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> Il Mio Diario, uno sfogo o qualcosa di più
 
andre92
Inviato il: Lunedì, 31-Ott-2016, 13:15
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Non so come mi sento... è una di quelle fase stazionarie che probabilmente, a meno di eventi positivi, portano alla fase "depressiva".
Non so come spiegare, si può parlare di fase di stagnazione. Fase in cui fai quello che facevi prima, ma con meno convinzione. Inizi a domandarti a che pro lo fai ecc.
Anche questa decisione di ritornare in italia... iniziano a sovvenirmi i lati negativi della faccenda.
Sicuramente ritornare in Italia mi rende contento, in parte, ma dall'altro so bene dove sto ritornando. Insomma psicologicamente qui o li è uguale, o da un certo punto di vista peggio.

L'obbiettivo e le cose da fare rimangono, ma riuscirò ad essere forte abbastanza?
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andre92
Inviato il: Mercoledì, 02-Nov-2016, 00:55
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oggi, pensando al futuro mi è venuta un po' d'angonscia/ansia che quasi scaturiva in pianto.
Per quello che farò/dovrò fare in Italia ma anche al dopo.
Pensando al tirocinio all'estero che forse, se mai verrò preso, mi attende.

Mi capita spesso di "angosciarmi"/diventare ansioso pensando ad un fatto ma è la prima volta che mi rendo conto quanto forte è stato quel pensiero. Il fatto scatenante è stato il viaggio: l'attesa del viaggio è angoscia più angoscia di quel che accade (ma anche all'opposto, piacere).
Pensando che se riuscirò ad iniziarlo dovrò farlo in:1) lingua straniera che non mi ancora così familiare 2)città che non conosco 3) con materie non facili 4) da solo.

Di per se dovrebbe fare lo stesso effetto adesso, ma non è così. Potremmo definirli brevi attacchi ansiolitici ma poi in effetti non è così visto che oltre all'angoscia e voler scappare, non c'è nient'altro

chissà se riuscirò a controllare me stesso e tranquillizzarmi...
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andre92
Inviato il: Venerdì, 11-Nov-2016, 01:36
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e tutto si ferma, di nuovo.
In questi 10 giorni non è successo tantissimo ma è successo qualcosa.

sono tornato in italia. Sono ritornato per qualche giorno in friuli, ho rivisto persone, gente. Non mi sono sentito ne male ne bene. Chi mi conosce mi vede bene... io gli ho sempre detto che i depressi o comunque nella mia situazione, in determinati contesti male non sentono: di cosa dovevo lamentarmi? stavo in mezzo ad amici, in un posto che rivedo volentieri e soprattutto non pensando troppo a quello che sono.
Non ho provato grandi emozioni, solo ogni tanto attimi di gioia, casuali, senza che il motivo scatenante fosse così forte per provocarlo.
Ho fatto una cazzata anche: in pratica cerco sempre notizie che non mi vengono dette riguardo la mia persona: pensieri, opinioni che si scambiano amici che magari e non mi vengono dette o forse che vengono dette in maniera diversa, in maniera più diretta, stronza; questo porta a farmi i cazzi degli altri, ogni tanto e quando so di poterlo fare. Non mi metto a fare cose illegali, ovviamente, ma ad es. se posso controllo le conversazioni degli amici (un cellulare lasciato li, un facebook non chiuso).
E' capitato stavolta con la mia amica, se n'è accorta, dopo si è incazzata, perché oltre a violare le sue cose, questo dimostra che non mi fidi... anche se lei lo sa come sono fatto abbiamo parlato e mi abbia detto che si è arrabbiata ma non importa, so benissimo che importa.
Per un attimo ho pensato che la "perdessi", in verità so che non mi abbandonerà ma sicuramente so che un po' all'erta starà su questo pdv

Comunque oltre questi pochi giorni di ospitalità fuori, sono ritornato in calabria.
Quale umore? L'umore di dovere quantomeno andare dallo strizza.
Una parte di me si vuole crogiolare nel suo dolce far niente che porti alla "morte", ma non posso permetterglielo.
Devo reagire ma so già che sarà dura...
Speriamo bene
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andre92
Inviato il: Venerdì, 18-Nov-2016, 17:34
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iniziano le giornate vuote, senza scopo. O meglio, inizia la lunga storia per capire me stesso aiutato da qualcuno.

La situazione a casa è sempre la stessa. Nulla cambia.
Quello che deve cambiare sono io, ma i presupposti non ci sono, c'è solo la volontà.

Spero vivamente che lo strizza riesca a farmi capire cose, col tempo... anche se anche quello non né ho tantissimo, o quantomeno ne ho ma devo usarlo bene, intendo il tempo da buttare.
il primo colloquio è andato discretamente bene. Si è parlato di alcune cose non di tutte e anche io non mi sono aperto al 100%, mit ruhe.

In questi giorni studio, mi chiedo perché lo faccio in parte. Spero di ritornare in Deutschland? Probabilmente ma non ora, non ancora... deve mettere una fondamenta di qualcosa, preferibilmente di cemento armato resistente ai terremoti e per farlo ci vuole tempo.
Cosa fare nel frattempo?
In effetti qui non ho nessuno a cui tenga veramente e non ho come impiegare il tempo in altro modo.

Ce la farò, spero...

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andre92
Inviato il: Giovedì, 24-Nov-2016, 23:04
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pur sapendo che magari è solo ansia, continuo a pensare al lavoro o meglio i primi lavori che probabilmente farò come una prigione.

Mi è appena successo. Una sorta di gabbia che si crea e dalla quale non posso uscire. Una tristezza/depressione infinita che dura per qualche secondo.
Le uniche cose alle quali penso sono: lavorerò 40 ore settimanali, non riuscirò a fare nient'altro e se andrò dove nessuno mi conosce, sarò irrimediabilmente solo e con quattro solo in tasca che mi porteranno a stento a vivere. è un pensiero che mi fa scappare e mi blocca è un pensiero, tutto sommato, orribile ed è anche quello che mi fa star fermo.

Forse anche influenzato da quello che mi circonda (situazione economica del paese e visione del lavoro in famiglia) vedo come lavoro = vita = niente svaghi = depressione = morte.
Non per niente preferirei fare un lavoro o part time (che non ti da abbastanza soldi però) o comunque con una scadenza certa.
Come la psicologa ha detto è vero che io sono libero di liberarmi quando voglio, eppure il pensiero arriva sempre.

Certo in questi pensiero non si tengono in conto alcune cose: la vita stessa. Il fatto che prenderei dei soldi, potrei conoscere nuove persone ecc.
Sono forte abbastanza per tutto questo? non lo so...
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andre92
Inviato il: Mercoledì, 30-Nov-2016, 00:29
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gli incontri proseguono. La psicologa mi ha già ampiamente inquadrato. (mi ha già dato del testardo, cocciuto e ha capito che non arrivo mai al punto, devio).

Si è parlato di cose molto private quest'oggi e inoltre, l'ho vista preoccupata sulle problematiche umorali e su come parli "tranquillamente" di suicidio.
Ovviamente vuole indagare meglio su questa cosa.
Io, ovviamente, ero li che volevo arrivare. Posso affrontare tutto: parlare apertamente con la famiglia, limare il mio carattere e la mia visione sul lavoro ecc ma questo fatto "umorale" no.
Spero che si risolva e col tempo capirci qualcosa (sperando di non usare dei farmaci, temporanei).

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Inviato il: Mercoledì, 07-Dic-2016, 13:17
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non riesco a gestirmi: non riesco a gestire il pensiero e le emozioni.
Sono ingabbiato in questo.
Ho fatto un "colloquio". Non l'ho vissuto al meglio, anzi.
L'ho fatto principalmente per capire come reagivo.
In generale, le solite cose: troppi pensieri, troppa ansia, troppa voglia di "morire" in quella situazione; sentirsi inadeguato, insensibile a quello che si va a fare e ingabbiato. Per una paga poi misera: 500 euro per più di 40 ore settimanali. Dici son soldi, dici che va bene non lo farai per sempre, ma il pensiero, l'umore, il fatto che starei qui per un po' senza via d'uscita... no, troppo forte.
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Inviato il: Venerdì, 16-Dic-2016, 01:11
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è incredibile come i colloqui con la psicologa mi diano fiducia...
ho fatto il quarto incontro, ho parlato di molte cose probabilmente 70% delle cose importanti.
Manca ancora di parlare e risolvere la parte di interazione cioè come interagisco con gli altri, alcuni atteggiamenti, relazioni con l'altro sesso ecc. Si è accennato qualcosa ma lo scopo principale adesso non è quello ma sicuramente non è meno importante.

La situazione a casa non è bella: troppo stress, troppe urla, troppo odio probabilmente. E io in mezzo... volente o nolente a gennaio vorrò andar via. Anche a morire di ansia, anche se dovrò andare sotto un ponte, andrò via.
Spero di riprovare in terre germaniche, anche se ho sempre paura: la lingua, il lavoro, la burocrazia e soprattutto non avere un obbiettivo reale o un piano b.
SIcuramente devo iniziare qualcosa, qualsiasi cosa e poi vedere ma non avere un "Piano" un ambito che possa aprirmi per migliorare poi la mia vita non c'è, o meglio c'è ma lo trovo tutto campato in aria... e se non mi prendono? e se non mi piace? e se scopro che non lo voglio veramente fare? non sarebbe stato meglio a ugual paga, fare quel lavoro di merda e dedicarsi ad altro?
E se il tempo per altro non c'è?
ecco tutto questo mi porta via...
ovviamente il pensare troppo è un problema, la psicologa mi ha dato un esercizio per "aprirmi" con me stesso: parlare con me stesso, ad alta voce, guardandomi, esprimere quello che voglio dirmi.
Un po' funziona. Siamo solo all'inizio, certo... Secondo lei anche un problema è che non voglio parlare con i miei familiari apertamente. Step by step mi ha consigliato di aprirmi... su questo sono titubante ma magari cose un po' per volta si possono dire
Ci vorrà tempo, tanto tempo ma soprattutto azioni. Restare fermo non serve, non posso è inutile e soprattutto non aiuta la psicologa a capire chi sono.
Diciamo che con lei accanto (per quanto poi gli incontri siano solo sui 4 mensili) potrei farcela.
sono fiducioso, ansioso certamente, ma fiducioso.
Non ho più veri cali depressivi, anche perché in casa abbiamo un altro membro: il fratello tornato per un po'. Mi riesce difficile essere "depresso" con qualcuno accanto che conosco "bene" che non siano i genitori. Non ne ho il tempo, poco spazio personale e non voglio che vedano quel lato di me... Non dico che tutto ad un tratto divento festaiolo, rimango sempre lo stesso ma la presenza fa si che io non cada in pensieri e umori troppo profondi.
Insomma per ora tutto è stabile sapendo che dentro non lo sono per niente... speriamo bene.
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andre92
Inviato il: Lunedì, 02-Gen-2017, 00:50
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non scrivo da un bel po' noto...
cosa è successo in questo periodo... le vacanze o meglio gli altri erano in vacanza io mi ci sento dal 2015 anche se non è proprio una vacanza ma un calvario, un trovare una mia strada.

L'umore e l'atteggiamento di questi giorni è stato normale: ne troppo triste ne felice.
In mezzo c'è stato natale: il natale a casa mia non è natale. Il clima familiare è sempre stato pessimo e le feste sono un periodo in cui tutti sono a casa e quest'anno c'è anche il fratello.
Il che significa che qualsiasi cosa fa scattare le urla di mia madre e le litigate.
Sarò pure meridionale ma le mangiate stratosferiche che ogni calabrese/siciliano ecc fanno nel corso delle festività io non le ho mai viste. Queste giornate sono come le altre, anzi peggio perché il cibo per chi cucina (mia madre) sembra sia una fustigazione divina; non sapendo cucinare granchè e non cercando di migliorare al riguardo anche sotto i nostri consigli, che lei vede sempre e solo come critiche, tutto diventa una tragedia.
Anzi quest'anno è stato un pranzo normale o comunque diverso. Siamo stati dalla nonna che anche se anche lei non è una cuoca almeno fa cose decenti. Sembrava un qualcosa di "normale" come tutte le famiglie fanno. Poi ovviamente mia madre ha litigato con lei per stupidaggini, dei travisamenti di cose dette e incomprensioni e siamo stati costretti ad andarcene

Non solo per questo fatto ma per il concetto di natale in se e da come è sempre stato vissuto a casa tutta la giornata dal 24 sera fino al 25 l'umore era veramente depresso.
Il che significa che inizio a pensare a quanto tutto quello che vivo faccia schifo, (nello specifico il natale) la mia famiglia fa schifo, io faccio schifo e inizia a venirmi in mente la frase: dovresti essere morto.
Solo una cosa positiva potrebbe risollevarmi il morale o quantomeno non farmi pensare. Questo non è avvenuto.
Poi sia per il fatto che ho gli amici che sono tornati e quindi non sono sempre chiuso in casa la cosa è passata il giorno dopo. La cosa che più mi sorprende è che non ero solo ma l'umore non era comunque pessimo: non è bastato un fratello in casa per farmelo cambiare.

In mezzo c'è stato il mio compleanno. Per me il compleanno è relativamente irrilevante però è stato relativamente positivo. Certo oltre i familiari, se lo sono ricordato in 4 persone (e quanto dico quattro sono quattro): le 2 mie care amiche e la famiglia del mio amico.
Vedete sono un po' uno stronzo, vedo il mio compleanno come qualcosa di inutile, irrilevante ma aspetto e spero sempre che almeno quelle poche persone a cui tengo se lo ricordino. Sono stato relativamente "male" tutta la mattinata sperando che qualcuno se lo ricordasse. è strano no?
Perché se mi ritengo inutile ecc, spero che qualcuno se lo ricordi? perché devo dipendere dall'altro per essere felice e non riesco a "farmi gli auguri e brindare" da solo? Potevo semplicemente dire a quei quattro stronzi che sono qui "senti oggi è il mio compleanno usciamo e ti offro na roba", ma non lo faccio, non lo faccio mai... perché?
Fatto stà che, la cosa più strana ma piacevole è che alla sera andando a cena di questo mio amico sono stato trattato relativamente da festeggiato (hanno addirittura stappato e usato un panettone come torta xD).
Eppure la cosa mi rende comunque infelice, nel senso: so che ci sono e mi voglio bene ecc, ma (ed è questi ma che mi fregano), la mia famiglia non è così, non ho una famiglia del genere, anzi vorrei dire che, escluso fratello e sorella, non ho una famiglia. Sono solo insieme di persone che vivono insieme, come dei robot. Ma anche fratello e sorella sono fatti della stessa pasta. Mi vogliono bene, ma si comportano come loro (parzialemente) e forse io pure.
Io non ho quella famiglia che mi ha fatto stappare. Ho qualcos'altro. Certo potrei crearmela ma... sono lontano dal farlo.

Oggi è 1 gennaio. Da qui a un mese dovrò essere via da questa casa. La germania mi attende.
Sono veramente veramente agitato, spaventato, depresso e leggermente speranzoso al riguardo.
Da una parte c'è il non voler fare un lavoro di 30-40 ore senza tregua (magari è solo pigrizia/immaturità come disse la psicologa), dall'altra c'è la volontà di crearsi un futuro.
In questo momento però vorrei essere avviato nel percorso della vita, quanto essere un barbone e essere vicino al fallimento totale e morire così.
Parzialmente potrebbe essere la stessa situazione di quando ho fatto l'università: solo, senza aver capito bene quello che si è scelto a farsi il mazzo. Li paradossalmente, per i primi 2 mesi ho pianto quasi tutti i giorni, paradossalmente ero messo molto peggio di adesso come auto analisi
Adesso però questa cosa è molto più difficile. Andrò senza quasi appoggio, senza sapere bene la lingua, senza essere sicuro e soprattutto senza che quella cosa che faccio mi piaccia e mi iporti da qualche parte. Forse però è proprio questo che devo seguire: il caso.
Il problema però sta in un fatto, i soldi. Ho sempre avuto di morire di stenti perché non so fare un cazzo (cioè qualcosa che possa portarmi denaro) e quindi non ho come guadagnarmi denaro.
Ora più che mai questa paura è presente. Se avessi un po' di soldi risparmiati da parte partirei tranquillo. Quei soldi però non li ho.
Parlerò prima con chi mi ospiterà perchè sappia tutte le mie pare perché solo così potrò sentirmi tranquillo nei suoi confronti.

Pregate per me xD
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andre92
Inviato il: Giovedì, 19-Gen-2017, 01:07
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mmmh cosa dire...
è un momento di transito tra la partenza e l'attesa.
Aspetto di andare dallo psichiatra. Il test della personalità ha fatto propendere per una visita.
Secondo lo strizza niente di veramente serio ma comunque ansia/umore non sono da prendere sotto gamba. Quello che spero io è che mi dia qualcosa per tenere a bada 1) l'ansia, quella vera, forte 2) l'umore depresso di alcuni momenti, insomma anche qualcosa solo al bisogno.

è risuccesso oggi pomeriggio. In generale accade spesso che il pomeriggio possa venire l'umore depresso. Non so perché. Oggi in particolare è arrivato di "soppiato". Certo la motivazione principale in questo momento su cui si aggrappa è: non stai facendo nulla qui e quando ripartirai fallirai oltre che alcuni problemi interni in famiglia che mi fanno sempre più rendere conto di quanto la situazione sia quello che è (un minimo basta per far ritornare le urla) ma anche di quanto sia succube di questa cosa e di come dovrei poi reagire dicendomi essenzialmente: non è colpa tua, l'unica cosa che puoi fare per te stesso e fare qualcosa, quindi andar via.
Così da un lato mi sento come se qui volessi fare qualcosa di utile ma non ho modo (progetto cosa che voglio andarmene presto?) dall'altro fallisco mentalmente; di quello che dovrò fare, cioè, arrivano pensieri di fallimento/commiserazione. Fallirai perché non sei capace di, fallirai perché non hai abbastanza soldi per, fallirai perché quello che farai è una gabbia, fallirai perché fa freddo e magari non ho abbastanza vestiti e non ho i soldi per prendermeni di nuovi. Cose così. Cose possibili ma in realtà che non avverrano (si spera).
La cosa positiva è che mi accorgo di esserci caduto dentro, cosa che prima non avveniva.
Un buon esercizio che mi ha dato lo strizza è "fermarmi": in pochi minuti, visto anche il mio comportamento a rimurginare/tergiversare, immaginare la persona con cui si ha il problema (anche se stessi) e in quei 5 minuti esprimere i dubbi, le problematiche e la relativa soluzione.
Funziona? non del tutto, sicuramente mi rende schematico, indirizzato.
Non riesco a farlo per l'umore però ma per i pensieri si.
Oggi ha aiutato? non saprei neanche questo, sicuramente dopo l'umore è tornato normale.

Per il resto.. tanta preoccupazione appunto e lotta per convincermi che sto facendo la cosa giusta.
spero di partire presto, spero che la prossima volta che scriverò sarò già in deuschland
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Topogigio
Inviato il: Mercoledì, 12-Apr-2017, 13:51
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Ciao Andrea,

ho letto qua e là le tue riflessioni e avventure. Mi sembrava un po' di rivedermi, quando ero giovane, anche se con contenuti parzialmente diversi. Hai un gran casino in testa, come ce lo avevo io. Tanti pensieri, in molte direzioni, tanti progetti, una grande ansia di fare la cosa sbagliata. Non ho soluzioni per te, tutti speriamo che i nostri pensieri, un giorno, vadano magicamente a posto, ma forse bisogna attraversare molti luoghi, interni/esterni/condivisi, prima di trovare un po' di pace. Ci vuole tempo, un aiuto psicologico (come stai facendo tu) e magari anche farmacologico. Se guardo ora al mio passato, ora che ho superato i 50 anni, ai tanti anni disperati, strainquieti, alle mille domande (e alle mille risposte che mi davo) che mi attraversavano la mente tutte insieme, mi sembra un brutto sogno, durato un attimo. Eppure è durato una vita. Non troverai tutte le risposte, non è nella nostra capacità di esseri umani - prenditi tempo - non sei sotto esame - considera che non c'è giudice più severo di se stessi - sei così giovane, la vita ha ancora tanto da darti e da mostrati. Anche facendo errori, che sono comunque inevitabili. Le cose occorre ripercorrerle molte volte prima di capire qualcosa di se stessi. Non voler arrivare subito, è una lotta immane, disumana. Datti tregua, anzi tregue.
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andre92
Inviato il: Martedì, 30-Mag-2017, 01:06
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riscrivo dopo molto tempo.
ho pensato molto a scrivere in questo frangiente, ma mi sono detto: perché? perché continuare a lamentarmi qui e dire sempre le solite cose? In effetti so già cosa dovevo fare.
Dove siamo arrivati dunque?
Son partito, sono in GE da un mese e mezzo. Sono successe cose positive, mi sono messo in gioco e sono migliorato in molte cose (non ho paura ad esempio di parlare tedesco).
Dove siamo? al punto di partenza, ancora. In effetti però, nella pratica, nothing happend. Sto ancora cercando: dopo alcune prove alcune fallite altre magari riuscite siamo ancora qua. Tra lavori che erano da un po' schiavitù e altri che non mi davano abbastanza (ore di lavoro e soldi) non ho ancora trovato nulla.
Sono positivo? no, ma neanche negativo. Sono realista. So che se non ce la farò in poco tempo, me ne andrò di nuovo, perché è giusto così. Sto dando tanto, tantissimo, forse non tutto ma ci sto veramente provando.
Il punto è che sento la pressione e questi miglioramenti sono utili per me e la psicologa. Se "fallisco" rimarrà solo il fallimento, del resto non importa a nessuna. In più la depressione colpisce, oggi particolarmente. Una sorta di demoralizzazione che porta poi a chiederti se stai facendo la cosa giusta, se non sarebbe meglio provare altro: dove? come? non è questo che volevo? e quindi sentirsi perso perché non riesci, perso perché non hai un futuro, perché alla fin dei conti è vero sono capace, ma non importa a nessuno; dovrei essere abbastanza forte da essere più forte di quello che il mio fisico richiede per provare a fare un passo che mi porti ad una nuova vita troppo lontana da raggiungere: potrei diventare ad esempio uno psicologo clinico però ci vogliono anni; come è possibile che io riesca alla mia età a ricominciare in questo modo e raggiungere quel punto? ed è qui che ritorna anche l'idea suicidaria...
Non fraintendete, ho pensato poco da quando sono qui, sarà anche per via del farmaco, ed ha aiutato. Il punto è che vorrei trovare qualcosa che mi faccia vivere senza che mi stanchi eccessivamente, un part time ad ex. Esiste questo lavoro, il punto è che pochi di questi mi hanno chiamato a fare una prova.
Una cosa positiva c'è stata, la prova come Costruttore/Riparatore di Piano. Ho fatto un viaggio due volte verso la baviera, da solo, in più in tedesco. Se mi prendono sono 3 anni e una carriera/lavoro assicurato. Tutto questo da solo. dovrei essere orgoglioso di me.

Vi saprò dire che ne sarà di me, stay tuned.

p.s. topogigio io voglio solo fare qualcosa che mi piaccia e mi faccia ripartire. Chiedo troppo?
e adesso sei contento di come sei?
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Topogigio
  Inviato il: Martedì, 30-Mag-2017, 09:46
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Ciao,

la mia vita è sicuramente più stabile, anche se non sono sempre soddisfatta, ci sono momenti e momenti. Non chiedi troppo, ma bisogna fare i conti con le proprie fragilità, non si può fare di sé stessi qualsiasi cosa. E non sempre si trova disponibilità nel mondo, negli altri. Ti auguro buona fortuna.
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andre92
Inviato il: Mercoledì, 05-Lug-2017, 22:39
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Le cose migliorano, non peggiorano, restano uguali.

Sono sempre in DEUtschland, più povero di prima, molto più povero di prima, ma con un lavoro.
è il lavoro che non volevo: fastfood service. Mah almeno ho un contratto regolare, part time, non schiavizzato e soprattutto un lavoro. Inizierò tra 10 gg; non riuscirò a mettere nulla da parte, ma sempre meglio che tornare in italia. Non che tornare in Italia sia sbagliato, anzi, ma non saprei cosa fare e fino a che non viene nulla di concreto (dall'idea alla realizzazione), non vale la pena.

Cosa è successo in questo mese? In parte le solite cose, in parte cose nuove.
Una stanza, un lavoro, viaggi che mi sarei risparmiato, stress più o meno altalenante.
La depressione c'è ancora, lo sento. Continuo ad avere veri momenti no, anche se non negli ultimi 10 giorni o anche più. Ma in questo periodo c'è un cambiamento, non so di che tipo, interiore. Inizio a vedere e magari anche l'inconscio vede, che deve provare a fidarsi.

Ora però, si ritorna al problema secondario: ora che un lavoro ce l'ho, cosa fare nel resto del tempo?
In questo momento sono solo; o meglio, gli amici che ho qui, li vedo di meno, giustamente. Ma il punto è che non ne ho altri e non so come trovarni di nuovi. Non sono dentro un sistema, non è università, non è neanche lavoro. Ho conosciuto parecchia gente direi, ma nessuno di questi è passabile come amico e sinceramente, per quanto non mi stiano sul cazzo, anzi, son bravi ragazzi, non abbiamo molto in comune. Eppure non che non ci provi a socializzare quando sono in compagnia, solo che... non ci riesco a pieno. Non lascio il segno, boh... Sta di fatto che sono ampiamente solo e non ho come uscirne.

Non ditemi potresti andare qua e la perché, da solo, queste cose, le vedo molto tristi.
Oggi ad esempio, c'era un tandem night organizzato da Aegee; ho chiesto se qualcuno volesse andare... nessuno. Da solo, non mi va. Non è timidezza, è che l'attenzione è focalizzata in quel caso troppo su di me e in genere le persone non sono interessati alle cose, pesanti, che secondo me dico. Magari con amici, la cosa si alleggerisce e non mi sento troppo al centro di un'attenzione che non voglio. O meglio, non è un'attenzione per la quale io so di essere in vantaggio. è complicato.

Per il resto però oltre la socialità c'è la progettazione: cosa fare quando non si lavora?
Non vorrei sprecare il tempo, come faccio adesso, a star al pc.
In università stavo bene perché c'era un equilibrio tra: pc, studio ,amici, musica.
Adesso c'è una noia pazzesca.
TUtto quello che potrei fare (escluso correre, uscire, passeggiare), implica spendere soldi. La palestra, comprare dei libri, tutto comporta il soldo e io non ce l'ho. Stavolta non ce l'ho veramente.

In questi momenti e probabilmente da qui a 10 giorni quando inizierò a lavorare, sarà una noia totale ma soprattutto sarà un sentirsi come quando ero in Italia, non tanto depresso quanto voler fare qualcosa, ma non poter farlo.

E poi c'è la musica... al corso di costruttore di piano non mi hanno preso, ahimè... Ero sicuro (come mai prima in vita mia) che seppur non mi facesse impazzire, mi avessero preso. E invece...
Ci son rimasto molto male, ma tant'è.
Inizio a pensare che forse stia scegliendo la strada sbagliata di dover far altro...
La musicoterapia è l'ultima cosa possibile che mi è venuta in mente di studiare.
Solo che costa, e non poco...
Non è tanto la confusione che mi preoccupa, quanto tutti i no che sto ricevendo. Direte, è normale ma io... non ho veramente idea di cosa fare della mia vita altrimenti, se non a studiare qualcosa che mi interessi un poco. E ad eccezione di questo, non c'è niente altro. Forse psicologia, anche se forse è solo un modo per auto curarmi... chi lo sa.

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andre92
Inviato il: Giovedì, 03-Ago-2017, 19:45
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In questo mese è iniziato il lavoro.
Soprattutto è iniziata la stanchezza.
é una stanchezza importante, mi serve più di un giorno per recuperare dal dolore (gambe, braccia) e comunque non se ne va.
Dormo regolare, bevo, cerco di uscire ogni tanto; ma effettivamente, mi sento sempre stanco (stare dalle 6 alle 7 ore in piedi e dover lavorare così tanto sotto pressione, non fa per me).
Probabilmente gli altri lo hanno capito che faccio schifo a fare questo (o meglio non sono portato), non sto in cucina, faccio disastri. Sembrano tutte macchine... bah.

I colleghi, almeno, non sono tutti stronzi. I capi un pò si, ma... sono capi.
Non ho avuto veri e propri momenti depressi. Tranne una sera che mi sono sentito veramente triste, ho pianto; pensavo che i mondo mi cadesse addosso, di essere caduto nella cosa che non voglio. Eppure.
Ci sono però due tipi di persone che lavorano li: 1) gli studenti/giovani, di passaggio che lo fanno per i soldi 2) chi lo vuole fare veramente, gli "ottusi" che si accontentano e vogliono solo sposarsi e avere uno stipendio migliore... mah. Non li capisco.

Per il resto, non c'è molto da dire. Sto cercando di fare amicizia con i colleghi/persone che conosco e che mi stanno simpatici ma è molto difficile. Magari con qualcuno ci si scambia messaggi ma l'amicizia, anche quella superficiale, è altra cosa.

Dovrei/vorrei studiare, entrare in qualcosa che mi piaccia... intanto non c'è niente. Troppo stanco per fare tutto anche se ogni tanto ci provo.
Spero solo che la depressione, quella cazzuta non ritorni...
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