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> Assertività, .......... parliamone!
 
cioce
Inviato il: Lunedì, 15-Dic-2008, 19:19
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psicozia
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evidenzio questa definizione, se qualcuno trova altri link postateli PSICO smile.gif

ASSERTIVITA' di Stefano Bussolon

Introduzione

Definizione
Essere assertivi significa comunicare in maniera appropriata i propri pensieri, le proprie idee, le proprie opinioni, i propri sentimenti. Significa rendere espliciti i propri bisogni, le proprie richieste, le proprie necessità.
Significa esprimere un'opinione, anche quando è contraria a quella dell'interlocutore.
Significa confronto.
La persona assertiva non cerca di vincere e prevaricare sull'altro; semplicemente cerca di risolvere i problemi e di ottenere il risultato migliore per tutti.
Assertività non è aggressività. La persona assertiva è meno aggressiva, meno arrabbiata, meno ansiosa.
Assertività non è passività. La persona assertiva è meno paurosa, meno timida, meno passiva.
Sebbene non tutti siano naturalmente assertivi, l'assertività si può imparare. Si può imparare ad essere più assertivi.


Quando l'assertività è importante
è importante essere assertivi nelle circostanze che vengono generalmente ritenute "difficili":
- Parlare in pubblico o con persone con cui non si ha famigliarità.
- Fare richieste, chiedere favori.
- Far valere i propri diritti, farsi rispettare.
- Esprimere emozioni negative: lamentele, risentimenti, critiche, disaccordo o semplicemente il desiderio di essere lasciato in pace.
- Rifiutare richieste, dire di no.
- Esprimere emozioni positive, di gioia, orgoglio, attrazione, piacere. Fare complimenti.
- Accettare i complimenti degli altri, senza negare o minimizzare.
- Chiedere spiegazioni, chiarimenti.
- Mettere in discussione gli atteggiamenti autoritari o basati sulla tradizione.
- Conversare in maniera sicura e rilassata, esprimendo e condividendo opinioni, emozioni, esperienze.
- Affrontare le seccature, i conflitti, lo stress sociale evitando di incorrere in comportamenti aggressivi distruttivi o dannosi per la relazione.




[continua....]


--------------------
"Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te"


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“se c'è dubbio...... vuol dire che esiste un'alternativa e quindi una possibilità di scelta"

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“L'uomo è turbato non tanto dalle cose, ma da ciò che egli pensa sulle cose"

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cioce
Inviato il: Lunedì, 15-Dic-2008, 21:20
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psicozia
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I propri diritti

Identificare doveri e diritti
Essere assertivi significa esprimere, far rispettare, far valere, in maniera efficace, i propri diritti, nel rispetto dei diritti degli altri.
Per poter far valere i propri diritti è necessario capire quali sono i diritti di ognuno.
La nostra educazione ci porta a seguire delle regole, delle cose che pensiamo di dover o di non dover fare.
Non essere egoista, non essere emotivo, non fare critiche, non essere irragionevole, non disturbare o infastidire gli altri con i tuoi problemi, non lamentarti. Fai quello che ti dicono, aiuta sempre chi ne ha bisogno.
Sono regole molto sensate, ed è normale averle imparate, è corretto insegnarle ai nostri figli. Queste regole, però, vanno rispettate con intelligenza. Se rispettate sempre alla lettera ci portano ad un atteggiamento passivo e ci impediscono di far valere i nostri diritti.
Ogni tanto abbiamo diritto a pensare a noi stessi, ad esprimere il nostro stato emotivo, ad esprimere delle critiche o delle perplessità, a fare degli errori o a non essere troppo ragionevoli. Abbiamo il diritto di dire di no a chi ci chiede un aiuto, se dire di si comporta un costo troppo alto. Abbiamo diritto noi stessi di chiedere aiuto, di chiedere spiegazioni, di chiedere rispetto, di essere riconosciuti, di essere stanchi, di non avere tempo e, a volte, di non avere voglia.

I diritti
Il diritto di decidere della tua vita, di perseguire i tuoi obiettivi, stabilire le tue priorità.
Il diritto di avere e sostenere i tuoi valori, le tue credenze, le tue opinioni, le tue emozioni; il diritto di essere rispettato per questo, a prescindere dalle opinioni degli altri.
Il diritto di non dover giustificare o dare spiegazione delle tue azioni o dei tuoi sentimenti.
Il diritto di dire agli altri come desideri essere trattato.
Il diritto di esprimere te stesso, di dire "NO", "non lo so", "non ho capito", "non mi importa".
Il diritto di prenderti il tempo necessario per formulare le tue idee prima di esprimerle.
Il diritto di chiedere informazioni, di chiedere aiuto, senza per questo sentirti in colpa.
Il diritto di cambiare idea, di fare errori, a volte di comportarti in maniera illogica. A patto, naturalmente, di accettare le conseguenze del tuo comportamento.
Il diritto di piacerti, di accettarti anche se non sei perfetto. Di fare, a volte, meno del massimo delle tue possibilità.
Il diritto di avere relazioni positive, soddisfacenti che ti facciano sentire bene e libero di esprimerti onestamente. Il diritto di cambiare, o concludere le relazioni se queste non vanno incontro alle tue esigenze.
Il diritto di cambiare la tua vita, migliorarla, il diritto di evolvere, nei termini che tu ritieni opportuni.
Questi diritti, naturalmente, vanno esercitati con buon senso, ragionevolezza, intelligenza. Non riconoscere a se stessi questi diritti, però, può portarci a comportarci in maniera passiva in alcune circostanze, anche importanti, della nostra esistenza. Se permettiamo che i bisogni, le opinioni, i giudizi degli altri diventino più importanti dei nostri, rischiamo di renderci infelici, stressati, magari anche aggressivi. Assumere un atteggiamento anassertivo, passivo, significa comportarsi in maniera disonesta con se stessi.

Assertività ed egoismo
Essere assertivi non significa essere egoisti. Essere egoisti significa dare valore solo ai propri diritti, senza rispettare o comprendere i diritti degli altri.
Essere assertivi significa rispettare e comprendere i diritti di se stessi e degli altri. Riconoscere e valorizzare i propri diritti ha un senso solo se vengono riconosciuti e valorizzati anche i diritti altrui.

Aggressività, prevaricazione, egoismo
La non assertività si può esprimere non solo nei termini di passività, ma anche in quelli di aggressività o prevaricazione.
Far valere i propri diritti senza rispettare e comprendere i diritti altrui non è assertivo, è prevaricativo. Non vi è assertività se il rispetto dei propri diritti passa attraverso lo svilimento e l'umiliazione degli altri. Il comportamento di prevaricazione è anassertivo non solo perché non permette agli altri di far valere i propri diritti, ma anche perché, soprattutto nel lungo periodo, il comportamento di prevaricazione è meno efficace di quello assertivo.

Passività e moralità
A volte chi si comporta in maniera passiva pensa di essere più bravo, pensa che quello sia l'unico modo per essere giusti, buoni, corretti. In realtà il comportamento passivo non è né buono, né corretto, né giusto.
Le persone passive spesso mentono a se stesse, non rispettano se stesse, e dunque non sono sincere né corrette con se stesse.
Le persone passive non sono sincere, perché non dicono la verità sui loro sentimenti, sulle loro opinioni. Magari non dicono bugie, ma comunque lasciano credere agli altri cose non vere.
Se una persona si comporta in maniera passiva con il proprio partner impedisce alla relazione di crescere, di maturare. La relazione non può basarsi sul rispetto, sull'amore, ma sulla finzione, sull'umiliazione.
Comportarsi in maniera passiva non è corretto perché si impedisce una relazione costruttiva in cui le persone possano crescere.
Se una persona si comporta in maniera passiva rispetto ad un'altra persona, quest'ultima può imparare (o rafforzare) un atteggiamento scorretto, di prevaricazione e mancanza di rispetto, ed applicarlo anche con altre persone.

[continua...]



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"Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te"


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black hole sun
Inviato il: Lunedì, 15-Dic-2008, 21:58
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Qui qualche nozione e l'indicazione di un testo in italiano :


http://it.wikipedia.org/wiki/Assertivit%C3%A0
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black hole sun
Inviato il: Lunedì, 15-Dic-2008, 22:04
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Yanagi
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Psico Zio
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In definitiva essere assertivi significa avere il comportamento ideale nei rapporti con gli altri.
Ma dovrebbe essere sufficiente a rendere ottimali questi rapporti?
Utopicamente forse sì, realmente proprio no.
Possiamo anche essere assertivi, ma lo saranno anche gli altri con noi?

L'assertivo, in poche parole, sta a metà tra chi tende a sottomettere e chi tende a essere sottomesso –
volendo tralasciare momentaneamente le implicazioni sull'autostima ecc. di questi "stati".
(Bizzarro che Hegel, nella sua dialettica servo-padrone,
non abbia parlato dell'assertivo – una figura di sintesi che avrebbe tripartito anche questo sistema laugh.gif)

Davanti a un "dominatore" l'assertivo forse non si farà mettere i piedi in testa,
ma è facile che sia sottomesso e il rapporto non è comunque bilanciato.
La cosa avviene in maniera analoga nel rapporto assertivo-sottomesso.
Insisto su questo perché a volte (a volte) secondo me si esalta un po' troppo questo modo di essere,
che è anche il più difficile da mantenere,
e si sottintende che trovare il modo di essere sempre assertivi
sia una soluzione al problema dei rapporti sociali.
Dubito che lo sia.

E poi... come si diventa assertivi? PSICO rolleyes.gif
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Becky
Inviato il: Lunedì, 15-Dic-2008, 22:23
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Psico Lemure
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io non sarò mai assertiva PSICO sad.gif


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Psico Nonno
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assertività e autostima vanno di pari passo, giusto? PSICO wink.png


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La gioia nel dare e nel ricevere fa parte della nostra natura (M. Rosenberg)

Coraggio ce l'ho. E' la paura che mi frega. (Totò)

Strano come una discesa vista dal basso somigli tanto a una salita.



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cioce
Inviato il: Lunedì, 15-Dic-2008, 22:31
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psicozia
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QUOTE (Yanagi @ Lunedì, 15-Dic-2008, 21:15)
In definitiva essere assertivi significa avere il comportamento ideale nei rapporti con gli altri.Ma dovrebbe essere sufficiente a rendere ottimali questi rapporti?
Utopicamente forse sì, realmente proprio no.
Possiamo anche essere assertivi, ma lo saranno anche gli altri con noi?

L'assertivo, in poche parole, sta a metà tra chi tende a sottomettere e chi tende a essere sottomesso –
volendo tralasciare momentaneamente le implicazioni sull'autostima ecc. di questi "stati".
(Bizzarro che Hegel, nella sua dialettica servo-padrone,
non abbia parlato dell'assertivo – una figura di sintesi che avrebbe tripartito anche questo sistema laugh.gif)

Davanti a un "dominatore" l'assertivo forse non si farà mettere i piedi in testa,
ma è facile che sia sottomesso e il rapporto non è comunque bilanciato.
La cosa avviene in maniera analoga nel rapporto assertivo-sottomesso.
Insisto su questo perché a volte (a volte) secondo me si esalta un po' troppo questo modo di essere,
che è anche il più difficile da mantenere,
e si sottintende che trovare il modo di essere sempre assertivi
sia una soluzione al problema dei rapporti sociali.
Dubito che lo sia.

E poi... come si diventa assertivi? PSICO rolleyes.gif

no no, essere assertivi non significa avere la "faccia giusta" per ogni situazione... quello è il passivo non l'assertivo! rileggi meglio PSICO wink.png


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Yanagi
Inviato il: Lunedì, 15-Dic-2008, 22:37
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QUOTE (cioce @ Lunedì, 15-Dic-2008, 21:31)
no no, essere assertivi non significa avere la "faccia giusta" per ogni situazione... quello è il passivo non l'assertivo! rileggi meglio PSICO wink.png

Infatti non è quello che ho detto. Devo essere incapace di spiegarmi, davvero.
Mettiamo tre tipi di persone, un po' come il modello PAC dell'analisi transazionale.

Il passivo, che accetta tutto quello che gli viene imposto,
che non sa dire di no, che si considera inferiore agli altri, ecc.

Il dominatore, che impone agli altri, ha un ego ipertrofico,
vuole schiacciare le opinioni altrui, si considera superiore, non accetta rifiuti, ecc.

L'assertivo, che invece considera l'altro al suo stesso livello.
Non è presuntuoso né eccessivamente modesto,
sa valutare cosa è giusto accettare e cosa no,
esprime la propria opinione senza spacciarla per verità assoluta,
e senza considerarla inferiore rispetto a quelle altrui, ecc.

Le mie domande erano:
- basta essere assertivi per avere buoni rapporti con gli altri? (questa è una domanda retorica laugh.gif)
- quanto è faticoso essere sempre assertivi con tutti?
- come si può davvero diventare assertivi?
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La lunga marcia
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QUOTE (Yanagi @ Lunedì, 15-Dic-2008, 21:15)

(Bizzarro che Hegel, nella sua dialettica servo-padrone,
non abbia parlato dell'assertivo – una figura di sintesi che avrebbe tripartito anche questo sistema laugh.gif)

Blasfemo! laugh.gif


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Una psicologia, la quale non sia in grado di spiegare il sogno, non è utilizzabile neppure per la comprensione della vita psichica normale e non può pretendere di chiamarsi scienza (Sigmund Freud).
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QUOTE (ondin@ @ Lunedì, 15-Dic-2008, 21:28)
assertività e autostima vanno di pari passo, giusto? PSICO wink.png

si PSICO smile.gif


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QUOTE (Yanagi @ Lunedì, 15-Dic-2008, 21:37)
QUOTE (cioce @ Lunedì, 15-Dic-2008, 21:31)
no no, essere assertivi non significa avere la "faccia giusta" per ogni situazione... quello è il passivo non l'assertivo! rileggi meglio  PSICO wink.png

Infatti non è quello che ho detto. Devo essere incapace di spiegarmi, davvero.
Mettiamo tre tipi di persone, un po' come il modello PAC dell'analisi transazionale.

Il passivo, che accetta tutto quello che gli viene imposto,
che non sa dire di no, che si considera inferiore agli altri, ecc.

Il dominatore, che impone agli altri, ha un ego ipertrofico,
vuole schiacciare le opinioni altrui, si considera superiore, non accetta rifiuti, ecc.

L'assertivo, che invece considera l'altro al suo stesso livello.
Non è presuntuoso né eccessivamente modesto,
sa valutare cosa è giusto accettare e cosa no,
esprime la propria opinione senza spacciarla per verità assoluta,
e senza considerarla inferiore rispetto a quelle altrui, ecc.

Le mie domande erano:
- basta essere assertivi per avere buoni rapporti con gli altri? (questa è una domanda retorica laugh.gif)
- quanto è faticoso essere sempre assertivi con tutti?
- come si può davvero diventare assertivi?

L' assertivo è un po' come il salame. Sempre uguale ovunque lo tagli.
Una sorta di equilibrio "mediocre", una perfezione moderata... un' idea che non mi piace.
Perchè non posso sentirmi superiore? E' la cosa più naturale del mondo e non credo che levandomela forzosamente (come, poi?) starò meglio.
Sentirmi infima dopo un rifiuto, una delusione... naturale anche questo.
La rabbia repressa dove se ne va? Non può scomparire.
Come si fa a non incazzarsi mai e ad esprimere sempre le proprie opinioni pacatamente, anche quando qualcuno va a rigirare il coltello nella piaga, la tua?
E' un concetto disumano.
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La lunga marcia
Inviato il: Lunedì, 15-Dic-2008, 22:58
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Una psicologia, la quale non sia in grado di spiegare il sogno, non è utilizzabile neppure per la comprensione della vita psichica normale e non può pretendere di chiamarsi scienza (Sigmund Freud).
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QUOTE (La lunga marcia @ Lunedì, 15-Dic-2008, 21:58)
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Yanagi
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QUOTE (TheLoner @ Lunedì, 15-Dic-2008, 21:54)
L' assertivo è un po' come il salame. Sempre uguale ovunque lo tagli.
Una sorta di equilibrio "mediocre", una perfezione moderata... un' idea che non mi piace.
Perchè non posso sentirmi superiore? E' la cosa più naturale del mondo e non credo che levandomela forzosamente (come, poi?) starò meglio.
Sentirmi infima dopo un rifiuto, una delusione... naturale anche questo.
La rabbia repressa dove se ne va? Non può scomparire.
Come si fa a non incazzarsi mai e ad esprimere sempre le proprie opinioni pacatamente, anche quando qualcuno va a rigirare il coltello nella piaga, la tua?
E' un concetto disumano.

Ma infatti, non l'ho detto esplicitamente,
ma io sono contrario al "sempre e comunque assertivi".
Ci dev'essere spazio anche per le altre forme di comportamento con gli altri,
ovviamente però con un certo equilibrio –
ideale, perché poi è lontano da qualsiasi realizzazione (almeno per me unsure.gif).
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