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PSICO > Disturbo ossessivo compulsivo DOC > Ansia E Guidare L’auto


Inviato da: fraghila il Mercoledì, 10-Ott-2018, 01:40
Stasera ho guidato un po’ l’auto ed è stato davvero intenso. Ansia a mille anche se la strada era praticamente deserta, ed ogni errore faceva crescere l’ansia. Mi odio perché mi sento così stupida ad avere tutta questa paura. Vorrei essere spigliata e senza paura, ma invece di piangermi addosso e lamentarmi voglio congratularmi con me stessa per avercela fatta nonostante la paura. Se continuo con costanza e a piccoli passi l’ansia sparirà e sarò in grado di guidare.

Inviato da: Gattina97ct il Mercoledì, 10-Ott-2018, 07:22
QUOTE (fraghila @ Mercoledì, 10-Ott-2018, 00:40)
Stasera ho guidato un po’ l’auto ed è stato davvero intenso. Ansia a mille anche se la strada era praticamente deserta, ed ogni errore faceva crescere l’ansia. Mi odio perché mi sento così stupida ad avere tutta questa paura. Vorrei essere spigliata e senza paura, ma invece di piangermi addosso e lamentarmi voglio congratularmi con me stessa per avercela fatta nonostante la paura. Se continuo con costanza e a piccoli passi l’ansia sparirà e sarò in grado di guidare.

Bravissima! Anche io sto evitando di "evitare" scusa il gioco di parole.. Comunque.. Fai tutto ciò che ti fa paura e vedrai che giorno dopo giorno la paura non ci sarà più!

Inviato da: fraghila il Mercoledì, 10-Ott-2018, 10:02
Ti giuro che è stato orribile. Non era la prima volta che facevo una guida, l'ho fatta anche in presenza di molte più macchine e non ero così ansiosa, ma stavolta ho usato un'altra auto e forse è stato questo a destabilizzarmi. So che devo essere forte e superare la paura, però questo carico di tensione lo trovo davvero esagerato. Eppure ho 24 anni, la maggior parte dei ragazzi della mia età già guidano oppure vogliono imparare perché così possono essere più indipendenti e andare dove gli pare, e io invece ne ho una paura fottuta e sto male a guidare anche se sto sola per strada. Tutti mi stanno pressando, da quando è morto mio padre, che devo imparare a guidare perché è importante, perché devo badare a mia madre ora che è sola, in più è invalida e ha bisogno di essere scarrozzata a destra e a sinistra per qualsiasi cosa. Lei, che te lo dico a fare, negli ultimi giorni, ogni giorno, non fa che rimproverarmi sul fatto che non faccio guide da tempo, che devo sbrigarmi perché lei non può andare a disturbare sempre gli altri per farsi accompagnare… e io ai suoi rimproveri mi sento ancora più in colpa per essere così pigra. Non ce la faccio più a stare sempre in ansia, in colpa e male per qualsiasi cosa, non ce la faccio più a sopportare mia madre che ogni giorno mi rimprovera per ogni cosa e mi fa sentire una m***a affossandomi ancora di più. Io capisco che lei mi vede inattiva e inerte e vuole scuotermi nell'unico modo che lei conosce, cioè incazzarsi, ma davvero, così fa peggio. Mi chiede continuamente di fare cose per lei: pulire, cucinare, mandare documenti, compilare fogli, andare a fare la spesa, occuparmi del conto in banca, dell'assistenza medica, e se non lo faccio subito ecco che si incazza e mi urla addosso. La cosa assurda è che scrivendo sono consapevole che il suo atteggiamento è assurdo, ma poi dentro di me sento che questi sono i miei doveri e devo compierli necessariamente, anche a costo di negare i miei bisogni, cosa che poi succede. Io mi sforzo terribilmente di accontentarla e di superare la mia pigrizia nel fare le cose, e lei mi ripaga così. Non è mai contenta. Vorrei tanto mandarla a quel paese ma non ci riesco...

Inviato da: moonlight92 il Mercoledì, 10-Ott-2018, 11:06
ti capisco abbastanza... mi dispiace per la situazione generale.
mia mamma è aggressiva propriro così perché mi vede inerte.
discorso macchina, beh non ho la patente e ho 24 anni.
perché come al solito sono scappata, i commenti sulla mia lentezza e le persone a scuola guida mi mettevano troppa ansia.

tu devi essere fiera di quello che hai fatto.
io mi sentivo così fiera al mio primo lavoretto, perché sono di quelle cose che non sai manco tu come hai fatto a farle nonostante il terrore e in quel momento ti senti un drago. In quel momento la paura diventa coraggio.
anche se per gli altri sono cose banali.
non ascoltare tua mamma, quando lei ti parta immagina che le sue parole scivolino via lontanissimo da te. realizza che lei è frustrata e sfoga e basta sul bersagio più facile e più " debole".
non sei quello che lei dice, sei una ragazza forte perché combatti una guerra dentro te stessa per avere una vita migliore.

Inviato da: Piu82 il Mercoledì, 10-Ott-2018, 14:51
Sei molto coraggiosa fraghila.
Posso farti una domanda?
Ne ho bisogno per capire una cosa che in parte mi riguarda.
Se tua mamma non ti trattasse in questo modo troppo duro
e dispotico, se anzi non avanzasse pretese da te, ma anzi cercasse di non importunarti troppo, se non per le reali necessità legate
alla sua condizione di salute, e ti spronasse realmente solo perché desidera il tuo "bene", tu proveresti lo stesso senso di colpa nel non prodigarti per superare le tue paure in modo da poterla aiutare?

Provi maggiore disagio per il fatto di non sentirti in grado di fare come gli altri e guidare serenamente oppure per il "peso" che guidando dovrai sopportare per soddisfare le esigenze di tua madre?

Il tuo desiderio di aiutarla nasce da una tua convinzione che questo sia comunque giusto, viste le sue condizioni e visto che è tua mamma, oppure solo dall'idea che un figlio "deve fare questo"?

Scusami se mi permetto di chiederti queste cose, ma io mi trovo più o meno nella tua stessa condizione, anche se sono passata attraverso fasi molto diverse e ho guidato per anni (pur facendo sempre gli stessi tragitti, allungando i percorsi in modo ridicolo per l'incapacità di tenere a mente una mappa mentale, rischiando l'infarto se dove o fare perscorsi nuovi e non prendendo mai l'autostrada).
Poi sono rimasta senza auto per un "incidente", e improvvisamente mi sono resa conto di quanto mi sentissi finalmente libera dagli obblighi familiari (mia mamma non guida e non può camminare molto perché ha l'artrite, e mio papà meno può fare più è contento), nonostante non mi venisse esplicitamente richiesto quasi nulla, ma le richieste in casi come questi penso siano implicite (se vedo mia mamma che sta per uscire a piedi pur non potendo camminare, o se so che ha una visita e non ha un passaggio e io sono a casa, libera, e ho l'auto, so che mi tocca di accompagnarla).

Trovavo tutto questo insopportabile, mi sentivo costretta e privata della mia libertà e della mia pace assoluta (sciolta da ogni legame).
Però a quel punto subentrava il mio pensiero ossessivo (io ho il DOCP) e mi "sussurrava" che ero una persona orrenda se non volevo fare nulla di nulla per i miei familiari, che ero come mio padre, che ero una figlia ingrata, che i figli di solito sono amorevoli e pur con tutti gli sforzi e i sacrifici, sono lieti di aiutare i genitori, lo fanno spontaneamente.
Io no. Non voglio fare nulla di nulla per nessuno.
Sono una persona orribile.
Ma adesso so che a farmi stare peggio era la "costrizione" in sé e non il sentirmi orribile.

Allora, non avere più l'auto improvvisamente, mi ha portato a non volerne più avere una (anche per altri motivi in verità, ma questo devo ammettere che ha un'influenza notevolissima sulla mia scelta); se non ho l'auto, infatti, non posso accompagnare mia mamma né nessun altro, ma non posso sentirmi in colpa, in quanto non lo faccio perché non voglio ma perché non posso (in cuor mio io so bene che sono in realtà felice di non potere, eppure questo non mi fa sentire più una cattiva persona, non mi fa sentire ingrata, come quando avevo l'auto e non volevo aiutarla, sono semplicemente consapevole che non voglio trovarmi mai piu in quelle condizioni di costrizione inevitabile.
Preferisco essere considerata una persona orribile.
Faccio una vitaccia spostandomi a piedi, perché abito in periferia, ma preferisco questo che quel peso enorme!

Non dico che non mi dispiace per lei (che comunque ha possibilità di chiederlo anche ad altri parenti), solo che davvero non potevo occuparmi io di questo. Non posso e non voglio occuparmi di nessuno. Assolutamente.

Perciò mi chiedevo, se per caso, i tuoi "doveri familiari" non avessero anche su di te un'influenza sulla tua resistenza e il perdurare della tua paura, al di la del fatto che tua mamma ti tratta in modo troppo rigido e pretenzioso (fermo restando che l'ansia su strada immagino sia comunque presente e dovuta a un insieme di fattori e che con pratica, costanza e pazienza potrai tenere sotto controllo e pian piano diminuirà).

Grazie se avrai letto fin qui e se vorrai e potrei rispondermi.

Inviato da: fraghila il Mercoledì, 10-Ott-2018, 15:32
QUOTE
Se tua mamma non ti trattasse in questo modo troppo duro
e dispotico, se anzi non avanzasse pretese da te, ma anzi cercasse di non importunarti troppo, se non per le reali necessità legate
alla sua condizione di salute, e ti spronasse realmente solo perché desidera il tuo "bene", tu proveresti lo stesso senso di colpa nel non prodigarti per superare le tue paure in modo da poterla aiutare?

Credo proprio di no, perché se lei non pretendesse nulla da me io non percepirei come un obbligo il doverla aiutare. Non riesco ad attivarmi neanche per quel che riguarda le mie cose, e quindi non so se questo senso di colpa rimarrebbe comunque, ma credo che andrebbe scemando, visto che il senso di colpa mi è stato inculcato da mia madre.

QUOTE
Provi maggiore disagio per il fatto di non sentirti in grado di fare come gli altri e guidare serenamente oppure per il "peso" che guidando dovrai sopportare per soddisfare le esigenze di tua madre?

Per la seconda che hai detto in misura maggiore, ma anche per la prima (in misura nettamente inferiore).

QUOTE
Il tuo desiderio di aiutarla nasce da una tua convinzione che questo sia comunque giusto, viste le sue condizioni e visto che è tua mamma, oppure solo dall'idea che un figlio "deve fare questo"?

Dalla seconda che hai detto. Più che altro nasce dalla convinzione che se non lo faccio, lei inizierà a rimproverarmi e a farmi sentire in colpa. E io non riesco a tollerarlo.

QUOTE
Trovavo tutto questo insopportabile, mi sentivo costretta e privata della mia libertà e della mia pace assoluta (sciolta da ogni legame).
Però a quel punto subentrava il mio pensiero ossessivo (io ho il DOCP) e mi "sussurrava" che ero una persona orrenda se non volevo fare nulla di nulla per i miei familiari, che ero come mio padre, che ero una figlia ingrata, che i figli di solito sono amorevoli e pur con tutti gli sforzi e i sacrifici, sono lieti di aiutare i genitori, lo fanno spontaneamente.

Anch'io mi sento costretta e privata di me stessa. E anch'io, quando vengo rimproverata da mia madre per qualcosa che non ho fatto, oppure ho fatto male (secondo lei), inizio ad ossessionarmi e a pensare di me che faccio schifo, che sono troppo pigra, che sono un'incapace, che sono troppo distratta, eccetera. Le ossessioni non vanno tanto nella direzione di cosa sarebbe giusto che facessi in qualità di figlia (mi succedeva forse quando ero più piccola), ma nella mia discutibilità come persona in generale. Piuttosto, è mia madre che più volte mi ha detto che dovrei aiutarla spontaneamente e con piacere, siccome sono sua figlia.

QUOTE
Non dico che non mi dispiace per lei (che comunque ha possibilità di chiederlo anche ad altri parenti), solo che davvero non potevo occuparmi io di questo. Non posso e non voglio occuparmi di nessuno. Assolutamente.

In realtà anch'io non voglio prendermi questo incarico. Non voglio farle da bàlia, col rischio di trascurare me stessa, i miei desideri e le mie aspirazioni (così come è successo a lei da giovane). Eppure non riesco a tirarmene fuori, non riesco proprio… e adesso che mio padre è morto sono rimasta solo io per lei.

Inviato da: Piu82 il Mercoledì, 10-Ott-2018, 18:38
Grazie per la tua risposta.
Sei ancora giovane e io spero che troverai il modo di sganciarti dall'idea di doverle fare da balia, ma di farlo nel modo più funzionale per te, cioè costruendo una tua vita, a partire dai tuoi interessi, dai tuoi studi, dall'aiutare te stessa, anche facendo quella guida che ti spaventa.

Così facendo, passettino dopo passettino, forse la vita ti porterà tante cose solo tue, e non ci sarà più neanche tanto tempo per fare da balia a tua mamma, se non in quelle minime indispensabili dimostrazioni di vicinanza (nel caso tu senta spontaneamente il desiderio di manifestarle).

Io ti auguro davvero di avere coraggio, come hai dimostrato facendo quella guida, ogni giorno un pizzico di coraggio, per costruire la tua vita futura e la tua libertà.

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