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> Schizotipia
 
Klaus1
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Disturbo schizotipico di personalità


Il disturbo schizotipico di personalità (DSP o SPD, dall'inglese schizotypal personality disorder) è un disturbo di personalità classificato nel cluster A dal DSM-5, caratterizzato da tendenza all'isolamento sociale, da uno stile comunicativo e di pensiero eccentrico, tipicamente vago o metaforico, da stranezze del comportamento, e da idee di riferimento o credenze insolite, di solito vertenti su pensiero "magico", percezioni insolite, ideazione paranoica lieve, e altre manifestazioni minori.

Talvolta ci si riferisce ad esso come schizotipia, pur essendo questa un'entità nosografica leggermente diversa, ossia una teoria psichica riguardante patologie dello spettro schizofrenico ma meno gravi della schizofrenia vera, a differenza del disturbo schizotipico che è invece un disturbo della personalità, anche se spesso la schizotipia (parola derivata da schizofrenia e che rimanda all'avere una "personalità scissa"[1], nonché contrazione di "fenotipo schizofrenico"[2]) - ossia la stranezza e l'eccentricità senza però la presenza di vera psicosi e con mantenimento di insight (autoconsapevolezza della propria condizione) - viene descritta spessa come la caratteristica tipica del disturbo.[3]

Il paziente solitamente va in terapia per disturbi collegati o direttamente derivati da esso, poiché inizialmente (come spesso in questi disturbi di personalità) non riconosce il proprio stile di vita come dannoso o problematico.[4] A differenza della schizofrenia vera, anche in forma leggera, la prognosi del DSP è sensibilmente migliore.

Il disturbo schizotipico ha anche frequente comorbilità con altri disturbi psichici, ad esempio il disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi d'ansia, la fobia sociale, altri disturbi di personalità (evitante, borderline, schizoide, paranoide), con i disturbi dell'umore e l'organizzazione borderline (caratteristica dei disturbi di personalità).[5]


Indice
1 Epidemiologia
2 Descrizione
2.1 Cause
2.2 Caratteristiche
3 Il criterio diagnostico DSM-IV TR
3.1 Sottotipi
4 Trattamento
4.1 Precauzioni e prevenzione
5 Note
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Epidemiologia
Colpisce circa tra l'1 e il 3 % della popolazione, e prevalentemente i maschi.[6] Come altri disturbi simili, si tratta del disturbo di personalità più diffuso fra le persone senzatetto negli Stati Uniti d'America.[7]

Descrizione
È un disturbo appartenente al gruppo cluster A della classificazione dei manuali DSM dei disturbi di personalità, cioè è una personalità che a prima vista appare strana, chiusa in sé, o eccentrica. Le idee di riferimento degli schizotipici non sono propriamente idee fisse e non sono, infatti, connotate dalla sospettosità e ostilità tipica delle idee dei paranoici, e non sono solitamente nemmeno completamente avulse dalla realtà, come invece è il delirio presente nelle psicosi e nel disturbo delirante.[8]

Cause
Il disturbo si sviluppa già nell'infanzia o nella pre-adolescenza; oltre a un'origine biologica con caratteristiche predisponenti (anomalie fisiche a volte rilevabili della corteccia cerebrale, del lobo temporale, differenze biochimiche nel liquor cefalorachidiano e disfunzioni dei neurotrasmettitori[9]) e famigliarità genetica con le malattie mentali dello spettro schizofrenico o di quello psicotico, si pensa che possa anche influire l'ambiente di crescita sullo sviluppo del disturbo durante la vita giovanile del paziente. Molti hanno subito un evento traumatico (anche solo dal loro punto di vista) avvenuto nella prima infanzia (ad esempio un abuso fisico o emotivo; una separazione precoce da una persona amata derivata da abbandono[10], assenza prolungata o da lutto; un grave problema di salute), o sono cresciuti a contatto con parenti stretti affetti da problemi mentali, stile genitoriale erroneo o in vere e proprie famiglie disfunzionali.[11][12]

Di solito il loro ambiente viene percepito come emotivamente distante, oppure confuso nella comunicazione emotiva, e umiliante da parte di un genitore o dai coetanei, con conseguente difficoltà a fidarsi nelle relazioni. Spesso il genitore impedisce al futuro schizotipico un distacco costruttivo dall'ambiente famigliare, negandogli l'autonomia, oppure investe troppe aspettative su di lui e sulle sue prestazioni.[13] Il mondo esterno viene fatto apparire al bambino come pericoloso o sbagliato. Se non può contare sui coetanei (da cui cresce separato per anni) o sul genitore (sia abusante, sia assente o fortemente insicuro), che spesso non vuole essere coinvolto nella vita quotidiana del figlio, egli si chiude in sé stesso e sviluppa un mondo di fantasia che porterà inconsciamente nell'età adulta.

La rappresentazione di sé che egli sviluppa è vista inconsciamente come incapace e quella dell'altro come trascurante e umiliante, portando a credere di essere dei soggetti particolari.[14] Da bambini e da adolescenti gli schizotipici appaiono asociali, ipersensibili, con idee strane, rendimento scolastico inferiore alle loro reali capacità, a volte affetti da deficit dell'attenzione; interagiscono poco con gli altri e lo fanno in maniera bizzarra o poco consona, ad esempio con comportamenti passivo-aggressivi. Il controllo altrui è visto come insidioso e non ama le figure d'autorità. Durante l'adolescenza non ha quasi mai amici tra i coetanei, rare o assenti sono anche relazioni sentimentali o esperienze sessuali. Gli schizotipici possono facilmente finire vittime di bullismo e volta cresciuti hanno molta difficoltà a trovare e mantenere un lavoro fisso, che spesso è di basso livello, a causa delle conflittualità personali, della forte ansia in contesti sociali o delle loro idee fisse.[15]

Caratteristiche
I pazienti schizotipici hanno sistemi di credenze individualizzati o non convenzionali, per esempio credono a “poteri” o percezioni o fenomeni soprannaturali. Il pensiero tipico di questi soggetti viene definito “tangenziale”, cioè allusivo e dispersivo. Capita che talvolta sembrino assorti a “rimuginare” su sé stessi. Il soggetto ha un modo di vestirsi e presentarsi peculiare, a volte trasandato, comunque sempre originale, talvolta può parlare da solo a bassa voce in pubblico, ripetendo i propri pensieri, o gesticolare lievemente e senza motivo esterno.[8]

I pazienti affetti da questo disturbo hanno un'alta comorbilità con altri disturbi di personalità. Ciò può essere dovuto in parte al fatto che il criterio descritto dal DSM-5 e dai precedenti DSM prevede parametri che sono in comune anche con altri disturbi, creando zone di sovrapposizione. Gli altri disturbi di personalità che condividono in parte, a prima vista, certi tratti con il disturbo schizotipico sono[8]:

il disturbo schizoide (anch'esso cluster A), per quanto riguarda la tendenza del soggetto a isolarsi dagli altri e la possibile presenza di anedonia verso molti ambiti, tranne interessi specifici;
il disturbo evitante (cluster C) che presenta anch'esso sintomi di ansia e preoccupazioni - di cui il soggetto non ha il controllo - legate alle interazioni con gli altri, da cui il paziente tende a isolarsi;
il disturbo borderline di personalità (cluster B), per l'instabile emotività (umore rapidamente fluttuante) e il timore del rifiuto sociale e personale, con possibili sporadici sintomi psicotici come derealizzazione, depersonalizzazione e dissociazione
come nel narcisismo (cluster B) di tipo covert, il paziente si sente unico e particolare, non compreso dagli altri
infine le idee fisse, che sono la caratteristica principale del disturbo paranoide di personalità (cluster A): ovviamente non c'è un confine netto e preciso tra idee semplicemente “strane” e idee fisse paranoidi, benché si tratti di due stili diversi e riconoscibili.
La principale somiglianza è coi disturbi schizoidi ed evitante: in tutti e tre è presente la componente di distacco e isolamento, ma mentre lo schizoide non sente il bisogno di interazioni sociali, affettive, sessuali o sentimentali con persone esterne alla sua cerchia ristretta (per cui a volte è confuso con i disturbi dello spettro autistico come la sindrome di Asperger), lo schizotipico e l'evitante le desiderano ma al contempo le temono fortemente, perché si sentono inadeguati (nell'evitante) o perché credono che gli altri provino avversione per la loro "diversità" o sono comunque diffidenti (nello schizotipico). In certi casi lo schizotipico può rassomigliare di più allo schizoide e non sentire il bisogno di relazioni. Questi pazienti sono comunque solitamente inibiti o bloccati nelle relazioni sociali e personali, o le affrontano in maniera atipica (avendo molta difficoltà nelle strategie di coping o adattamento), apparendo quindi strani agli occhi delle persone non famigliari e alimentando quindi un circolo chiuso di diffidenza reciproca.[8]

Lo schizotipico presenta quindi la cosiddetta "ideazione paranoide", ma senza giungere agli estremi del paranoide vero, e tende ad attribuire più agli altri individui le caratteristiche negative (condizione comunque possibile anche nel disturbo evitante), invece di svalutare sé stesso come l'evitante, e non percepisce spesso la sua inadeguatezza, proiettandola sugli altri (preoccupandosi di possibili danni che essi potrebbero fargli: ad esempio imbrogliarlo, usarlo, diffamarlo, agire "magicamente" contro di lui, contagiarlo con malattie o procurargli problemi legali); nell'evitante e nello schizoide inoltre non sono presenti distorsioni del pensiero ed evidente eccentricità, ma solo isolamento sociale (per paura nel primo, per disinteresse nel secondo). La percezione della realtà del paziente schizotipico non è comunque gravemente alterata come nelle psicosi e nel disturbo delirante, l'esame di realtà non è completamente compromesso e il pensiero, anche se appare divagante o strano nello stile, non è disorganizzato come quello degli schizofrenici. Egli mantiene quindi un certo funzionamento, seppur al limite, come tipico di molti disturbi di personalità. Nonostante la tendenza del soggetto a chiudersi in sé, rimuginando con il pensiero, e ad isolarsi mostrando chiusura e moderata ansietà, le idee fisse hanno come detto una forma più blanda rispetto a quelle paranoidi, essendo meno ostili verso l'esterno, pur potendo diventarlo in condizioni di forte stress.[8]

È stata dimostrata una correlazione familiare e statistica tra disturbo schizotipico e schizofrenia. Una percentuale - intorno al 12% - di questi pazienti schizotipici che hanno anche parenti schizofrenici di grado stretto, sviluppano loro stessi la schizofrenia o il disturbo delirante, ma di solito in una forma meno grave di quella famigliare, e da cui spesso guariscono. Molto frequente è che gli schizotipici o chi ha tratti di personalità schizotipica possa sviluppare il disturbo depressivo, disturbi d'ansia, altri disturbi dell'umore come il disturbo bipolare, disturbo ossessivo-compulsivo con scarso insight (bassa consapevolezza della falsità delle ossessioni e/o scarsa resistenza alle compulsioni) e disturbi correlati (dismorfofobia delirante, ipocondria e paura delirante di germi e contagio), disturbo somatoforme, che si incentrano sulle caratteristiche proprie del disturbo schizotipico (isolamento sociale, credenze bizzarre, idee fisse, ecc.) o derivano da ciò.[8] Spesso, più che lo stile di vita che conducono, è proprio la sofferenza causata da uno di questi disturbi a spingere i pazienti ad entrare in terapia.[8]

Il criterio diagnostico DSM-IV TR
Il disturbo schizotipico è stato codificato nel manuale DSM-IV TR secondo questi criteri[8]:

A - Un pattern pervasivo di deficit sociali e di comunicazione interpersonale, che implica uno stato di disagio del soggetto nelle relazioni interpersonali strette, e una ridotta capacità in esse. La difficoltà del soggetto riguarda inoltre anche distorsioni cognitive (o percettive) ed eccentricità di comportamenti. Questo quadro comincia a presentarsi nella prima età adulta (diversamente si tratta di altra patologia). Si presenta in più contesti ed è caratterizzato da almeno cinque dei seguenti sintomi:

idee di riferimento: convinzione che coincidenze ed eventi esterni casuali abbiano un significato particolare e insolito specifico per sé (idee ricorrenti che però non siano idee fisse)
credenze insolite o stile di "pensiero magico" (possibile comorbilità con disturbo ossessivo-compulsivo), tale da influenzare il comportamento e non attinente alle norme e credenze del sostrato culturale (es: superstizione, chiaroveggenza, telepatia, sesto senso, negli adolescenti fantasie bizzarre).
esperienze percettive insolite; stile espressivo con contenuto verbale oscuro (vago, circostanziale o "tangenziale", metaforico, troppo elaborato o stereotipato)
sospettosità o ideazione paranoide
affettività ridotta, rigida e trattenuta o inappropriata ai contesti
comportamento o apparenza strani, eccentrici
assenza di amici stretti o confidenti all'infuori di parenti di primo grado
ansia sociale eccessiva, che non diminuisce familiarizzando con la persona e, diversamente dal disturbo evitante, tende a essere associata a paure di struttura paranoide e non a giudizi negativi su sé stesso
B - I sintomi non compaiono in concomitanza con la schizofrenia, né con un disturbo dell'umore di tipo psicotico, né con altri disturbi psicotici o disturbi dell'età evolutiva.

Le esperienze percettive insolite possono essere ad esempio illusioni, uditive o visive, quali credere di vedere delle persone - una forma pervasiva della normale pareidolia - nell'ombra, nei disegni della carta da parati, nel fumo; credere di "sentire" la presenza di persone assenti; oppure in momenti di difficoltà emotiva, possono talvolta soffrire di episodi psicotici transitori (con delirio, paranoia, dissociazione, derealizzazione, depersonalizzazione, scissione, raramente vere allucinazioni, quando esse si verificano spesso sono allucinazioni uditive), brevi e con frequenza relativamente bassa (episodio psicotico acuto, disturbo psicotico breve).[16] Pur essendoci talvolta egosintonicità in quanto disturbo di personalità, per la maggioranza del decorso il paziente con schizotipia mantiene la consapevolezza, e si rende conto dei disturbi (presenza di residuo insight), consapevolezza che spesso è invece compromessa (salvo periodi di lucidità) nella schizofrenia e nel disturbo delirante. I pazienti schizotipici, come in altri disturbi di personalità, funzionano "al limite" tra nevrosi e psicosi (c.d. organizzazione borderline di personalità). Se i criteri si manifestano in giovane età prima dell'insorgenza della schizofrenia, al disturbo si aggiunge la dicitura "pre-morboso".

Sottotipi
Theodore Millon propose due tipi di schizotipia, pur potendo coesistere.[17] Infatti qualsiasi individuo con disturbo di personalità schizotipico può esibire uno dei seguenti sottotipi in maniera diversa (si noti che Millon afferma essere rara la personalità con variante pura, ma piuttosto è spesso probabile una miscela di una variante maggiore con una o più varianti secondarie):

Sottotipo Descrizione Tratti di personalità
Schizotipico "insipido" Esagerazione strutturale del modello passivo-distaccato. Include anche comportamenti schizoidi, depressivi, dipendenti classici. Senso di estraneità e non-essere; apertamente grigio, pigro, inespressivo; internamente insipido, sterile, indifferente e insensibile; pensieri "oscuri", vaghi e tangenziali.
Schizotipico timoroso Esagerazione strutturale del modello attivo-distaccato. Include comportamenti evitanti e dipendenti negativistici/passivi-aggressivi Circospetto e apprensivo, attento, sospettoso, guardingo, restringente, attutisce la sensibilità eccessiva; alienato da sé e dagli altri; blocca, inverte o squalifica intenzionalmente i propri pensieri.
Trattamento
L'uso di antipsicotici tipici, come aloperidolo, e atipici come risperidone e olanzapina, ma anche di anticonvulsivanti e di SSRI (specie se c'è comorbilità con disturbo ossessivo-compulsivo o depressione o disturbo bipolare) è considerato un trattamento abbastanza efficace, assieme alla psicoterapia cognitivo-comportamentale come supporto.

Precauzioni e prevenzione
Il paziente schizotipico deve evitare l'assunzione, durante la vita, di alcune tipi di droghe sintetiche come la metanfetamina, che sono risultate aumentare decisamente il rischio di sviluppare psicosi in questi soggetti.[18]

Note
^ Schizofrenia deriva dal greco σχίζω (schizo, diviso) e φρήν (phren, cervello), e cioè "scissione della mente"; al posto di cervello/phren il suffisso tipo deriva da typos e significa "figura, personalità", pur non essendo una personalità tipicamente dissociata, caratteristica più del disturbo borderline di personalità o del disturbo dissociativo dell'identità.
^ Sandor Rado, Chapter 12 – The Schizotypal Personality. (In: Theodore Millon (2004). Personality Disorders in Modern Life. Wiley, 2nd Edition. ISBN 0-471-23734-5. p. 403.
^ Meehl, P.E. (1962). Schizotaxia, schizotypy, schizophrenia. American Psychologist, 17, 827 838.
^ Siever, L.J. (1992). "Schizophrenia spectrum disorders". Review of Psychiatry. 11: 25–42.
^ Tasman, Allan et al (2008). Psychiatry. Third Edition. John Wiley & Sons, Ltd. ISBN 978-0470-06571-6.
^ Pulay, A. J., Stinson, F. S., Dawson, D. A., Goldstein, R. B., Chou, S. P., Huang, B.; et al. (2009). "Prevalence, correlates, disability, and comorbidity of DSM-IV schizotypal personality disorder: results from the wave 2 national epidemiologic survey on alcohol and related conditions". Primary Care Companion to the Journal of Clinical Psychiatry. 11 (2): 53–67. doi:10.4088/pcc.08m00679.
^ AJ. Connolly, P. Cobb-Richardson; SA. Ball, Personality disorders in homeless drop-in center clients., in J Pers Disord, vol. 22, nº 6, Dec 2008, pp. 573-88, DOI:10.1521/pedi.2008.22.6.573, PMID 19072678.
Manuale di psichiatria: American Psychiatric Publishing
^ Stuart C. Yudofsky, Robert E. Hales, Laura Weiss Roberts, Manuale di psichiatria: American Psychiatric Publishing, "Disturbo schizotipico", Edra Masson
^ Cfr. lo sviluppo della cosiddetta personalità abbandonica
^ Howard Berenbaum, Ph.D., Eve M. Valera, Ph.D. and John G. Kerns, Ph.D. (2003) Psychological Trauma and Schizotypal Symptoms, Oxford Journals, Medicine, Schizophrenia Bulletin Volume 29, Number 1 Pp. 143-152
^ Mayo Clinic Staff. "Schizotypal personality disorder". Mayo Clinic. Archived from the original on 9 March 2012. Retrieved 21 February 2012.
^ Ivana Caruso, Maria Cinzia Mantegna, Oikos legami familiari. Nuove prospettive d’intervento nei casi di genitorialità fragile: Nuove prospettive d’intervento nei casi di genitorialità fragile, [1]
^ Deidre M. Anglina, Patricia R. Cohenab, Henian Chena (2008) Duration of early maternal separation and prediction of schizotypal symptoms from early adolescence to midlife, Schizophrenia Research Volume 103, Issue 1, Pages 143-150 (August 2008)
^ Schizotypal personality desorder, su health.harvard.edu. URL consultato il 20 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2017).
^ Disturbo schizotipico - Istituto Beck
^ Millon.net: Eccentric Personality.
^ Chen, C. K., Lin, S. K., Sham, P. C.; et al. (2005). "Morbid risk for psychiatric disorder among the relatives of methamphetamine users with and without psychosis". American Journal of Medical Genetics. 136: 87–91. PMID 15892150. doi:10.1002/ajmg.b.30187.


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Pensi di avere il disturbo schizotipico?
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QUOTE (Pharmacologist @ Mercoledì, 08-Apr-2020, 08:09)
Pensi di avere il disturbo schizotipico?

Mah.

Quadrebbero molte cose rispetto a schizoide misto dipendente evitante. Sia relazionalmente che col mio doc atipico, che non ha risposto nemmeno al risperidone e risponde un po' a un farmaco di terza scelta (trazodone).
Il medico mi alzò per 1 mese il risperidone a dose quasi di psicosi ma dovetti smettere dopo poco perché una sera che non dormii presto mi venne un attacco di acatisia persistente

Ci sono test attendibili di orientamento?


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A me è stato fatto il test di Millon MCMI-III.
Per lo studio della schizotipia ti consiglio
https://www.amazon.it/Schizotypy-dimensions...k/dp/B00YY64304
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QUOTE (Pharmacologist @ Mercoledì, 08-Apr-2020, 08:17)
A me è stato fatto il test di Millon MCMI-III.
Per lo studio della schizotipia ti consiglio
https://www.amazon.it/Schizotypy-dimensions...k/dp/B00YY64304

Non c'è nulla on line del tipo aspie test, visto il momento? Mai nessuno ha voluto farmi un test a parte il rorschach


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Io fino da piccolo ho queste caratteristiche, piu o meno


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Non lo so, ma i test online sulle psicopatologie non hanno validità pratica, a meno che non siano preparati e certificati da personale competente. Men che meno quelli sui disturbi della personalità.
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Inviato il: Mercoledì, 08-Apr-2020, 09:40
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Quello che ti posso dire è di non fissarti sulla diagnosi. Anche se fossi schizotipico non ci sarebbero molti approcci possibili oltre alla cognitivo-comportamentale, neurolettici (se necessari) e trattamento dei disturbi in comorbilità.
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Klaus1
Inviato il: Mercoledì, 08-Apr-2020, 09:48
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Comunque trovo che lo SPD sia comprensivo nel mio caso.

La valutazione professionale 2009 diceva tratti A e C e il Rorschach 2002 diceva schizo qualcosa


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Inviato il: Mercoledì, 08-Apr-2020, 09:58
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idee di riferimento: convinzione che coincidenze ed eventi esterni casuali abbiano un significato particolare e insolito specifico per sé (idee ricorrenti che però non siano idee fisse) SI

credenze insolite o stile di "pensiero magico" (possibile comorbilità con disturbo ossessivo-compulsivo), tale da influenzare il comportamento e non attinente alle norme e credenze del sostrato culturale (es: superstizione, chiaroveggenza, telepatia, sesto senso, negli adolescenti fantasie bizzarre). SI

esperienze percettive insolite; stile espressivo con contenuto verbale oscuro (vago, circostanziale o "tangenziale", metaforico, troppo elaborato o stereotipato) SI. Ad esempio tendenza eccessiva alla pareidolia acustico visiva

sospettosità o ideazione paranoide SI

affettività ridotta, rigida e trattenuta o inappropriata ai contesti SI a volte sono freddo coi famigliari ma vorrei abbracciare estranei

comportamento o apparenza strani, eccentrici SI

assenza di amici stretti o confidenti all'infuori di parenti di primo grado SI

ansia sociale eccessiva, che non diminuisce familiarizzando con la persona e, diversamente dal disturbo evitante, tende a essere associata a paure di struttura paranoide e non a giudizi negativi su sé stesso SI




Senza farmaci sono così


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Inviato il: Mercoledì, 08-Apr-2020, 10:07
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Quindi la valutazione del 2009 ti ha diagnosticato dei tratti di cluster A e C. Significa che alcuni tratti della tua personalità rientrano in due gruppi relativamente omogenei di sintomi che costituiscono un insieme di disturbi. Quindi la tua personalità è molto più complessa di quella descritta dal disturbo schizotipico e, probabilmente, solo una minima parte di essa (alcuni tratti) è riconducibile a questo disturbo. La definizione nosografica dei disturbi della personalità è molto labile, poco delineata; ci sono molte varianti ed i tratti possono costituire una personalità eterogenea che però si integra in qualche modo. I test lasciano il tempo che trovano. Le personalità sono estremamente complicate.
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Klaus1
Inviato il: Mercoledì, 08-Apr-2020, 10:53
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dovrei trovare il resoconto breve del rorschach, lui mi lesse l'intero referto, ma io ero mezzo assente, mia madre ascoltava ma non ricordava nulla dopo alcuni giorni.

Ricorda solo 2 parole: sindrome del cavaliere solitario con inconscio rifiuto del sesso e una parola che significa scissione (la cercò su internet), crede "schizo".

Io smisi di ascoltare quando mi ritenni insultato e disse che pur essendo intelligente sopra la norma avevo la maturità non di 17 anni ma di 10-11 anni, un Peter Pan. Ora avrei reagito.

In effetti la mia maturazione emotiva è stata lentissima


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Inviato il: Mercoledì, 08-Apr-2020, 11:28
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"Schizo" deriva dal greco e significa "scisso", "diviso".
La diagnosi (mai sentita, tra l'altro) mi sembra la classica pirlata psicoanalitica imbevuta di retorica freudiana, con tanto di giudizio. D'altronde cosa ci si può aspettare dal Rorschach. Personalmente farei riferimento al referto del 2009 e magari lo farei integrare con una visita completa attuale, che tenga conto anche del decorso clinico dall'esordio del disturbo.
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Klaus1
Inviato il: Mercoledì, 08-Apr-2020, 12:25
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Anche per me è robaccia freudiana tipo Edipo irrisolto mescolata a lettura a freddo.

Sul finale disse "si consiglia rivolgersi a psichiatra per trattamento farmacologico"

Nel 2009 scrisse DOC permanente da iniziale sindrome PANDAS e tratti personalità cluster A e C


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