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> Dipendenza Emotiva Materna
 
Cecilia
Inviato il: Domenica, 22-Mag-2016, 15:27
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Cecinuotatrice
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Fin da piccola ho assistito alle crisi di pianto di mia madre sentendole dire che voleva morire, mia mamma ha sempre avuto diversi complessi, è una persona rigida prima di tutto con se stessa (da adolescente fino a quando non si è sposata ha dato il suo stipendio da operaia in casa perché ne avevano bisogno, mentre i suoi fratelli più grandi sono andati presto fuori casa quindi ha pensato lei ai suoi genitori).
Quando si è sposata non si è mai sentita accettata dalla famiglia di mio padre (mia madre è una persona riservata e caratterialmente non si è mai trovata con le cognate e mio padre non l'ha aiutata ad integrarsi, lui pensava solamente al lavoro, era fuori tutto il giorno e hanno sempre comunicato poco).
Sono quindi cresciuta sentendomi in qualche modo l'unica confidente di mia mamma, l'unica sua compagnia, l'unica sua spettatrice dei suoi sfoghi emotivi.
Ogni tanto torna a ripetere che vuole morire, io so che sono cose che dice sul momento ma la sento fragile e ho paura che se un domani io me ne andassi lei si possa sentire sola e cada nella disperazione, tutto ciò mi porta a non cercare inconsciamente una mia indipendenza emotiva (ho paura di conoscere qualcuno, paura di allontanarmi da casa e crearmi una famiglia mia).
In passato è capitato di avere l'opportunità di conoscere una persona, un collega di lavoro, ma io ho rifiutato (razionalmente mi sono data la spiegazione che dovevo concentrarmi sullo studio in quel periodo perché lavoravo e studiavo ma se mi analizzo a fondo credo che inconsciamente avessi paura di fare progetti futuri, di crescere come persona e diventare adulta).
Da una parte vorrei crescere ma dall'altra no, non riesco a vedermi diversa dal ruolo di figlia ma nello stesso tempo questo ruolo comincia a starmi stretto.


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Sempre così smisuratamente perduta ai margini della vita reale: difficilmente la vita reale mi avrà e se mi avrà sarà la fine di tutto quello che c’è di meno banale in me.
Antonia Pozzi

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Cecilia
Inviato il: Martedì, 31-Mag-2016, 13:02
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Qualcun'altra vive la stessa situazione? è combattuta tra l'essere figlia e il voler diventare una donna, staccarsi dai genitori?


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Dyskrasial
Inviato il: Mercoledì, 01-Giu-2016, 09:45
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Sì, è una situazione che vivo tuttora. Mia madre non ha saputo separarsi da me, e mi vede come una sorta di simulacro, o per meglio dire, la sua ragione di vita, ma fin troppo.
Volendo anche prescindere dal fatto che non mi garbano molto le persone che basano esclusivamente la propria vita sugli altri, siano questi familiari, amici o partner, è una situazione morbosa che ha deciso della mia vita.
In breve, razionalizzo di sentirmi in colpa se mi distanzio più del dovuto, e di tanto in tanto sperimento diversi impulsi di rabbia per la sua intollerabile tendenza a volermi dare colpetti sulle spalle, ai fianchi, come si fa con un'infante (vado per i trenta).
Non mi sento libera di fronte a lei, è come se un terzo occhio super-egoico mi sbirciasse. Sono sempre vigile oltre modo, in attesa di ciò che potrebbe fare.
Un pessimo rapporto in gran parte sottaciuto, non ho potuto fare altro che stabilire distanze coatte mettendo barriere fisiche in casa (chiudendo porte, stabilendo orari in cui è possibile il contatto con me, scrivendole anziché parlarle)
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Cecilia
Inviato il: Mercoledì, 01-Giu-2016, 11:16
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Cecinuotatrice
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Ti ringrazio per la risposta e per il confronto.
Io da quando ho cominciato a parlare con lei, a cercare un dialogo, riesco un pochino a liberarmi dal suo condizionamento nelle cose che faccio ma mi rendo conto che il sentirmi sicura o insicura in determinate situazioni deriva dal suo consenso o dissenso.
Mia madre tende a controllarmi su tutto: cibo, vestiti, taglio di capelli.
Io alla fine faccio come voglio ma dentro di me, se non ho la sua approvazione, ho sempre un sottile senso di colpa, mi sento responsabile del suo malumore.
Per come la vedo io l'unica soluzione è parlare di quello che proviamo, a volte capirà, a volte no, ma non dobbiamo tenere dentro la rabbia che causa frustrazione, anche se finché vivremo in casa ci saranno sempre dei compromessi da accettare, a questo sono rassegnata.


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Antonia Pozzi

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Max Turbato
Inviato il: Domenica, 04-Set-2016, 12:39
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Psico Amico
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Si chiama dipendenza affettiva.
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