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> Analisi Di Un Libro, Lavorando su me stesso
 
Zommy The Fighter
Inviato il: Giovedì, 05-Gen-2017, 00:10
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Per necessità di stare meglio, ho deciso di creare questo post con cui analizzo e cerco di applicare il più possibile ciò che ho iniziato a leggere su un libro inglese dedicato proprio ad "Liberarsi dalle catene del DOC".
Il libro è in inglese ma ho il vantaggio di potermelo lavorare essendo io stesso un madrelingua.

In questo periodo ho bisogno di darmi una spinta a causa di una ricaduta che sto affrontando. Quello che ho imparato è che solo tirando fuori unghia e denti si può stare meglio, il primo passo è sempre quello più importante e dipende solo da noi.
Ho ripreso a sentire la mia terapeuta ma ho bisogno di fare del lavoro io stesso, scrivendo il più possibile in quanto ritengo importante il fatto di poter scrivere le cose e non figurarsele solo nella testa.

Preferisco lavorare su questo post ed "allontanarmi" dal forum quale luogo in cui parlare di problemi e dover purtroppo condividere e "sentire" i problemi degli altri.
Sebbene credessi potesse essermi di aiuto, mi sono reso conto che ciò è stato fino ad un certo punto in quanto ho sentito che tutta la negatività hanno iniziato a compromettere maggiormente la mia situazione. Non me ne vogliate, ma parteciperò molto molto meno attivamente al forum.

Voglio fare però questo percorso in cui cercherò di applicarmi sulla mia situazione.
Vediamo cosa ne esce.

Non starò a tradurre libro, ma prenderò semplicemente gli spunti più importanti.
Penso che scriverò poi con colore diverso quelle che saranno le mie risposte e considerazioni.

Se possibile MAX ti chiedo di bloccare i commenti o cmq trovare un modo di limitarli o al massimo dopo mettere tutto il mio lavoro in un blocco unico.
Non risponderò a domande e non interagirò, non me ne vogliate. E' un mio percorso personale che spero possa essere utile condividere con voi.

Lo farò step by step nel tempo.

Partiamo

Salto a piè pari i primi due capitoli in quanto descrivono ciò che è il disturbo, in cosa consiste e così via....oramai lo so a memoria.

Vado al

CAPITOLO 3.


COME FA IL DOC A PRENDERE POSSESSO DI NOI ED A MANTENERCI IN PUGNO

Capire che si ha un problema sicuramente è il primo passo per fare qualcosa e reagire, tuttavia non è il solo passaggio. Di certo sbarazzarsi del doc, con o senza aiuto professionale, deve essere qualcosa che viene fatto dal sofferente tramite sangue, sudore e lacrime.
Fosse facile agire sulle proprie paura, chiaramente lo avremmo già fatto da un pezzo. Ci sono state volte sicuramente in cui tutti noi ci siamo resi conto a mente fredda che sembra ridicolo agire su questi pensieri, ma abbiamo una sensazione di sottofondo per la quale ci sentiamo che dobbiamo controlllare/fare dei rituali etc. per sentirci al sicuro. Il problema è che nel mezzo di un pattern di pensieri ossessivi e comportamenti questi comportamenti sembrano tutto tranne che ridicoli. La compulsione ha proprio la sensazione di essere necessaria, la si sente come necessaria.

Abbiamo tutti imparato che i pensieri intrusivi sono normali e molto comuni. Ma perchè è così difficile per noi semplicemente ignorare o dismettere questi pensieri?
La differenza tra qualcuno che è infastidito da un pensiero ed una persona che non lo è giace tutto nel peso dato nell'avere quel pensiero.
Il pensiero se interpretato come significativo conduce ad ansia (risposta emotiva) e al controllo (risposta comportamentale).

NON E' IL PENSIERO AD ESSERE IL PROBLEMA, E' IL PESO CHE DAI AL PENSIERO

E' cruciale ricordare che chiunque e qualsivoglia persona posso avere questo tipo di pensieri. Per esempio è altamente inusuale che neo madri e padri non abbiamo pensieri di far del male ai loro figli o pensieri di qualcosa negativo che gli capiti.

I PENSIERI INTRUSIVI CHE PIU' FANNO MALE RIGUARDANO LE NOSTRE PEGGIORI PAURE.


Ecco che qui sto riflettendo. E' evidente il motivo per cui il doc su di me si sofferma su specifiche tematiche e non su altre. Mi sono sempre chiesto perchè non ho doc su tematiche di simmetria, piuttosto che religiosi, piuttosto che di pedofilia o tanti altri.
So che do molto peso all'amore, alla relazione, all'aspetto sessuale. Ho sempre avuto una passione per le donne e per il sesso.
Sono tuttavia anche una persona che un pelo si attacca al denaro, non ama sprecare i soldi. Sono una persona altruista, mi do sempre agli altri e do tutto alle persone a cui tengo.
Ed ecco che le mie tematiche si attaccano sulla relazione, perchè ho paura di soffrire, restare solo, far male alla mia fidanzata. Ecco che si attacca sull'orientamente sessuale in quanto la mia grande paura è non farmela più con una donna, di perdere per sempre questa cosa magica intorno alla quale ruota molto della mia vita. Ecco che si attacca quando ho paura di fare dei danni, che il chiudere male l'acqua, o la porta, o il gas possano portare a dei danni alle persone, che io possa così finire in prigione, restare solo, morire solo.
Ecco che il doc si attacca sempre alla mia paura di restare solo, di essere abbandonato, di essere rigettato dalla società, da chi mi ama.
Tutto chiaro direi.


Pensa a quando ti sentivi molto ansioso ed avevi i pensieri intrusivi. Chiedi a te stesso alcune delle seguenti domande.

- Quale è la peggiore cosa che potrebbe accadere?


Dunque, per me l'evento scatenante è notare dei difetti e non vedere la mia fidanzata bella in alcune occasioni. I pensieri intrusivi che mi fanno male sono una serie, tra cui:
1) oddio perchè non la vedo bella
2) non mi piacciono quei difetti
3) di profilo non è bella
4) cazzo ancora dentro questo loop del doc mi trovo
5) è carina ma non è bella
6) eccetera eccetera eccetera

Direi che la risposta alla domanda del libro potrebbe essere:
a)perdita di attrazione
b)disinnamoramento
c)separazione
d)essere solo


- E se ciò fosse vero ed accadesse, cosa sarebbe per te particolarmente terribile:

Il libro mi chiede di continuare a chiedermelo andando a fondo finchè non ottengo sempre la solita risposta.
Le risposte che mi do a questa cosa sono:
a)resterò da solo
b)farò male ad una persona che amo con tutto me stesso
c)sono una merda
d)non voglio fare del male ad una persona splendida
e)la sto illudendo e non le do un futuro sereno

Quando dico e penso queste cose, ammetto, non mi sento bene, sento proprio un peso dentro, mi rendo conto che effettivamente queste cose mi fanno male. Mi rendo conto sempre più, scrivendo queste cose, di come assuma un forte peso il senso di responsabilità, la paura di restare solo, la paura di fare del male a qualcuno, la paura del fallimento. Non sento addosso un senso di far male a me stesso, ma è sempre un senso di fare del male ad una persona a cui tengo tantissimo.
Trovo così riscontro in quello che ho scritto prima, ovvero che i pensieri intrusivi alla fine vanno a toccare e ricollegarsi alle nostre peggiori paure.


- Quale è l'aspetto peggiore dell'avere questo pensiero?

A questa mi viene da dire che la cosa peggiore è il fatto che questo pensiero mi tortura e non mi fa vivere sereno.

- Cosa significa, cosa indica tutto ciò di me come persona; cosa comporta l'avere questo pensiero?

Mi viene da rispondere che non sono un bravo fidanzato e non mi merito una ragazza così.

Viene proposto dal libro un esempio nel caso di un doc da controllo.

Pensiero intrusivo : Ho lasciato la porta di casa aperta?
Domanda: Quale è la peggiore cosa che potrebbe accadere?
Risposta: Qualcuno potrebbe irrompere in casa
Domanda: Quale è la peggiore cosa che potrebbe accadere?
Risposta: Qualcuno potrebbe rubare la mia identità
Domanda: E cosa c'è di male in questo?
Risposta: Commetteranno un terribile crimine del quale io sarò accusato.
Domanda: E quale è la cosa peggiore di questo aspetto?
Risposta: Che non sarò in grado di provare il contrario.
Domanda: E quale sarà la cosa peggiore di questo aspetto?
Risposta: Che andrò in prigione dove sarò stuprato da un gruppo di carcerati.

Praticamente nel processo di domanda e risposta si è giunti a quella che è la vera e seria paura sottostante.
La risposta a tali domande ti aiuterà ad accedere al significato personale che questi pernsieri hanno per te. Ci vorrà un pò di riflessione per identificare il significato dei penseri. E' il significato che conduce a certe reazioni, anche se molte volte non ne siamo proprio consapevoli.
In qualsiasi esempio che si faccia su qualsiasi tematica, avere il pensiero significa qualcosa di terribile. Già questo è alquanto poco piacevole, ma il doc tuttavia non si ferma qui.
Ci si prende la responsabilità per prevenire che nulla di cattivo capiti, insomma è il ragionamento che "Devo assicurarmi che nulla di male capiti" che indirizza le varie compulsioni.


Mi viene da riflettere su questo punto in particolare finale. Se penso indietro alla tematica omo, controllavo ogni stimolo sessuale, chiedevo conferma alle ragazze con cui avevo fatto sesso, facevo sesso per darmi delle conferme piuttosto che per il puro piacere, controllavo di non avere reazioni con uomini. Tutto questo per assicurarmi che nulla di male capiti (quindi che non si verifichino le mie paure più grandi).
Se vado alla tematica relazionale, nuovamente riscontro la cosa. Mi prendo tutte le responsabilità. Lei si trasferirà, lascerà tutto per venire da me, vorrà dei figli, dovremo convivere. Cerco la perfezione, che tutto vada liscio. Se voglio che sia tutto sotto controllo, che tutto funzioni, tutto deve funzionare sempre bene nel rapporto. Quindi deve essere tutto perfetto. Se noto i difetti, vuol dire che non è tutto perfetto. Se tutto non è perfetto vuol dire che capiterà qualcosa di male. Se capiterà qualcosa di male ne sarò resposabile e farò soffrire questa persona.
Il ragionamento mi sta tornando ora che lo vedo scritto.
Vedo questa spasmodica ricerca del "tutto deve andare bene ed essere sempre perfetto altrimenti....". Inizio però a chiedermi come si superano queste paure, come si va nel profondo e le si affrontano.Un pò come ogni docker continuo a chiedermi "si ok ma se davvero non mi piacciono questi aspetti e quindi mi sbaglio?"....ok si mi do sempre la solita risposta, la cosa si è ingigantita per i motivi che ho elencato prima....chiaro.


IDEA CHIAVE:
Le persone con il doc pensano e sentono un acuto senso di resposabilità nel:
- prevenire danni/lesioni/di far del male
- prevenire che accada qualcosa di male a se stessi o altri
- farsi perdonare se pensano che qualcosa di sbagliato è già accaduto in passato quale conseguenza dei loro pensieri o azioni
L'idea di responsabilità è il collegamento tra i pensieri intrusivi e la risposta ad essi, particolarmente nel caso di rituali e neutralizzazioni.
Il senso di responsabilità alimenta l'ansia.


Ok posso dire di ritrovarmici in questa cosa. Mi rendo conto del mio forte senso di responsabilità. Mi vedo resposabile che le cose vadano bene, mi sento una forte responsabilità che vada bene la convivenza, mi sento resposabile del far funzionare bene le cose. Mi sento responsabile in toto e quindi il fatto di notare difetti aumenta questo senso di responsabilità, perchè aumenta la mia paura di poter soffrire di doc quando lei sarà qui, paura di stare sempre male. Mi sento responsabile perchè lei lascerà tutto quanto per venire da un doccato.
Se tuttavia dovessi riflettere con più attenzione, mi viene da dire tuttavia che non dipende tutto da me. Il mondo non dipende e non ruota tutto intorno a me.
Lei è una donna adulta, non la sto obbligando a venire qui, non le sto imponendo a cambiare vita. Quindi non è responsabilità mia.
Lei lo sa che ho sofferto di doc e che ogni tanto ho attacchi. Però è un argomento che lei evita, che ha paura. Anzi una volta mi disse che certe cose è meglio non condividerle, che è meglio affrontarsele da sole senza coinvolgere gli altri. Questo fatto mi fa star male onestamente, lo ammetto, perchè mi sento più solo nell'affrontare questa cosa. Può essere che questa sua frase un annetto fa abbia aumentato questo livello di responsabilità che mi porto addosso?
Però mi viene da dire...lo sa bene cosa ho patito, magari non sa che ho delle ricadute ultimamente perchè per salvaguardarla e tutelarla la tengo fuori da questa cosa. Ma nuovamente, sono io responsabile? Eppure lei nuovamente è una adulta capace di decidere. Nessuno la obbliga a stare con me ed è un rischio che si deve assumere lei.



-----> TO BE CONTINUED


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PROBABILTA' e " TREMENDOSITA' "

Un aspetto importante che alimenta il doc è che anche se l'accadimento di qualcosa di negativo è altamente improbabile, dovresti comunque fare sempre qualcosa per prevenirlo (quindi abbiamo una credenza di resposabilità enormemente gonfiata).

Il concetto dietro è che " la cosa potrebbe non accadere, ma se accadesse sarebbe così terribile che la mia vita sarebbe finita e avrei potuto prevenirlo! ".

Non c'è nulla di sbagliato nel prendersi responsabilità perchè prevenire che qualcosa di negativo accada. Ad esempio si guida con prudenza, si installa una porta blindata, si evita di mangiare cibo avariato, si chiamano i pompieri in caso di una fuga di gas.
Ma la verità è che anche se ci fosse una fuga di gas è improbabile che qualcuno possa morire, se mangio cibo avariato è alquanto improbabile morire per una cosa del genere.

Chi ha il doc fa di tutto per prevenire un risultato negativo. Tendono a focalizzarsi sulla peggior cosa possibile, focalizzando su quanto tremendo sarebbe se tal cosa accadesse. Chi ha il doc teme che ciò che temono è probabile che accada, sentendosi responsabili se non fanno di tutto per prevenire questa cosa negativa dall'accadere.

IDEA CHIAVE: IL TRIO TOSSICO
Le persone con il doc pensano che le cose brutte:
- probabilmente accadranno
- sarebbero tremende se accadessero
- debbano essere prevenute dall'accadere ed è loro responsabilità

Si qui mi ritrovo soprattutto per i controlli fisici. Ammetto che ultimamente sono diventato molto bravo su questo aspetto, e oramai sono ridotti al minimo.
Mi rendo conto di aver sempre avuto questa visione catastrofica. Il pensiero non è mai stato "Ok se per caso resta acceso il gas, potrebbe esserci una eventuale fuga, anche se ciò è improbabile altamente in quanto, tra le altre cose, ho un fornello con sistema di sicurezza che entra in azione quando il gas esce impropriamente".
Quando vivevo a casa mia il pensiero era sempre "Se non controllo bene, esplode la casa e muoio io, i miei genitori e gli inquilini".

Vedo dunque presente quel "trio tossico" in questo aspetto.

Questa cosa in particolare la supero a seconda di quello che è il controllo, e quindi su diversi livelli.

Per quello che riguarda il controllo della portiera nell'auto, dove la mia paura peggiore è la possibilità di un furto, o che si allaghi l'auto a seguito di diluvio (e penso sia giusto per la paura di non avere soldi per pagare i danni, paura che mi crei stress) - questo ammetto essere il controllo meno debilitante - resta nella mente la convinzione della probabilità che accadano le cose, tuttavia mi sono reso conto che non è così tremendo se capitano ed è tutto risolvibile, e la responsabilità non è mia una volta che ho fatto il giusto singolo controllo di chiusura.

Per quanto riguarda il controllo del gas, la situazione è più complicata. La sto superando in maniera un poco diversa.
Confermo anche in questo caso che la mia responsabilità finisce nel momento in cui ho attuato il primo controllo.
Ammetto che nonostante il primo controllo, permane in me quella sensazione di dover rivedere. Mi sono tuttavia imposto di andare oltre e non farmi ingannare.
In primis perchè ho capito che ulteriori controlli non riducono la possibilità che qualcosa accada, o meglio, la possibilità può anche ridursi di una certa percentuale, ma non si arriva mai a ZERO, non si arriva mai alla certezza assoluta. E qui mi ritrovo in pieno con i mille discorsi fatti con tutti voi, con la terapeuta e chiunque sul fatto che la certezza non esiste al 100%, con la conseguenza che questa ricerca della certezza assoluta resta un qualcosa di futile.
La linea per me è chiara. Non controllare assolutamente per me vuol dire carenza di responsabilità, e penso che come discorso ci stia. Un controllo denota presenza di responsabilità (che comunque ritengo una qualità ed un pregio, non un difetto), 2,3,100 controlli denotano un eccesso di resposabilità.
Ma la domanda che mi pongo è...serve davvero essere più responsabili di quel che già si è? Cioè, se già controllo una volta, vuol dire che sono una persona responsabile!
Quello che mi rendo conto di far fatica, è l'accettazione del fatto che sarebbe tremendo se la cosa accadesse. Ed è qui che la cosa si radica e diventa evidentemente più difficile da gestire.
Capisco quindi che del trio tossico, in realtà ho risolto due punti.

La mia esperienza col doc mi ha insegnato che il controllo eccessivo è controproducente per due motivi fondamentalmente.
Effettivamente mi sono reso conto che più controlli e stranamente, meno sei sicuro! Perdi proprio quel senso di sicurezza del primo controllo man mano che vai avanti. Insomma mi rendo conto che la testa non ti sta più dietro ed il cervello stesso si confonde. Arrivi proprio a punti che quasi la memoria a breve termine svanisce nel giro di secondi. Ho dunque capito che l'eccesso di controllo riduce in realtà la sicurezza di aver fatto il giusto controllo.
In secondo luogo ribadisco il concetto di prima, anche mille controlli non azzerano il rischio in nessuna cosa. Passi dal controllo 1 dove hai ridotto i rischi al 0.001%, al secondo dove diventa del 0.0005%, ma anche al millesimo controllo questo si abbassa ma non si annulla. Il problema quindi nuovamente si riconduce all'accettamento di questo rischio piccolo, perchè tanto la perfezione non esiste, il controllo assoluto non esistono.

Sui doc più mentali, o definiti in anglosassone quali PERFECT OCD, ovvero quelli che lavorano nella testa più che in termini pratici, il gioco sicuramente si fa più difficile.

Sulla tematica omo ai tempi, si manifestava lo stesso TRIO TOSSICO.
Credo di avere avuto miglioramenti nel tempo semplicemente rendendomi conto con pazienza e sudore che:
a) il fatto di aver pensieri di un certo tipo, il fatto di trovare un uomo attraente, il fatto di pensare anche solo banalmente "se non hai voglia di stare con una ragazza allora sei gay" non aumentavano certo la probabilità che accadesse un cambio nella mia sessualità. La consapevolezza di essere sempre stato un amante delle donne, di aver avuto sempre fidanzate mi faceva partire da una buona base dalla quale poi ammettevo che la probabilità di un "cambio idea" era abbastanza remota o comunque molto piccola. Da lì l'accettare che questo rischio poteva starci e poteva essere un rischio trascurabile.
b) il tema del controllo aveva lo stesso funzionamento. Testarmi con le ragazze, testarmi con i porno, testarmi guardando gli uomini, non riduce le probabilità. Quel tipo di modus operandi avrebbe magari si portato ad una riduzione di quel senso di "sta cosa può accadere", ma mai ad una sua eliminazione. Il tarlo comunque sarebbe rimasto, seppure più o meno piccolo a seconda di come andava la giornata. Il controllo insomma si rivelava inutile, non ha mai placato quella sete di ricerca di una certezza/sicurezza.
c) Io responsabile nel prevenire che accada la cosa? E responsabile di che cosa dico io...
d) Si la cosa che mi mandava in bestia era sempre pensare che se mai fosse accaduto sarebbe stata la cosa più tremenda al mondo. Ammetto che quella cosa mi ha sempre impaurito. Ma non so come col tempo, quella paura l'ho smorzata, senza mezzi termini ad un certo punto ho cominciato a riderci su, dicendomi che amen pazienza, fossi mai passato all'altra sponda, me la sarei fatta con gli uomini. Mi forzavo quasi a riderci sopra, dicendomi semplicemente "vabbè, lo prenderò nel culo pazienza". Sicuramente questo è stato un lavoro molto duro, di sminuire questa paura e questo senso di "tremendo" se la cosa sarebbe accaduta.
Forse anche ho smorzato un pò i toni, nel senso che mi sono reso conto che la vita non è solo femmine e vagina ma c'è anche altro, insomma non ruota tutto intorno a quello. Ho anche valutato il fatto che non sarebbe alla fine stato tremendo, innanzitutto perchè non sarei morto, nessuno mi avrebe abbandonato, chiunque mi avrebbe capito e anche per il fatto che, se mai lo fossi stato, la cosa mi avrebbe fatto piacere! Insomma ho visto anche il controsenso della cosa....la paura di poterlo diventare quasi non aveva senso, perchè se lo fossi stato, mi sarebbe in realtà piaciuta la cosa in quel momento, e quindi la paura in sè non ha senso di esistere (non so se capite il mio giro di parole cosa intendo).
Sono praticamente arrivato al punto di dirmi, facendo un atto di fede, e sapendo quello che era il mio passato, e che il doc attacca proprio alle cose a cui tengo di più "vabbè amen se divento gay chissenefrega"...quasi sorridevo nel dirlo. Me lo dicevo anche ad alta voce.

Sulla tematica relazionale, vedo chiaro il trio tossico:
a) ho paura a causa del doc che durante la convivenza oppure con i figli in ballo le farò del male, la lascerò, succederà un disastro etc. Insomma io già prevedo il futuro con l'alta probabilità che le cose andranno male. Prevedo che vedrò sempre i difetti e quindi andranno male. Una visione un pò catastrofista.
Ora qui faccio fatica a smontare perchè a differenza di altre tematiche, il concetto di probabilità è un pò stronzo. Purtroppo mi rendo conto che in una relazione, sono talmente tante le variabili in gioco, che nessuno può garantirmi al 100% che tutto vada bene. Purtroppo ammetto che nelle relazioni, le probabilità che le cose vadano storte sono un poco più alte. Possono andare bene le cose così come possono andare male.
Penso che ci possa essere un comportamento sano per ridurre le percentuali negative, ma penso che il mio problema (e di ogni docker) e la spasmodica ricerca di una riduzione a zero che ciò che si teme accada.
Da qui noto la mia paura ad esprimere emozioni quali la rabbia, per mantenere la pace nella coppia, per la convinzione probabilmente innata che ciò aumenti le chance che le cose vadano bene. Da qui temo anche i miei controlli fisici, perchè se sono sicuro che mi piace sempre e comunque, allora posso dormire sonni tranquilli. Sto cercando di uscire da questo sistema il più possibile, cercando di entrare nell'ottica che certi tipi di controlli ossessivi non mi garantiscono che le cose possano andare meglio o che totalmente un evento negativo non si presenti.
Vivo in una equazione dalle mille variabili, e se già riesco a controllarne una, sono il top.
b) si il discorso del "sarebbe tremendo". In realtà in passato ci siamo lasciati e mi sono reso conto che a parte l'ovvia sofferenza, non è stata una cosa mortale o tremenda. Si ne ho sofferto. Ma me la sono cavata come se la cava tutto il genere umano. Purtroppo questo senso di "tremendo" è aumentato col fatto che lei vive nel sud Italia, lascerebbe tutto (lavoro, famiglia) per venire da me. Mi ha tirato fuori pure il discorso dei figli.
Ora...vedo chiaro che vedo tremenda una separazione in tale caso, perchè la lascerei sola, in un ambiente a lei ignoto, con la famiglia lontana.
Sarebbe tremendo per lei, ma anche per me. Si sicuro mi rialzerei, ma mi sento ecco RESPONSABILE di tutta la situazione.
Se causo un disastro a causa del mio doc, mi sentirei colpevole a bestia!
Ma la domanda è...sarebbe davvero così tremendo se accadesse?
Nuovamente la risposta è che la vita andrebbe comunque avanti...sarei il primo o l'ultimo in una situazione del genere? NO. E gli altri ne sono usciti? SI.
Lei se la caverebbe? SI, è una adulta in grado di pensare con la sua testa.
Sennò come farebbero tutte le altre coppie che hanno preso queste strade e fatto queste scelte? Vuol dire che se mai accadesse un qualcosa di negativo così non sarebbe poi la fine del mondo, sarebbe difficile ma non la morte.
c) Si ecco il concetto di essere responsabile. Parte quindi la smania da parte mia che tutto sia perfetto. Perchè se ho il doc non va bene, sono ancora più responsabilizzato perchè "non posso permettermi di averlo" perchè se lo ho causerò un disastro. E allora ecco la ricerca che tutto il puzzle sia al posto giusto. Perchè se non mi piace al 100% non va bene, vuol dire che qualcosa non va, io perdo il controllo della situazione e ne divento automaticamente resposabile.
Se lei molla tutto per me è responsabilità mia dice la mia testa....
Però scusa, sarà pure una adulta, e io non la sto forzando certo a venire qui e a mollare tutto. E' dotata di libero arbitrio. Quindi la mia responsabilità qui dove sta?
E' una scelta sua e quindi non posso sentirmi responsabile di ciò.
Ecco che vedo sempre più chiaro un "se non esco dal doc in fretta, sarò responsabile di un disastro epocale".
Scrivendo queste cose vedo un quadro sempre più chiaro.
Ma come faccio a deresponsabilizzarmi da questo?


-----> TO BE CONTINUED


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Daje Zommy tieni duro. Dalla ricaduta ti rialzerai più forte di prima e sicuramente con nuove consapevolezze. Grazie della condivisione del libro
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Sto facendo l'esercizio con te, mi ci ritrovo molto bene.
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Zommy The Fighter
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PICCOLI PENSIERI E RIFLESSIONI DELLA GIORNATA

Oltre al lavoro sul libro, ogni tanto vorrei inserire delle piccole riflessioni e considerazioni che, per quanto possano sembrare banali, ovvie o semplicistiche, secondo me è utile comunque metterle per iscritto. Al solito, penso che le parole scritte restano (come dice quel detto latino).

Stavo riflettendo sul ruolo che gioca la depressione in tutto questo, piccola o grande che sia.
Mi rendo perfettamente conto di come sia un cane che si morde la coda. Con la depressione di sottofondo tutto sembra più difficile, più irraggiugibile. Il futuro sembra un mare in tempesta nera, buio, profondo.
Mi stavo chiedendo perchè ad esempio dopo una delle mie gare mi sento come fossi sulle stelle, perchè quando prendo e parto per vedere una città mi sento sereno e torno a casa più sereno. Perchè stare con amici mi fa star bene nel senso che riduce poi conseguentemente la pesantezza del disturbo ansioso.

Non sono un esperto, nè tantomento un medico. Alla fine io ho studiato economia e commercio, cazzo ne so di molecole e medicinali! Però per quella che è la mia esperienza so quella che è l'importanza della molecola del buonumore in questo disturbo (e tanti altri). Parlo ovviamente della serotonina.
Il problema è che la depressione, l'ansia e tutti questi circoli viziosi portano ad una sua drastica diminuzione (parlo in termini un pò spartani lo ammetto).
Cosa posso fare per aumentarla?

Ora, non voglio assolutamente dire che i farmaci non servano, anzi! Nei casi più gravi sono una benedizione. La domanda che mi ponevo però era questa: "Perchè limitarsi a prendere delle pastiglie ma comunque lasciare che la vita ci sfugga dalle dita? Perchè "adagiarsi" piuttosto che prendere due piccioni con una fava?"

Secondo me, occorre fare un atto di fede, uno sforzo e dedicarci a delle attività e compiere dei gesti che aiutino ad aumentare questo livello di ormone del buonumore.
Lo so e lo capisco che a causa dei disturbi d'ansia, la depressione, lieve/media/grave arriva sempre e comunque per tutti (altro che studi che dicono che la depressione si manifesta solo nel 70%...). Questo è un dato di fatto, chi di voi non ha provato i sintomi classici della depressione.
Visto che il DOC porta su dimensioni parallele di irrealtà nella nostra mente, perchè non tenerci saldi alle poche realtà che abbiamo che ci tengono saldi con i piedi per terra?
Penso possiamo concordare tutti noi che la depressione è la sorella del DOC e ci viaggia a braccetto. Più ossessioni, più depressione...più depressione, più apatia, più disperazione, più ansia e ossessioni e così via.

Allora perchè non prendere la nostra vita in mano e provare a reagire su questo punto? Documentiamoci, leggiamo, scopriamo come si può aumentare questo ormone del buon umore.

Io ho alcuni suggerimenti da proporre, che sto già adottando o che presto adotterò:

- Lo sport...la droga del buon umore numero uno sul pianeta. Perchè farci rinunciare a questa meraviglia a causa del doc? Proviamoci e buttiamoci in una attività sportiva. E' risaputo che produce proprio quelle molecole del buon umore.
- La meditazione e lo yoga. Andatevi a leggere il perchè.
- Gli integratori di triptofano, il precursore della serotonina (dico io, perchè non provare? Tanto male non fa se fatto nella maniera giusta, tanto vale agire su più fronti!)
- Amata cioccolata, il cibo divino anti stress per eccellenza.

Lo so, ad alcuni di voi sembreranno banalità. Eppure io sono convinto che con un pò di sforzo, e provando certe cose, i benefici si sentiranno.
Io posso dirvi, perchè provato sulla mia pelle, che lo sport, la meditazione e yoga sono sempre stati una benedizione per me, un'ancora di salvezza, un benessere per la mente, un potentissimo antistress, un potente antidepressivo.
Ed inoltre, invece che stare passivo a ingurgitare pastiglie, tengo il tempo e la mente occupati in cose costruttive.

Che ne dite allora, qualora non lo faceste, di fare questo passo. Di prendere un pò di forze, riprendere la vostra vita in mano, e trovare come aumentare questa molecola del buonumore? Riduciamo la forza ed il nutrimento del DOC.... + buonumore - ansia - ossessioni!



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Dear Prudence
Inviato il: Sabato, 07-Gen-2017, 13:26
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Psico Padrino
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Concordo Zommy. Nel mio caso la depressione ha addirittura anticipato il doc di qualche anno per poi peggiorare molto con l'arrivo del disturbo. Purtroppo non ho potuto curarmi subito, spero di recuperare ora, grazie mille per i consigli.
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Zommy The Fighter
Inviato il: Lunedì, 06-Feb-2017, 19:34
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Psico Padrino
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SFIDARE LE DISTORSIONI COGNITIVE (Tratto dal libro di esercizi pratici mindfulness per il doc)

Sfidare i pensieri distorti è un processo delicato [...] Tuttavia lasciare schemi di pensiero distorti non risolti permette alla mente di perseguire nuovamente schemi distorti che ti portano a credere che devi agire sulle compulsioni. Se ti è possbile notare quando stai adottando delle distorsioni cognitive, puoi indentificare esse stesse quale parte del linguaggio del DOC. Ciò non significa che non ti appartengano o che sei dissociato da questi pensieri. Sono tuoi pensieri, ma non definiscono chi tu sei. Sono parlati in un linguagio dettato dalla paura, non da prove [...] La capacità di notare quando il tuo pensiero è distorto è il punto di incrocio tra la terapia cognitiva e la mindfulness.
Quando sfidi un modo di pensare distorto, è importante ricordare che stai sfidando la distorsione, non il pensiero stesso.

Ecco mi pare questo essere un punto importante l'ultimo. Perchè mi fa capire che quando sfido un pensiero distorto, non sto compulsando, non sto cercando rassicurazioni, ma sto facendo un lavoro che mi tornerà utile per evitare il più possibile il ripetersi di certi schemi che ci siamo messi in testa (Tutto o nulla, nero o bianco, catastrofizzazioni, ingigantimento...)


L'obiettivo è quello di dimostrare alla tua mente che puoi stare nella presenza della tua paura senza dover rispondere ad essa con compulsioni.
Il primo step nell'applicare la mindfulness alla terapia cognitiva è praticare l'essere consapevoli quando si sta ingaggiando una o più distorsioni cognitive.

Si, questo è in realtà quello che io ho sempre identificato negli anni come "insight", ovvero quella capacità di riconoscere il disturbo nella sue sfaccettature. Essere in grado ad esempio di riconoscere quando si sta catastrofizzando, quando si sta vedendo o bianco o nero, e così via.


Di seguito, una lista delle più comuni distorsioni cognitive ed alcune strategie per poterle sfidare senza applicare compulsioni:

TUTTO O NULLA / BIANCO E NERO / ASSOLUTISMO / PENSIERO DICOTOMICO:
IL PROBLEMA:
Questo indubbiamente, è la più comune delle lenti distote attraverso le quali vediamo il doc. Viviamo in un mondo che sembra bianco e nero. I film hanno i buoni e i cattivi, le cose sono o sporche o pulite, pure o maligne, sicure o pericolose e così via. Ma questo non è il mondo reale [...] La vita reale involve dell'ammontare di grigio. Quindi se ti trovi a pensare "Sono sporco perchè ho toccato una maniglia di un bagno pubblico" stai permettendo al doc di gestire lo spettacolo suggerendoti che fossi in qualche maniera "pulito" prima dell'evento. Probabilmente eri un qualcosa a metà tra sporco e pulito e probabilmente dopo aver toccato la maniglia, sarai al massimo diventato un tot più sporco su una mano rispetto a prima.
Potresti notare che fai l'assunzione di essere una cattiva persona quando hai un pensiero che credi essere un "cattivo" pensiero. Tuttaviqa da qualche parte dentro di te si trova una voce razionale che sa che a prescindere da quando "cattivo" il pensiero sia, questo non può spostarti da una parte all'altra dello spettro della moralità in un secondo. Quali sono i pensieri doc che tu vedi come questioni "O tutto o nulla"?

- Se non la vedo sempre bella, allora non va bene, la relazione non va bene
- Se mi attraggono le altre allora vuol dire che la mia non mi piace abbastanza
- Se il sesso non è al top ogni volta allora vuol dire che non sono più attratto
- Se ha dei difetti allora vuol dire che non mi piace e non è quella giusta


LA SFIDA:
Se la tua mente è troppo bianca e nera, quale sarebbe l'area grigia? Quale sarebbe un modo di dire la verità obiettiva che consideri il fatto che non può essere nè 100% buona nè cattiva? Solitamente ciò involve dire un qualcosa di più diplomatico Per esempio, se ti sei sentito ansioso durante una serata fuori, potresti pensare, "E' stato difficile divertirmii" piuttosto che "La serata è stata un disastro". Un altro esempio potrebbe essere che se hai detto qualcosa che ha ferito i sentimenti di una persona, potresti pensare, "Sono infelice della scelta che ho fatto di dire quella cosa" piuttosto che "Sono una persona orribile".
Riguarda gli esempi di "tutto o nulla" che hai scritto prima e vedi se puoi riformularli per dare una verità più "grigia".Non ti preccupare di fare le cose giuste subito, questa è una abilità, e come ogni abilità è fatta per essere fatta in maniera scadente all'inizio prima di poter eccellere. Quali sono le tue idee per sfidare queste distorsioni del bianco e nero?

- Non può essere sempre al top, e non lo sono certo neanche io.
- Se mi attraggono le altre, vuol dire che mi piacciono le donne, e non è poi una cosa così negativa.
- Può succedere che a volte non sia al top (cosa vuol dire poi top), ma anche a volte i miei allenamenti non sono al top, a volte neanche a lavoro sono al top. Ma è davvero così importante sempre fare le cose al meglio? A volte va anche così così, capita. Magari invece sono le volte top ad essere i casi particolari.
- Se ha dei difetti, vuol dire che è un essere umano come tutti quanti. I difetti non mi piacciono, ma non qualificano una persona nella sua interezza.



CATASTROFIZZAZIONI / PREDIZIONI / SALTARE A CONCLUSIONI: Assumere che uno scenario temuto si materializzarà nel futuro.


IL PROBLEMA: Il Doc ama catastrofizzare, perchè prepara la più grande delle trappole, l'idea che possiamo predire il futuro.Potrai essere veramente brillante e bravo a tirare a indovinare, ma non sei un indovino. Il Doc ti dirà che se non fai le tue compulsioni, cadrai a pezzi, qualcuno si farà male, il mondo finirà e le tue peggiori paure diventeranno realtà. I pensieri potrebbero presentarti in una maniera che non solo penserai a questo futuro orribile, ma andrai a prevedere la tua inabilità a tollerare o fronteggiare quel futuro. Che tipo di previsioni ti fa fare il doc?

- Se soffro di queste ossessioni ora, come farò a stare con lei in futuro e a conviverci?
- Se non sono sicuro che sia senza difetti al 100%, come farò ad avere un futuro?
- Se mi focalizzo sui suoi difetti ora, come farò a non farlo quando diventeremo vecchi?


LA SFIDA: Se i tuoi pensieri automatici iniziano con un futuro (I will) o altre previsioni, allora puoi sempre cominciare con una bella ammissione dei fatti: "IO NON POSSO PREDIRE IL FUTURO". Ora, cosa potresti affermare se includi questo fatto? Probabilmente un qualcosa del genere "Le cose potrebbero accadere, ma non posso saperlo per certo. Se succedessero, potrebbe essere negativo, e dovrei trovare un modo di affrontarlo".
Questo non significa che la tua previsione sia sbagliata in maniera totalitaria. Forse la cosa peggiore a cui puoi pensare potrebbe capitare. E' normale se questa ultima frase ci ha fatto venire una punta di ansia. E' difficile accettare una idea come questa (io aggiungo molto difficile, perchè ci sono passato mille volte, sulle varie tematiche, è il solito discorso di accettazione dei rischi nella vita). Ma in una realtà oggettiva, non sai se la tua paura si avvererà, e quindi comportarsi come se tu effettivamente sapessi che accadrà, permetterà soltanto ai pensieri ossessivi di fare lavoro straordinario. PIuttosto che cercare di garantirti che le tue paure catastrofiche non accadranno, come puoi riformulare i precedenti esempi catastrofici per riflettere un riconoscimento che il futuro è sconosciuto e che ti mancano prove per la tua previsione?

- Il fatto che io soffra di queste ossessioni ora, non vuol dire che in automatico io possa soffrirne in futuro. Sono sicuro che anche in caso che si ripresentassero io non sarei in grado di affrontarle?
- Il fatto di avere questo evidente focus sui difetti ora in questo momento, vuol dire che sarà per sempre così? Ho prove per dimostrarlo? Eppure io 10 anni fa di che tematica ho sofferto....
- Come farò a non notarli quando saremo invecchiati. Bah probabilmetne avrò un modus operandi ben diverso volente o nolente.


Proseguirò appena me la sento con le altre distorsioni cognitive:
- LENTE DI INGRANDIMENTO
- SQUALIFICA DEL POSITIVO
- RAGIONAMENTO EMOTIVO
- ASTRAZIONE SELETTIVA, VISIONE A TUNNEL
- PERFEZIONISMO E ULTRA CONTROLLO
- PARAGONI E CONTRASTI
- LEGGERE LA MENTE ALTRUI




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E' se c'è un segreto è fare tutto come se vedessi solo il sole; un segreto è fare tutto come se vedessi solo il sole

IO NE SONO USCITO E SONO UN UOMO MIGLIORE....ORA E' IL TUO TURNO

Relabel...Reattribute...Refocus...Revalue

Affronta le tue paure accettando il possibile rischio insito in esse
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Giulia Aurora
Inviato il: Domenica, 12-Feb-2017, 17:21
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Bellissimo topic Zommy! Davvero molto interessante. Il punto del ''Trio tossico''...cavolo se sono io. Aspetto con ansia il continuo!
P.s purtroppo non ho avuto occasione di conoscerti e di leggere bene la tua storia, ma sono sicura che supererai il momento! Stai facendo un ottimo lavoro.


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Lukev1993
Inviato il: Domenica, 19-Feb-2017, 18:29
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Ti seguo con molto interesse Zommy, cerco di applicare le cose che dici.
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Giulia Aurora
Inviato il: Lunedì, 20-Feb-2017, 20:25
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Non vedo l'ora di leggere il continuo. Anche perchè, a quanto ho capito, è sulle distorsione cognitive e in particolare, la fase della lente di ingrandimento, è proprio quella che mi sta tormentando adesso.


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Coccinella91
Inviato il: Domenica, 05-Mar-2017, 12:53
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grazie per questo contributo davvero molto interessante, sto pensando anch'io di rispondere a quelle domande del libro, già leggere le tue risposte è stato utile, anche perché abbiamo alcuni aspetti in comune per quanto riguarda ossessioni sulla relazione..
è stato utile leggere questa riflessione che mi ha dato l'impressione di essere supportata da un pensiero "aperto, libero", un pensiero che scorre senza le barriere ossessive con le quali tutti noi affrontiamo la vita di ogni giorno..

grazie, aspetto con piacere i tuoi prossimi contributi!
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WALRUS
Inviato il: Lunedì, 06-Mar-2017, 09:45
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Ciao carissimi, non sono nuovo in questo forum....anni fa quando il doc era alle stelle mi iscrissi, mapoi sotto consiglio del mio psichiatra decisi di abbandonarlo perche' compulsavo troppo.
Allora.....mettiamo subito in chiaro una cosa.....se decidete di sconfiggere il doc totalmente avete sbagliato.....il doc non si puo' sconfiggere del tutto, ma ci si convive....e' parte di noi....fa parte della nostra vita e quando meno te lo aspetti saltera' fuori e ti rompera' le palle....ormai ci ho fatto il callo. Io soffro di doc dall'eta' di sei anni...e li ho attraversati tutti...ma proprio tutti da quello di posizionare le cose, a quello di essere gay, da quello di controllo a quello di relazione. Non esistono diversi doc, ma esiste il doc che purtroppo si manifesta aggrappandosi alle cose a cui noi teniamo di piu'. Prendo farmaci da 5 anni....e sinceramente la mia psichiatra ha detto che devo camminare da solo in questa strada che a volte sembra tortuosa ma il piu' delle volte non lo e'. sapete cosa mi ha detto la psichiatra che mi ha aiutato molto? concedi qualcosa al doc....non fartelo nemico....fattelo amico. Se ti rompe il cazzo tutto il giorno affinche tu faccia una cosa ...tu rimanda...e fallo la sera quando sei a casa bello tranquillo. Esempio.....io quando entro in casa ho i miei rituali da fare....e sinceramente non mi vergogno di farli ....pero' c'e' il doc che mi dice di fare piu' cose...ma io no....faccio solo i miei rituali programmati e sto bene. Faccio bene o faccio male? sinceramente non lo so....e sibnceramente non mi vergogno piu'. Sono fatto cosi' e o mi accettate o non me ne frega niente. Ricordate che il doc va gestito.....non va sconfitto.....se no avete sbagliato strada
saluti
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