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> Borderline, ma si guarisce?
 
icsi
Inviato il: Lunedì, 15-Feb-2010, 19:01
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la mia dott. mi ha detto che il mio disturbo di persnalità presenta momenti psicotici... tuttavia sottolineando che non sono psicotica (e meno male)

io sono terrorizzata da questa cosa, so bene cos'è la psicosi (babbo ne è affetto) ,ma mi capita spesso spesso di partire con la mente e mi assento e chissà quando torno! e quando torno poi mi viene il panico , penso sempre che le mie assenze dureranno sempre di più fin quando la mia vita sarà un'unica assenza

come mio padre che ormai ha il suo mondo...

anche le mie crisi, i miei tagli, tutto incontrollabile, quando mi nascondo tra cappelli, capelli e foulard perchè la mia faccia è diventata inguardabile e io cerco di strapparmela via con le unghie e guai quando LUI cerca di guardarmi, alzandomi il mento e io scosto la testa per evitare che mi guardi (DIO CHE MOSTRO CHE SONO) , tentata da urlargli contro di lasciarmi stare, ma fermata dal fatto che se facessi così lo perderei subito.... ma perchè faccio così schifo...
non valgo nulla... non so fare niente, non ho costruito niente, nemmeno uno schifo di lavoro decente sono riuscita a trovarmi

tagliarmi mi aiuta , ma non so bene perchè. ma mi tranquillizza... mi fa ritornare in me. mi aiuta davvero nei momenti di crisi acuta, non so se perchè punisco il mio corpo tanto odiato o perchè mi piace vedere come funziona il processo di guarigione

sono tornata dalla psichiatra in gran segreto, nessuno sa, qualche amica a cui l'ho detto (a parte una che può capirmi) non hanno giustamente potuto capire...

il mio compagno, nonchè convivente inveec è puro lui non sa cosaè la psicologia e tutte quelle cose strane che ne hanno a che fare
lui non può capire e se potesse non lo amerei così...
mi aveva dato per anni l'illusione di essere normale, ma più cerchi di nascondere e di non accettare il fatto che NON sei normale, più poi tutto torna più violento di prima

devo GUARIRE e devo guarire IN FRETTA prima che lui si stanchi di avere una pazza che tra una crisi di identità e l'altra un giorno lo idealizza e lo venera e l'altra lo fa sentire una merda vivente

devo guarire prima di distruggere tutto, devo guarire perchè voglio un figlio e non è che abbia poi tutto sto tempo per farlo e non posso e non voglio farlo finchè ho questa bella mente...

ma si guarisce???
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Becky
Inviato il: Lunedì, 15-Feb-2010, 19:10
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Psico Lemure
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se ti interessa c'è un blog molto bello sul disturbo borderline tenuto da una psicologa:borderline il dolore incompreso


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Becky

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le_chevalier_inexistant
Inviato il: Lunedì, 15-Feb-2010, 19:25
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più che altro ne approfitto per qualche riflessione e per farti qualche domanda.

posto che esista davvero una normalità e fosse definibile tu vorresti davvero essere normale?
Io credo che se essere normale significasse essere diverso da quello che sono e simile a tante persone della media credo che non vorrei esserlo. Inoltre, è vero, mi dispiace per i risultati non ottenuti ma non mi piacerebbe essere altro per ottenerli, il gusto sta nell'ottenerli così, a queste condizioni.
detto questo io non mi ritengo malato, il mio è un modo di essere esattamente come lo sono tanti altri.

Alla fine i riferimenti esistono e ce li da la logica, non capisco l'affannarsi per riferimenti che implichino affetto o altro.
tagliarsi è un male solo perchè ha effetti negativi sul tuo corpo (senza il comnsiderarsi sul come ci si sente dopo). Non si riesce a smettere semplicemente perchè la cosa, che dir si voglia, presenta dei suoi aspetti positivi (che hanno una loro logica ma, razionalmente, sono nocivi).
questo è un problema, di difficile soluzione, ma che si può tentare di risolverlo esattamente come si cerca di risolvere il problema di una perdita della doccia o un'equazione differenziale.
non vedo il perchè dovrebbe essere caricato di significati particolari che esulano dalla soluzione dle problema stesso.
e risolvere questo problema, e con esso altri problemi di natura contraddittoria, è un obbiettivo, anzi è l'obbiettivo.
Al di fuori di quello non c'è altro, la guarigione è un concetto astratto, ideale, quindi totalmente inutile nanche se può affascinare qualcuno.
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icsi
Inviato il: Lunedì, 15-Feb-2010, 19:27
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grazie mille! sembra molto interessante
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Becky
Inviato il: Lunedì, 15-Feb-2010, 20:28
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ecco cosa dice la psicologa in questione sul concetto di "guarigione"(personalmente penso che possa essere condivisibile ma siccome non me ne intendo, non sbranatemi...secondo me migliorare è sempre possibile, icsi)

"....Questo messaggio tacito, sottinteso, si riflette sia sulle persone con un disagio - danneggiando la compliance alle cure psicoterapiche - sia nel sociale, a causa di una diffusa e condivisa convinzione che quanti soffrono di un disagio psicologico, non potranno mai raggiungere uno stato di salute, intesa quest’ultima come assenza di comportamenti dannosi. Credo si debba denunciare tutto questo; questa errata convinzione nega alle persone con un disagio sia la fiducia che la speranza verso un possibile cambiamento. L’assenza di speranza, il pensarsi solo come dei borderline per sempre, in un ottica identitaria con il disturbo stesso, determina una prospettiva futura di vita, nella quale il disagio diviene l’unica realtà alla quale riferirsi. Così se un ingegnere parla dei suoi progetti, un borderline parla dei sintomi. Con la differenza che l’ingegnere, smessi i panni del lavoro, potrebbe anche dedicarsi alla cura dei bonsai, restando comunque una persona che si occupa di ingegneria; ma una persona con disagio pur dedicandosi ad un lavoro, rimane sempre e solo una persona, in questo caso, borderline. Una persona con un disagio si trova ad affrontare non solo il suo personale disagio, ma anche un paradosso: un sociale che lo vuole curare, e dall’altra lo considera inguaribile.Poi nel caso specifico del DPB, che di per sé pone resistenze al cambiamento, questa discrepanza, chiaramente percepita ed utlizzata dalle persone border a favore delle resistenze, alimenta la tendenza a considerarsi una minoranza, e come tale, a crearsi una sorta di ghetto mentale protettivo. I sintomi vengono considerati come dei tratti di personalità, utili nel confronto con l'altro per accumunare - per questo parlavo di ghetto mentale- rafforzando i tratti "identitari" in comune, e di gruppo."



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icsi
Inviato il: Lunedì, 15-Feb-2010, 22:07
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QUOTE (schoen @ Lunedì, 15-Feb-2010, 20:36)
ehi
anke io stessa etichetta,anche io tagli, testa che se ne va,macelli vari, desiderio di avere figli (che lo psi ha detto desiderio di essere normale,ma va, voglio una cavolo di famiglia, punto). anke io nel tentativo di non distruggere la prima relazione che dura e in cui credo, in cui mi sono messa in gioco...

dai, spero tu ti senta un pò meno sola, ame aiuta sapere che non sono la sola in sta malefica situazione

grazie della risposta... in effetti il tuo riassunto è stato un po' più diretto e breve del mio papiro interminabile PSICO D.gif perdonatemi, è la prima volta che ne parlo così apertamente e mi spn venute fuori tutte le parole mai dette laugh.gif

grazie anche delle altre risposte, in effetti mi sento meglio...


chevalier_inexistant, tu hai ragione, ma quello che intendo è i sintomi sono solo sintomi di un dolore che sento più profondo... non sono mai stata una fautrice di psicanalisi e di " scavature" profonde , ma in questo caso si , perchè il dolore che sento è pesante
i tagli sono solo modi per superare le crisi allucinanti, e senza tagli le crisi ci sarebbero lo stesso e forse sarebbero anche peggiori

non pretendo la SERENITA' a tutti i costi
i miei scheletri ci sono e ci saranno sempre, ci sono cresciuta insieme e forse sono l'unica vera cosa che caratterizza la mia identità sconosciuta, non vorrei mai nemmeno che mi abbandonassero

ma voglio un equilibrio tale da permettermi una vita sociale normale, tale da permettermi di essere mamma e consentire un attaccamento abbastanza sano ed equilibrato col mio bambino

insomma quello che voglio dire è che ogni persona ha il proprio vissuto, i propri scheletri ed è giusto che li abbia, ma quando si parla di malattia o di disturbo allora credo si possa parlare anche di guarigione...

grazie per la risposta e per la riflessione....ti auguro una buona notte,
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Rampicante
Inviato il: Giovedì, 18-Feb-2010, 12:06
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QUOTE (rosi76 @ Lunedì, 15-Feb-2010, 19:28)
[/i]L’assenza di speranza, il pensarsi solo come dei borderline per sempre, in un ottica identitaria con il disturbo stesso, determina una prospettiva futura di vita, nella quale il disagio diviene l’unica realtà alla quale riferirsi. Così se un ingegnere parla dei suoi progetti, un borderline parla dei sintomi. Con la differenza che l’ingegnere, smessi i panni del lavoro, potrebbe anche dedicarsi alla cura dei bonsai, restando comunque una persona che si occupa di ingegneria; ma una persona con disagio pur dedicandosi ad un lavoro, rimane sempre e solo una persona, in questo caso, borderline. Una persona con un disagio si trova ad affrontare non solo il suo personale disagio, ma anche un paradosso: un sociale che lo vuole curare, e dall’altra lo considera inguaribile.Poi nel caso specifico del DPB, che di per sé pone resistenze al cambiamento, questa discrepanza, chiaramente percepita ed utlizzata dalle persone border a favore delle resistenze, alimenta la tendenza a considerarsi una minoranza, e come tale, a crearsi una sorta di ghetto mentale protettivo. I sintomi vengono considerati come dei tratti di personalità, utili nel confronto con l'altro per accumunare - per questo parlavo di ghetto mentale- rafforzando i tratti "identitari" in comune, e di gruppo.

Credo sia una delle poche (ma pochissime) cose sensate che io abbia letto sul mio disturbo, da anni. O anche da sempre.
Vero, vero, vero, innegabilmente vero.
Ecco perchè, nei fatti, io non potrei fare altro che quotare ciò che ha scritto Chev.
Quello è ciò che penso, che sento, di me, del mio disturbo, che ormai so essere un disturbo ma non riesco più nemmeno a considerare tale.
Sono io.

E da me stessa, mi verrebbe da dire, non posso guarire.
Al massimo mi si potrebbe chiedere di essere un' altra persona, e questo, non è fattibile.
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giovannalapazza
Inviato il: Giovedì, 18-Feb-2010, 12:14
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QUOTE (Rampicante @ Giovedì, 18-Feb-2010, 12:06)
QUOTE (rosi76 @ Lunedì, 15-Feb-2010, 19:28)
[/i]L’assenza di speranza, il pensarsi solo come dei borderline per sempre, in un ottica identitaria con il disturbo stesso, determina una prospettiva futura di vita, nella quale il disagio diviene l’unica realtà alla quale riferirsi. Così se un ingegnere parla dei suoi progetti, un borderline parla dei sintomi. Con la differenza che l’ingegnere, smessi i panni del lavoro, potrebbe anche dedicarsi alla cura dei bonsai, restando comunque una persona che si occupa di ingegneria; ma una persona con disagio pur dedicandosi ad un lavoro, rimane sempre e solo una persona, in questo caso, borderline. Una persona con un disagio si trova ad affrontare non solo il suo personale disagio, ma anche un paradosso: un sociale che lo vuole curare, e dall’altra lo considera inguaribile.Poi nel caso specifico del DPB, che di per sé pone resistenze al cambiamento, questa discrepanza, chiaramente percepita ed utlizzata dalle persone border a favore delle resistenze, alimenta la tendenza a considerarsi una minoranza, e come tale, a crearsi una sorta di ghetto mentale protettivo. I sintomi vengono considerati come dei tratti di personalità, utili nel confronto con l'altro per accumunare - per questo parlavo di ghetto mentale- rafforzando i tratti "identitari" in comune, e di gruppo.

Credo sia una delle poche (ma pochissime) cose sensate che io abbia letto sul mio disturbo, da anni. O anche da sempre.
Vero, vero, vero, innegabilmente vero.
Ecco perchè, nei fatti, io non potrei fare altro che quotare ciò che ha scritto Chev.
Quello è ciò che penso, che sento, di me, del mio disturbo, che ormai so essere un disturbo ma non riesco più nemmeno a considerare tale.
Sono io.

E da me stessa, mi verrebbe da dire, non posso guarire.
Al massimo mi si potrebbe chiedere di essere un' altra persona, e questo, non è fattibile.

credo che lo metterò in evidenza

connie che dici?


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Scarlet
Inviato il: Giovedì, 18-Feb-2010, 12:19
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Sì, va bene


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EriKaos
Inviato il: Giovedì, 18-Feb-2010, 20:03
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Nel momento stesso in cui ti dicono che sei borderline ti tolgono un qualcosa.
Lo ricorderò per sempre quando me lo sono sentita dire e anche se non ci ho mai veramente creduto lo uso sempre come scusa(non è colpa mia se sno borderline!! la frase post cazzate tipica)
e lo usano anche gli altri: "stai delirando"
"No ti dico che sono incazzata"
"no non sei veramente inca, è che sei border..."
circolo vizioso inutile.
Avrei preferito non saperlo.
Ma col senno d poi...
insomma si puù guarire da se stessi? NO
e nemmeno è giusto farlo e per il fatto di condurre una vita "normale". beh nemmeno i così detti normali ci riescono.
Ho visto genitori fare danni sui figli, genitori senza alcun disturbo.


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le_chevalier_inexistant
Inviato il: Giovedì, 18-Feb-2010, 20:44
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quello che mi sforzo di dire sempre però è che la guarigione è un concetto astratto.
Nel quote fatto da Rosi ci sono cose molto condivisibili. Sono il primo a dire che la cosa peggiore da fare e farsi mettere (o mettersi) la maschera del malato e recitare sempre la stessa parte da cui pure se vuoi uscirne non puoi perchè ormai gli altri ti percepisocno in quel modo (come nell'Enrico IV di Pirandello).
però nel blog quotato da Rosi non si parla di guarigione, non la definisce e per me, che ho una formazione scientifica, se una cosa non è definibile è come se non esistesse.
Cambiamento non vuol dire guarigione, e si può cambiare, si possono cambiare quelle cose percepite alla persona stessa come dannose o dolorose. Io stesso darei un braccio per poter attenuare gli attacchi di panico o le visioni o altre cose che mi rendono la vita impossibile ma non ho trovato nessun terapeuta che volesse davvero discutere di questo.
Non è un caso che se si vuole trattare seriamente il disturbo borderline solitamente si parte da un contratto con il paziente in cui si fissano le cose da cambiare.
e oltre il ridurre o eliminare le cose fastidiose si può pensare anche ad un altro tipo di soluzione, quella si rivoluzionaria, ossia il prosperare tra i picchi di umore, tra i terremoti e i cicloni, il solidificarsi nella perenne instabilità. questo lo si può fare solo se si rifiuta una visione riduttiva del disturbo che tende a mettere una maschera fatta di nove criteri e una miriade di pregiudizi.
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EriKaos
Inviato il: Giovedì, 18-Feb-2010, 21:50
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la psicoterapia è ridicola. Fissare obiettivi?
La mia psico che mi guarda e mi dice "Adesso lavoriamo sulle emozioni"
e io scoppio a ridere, sì a ridere e non perchè sn sarcastica e disfattista ma perchè FA RIDERE.
Lavorarci su?
e cioè? sedermi qua davanti a te un ora a settimana a raccontarti i fatti miei il 90% dei quali sempre e solo riconducibili all'infanzia?
dopo settimane e settimane passate a parlare della mia famiglia mi dice che i miei genitori sono opposti, io li ho identificati da piccola come buono e cattivo e da lì è nata la mia scissione del mondo.
OHHHHHHHH grazie dell'illuminazione!e adesso cosa me ne faccio? torno a casa e urlo addosso ai miei? perchè la mia "scissione" c'è e nn ha alcun senso tentare di spiegarla, c'è e non me la tolgo, è il mio modo di leggere il mondo.
questo sarebbe lavorare sulle emozioni???
che poi dai come se le emozioni si potessero controllare, comandare...
Confessare i tuoi peccati, sì questa è la psicologia. Confessare i peccati ad una persona qualificata a risolvere il rebus della tua mente.
qualificata come?
beh per avere passato cinque anni a leggere libri di psicologia che descrivono le persone cme un errore avvenuto durante la catena di montaggio.


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BettyBlu
Inviato il: Venerdì, 19-Feb-2010, 10:41
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QUOTE (le_chevalier_inexistant @ Lunedì, 15-Feb-2010, 18:25)
più che altro ne approfitto per qualche riflessione e per farti qualche domanda.

posto che esista davvero una normalità e fosse definibile tu vorresti davvero essere normale?
Io credo che se essere normale significasse essere diverso da quello che sono e simile a tante persone della media credo che non vorrei esserlo. Inoltre, è vero, mi dispiace per i risultati non ottenuti ma non mi piacerebbe essere altro per ottenerli, il gusto sta nell'ottenerli così, a queste condizioni.
detto questo io non mi ritengo malato, il mio è un modo di essere esattamente come lo sono tanti altri.

Alla fine i riferimenti esistono e ce li da la logica, non capisco l'affannarsi per riferimenti che implichino affetto o altro.
tagliarsi è un male solo perchè ha effetti negativi sul tuo corpo (senza il comnsiderarsi sul come ci si sente dopo). Non si riesce a smettere semplicemente perchè la cosa, che dir si voglia, presenta dei suoi aspetti positivi (che hanno una loro logica ma, razionalmente, sono nocivi).
questo è un problema, di difficile soluzione, ma che si può tentare di risolverlo esattamente come si cerca di risolvere il problema di una perdita della doccia o un'equazione differenziale.
non vedo il perchè dovrebbe essere caricato di significati particolari che esulano dalla soluzione dle problema stesso.
e risolvere questo problema, e con esso altri problemi di natura contraddittoria, è un obbiettivo, anzi è l'obbiettivo.
Al di fuori di quello non c'è altro, la guarigione è un concetto astratto, ideale, quindi totalmente inutile nanche se può affascinare qualcuno.

quoto in pieno
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BUMBUM
Inviato il: Martedì, 02-Mar-2010, 18:22
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QUOTE (icsi @ Lunedì, 15-Feb-2010, 18:01)
la mia dott. mi ha detto che il mio disturbo di persnalità presenta momenti psicotici... tuttavia sottolineando che non sono psicotica (e meno male)

io sono terrorizzata da questa cosa, so bene cos'è la psicosi (babbo ne è affetto) ,ma mi capita spesso spesso di partire con la mente e mi assento e chissà quando torno! e quando torno poi mi viene il panico , penso sempre che le mie assenze dureranno sempre di più fin quando la mia vita sarà un'unica assenza

come mio padre che ormai ha il suo mondo...

anche le mie crisi, i miei tagli, tutto incontrollabile, quando mi nascondo tra cappelli, capelli e foulard perchè la mia faccia è diventata inguardabile e io cerco di strapparmela via con le unghie e guai quando LUI cerca di guardarmi, alzandomi il mento e io scosto la testa per evitare che mi guardi (DIO CHE MOSTRO CHE SONO) , tentata da urlargli contro di lasciarmi stare, ma fermata dal fatto che se facessi così lo perderei subito.... ma perchè faccio così schifo...
non valgo nulla... non so fare niente, non ho costruito niente, nemmeno uno schifo di lavoro decente sono riuscita a trovarmi

tagliarmi mi aiuta , ma non so bene perchè. ma mi tranquillizza... mi fa ritornare in me. mi aiuta davvero nei momenti di crisi acuta, non so se perchè punisco il mio corpo tanto odiato o perchè mi piace vedere come funziona il processo di guarigione

sono tornata dalla psichiatra in gran segreto, nessuno sa, qualche amica a cui l'ho detto (a parte una che può capirmi) non hanno giustamente potuto capire...

il mio compagno, nonchè convivente inveec è puro lui non sa cosaè la psicologia e tutte quelle cose strane che ne hanno a che fare
lui non può capire e se potesse non lo amerei così...
mi aveva dato per anni l'illusione di essere normale, ma più cerchi di nascondere e di non accettare il fatto che NON sei normale, più poi tutto torna più violento di prima

devo GUARIRE e devo guarire IN FRETTA prima che lui si stanchi di avere una pazza che tra una crisi di identità e l'altra un giorno lo idealizza e lo venera e l'altra lo fa sentire una merda vivente

devo guarire prima di distruggere tutto, devo guarire perchè voglio un figlio e non è che abbia poi tutto sto tempo per farlo e non posso e non voglio farlo finchè ho questa bella mente...

ma si guarisce???

Qualche mese fa lo psicologo che mi ha seguita,"a tratti" in questi anni
ha detto che io sono una borderline "trattata"...(????)

L'unica cosa certa e' che,se all'inizio sentirmi dare questa definizione
mi aveva gettato nel panico piu'assurdo,
ora non me ne puo' fregar di meno,
mi interessa "solo" stare il meglio possibile
per sentirmi piu' in pace possibile con me stessa
e per far stare tranquilli e sereni i miei figli.

Altra cosa certa,
e' che comunque,anche se io mi sono fondamentalmente accettata col mio fardello,
non posso dire a qualcuno con cui interagisco
(famigliari,colleghi,conoscenti,"amici")
"mi comporto cosi' e non posso fare proprio altrimenti
perche' sono borderline"
perche' questi mi guarderebbero come si guarda un lebbroso
e mi starebbero a distanza controllata(.... PSICO giveup.gif ....)
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Scarlet
Inviato il: Martedì, 02-Mar-2010, 21:38
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QUOTE (BUMBUM @ Martedì, 02-Mar-2010, 17:22)

Qualche mese fa lo psicologo che mi ha seguita,"a tratti" in questi anni
ha detto che io sono una borderline "trattata"...(????)

)

Trattata da chi?
Che intendeva?


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