energizzare. Mettendo in discussione ciò che pensiamo negativamente. Questo incrementa il successo proprio come i lottatori che si spingono ad incrementare il proprio potenziale.

Esempio (riassunto per praticità)

Negativo: sono sfortunato, non posso farci niente, sarà sempre cosi.
Risposta: è vero, a volte sono sfortunato.
Discussione: ma questo è vero per tutti. Ed è solo un fatto temporaneo. La situazione può tranquillamente cambiare direzione.

L’abitudine è la chiave. Disabituarsi con un'altra tipologia di schema richiede solo costanza. Si dice che dopo 20 volte diviene abitudine purchè fatto costantemente.

Inviato da: aperol il Domenica, 11-Nov-2012, 21:38
Swish Pattern (na figata laugh.gif )

Immagina una tv.
Di fronte hai il film o programma che stai guardando.
Il pensiero è come un film, a volte sotto forma di foto, altre volte come immagini in movimento, proprio come un film.
Come cambiare?
Ebbene, nelle tv più recenti, hanno in dotazione il PiP, picture in picture, immagine nell'immagine. Per dirla breve, hai il film o programma in primo piano, poi in un angolo, oppure nella barra sotto, varie caselline con immagini di canali differenti.
L'esercizio è molto simile.
Quando si è sintonizzati nel canale negativo, pessimistico, depressivo, aprire lo swish. In un angolino, aprire una casella con l'immagine del film che si vorrebbe vedere, magari di qualcosa di passato o magari di qualcosa che verrà. Piano piano, ingrandire quell'immagine. E' la curiosità che ti spinge all'ingrandimento. Vuoi vederci meglio, più chiaro, quindi si tenderà ad ingrandire proprio ciò che più interessa, il film piacevole. Renderlo nitido e ben visivo. Con il tempo, sempre per questione di abitudini, si imparerà ad aprire questa finestra spontaneamente, più velocemente e con intensità maggiore.

PSICO wink.png

Inviato da: aperol il Mercoledì, 14-Nov-2012, 23:12
ANCORE (Esercizio)

L'esercizio è molto semplice e ruota sempre attorno al solito discorso: abitudine.
Come fare? ... semplice.
Prendiamo qualche evento che ci fa star bene, ci fa sentire vivi, o addirittura ci fa sbellicare dal ridere. Pensando ad un episodio, tocchiamo una parte del nostro corpo, una parte che solitamente non siamo abituati a toccare volontariamente. Un esempio può essere il ginocchio.
Per più volte al giorno, prendere qualche momento gratificante che ci fa star bene e toccarlo. Poi magari si ripete l'esercizio con un'altro evento simile e toccare sempre allo stesso modo sempre lo stesso punto... fino a quando, dopo un pò di giorni, il solo toccare il ginocchio ci fa star automaticamente bene. Questo perchè la mente va associando il benessere con questo movimento. Se ancora non riesce spontaneo, continuare l'esercizio ancora per qualche giorno.

Molte volte ad esempio diciamo: "beh, se faccio questo succede sempre che sto male", oppure "ogni sera a quest'ora mi sale l'ansia". E' ovvio che in quel preciso momento, automaticamente ci viene spontaneo pensarci, e puntualmente arriva il malessere.
Questo è un esercizio per creare delle ancore di supporto nei momenti in cui ci sentiamo giù.

Che c'è di male nel provare a star bene? PSICO smile.gif

Inviato da: ramonaa il Mercoledì, 30-Gen-2013, 23:26
QUOTE (aperol @ Mercoledì, 14-Nov-2012, 22:12)
ANCORE (Esercizio)

L'esercizio è molto semplice e ruota sempre attorno al solito discorso: abitudine.
Come fare? ... semplice.
Prendiamo qualche evento che ci fa star bene, ci fa sentire vivi, o addirittura ci fa sbellicare dal ridere. Pensando ad un episodio, tocchiamo una parte del nostro corpo, una parte che solitamente non siamo abituati a toccare volontariamente. Un esempio può essere il ginocchio.
Per più volte al giorno, prendere qualche momento gratificante che ci fa star bene e toccarlo. Poi magari si ripete l'esercizio con un'altro evento simile e toccare sempre allo stesso modo sempre lo stesso punto... fino a quando, dopo un pò di giorni, il solo toccare il ginocchio ci fa star automaticamente bene. Questo perchè la mente va associando il benessere con questo movimento. Se ancora non riesce spontaneo, continuare l'esercizio ancora per qualche giorno.

Molte volte ad esempio diciamo: "beh, se faccio questo succede sempre che sto male", oppure "ogni sera a quest'ora mi sale l'ansia". E' ovvio che in quel preciso momento, automaticamente ci viene spontaneo pensarci, e puntualmente arriva il malessere.
Questo è un esercizio per creare delle ancore di supporto nei momenti in cui ci sentiamo giù.

Che c'è di male nel provare a star bene?  PSICO smile.gif

dove hai preso questo esercizio?

ricordo di averlo letto nel libro pnl è libertà

a tale proposito vorrei postare un capitolo qui, e desidererei anche che gli admin mettessero questa discussione in evidenza, mi riprometterò di postare spesso capitoli interessanti. Inutile dire che amo questo libro e lo consiglio a tutti, ed ancora ringrazio aperol per avermi fatto scoprire questa meravigliosa disciplina. Buona lettura.

36
Evitare la cella d'isolamento: evadere
dalla prigione della solitudine

Il mio cliente, Bryan, mi guardava incuriosito. Sedevamo nel bar di un hotel nel
centro di Dublino. Ci trovavamo lì per scopi terapeutici e proprio in quel contesto
Bryan stava per fare un enorme passo in avanti.
OWEN: Adesso. Vedi quella ragazza laggiù, vicino al bancone, top nero, capelli
biondi?
BRYAN: Certo. Cosa vuoi che faccia?
OWEN: Bene. Vai al bar e ordina due pinte di birra. Dopo che il barista ti avrà
servito, mentre ritorni qui, vai verso di lei, toccale gentilmente la spalla
per richiamare la sua attenzione e di': "Scusami", falle un complimento
onesto, qualcosa di carino, poi scusati ancora una volta e torna qui da
me. Non voglio che te ne rimanga lì ad aspettare una sua risposta. Il tuo
compito è fare un complimento e venire via. Hai capito?
BRYAN: Sì, ma cosa faccio se rispon...
OWEN: Qualunque cosa faccia lei, tu inventa una scusa per tornare da me il
prima possibile. Voglio che impari che cosa si prova a fare un
complimento a una ragazza per farla star bene, senza necessariamente
sperare di rimediare un appuntamento o di portartela a letto.
BRYAN: Va bene. Vado!
Facemmo l'esercizio del "quadrato dello splendore" che gli avevo insegnato. Si era
ricordato di costruire un'immagine in cui vedeva se stesso avvicinarsi a lei con fare
scaltro e sicuro. In silenzio, si ripetè: "È così fortunata. Ti adorerà di certo".
Immaginò che lei rispondesse con un sorriso ammirato. Bryan si alzò velocemente e
andò al bancone. Si fece dare due birre e, ritornando, si avvicinò alla ragazza bionda
e alla sua amica. Le toccò la spalla.
Le persone mi hanno sempre affascinato. Sono un attento osservatore e trovo
affascinante starmene lì a guardare con attenzione le persone che passano per strada.
Quando sono in giro per il mondo, ciò che più mi piace e che meglio ricordo sono le
persone che incontro. Sono quelli i momenti che risaltano. Adoro i miei amici e la
mia famiglia; adoro trascorrere il tempo divertendomi con loro. Adoro il processo
dell'essere innamorato, quando accade, e del semplice condividere lo stesso spazio
con la persona che amo. Stavo ripensando al lavoro che feci con Bryan per un
programma televisivo chiamato Ask Anna, trasmesso dalla RTÉ, in cui c'erano
diverse persone che avevano bisogno d'aiuto in certi ambiti della vita e l'affascinante
conduttrice Anna metteva a loro disposizione degli esperti in quel settore. Io ero
stato scelto per aiutare Bryan ad avere più successo con le donne. L'esercizio che
stavamo facendo al bar era uno dei molti che facemmo per metterlo in condizione di
rapportarsi con l'altro sesso con maggiore efficacia. Tutta questa storia mi era venuta
in mente mentre pensavo al concetto di solitudine. Vedete, negli anni ho lavorato con
un sacco di persone, ho insegnato loro a interagire meglio con gli altri, a flirtare
meglio, ad amarsi di più e a sviluppare amicizie e relazioni. Quello di cui mi ero
accorto è che imparavo sempre qualcosa di nuovo in merito a come funzionassero
tutte queste cose. Il contesto della vita sociale continuava ad affascinarmi e
pregustavo l'idea di poter imparare qualcos'altro da Richard. Inoltre, ricordavo che
cosa significasse sentirsi soli ed ero curioso di scoprire come avrei potuto migliorare
il modo in cui aiutavo le persone a superare questa sensazione. Attualmente accade
di rado, sempre che accada, che io mi senta solo. Una volta imparato che cosa
significasse davvero "amare la libertà", cominciai a capire come avrei potuto vivere
senza solitudine. Ho talmente tanti amici per i quali provo un grande affetto e che ho
incontrato praticamente in ogni continente. Il mio rapporto con ciascuno di loro è
diverso e tutti sono speciali a modo loro. Io sono fortunato, in un certo senso, e
d'altro canto non è soltanto fortuna. Gli amici che popolano la mia vita li ho attratti
io. Mi è già capitato di litigare con degli amici. Non è che vada sempre d'accordo con
tutti quelli che incontro e non mi riesce sempre di rimanere in contatto con le
persone. In linea di massima, tuttavia, non mi sento mai solo, neanche quando non
sono in compagnia, perché faccio uno sforzo, quando si tratta delle relazioni e delle
amicizie che arricchiscono la mia vita.
Amare la libertà significa fare quello sforzo ed entrare in contatto con sempre più
persone e instaurare con loro nuove relazioni. Non tutti si riveleranno essere i vostri
migliori amici, né voi lo sarete per loro. La cosa davvero importante è che
cominciate a incontrare più persone e che impariate a padroneggiare le vostre abilità
di comunicare e relazionarvi. Quando raggiungerete quest'obiettivo, ogni persona
che entrerà nella vostra vita lo farà per un motivo che vi aiuterà a imparare qualcosa
di nuovo. Alcune di queste persone rimarranno con voi per il resto della vostra vita
o, addirittura, per il resto della loro.
La solitudine è dilagante nella società moderna. Certe persone si sentono sole
perché non hanno una relazione con qualcuno, certe persone si sentono sole perché
sono insoddisfatte della relazione che hanno e certe persone si sentono sole perché
hanno pochi amici o parenti, ammesso che ne abbiano, con cui scambiare una parola.
Ho lavorato con molte persone che avevano problemi simili e, a dir la verità, uscire e
farsi nuovi amici è molto più semplice di quanto non creda la maggior parte delle
persone. I più provano a fare qualcosa e poi si arrendono, dichiarando di averle
provate tutte. Ciò che è fondamentale ricordare quando si esce e ci si crea nuove
amicizie è che si tratta di un processo e non solo di uscire di casa e di andare nei posti giusti.
Il modo in cui fate funzionare il cervello, le vostre convinzioni e quello
che provate nei confronti degli altri, sono tutti elementi che influenzano la prima
impressione che farete su qualcuno.
Ricordo di aver riflettuto sull'amore, sulle relazioni e sull'amicizia, mentre
percorrevo la strada verso casa di Richard. Oltre ad aver lavorato con Bryan, quella
settimana avevo incontrato altre persone che erano venute da me spinte dal desiderio
di incontrare altra gente. Si sentivano disperatamente sole e, più di ogni altra cosa,
volevano avere una relazione con qualcuno. Avevo tantissimi consigli da dare e idee
da condividere ma, più parlavo con queste persone, più mi rendevo conto che
dovevano prima liberarsi del bisogno di stare con qualcuno, se volevano riuscire ad
avere una relazione sana e felice con un'altra persona. Addirittura il semplice farsi
degli amici può rivelarsi problematico, quando gli si attribuisce troppa importanza.
Giunsi in breve a destinazione e incontrai Richard. Come l'altra volta, ci
mettemmo a sedere in cucina. Feci partire il registratore e cominciai a discutere con
lui dei miei pensieri. La mia prima domanda riguardava il concetto di amicizia.
OWEN: Richard, com'è che, per alcune persone, farsi degli amici è uno sforzo
così notevole, e quali sono i segreti per farsi più amici o per
migliorare la propria vita sociale?
RICHARD:Spesso le persone non sanno che fare. Se lo sapessero, lo farebbero,
perché quello che c'è da fare è spesso molto più semplice di quello che
raccontano in merito. Dicono: "Beh, mi sento solo, perciò dovrei uscire
e incontrare un po' di gente", ma se si sentono soli è perché si trattano
male. Hanno creato una sensazione che hanno chiamato solitudine e la
provano con tanta intensità che questa impedisce loro di uscire e di
incontrare qualcuno. Non sanno come fare a sentirsi bene prima di
incontrare qualcuno. Se lo sapessero, allora, una volta incontrata una
persona, questa avrebbe voglia di frequentarle. Escono che si sentono
male e quando si trovano in mezzo alla gente e stanno ancora male,
anche le altre persone stanno male a star loro vicino e quindi non
vogliono continuare a frequentarle. Queste persone non sanno come
cominciare da ciò che è importante: fare in modo di provare speranza.
Se prendi tutte le sensazioni negative che provi dentro di te e le fai
semplicemente girare al contrario una dopo l'altra, ancora, e ancora, e
ancora, alla fine quelle sensazioni fisiche parziali si trasformeranno in
sensazioni fisiche globali di benessere. Penso che quando ti senti bene
e inizi a risplendere di più, allora sei attraente e le persone vengono
attratte da te.
Era una strategia semplice e mi piaceva: fai attenzione a come ti senti, fai girare
quelle negative sensazioni di solitudine al contrario e genera al loro posto delle
sensazioni positive, belle e felici. Se vi sentite bene, le persone saranno più
invogliate ad esservi amiche. Era perfettamente sensato, ma volevo di più. OWEN: Quindi vincere la solitudine non è affatto complicato, allora? E, di
preciso, come si può cominciare a farlo?
RICHARD:Beh, direi: comincia da te stesso. Se le persone non sono in grado di
rendere il loro mondo interiore piacevole, se non riescono a parlarsi
con gentilezza e a creare delle belle immagini nella loro testa, allora
sarà estremamente difficile andare d'accordo con gli altri. Se non
riescono a mostrare di capire se stesse, anche riuscire a capire qualcun
altro e prestare sufficiente attenzione alle persone si rivelerà
problematico. Se qualcuno ti dice: "Mi piace il blu" e tu non gli dai
cose blu, se non gli compri dei fiori blu o delle maglie blu, allora
penserà che non lo stai ascoltando. La verità è che, se tra te e te dici:
"Dovresti darti da fare, fare qualcosa per te" e non lo fai, non ti stai
ascoltando. E se non ascolti te stesso, è molto probabile che non
ascolterai gli altri.
Perciò, oltre a far girare le sensazioni al contrario, dovete trasformare il vostro
mondo interiore in un luogo piacevole, creando delle belle immagini e parlandovi
gentilmente. Ancora una volta aveva un senso. Ascoltare di più gli altri era una cosa
semplice da fare e mi trovai d'accordo. Fin troppo spesso capita che le persone
passino così tanto tempo a pensare a sé che a malapena sentono l'altra persona.
Passano il tempo a dire all'altra persona quanto sono meravigliose. Mentre ci
pensavo su, Richard mi guardò e proseguì.
RICHARD:Ci sono quante? Circa 550 milioni di persone che si sentono sole. Il
problema è questo: che incontrino o meno un'altra persona, si
sentiranno comunque sole, perché non hanno imparato a divertirsi.
Puoi farti star bene senza alcun motivo, proprio senza uno straccio di
motivo. Potresti essere la persona più patetica o la persona più ricca e
di successo. Le ho viste entrambe, nel mio ufficio, ed entrambe mi
dicevano le stesse cose. C'è stato un senzatetto col corpo coperto di
piaghe e senza alcun futuro, né istruzione, né prospettive, che mi ha
detto le stesse cose di un multimiliardario. Stavano entrambi lì, a dirmi
quanto fossero infelici e quanto fossero soli e quanto si sentissero
depressi e nessuno di loro due ne uscirà mai, se prima non la smettono
e non cominciano a fare in modo di sentirsi bene senza uno straccio di
motivo. Finché non impari a saturare la tua neurologia con le sostanze
chimiche che ti fanno star bene per nessun motivo, è molto difficile che
tu ce la faccia, perché altrimenti qualsiasi cosa accada al mondo sarà
troppo seria e importante.
Qualcuno dirà qualcosa al proprio partner e improvvisamente si sentirà
ferito nei sentimenti e questo potrebbe addirittura portare al divorzio. Il
numero dei divorzi dipende dal tipo di sostanze chimiche in circolo, per
quel che ci capisco, e non sono sostanze benefiche. A nessuno dovrebbe essere dato il permesso di litigare, a meno di non essere
attaccato all'apparecchiatura per l'emodialisi, perché allora si
renderebbe conto che nella maggior parte dei litigi le persone dicono
stupidaggini. Le persone devono imparare a smettere di litigare e dire:
"Ferma. Basta così. Non intendo continuare a farlo".
Richard continuava a battere su questo punto, voleva ficcarmelo bene in testa. La
stragrande maggioranza di informazioni disponibili in giro a proposito del superare
la solitudine riguardava il trovare la sicurezza necessaria ad avvicinare le persone, a
uscire e a sapere che cosa dire. Quello che mancava era che il primo vero passo che
le persone devono compiere è sentire il bisogno di rendersi quanto più felici
possibile, perché questo è ciò che influirà sulle persone che stanno loro vicine.
Richard aveva usato un bell'esempio, mentre parlava dei suoi due clienti, quello ricco
e quello povero. Mi ricordò che ogni problema si può far risalire alle cattive
sensazioni che si provano. C'è un'importante differenza tra il farsi stare abbastanza
bene da avvicinare una persona e parlarci e il farsi star bene perché quello andrà a
influire sulle persone che ci circondano. Tutti noi abbiamo conosciuto qualcuno che
sembrava prosciugare il buonumore da una stanza. Una volta ho sentito qualcuno che
li chiamava "aspira-umore". Poi ci sono quelle altre persone, quelle che entrano in
una stanza e sembrano distribuire sensazioni piacevoli a tutti i presenti, grazie alla
loro brillante energia. Sono come delle stelle risplendenti. Lo stato in cui ci troviamo
influirà sulle altre persone senza bisogno che diciamo o facciamo alcunché. Richard
mi parlò del seguente esperimento: un gruppo dì scienziati aveva preso due
confezioni di yogurt, le aveva messe su un tavolo a qualche metro di distanza e le
aveva collegate entrambe ad una macchina che ne misurasse l'attività elettrica.
A quel punto aggiunsero del latte allo yogurt A. L'indicatore collegato allo yogurt
A si mise a segnalare un'intensa attività, mentre i batteri presenti nel latte si
mescolavano a quelli presenti nello yogurt. Nello stesso istante in cui lo yogurt A
cominciava a mandare quei forti segnali, lo yogurt B faceva altrettanto, anche se non
vi avevano aggiunto latte. Ora, quell'anomalia venne riprodotta diverse volte e,
provando ad alterare questo influsso apparentemente invisibile, alla fine scoprirono
che l'unico modo di impedire allo yogurt A di influire sullo yogurt B era quello di
frapporre tra i due un muro di yogurt.
Richard spiega la cosa dicendo che "lo yogurt riconosce lo yogurt": è la stessa
cosa che accade quando si pizzica la corda di uno strumento musicale che emette una
certa frequenza e le altre corde in grado di emettere la stessa frequenza reagiscono,
vibrando a loro volta. Lo stesso vale per gli esseri umani. Le persone riconoscono le
persone e quando entrate in uno stato particolare, fate vibrare dell'energia positiva
nel vostro corpo e questo influenzerà le persone attorno a voi. Avete già incontrato
sia gli "aspira-umore" che le "stelle risplendenti". Ora, quando siete voi a cominciare
a produrre delle potenti sensazioni positive, risplendete, illuminando chi vi sta
intorno con quelle sensazioni.
Richard aveva fatto un commento particolare, che aveva provocato in me un
meraviglioso momento di rivelazione. È stato quando ha detto: "Il numero dei divorzi dipende dal tipo di sostanze chimiche in circolo, per quel che ci capisco, e
non sono sostanze benefiche". Continuai a rimuginare su quell'idea. Quasi qualsiasi
problema, mi resi conto, dipendeva dalla chimica del proprio corpo. Dipendeva sia
dalle sostanze chimiche presenti nella propria testa, sia dalla chimica che genera
affinità tra sé e le altre persone. Così, quando imparerete a creare una chimica
migliore dentro di voi e con gli altri, farete un passo da gigante verso l'eliminazione
dei problemi che vi affliggono.
Se riuscite a ricordarlo ogni volta che state male o ogni volta che state male con
una persona, saprete che dipende dal fatto che la "chimica" non è quella giusta e
potete trovare un modo o per cambiarla, o per accettare, almeno per il momento, la
situazione così com'è. In entrambi i casi, non si trattava di una questione personale.
Si trattava semplicemente delle sostanze chimiche che stavate generando nella vostra
testa e dell'energia che inviavate agli altri. Con questo pensiero che mi girava in
testa, mi chiesi come mai ci fossero persone a cui piacevamo e altre a cui non
andavamo a genio. Se è tutta questione di chimica, come mai si creava un'atmosfera
piacevole con certe persone e sgradevole con altre?
OWEN: Va bene, quindi, com'è che si va d'accordo con certe persone e non con
altre? Da cosa dipende?
RICHARD:Beh, non importa qual è il motivo. Se non piaci a qualcuno, allora non
gli piaci perché non fai in modo di piacergli e, la maggior parte delle
volte, questo capita perché non sei piacevole.
Se dentro di te stai davvero bene, così da essere davvero felice dentro,
così da essere davvero raggiante dentro, così che il tuo dialogo interno
è davvero piacevole e le immagini che vedi davvero stupende, allora le
persone vorranno starti vicino. Se trasudi gioia, se vibri di gioia, le
persone vorranno starti vicino. È la cosa più importante di tutte. Voglio
dire, le persone si vestono eleganti, si fanno acconciare i capelli, fanno
qualsiasi cosa pur di avere un bell'aspetto, ma dimenticano di fare i
passi necessari a star bene. Se stai davvero bene quando incontri altre
persone, gli piacerai. Semplice.
Richard si alzò, prese il bollitore e mi chiese se volevo una tazza di tè o un caffè.
Dissi che ero a posto così e presi una bottiglia d'acqua dal frigo. Iniziai a lasciare che
le sue parole penetrassero in me. Richard aveva ripetuto ancora una volta il concetto
del bisogno di star bene dentro, prima di ogni altra cosa. Sentitevi meravigliosamente
bene dentro di voi e, all'esterno, gli altri staranno benone quando sono con voi.
Quindi è questo il punto cruciale dell'amare la libertà. Avendo letto il libro fin qui,
sono certo che avrete già messo in pratica molti dei suggerimenti per fare in modo di
stare molto, molto meglio per gran parte del tempo. Quello che è davvero essenziale
è star bene in primo luogo, piuttosto di fare affidamento sugli altri per farvi sollevare
il morale.
Siamo più belli, quando ci divertiamo. Una volta sono andato a vedere uno
spettacolo comico e stavo vicino alla porta con Kevin, un mio amico che aveva organizzato l'evento. Osservai le persone mentre entravano e le osservai quando
uscirono. L'avrei potuto ripetere sotto giuramento: la maggior parte delle persone era
diventata molto più attraente, nel tempo trascorso tra l'inizio e la fine dello
spettacolo. Stare alla grande e divertirsi come pazzi sono, in effetti, modi molto
intelligenti di migliorare il proprio aspetto. È probabile che uno degli stati più
importanti a cui accedere per farsi nuovi amici e potenziali partner sia quello della
giocosità. Prendete il flirtare, ad esempio. Flirtare non è lo stesso che sedurre. Non si
basa sul tentativo di far sentire l'altra persona sessualmente attraente e attratta da voi.
Si basa sulla risata, sullo scherzo, sulle battute, sul provocare l'altra persona. Si basa
sulla capacità di godersi la compagnia dell'altra persona e di indicare che forse ci
potrebbe essere un interesse, ma forse anche no. Quando flirtiamo, lo dobbiamo fare
a partire da uno stato di giocosa allegria in cui non ci aggrappiamo disperatamente
all'altra persona per avere qualcuno con cui parlare. Al contrario: dobbiamo sentire
che là fuori ci sono opportunità in abbondanza. Quella sensazione ci dà un senso
d'indipendenza che gli altri trovano affascinante. A volte, le persone mi chiedono:
"Com'è che i 'bravi ragazzi' sono sempre gli ultimi?". Beh, non è perché sono dei
bravi ragazzi... è perché certi "bravi ragazzi" non rappresentano una sfida. La
maggior parte delle donne sembra essere attratta da qualcuno per cui doversi dare da
fare. Gli uomini, in genere, si comportano allo stesso modo. La verità è che, se l'altra
persona percepisce il vostro interesse ma ha anche la sensazione di dovervi
"meritare", allora smetterà di chiedersi se siete "sufficientemente interessanti" per lei.
Sarà troppo indaffarata nel tentativo di dimostrare che vi merita! La regola del "farsi
desiderare" ha i suoi meriti. Ovviamente, le cose non vanno sempre così, ma
rappresenta una valida spiegazione del perché le persone sembrano spesso
frequentare individui che non le trattano poi così bene. La prima strofa del famoso
Teorema "prendi una donna, trattala male...", contiene più di un fondo di verità.
Pensai a tutti i single che avevo incontrato e che mi avevano descritto ciò che
provavano. Mi ritornarono in mente molte chiacchierate notturne fatte con i miei
amici single, mentre un'ebbra solitudine riempiva l'aria, man mano che la serata
procedeva. Quando si è single, se in occasioni come il giorno di San Valentino si
rimane senza neanche un biglietto d'auguri, spesso non si può fare a meno di
chiedersi il perché. Ci si guarda nuovamente attorno, osservando le coppie felici che
fanno tutto assieme, inclusi i propri amici. Ci sono un sacco di persone che adorano
vivere di avventure e che si godono il loro paradiso da single. C'è un mio amico,
Richie, più giovane di me, che è davvero fantastico, quando si tratta di flirtare e
sedurre. Ogni volta che usciamo assieme, le ragazze rimangono affascinate. Non è
che ci riesca sempre, ma non smette mai di provarci e l'intero processo gli viene
facile. Altre persone non trovano che quel genere di vita sia altrettanto facile. Per
altre ancora, non è il genere di vita che desiderano.
Per molte persone, uscire e farsi un sacco di avventure è fantastico, almeno per un
po'. Ma il divertimento non dura in eterno. Allo stesso tempo, uscendo con molte
persone diverse, c'è sempre il rischio d'innamorarsi di una di loro... Dico "rischio"
perché è un'"intricata tela che tessiamo", come direbbe Walter Scott, quando quello
che era iniziato come un passatempo diventa molto più importante per noi, o per loro. Se riuscite a evitare i legami e a "divertirvi" e basta, arriverà comunque il
giorno in cui vi ritroverete faccia a faccia col fatto che prima o poi non lo potrete più
fare. Spesso, le persone che sono single si chiedono: "Perché io? Cosa c'è che non
va?". Eppure, alla fin fine, la risposta è semplice: "Perché è così che stanno le cose".
Chiunque potrebbe trovare qualcuno con cui uscire, se solo mettesse il naso fuori di
casa e conoscesse delle persone a cui chiederlo. Di sicuro trovereste qualcuno con
cui uscire, ma non è detto che vi piacerebbe o che andreste d'accordo. Il motivo per
cui vale la pena tener duro è la speranza di provare, infine, la meravigliosa
sensazione di essere vivi, che arriva quando s'incontra la "persona giusta". La buona
notizia è che non c'è un'unica "persona giusta": ce ne sono diverse, che sarebbero
perfette per voi.
Mi piace l'idea di Cupido, perché ritengo che, in un certo qual modo, abbia più
senso dell'idea dell'"anima gemella". Jack e Rose di Titanic, Giulietta e Romeo,
coppie come queste sembrano suggerire l'idea che l'anima gemella esista. Ma,
volendo essere realistici, l'idea che nella vita si incontrino una serie di persone e che
ci si potrebbe innamorare di una qualsiasi di loro, se solo Cupido scagliasse uno dei
suoi dardi, è effettivamente più ragionevole. Sono tutte possibili anime gemelle,
perché potenzialmente potrebbero essere adatte a voi, al vostro spirito e alla vostra
anima. (Vi prego di notare che non sto chiedendomi se Cupido esista o meno. Sto
semplicemente usando un'utile metafora per spiegare come funzionano le storie
d'amore.)
La spiegazione scientifica dell'innamoramento è meno romantica, ma di natura
simile. Da un punto di vista evolutivo, siamo attratti da quelle persone che hanno un
sistema immunitario che completa il nostro. Lo percepiamo attraverso l'olfatto,
captando delle sostanze chimiche, chiamate feromoni, secrete dall'altra persona.
Questo processo viene integrato dalle nostre esperienze passate, in cui abbiamo
sviluppato delle preferenze, tanto da sentirci attratti da certi tipi di persone. In un
contesto prestabilito, facciamo aumentare questa attrazione attivando i processi
mentali che ci aiutano a innamorarci. Questi processi mentali alterano la chimica del
cervello e, mentre vengono prodotte sostanze come la feniletilammina (FEA) e
l'ossitocina, noi proviamo uno stato di euforia estremamente potente. Ancora una
volta, tuttavia, sono solo alcune, le persone per le quali possiamo sentirci così. Ora,
tenendo queste riflessioni a mente, anche se siete single, non temete. Il giorno di San
Valentino non dovrà più essere una tortura. Ogni anno, spedisco sempre un biglietto,
talvolta anche dei fiori, a una persona che so essere single, e lo faccio anonimamente.
Lo faccio quando ho la sensazione che, altrimenti, non ci sarebbe nessuno ad
augurarle buon San Valentino. Quando mi concentro sul fare star bene qualcun altro,
invece che sullo star male di mio, mi sento molto più felice. È anche un ottimo
giorno per re-innamorarsi di sé (in modo non narcisistico, potrei aggiungere!).
Quando pensate a una giornata dedicata all'amore, dovreste usarla per esprimere la
vostra gratitudine e il vostro amore per la persona più importante della vostra vita...
voi stessi!
Ciò non significa doversi spedire un milione di bigliettini o doversi comprare dei
fiori. Significa qualcosa di molto più importante: fermarsi a riconoscere chi siete veramente, come state migliorando e quanto amore avete da dare. Significa essere
consapevoli degli errori che si sono fatti nelle relazioni precedenti e ripromettersi di
non farli mai più, significa concentrarsi su tutte le meravigliose qualità che si
potrebbero portare in una relazione e su tutti gli stupendi motivi per cui qualcuno
sarebbe estremamente fortunato a stare con voi. Vi garantisco che ci sono moltissime
ragioni. Sono sempre stato un inguaribile romantico. Ora sento di essere diventato un
romantico che è stato guarito dalla speranza. Non si tratta di essere perfetti nelle
relazioni o nel flirtare e così via... Si tratta di fermarsi e diventare consapevoli della
propria luce e del proprio potenziale. Si tratta di lavorare su di sé per diventare più
simili a quelli che siamo quando diamo il meglio. Si tratta di usare il cervello per
provare le sensazioni migliori possibili quanto più spesso possibile. Il simile attrae il
simile.., è una legge universale. Quindi, come suggerisce Richard, sentitevi
meravigliosamente e vi circonderete di persone meravigliose. Il modo migliore di
farlo è godersi davvero la vita.
Godersi la vita significa essere davvero reattivi nei suoi confronti. Significa
permettere alla vita di toccarvi. Permettere a noi stessi di innamorarci, di lasciarci
assorbire dalla musica, di abbandonarci alle emozioni trasmesse da un film. Il
momento migliore per ritrovare noi stessi è quando siamo veramente assorti... assorti
nella musica, assorti nell'arte, assorti nello sport, assorti nella recitazione, assorti nel
conversare, assorti nell'amore, assorti nell'essere, assorti nell'attimo. E quando si è
così assorti, è talmente facile ritrovarsi.
In quei momenti d'abbandono, viviamo davvero. Siamo anche molto più attraenti,
quando perdiamo completamente quell'imbarazzante, scomoda auto-consapevolezza
e ci lasciamo assorbire dal momento. Allora, si spera, la persona giusta passerà di lì.
Certo, la fortuna ha un suo ruolo in tutto ciò, ma ci sono molti modi di incontrare la
persona giusta e c'è più di una persona giusta da incontrare, là fuori. Nel mondo
moderno, molti di noi sono alla ricerca del partner perfetto, del lavoro perfetto,
dell'auto perfetta, della vita perfetta. Cose così non esistono. Tutti hanno dei difetti.
Ogni cosa ha dei difetti. Si tratta di trovare un partner da amare, un lavoro che vi
piace, un'auto che vi piace, una vita che adorate. Potete vedere una lista di cose che
vi piacciono su un menu e sceglierne una. Fantasticare idealizzando il pasto perfetto
vi porterà sempre ad essere delusi. La nostra immaginazione può concepire cose
buone e cattive al di là di ciò che realmente esiste: questo è il nostro vero potere. La
cosa davvero essenziale è cercare un partner con cui essere in sintonia e con cui
andare d'amore e d'accordo, una carriera che vi faccia sentire un re, un'auto che
risponda piacevolmente alla guida, una vita che meriti di essere vissuta.
Quando vi concentrate sullo star bene e sul fare star bene gli altri, andrete molto
più d'accordo con le persone. Quando vi motiva il desiderio di fare star bene gli altri,
anziché il bisogno di piacere, vi sarà più facile farvi degli amici e le persone si
sentiranno maggiormente attratte da voi. Alle persone piace stare con qualcuno che
le faccia star bene e sentire a proprio agio.
Bryan si avvicina alla ragazza bionda e carina seduta al bar e le fa un
complimento. Lei, stupita, sorride, e lui, come da copione, riprende a camminare. Lei
mormora un grazie. Lui non la può vedere, mentre si allontana, ma io sì, e noto come lo sguardo di lei cambi. Ora è felice, la sua serata sarà diversa e ai suoi occhi lui si è
fatto d'improvviso molto più attraente. Per di più Bryan, allontanandosi senza
aspettare una risposta, ha imparato il concetto di cui volevo che si impadronisse:
Se desideri ottenere ciò che desideri,
hai bisogno di liberarti dal bisogno.
È venuto via quando, d'istinto, avrebbe cercato di "attardarsi" nel caso lei
mostrasse un cenno d'interesse. L'attenzione di Bryan si era spostata dal farle un
complimento per quello a cui avrebbe potuto portare, al farlo per come avrebbe fatto
sentire l'altra persona, e questo gli consentì di rientrare in contatto con il suo vero sé,
quello che non aveva bisogno di nulla dall'esterno, per dare valore alla sua vita.
Bryan era un ragazzo adorabile e fu una gioia poterlo aiutare. Un paio di giorni dopo
la fine delle riprese per il programma televisivo, ricevette il primo bacio dopo quattro
anni di "astinenza" e un paio di mesi dopo cominciò a frequentare una ragazza
deliziosa che aveva conosciuto tutto da sé. Ci teniamo ancora in contatto. Quello che
Bryan dice di ciò che abbiamo fatto insieme è che ha riavuto la sua vita indietro. In
realtà, non aveva fatto che portare un certo numero di cambiamenti al suo modo di
vedere le cose e, fatto questo, le risposte non si sono fatte attendere.
Vedete, l'amore non è una misura del valore di una persona. È un'esperienza che fa
parte del mondo... probabilmente l'esperienza più potente. Per far sì che accada anche
a voi, per trovare la persona giusta quando siete "spaiati", il segreto sta nel
cominciare ad amare voi stessi. Diventate il genere di persona che sareste lieti di
poter presentare a un qualsiasi potenziale partner. Come fate ad amarvi? Semplice.
Cominciate col trattarvi bene dentro la vostra testa e col trattare bene gli altri nel
mondo. Poi uscite di casa e fate nuove conoscenze. Quando meno ve lo aspettate -
potrebbe essere una vecchia fiamma, un nuovo collega di lavoro, l'amica di un'amica,
un perfetto sconosciuto o qualcuno che vi sta davanti - incontrerete qualcuno con cui
vi sentirete connessi.
Vi accorgerete di sentirvi davvero benissimo quando state con questa persona,
parlerete per ore senza annoiarvi mai, vi sembrerà che vi capisca come nessun altro,
non vedrete l'ora di stare ancora insieme, vi sembrerà di conoscerla e di poterne
toccare l'anima. Quella sarà una delle vostre anime gemelle e, se tutto va bene, la
vostra favola finirà con le parole "e vissero tutti felici e contenti"... e, se non fosse
così, ricominciate finché non riuscirete a scrivere quel finale.
Ritornai in me e mi resi conto che, mentre stavo facendo tutte queste
considerazioni dentro di me, Richard mi guardava sorridendo, un tazza di caffè in
mano, le sopracciglia inarcate, in attesa della domanda successiva.
RICHARD:Sei rimasto un po' incastrato nei tuoi pensieri, vero Owen?
Sorrisi.
OWEN: Sì, ma adesso sono tornato. Dove ho messo la prossima domanda? Mormorai tra me e me mentre mi scervellavo per trovare la domanda successiva.
"Eh... Ah... Ehm... So che è lì da qualche parte", pensai dentro di me. "Ah, sì",
sorrisi. "Riguarda la comunicazione efficace."

Inviato da: aperol il Giovedì, 31-Gen-2013, 00:33
QUOTE (ramonaa @ Mercoledì, 30-Gen-2013, 22:26)
dove hai preso questo esercizio?

Sinceramente non ricordo, forse ad un corso o in un libro.
Funziona anche con movimenti, o battendo le mani...

Grazie del complimento. Mi fa piacere esserti stato utile.

Leggerò con calma il tuo post, cosi imparo anch'io PSICO smile.gif

Inviato da: suma il Giovedì, 31-Gen-2013, 11:35
QUOTE (aperol @ Mercoledì, 14-Nov-2012, 22:12)
ANCORE (Esercizio)

L'esercizio è molto semplice e ruota sempre attorno al solito discorso: abitudine.
Come fare? ... semplice.
Prendiamo qualche evento che ci fa star bene, ci fa sentire vivi, o addirittura ci fa sbellicare dal ridere. Pensando ad un episodio, tocchiamo una parte del nostro corpo, una parte che solitamente non siamo abituati a toccare volontariamente. Un esempio può essere il ginocchio.
Per più volte al giorno, prendere qualche momento gratificante che ci fa star bene e toccarlo. Poi magari si ripete l'esercizio con un'altro evento simile e toccare sempre allo stesso modo sempre lo stesso punto... fino a quando, dopo un pò di giorni, il solo toccare il ginocchio ci fa star automaticamente bene. Questo perchè la mente va associando il benessere con questo movimento. Se ancora non riesce spontaneo, continuare l'esercizio ancora per qualche giorno.

Molte volte ad esempio diciamo: "beh, se faccio questo succede sempre che sto male", oppure "ogni sera a quest'ora mi sale l'ansia". E' ovvio che in quel preciso momento, automaticamente ci viene spontaneo pensarci, e puntualmente arriva il malessere.
Questo è un esercizio per creare delle ancore di supporto nei momenti in cui ci sentiamo giù.

Che c'è di male nel provare a star bene?  PSICO smile.gif

huh.gif questo esercizio mi fa' un po' pensare pero' ... se messo in pratica da una persone che soffre di doc sarebbe simile ad una compulsione blink.gif che serve per placare l'ansia.

Inviato da: ramonaa il Giovedì, 31-Gen-2013, 13:45
QUOTE (suma @ Giovedì, 31-Gen-2013, 10:35)
QUOTE (aperol @ Mercoledì, 14-Nov-2012, 22:12)
ANCORE (Esercizio)

L'esercizio è molto semplice e ruota sempre attorno al solito discorso: abitudine.
Come fare? ... semplice.
Prendiamo qualche evento che ci fa star bene, ci fa sentire vivi, o addirittura ci fa sbellicare dal ridere. Pensando ad un episodio, tocchiamo una parte del nostro corpo, una parte che solitamente non siamo abituati a toccare volontariamente. Un esempio può essere il ginocchio.
Per più volte al giorno, prendere qualche momento gratificante che ci fa star bene e toccarlo. Poi magari si ripete l'esercizio con un'altro evento simile e toccare sempre allo stesso modo sempre lo stesso punto... fino a quando, dopo un pò di giorni, il solo toccare il ginocchio ci fa star automaticamente bene. Questo perchè la mente va associando il benessere con questo movimento. Se ancora non riesce spontaneo, continuare l'esercizio ancora per qualche giorno.

Molte volte ad esempio diciamo: "beh, se faccio questo succede sempre che sto male", oppure "ogni sera a quest'ora mi sale l'ansia". E' ovvio che in quel preciso momento, automaticamente ci viene spontaneo pensarci, e puntualmente arriva il malessere.
Questo è un esercizio per creare delle ancore di supporto nei momenti in cui ci sentiamo giù.

Che c'è di male nel provare a star bene?  PSICO smile.gif

huh.gif questo esercizio mi fa' un po' pensare pero' ... se messo in pratica da una persone che soffre di doc sarebbe simile ad una compulsione blink.gif che serve per placare l'ansia.

Io non sono d'accordo anzi penso esattamente il contrario!

Inviato da: aperol il Giovedì, 31-Gen-2013, 22:04
QUOTE (suma @ Giovedì, 31-Gen-2013, 10:35)
QUOTE (aperol @ Mercoledì, 14-Nov-2012, 22:12)
ANCORE (Esercizio)

L'esercizio è molto semplice e ruota sempre attorno al solito discorso: abitudine.
Come fare? ... semplice.
Prendiamo qualche evento che ci fa star bene, ci fa sentire vivi, o addirittura ci fa sbellicare dal ridere. Pensando ad un episodio, tocchiamo una parte del nostro corpo, una parte che solitamente non siamo abituati a toccare volontariamente. Un esempio può essere il ginocchio.
Per più volte al giorno, prendere qualche momento gratificante che ci fa star bene e toccarlo. Poi magari si ripete l'esercizio con un'altro evento simile e toccare sempre allo stesso modo sempre lo stesso punto... fino a quando, dopo un pò di giorni, il solo toccare il ginocchio ci fa star automaticamente bene. Questo perchè la mente va associando il benessere con questo movimento. Se ancora non riesce spontaneo, continuare l'esercizio ancora per qualche giorno.

Molte volte ad esempio diciamo: "beh, se faccio questo succede sempre che sto male", oppure "ogni sera a quest'ora mi sale l'ansia". E' ovvio che in quel preciso momento, automaticamente ci viene spontaneo pensarci, e puntualmente arriva il malessere.
Questo è un esercizio per creare delle ancore di supporto nei momenti in cui ci sentiamo giù.

Che c'è di male nel provare a star bene?  PSICO smile.gif

huh.gif questo esercizio mi fa' un po' pensare pero' ... se messo in pratica da una persone che soffre di doc sarebbe simile ad una compulsione blink.gif che serve per placare l'ansia.

Forse l'esercizio che ho messo l'ho spiegato a mie parole, magari non proprio bene.

Faccio un esempio:
A volte, nei film americani, si vedono uomini d'affari che quando ottengono qualcosa o stanno per ottenerla, strillano "YESSSSSSS", oppure battono le mani in modo deciso, oppure ancora, quando stanno per mettersi a lavoro magari davanti al pc, sbattono le mani e le sfregano in modo deciso.
Ecco, questi sono alcuni degli esempi più classici di come un semplicissimo gesto di un istante può dare improvvisamente una carica positiva, in questo caso utilizzabile per affrontare un lavoro impegnativo.

Ancorare, quindi, significa qualcosa che ci porti ad uno stato emotivo preciso (nell'esempio appena fatto dei film americani, lo stato emotivo che porta un battito di mani è il ricevere la carica di energia per iniziare il lavoro) e ovviamente è pratico ed immediato, creabile per la situazione che si vuole ancorare.

Credo che il messaggio fosse questo, solo che involontariamente l'ho reso troppo generico e poco chiaro

N.B.: sopra ho scritto "non troppo bene" al posto di "male", poi ho scritto "poco chiaro" al posto di "mal compreso". Anche questo banale modo di scrivere porta a termini positivi, quindi positività PSICO wink.png

Inviato da: suma il Venerdì, 01-Feb-2013, 00:08
PSICO smile.gif adesso ho capito ...è tipo un gesto di auto-incitamento ...qualcosa che da' la carica ...ok PSICO ok.gif

Inviato da: ramonaa il Mercoledì, 13-Feb-2013, 22:57
38
Respingere emarginazione e fallimento

Una volta che avrete sviluppato un tono di voce irresistibile e avrete migliorato il
modo in cui comunicate con gli altri, il passo successivo è quello di mettere il naso
fuori di casa e far conoscenza con altre persone. Sfortunatamente, accade spesso che
la paura trattenga la maggior parte delle persone. Queste persone esitano a causa di
quelle che considero essere le due più grandi paure nell'ambito delle relazioni
interpersonali: la paura del fallimento e la paura di essere respinti. Queste sono le
due cose che, per quella che è la mia esperienza, impediscono maggiormente alle
persone di avere successo nella vita. Ne parlai con Richard.
OWEN: La paura del fallimento e la paura di essere respinti sembrano essere,
per quanto ho potuto vedere, due delle maggiori questioni, tra quelle
che impediscono alle persone di avere successo nella vita. Sembra che
impariamo a temere il fallimento a scuola e ho scoperto che molti
degli insegnanti con cui ho lavorato hanno una gran paura di fallire a
loro volta.
Richard mi interruppe.
RICHARD:Le persone che temono il fallimento sono proprio il genere di persona
che non dovrebbe mai insegnare. Voglio dire che per me, se dovessi
decidere chi è qualificato a fare l'insegnante e chi no, cercherei delle
persone che non hanno paura del fallimento.
Questa era un'osservazione interessante. Sapevo che molti insegnanti, dal
momento che avevano sempre lavorato all'interno del sistema scolastico, avevano
sempre fatto riferimento al concetto di successo e fallimento. Ciò che mi sorprese fu
il fatto che riuscissero a cambiare il loro punto di vista radicalmente in pochissimo
tempo.
Molti degli insegnanti con cui lavorai, dopo aver rivoluzionato il loro modo di
considerare il "fallimento", dichiararono di aver notevolmente migliorato il loro
metodo di insegnamento.
OWEN: Allora, tenendo la cosa bene a mente, come aiuti qualcuno che ha
paura del fallimento?
RICHARD: Non faccio che prendere la sensazione e farla girare al contrario,
perché, se hai paura del fallimento, prima di tutto devi sapere quando
fallire, quindi devi preparare qualcosa che dica: "Questo è il momento
in cui mi sentirò male".
OWEN: E infatti, sono le regole che stabiliamo per sapere come sentirci in
risposta agli eventi, a determinare molte delle nostre paure e
sensazioni negative. Quello che si dice a proposito della delusione, e
cioè che essa "richiede un'adeguata preparazione", vale anche per il
fallimento. Quando riusciamo a cambiare il modo in cui definiamo il
fallimento e le regole che abbiamo stabilito a riguardo, allora ci
liberiamo dalla paura. Vale la stessa cosa per chi si sente respinto?
RICHARD: Sì, ma in gran parte le persone riescono a farsi respingere ancor prima
di aver anche solo parlato con qualcuno. Guardano una persona,
distolgono lo sguardo e pensano: "Sono stata respinta", mentre vedono
un'immagine in cui parlano con quella persona. Voglio dire che
prendono un qualsiasi comportamento e fanno in modo da poter essere
respinte nel maggior numero di modi possibile. Invece di interpretare
qualsiasi comportamento come un successo, interpretano ciascun
comportamento come un fallimento e così preparano il terreno alla
paura del fallimento e dispongono tutto in modo che dica: "Ho fallito".
Questo significa che, di fatto, non testano le loro teorie e che, se
evitassero dal principio di fare tutti questi preparativi, sarebbero libere.
Io lavoro per rendere libere le persone. Non lo faccio per creare
persone capaci di essere all'altezza di un mucchio di immagini di cui
non avevano bisogno sin dal principio. Voglio dire, desidero che le
persone siano libere davvero. Voglio che quando guardano qualcuno
pensino: "Ho voglia di parlare con quella persona", e quindi vadano fin
lì e salutino. A quel punto, se quella persona si rivela essere un idiota,
possono andarsene e se, invece, è una bella persona, possono
continuare a parlare con lei.
È talmente più semplice di quanto sostengano certe persone. E quando
qualcuno entra nel mio studio e dice: "Ho paura del fallimento", gli
rispondo dicendo: "La metta nel cassetto in alto, prego, e tiri fuori una
delle altre cose". Al che quella persona dice: "Di che sta parlando?" e
io continuo: "Scusi sa, ma è stato lei a dire di avercela. Sa, è lei che ne
parla come se fosse un oggetto, non io. Va bene. Come fa a sapere
quando avere paura del fallimento? Perché non fallisce tutto il tempo.
Lo deve programmare in anticipo. Se ne sta seduto a letto la sera a fare
delle liste, così potrà sapere quand'è che è ora di star male?".
Che spreco di tempo. Sai quante ore al giorno passano alcune di queste
persone a programmare quando sentirsi male? È anche peggio di così,
stanno male mentre lo fanno e non sono neppure bravi a farlo, perché
se lo fossero, allora lo saprebbero quand'è che hanno fallito e quand'è
che non hanno fallito. Quando una donna distoglie lo sguardo e si
mette ad attorcigliarsi i capelli, saprebbero che li sta incoraggiando,
non respingendo. Le cose che non mi tocca dire agli uomini, perché
non sanno niente di come funzionano le donne. Una donna se ne esce
con un abito indosso e uno in mano e chiede: "Quale ti piace di più?" e
questi cominciano a pensarci su, come se fossero degli stilisti. Scusa,
ma se una donna vuole soltanto farsi fare un complimento, falle un
complimento e lascia perdere il resto. È semplice. Devi imparare le
parole magiche che fanno funzionare ogni relazione: "Sì, tesoro".
OWEN: Anche questo mi pare essere qualcosa che potremmo imparare. Hai da
dare dei consigli alle persone che desiderano imparare a capire
meglio l'altro sesso?
RICHARD: Beh, non penso che debbano capirlo. Penso che debbano apprezzarlo.
Le donne sono diverse dagli uomini e gli uomini si infuriano con loro,
perché non somigliano di più a un uomo. Perché credete che i gay
vadano così bene d'accordo? Potete scegliere se diventare gay o
apprezzare le donne per come sono, anziché per come non sono. Alle
donne piace fare cose diverse. Lo devi accettare o non trascorrerai
molto tempo con loro. Io sono sposato da molti anni e funziona perché
me la sono sempre goduta.
Lasciai penetrare la cosa dentro di me. Quello che abbiamo bisogno di fare è
respingere il concetto di essere respinti e fallire quando tentiamo di accettare il
fallimento. Questo accade quando si capisce cos'altro significhino davvero questi
concetti. Essere respinti significa che qualcuno vi ha detto di no in qualche modo
quando avete fatto una richiesta. Fallire significa che non avete fatto qualcosa che
volevate fare o raggiunto un obiettivo che volevate raggiungere. Innanzitutto, se vi
rendete conto che il fallimento esiste soltanto quando ci si pone un limite di tempo
per ottenere qualcosa, potete prendere qualsiasi risultato otteniate, buono o cattivo,
come una semplice informazione in merito a cosa fare la prossima volta. Perciò,
questo significa che non fallirete mai più, perché la vostra regola per definire il
fallimento dice che esiste soltanto nel momento in cui lo accettate.
OWEN: Quindi, se prendi il concetto di essere respinti e ti rendi conto che,
ogni volta che qualcuno dice di no al tuo libro, alla tua richiesta di
uscire, alla tua domanda di lavoro... tutto quel che significa è che,
secondo quelle persone, non andava bene per loro in quello specifico
momento. Non sono i portatori della verità. Tutto quello che hanno è
la loro opinione, che si basa sul modo in cui si sentono nei tuoi
confronti e su quello che pensano di te con tutta la loro limitata
conoscenza, capacità di comprendere e con la loro limitata esperienza
con te.
Quando riesci ad accettare che è proprio questo che sta accadendo,
puoi renderti conto che è possibile respingere Videa di essere respinti
e capire che non si tratta di te, ma di quel che sta accadendo nella
testa dell'altra persona e che puoi imparare da quell'esperienza, così
che la volta successiva avrai maggiori possibilità di farcela. È
importante apprezzare il fatto che le persone abbiano, di fatto,
opinioni e gusti diversi dai tuoi e godersi questa loro qualità. È così?
Richard sorrise e fece un cenno d'assenso come per dire, come spesso faceva: "Hai
capito, ragazzo mio". Sorrisi anch'io. Ero pronto ad andare oltre. Non erano solo il
fallimento e il sentirsi respinti che percepivo come ostacoli nel mondo della
comunicazione. Volevo anche che Richard condividesse le sue intuizioni in merito a
come trattare le persone difficili. Come al solito, la sua saggezza fu illuminante.

Inviato da: giovannalapazza il Giovedì, 14-Feb-2013, 10:23
non te l'avevo messa in rilievo?
mi sembrava di sì

Inviato da: insane_hank il Giovedì, 14-Feb-2013, 13:10
Quello di ramona è un discorso sulla sensazione di fallimento e essere respinti,
a me interessava qualcosa sul fallimento vero e proprio, tipo essere licenziati al lavoro; non vincere una gara sportiva di cui si era quasi certi di poterla vincere, o ci si era preparati tanto; rottorura di un rapporto coniugale; fallimento come NON realizzazione di un progetto di vita, ad esempio volevo costruire una cosa e non ci sono riuscito, volevo fare un determinato lavoretto, anche un muro di mattoni per esempio e non ci sono riuscito, oppure volevo prendermi un attestato di studio, finire un corso di studi, prendermi una patente e non ci sono riuscito.

Qualcuno può aitarmi in questo.
Come si affronta questo tipo di fallimento "reale"?

Inviato da: Annwn il Giovedì, 14-Feb-2013, 13:22
io credo che dopo un fallimento reale, nel soggetto si determini una risposta emotiva per cui c'è
- crollo dell'autostima
- paura di fallire di nuovo in futuro

Quindi una psicoterapia dovrebbe mirare a rimuovere questi blocchi

Inviato da: Annwn il Giovedì, 14-Feb-2013, 13:25
se poi si tratta di un fallimento di una cosa che era realmente molto importante per la persona, penso che possa essere assimilabile ad un lutto quindi ci sarà del dolore che va trattato conducendo il soggetto all'accetazione dry.gif azzardo, eh!

Inviato da: ramonaa il Giovedì, 14-Feb-2013, 14:14
QUOTE (insane_hank @ Giovedì, 14-Feb-2013, 12:10)
Quello di ramona è un discorso sulla sensazione di fallimento e essere respinti,
a me interessava qualcosa sul fallimento vero e proprio, tipo essere licenziati al lavoro; non vincere una gara sportiva di cui si era quasi certi di poterla vincere, o ci si era preparati tanto; rottorura di un rapporto coniugale; fallimento come NON realizzazione di un progetto di vita, ad esempio volevo costruire una cosa e non ci sono riuscito, volevo fare un determinato lavoretto, anche un muro di mattoni per esempio e non ci sono riuscito, oppure volevo prendermi un attestato di studio, finire un corso di studi, prendermi una patente e non ci sono riuscito.

Qualcuno può aitarmi in questo.
Come si affronta questo tipo di fallimento "reale"?

Ma è la stessa cosa perché ciò che è andato male può riuscire domani, è sempre la questione di non porsi limiti di tempo e di continuare a perseguire un qualcosa...
Il tuo discorso forse è più da collegarsi alla questione della concezione sbagliata del concetto di realizzazione e fallimento, ora non ricordo bene dove ne parlava ma c'era anche un ampio discorso sulla necessità di ampliare il ventaglio delle possibilità di riuscire nella vita... Ti faccio un esempio:
Dicendo "se non mi laureo/sposo allora sarò un fallito" perché tu limiti le possibilità di successo ad una ristrettissima cerchia, invece appunto bisogna ampliare questa visione, oltre al fatto di non darsi un limite di tempo, non bisogna nemmeno limitarsi in questo senso..
Non si è falliti se qualcosa va male, appunto...

Inviato da: insane_hank il Giovedì, 14-Feb-2013, 21:21
Forse annwn ha ragione,
Ma ramona, quello che dici tu è relativo, ccioè se uno ha un insuccesso grande e/o grave è difficile ampliare la cerchia, cioè quella del fallimento in quella cosa resta un evidenza.

Inviato da: ramonaa il Venerdì, 15-Feb-2013, 20:32
21
La forza della risata
I miei amici Eddie e David mi hanno sempre aiutato a guardare a me stesso e alla
mia vita in modo molto meno serio. È grazie a loro che rido così spesso della vita.
Grazie alla loro ilarità e al loro senso del divertimento, ho imparato a trovare il lato
comico di ogni cosa. Durante i dieci anni trascorsi da quando ci conosciamo,
abbiamo sviluppato un senso dell'umorismo comune. È stato con loro che ho iniziato
a capire la vera forza della risata.
Sono stati loro a costringermi a vivere in modo più sciolto e rilassato. È stato
prendendomi in giro nei modi più spassosi che mi hanno fatto capire quanto sia
stupido sentirsi male nel pensare alla vita. Vedete, c'è stato un tempo, per me, in cui
le parole degli altri erano una cosa talmente importante. Ora, trovo da ridere su quasi
ogni cosa. Ci sono altri miei amici con cui trascorro del tempo e che faccio ridere.
Passo anche parecchio tempo a fare in modo che i clienti vedano il lato buffo dei loro
problemi. Ho imparato dal migliore. Forse una delle migliori dimostrazioni che io
abbia mai dato è stata con una signora che partecipava a uno dei nostri practitioner.
Stavo per dare una dimostrazione di come funzioni la cura rapida delle fobie, una
tecnica di PNL che serve a curare una fobia in pochi minuti. Comunque, quando
lavorai con lei, finii col seguire un'altra strada e usare un altro meccanismo.
Georgina aveva paura dei topi e di solito aveva degli attacchi di panico acuti se
anche solo sentiva dire che c'era un topo in casa. Cominciai col farle alcune
domande. Il dialogo seguì la falsariga di quello ricostruito qui sotto.
OWEN: Allora, Georgina, odi tutti i topi?
GEORGINA: Certo. Il solo pensiero mi fa rivoltare lo stomaco.
OWEN: Che mi dici di Stuart Little o di Jerry, quello del cartone Tom e Jerry?
Odi anche loro?
GEORGINA: Beh, no.
Rise.
GEORGINA: Certo che no. Sono davvero carini.
OWEN: Va bene, quindi mi stai dicendo che se si tratta di Jerry e Stuart va tutto
bene, ma che non ti piacciono Frank, Mark, Barry e il resto della banda.
Questo si chiama razzismo nei confronti dei topi.
Non riusciva a trattenere le risate al pensiero di questi topi che portavano nomi di
persone e che si sentivano feriti dal fatto di non piacerle. Mentre rideva, le posai con
disinvoltura una mano sulla spalla e ancorai la risata. Continuai mettendomi a quattro
zampe e girando per il pavimento della sala impersonando i topi.
OWEN: "Ehi, Frank, hai trovato del formaggio da qualche parte?" "No, amico,
mi spiace." "Ehi, hai sentito che quella signora ci odia? Che cosa
abbiamo mai fatto per meritarcelo?" "Steewe e Jerry non sono mai stati
trattati così. È una tale ingiustizia e soltanto perché noi non siamo topi
famosi." "Lo so, Frank. Noi siamo le vittime del pregiudizio."
Georgina continuava a ridere, così come la maggior parte della sala. Mi alzai e,
ancora una volta, le posai con noncuranza la mano sulla spalla. Continuai.
OWEN: Allora, Georgina, dimmi. Quando pensi che ci sia un topo in casa,
quale immagine o quali immagini ti vengono in mente?
GEORGINA: Beh, immagino la credenza chiusa con un topo all'interno, poi apro
lo sportello e il topo mi salta addosso, dritto sulla testa.
OWEN: Ok, vediamo se ho capito bene...
Feci un attimo di pausa. Prima, durante il corso, avevo parlato di Rambo, il film.
Descrivevo una scena in cui Rambo viene abbandonato a se stesso dai suoi amici
che, invece, si allontanano in elicottero. Si vede un'inquadratura di Rambo che si
guarda alle spalle e, a neanche 200 metri da lui, si intravedono quelli che, ad occhio e
croce, sono tre carri armati, quattro elicotteri dotati di lanciamissili e circa 400
uomini armati di tutto punto che sono, ovviamente, alla sua ricerca. L'inquadratura
ritorna su Rambo, che è coperto di sangue e armato fino ai denti. Il suo amico gli
chiede: "Rambo, Rambo, cos'hai intenzione di fare? Cos'hai intenzione di fare?".
Rambo guarda al nemico in avvicinamento, carica il fucile e pronuncia l'immortale
frase: "Fotterli", poi comincia a correre verso di loro, sparando all'impazzata. Avevo
usato questo esempio per descrivere il tipo di atteggiamento di cui avete bisogno
quando vi trovate faccia a faccia con dei problemi... l'atteggiamento di chi non molla
mai e combatte anima e corpo.
OWEN: Vediamo se ho capito bene. Io sono un topo e mi sto facendo i fatti
miei. Sto nella credenza e cerco un pezzettino di formaggio.
Mi rimisi a terra con un balzo e, procedendo carponi, me ne andai ad annusare i
piedi di tutti. Il pubblico in sala e Georgina stavano morendo dalle risate.
OWEN: E all'improvviso, lo sportello della credenza si apre e vedo un essere
umano venti volte più grande di me, centinaia di volte il mio peso, una
gigantessa che potrebbe stritolarmi con una mano. E cos'è che faccio?
Le salto addosso? Io? Salto? Addosso a lei? E chi sono io? Rambo il
topo?
Facevo ancora la parte del topo e, dalla platea, mi lanciai verso di lei gridando con
voce stridula: "Fotterli". Georgina era piegata in due dal ridere al pensiero di un topo
con una bandana legata in fronte, bardato di fucili mitragliatori. Mi rialzai, la feci
pensare ai topi e, semplicemente, le posai la mano sulla spalla (attivando l'ancora
della risata). La sua paura era scomparsa. Quasi un anno più tardi, Georgina ritornò a
fare un altro corso con noi. Raccontò di un incidente che aveva avuto con un topo
dopo essere stata al primo corso. Era a casa e la figlia venne a dirle che c'era un topo
che scorrazzava libero al piano di sotto. Laddove prima sarebbe corsa fuori di casa a
gambe levate, quella volta passò delle ore a cercare il topo e non vedeva l'ora di
scoprire che aspetto avesse, quasi come si aspettasse davvero di vederlo con indosso
la bandana. In quel caso, avevo creato con Georgina un potente stato di ilarità e lo
avevo ancorato (o associato) ai topi. In quel modo, ogni volta che avrebbe pensato ai
topi, avrebbe provato l'irrefrenabile impulso di ridere.
Richard mi aveva già parlato dell'importanza di riuscire a ridere delle situazioni.
Volli saperne di più sul potere della risata.
OWEN: Come usi le risate per aiutare le persone a cambiare prospettiva?
RICHARD:Io so essere ancora più pazzo di loro. Quando uno dei miei clienti si
mette a citare la Bibbia e a spiegarmi come questo lo autorizzi a
picchiare la moglie e i figli, io gli dico: "Hai ragione, dovremmo
picchiarli tutti". Poi lo porto fuori e comincio: "Picchiamo tutti quelli
che ci capitano a tiro. Anzi, perché picchiarli? Dovremmo legarli tutti a
una croce e farli morire come Gesù e allora capirebbero di avere
peccato. Forza, al deposito di legname!". Al che il cliente dice:
"Aspetta un attimo. Mi sembra che tu stia oltrepassando il limite",
mentre la verità è che era lui ad aver oltrepassato il limite fin dal
principio.
Trovo che se prendo le cose più sul serio di quanto non siano disposti a
fare i miei clienti, allora c'è una tendenza che fa sì che debbano
cambiare la loro visione del mondo. A volte se metti le persone in uno
stato di trance, puoi anche fare in modo che si mettano nei panni di
qualcun altro. Talora è molto più semplice così. Dipende da quanto uno
si trova negli impicci, perché ci sono un sacco di modi di essere nei
guai e, ovviamente, ci sono persone che hanno assunto farmaci per
parecchio tempo. Molti di questi farmaci, come la torazina, hanno un
periodo di dimezzamento di sei mesi, il che significa che ci vogliono
sei mesi perché vengano eliminati dall'organismo. Voglio dire, se
prendono una persona e le danno dei farmaci, ma questa persona
continua ad avere le stesse allucinazioni, allora il farmaco non serve ad
eliminare le allucinazioni, serve soltanto ad eliminare il comportamento
fastidioso. Ecco perché si chiamano maintenance drugs [la traduzione
letterale è farmaci di mantenimento; s'intende farmaci che vanno
assunti per lunghi periodi di tempo, tipicamente in presenza di
patologie croniche, NdR].
I miei clienti li voglio puliti, niente farmaci. Voglio che rimbalzino
sulle pareti e per questo mi dicono che finirò con lo spingerli oltre
l'orlo di un precipizio. Beh, la verità è che non ho intenzione di
spingerli, ho intenzione di afferrarli e di saltare giù con loro. Sono
riuscito spesso a intervenire efficacemente in casi come questi, dove
altri non c'erano riusciti. Molte delle cose che ho fatto quand'ero più
giovane, non credo che le farei più, adesso. Non ho più quel genere di
energia. È compito dei miei studenti, ora, ma credo che per noi due sia
tempo di darci una regolata. Non c'è bisogno di far finta di inchiodare
alla croce qualcuno che dice di essere Gesù.
OWEN: Non ce n'è bisogno, ma è divertente.
RICHARD:Sì, suppongo di sì, a modo suo lo è. Tutti dovrebbero farlo, almeno una
volta.
Mi misi a ridere. Richard mi rispose con un sorriso.
RICHARD:È molto meglio che uscirsene con: "Ho saputo che una volta facevi il
falegname". Ha un impatto molto maggiore sulla persona. Le cose
devono avere un impatto sulle persone. Adesso ne so molto di più su
come fare a mettere le persone in uno stato alterato di grande efficacia
e ad avere un impatto su di loro. Quand'ero giovane ero più propenso a
legare qualcuno alla croce o ad accendergli un fuoco sotto ai piedi, ma
l'atteggiamento è rimasto lo stesso. Qualsiasi cosa ci voglia per creare
uno stato emotivo abbastanza potente da permettermi di riportare le
persone a prendere in considerazione le cose importanti della vita,
come farsi una vita vera: questo è quello che farò. In gran parte, le
persone tendono a guardare alle vite delle altre persone "normali" e a
non ritenerle importanti, ma io sì. Penso che farsi una famiglia, penso
che quello sia importante.
L'umorismo è la migliore sostanza chimica in assoluto e tutti lo sanno
senza eccezioni. Non c'è nessuno che non sappia che l'umorismo è la
sostanza chimica migliore che un essere umano possa produrre. Una
bella e grassa risata è la migliore terapia. Tutti lo dicono, tutti lo sanno,
ma non tutti lo mettono in pratica. Tutti sanno che si impara al meglio
quando si ride di gusto e ci si diverte sul serio, è lì che le persone si
mettono a fare qualcosa. E invece entri in certe classi e ai bambini non
è neanche permesso ridere. Ci sono regole che lo vietano, nonostante
tutti sappiano che quando si ride, si impara molto più efficacemente.
Ecco perché nei miei corsi, quando insegno io, le persone sono sempre
lì a ridere e a divertirsi. È così che ricordano tutto quanto e imparano
più efficacemente e imparano a fare di più. Te lo immagini, un
gruppetto di ragazzini che giocano e neppure una risata ogni tanto?
Soltanto dei ragazzini di quattro anni tutti seri che spingono
metodicamente avanti e indietro i loro camion giocattolo senza mai
ridere. Non imparerebbero nulla, così.
OWEN: E tenendolo a mente, come possiamo migliorare la nostra capacità dì
vedere e di far vedere agli altri le cose da una prospettiva divertente?
RICHARD:Leggete il libro di Frank Farrelly: Terapia provocativa.
Aiuta sempre. Per quel che riguarda i comici, il problema è che la
maggior parte di loro non è poi così divertente e quel che intendo dire è
che il trucco è che devi baciare montagne di rane, prima di trovare un
principe, e questo è vero in qualsiasi contesto. Ti toccherà sentire un
centinaio di comici, prima di trovarne uno che sia davvero divertente e
non è detto che sarà divertente ogni volta... Aspettarsi che siano
divertenti ogni volta è chiedere troppo, quindi devi essere in grado di
distinguere ciò che fa ridere da ciò che non fa ridere, invece di
distinguere ciò che dovrebbe essere divertente da ciò che non lo è.
Moltissime persone proprio non riescono a trovare il loro senso
dell'umorismo, perché non sanno prendersi alla leggera. Non guardano
alle cose dal punto di vista di quanto sciocche sono. Stanno lì a
chiedersi: "Ma io piaccio alle persone?", anziché chiedersi: "Cosa c'è di
divertente in questo?". Un signore indiano venne da me durante un
seminario e mi disse: "Dottor Bandler, ho studiato le teorie di Gregory
Bateson e mi chiedo in continuazione se io mi trovo in una posizione
complementare o in una posizione meta-complementare e sembra che a
lei tutto questo non importi". Io replicai: "No, non particolarmente. In
questo momento lei si trova in una posizione meta-complementare?".
Al che rispose: "Beh, no" e io dissi: "Esattamente, e io neanche mi
chiedo se lo sia e lo so, ma se fa una domanda, allora ottiene la risposta
a quella domanda". "Io mi chiedo soltanto se ci stiamo divertendo?" E
aggiunsi: "Quindi, domani, non chiederti se ti trovi o meno in una
posizione meta-complementare, chiediti: 'Mi sto divertendo...?'". Il
giorno successivo rise e si divertì un sacco per tutto il giorno, mentre il
giorno precedente se n'era rimasto seduto serio e si era sentito inferiore
intanto che tutti gli altri se la ridevano. La tua scelta è se prendere o
meno le cose con spensieratezza.
Sulla base di tutto il tempo trascorso con lui, mi rendevo conto che Richard
possedeva una straordinaria abilità di usare il suo senso dell'umorismo per condurre i
suoi seminari con efficacia. Cominciai a rendermi conto che questa era una dote
fantastica. Se qualcuno riuscisse a studiare come faceva Richard a rendere divertente
e leggera praticamente qualsiasi situazione, allora potrebbe imparare a fare
esattamente la stessa cosa da sé. Mi misi a studiare i migliori comici che riuscissi a
trovare. Studiai i modi di attori come Ricky Gervais, Billy Connelly, Eddie Izzard e
Bill Hicks. Quello che scoprii fu che tutti loro avevano l'incredibile capacità di
prendere ciò che accadeva in quel momento e di trovarne il lato divertente.
Cominciai a studiarli e a pormi la domanda: "Come hanno fatto a fare questo?". Le
mie scoperte sono state rese note come "filtro per ridere".
"Talvolta si sente dire: 'Un giorno ti guarderai indietro e riderai di tutta
questa storia'. Quello che mi chiedo io è:
'Perché aspettare? ' "
Richard Bandler
Il filtro per ridere consiste nel guardare a tutte le situazioni che vi disturbano
attraverso gli occhi di un comico. Dovete immaginare di dover presentare una
scenetta comica o un monologo che tratti di un particolare problema che avete.
Potreste provare ad esagerare platealmente l'esperienza, ad immaginarla dal punto di
vista di un animale, a fare il verso a voi stessi o, semplicemente, potreste provare a
ripetere ad alta voce quello che dite mentalmente a voi stessi per sentire quanto buffo
suona in realtà e provare a prendervi alla lettera. La forza della risata può aiutarvi a
gestire efficacemente ogni tipo di problema e, in generale, rende la vita più facile e
divertente. L'umorismo ha una funzione automatica preposta a promuovere la
flessibilità nella vostra prospettiva. Le battute sono divertenti perché una parola può
avere più significati. L'umorismo è fatto di ambiguità. Prendete, ad esempio, questa
freddura: un uomo entra in un caffè... SPLASH! Questa battuta fa ridere perché,
inizialmente, si tende ad associare alla parola "caffè" il significato di bar. La seconda
parte ci svela un secondo significato per la stessa parola ed è proprio qui che sta
l'effetto comico.
Per la stessa ragione, l'umorismo può mettervi in condizione di trarre più di un
significato dalle situazioni difficili. Fin troppe persone tra quelle che conosco
prendono la vita seriamente ed è così importante imparare a ridere, mentre si
affrontano le prove della vita. E poi, stringi, stringi, non ci sono che pochi motivi per
essere seri, senza contare il fatto che noi impariamo più facilmente e ci comportiamo
meglio quando ridiamo e ci divertiamo. La forza della risata è senza dubbio uno
strumento essenziale per acquisire la libertà individuale.
Richard mi aveva aiutato ad avere delle preziose intuizioni in merito alle chiavi
del cambiamento. Dopo quella conversazione, uscii da casa sua e presi nuovamente
la metropolitana. Questa volta c'erano molte meno persone. Mi sedetti e cominciai a
pensare alle risposte che avevo ricevuto. Il cambiamento era veramente alla portata
di tutti e per potervi accedere le vere chiavi erano le convinzioni e gli atteggiamenti
che uno aveva e la sensibilità nel capire come funzionassero gli obiettivi, la
motivazione, le soglie e i momenti di rivelazione. Queste chiavi avevano a che fare
con l'imparare a percepire il mondo in modi diversi e con lo scoprire come la
meravigliosa forza della risata portasse a vivere una vita degna di nota. La prossima
volta che avrei fatto visita a Richard, indipendentemente da quando e dove sarebbe
avvenuto, mi sarei concentrato sui problemi quotidiani e su come applicare ciò che
conoscevo alla vita reale. I problemi delle persone si possono cambiare, ma il modo
migliore di aiutare qualcuno a cambiare e a diventare libero non è sempre ovvio.
Avremmo esplorato questi segreti la volta successiva. Mi guardai attorno e sorrisi a
quelli che ancora sedevano indossando quei volti freddi e duri. Presto, mi augurai, ci
sarebbe stato un libro che li avrebbe aiutati a sorridere di più e a godere della vita per
come può davvero diventare. Presto, avrebbero potuto assaporare la libertà.

Inviato da: ramonaa il Venerdì, 15-Feb-2013, 20:33
e aggiungo:

Esercizio del filtro per ridere
Prendi un tuo problema, uno di quelli che si presentano ogni giorno e scrivilo.
Applica quindi il filtro prendendo in esame i seguenti aspetti.
• Analizza alla lettera il modo in cui l'hai scritto e vedi se ti riesce di
trovarci qualcosa di buffo.
• Com'è che un attore comico descriverebbe quel problema in uno
sketch?
• Come potrebbe dargli più enfasi? Quali elementi esagererebbe?
• Che effetto farebbe guardare a quel problema da un punto di vista
completamente diverso (ad esempio attraverso gli occhi di un animale
o di un alieno)?
• Quel comico, come imiterebbe se stesso o qualcuno alle prese con quel
problema?
Dopo aver risposto alle domande, prepara un breve sketch sull'argomento e ripassa
più e più volte per riuscire a farlo sempre meglio.











volevo ringraziare simmi per avermi messo la discussione in evidenza, mi ero dimenticata di farlo prima

Inviato da: aperol il Venerdì, 15-Feb-2013, 22:17
Bello l'esercizio dello sketch PSICO-si.gif

Bellissimo poi vedere il mio 3D in evidenza PSICO smile.gif

Spero sia utile a più persone possibili happy.gif

Inviato da: ramonaa il Venerdì, 15-Feb-2013, 22:51
QUOTE (aperol @ Venerdì, 15-Feb-2013, 21:17)
Bello l'esercizio dello sketch PSICO-si.gif

Bellissimo poi vedere il mio 3D in evidenza PSICO smile.gif

Spero sia utile a più persone possibili happy.gif

Ho minacciato simmi con un taglierino per averlo in evidenza laugh.gif

Scherzi a parte sai quanto ci tengo e ci sto lavorando tanto

Inviato da: aperol il Sabato, 16-Feb-2013, 00:02
QUOTE (ramonaa @ Venerdì, 15-Feb-2013, 21:51)
QUOTE (aperol @ Venerdì, 15-Feb-2013, 21:17)
Bello l'esercizio dello sketch  PSICO-si.gif

Bellissimo poi vedere il mio 3D in evidenza PSICO smile.gif

Spero sia utile a più persone possibili  happy.gif

Ho minacciato simmi con un taglierino per averlo in evidenza laugh.gif

Scherzi a parte sai quanto ci tengo e ci sto lavorando tanto

ESAGERATAAA laugh.gif

Comunque gran bel lavoro.

Complimentissimi PSICO smile.gif

Inviato da: flav44 il Lunedì, 06-Feb-2017, 11:21
Bellissimo post, che merita di essere approfondito. Mi sta aiutando molto nel superare le mie paure e la voglia di buttarmi all'avventura. Avreste libri da consigliarmi? Grazie in anticipo. PSICO smile.gif

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