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> Doc Da Relazione, Ne Possiamo Uscire!, come fregare il cervello, secondo me
 
Giosmile
Inviato il: Domenica, 21-Dic-2008, 15:07
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Psico Amico
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Non ho assolutamente la pretesa di avere la risposta al problema, nè tantomeno posso dire di conoscere il disturbo al punto da definirmi un esperto, ma dopo una settimana di letture, confronti, discussioni, anche con altre coppie, sono riuscito a razionalizzare parecchio e almeno a debellare del 70-80% l'ansia disarmante che non ti fa più vivere. Oggi sto molto meglio, riesco a distrarmi, riesco a vedere qualcosa di positivo e quando mi capita di nuovo l'ossessione cerco di gestirla facendola scivolare, cercando di evitare appunto le compulsioni. Uno psicologo bravo ci aiuterebbe sicuramente di più, ma forse la risposta ai problemi potrebbe essere dentro di noi e se ci aiutiamo assieme potremmo tentare di uscirne da soli.

Cosa ho fatto? Come anticipavo sopra, ho elaborato un modello di pensiero (o almeno ci ho provato), ho cercato il modo di "fottere" il cervello cercando di "rassicurarlo" con alcuni mezzucci e nello stesso tempo controllando a livello epidermico lo sviluppo delle compulsioni.

Nel mio caso parliamo proprio di doc da relazione puro, quindi il caso di 2 persone che si vogliono bene e di cui una (in questo caso io) comincia a "ossessionarsi" che qualcosa non vada, che il rapporto è sbagliato, che non ci sia amore e cose del genere. Nel mio caso addirittura il tutto è peggiorato dal pensiero del matrimonio, organizzato oramai in tutti i dettagli e che avverrà tra poco più di 5 mesi.

A mio modestissimo parere, il doc ha due modalità di cura: o si è sufficientemente forti da vivere nel dubbio, per cui dopo un tempo medio/lungo si riesce a dimenticarsi delle "ossessioni" semplicemente vivendo, oppure se proprio non ce la facciamo ad attendere, occorre elaborare un percorso di pensiero "educativo/comportamentale", osservando per questo non solo se stessi e le proprie emozioni, ma confrontandosi anche con gli atteggiamenti e le interazioni delle altre coppie. Il fatto si esprime semplicemente con queste parole: Ho osservato altre coppie per un bel po', rendendomi conto perfettamente che non fanno nè meno nè più di quello che faremmo noi senza il doc!

Descriverò i miei modelli di pensiero di seguito, con annesse osservazioni e considerazioni, fatemi sapere cosa ne pensate e se ritenete che possano essere utili per aiutarci a "fregare" il doc e donargli quella rassicurazione che ci richiede continuamente.


LA PAROLA "TI AMO"

Immaginiamo che al vertice del nostro doc, la/il nostra/o lei/lui ci domandi con ferma convinzione: MA TU MI AMI??? Sono convinto che voi, come me, iniziereste a tremare, a compulsare, ad andare in ansia e non sapere cosa rispondere... probabilmente direste di si per prendervi tempo, magari direste di no perchè in quel momento il doc vi dice che è così. Io penso che la frase "Ti amo ma non ti amo" sia tanto vera quanto falsa. Il problema sta appunto sul significato che noi diamo, o vogliamo dare, alla parola AMORE. Almeno una mia ossessione è proprio questa, non sapere cosa ci si debba aspettare da un atteggiamento d'amore. Sicuramente un fatto è certo, DOBBIAMO ELIMINARE DALLA NOSTRA MENTE IL FATTO CHE L'AMORE SIA SENTIMENTO! Non è così! E non sono io povero Cristo a dirlo, ma i migliori filosofi laici e religiosi di questo mondo ed i migliori psicologi. L'amore sentimentale è un'utopia che purtroppo questa triste società ci ha inculcato, lasciamo perdere questa visione fatta di cuori a mille tutti i giorni e coccoloni continuati, sono cose da fiction, da film adolescenziali, da grande fratello! Aiutiamoci a capire. All'inizio, quando ci piace una ragazza o un ragazzo, inizia la fase di corteggiamento che serve esclusivamente a mostrare, con l'effetto pavone, tutti i nostri pregi e nascondere tutti i nostri difetti, al solo scopo di renderci interessanti agli occhi dell'altro e per questo incutere rassicurazione. Questa è la fase di corteggiamento, dove l'unica sensazione è il desiderio di conquista, ma di qualcosa ovviamente di ignoto e che non si conosce pienamente, magari conquista della sua bellezza, della sua dolcezza, o altri interessi che ci hanno colpito. Quì il tempo è relativo e si pensa solo al presente, la parola futuro non ha senso. A conquista avvenuta, inizia la fase sperimentale, ci si confronta, ci si conosce, iniziano a venire fuori anche i lati negativi, a questo punto inutili da nascondere, e si inizia a capire se c'è affinità. Chiaramente c'è da dire un fatto importante per il nostro percorso di rassicurazione, l'affinità scoperta non potrà mai essere una rassicurazione certa e sicura, perchè per quanto possiamo conoscerci ed essere simili, ognuno è un individuo con le proprie difficoltà e debolezze, ognuno ha i propri desideri personali che vanno al di là del rapporto, la disponibilità a poter rinunciare e o a voler rinunciare è il primo effetto che si prova. Con questo voglio dire che "il dubbio" che l'altra persona possa poi non essere proprio così ideale rispetto a come l'avevamo immaginata, è fottutamente lecito, proprio perchè l'anima gemella nel senso stretto del termine NON ESISTE. Quello che può rendere speciale un rapporto è solo la disponibilità di venirsi in contro, la disponibilità di trovare la soluzione per far si che sia felice sia l'uno che l'altro, altrimenti sarebbe tutto troppo facile e scontato, con l'ipotetica anima gemella al nostro fianco. La fase esperenziale è una fase "forte" e piena di "emozioni forti", perchè si litiga, si fa la pace, si fa all'amore, ci si vede spesso, non c'è mai abitudine. Il tempo quì è riferito al presente per programmare il futuro. FINO A QUESTO MOMENTO, STIAMO SOLO PARLANDO DI INNAMORAMENTO, CIOE' LA FASE CHE PRECEDE L'AMORE VERO, QUELLO MATURO E CONSAPEVOLE, CHE SI CHIAMA VOLONTA' E SCELTA! L'amore maturo quindi diviene uno stato di fatto, è una scelta, è una volontà, non ha più bisogno del confronto e dello scambio emozionale puro ed infantile dello stato precedente, ma si alimenta fondamentalmente di azioni e gesti volontari atti a far star bene il proprio partner e a far star bene noi stessi! Questo significa che non sono i coccoloni e le campane a incorniciare il nostro amore, ma sono i nostri gesti spontanei, le nostre attenzioni ad essere AMORE. Anche per chi non è religioso, potrà capire questa cosa facendo questo paragone: il Cristiano deve AMARE DIO. Ma se Dio non ci dona coccoloni e campane a mille, cosa significa il termine AMARE? Significa devozione, volontà di credere e pregare in lui. Ecco, l'amore maturo verso il proprio partner dev'essere visto proprio così, come una devozione verso il benessere di entrambi, verso una costruzione di qualcosa di bello, fatto assieme, insomma una VOLONTA'.

Io quando sto male penso: Ma io voglio stare con lei! Questo è l'unico pensiero che vale, l'unico vero gesto d'amore che noi possiamo donare. Le sensazioni certo sono importanti, ma saranno sempre e comunque legate ad un momento estemporaneo di tenerezza e complicità, dentro ad un mondo purtroppo fatto da milioni di cose da fare, dal lavoro, dalla casa, dal benessere personale e della propria famiglia.

Questo ci deve far capire una cosa importante, se volete il bene del vostro partner ed avete voglia da farlo stare bene, allora questo è AMORE!


LE ALTRE COPPIE SONO COME NOI

L'osservazione di altre coppie mi ha aiutato molto. Qualche giorno fa ero assieme ad altre 3 coppie e si parlava del più e del meno. Il doc mi prende e mi dice che per essere una coppia vera io dovrei stare sempre vicino a lei e dovrei contiuamente guardarla con gli occhi a cuoricino. Tra le altre cose ero anche stanco per altri motivi e sinceramente non è che poi fossi così predisposto in tal senso. Ho cominciato a guardare le altre coppie e mi sono reso conto che io non facevo ne meno ne più di quello che facevano gli altri ragazzi. Noi uomini parlavamo di calcio e di politica, le donne dei preparativi del matrimonio. Nessuno cercava il contatto della propria donna, ma no perchè non si volesse, ma perchè è giusto che era così, solo che io CI PENSAVO E CI COMPULSAVO SOPRA, gli altri invece assolutamente no. La differenza tra un doccato ed una persona normale, è che il doccato analizza ogni suo piccolo gesto e lo relaziona alla definizione che vorrebbe in quel momento della propria relazione, invece la persona non affetta esegue quei gesti senza pensarci sopra assolutamente. In pratica entrambi facciamo la stessa cosa, ma io "ci penso e mi ossessiono", l'altro "vive di una consapevolezza di quel gesto che è completamente inconsapevole". Il partner "sano" in pratica vive ed agisce con le stesse ed indentiche cose del doccato, solo che il primo lo fa con un grado di consapevolezza un gradino inferiore al secondo, che contrariamente analizza e confronta tutto quello che fa.

Questa lente di ingrandimento, almeno personalmente, mi causa una spiacevolissima sensazione di automatismo, nel senso che il gesto che faccio nei confronti del partner, sebbene sia cosciente che sia spontaneo e non costruito, mi sembra come premeditato, come se gia sapessi cosa dovrei fare, come in un copione. La sensazione svanisce se tendo a dimenticare, se riesco a togliere la lente di ingrandimento e questo succede quando riesco a rilassarmi e a pensare ad altre cose. Mi piacerebbe sapere se questa sensazione capita anche a voi.



L'INFONDATEZZA DELLA MANCANZA

Spesso mi sono chiesto cosa proverei se non la sentissi per settimane. Una vera e propria ossessione. Il cervello in quel momento, volendosi dare una risposta, tenta delle prove irrazionali e cerca di riprodurre la sensazione. Iniziano a quel punto le compulsioni perchè magari una volta riesci ad immaginarti che ti manca, una volta magari immagini che non te ne frega proprio. QUESTO E' SOLO UN MECCANISMO IRRAZIONALE DEL CERVELLO dovuto al fatto che non potendo riprodurre nella realtà la situazione, cerca per associazione di donarti la spiegazione, che non potrà mai essere quella reale! L'unico vero modo per scoprirlo, sarebbe quello di attuarlo, ma a che servirebbe? La cosa si sbriciola se solo si pensa alla natura irrazionale del gesto stesso. Chi fidanzato non doccato improvvisamente decide di non vedere la propria donna solo perchè vuole vedere se gli manca? Nessuno. Quindi una tale situazione è esclusiva del doccato che ha solo ed unicamente la "fame" di sapere. Nel mio caso non avrei mai potuto sperimentare una cosa del genere, anche perchè mi sono sempre organizzato in modo tale di vederci almeno ogni 1-2 giorni, quindi la sistematicità degli incontri ti porta a stare tranquillo e certamente non hai bisogno, dopo 7 anni, di sentire la mancanza quando capita il giorno di stare ognuno a casa sua. Probabilmente una situazione di tale mancanza continua sarebbe anche assurda e patologica, perchè non si riuscirebbe più a razionalizzare il proprio modo personale di essere.


L'OSSERVAZIONE DELL'ALTRO

Mi aiuta e consola tantissimo vedere lei come si comporta nei miei confronti. Osservando lei, che sono sicuro che mi AMI, riesco a smontare le mie false aspettative. Una cosa fondamentale da dire è questa: NESSUNO AMA ALLO STESSO MODO. Se intendiamo amore come volontà e reciproco scambio di affetto, piacere e comprensioni, nella coppia c'è sempre chi fa di più! Ma questo non è un problema e non deve esserlo, perchè è una situazione che riguarda proprio la nostra imperfezione, la nostra esperienza, il nostro modo di essere. Ci sarà colui che è più portato alle attenzioni materiali (regali, ecc.) e chi più a quelle reazionali (aiutare in casa, collaborare, ecc.), sono solo forme diverse dello stesso AMORE. Inoltre altro falso mito è che si debba amare sempre con la stessa intensità. E' falso. Non siamo macchine, non possiamo pretendere sempre 100 da noi stessi e questo non deve essere un motivo per ossessionarci che non amiamo abbastanza. A tutti capita di essere stanchi, apatici, svogliati e nervosi, il mondo non è fatto solo di zucchero filato, ma è fatto da impegno, da lavoro, da problemi da risolvere, quindi è del tutto lecito non essere sempre predisposti e magari anche essere sprucidi ed acidi. Anche la mia ragazza lo fa... quando ci vediamo la sera e lei è stanca del lavoro, non riesce proprio a connettere e se è anche nervosa, non ha altra voglia che mettersi a letto. Questo significa non AMARE? Se non è un problema per lei, che si trova un gradino sotto al mio grado di consapevolezza, perchè dovrebbe essere per me se un tale giorno mi dovessi sentire anche io stanco, nervoso ed insofferente?


I DIFETTI

Chi non ne ha? Il doc è anch'esso un difetto ;-)
Spesso siamo portati a vedere solo i difetti, magari difetti che fino a quel momento erano proprio insospettabili. Ci soffermiamo su un particolare del viso, su un movimento, su un gesto inconsueto, su una battuta, sul modo di scrivere e/o iniziare un discorso. SONO SOLO ATTEGGIAMENTI INGIGANTITI DAL MICROSCOPIO DEL DOC. Il fatto stesso di non averli mai notati prima, ci fa capire quanto la componente doc sia fondamentale. Ma veramente ci interessa se quel dato gesto, compiuto in mezzo ad altri 1000 gesti, sia così deleterio ed importante per rendere felice un rapporto di coppia??? Il doc, poichè ci indubbisce (non so se esiste questo termine ma mi piace), volendo cercare inconsciamente una risposta, si muove per associazioni di idee, quindi usa qualsiasi scusa per rifugiare la propria inadeguatezza. Ecco che improvvisamente ti fa vedere grave che lei quando si siede fa quel particolare gesto, perchè "magari" quel gesto, mai notato come ora ma magari sempre non tanto piaciuto, potrebbe essere la causa del malessere. Io cerco di risolvere queste ossessioni pensando ai miei difetti, mi dico: ma io mi fisso su quel suo gesto inconsueto, ma perchè io con i miei le faccio sempre piacere???
Notare i difetti dell'altro ci rende un po' egoisti, ci dimentichiamo di noi... proviamo a capovolgere il problema e può darsi che il cervello si calma, perchè prende consapevolezza che anche noi abbiamo cose che "magari" non vanno al nostro partner.


TERMINARE UN RAPPORTO

Sono convinto di quello che dice l'autore dell'articolo tradotto da Giovanna, un rapporto non deve finire per il DOC, ci devono essere almeno 50 motivi validi per terminare un rapporto "consolidato". Sono anche convinto che la maggior parte delle coppie con DOC sono sanissime e affiatatissime. Non ha senso lasciarsi perchè si ha un "dubbio" a cui mai daremo risposta, per il nostro grado malato di consapevolezza. Basta pensare che la nostra fame di sapere è irrazionale e non è una condizione normale. Anche gli altri, le altre coppie, sperano che tutto vadi bene, che tutto non degeneri, si illudono che non ci saranno mai problemi. Ho provato a domandare a molti di loro ed ho ottenuto più o meno le mie stesse risposte... solo che io ci PENSO e MI OSSESSIONO, gli altri, al solito, sono un gradino sotto e non arrivano a quel dettaglio di pensiero e non lo razionalizzano, vivono e basta. Un rapporto si chiude quando non ci sono ideali in comune, certamente non perchè lui dorme di più e lei è più attiva! Un rapporto "consolidato" si chiude perchè ci sono problemi non risolvibili, nemmeno parlandone assieme, certamente non si chiude perchè lui non sa usare il ferro da stiro o perchè lei non sa cucinare. Il filo comune dev'essere il dialogo, che è la cornice della nostra futura serenità. Il dialogo elimina almeno l'80% delle tensioni e delle ansie, se si sa fare e se è orientato alla coppia e non esclusivamente ad avere ragione e basta. Io questo sto costruendo ultimamente e devo dire che mi sento molto più tranquillo su alcune ossessioni riferite al rapporto futuro, rispetto a quando in precedenza mi dicevo "vabbè, poi vedremo come risolvere". Forse il doc in questo mi ha addirittura aiutato a capire molte cose e ad essere più orientato a costruire che adagiarmi sull'inconsapevolezza.


Ho scritto tanto, per il momento mi fermo quì.
Attendo le vostre considerazioni, appena avrò tempo ne aggiungerò delle altre.


Un abbraccio e grazie a tutti voi.
Giosmile













































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bla
Inviato il: Domenica, 21-Dic-2008, 15:39
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molto molto interessante..speriamo di uscirne presto..tu ti devi sposare,vero?perchè anche a me il doc è partito proprio perchè non accettavo determinati pensieri in virtù del fatto che voglio sposare il mio ragazzo..io credo di amarlo tantissimo,io VOGLIO stare con lui,più di ogni altra cosi,ma vorrei spegnere questi tormenti..
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giovannalapazza
Inviato il: Domenica, 21-Dic-2008, 17:50
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bravissimo un percorso perfetto a cui sono arrivata solo dopo anni

sei una persona speciale e meriti di essere sereno

l'amore non e' un sentimento e' una scelta


e' la frase chiave per guarire, stride con la visione dell-amore che ci hanno inculcato e che si vede nei film ma e' proprio cosi

si ama con le azioni e con la volonta'

proprio oggi pensavo : se anche non lo amassi potrei comportarmi con lui per tutta la vita come se lo amassi dandogli tutto l-affetto le attenzioni che darebbe una donna innamorata e lui nn saprebbe mai dei miei dubbi

infondo che differenza ci sarebbe?

ti diro' sinceramente che il giorno in cui una persona che non finiro' mai di ringraziare mi disse l'amore non e' un sentimento fu il primo giorno del mio percorso di guarigione, che non e' ancora finito ma che sta andando molto bene

un bacio


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bla
Inviato il: Lunedì, 22-Dic-2008, 15:34
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anche io lo penso,in fondo anche io starei accanto a lui anche se non lo amassi..e ogni volta che sto proprio male mi ripeto che è lui la mia scelta!!
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justme
Inviato il: Lunedì, 22-Dic-2008, 22:21
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QUOTE (giovannalapazza @ Domenica, 21-Dic-2008, 16:50)
bravissimo un percorso perfetto a cui sono arrivata solo dopo anni

sei una persona speciale e meriti di essere sereno

l'amore non e' un sentimento e' una scelta


e' la frase chiave per guarire, stride con la visione dell-amore che ci hanno inculcato e che si vede nei film ma e' proprio cosi

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proprio oggi pensavo : se anche non lo amassi potrei comportarmi con lui per tutta la vita come se lo amassi dandogli tutto l-affetto le attenzioni che darebbe una donna innamorata e lui nn saprebbe mai dei miei dubbi

infondo che differenza ci sarebbe?

ti diro' sinceramente che il giorno in cui una persona che non finiro' mai di ringraziare mi disse l'amore non e' un sentimento fu il primo giorno del mio percorso di guarigione, che non e' ancora finito ma che sta andando molto bene

un bacio

c'è una frase famosa che dice: l'amore non si prova SI FA
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eve89
Inviato il: Lunedì, 22-Dic-2008, 22:22
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avete ragione ragazzi..nonostante il doc anchio non lascerei il mio ragazzo..il fatto che mi senta così in colpa per ciò che il doc mi fa pensare sul mio ragazzo e che stia così male perchè lo vedo soffrire per causa mia mi fa morire dentro..se non me ne importasse niente mi preoccuperei così tanto?
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Giosmile
Inviato il: Martedì, 23-Dic-2008, 02:15
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Sarò sincero. Il modello di pensiero che ho scritto sopra mi ha aiutato tantissimo a debellare l'ansia che io non l'amassi o che non le volessi bene abbastanza, diciamo che oggi riesco al 70-80% dei casi a riuscire a darlo per scontato... ma purtroppo, forse a causa di questa nostra predisposizione a "voler sapere tutto", ho iniziato ad ossessionarmi su altri argomenti che riguardano la coppia.

Forse l'argomento principale che mi porta a tali ossessioni sono probabilmente la paura del matrimonio, non inteso come paura dell'impegnarmi, ma inteso come paura ad affrontare la routine giornaliera, l'abitudine, lo scontro tra le differenze che comunque due persone, per quanto simili, sicuramente avranno.

Il problema principale è che penso troppo e vorrei implicitamente una risposta definitiva su tutto. Mi chiedo continuamente, anche non volendolo fare, se le nostre differenze ci garantiranno comunque una vita felice, se non ci sarà mai abitudine e routine, se, se, se... domande irrispondibili. Una famosa canzone diceva "LO SCOPRIREMO SOLO VIVENDO"

La responsabilità di queste ossessioni credo pure di conoscerla: in un incontro del corso pre-matrimoniale fu invitato uno psicologo che doveva parlarci delle perturbazioni della coppia, che riguardava proprio la gestione delle "differenze" caratteriali di l'uno e dell'altro. Ebbene io dico solo questo, fu talmente duro e forte, che alla fine tutte le coppie andarono via scuri in volto e tra noi quasi non ci salutammo. A mio modesto parere probabilmente spinse un po' oltre il pedale, parlando di coppie che erano andate in crisi, di problemi che potrebbero non risolversi, partendo anche con semplici provocazioni del tipo "Chi gestirà i soldi in casa? Se lei è un tipo veloce e l'altro è un tipo lento, come farete per non litigare? Se lei non sa cucinare? Etc." Domande a cui non dava risposta e/o soluzioni, ma lanciando esclusivamente provocazioni. Io ho iniziato ad ossessionarmi "seriamente" sul nostro rapporto proprio dopo quest'incontro.

Diciamo che la differenza che maggiormente mi ossessiona è poi l'unica vera e concreta difficoltà che io e lei abbiamo: lei pretende molto dalla collaborazione domestica, anche perchè giustamente lavora, mentre io sono molto imbranato in casa e dimentico spesso le cose (dimentico addirittura il MIO compleanno!). Mi spiego meglio, non è che io non voglia darle una mano, ANZI!, però sono sicuro che ci saranno litigate appunto dovute alla mia imbranataggine e sbadatezza che si scontreranno con la sua eccessiva aspettativa e/o pretesa di collaborazione. Diciamo due eccessi opposti che devono trovare il punto di incontro. Già a casa sua qualche volta abbiamo litigato, perchè magari io mi distraevo a fare altre cose mentre lei chiedeva da me una mano, dicendomi "Perchè non ci pensi???". Sebbene ultimamente ne abbiamo parlato tante volte, dove ci siamo promessi fino alla nausea di venirci in contro ed essere comprensivi l'uno con l'altro (soprattutto lei più paziente nei miei confronti), sebbene io sia SICURO razionalmente che grossi problemi non li avremo perchè punteremo molto sul dialogo, la comprensione ed il mio costante e decisivo impegno a cambiare (gia da ora!), questa cosa mi diventa una specie di chiodo fisso, una malattia, come se volessi in qualche modo la CERTEZZA che non litigheremo in tal senso... razionalmente, IO SO che possiamo venirci in contro un po' alla volta, SO che ci sapremo organizzare, SO che riuscirò ad essere migliore, ma questa cosa è come se il cervello non la ricevesse e tenesse sempre accesso il campanello d'allarme, la PAURA di non farcela, di litigare e cose del genere. A volte mi rendo conto che arrivo alla pazzia vera e propria, perchè mi immagino proprio come in un film l'intera vicenda, immagino noi che litighiamo, io che urlo e cose del genere! Poi mi fermo e mi dico: "Ma perchè penso a questo??? Ci siamo promessi di parlarne e di organizzarci pian piano assieme e costruttivamente! Perchè dovrei litigare di questa maniera???" Tra l'altro lei è una persona molto intelligente e comprensiva e per questo sono sicuro che anche lei si impegnerà, ma il cervello non ne vuole sapere, è come se volesse una rassicurazione che solo Dio sa da dove dovrebbe venire... certamente non posso pretendere che non capiterà mai, ma sicuramente non come se non ne avessimo mai parlato! Io razionalmente SO, ma il cervello mi naufraga da un'altra parte...

Il mio carattere poi non è proprio di quelli color di rosa... ho un difetto che mi debilita parecchio. Anche se so di avere torto, se una persona mi aggredisce per rimproverarmi, mi arrabbio e pretendo poi di voler passare dal torto alla ragione. Sebbene ci siamo parlati tantissime volte anche in merito a ciò e promettendoci di venirci in contro, come sopra, il mio cervello ha una paura matta che io non ce la faccio, sebbene SO che voglio impegnare tutto me stesso per migliorare e SO che il torto è mio.

Come potete capire, non sono problemi IMPONDERABILI, soprattutto perchè io ho la certezza del dialogo e della comprensione reciproca, non è mai successo che ognuno resti del suo parere... ma il mio cervello continua a compulsarci sopra, a farsi prove e controprove di situazioni, costruisce proprio dei film interi in cui "immagina" quali potrebbero essere le mie e le sue reazioni se...

Innanzitutto chiedo se anche a voi capita di compulsare ed esagerare enormemente sui problemi, i quali:

1) magari non esistono
2) anche se esistono, la famosa lente di ingrandimento rende tutto irrisolvibile, come un macigno grave, sebbene razionalmente sapete che non è così
3) vengono vagamente riprodotti per associazione mentale, falsando quella che potrebbe essere la realtà estemporanea della reazione vera al problema stesso
4) vi riproducono un fastidiosissimo senso di nervosismo nei confronti di quel dato problema

Nessuna coppia non ha problemi. Non esiste l'idealità nel rapporto. ESISTE IL DIALOGO. Queste sono le frasi base su cui vorrei costruire il nuovo modello mentale. Mi date una mano? Cosa avreste da consigliare in tal senso?

Inoltre vorrei sapere se ho capito bene cosa significa non compulsare: dovrebbe essere non cadere nella trappola delle prove? Cioè se mi viene un'idea, un'ossessione, non devo immaginarmi a come fare per darmi risposta? Se è così, mi chiedo come fate per capire se quella domanda o situazione immaginata sia appunto un'ossessione o un semplice pensiero. La risposta sta nel grado di razionalizzazione? Cioè se io razionalizzo che quel problema è risolvibile in un certo modo ma magari inizio a ripensarci comunque sopra continuamente indirizzando la risposta sulle famose "prove", allora questa è ossessione?

Vi ringrazio tantissimo e vi abbraccio
Giosmile


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Giosmile
Inviato il: Martedì, 23-Dic-2008, 02:31
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X Giovanna:

La tua frase

"se anche non lo amassi potrei comportarmi con lui per tutta la vita come se lo amassi dandogli tutto l-affetto le attenzioni che darebbe una donna innamorata e lui nn saprebbe mai dei miei dubbi"


è proprio la chiave del problema. E' il significato che ci ostiniamo a dare alla parola amore. Accettiamo che amare è appunto donare tutto l'affetto e le attenzioni all'altra persona e vedrai che la frase "anche se non l'amassi" non avrà più senso di esistere. Però altro errore da evitare secondo me è pesare, in quantità, il nostro dono all'altra persona. Io a volte, quando sto male, mi rendo conto che addirittura esagero con le attenzioni, come se volessi dire a me stesso "Guarda, non vedi che l'ami???". E' sbagliato esagerare, perchè si perde il filo della spontaneità e non sai più quando ci sei o ci fai... sebbene non lo fai con sforzo ma comunque con piacere, non sei al 100% la stessa persona senza il doc! Questa cosa a volte mi provoca una specie di sensazione di automatismo che è spiacevole. Se un giorno vuoi dare 100 fallo, ma se un giorno riesci a dare 30 non farti alcun problema, E' NORMALE. Questa cosa l'ho elaborata aiutandomi con l'osservazione del mio partner, anche lei non mi dona sempre 100!

Giosmile


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eve89
Inviato il: Martedì, 23-Dic-2008, 12:47
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Ciao giosmile!hai ragione pienamente..anchio da quando soffro di doc vorrei solo svegliarmi e improvvisamente e magicamente avere una risposta a tutto..anzi tornare ad avere le certezze che avevo prima di questo momento. Si perchè anche noi prima di soffrire di doc abbiamo vissuto la nostra relazione con il partner e ci siamo pian piano costruiti delle certezze,delle sicurezze..non so come spiegarmi,io mi svegliavo felice perchè sapevo di avere accanto a me una persona stupenda e mi riaddormentavo tranquilla e serena sempre per lo stesso motivo,questa sicurezza me la portavo dentro di giorno in giorno. Poi all'improvviso chissà cosa scatta dentro di noi che ci porta da un giorno all'altro a cominciare a pensare in modo ontinuativo e ossessionante ai nostri dubbi,dubbi che sorgono senza un motivo fondato.
Dato che fino a quel momento la nostra storia ci dava delle sicurezze,quando il doc le mette in discussione noi andiamo in crisi..è come se dentro di noi la razionalità e l'irrazionalità stessero combattendo una battaglia..quando l'irrazionalità ecco che l'ansia ci assale.
Vorrei tanto sapere perchè scatta in noi questo meccanismo?..io fino ad un mese fa nei 2 anni insieme al mio ragazzo ho avuto dei momenti in cui dubitavo che la nostra storia potesse durare perchè non lo vedevo così preso come lo ero io,perchè vedevo dei suoi comportamenti che mi facevano pensare che non fossi così importante per lui così come lo ero io..ci pensavo e ci ripensavo ma poiun abbraccio,un ti amo sussurato mi facevano passare ogni dubbio.invece ora che con lui sto benissimo è cominciato tutto..io credo che per me almeno il tutto sia cominciato quando ho iniziato a capire quanto lui mi amasse,quanto fossi importante con lui..infatti ho sempre creduto che tra i due quella ad essere più presa ero io,io ero quella che per vederlo rinunciava a milioni di cose ecc..quando ho iniziato a capire che lui era così preso da me ecco che perchè sono partiti in me questi pensieri..mi sono cominciata a chiedere se davvero lo amavo,se davvero stavo bene con lui..com'è contorta la nostra mente!
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=@sbirulino@=
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QUOTE (Giosmile @ Domenica, 21-Dic-2008, 14:07)
Non ho assolutamente la pretesa di avere la risposta al problema, nè tantomeno posso dire di conoscere il disturbo al punto da definirmi un esperto, ma dopo una settimana di letture, confronti, discussioni, anche con altre coppie, sono riuscito a razionalizzare parecchio e almeno a debellare del 70-80% l'ansia disarmante che non ti fa più vivere. Oggi sto molto meglio, riesco a distrarmi, riesco a vedere qualcosa di positivo e quando mi capita di nuovo l'ossessione cerco di gestirla facendola scivolare, cercando di evitare appunto le compulsioni. Uno psicologo bravo ci aiuterebbe sicuramente di più, ma forse la risposta ai problemi potrebbe essere dentro di noi e se ci aiutiamo assieme potremmo tentare di uscirne da soli.

Cosa ho fatto? Come anticipavo sopra, ho elaborato un modello di pensiero (o almeno ci ho provato), ho cercato il modo di "fottere" il cervello cercando di "rassicurarlo" con alcuni mezzucci e nello stesso tempo controllando a livello epidermico lo sviluppo delle compulsioni.

Nel mio caso parliamo proprio di doc da relazione puro, quindi il caso di 2 persone che si vogliono bene e di cui una (in questo caso io) comincia a "ossessionarsi" che qualcosa non vada, che il rapporto è sbagliato, che non ci sia amore e cose del genere. Nel mio caso addirittura il tutto è peggiorato dal pensiero del matrimonio, organizzato oramai in tutti i dettagli e che avverrà tra poco più di 5 mesi.

A mio modestissimo parere, il doc ha due modalità di cura: o si è sufficientemente forti da vivere nel dubbio, per cui dopo un tempo medio/lungo si riesce a dimenticarsi delle "ossessioni" semplicemente vivendo, oppure se proprio non ce la facciamo ad attendere, occorre elaborare un percorso di pensiero "educativo/comportamentale", osservando per questo non solo se stessi e le proprie emozioni, ma confrontandosi anche con gli atteggiamenti e le interazioni delle altre coppie. Il fatto si esprime semplicemente con queste parole: Ho osservato altre coppie per un bel po', rendendomi conto perfettamente che non fanno nè meno nè più di quello che faremmo noi senza il doc!

Descriverò i miei modelli di pensiero di seguito, con annesse osservazioni e considerazioni, fatemi sapere cosa ne pensate e se ritenete che possano essere utili per aiutarci a "fregare" il doc e donargli quella rassicurazione che ci richiede continuamente.


LA PAROLA "TI AMO"

Immaginiamo che al vertice del nostro doc, la/il nostra/o lei/lui ci domandi con ferma convinzione: MA TU MI AMI??? Sono convinto che voi, come me, iniziereste a tremare, a compulsare, ad andare in ansia e non sapere cosa rispondere... probabilmente direste di si per prendervi tempo, magari direste di no perchè in quel momento il doc vi dice che è così. Io penso che la frase "Ti amo ma non ti amo" sia tanto vera quanto falsa. Il problema sta appunto sul significato che noi diamo, o vogliamo dare, alla parola AMORE. Almeno una mia ossessione è proprio questa, non sapere cosa ci si debba aspettare da un atteggiamento d'amore. Sicuramente un fatto è certo, DOBBIAMO ELIMINARE DALLA NOSTRA MENTE IL FATTO CHE L'AMORE SIA SENTIMENTO! Non è così! E non sono io povero Cristo a dirlo, ma i migliori filosofi laici e religiosi di questo mondo ed i migliori psicologi. L'amore sentimentale è un'utopia che purtroppo questa triste società ci ha inculcato, lasciamo perdere questa visione fatta di cuori a mille tutti i giorni e coccoloni continuati, sono cose da fiction, da film adolescenziali, da grande fratello! Aiutiamoci a capire. All'inizio, quando ci piace una ragazza o un ragazzo, inizia la fase di corteggiamento che serve esclusivamente a mostrare, con l'effetto pavone, tutti i nostri pregi e nascondere tutti i nostri difetti, al solo scopo di renderci interessanti agli occhi dell'altro e per questo incutere rassicurazione. Questa è la fase di corteggiamento, dove l'unica sensazione è il desiderio di conquista, ma di qualcosa ovviamente di ignoto e che non si conosce pienamente, magari conquista della sua bellezza, della sua dolcezza, o altri interessi che ci hanno colpito. Quì il tempo è relativo e si pensa solo al presente, la parola futuro non ha senso. A conquista avvenuta, inizia la fase sperimentale, ci si confronta, ci si conosce, iniziano a venire fuori anche i lati negativi, a questo punto inutili da nascondere, e si inizia a capire se c'è affinità. Chiaramente c'è da dire un fatto importante per il nostro percorso di rassicurazione, l'affinità scoperta non potrà mai essere una rassicurazione certa e sicura, perchè per quanto possiamo conoscerci ed essere simili, ognuno è un individuo con le proprie difficoltà e debolezze, ognuno ha i propri desideri personali che vanno al di là del rapporto, la disponibilità a poter rinunciare e o a voler rinunciare è il primo effetto che si prova. Con questo voglio dire che "il dubbio" che l'altra persona possa poi non essere proprio così ideale rispetto a come l'avevamo immaginata, è fottutamente lecito, proprio perchè l'anima gemella nel senso stretto del termine NON ESISTE. Quello che può rendere speciale un rapporto è solo la disponibilità di venirsi in contro, la disponibilità di trovare la soluzione per far si che sia felice sia l'uno che l'altro, altrimenti sarebbe tutto troppo facile e scontato, con l'ipotetica anima gemella al nostro fianco. La fase esperenziale è una fase "forte" e piena di "emozioni forti", perchè si litiga, si fa la pace, si fa all'amore, ci si vede spesso, non c'è mai abitudine. Il tempo quì è riferito al presente per programmare il futuro. FINO A QUESTO MOMENTO, STIAMO SOLO PARLANDO DI INNAMORAMENTO, CIOE' LA FASE CHE PRECEDE L'AMORE VERO, QUELLO MATURO E CONSAPEVOLE, CHE SI CHIAMA VOLONTA' E SCELTA! L'amore maturo quindi diviene uno stato di fatto, è una scelta, è una volontà, non ha più bisogno del confronto e dello scambio emozionale puro ed infantile dello stato precedente, ma si alimenta fondamentalmente di azioni e gesti volontari atti a far star bene il proprio partner e a far star bene noi stessi! Questo significa che non sono i coccoloni e le campane a incorniciare il nostro amore, ma sono i nostri gesti spontanei, le nostre attenzioni ad essere AMORE. Anche per chi non è religioso, potrà capire questa cosa facendo questo paragone: il Cristiano deve AMARE DIO. Ma se Dio non ci dona coccoloni e campane a mille, cosa significa il termine AMARE? Significa devozione, volontà di credere e pregare in lui. Ecco, l'amore maturo verso il proprio partner dev'essere visto proprio così, come una devozione verso il benessere di entrambi, verso una costruzione di qualcosa di bello, fatto assieme, insomma una VOLONTA'.

Io quando sto male penso: Ma io voglio stare con lei! Questo è l'unico pensiero che vale, l'unico vero gesto d'amore che noi possiamo donare. Le sensazioni certo sono importanti, ma saranno sempre e comunque legate ad un momento estemporaneo di tenerezza e complicità, dentro ad un mondo purtroppo fatto da milioni di cose da fare, dal lavoro, dalla casa, dal benessere personale e della propria famiglia.

Questo ci deve far capire una cosa importante, se volete il bene del vostro partner ed avete voglia da farlo stare bene, allora questo è AMORE!


LE ALTRE COPPIE SONO COME NOI

L'osservazione di altre coppie mi ha aiutato molto. Qualche giorno fa ero assieme ad altre 3 coppie e si parlava del più e del meno. Il doc mi prende e mi dice che per essere una coppia vera io dovrei stare sempre vicino a lei e dovrei contiuamente guardarla con gli occhi a cuoricino. Tra le altre cose ero anche stanco per altri motivi e sinceramente non è che poi fossi così predisposto in tal senso. Ho cominciato a guardare le altre coppie e mi sono reso conto che io non facevo ne meno ne più di quello che facevano gli altri ragazzi. Noi uomini parlavamo di calcio e di politica, le donne dei preparativi del matrimonio. Nessuno cercava il contatto della propria donna, ma no perchè non si volesse, ma perchè è giusto che era così, solo che io CI PENSAVO E CI COMPULSAVO SOPRA, gli altri invece assolutamente no. La differenza tra un doccato ed una persona normale, è che il doccato analizza ogni suo piccolo gesto e lo relaziona alla definizione che vorrebbe in quel momento della propria relazione, invece la persona non affetta esegue quei gesti senza pensarci sopra assolutamente. In pratica entrambi facciamo la stessa cosa, ma io "ci penso e mi ossessiono", l'altro "vive di una consapevolezza di quel gesto che è completamente inconsapevole". Il partner "sano" in pratica vive ed agisce con le stesse ed indentiche cose del doccato, solo che il primo lo fa con un grado di consapevolezza un gradino inferiore al secondo, che contrariamente analizza e confronta tutto quello che fa.

Questa lente di ingrandimento, almeno personalmente, mi causa una spiacevolissima sensazione di automatismo, nel senso che il gesto che faccio nei confronti del partner, sebbene sia cosciente che sia spontaneo e non costruito, mi sembra come premeditato, come se gia sapessi cosa dovrei fare, come in un copione. La sensazione svanisce se tendo a dimenticare, se riesco a togliere la lente di ingrandimento e questo succede quando riesco a rilassarmi e a pensare ad altre cose. Mi piacerebbe sapere se questa sensazione capita anche a voi.



L'INFONDATEZZA DELLA MANCANZA

Spesso mi sono chiesto cosa proverei se non la sentissi per settimane. Una vera e propria ossessione. Il cervello in quel momento, volendosi dare una risposta, tenta delle prove irrazionali e cerca di riprodurre la sensazione. Iniziano a quel punto le compulsioni perchè magari una volta riesci ad immaginarti che ti manca, una volta magari immagini che non te ne frega proprio. QUESTO E' SOLO UN MECCANISMO IRRAZIONALE DEL CERVELLO dovuto al fatto che non potendo riprodurre nella realtà la situazione, cerca per associazione di donarti la spiegazione, che non potrà mai essere quella reale! L'unico vero modo per scoprirlo, sarebbe quello di attuarlo, ma a che servirebbe? La cosa si sbriciola se solo si pensa alla natura irrazionale del gesto stesso. Chi fidanzato non doccato improvvisamente decide di non vedere la propria donna solo perchè vuole vedere se gli manca? Nessuno. Quindi una tale situazione è esclusiva del doccato che ha solo ed unicamente la "fame" di sapere. Nel mio caso non avrei mai potuto sperimentare una cosa del genere, anche perchè mi sono sempre organizzato in modo tale di vederci almeno ogni 1-2 giorni, quindi la sistematicità degli incontri ti porta a stare tranquillo e certamente non hai bisogno, dopo 7 anni, di sentire la mancanza quando capita il giorno di stare ognuno a casa sua. Probabilmente una situazione di tale mancanza continua sarebbe anche assurda e patologica, perchè non si riuscirebbe più a razionalizzare il proprio modo personale di essere.


L'OSSERVAZIONE DELL'ALTRO

Mi aiuta e consola tantissimo vedere lei come si comporta nei miei confronti. Osservando lei, che sono sicuro che mi AMI, riesco a smontare le mie false aspettative. Una cosa fondamentale da dire è questa: NESSUNO AMA ALLO STESSO MODO. Se intendiamo amore come volontà e reciproco scambio di affetto, piacere e comprensioni, nella coppia c'è sempre chi fa di più! Ma questo non è un problema e non deve esserlo, perchè è una situazione che riguarda proprio la nostra imperfezione, la nostra esperienza, il nostro modo di essere. Ci sarà colui che è più portato alle attenzioni materiali (regali, ecc.) e chi più a quelle reazionali (aiutare in casa, collaborare, ecc.), sono solo forme diverse dello stesso AMORE. Inoltre altro falso mito è che si debba amare sempre con la stessa intensità. E' falso. Non siamo macchine, non possiamo pretendere sempre 100 da noi stessi e questo non deve essere un motivo per ossessionarci che non amiamo abbastanza. A tutti capita di essere stanchi, apatici, svogliati e nervosi, il mondo non è fatto solo di zucchero filato, ma è fatto da impegno, da lavoro, da problemi da risolvere, quindi è del tutto lecito non essere sempre predisposti e magari anche essere sprucidi ed acidi. Anche la mia ragazza lo fa... quando ci vediamo la sera e lei è stanca del lavoro, non riesce proprio a connettere e se è anche nervosa, non ha altra voglia che mettersi a letto. Questo significa non AMARE? Se non è un problema per lei,  che si trova un gradino sotto al mio grado di consapevolezza, perchè dovrebbe essere per me se un tale giorno mi dovessi sentire anche io stanco, nervoso ed insofferente?


I DIFETTI

Chi non ne ha? Il doc è anch'esso un difetto ;-)
Spesso siamo portati a vedere solo i difetti, magari difetti che fino a quel momento erano proprio insospettabili. Ci soffermiamo su un particolare del viso, su un movimento, su un gesto inconsueto, su una battuta, sul modo di scrivere e/o iniziare un discorso. SONO SOLO ATTEGGIAMENTI INGIGANTITI DAL MICROSCOPIO DEL DOC. Il fatto stesso di non averli mai notati prima, ci fa capire quanto la componente doc sia fondamentale. Ma veramente ci interessa se quel dato gesto, compiuto in mezzo ad altri 1000 gesti, sia così deleterio ed importante per rendere felice un rapporto di coppia??? Il doc, poichè ci indubbisce (non so se esiste questo termine ma mi piace), volendo cercare inconsciamente una risposta, si muove per associazioni di idee, quindi usa qualsiasi scusa per rifugiare la propria inadeguatezza. Ecco che improvvisamente ti fa vedere grave che lei quando si siede fa quel particolare gesto, perchè "magari" quel gesto, mai notato come ora ma magari sempre non tanto piaciuto, potrebbe essere la causa del malessere. Io cerco di risolvere queste ossessioni pensando ai miei difetti, mi dico: ma io mi fisso su quel suo gesto inconsueto, ma perchè io con i miei le faccio sempre piacere???
Notare i difetti dell'altro ci rende un po' egoisti, ci dimentichiamo di noi... proviamo a capovolgere il problema e può darsi che il cervello si calma, perchè prende consapevolezza che anche noi abbiamo cose che "magari" non vanno al nostro partner.


TERMINARE UN RAPPORTO

Sono convinto di quello che dice l'autore dell'articolo tradotto da Giovanna, un rapporto non deve finire per il DOC, ci devono essere almeno 50 motivi validi per terminare un rapporto "consolidato". Sono anche convinto che la maggior parte delle coppie con DOC sono sanissime e affiatatissime. Non ha senso lasciarsi perchè si ha un "dubbio" a cui mai daremo risposta, per il nostro grado malato di consapevolezza. Basta pensare che la nostra fame di sapere è irrazionale e non è una condizione normale. Anche gli altri, le altre coppie, sperano che tutto vadi bene, che tutto non degeneri, si illudono che non ci saranno mai problemi. Ho provato a domandare a molti di loro ed ho ottenuto più o meno le mie stesse risposte... solo che io ci PENSO e MI OSSESSIONO, gli altri, al solito, sono un gradino sotto e non arrivano a quel dettaglio di pensiero e non lo razionalizzano, vivono e basta. Un rapporto si chiude quando non ci sono ideali in comune, certamente non perchè lui dorme di più e lei è più attiva! Un rapporto "consolidato" si chiude perchè ci sono problemi non risolvibili, nemmeno parlandone assieme, certamente non si chiude perchè lui non sa usare il ferro da stiro o perchè lei non sa cucinare. Il filo comune dev'essere il dialogo, che è la cornice della nostra futura serenità. Il dialogo elimina almeno l'80% delle tensioni e delle ansie, se si sa fare e se è orientato alla coppia e non esclusivamente ad avere ragione e basta. Io questo sto costruendo ultimamente e devo dire che mi sento molto più tranquillo su alcune ossessioni riferite al rapporto futuro, rispetto a quando in precedenza mi dicevo "vabbè, poi vedremo come risolvere". Forse il doc in questo mi ha addirittura aiutato a capire molte cose e ad essere più orientato a costruire che adagiarmi sull'inconsapevolezza.


Ho scritto tanto, per il momento mi fermo quì.
Attendo le vostre considerazioni, appena avrò tempo ne aggiungerò delle altre.


Un abbraccio e grazie a tutti voi.
Giosmile

Ciao anch'io soffro di questo problema, ed è interessante quello che tu dici, ma devo

dirti che dal punto di vista sessuale sono un disastro ed essendo un maschietto si nota

e questo fatto mi manda in tilt PSICO cry.gif perchè se non faccio l'amore con lei vuol dire che

in qualche maniera non la trovi più attraente e che non l'ami....insomma partono tutta



una serie di trip, volevo sapere se anche a te le ossessioni incidono nei rapporti

sessuali..scusa se sono un pò indiscreto


A u g u r i a t u t t i q u a n t i voi !
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eve89
Inviato il: Martedì, 23-Dic-2008, 13:51
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ti posso rispondere che sono una ragazza..da quando ho il doc ho meno voglia di fare l'amore con il mio ragazzo..l'intimità con lui mi spaventa un po'..
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eve89
Inviato il: Martedì, 23-Dic-2008, 13:53
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credo cmq che sia legato al doc pechè fino a questo momento non avevo nessun problema di questo tipo con lui..anzi andava tutto alla grande..
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Giosmile
Inviato il: Martedì, 23-Dic-2008, 16:43
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Il discorso del sesso vale anche per me, anche se il problema a me si capovolge. L'altro sabato lei era a casa mia, ci mettemmo un po' a letto assieme e stetti veramente bene, avevamo voglia di fare l'amore... ad un certo punto, non so perchè, mi son dovuto inventare di dover andare in bagno perchè è come se improvvisamente mi fossi sentito in colpa, del tipo "ma se poi ci dovessimo lasciare, perchè devo illuderla e fare l'amore con lei???", cose assurde e senza senso, poi in verità mi sono ripreso e non ci ho più pensato. Abbiamo fatto l'amore ed è stato bellissimo come sempre. Il pensiero è tremendo, ti fa credere delle cose assurde, ti rimbambisce completamente e quello che "pensi" ti diventa in qualche modo reale, al di là dei comuni gesti di sempre. Poi il tutto peggiora perchè al pensiero aggiungi la demenza totale, con cose del tipo "ma io essendo uomo, avrei potenzialmente potuto fare l'amore con un'altra donna e sentire lo stesso piacere??? Faccio l'amore con lei perchè voglio fare sesso o perchè mi va di star bene con lei???" Diciamo che da un lato sono domande assurde, ma che razionalmente conservano anche un briciolo di verità. Un uomo, per quanto fedele e attaccato alla sua donna, credo possa potenzialmente fare sesso con un'altra donna che l'attrae, provando sicuramente piacere. Ma il discorso non DEVE essere questo, quello che ci si dovrebbe domandare è: "Ma io farei sesso con un'altra donna???" Io mi risponderei sicuramente no. Questo mi fa capire che la differenza tra un doccato ed uno normale sta proprio sul livello di dettaglio del pensiero. Nel primo caso ci pensi sopra comunque, qualsiasi cosa tu faccia viene analizzata e vivisezionata, domandata e risposta continuamente, ma senza alcun senso e senza alcun fondamento, perchè quello che conta sono le azioni e non i pensieri. Io posso anche pensare di buttarmi di sotto, immaginare il volo, la caduta, immaginare di sentire dolore, di morire, magari mi autosuggestiono e "sento" veramente le sensazioni riprodotte, ma poi basta vedere la realtà: ti butteresti veramente di sotto??? No! Lo stesso dovremmo cercare di pensarla con le nostre ossessioni. La persona non doccata secondo me non sente il bisogno di scendere nei dettagli, è un gradino al di sotto di noi, vive e si muove in base a quello che desidera fare in quel momento, senza premeditare... senza pensare a quello che fa, è sicuro internamente che quello che fa è guidato da qualcosa di cui non ha bisogno di conoscerne l'identità. Noi invece è come se volessimo conoscere quella identità, capire cosa si cela dietro ad un gesto, come se "pensiero" e "movimento" debbano necessariamente essere congrui, dimenticando che in verità non è così. La cosa è peggiorata poi dal "dubbio", l'eterno "dubbio" che il nostro grado di coscienza ci porta a pensare, senza magari riconoscere che quel "dubbio" non ha proprio senso di esistere, è solo un nostro fantasma.

Vi chiedo, a riguardo dei problemi e dei difetti, siete anche voi portati ad ingigantirli e sentirli irrisolvibili, anche se razionalmente SAPETE che non è proprio così???

Giosmile



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QUOTE (Giosmile @ Martedì, 23-Dic-2008, 02:31)
X Giovanna:

La tua frase

"se anche non lo amassi potrei comportarmi con lui per tutta la vita come se lo amassi dandogli tutto l-affetto le attenzioni che darebbe una donna innamorata e lui nn saprebbe mai dei miei dubbi"


è proprio la chiave del problema. E' il significato che ci ostiniamo a dare alla parola amore. Accettiamo che amare è appunto donare tutto l'affetto e le attenzioni all'altra persona e vedrai che la frase "anche se non l'amassi" non avrà più senso di esistere. Però altro errore da evitare secondo me è pesare, in quantità, il nostro dono all'altra persona. Io a volte, quando sto male, mi rendo conto che addirittura esagero con le attenzioni, come se volessi dire a me stesso "Guarda, non vedi che l'ami???". E' sbagliato esagerare, perchè si perde il filo della spontaneità e non sai più quando ci sei o ci fai... sebbene non lo fai con sforzo ma comunque con piacere, non sei al 100% la stessa persona senza il doc! Questa cosa a volte mi provoca una specie di sensazione di automatismo che è spiacevole. Se un giorno vuoi dare 100 fallo, ma se un giorno riesci a dare 30 non farti alcun problema, E' NORMALE. Questa cosa l'ho elaborata aiutandomi con l'osservazione del mio partner, anche lei non mi dona sempre 100!

Giosmile

sono proprio felice di averti conosciuto ti ringrazio di esistere

sai al mio percorso mancavano alcuni elementi

tu me ne hai dato uno:

quello relativo alle prove

io faccio delle prove terribili , non solo per vedere se sentirei la sua mancanza ma anche ahime provo a dirmi " e se morisse?

e mi sembra che non mi importi

ma come dici tu è una situazione che non si può riprodurre con l'immaginazione, non solo , se ansiosamente esaminamiamo le nostre emozioni ovvio che esse non arriveranno perchè necessariametne perdono di spontanietà


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Infatti.
Prove assurde.

Prova a domandare ad un ragazzo innamorato la stessa cosa: "Se la tua ragazza morisse???" Lui sicuramente ti risponderà "Morirei anche io...". Mi gioco entrambi i gioiellini che quella persona dice quella cosa NON perchè in quel momento si sente un macigno in testa perchè riesce a riprodurre al 100% le sensazioni, ma solo ed esclusivamente perchè si sente irrazionalmente sicuro che reagirebbe in quel modo... diciamo che dribbla il dubbio, non pensa che potrebbe avere il "dubbio" che non provi assolutamente nulla, e questa dovrebbe essere la situazione normale! Diventa anormale fare il contrario, e questo è DOC!

Anche io, prima di avere il DOC, avrei reagito così, e sono sicuro che non avrei risposto "morirei anche io" perchè realmente sarei riuscito a riprodurre quella sensazione, da noi tanto ricercata, ma SOLO ed ESCLUSIVAMENTE perchè mi sarei trovato un gradino sotto a quell'esasperato grado di consapevolezza, avrei "naturalmente" dribblato il dubbio, in soldoni non ci avrei proprio pensato al fatto che "realmente" non provavo quella sensazione!!! La immaginavo solamente e questo mi sarebbe bastato.

Ora invece vogliamo sapere, vogliamo riprodurre... se fosse possibile, sarei un perfetto veggente...

Giosmile


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