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PSICO > Disturbo ossessivo compulsivo: Strategie per vincere le ossessioni > Mini-guida Per L'ansia E Pensieri Disfunzionali


Inviato da: Dr.Dock il Giovedì, 14-Feb-2013, 16:11
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Dopo aver scritto sulle cause dell'ansia voglio chiarire la questione "ansia generalizzata" e i disturbi ossessivi che fanno entrambi parte dei disturbi d'ansia.
Voglio scrivere questa mini-guida in questa sezione perchè noto che le persone si soffermano troppo spesso a scrivere i loro problemi senza lavorare su loro stessi, scrivono perché l'ansia lavora e vengono manovrati come burattini.
Poi l'ansia cambia argomento o si cronicizza e si tende a vivere con l'ansia come inquilino di noi stessi.

Abbiamo parlato più volte dei pensieri automatici. Il nostro cervello è molto complesso ma sostanzialmente possiamo dividerlo in tre categorie principali: emozioni, pensieri razionali automatici e pensieri razionali volontari.

Le emozioni sono il risultato dei nostri pensieri, e del nostro vivere. Di esse possiamo dire solo che ci sono, avvengono, non possiamo in nessun modo classificarle, dire come sono, sapere come farle arrivare o pretendere di averle.

I pensieri volontari sono quelli dettati dalle nostre convinzioni e ci permettono di vivere: per esempio "Oggi vado a fare la spesa", "Questo è meglio di quello", "Secondo me.." cioè sono pensieri che facciamo pensando razionalmente, attiviamo il nostro cervello per ottenere un risultato "logico".

I pensieri automatici sono quelli su cui vorrei porre l'attenzione. Il cervello fa moltissimi pensieri automatici e noi non possiamo controllarli, il problema di chi ha l'ansia è proprio questo. Chi per la prima volta giunge sul forum (e molti, tanti altri che ci rimangono) pretendono di poter controllare i propri pensieri ma questo non è possibile. È come avventurarsi in una caverna oscura e pretendere di illuminarla tutta con una semplice candela.

Dopo questa piccola parentesi di cui abbiamo già parlato vi scrivo delle mie riflessioni fatte l'altra sera, è un elenco di motivazioni per cui il problema dei disturbi ossessivi è così ostico da eliminare:

- l'ansia causa un calo dell'umore. Spesso mi scrivono persone tristi, un po' depresse. Questo è normale perché l'ansia fa concentrare su pensieri tristi, su pensieri paurosi e pian piano ci porta alla depressione. Più una persona si chiude nelle sue riflessioni, più si focalizza sul problema e più naviga in acque tristi.
Il nostro cervello è una macchina perfetta ma se lo si bombarda di continui pensieri prima si surriscalda (continui picchi di cortisolo dovuto a stress) e poi pian piano si spegne (depressione). Per cui succede che quando l'umore è a terra si continua ad analizzare sentendosi ancora peggio.
L'ansia e la depressione fanno vedere il mondo grigio.

-l'ansia causa una serie di disturbi somatici e cognitivi che se non riconosciuti portano nuova preoccupazione. Si alimenta un ciclo di ansia per cui io mi preoccupo di un pensiero, nel frattempo il mio corpo ha ansia e questa provoca i classici sintomi. Poi, oltre alla preoccupazione dei pensiero, ho la preoccupazione per i sintomi d'ansia e si accumula nuova ansia che andrà a peggiorare i sintomi. È il classico esempio degli ipocondriaci, hanno mal di testa, poi si concentrano perchè temono di avere qualcosa e la preoccupazione genera ansia che andrà a peggiorare il mal di testa.
Tra i sintomi somatici ricordiamo la fotofobia, la sensazione di vuoto in testa, tremori, freddo, insonnia, incubi, braccia pesanti, tachicardia, mal di stomaco e molti altri. L'ansia produce moltissimi problemi e molto spesso non ne siamo neanche consapevoli. Io stesso avevo l'orticaria da stress, non lo sapevo e la continua ricerca non aveva fatto altro che peggiorare i sintomi.
Tra i sintomi cognitivi ricordo i pensieri ossessivi (eccoli qui), pensieri di morte, pensieri di tristezza, di paura, vuoti di memoria, disattenzioni, iperattività, confusione.
Quindi uno si preoccupa dei sintomi dell'ansia, pensa che ci sia dell'altro, aumenta la preoccupazione e poi aumentano i sintomi.


-l'ansia cancella le altre emozioni. Se uno ha la paura non può pretendere di essere felice, mi sembra normale solo che alcuni lo dimenticano. Quindi si vive la paura e tutto sembra morto, e questo capita fino a quando si vive questa emozione. È un po come recarsi ad un negozio e trovare il cartello "chiuso per ferie". (alcuni tentano di spaccare la serranda per prendere la merce ma rimangono delusi...)


-la paura tende a far focalizzare. La paura è una calamita, se una persona ha ansia generalizzata può soffermarsi tutto il giorno sui problemi e vedere solo quelli.
Chi comincia a capire che i pensieri ossessivi sono immotivati, cioè vengono prodotti dall'ansia non riesce ad uscirne. Sembra strano ma è così, questo succede per alcuni motivi:

1) ci si ricorda di avere il problema. Si dice "Io sono così, mi vengono questi pensieri". È un po' come chiamarli a se, sentirsi malati. Il problema nasce dal fatto che la prima volta si fa un pensiero ansioso (che può capitare a tutti soprattutto a quelli che accumulano troppo stress), poi si teme la mente come produttrice di pensieri spiacevoli.
Lo si fa anche inconsciamente, se temete di fare pensieri spiacevoli sicuramente li farete perché avete paura.
Si da per scontato di averli, quindi si finisce per pensare "la mia vita sarà rovinata". Così non fate altro che aggiungere altra paura e nuovi pensieri.


2) ci si dimentica che ormai si fanno pensieri per l'ansia accumulata e si vive quella realtà. Quindi si può essere vittima oppure vedere che una parte di noi si è ammalata e genera automaticamente pensieri che mettono paura.


3) girare il coltello nella piaga, cioè ragionare. Quando ragionate non fate altro che usare la stessa logica (cervello ansioso) che ha generato i pensieri ansiosi quindi non potete risolvere nulla. Si è immersi in una bolla e la soluzione e fuori da quella bolla ma voi non la vedete. C'è da dire che la paura è una forza irrazionale per cui i pensieri generati non hanno significato. Voi non vivete voi stessi ma voi stessi ansiosi. Quelli che dicono "sono blasfemo perchè ho pensato a delle parolacce" siete sicuri che siete veramente voi? No, quelli siete voi colpiti dall'ansia, stop. I pensieri sono alterati dalla paura, ragionate male, fate pensieri distorti rispetto a quando non avete ansia (il che non capita praticamente mai se ci pensate sempre...).


4) il dubbio. Questo è l'ultimo baluardo dei pensieri ossessivi, l'ultimo modo per farvi continuare a pensare. "E se non fosse così" "E se continuassero?" "E se significassero qualcosa?". Questo è dovuto molto anche alla testardaggine, il vedere un significato dietro a dei pensieri che non sono altro che ansia concentrata. In preda all'ansia si può pensare di tutto, anche quando dite di non avere ansia c'è sempre un sottofondo che non vedete ma c'è. Ci sono degli squilibri, dovete dare tempo a voi stessi di ricaricarvi pian piano.

-la razionalità. Non ho nulla nel ragionare ma molto spesso chi ha sofferto ha una vita improntata sull'evitamento della paura, sul non voler più soffrire. È un po' come essere rimasti bambini e manca una capacità di affermazione, di indipendenza, di fare pratico per porta convinzioni positive.
Quello che è proprio sbagliato è "come" si ragiona, non la razionalità in sè. In pratica c'è un eccesso di razionalità, c'è la convinzione di poter controllare tutto, la convinzione di sapere cosa è la vita, cosa ci renderà felici.
Siete sicuri di non controllare troppo la vostra vita oppure pretendete troppo da voi stessi? Perché vi stressate? Se c'è qualcosa che non va poi non potete pretendere di non avere i pensieri ansiosi (che sono sintomo di stress).


-la paura è un emozione. La paura è un'emozione e come tale non la si può combattere con le medicine o con la razionalità. Spesso leggo di pensone che dicono "la guida non funziona", "le medicine non fanno effetto", "i pensieri non se ne vanno". Bene, lo sapete che potete fare qualsiasi cosa ma se la fate come una compulsione non servirà a nulla. Nel vostro inconscio voi combattete la paura, leggete la guida per far passare i pensieri, non per capire veramente come funziona il meccanismo.
La paura è un mostro immateriale per cui tutte le frecce che scagliate vanno a vuoto. La paura esiste, qualsiasi argomento abbia, e non si può cancellare, è un emozione umana.
Allora potete dire ho paura ma c'è anche dell'altro solo che quell'altro non lo vedo fino a quando mi concentrerò sulla paura (e vivrò con quella paura).


Con questa guida voglio farvi notare come la mente pensa alla mente, della serie "il gatto che si morde la coda".
Buona giornata. PSICO ciao.gif


PRIMA PARTE: I PENSIERI DISFUNZIONALI o DISTORSIONI COGNITIVE (aggiunta dei post dal 17 febbraio in poi)


Nella mia guida nella sezione strategica ho messo un link sui pensieri disfunzionali che tutti abbiamo, anche quelli che non hanno l'ansia, solo che chi ha i pensieri ansiosi parte da una convinzione sbagliata e poi ci rimane intrappolato perché la crede vera e la carica di paura.
Quindi al posto di mettere in discussione il suo pensiero originario (che sente proprio) ne discute il contenuto.
Io mi sono accorto che chi ha questi problemi è molto sensibile, ha una parte emozionale molto sviluppata però non gli da spazio, cioè non vede la paura come un'emozione che tutti hanno ma la combatte con la logica, logica che è molto sviluppata.
Ci sono molti ansiosi che tentano di controllare, vogliono sapere, sono perfezionisti, pretendono molto da se stessi e non accettano se stessi. In una parola, hanno un EGO molto sviluppato.
La paura per alcuni è come un richiamo, va risolta perché se no si ha paura di quella paura. Ma se non si avesse paura non sarebbe paura, no?



Visto che non so quanti leggeranno quel link, ve li scrivo qui così potete anche discutere di queste distorsioni cognitive, cioè quei pensieri che sono a monte e condizionano il nostro modo di vedere la vita.
Inoltre, andando a correggere questi pensieri diminuisce anche la ruminazione, cioè il rimuginamento mentale che non fa altro che abbassare l'umore e farci sentire più tristi e ansiosi.
Al posto di vivere nella mente, cioè stare tutto il giorno a discutere di pensieri, il cui contenuto è distorto, si può cominciare a vedere la vita in maniera diversa.
Ne metto uno al giorno così ognuno può cominciare a correggersi ed ha tempo di metabolizzare il pensiero.

➼1 Oggi parlo dell'INFERENZA ARBITRARIA
L'inferenza arbitraria è quando si arriva a conclusioni sbagliate senza avere prove sufficienti a giustificarle

esempi:
➣Quando una persona che conosciamo ha attraversato la strada senza salutarci si può pensare: "Non mi ha salutato perchè non voleva parlarmi" (Quando magari non ci ha visto, oppure si sentiva triste e non voleva parlare con nessuno)

➣Quando devo fare una presentazione in pubblico: "Oddio, sicuramente andrà male, mi verrà un vuoto e farò un brutta figura" (Questo è il futuro, come si fa a conoscerlo? Quali sono le prove? Certo è che quello che si teme poi lo si vive, per cui se io temo, quando devo parlare la paura mi fa vivere esattamente quello che temevo).

➣Quando una persona non ci chiama pensiamo: "Non mi ha pensato" (Quando magari era troppo impegnato con il lavoro).

SOLUZIONE
Il tuo compagno non ti chiama e tu pensi "non mi chiama perché non mi ama"---> tu puoi correggere e dire "aspetta, cosa centra l'amare con il telefonare sempre. E se è occupato? E se ha il cellulare che non prende? Mi deve chiamare per forza per sapere che mi ama o mi bastano le dimostrazioni che già ho?".
E se il pensiero è ossessivo si può dire: "la mia è paura che non mi ami. Per forza che ho questo pensiero, questo è un dubbio ansioso. Ci sta perché l'ansia mette i dubbi. Ora posso fare altro".




➼2 Oggi parlo del PENSIERO DICOTOMICO

Il pensiero dicotomico consiste nel ragionare per estremi senza vie di mezzo. O tutto o nulla, o vero o falso, giusto o sbagliato, un atteggiamento estremamente rigido.

esempi:
➣ Una persona potrebbe avere un'ansia anticipatrice del tipo: "Se farò un errore sarà un fallimento"

➣ Una persona pensa ad aiutare un'amica in maniera perfezionista: "Se smetto di aiutarla vuol dire che sono insensibile" (...quando magari si è stanchi e si vuole un po' di tempo per se stessi)

➣ Una persona cucina la cena per gli ospiti e: "Si è un po' scotta la pasta! Questa cena è indegna".

➣ Una persona che si programma la giornata e salta un'impegno che si era prefissato: "Ora, la mia giornata è rovinata."

SOLUZIONE
Per esempio quella della persona con un programma prefissato, si denota un'estrema rigidezza. In queste persone, il perfezionismo è fonte di insoddisfazione e di tristezza, fallimento, le cose si prendono sul personale.
Cominciare ad allentare la presa. La vita vista così non è un po' troppo rigida? Forse, la cena è una rappresentazione di noi stessi, almeno quella deve essere perfetta perchè noi non lo siamo?
Dobbiamo mostrare a qualcuno che valiamo? È più importante il perfezionismo o come ci sentiamo? È più importante che la cena sia perfetta o che si cucina qualcosa per gli ospiti perchè si vuole passare una bella serata?
Se non aiuto un'amica una volta perchè non mi va, questo fa di me una persona insensibile? E se mi sforzo di esserlo, sono veramente io così oppure sono forzata, quindi non spontanea?




➼3 Oggi parlo dell'ASTRAZIONE SELETTIVA

L'astrazione selettiva consiste nel vedere solo gli aspetti negativi di una vicenda, concentrarsi solo sui dettagli che fanno perdere una visione reale della realtà. Spesso capita all'ansioso che si concentra su quegli aspetti che confermano le sue paure. È un filtro mentale che fa arrivare solo contenuti negativi.

esempi:
➣ Una persona legge su internet le malattie collegate ad un sintomo che lui ha: per dolore alla gola si legge faringite, influenza, tonsillite, disturbi gastrici, tumore e allora pensa "Oddio, e se avessi il tumore?" (si concentra sull'unica malattia che può essere incurabile tralasciando le più banali a causa della sua paura inconscia di morire).

➣ Una persona dopo un discorso pubblico: "Gli altri avranno riso di me perché mi sono incespicato due volte" (quando tutto il discorso è poi stato convincente e gli altri pensano che sia una persona affidabile)

➣ Una persona dopo che il professore l'ha lodato nonostante una piccolo errore da rivedere: "Allora tutto il lavoro è andato male, non è piaciuto" (mentre invece è da 29/30)

➣ Una persona che legge che omosessuali si può anche diventare: "Oddio, allora lo sto diventando anche io" (Ma per tutti è così? Quindi tutti diventano omosessuali? O solo te che vivi l'ansia che ti fa credere possibile una cosa del genere?)

SOLUZIONE
La soluzione non è semplice soprattutto per quelli che sono perfezionisti o pessimisti. Bisogna lavorarci molto ma si possono ottenere buoni risultati, è normale a volte concentrarsi sugli aspetti negativi ma in questo caso ci si concentra "solo" su quegli aspetti e diventano motivo di infelicità o ansia.
Chi ha i disturbi ossessivi usa moltissimo l'astrazione selettiva, perchè ha paura di qualcosa e poi si concentra solo sugli aspetti che confermano quella paura.
Un ipocondriaco convinto della sua sclerosi starà tutto il giorno a fare i controlli, non mette neanche un secondo l'ipotesi di avere male al braccio e basta, oppure che l'ansia gli faccia venire disturbi somatici.
Non è la vostra paura a farvi concentrare ed attirarvi su quello che temete? È una cosa automatica.




➼4 Oggi tratteremo dell'IPERGENERALIZZAZIONE

L'ipergeneralizzazione consiste nel generalizzare le situazioni cioè "fare di tutta l'erba un fascio".

esempi:
➣ Una persona che si sveglia al mattino con un po' di ansia: "oggi sarà di nuovo una giornata terribile" (qui ci si da la zappa sui piedi, pensare all'ansia fa venire nuova ansia)

➣ Una persona sbaglia un compito in classe: "sono proprio un fallimento" (qui un caso singolo diventa motivo per attribuirsi un'etichetta generale)

➣ Una donna viene tradita dal proprio ragazzo: "gli uomini sono tutti uguali..." (no semplicemente vi siete fidate dell'uomo sbagliato, questo vale anche per le donne per par condicio PSICO-asd.gif )

➣ Una persona è triste e pensa: "non sarò mai più felice" (no, semplicemente non lo sei adesso. Adesso sei triste e ti vivi il tuo momento di tristezza).

SOLUZIONE
L'ipergeneralizzazione comporta attribuire un significato globale alle situazioni di tutti i giorni. In questo modo le situazioni negative presenti vengono estese anche al futuro, oppure un'errore commesso diventa una caratteristica propria della persona.
Se si sbaglia, semplicemente si commette un errore, non si è un fallimento. Le caratteristiche di una persona non sono date dal singolo evento e soprattutto non dobbiamo essere i giudici di noi stessi.
Aver paura di sbagliare ci limita moltissimo perchè sono gli errori che ci permettono di capire e vivere la vita.
Bisogna rimanere nel presente. Non pensare che se una situazione è difficile ora, lo sarà per sempre. Quello si chiama pessimismo.
Chi è pessimista fa dell'ipergeneralizzazione il suo cavallo di battaglia.
Se questo va male allora....se si comporta così allora lo farà sempre...se comincio male allora...
Più si generalizza la vita, più le situazioni appariranno uguali, sempre tristi e monotone.
Si punta lo sguardo sull'etichetta da dare alle situazioni senza viverle. È come se si diventasse dei giudici al posto di essere esploratori.
"Se vado in quel posto non mi divertirò, perchè l'anno scorso ci sono andato e mi sono annoiato". Quindi? Le situazioni cambiano! Come si fa a prevedere il futuro?
Poi, con l'ansia e la negatività addosso, se si segue il proprio stile di pensare si finirà per vedere solo ansia e negatività.
Quando ci si accorge di fare questi pensieri, cercate di vedere quanto siete ridicoli, quanto siete razionali.
Dovete cambiare persona, vedere il mondo con occhi nuovi, come quando eravate bambini.




➼5 La PERSONALIZZAZIONE

La personalizzazione consiste nel sentirsi responsabili degli atteggiamenti assunti dagli altri.

esempi:
➣ Una persona parla con un'altra e vede che l'altro non l'ascolta: "deve essere colpa mia che dico cose poco interessanti" (quando magari l'altro sta pensando ai suoi problemi, o è preoccupato di cosa pensa l'altro oppure è uno non abituato ad ascoltare)

➣ La mattina a colazione: "se la mia ragazza è irritata è per qualcosa che ho fatto ieri" (invece ha dormito male, pensa che deve andare a lavoro oppure è preoccupata per qualcosa che non riguarda lui o egoista)

➣ Il collega di lavoro non accetta l'invito per la serata: "deve essere perchè sono molto noioso" (invece era impegnato, oppure non gli andava perchè era stanco, oppure realmente non gli interessiamo dobbiamo piacere a tutti?)

➣ Due persone fanno un lavoro di gruppo che però va male: "è andata male per colpa mia" (e la responsabilità degli altri?).

SOLUZIONE
Cercare di non colpevolizzarsi. Spesso ci si concentra sempre sugli aspetti negativi del vissuto e si accusa se stessi per tutto ciò che capita di sbagliato. Gli altri sono superiori? Non sbagliano mai? Bisogna smettere di attribuirsi colpe che non ci sono.
Una correzione può essere: "Chissà perchè è incavolata la mia ragazza", eliminando se stessi dal motivo di tale situazione. Noi non dobbiamo niente a nessuno, tantomeno a noi stessi.
"È colpa mia" è una frase che dovete cancellare.
Ci sono delle situazioni dove commettiamo noi gli sbagli. Non bisogna pensare che la situazione è irrimediabile o rimuginarci sopra. Il passato è passato, non si può correggere. Se ci si pensa sopra si può solo stare male: "Avrei dovuto..." "Se facevo in quel modo..." "E se ha pensato..."
Concentrarsi sul presente con domande: "Ma questo senso di colpa che ho non è eccessivo?", "Come posso migliorare la situazione", "Se un'altra persona pensa questo per quel fatto accaduto, io non posso farci niente, le mie intenzioni erano altre. Se capiscono male non è colpa mia. Punto", "Quello che è successo è dovuto a me oppure dipende anche dall'altra persona?"
Il senso di colpa porta solo ansia e ulteriore tristezza.
Succede anche nell'ansia sociale, quando ci sono momenti imbarazzanti oppure non si riesce a creare rapporto, la discussione è sempre a due persone, non dovete colpevolizzarvi.
Spesso c'è dietro il desiderio di piacere a tutti, cosa che è impossibile da applicare nella realtà e alquanto inutile.



➼6 La SQUALIFICA DEL LATO POSITIVO

La squalifica del lato positivo consiste nel minimizzare gli aspetti positivi di se stessi, sminuendoli o trascurandoli e concentrandosi solo su quelli negativi.

esempi:
➣ Una persona riceve un complimento per il nuovo taglio: "Lo dice solo per educazione!" (perchè si pensa così? Forse perchè abbiamo bassa autostima, ci si sente indegni?)

➣ Una persona supera un esame e poi pensa: "Si però l'altro non l'ho superato per cui è come se fosse un insuccesso" (qui si trova sempre il modo per non apprezzarsi)

➣ Una persona prepara dei biscotti che gli altri assaggiano: "Dicono che sono buoni solo per non farmi sentire inadeguata!"

SOLUZIONE
La squalifica del lato positivo fa parte dei pensieri che si fanno quando si ha l'umore depresso. Si ragiona in maniera pessimistica e la paura e la tristezza trascinano tutto verso di se. Quindi ogni aspetto bello diventa brutto, ogni successo viene cancellato da pennellate di insuccessi, ogni momento di felicità diventa un momento per pensare quando finirà.
Questo è l'effetto delle vostre paure, della vostra negatività. Dentro di voi c'è qualcosa che vi sabota, è la vostra parte negativa.
Siate coscienti di ciò, non combattete la vostra parte negativa ma dite "grazie per quello che mi dici, ho delle paure questo è vero però ho anche altro. Se mi concentro solo sulla paura mi dimentico di tutto il resto e a me non va".
Se la tristezza è molto forte bisogna accettarla, non impregnare anche il futuro delle sensazioni dell'oggi. Domani è un altro giorno ma se si pensa che il giorno prima si era pensato che oggi sarebbe stato triste allora diventa una cosa continua; la tristezza non se ne andrà.
Quindi bisogna correggere i pensieri. Vedere il successo anche nelle piccole cose, non dare tutto per scontato.
Bisogna sforzarsi all'inizio di correggere quello che per anni avete fatto, disabituare la mente alla negatività, al pessimismo, all'eccessiva paura.




➼7 Continuiamo con i pensieri disfunzionali; oggi parliamo di CATASTROFIZZAZIONE

La catastrofizzazione consiste nel proiettare sul futuro le proprie angosce, cioè concentrarsi sugli aspetti peggiori che potrebbero capitare.

esempi:
➣ Una persona deve andare ad una festa: "Sicuramente sarà un disastro, mi verrà l'ansia e tutti rideranno" (se siete indovini è meglio che vi dedicate a giocare al lotto. Se non lo siete, tentate e vedrete che la festa potrebbe riservare sorprese. Però bisogna lasciarsi andare, non andare con la paura)

➣ Una persona pensa ad una malattia: "È se fosse un principio di psicosi. Oddio sicuramente mi capiterà, diventerò pazzo" (chi è pazzo non ha l'ansia di diventarlo. Mettetevi l'anima in pace.)

➣ Un ragazzo deve parlare con una che gli piace: "Se vado li e arrossisco, lei mi prenderà in giro." (Allora non andare e fatti prete, nel mentre potresti piacerli proprio per le tue caratteristiche...)

➣ Una ragazza viene lasciata: "Non troverò mai più un ragazzo come lui" (Sicura? Si dice "si chiude una porta e si apre un portone", l'importante è uscire.)

➣ Nuovo lavoro: "Sbaglierò tutto, non sarò capace e sarò licenziata" (Non fasciarsi la testa, andare a lavoro e capire cosa vogliono. Poi concentrarsi su quello che si fa non su quello che si deve dimostrare agli altri. Sbagliare è un ottimo modo per imparare, aver paura degli errori paralizza)

SOLUZIONE
La catastrofizzazione è uno dei principali tipi di pensieri disfunzionali ansiosi, anzi è quello predominante. Il rimugino, infatti, si basa sulla visione pessimistica e paurosa del futuro.
Ormai si pensa ad esso come un incognita, non si guarda più al presente, ma ci si concentra su cosa ci dice la paura.
La più grande illusione è pensare mentre si ha l'ansia, perciò si pensa ORA al futuro, la paura farà in modo di alterare la visione del futuro e farlo vedere con un filtro di paura (diventerò gay, diventerò depresso, diventerò malato).
Questo non capita mai, ma questi pensieri soffocano perchè nel momento in cui si pensano sembrano veri e si subiscono, ci si sente impassibili.
Vedete come seguite le vostre paure?
La paura fa proprio questo, spaventarvi. Se ve la fate amica non avrete più timore di essa. Se la paura fa paura, potete accettarla? Direi di si, l'importante è non farla diventare protagonista della vostra vita.
La paura vive nella mente, non nella realtà.
La realtà è quello che vivete in questo momento, il resto sono seghe mentali.
La paura è un film, se cominciate a vederlo e provate ad immaginare come va a finire, sicuramente penserete a scene di terrore. Perchè torturarsi? Accettate che vi state preoccupando.
Il film è un film, giusto? Dopo aver visto il film si può avere una specie di paura (capita a molti dopo aver visto un film horror).
Bene, chi ha l'ansia vive questo film nella mente e se tenta di spegnere la tv, la sensazione rimane. Il problema non è la sensazione in sé, il problema è vostro.
Se si spegne la tv e poi si comincia a pensare "pensa se succedesse davvero", "pensa se nel futuro divento...", "se scopro che...oddio", allora voi continuate a vivere il vostro film.
Dovete spegnere la tv e concentrarvi VOLONTARIAMENTE su altro.
L'altra strategia è quella di vedere la vostra paura con IRONIA, i pensieri sono parte di un copione scritto da voi. Voi siete timorosi, accettate che lo siete, siete umani.
Il futuro non potete conoscerlo, nel frattempo però il presente passa. Lo si spreca e quando arriva il futuro non è mai come lo avevate pensato.
Se volete continuare ad illudervi o spaventarvi la scelta è vostra.
➼7.1 Corollario del catastrofismo - SOVRASTIMA DEL PERICOLO
La sovrastima del pericolo significa scorgere pericoli anche dove in realtà non c'è niente di preoccupante

➣ Una telefonata che non arriva: "Oddio, deve essere successo qualcosa a mia figlia…" (mettete da parte un'attimo il pensiero, non notate che pensate sempre il peggio? Questa cos'è se non paura, paura di qualcosa di grave che può succedere da un momento all'altro. Continua tensione)

➣ Una donna mangia un po' di marmellata e poi si accorge che c'era della muffa: "E se ho preso il botulismo, mi sto sentendo male" (certo che hai paura, hai la convinzione errata che qualsiasi cosa può essere pericolosa. L'allarme è automatico ma si può correggere)

SOLUZIONE
La sovrastima dei pericoli è uno degli aspetti dell'ansia, cioè quello di vedere la realtà in maniera paurosa.
Una delle convinzioni è che bisogna controllarsi perché potrebbe succedere qualcosa da un momento all'altro.
L'esempio classico è quello di chi ha paura della psicosi e pensa: "ora non ho allucinazioni però potrei iniziare a sentirle"
Di fronte ad una situazione in cui non c'è nessuna prova reale che dimostra la malattia, il dubbio persistente e la paura fanno alimentano il ciclo.
Quello che succede è che una persona ansiosa non ha mai la certezza di sentirsi tranquilla, fino a quando tutti i dubbi non sono stati dissipati, ma dato che il dubbio è una caratteristica ansiosa, c'è sempre una preoccupazione.
I nostri pensieri ansiosi sono automatici, ma derivano da una combinazione di stato d'animo, condizione psicologica, esperienza passata, convinzioni.
• Lo stato d'animo rappresenta le emozioni che proviamo nel momento in cui ci viene il pensiero. Così, se siamo felici o siamo occupati a fare qualcosa di piacevole avremo meno pensieri ansiosi, se siamo più tristi e apatici ragioneremo di più perché non ci piacciono queste emozioni e cercheremo di controllarle al posto di accettarle.
• La condizione psicologica, costituisce la nostra salute psicofisica e noi sappiamo di avere uno stato ansioso di sottofondo che fa scattare spesso l'ansia (mi raccomando di non pensare al doc, si parla di "condizione", non di malattia).
• L'esperienza passata è molto importante perché spesso si ha una storia di ansia alle spalle, di paure che ci fanno pensare di essere malati.
Inoltre, dato che si ha paura di fare pensieri, succederà che controllare farà venire proprio quei pensieri.
Per spiegarvi come funziona l'esperienza passata, vi vorrei parlare brevemente dell'amigdala che è una parte del cervello limbico, quello che controlla le emozioni.
L'amigdala rappresenta il ricordo delle emozioni, cioè il nostro cervello emozionale.
Se studiate a scuola che il leone è pericoloso, succederà che quando lo vedrete dal vivo, l'amigdala farà scattare l'emozione "paura" e poi l'ansia (che non è altro che la manifestazione fisiologica della paura, l'insieme di reazioni che servono per fronteggiare il pericolo).
L'amigdala funziona per associazioni, cioè se passo per una strada buia e provo tensione, quando mi ritroverò in un'altra strada simile proverò la stessa emozione.
Quando sentite un rumore, subito l'amigdala farà scattare l'emozione di paura, ancora prima che il cervello razionale capisca cosa stia succedendo.
Poi, si attiva la corteccia cerebrale (cioè ragionate) e dite: "Ah ma era solo il gatto che ha fatto un danno…".
Io sono convinto di una cosa, l'amigdala non ha tutte le colpe nel disturbo d'ansia e adesso vi spiegherò perché.
• Le convinzioni servono per chiudere il cerchio dell'ansia, perché spiegano come mai si innesca questo processo che ci fa stare male.
Noi abbiamo delle convinzioni disfunzionali, ossia delle regole interne e delle opinioni che ci fanno stare male.
Immaginiamo la convinzione: "devo essere sempre attento altrimenti succederà qualcosa", questa convinzione è dentro di noi, non la vediamo ma c'è, magari non l'abbiamo neanche scelta noi, magari è derivata dalle esperienze, esperienze che anch'esse sono state vissute in maniera errata.
Cosa succede se sbaglio? Temo che succederà qualcosa di grave.
Ora sapete cosa succede? L'amigdala si attiverà e registrerà questa associazione ➔ alle disattenzioni seguirà il pericolo, la paura.
Fatta questa associazione, la realtà si modifica perché vivrete seguendo quella paura, che implica il controllo.
L'amigdala diviene iperattiva, infatti, deve stare attenta ad ogni piccola disattenzione e voi avrete la sensazione di essere costantemente sotto pressione.
Il problema è che cercare di prevenire qualcosa è sempre una forma di paura, quindi è come se l'amigdala dicesse in continuazione "stai attento che potresti distrarti", "stai attento".
Ma questa attivazione è sempre paura.
Sapete quando fallisce questo tipo di controllo e fa cadere la persona nello sconforto?
Quando si cerca di controllare cose irrazionali, le emozioni, il futuro, sé stessi, lì il meccanismo si inceppa (E perché lo si fa? Si cerca di controllare perché si vuole la vita perfetta, non fare errori).
Infatti, se provo a usare la ragione per sapere se amo una persona sto sbagliando, non posso saperlo.
Allora si continua a ragionare, perché la persona non sa che sta facendo un'operazione non fattibile, e arriva alla conclusione che potrebbe non amarlo. E allora sale l'ansia.
Oltre al cercare la verità, che è come buttarsi nella burrasca, succede un altro fatto molto interessante.
L'amigdala associa la persona che amate alla paura, paura di non amare.
Così, quando state con il vostro compagno, l'amigdala invia l'allarme e vi dice: "guarda, tu stai con lui, però potrebbe non essere lui la persona che ami"
E questo allarme può scattare sempre, anche quando siete felici, l'amigdala vi interrompe: "va bene sei felice, ma questa felicità non è completamente vera dato che potresti non amarlo".
Ma perché è successo questo? Perché voi avete cercato troppo controllo, anche sull'amore, per cui avete usato la ragione per controllare che il vostro amore fosse perfetto.
Dal momento che questo controllo ha fallito (non avete provato nulla), il dubbio si è trasformato in paura.
E l'amigdala ha registrato questa paura, che scatta ogni volta che c'è un'associazione con quella paura, come abbiamo già detto.
Ma la paura, così come l'amore e tutte le altre emozioni fanno parte della sfera emozionale, e non c'è nessuna certezza, quindi non si risolveranno mai.
Anzi non c'è neanche bisogno di risolverla, perché altrimenti cerchiamo di razionalizzarla.
Allora voi mi direte: "devo vivere per sempre con il dubbio?", questa domanda è una razionalizzazione della paura, non è amore.
Se voi amate o non amate, questo lo sentirete con le emozioni, non attraverso gli allarmi dell'amigdala (il dubbio è patologico, la scelta è un processo che avviene senza controllo).
Provate a pensare alle paure che la mente registra se vi convincete di essere malati…
E l'allarme scatterà in ogni caso, fino a quando non vi accorgerete che le convinzioni vi hanno portato ad un inganno avvenuto a monte e ad un successivo controllo ingiustificato.
Ricapitoliamo lo schema:
CONVINZIONI SBAGLIATE ➔ CONTROLLO DELLA VITA PER PAURA ➔ INGANNO COGNITIVO ➔ PAURA ➔ REGISTRAZIONE DELLA PAURA IRRISOLTA (nell'amigdala) ➔ ALLARMI o PENSIERI ANSIOSI (mentre viviamo) ➔ CONTROLLO o COMPULSIONE (ovviamente inutile, perché è sbagliato il processo già all'inizio) ➔ RISPOSTA CHE AUMENTA LA PAURA ➔ SENTIRSI IMPOTENTI e CONFUSI (nel frattempo aumenta lo stato d'ansia)
Tutto questo è una mia personale idea, non il vangelo, però a grandi linee funzioniamo così.





➼8Bene, oggi parliamo del RAGIONAMENTO EMOTIVO

Il ragionamento emotivo avviene quando si considerano le proprie emozioni prova di qualcosa.

esempi:
➣ Una persona si sente triste e pensa: "Se sono triste vuol dire che la mia condizione è disperata" (no, in realtà adesso ti senti triste. Se pensi al futuro con tristezza si innesca un meccanismo per cui anche domani sei triste. Accetta la tristezza, prima o poi la felicità si farà viva)

➣ Una persona ha paura di aver mangiato un cibo contaminato: "Oddio, mi sto sentendo male. Allora era veramente avariato." (no, ti senti male perchè sta aumentando l'ansia. Quindi i sintomi sono sintomi d'ansia, poi tu ti controlli e ti autosuggestioni scambiando i sintomi d'ansia per quello che temi)

➣ Una ragazza ha paura di essere lesbica e prova a vedere che effetto gli fa una donna: "Oddio, mi sento una pressione lì sotto. Se mi sto eccitando significa che amo una donna" (no, in realtà la paura attiva i centri dell'eccitazione a prescindere dal soggetto. Tu interpreti il segnale in maniera errata. Il problema però è alla base, cioè la tua paura di essere lesbica, il test è solo una conseguenza. Testarsi come vedi porta ad errori e nuovi dubbi)

➣ Una uomo deve fare un discorso in pubblico e: "Se ho già adesso l'ansia, significa che dopo sarà un disastro" (no, tu hai l'ansia perchè ti stai preoccupando per dopo. L'ansia di ora non a niente a vedere con quella che avrai durante il discorso, devi smettere di preoccuparti, fregartene degli sbagli, non muore nessuno e concentrarti su quello che devi dire)

➣ Una persona ha l'ansia: "Se ho l'ansia un motivo ci deve essere" (e invece no. Esiste anche la preoccupazione per avere l'ansia cioè ti stai concentrando troppo sulle tue sensazioni e ti procuri l'ansia preoccupandoti. In pratica il motivo non c'è più ma continui ad essere preoccupata. Devi accettare l'ansia, non ha alcun significato dietro. Qual'è la cosa peggiore che potrebbe capitare?)

SOLUZIONE
Il ragionamento emotivo è un pensiero disfunzionale molto potente che messo nelle mani di una persona ansiosa può fare disastri.
Il problema principale è l'attitudine a volere le certezze. Penso che ogni persona che c'è sul forum sia molto rigida, cioè si ostina a cercare TUTTE le ragioni di un suo problema, vuole avere una chiara visione dei motivi per cui sta male.
Vuole certezze, e il rimuginare cioè ragionare sembra un'atteggiamento vincente, invece esso aumenta i dubbi, aggiunge incertezze.
Il ragionamento emotivo fa parte dei test. Se sono (ansiosa, triste, eccitata, arrabbiata) allora....
E invece state compulsando, cioè state già dando per scontata la vostra paura a monte. Voi con il ragionamento emotivo ragionate a valle.
Voi vi state controllando, cioè c'è una PAURA di base per cui poi finite per controllare le vostre emozioni, i vostri pensieri (meta-rimugino) i vostri comportamenti, le persone attorno a voi.
È la paura il vostro nemico, non voi stessi e le vostre analisi.
Se accettate la paura di base i vostri test saranno falsati dall'ansia. Tutto sembrerà vero.
Se una persona dice "se ho l'ansia un motivo ci deve essere" significa che la sua giornata comincia con fatto che avrà l'ansia, quella è già accettata.
Pensateci bene, non è forse che voi vi state focalizzando già dal mattino (anche involontariamente) su una paura.
La state chiamando voi.
Poi le analisi, i test sono una cosa che vi viene automatica perché avete accettato quella paura, siete spaventati, volete vederci chiaro, volete la soluzione.
Contro la paura non si può combattere perché adoperate la stessa logica che ha creato la paura, voi combattete la vostra paura con la logica che ha creato la paura; è come essere dentro una bolla di ansia e la soluzione sta fuori ma voi la cercate dentro di essa (e non potete uscire, questo è certo).
La paura si nutre di insicurezza, voi volete la certezza ma volerla significa che siete insicuri.
Se siete dentro la paura non potete vedere cose belle, non potete essere sereni.
Se dico "sono triste, c'è un motivo" oppure "non se ne andrà mai, finirò depresso" questo è un pensiero ansioso. Chiedetevi sempre "cosa mi spaventa veramente?", "qual'è la paura che mi sta ingannando?".
Sappiate che ragionare sui vostri stati d'animo, sui vostri comportamenti fa alterare chi siete veramente.
Se mi concentro sul perché faccio le cose, ad esempio sembra che non abbia significato (questo perchè la paura alla base di questi pensieri sarà la PAURA DI NON SAPERE PERCHÈ SI FANNO LE COSE). Il dubbio, la sensazione di vuoto è data dalla paura e della razionalità che interviene. Se ragioniamo il significato "sembra" non esistere.
Quando ci facciamo queste domande il significato diventa "ragionare sui fatti" non "vivere per un motivo".
Il significato c'è fino al momento in cui non c'è lo chiediamo.
Ma il problema iniziale qual'è? Sempre una paura, le domande sono una conseguenza.
Come vedete, quando diciamo di non compulsare, non lo facciamo per "metterci una pietra sopra, mentire a noi stessi", ma perché compulsare significa produrre errori, distorcere la realtà e arrivare a conclusioni sbagliate.
Spesso la paura di un male ci conduce ad un male peggiore.




➼9Oggi vorrei parlarvi della LETTURA DEL PENSIERO

La lettura del pensiero consiste nel pretendere di sapere cosa gli altri stanno pensando, senza avere prove certe.

esempi:
➣ Due persone si trovano nello scompartimento di un treno e una pensa: "Mi ha fissato, devo avere qualcosa che non va." (e se invece stesse pensando che siete attraenti? Sempre in negativo bisogna pensare?)

➣ Ad un colloquio di lavoro, il candidato: "Quando mi guardava sorrideva perché non voleva farmi sentire male ma il posto non me lo darebbe neanche morto" (...poi la settimana dopo siete stati scelti per quel posto.)

➣ Due amiche si incontrano al supermercato ma una saluta l'altra con meno interesse: "Oddio, le ho fatto qualcosa. Devo solo ricordare cosa ho fatto. Magari quando..." (mentre vi arrovellate il cervello, la vostra amica era così perché non si sentiva bene, perché aveva litigato con il marito, perchè era preoccupata per il figlio, perché....di motivi c'è ne sono molti solo che voi vi incolpate sempre di colpe che non avete)

➣ Una uomo entra in ufficio: "Stanno pensando che sono la persona più goffa dell'ufficio. Mi guardano perché stavano parlando di me" (sicuro? e anche se fosse? mettiamo che volevano farti uno scherzo, ci puoi ridere oppure ti senti colpito a morte? È così importante quello che pensano gli altri? Per quale motivo?)

➣ Due ragazzi scrivono messaggi poi uno non scrive più: "Si è stufato di me, perchè fa così?" (e se ha finito il credito? e se non prende più il telefono? ovviamente avete fatto ogni prova per scongiurare questa cosa che pensate...e poi magari continuate a pensarci...)

SOLUZIONE
La lettura del pensiero è un modo di pensare comune tra le persone che hanno bassa autostima e in quelle con ansia sociale, le due cose molto spesso coincidono.
È uno caso specifico di inferenza arbitraria, cioè di salto alle conclusione senza prove certe, si crede ai pensieri che si fanno e alle impressioni; è inutile dire che ciò porta sempre ad errori e a pensare che gli altri ci stanno giudicando male.
In ogni caso, si ha un muro da costruire per difenderci da delusioni e ulteriori sofferenze. Si vive una specie di "maschera" che faccia da contrappeso con le presunte mancanze, mancanze che spesso non esistono ma sono convinzioni distorte.
Si ricorre alla lettura del pensiero nei rapporti in modo da controllare cosa pensano gli altri. Ma questo non è possibile.
Ci sono moltissime convinzioni errate in questo tipo di atteggiamento:
-il primo è pensare che gli altri guardino in modo giudicante e indagatore, in realtà molto spesso loro sono concentrati su altri aspetti. Chi ha il problema è focalizzato su questo aspetto.
-pretendere di sapere cosa gli altri stanno pensando basandosi però sui propri pensieri, non si può conoscere del tutto cosa pensa un altro.
Succede poi che, questa preoccupazione viene mostrata agli altri, cioè una persona si preoccupa troppo di quello che pensa l'altro, per cui non riesce a fare un discorso completo.
Si è troppo concentrati sull'altro e poco sui propri bisogni, i propri stati d'animo, le cose da dire.
L'altra persona capisce che ci si sta preoccupando, ma non sa di cosa.
Il problema nasce dalla bassa autostima, per cui noi guardiamo gli altri con i nostri stessi occhi, i nostri stessi pensieri.
Bisogna cominciare a rompere questo schema. Piuttosto che leggere il pensiero degli altri, cominciare a concentrarsi su cosa si vuole comunicare.
Prendersi un po' di più alla leggera, nessuno vuole giudicarvi o sta cercando di analizzarvi, è solo una vostra convinzione.
Quello che pensate di voi stessi, gli altri non lo pensano, siete voi che lo fate. Mentre lo pensate vivete quell'atteggiamento.
Inoltre, la lettura del pensiero comporta un notevole lavoro del cervello che, come se non bastasse, fa aumentare ulteriormente lo stato d'ansia.




➼10Oggi vorrei parlarvi dell'ETICHETTAMENTO

L'etichettamento consiste nel catalogare se stessi, gli altri, le cose con un'etichetta globale, piuttosto che riferirsi a specifici eventi o situazioni

esempi:
➣ Una ragazza fallisce il test di ammissione universitario: "Oddio, sono una perfetta idiota" (sicura? Solo per un test fallito? Oppure stai dicendo a te stessa che il tuo valore globale dipende da un test? Perché devi condannarti con etichette negative? Bene non fa, non ti vuoi bene? Dovresti imparare se vuoi essere felice...)

➣ Una mamma si dimentica di mettere la merenda nello zaino alla figlia: "Sono indegna, come ho fatto a dimenticarmi. Non merita una madre così" (aspetta un attimo, solo perché ti sei dimenticata un giorno non ti devi condannare. Pensi che per essere una brava madre "devi" seguire un programma? Prova a chiedere a tua figlia, sicuramente lei dirà che sei una brava madre. Spesso chi ha l'ansia fa 300 cose in più per i figli ma non se ne accorge perchè vuole sempre di più da se stessa e finisce per esaurirsi. Calma e clemenza, si fanno molti errori)

➣ Il ragazzo vede alla tv una scena di nudo maschile e dice che è un bell'uomo: "Allora sono omosessuale, no non può essere, proprio io!" (dunque, tu sei vittima di un pensiero ansioso sviluppato dal nulla. Chi lo dice che un commento ti faccia cambiare sesso? Piuttosto, la tua ansia te lo suggerisce, poi tu ci ragioni e la paura ti porta nella direzione che non vuoi. Hai fatto tutto da solo)

➣ Se il fidanzato si comporta male una volta allora: "È una carogna. Non doveva essere impegnato, doveva stare con me" (addirittura?! blink.gif E la sua vita? Il suo modo di essere dove lo mettiamo? Il rapporto segue un manuale?)

SOLUZIONE
L'etichettamento è un pensiero disfunzionale molto simile alla ipergeneralizzazione, e alcune volte coincide (se si riferisce alle persone).
In questo caso i pensieri colpiscono il nostro io, cioè esiste un giudice che analizza ciò che facciamo e poi ci dà i voti.
Forse siamo noi che chiediamo troppo da noi stessi?
Bisogna ammorbidire i giudizi, comprendere che se una cosa è andata male non è una questione di vita o di morte, non siamo la persone che quel giudice vuole farci credere.
Il giudice è fatto di logica, di rigidezza, di ansia, di paura. È lui che muove i fili.
"Se domani sbaglio alllora...", "se non faccio quello allora...", "se mi comporto così, allora..." così facendo soffocate voi stessi.
Molto spesso a questi pensieri si sovrappone l'ansia, per cui l'ansia fa preoccupare ancora di più. L'ansia risveglia paure che ci portano a controllarci, per esempio la paura di impazzire.
Succede che tutto diventa una grandissima COMPULSIONE.
La paura il più delle volte è interiorizzata, cioè non arriva alla coscienza e noi agiamo in maniera forzata, con un senso del dovere.
Con un super-io interno che prendiamo a modello.
Se noi stessi o un'altra persona (compagno, marito) escono da questi canoni allora sono etichettati negativamente.
Etichettarsi negativamente comporta tristezza, comporta depressione, comporta ansia, questo perché sono il risultato di una paura che c'è di base.
Paura di non essere all'altezza, paura di non essere amata, paura di non essere felice.
Perciò uno deve fare per essere...ma in realtà l'amore non arriva perchè si fa, la felicità non arriva perché si ha un lavoro di prestigio, certo si può essere felici a patto che il lavoro non serva per dimostrare a noi stessi di valere (cioè la paura ci ha spinto a vivere).
La soluzione è quella di ammorbidire questo giudice, ridicolizzarlo.
Poi bisogna rivedere se stessi. Si agisce per paura? Allora c'è qualcosa che non va bene.
Cosa volete veramente? Quali sono i vostri valori veri, non quelli che vi imponete?
Se l'ansia adesso vi impedisce di analizzarvi, non importa perché la soluzione la scoprite vivendo.




➼11Oggi riprendiamo il discorso sui pensieri disfunzionali e scriverò dell'INSOPPORTABILITÀ o INTOLLERANZA

L'intolleranza è quel pensiero che mostra una bassa tolleranza alla frustrazione. Consiste nel ritenere che certi eventi spiacevoli non possono essere sopportati.

esempi:
➣ Il ragazzo va alla partita di pallone al posto di passare il sabato con lei: "Non lo sopporto quando fa così. Mi viene un nervoso" (forse perché si pensa che l'amore è dimostrare sempre quello che vogliamo noi. Nel rapporto c'è anche l'individualità, se si vuole soffocare l'altro o cambiarlo non è vero amore)

➣ Nuova giornata, bisogna svegliarsi e andare a lavoro: "Non c'è la faccio oggi, perchè devo andare a lavoro!" (forse bisognerebbe rivedere il concetto di vivere. Ci si sta concentrando troppo sulle cose spiacevoli del lavoro, si sta vedendo la vita come un dovere. Bisogna cambiare punto di vista, bisogna rivedere la vita. Si può semplicemente rispondere alla propria parte negativa con "il lavoro potrebbe essere piacevole se faccio le cose un po' per volta e smetto di vivere la mente e rimuginare negativamente su cosa non mi piace".)

➣ Laureato in biologia trova lavoro in call-center: "Non era questo il lavoro per cui ho studiato, sono ridotto male" (chi lo dice? La tua voce interna forse. Può essere una soluzione temporanea, la vita non è mai una cartina scritta ma in continua evoluzione. Siamo noi che dobbiamo essere flessibili e cogliere le opportunità con positività. La vita è già difficile di suo, non farlo anche tu con te stesso! PSICO wink.png )

➣ A scuola mi sfottono: "Non lo sopporto, perché proprio a me!?" (sei intollerante alle critiche, le prendi sul personale. E se lo facessero per spronarti? Oppure, se lo vedessi come un evento che non ti abbatte ma ti rende più forte?)

SOLUZIONE
Questo pensiero è caratteristico dell'umore depresso e dell'eccessivo stress.
Quattro sono le origini di questo tipo di pensieri:
➠la prima è che stiamo chiedendo troppo da noi stessi e non ci stiamo concedendo le dovute pause. Il corpo e la mente hanno bisogno di riposare. Quando ci si stressa si abbassano i livelli dei neurotrasmettitori (serotonina e dopamina) quindi si è più predisposti a vedere le cose insormontabili. Il lavoro sembra faticoso, i problemi insormontabili, non si ha voglia di fare niente.
Anche le persona perfezioniste o quelle che fanno troppo per gli altri arrivano ad un punto dove non ce la fanno più, usano tutte le loro risorse mentali e fisiche ad oltranza, non si accorgono che stanno dimenticando loro stessi per il senso del dovere.

➠la seconda sono i pensieri automatici. Ad esempio "non mi piace fare quel lavoro", seguito da un magone allo stomaco, oppure quando suona la sveglia al mattino e dobbiamo alzarci. Questi pensieri sono automatici in chi ha l'umore depresso. Quando capitano chiediamoci sempre: "È così intollerabile la situazione oppure la sto vedendo io dal punto di vista sbagliato?", "È così realmente o mi sto preoccupando eccessivamente", "È così insopportabile che neanche con calma riesco a farla?", "È una mia priorità?".

➠la terza è la RABBIA. Di solito ci aspettiamo che gli altri debbano comportarsi o agire nel modo che piace a noi. Se non accettiamo che gli altri hanno i loro difetti e il loro modo di fare, diventeremo sempre più intolleranti. Un tipo di domanda curativa può essere: "la mia ragazza deve comportarsi come dico io o deve essere se stessa?", "se una cosa non mi piace posso anche dirgliela al posto di rimuginare internamente (usando la calma)", "mi dà fastidio perchè sono già nervoso per conto mio, la colpa non è sua".

➠per ultimi, anche se collegati a tutto il resto, ci sono gli sbalzi ormonali. Durante il ciclo si sa che le donne rompono... PSICO-asd.gif, questo perché noi non siamo mai uguali a noi stessi, ogni giorno cambiamo. Chi è rigido pensa che tutti i giorni ci si comporta sempre allo stesso modo, se un giorno siamo giù di morale non possiamo accettarlo. Il problema è che se si passa un giorno negativo e poi ci si mette a pensare alle cause (cercando solo spiegazioni logiche), succederà che il giorno dopo lo impiegheremo a pensare e staremo nuovamente male.
Si innesta un ciclo di cattivo umore, e la colpa è nostra.
Una cura potrebbe essere: "oggi sono un po' nervosa, anche senza motivo di esserlo, l'accetto e non indago perché la rabbia è un emozione" (razionalizzandola non faccio altro che complicarmi la vita e avere dubbi), oppure "adesso mi calmo" oppure "domani andrà meglio, oggi ero un po' nervosa".
Non bisogna peggiorare la situazione rimuginando sulla propria intollerabilità, si alimenterebbe un ciclo di ansia in cui quest'ultima richiama nuovo nervosismo.
Se mettete benzina nel vostro lato negativo alimentate il fuoco delle sensazioni negative, anche la ricerca delle cause fatta con le migliori intenzioni porta sempre alla negatività (è una compulsione per preoccupazione)




➼12Il pensiero di oggi è l'ESAGERAZIONE

L'esagerazione consiste nell'ingigantire degli aspetti negativi di sé

esempi:
➣ Adolescente con seno piccolo: "Con questo seno non sono per niente attraente" (in questo caso ci si concentra solo ed esclusivamente su un aspetto che vediamo come un problema, non riusciamo ad apprezzare null'altro di noi stessi)

➣ Un'amica propone all'altra un corso di danza, la quale: "Non posso, non ce la farò mai ad imparare, sono goffa" (ma se non provi come fai a saperlo? Forse hai paura del giudizio? Oppure pensi che ballare sia una questione di natura? La realtà è che richiede fatica e molti errori. Però è divertente imparare, solo che se non provi non lo capisci. Sicura che sei goffa? Quindi? Ti ricordi del brutto anatroccolo...)

➣ Programma in tv di arte: "anche io vorrei iniziare a dipingere, però sono negata" (e chi lo dice? Nello zen si dice: "la pratica rende perfetti", poi dovresti chiederti "vorrei creare opere d'arte oppure divertirmi?")

SOLUZIONE
Questi esempi sono indice di bassa autostima.
C'è una vocina che dice che non possiamo fare le cose, così diventiamo arrendevoli, rimandiamo le cose, rinunciamo dopo poco.
Ci sono diverse convinzioni da correggere:
- la prima è che nessuno nasce imparato. Dietro a grandi lavori spesso ci sono tante ore spese a fare pratica, errori, sacrifici.
- la seconda è che oltre all'obbiettivo (la nostra meta), il cammino è ugualmente carico di valore. Alcuni dicono che "ci si diverte imparando".
-la terza è che nessuno vi giudica per gli errori.
Spesso l'esagerazione è un problema mentale nostro, infatti, la paura ci fa concentrare solo sugli aspetti che non ci piacciono di noi.
Vedendo solo quell'aspetto ci sentiamo infelici, facciamo confronti e ci sentiamo inferiori.
Ma è la paura e l'insoddisfazione che ci fa concentrare su ciò, si vede il bicchiere mezzo vuoto.
Spesso, quello che crediamo un difetto, diventa un pregio o un cavallo di battaglia.
Se ci nascondiamo, mentiamo a noi stessi e sprechiamo delle occasioni.




➼13Oggi parliamo del pensiero opposto al precedente, ovvero la MINIMIZZAZIONE

La minimizzazione consiste nel banalizzare o negare gli aspetti positivi di sé

esempi:
➣ Dopo aver passato l'esame all'università: "L'avrebbe potuto fare chiunque, era semplice" (poi invece metà della classe non l'ha passato. Allora si pensa: "sicuramente è perché non avevano studiato"...facpalm.gif )

➣ Torta di compleanno fatta per la figlia: "Non è venuta come volevo, del resto non sono capace" (La figlia: "grazie, è una torta stupenda!". Non è solo questione di accontentarsi, è non vedere realmente se stessi... PSICO wink.png Se poi proprio non piace, si può imparare dagli errori, la prossima volta)

➣ Dopo aver applicato le guide: "ecco il mio pensiero ansioso, però non sono in grado di farlo andare via" (per quello serve tempo. Apprezza già che hai cominciato a riconoscere i pensieri non tuoi. Il primo passo è fatto, ora c'è da applicare il prossimo gradino, senza fretta.)

SOLUZIONE
Come il precedente pensiero disfunzionale, vi è sempre un problema di autostima.
Minimizzare significa non sentirsi mai soddisfatti per quello che si fa, forse perché si tende al perfezionismo, al volere troppo da noi stessi.
Minimizzare significa vedere il lato negativo delle cose, il bicchiere mezzo vuoto.
Non conta quanto bene facciate un lavoro, per voi sarà sempre un lavoro da niente.
Questo perché non riuscite ad apprezzare la vostra personalità, lo fanno gli altri, e voi puntualmente penserete che lo fanno per non farvi sentire male (lettura del pensiero).
A dirla tutta, non vi premiate mai per le piccole cose che fate, date tutto per scontato.
Così facendo, vi soffocate, pian piano instillate gocce di tristezza.
La vita non è semplice, la vita è un obiettivo; questo è quello che pensano le persone perfezioniste.
La minimizzazione è presente assieme agli altri pensieri disfunzionali, come ad esempio nell'ipergeneralizzazione "tutti possono farlo, non è niente di speciale", oppure nell'astrazione selettiva (dove non solo non si vedono gli aspetti positivi, ma ci si concentra su quelli negativi, un vero è proprio filtro mentale).
La minimizzazione è un meccanismo di pensiero appreso dall'infanzia: quando si è bambini gli altri non ci apprezzano, soprattutto i genitori. Quando si hanno genitori esigenti, il bambino a lungo andare pensa di essere sbagliato, pensa che sarà amato solo se fa quello che gli dicono.
Come è lui veramente non importa, deve comportarsi.
Ora, sapete qual'è un buon rimedio? Liberare la mente e pensare: "se non avessi restrizioni ma libertà, come mi comporterei in questo caso?".
C'è una parte di noi che dice "non è mai abbastanza", questa è la parte razionale, quella che dice come dobbiamo essere per ottenere felicità, amicizia, successo.
In realtà, c'è ne un'altra che è stanca, vorrebbe essere semplicemente se stessa.
Ogni successo non è banale, dovete premiarvi.
Anche raggiungere la semplicità, cioè togliere tutti quei condizionamenti che vi hanno limitato, è un successo.
Riconoscere i pensieri, anche quelli ansiosi, è un gran passo in avanti.
Non bisogna confonderla con la modestia. Avere una sana autostima ci aiuta a stare bene e dare il massimo di noi stessi.




⬇CONTINUA SOTTO⬇

Inviato da: giovannalapazza il Giovedì, 14-Feb-2013, 16:20
ma sei fantastico!!! meno male che ci sei tu PSICO hug.gif

Inviato da: LaStellina il Giovedì, 14-Feb-2013, 16:27
La parte della testardagine e' sicuramente mia ihih PSICO smile.gif cmq mi sn ritrovata in tutto grazie dr dock sei grande!

Inviato da: Pablito87 il Giovedì, 14-Feb-2013, 18:04
x Dr.Dock
Tutto quello che scrivi è vero e mi ci riconosco. Anche se non ho da molto tempo forti crisi, credo che ormai ho una cosa cronica con calo dell'umore, vedo tutto grigio e ho disturbi somatici che mi rendono la vita difficile anche se dagli esami non risulta un beneamato pene.
Cosa si deve fare per stare meglio?

Inviato da: deala il Giovedì, 14-Feb-2013, 18:18
Che dire...tutto eccellente e giusto soprattutto, ma caro Dr. non pensi che se siamo in tanti ad avere questo disturbo, andiamo da medici per questo disturbo, prendiamo farmaci, che non sono poi cosi' leggeri, alcuni in fase acuta necessitano di ricovero....Non credi che pur leggendo tutte le strategie, leggendo i tuoi utili scritti, applicando anche le strategie, nonostante tutto, spesso il disturbo o l'ansia come chiamar si voglia, ha un richiamo cosi' assordante ed estenuante, che non ci si riesce nemmeno con tutte le proprio forze a venirne fuori....Speso non e' il non voler capire o non mettere in pratica i consigli e che semplicemente, detto in parole povere non cela si fa', ne fisicamente ne mentalmente.
Io a volte ho provato un ansia, che mi tremava la bocca mentre parlavo, o ho dovuto stendermi sul letto dalla forte confunsione e senso di impotenza davanti alla forte angoscia.
Io ti assicuro che in quei momenti, potrei leggere e stra leggere strategie consigli ecc... ma non riuscirei a fare nulla di nulla, perche' in quei momenti, sisulta impossibile fare qualsiasi cosa.
La cosa migliore invece a mio parere, e' curarsi quando non si e' in fase cosi' acuta, perche' si vede e si vive tutto sotto un altro aspetto.

Inviato da: birilla80 il Giovedì, 14-Feb-2013, 18:45
bravissimo concordo in pieno

Inviato da: Dr.Dock il Giovedì, 14-Feb-2013, 18:52
➼14 Dopo un po' di pausa riprendiamo con i pensieri disfunzionali, oggi parliamo di DOVERIZZAZIONE

La doverizzazione consiste nel giudicare se stessi sulla base di ciò che uno dovrebbe comportarsi o sentire.

esempi:
➣ Inizia una nuova giornata: "devo assolutamente fare tutto quello che mi sono proposta, oddio come faccio, ho troppa roba" (certo che poi ti sale l'ansia. La vita non è un'operazione di incastrare le cose da fare. Impostata così diventa sofferenza, diventa fatica, non c'è più libertà. E se si saltasse una cosa in programma cosa capiterebbe?)

➣ Una donna pensa la marito: "per amarmi deve venire con me a fare shopping" (qui abbiamo le nostre regole rigide e le imponiamo anche agli altri. Così l'altra persona non deve essere più se stessa ma l'idea che abbiamo noi del partner perfetto. Vedo molta delusione in questo rapporto...non dico che bisogna accontentarsi e farsi trascurare ma se le regole sono troppo rigide forse non si è ben capito cosa significa amare qualcuno)

➣ Durante un compito in classe: "devo prendere il massimo altrimenti sono un imbecille" (questo è quello che ti hanno fatto credere. Ora è una tua convinzione, ma è sbagliata, questo ti porta solo ansia da prestazione, paura di non rendere, paura del giudizio, molta infelicità perché sbagliare è umano e si sbaglierà molte volte. In più studieresti per paura di non apparire stupido, non per divertirti ad imparare)

➣ Una persona con standard elevati: "devo per forza guidare un BMW per essere felice" (la felicità non si basa sui soldi o sulla prestazione. Questo è un caso particolare e magari esagerato, però quando si lega la felicità ad un evento e poi non si verifica bisogna modificare l'obiettivo, accontentarsi. Non si tratta di fallimento, si tratta di intelligenza).

➣ Ragazza alla festa: "se qualcuno mi giudica male allora valgo poco" (con questi pensieri la festa diventa un campo minato. Non si è più se stessi ma la maschera che serve per farci piacere da tutti. Il problema è che il pensiero "devo piacere a tutti" non è applicabile).

➣ Pensiero ansioso sulle ossessioni: "per essere una persona normale non devo fare pensieri strani" (questa è rigidezza. La mente può fare pensieri strani o ambigui, il fatto è che gli ansiosi li vedono anormali proprio perché hanno delle regole e si controllano per seguirle o verificarle).

➣ Pensiero ansioso sulle vita: "Devo evitare la tristezza, infelicità, delusioni" (l'atteggiamento dell'uomo è quello di evitare la sofferenza. Ma se questa sofferenza non la si accetta come una cosa umana, si vivrà in funzione della paura. L'uomo è fatto di emozioni negative e positive, non si possono escludere quelle negative perché si proveranno comunque. La paura è già una di queste!).

SOLUZIONE
La doverizzazione è il pensiero che gli ansiosi adoperano in maniera ricorrente.
È possibile dire che molti pensieri disfunzionali derivino da doverizzazioni di base sbagliate, cioè ci sia una rigidezza di base che modifica il modo in cui si vive.
Vivere la vita secondo regole, pensare che le emozioni si possano controllare porta sofferenza perchè non si proveranno più emozioni, ma un surrogato, cioè si cercherà di avere emozioni che normalmente capitano senza sforzo.
La vita è gioia, rilassatezza, gioco, non è dovere, regole, controlli.
Più siete rigidi e più diventate inflessibili, rigidi e razionali.
Le emozioni negative prenderanno il sopravvento:
-la paura di non avere gli standard che pensavate ("per essere una brava mamma devo ascoltare sempre mia figlia, devo...")
-il terrore di aver commesso uno sbaglio ("non me lo posso perdonare, dovevo fare in quel modo..."
-il dubbio ansioso ("e se il lavoro che ho presentato ha degli errori?" chi se ne frega direi? PSICO-green.gif )
-la tensione (dal non mostrare un lato di voi, la vostra timidezza, che dovete tenere nascosto)
-l'orgoglio (di non ammettere gli sbagli perché "chi sbaglia è un fallito")
-la testardaggine (le cose vanno fatte a modo vostro)
Ansia, ansia, ansia.
Voi avete un libro di regole, regole che avete appreso da bambini, regole che vi imponete perchè volete evitare di soffrire.
Ma seguire le regole è già sofferenza di per sé.
Quella sofferenza che temete è nella vostra mente.
Anche per l'ansia il discorso è lo stesso.
Quando vi controllate perché si è insinuata una paura, state già applicando le vostre regole.
Se penso che una persona normale non deve fare strani pensieri, significa che la nostra mente è incatenata, non potrà più pensare liberamente.
La creatività, la fantasia, l'intuito vengono pian piano cancellati e sostituite da logica e controllo.
Ecco perché molte persone sono ipocondriache.
L'ansia, tra cui le somatizzazioni, ricordano ad una persona che si sta stressando, solo che la persona ansiosa continua a fare quello che le regole gli impongono, al posto di essere meno rigida e accorgersi di essere stanca, .
In aggiunta, utilizza la sua logica e la sua paura per analizzare le sue somatizzazioni, e le scambia per malattie, finisce per etichettarsi.
L'etichetta per l'ansioso è positiva perché così pensa di trovare una soluzione.
In realtà, l'etichetta è sbagliata, basati su analisi sbagliate, lui continua a ragionare su se stesso e la vita con troppa paura.
Quando si compulsa, si è già al di là di questi ragionamenti. Si ha già la diagnosi e si cerca invano la cura.
Un altro difetto è quello di non accorgersi che la mente ansiosa crea pensieri di paura, impulsi, immagini che mettono ansia.
Per chi è rigido, fare certi pensieri ha sempre un significato, loro ragionano sui pensieri; non si accorgono che è proprio l'ansia che genera i pensieri, scava nelle paure di ognuno di noi e costruisce dei film.
"Se faccio questi pensieri deve esserci un motivo", direbbe la logica dell'ansioso. Se si avesse solo un briciolo di fantasia ed umorismo in più, si direbbe che la mente e creativa, si direbbe che la paura esiste e a volte la vita fa paura.
L'ansioso teme i suoi pensieri, non sapendo che l'ansia porterà a fare nuovi pensieri, non c'è soluzione.
È una dura sconfitta per le persone rigide pensare ciò.
Le doverizzazioni le possiamo dividere in tre categorie:
-doverizzazioni verso sé stessi: "devo essere sempre al massimo delle mie possibilità, devo essere stimato e amato da tutti altrimenti valgo poco e sono un fallito"
-doverizzazioni verso gli altri: "le persone vicine devono comportarsi come dico io, mi devo trattare e agire come io penso che debbano fare altrimenti sono egoisti, stupidi e ignoranti"
-doverizzazioni verso la vita: "la vita deve essere come sognavo io, quello che mi capita deve essere gradevole e facile, altrimenti è una cosa intollerabile"
Il perfezionismo è una delle conseguenze di questa rigidezza.
Sbagliare è un dramma che porta enorme sofferenza, sensi di colpa, rimuginazioni sul passato.
Inoltre porta angosce sul futuro "chissà se sarò in grado...", facendo vedere la vita come un'enorme serie di ostacoli da evitare.
Quindi vivete quegli ostacoli, perché vi concentrate sulla possibilità di fallimento, non vivete emozioni positive ma solo paura.
Le doverizzazioni degli ansiosi sono quelle di persone che "controllano troppo bene da non riuscire più a smettere".
Quindi succede che i pensieri ansiosi diventano imposti, forzati: "devo fare questo", "devo essere perfetto", "devo allineare i libri", "devo pulire perfettamente la stanza", sono pensieri non reali, sono pensieri generati come se la mente fosse continuamente in allarme.
Non si riconoscono più i pensieri ansiosi, e si vive la vita in maniera nevrotica, diventa tutto un'enorme compulsione.
Non si mettono più in discussione i pensieri, ci si è scordati delle cose che rendevano felici.
Il rimedio in questo caso sarebbe quello di smettere di adoperare il controllo, so bene che salirà l'ansia, ci si sentirà come se si stesse perdendo il controllo della situazione.
Invece vi state liberando, sarete più sereni, scoprirete cosa significa essere felici.
Evitare la paura significa vivere la paura, non la felicità.
➼14.1 Corollario delle doverizzazioni - IPERCONTROLLO e PERFEZIONISMO
Il perfezionismo è una forma di approccio alla vita basata su una sinergia di paura, rigidezza e uso eccessivo della razionalità

➣ Una segretaria in ufficio: "Se non sono sempre efficiente verrò licenziata" (questa è realtà oppure una tua convinzione? Tutto quello che pensi è vero?)

➣ Presentazione domani del progetto: "Se non è perfetto, non prenderò il massimo sarà un fallimento" (allora è meglio controllare ogni singolo particolare? Scommetto che prenderai 30 e non sarai ancora contento se non per poco)

➣ Regola: "Qualsiasi cosa faccia, è intollerabile non farla perfettamente" (motivo? Perché non sarai il primo? Perché non verrai apprezzato o non ti verrà detto che sei bravo? Sei sicuro che è una cosa che ti rende davvero felice?)

➣ Altra regola: "Devo mantenere il controllo sui miei pensieri, azioni e su tutti gli aspetti della mia vita" ( Anche qui, qual'è il motivo? C'è una paura dietro questa regola, forse la paura che qualcosa di negativo accada, forse la paura di rimanere solo o di ammalarti. Qualsiasi cosa fai, il troppo controllo genera sempre dei danni. Non tutte le regole che abbiamo creato sono vere, per questo bisogna metterle in discussione)

SOLUZIONE
Il perfezionismo si esplica con l'ipercontrollo, cioè l'impossibilità a fare errori, a non essere perfetti.
A monte di tutto, c'è la paura di soffrire, di non essere felici, ecco perché abbiamo iniziato a seguire questo approccio nella vita.
Può essere che da bambini, ottenevate l'affetto solo se facevate bene le cose, se eravate i primi. Tutti avevano grosse aspettative da voi, al punto tale che avete iniziato a chiedere troppo a voi stessi.
Molte persone ansiose hanno paura di vivere, o meglio hanno paura di soffrire.
Non hanno un buon rapporto con la propria parte negativa, e cercando di scappare o controllarla, la vivono sempre, come un fiume sotterraneo che scorre.
Questo controllo, a volte ha a che fare con l'intellettualizzazione, cioè si studia, si ragiona, si cerca di sapere.
La logica non è tutto, noi abbiamo due parti: una razionale ed una emozionale, e sono due parti complementari. Guai a usare una per controllare l'altra.
Si generano solo paure, che poi, una volta registrate erroneamente dall'amigdala diventano dei pensieri ansiosi, dei falsi allarmi.
L'abbiamo visto, la sede delle emozioni risiede nell'amigdala (e funziona per associazioni).
Esiste un'altra sede ancora più profonda, quella degli istinti, delle emozioni reali, alcuni dicono che si trovi nel cervelletto altri nell'amigdala stessa, comunque parliamo di una zona arcaica, primordiale (forse ancora non scoperta).
Bene, quando l'amigdala invia un allarme, noi iniziamo a ragionare attivando un'altra zona del cervello, i lobi frontali (la parte anteriore della corteccia, subito sopra gli occhi).
Quando una donna cerca di capire se è innamorata, usa questa parte razionale non quella arcaica, quest'ultima rimane inattiva.
La parte arcaica, emozionale, si attiva solo ed esclusivamente quando abbandoniamo la nostra paura, e cominciamo a vivere.
Ecco perché il controllo fa perdere il controllo: non provando nulla, una donna comincia a ragionare su questa mancanza di emozioni, arrivando a conclusioni sbagliate, il dubbio diventa paura.
Un'altro caso è quello di chi ha pensieri aggressivi.
A volte l'amigdala sbaglia, invia istinti e impulsi sbagliati, poi la zona razionale elabora l'istinto e dice "ma cosa vado a pensare?" e disattiva l'allarme.
In voi, succede esattamente la stessa cosa, ma sentendovi malati, la parte razionale non lo elabora come sbaglio ma come pensiero pericoloso, quindi l'amigdala fa partire la "paura di perdere il controllo".
Dato che voi avete paura, significa che la vostra mente funziona molto bene, l'amigdala invia i segnali di allarme, i lobi frontali analizzano ma vedono subito che c'è qualcosa che non va. Siete perfettamente sani.
L'errore sta nel considerare i pensieri come simbolo di qualcosa, e nel non riconoscere che una volta diventata paura, questi si attivano da soli.
Ritornando al perfezionismo compulsivo, questa è una forma di controllo che è ormai sfuggito di mano.
Si è ricorso talmente bene al perfezionismo, ottenendo magari anche dei risulti, ma ora lo applicate anche a situazioni dove non serve.
Se è così, significa che questo perfezionismo è attivato da una paura, tutto sta nel trovarla e discuterla.
Ad esempio, chi lavora duramente e non si concede pause, può essere che ha paura di perdere il lavoro, oppure ha paura di non riuscire a fare tutto.
Chi si controlla troppo, magari ha paura di ammalarsi se non lo fa più.
Chi vuole il controllo, si illude.
Immaginate chi ha il dubbio che le emozioni che prova non siano vere.
Ma chi gli dice che il dubbio sul suo dubbio sia vero?




➼15 Un altro pensiero disfunzionale è l'INDISPENSABILITÀ

L'indispensabilità consiste nel considerare assolutamente necessaria una condizione, un bisogno, una cosa della quale potremmo fare a meno, seppur con qualche inconveniente

esempi:
➣ Una donna in carriera "sarò felice solo quando prenderò la laurea in medicina" (Poi magari arriva la laurea e si pensa "tutto qui?", questo perché si pensa che la felicità deriva dal raggiungere un obiettivo e non si dà valore anche al percorso).

➣ Una ragazza che aspetta la chiamata del fidanzato: "È indispensabile che mi chiami per capire che mi ama" (va bene che ci tenete, siete fatte così, però se non arriva non è la fine del mondo. Siete voi che avete delle regole sull'amore, vi concentrate a controllare il rapporto. Deve andare come immaginavate, altrimenti significa che non è amore. Sbagliato!)

➣ Una persona affaticata: "Bisogna dare sempre il massimo, non sono una brava mamma se non sono sempre disponibile" (non è vero. Questa è una distorsione mentale, perché la vita non è fatica, è amore, e l'amore non si quantifica. Puoi fare anche una sola cosa fatta bene. Inoltre, non ascolti il tuo corpo, la tua voce interiore che ti dice di riposarti, di pensare anche a te. L'affaticamento è un segno, bisogna coglierlo ed ascoltarlo.)

➣ Prima di cominciare a dipingere: "Devo comprarmi i migliori materiali, aver letto tutti i libri, avere tutte le cose al proprio posto prima di cominciare a dipingere" (Sicuro? Per dipingere basta anche un pennello, tre colori primari e un foglio. Forse, le troppe condizioni soffocano la creatività. Mi sta bene che vi serve il materiale, ma se manca un colore cosa si fa? Non si comincia? Viene male il lavoro? )

➣ Una ragazzo che punta molto all'apparenza: "Per essere amato bisogna apparire brillanti, non bisogna sbagliare mai" (e se si sbaglia? Se si ha qualcosa fuori posto? La maschera rigida fa acqua da tutti i pori, voi volete apparire brillanti ma brillante è chi è flessibile, chi vive secondo i propri valori. L'essere brillante è una conseguenza, mai un obiettivo)

➣ Cena a casa: "Oddio, manca un ingrediente, come faccio?" (certo, mancano le uova e ora la frittata programmata come la fate? Chi si calcola troppo la vita non è flessibile. Si chiude il frigo e si cucina la pasta, problema risolto. È inutile impuntarsi troppo su programmi, tanto le condizioni saltano in continuazione)

SOLUZIONE
L'indispensabilità è un pensiero disfunzionale che porta molta rigidezza.
È come avere un libro di regole, in cui tutti i punti sono delle condizioni necessarie per la propria felicità, c'è una mancanza di flessibilità, una mancanza di strategie efficaci per essere felici nelle diverse situazioni di vita.
Questo pensiero disfunzionale va a braccetto con il perfezionismo, perché è il perfezionismo che detta legge attraverso le doverizzazioni (che abbiamo trattato sopra) e questi doveri diventano indispensabili.
Le persone controllate vivono con delle mappe, credono di sapere e invece si illudono.
Va bene seguire una mappa, ma poi, se qualcosa non è giusto bisogna usare l'intuito, la creatività, la mappa non descrive la realtà.
L'indispensabilità è la condizione senza la quale non si verifica una cosa che pensate, siete sicuri che questa condizione sia importante, sia vitale per quello che volete?
E siete sicuri che quello che volete vi renderà felici?
E quella condizione è fondamentale o si può cambiare un parametro, modificare il percorso o la scelta?
La parola è flessibilità.
Nulla è indispensabile, se è indispensabile significa che ci fate troppo affidamento.
È indispensabile conoscere per risolvere l'ansia?
Non ci crederete ma l'ansia viene anche solamente quando la si pensa, quindi la condizioni di indispensabilità è già saltata.
Avete visto?




➼16 Oggi parliamo di uno dei principali pensieri disfunzionali delle persone ansiose, cioè l'INTOLLERANZA ALL'INCERTEZZA

L'intolleranza all'incertezza consiste nel controllo eccessivo di situazioni che non possono essere previste. Il dubbio è intollerabile, deve essere risolto a tutti i costi.

esempi:
➣ Una ragazza in piena ansia: "Devo essere sicura di amarlo, questo dubbio è intollerabile" (perché è intollerabile? È paura, voi non volete lasciare il vostro ragazzo. Invece di essere intolleranti al dubbio perchè non lo mettete da parte? Se provate a vedere, otterrete solo conferme e il dubbio sembrerà reale, ma questo succede perchè quando avete quel dubbio, vivete la paura, non la realtà, non l'amore. "Vediamo come mi sembra", "vediamo se mi piace", "vediamo se sto bene con lui" sono tutte prove forzate, segno che non state più vivendo il rapporto).

➣ Una uomo con il mal di schiena: "Devo essere al 100% sicuro di essere sano, altrimenti potrei essere malato" (in questo caso, vi ho già scritto il motivo del dolore, eppure la fantasia paurosa viene accettata e quindi bisogna escludere ogni dubbio di essere malati. È evidente che cercando su internet, si troveranno nuovi motivi per cui avere paura e nuove necessità di escludere il dubbio.)

➣ Una mamma vicino al suo bambino: "Devo assolutamente controllare ciò che faccio, altrimenti potrei fare qualche danno o perdere il controllo di me" (qui non ci si lascia andare. Per paura che il pensiero sia vero, si controlla ogni gesto perché si pensa di essere una serial killer. In realtà, la "vera" personalità non ha nulla a che fare con i pensieri di paura, se si smette questo controllo, si vive, ci si emoziona, si smette di vivere il controllo. Non siamo mai quello che la paura ci dice, siamo l'esatto opposto di quello che temiamo. Ovvio che, dopo le mie parole di "rassicurazione" la paura vi metterà nuovi dubbi e voi intolleranti la seguirete ancora)

➣ Gita di classe, dopo essere uscita da un bagno di un ristorante: "e se in quel bagno c'era l'epatite e ora mi sono contaminata?" (forse sopravvalutate l'idea che avete di essere contaminati. La vostra convinzione è che contaminarsi è facile. Sbagliato!)

➣ Una signora mentre è a lavoro: "e se non ho chiuso la porta di casa e quando torno la trovo svaligiata?" (questo pensiero è dello stesso tipo del precedente. Voi sapete che la porta è chiusa, allora il problema qual'è veramente? I ladri o il vostro pensiero?)

➣ Un meccanico che controlla continuamente l'auto da riparare: "Il lavoro può riuscire bene solo se lo controllo molte volte. E se ho fatto errori?" (l'eventualità di un errore c'è sempre, in questo caso c'è un eccesso di controllo perché si teme che possa succedere qualcosa di grave. Cosa dovrebbe capitare? La macchina esplode? Perde una ruota in autostrada? Se si corre con la fantasia e ci si lascia suggestionare dalla paura, i controlli saranno infiniti, tanti quanti sono i pensieri ansiosi)

➣ Una uomo guardando la moglie: "e se perderò il controllo e la farò fuori " (bravo, continua a ossessionarti e non vedere che è ansia. Scegliamo l'arma? Che dici fucile o coltello? dry.gif ).

➣ Una ragazza che esce da poco con il suo ragazzo : "e se poi scopro di essere lesbica" (in questo caso si vive con quella paura addosso. Se non ci si accorge che si ha ansia, il prossimo passo sarà la ricerca su internet che complicherà il problema. Ora non sei lesbica, vivi la vita, quello che capiterà non puoi saperlo. Ora fai questi pensieri perché hai ansia, chi si scopre veramente non lo fa dall'oggi al domani con paura, è una cosa naturale priva di ansia. L'esatto opposto di quello che sta succedendo a te. Tu vivi la paura PSICO wink.png )

➣ Un uomo che sta per diventare padre : "e se quando nascerà non proverò nulla?" (proprio perché è una cosa che ha molta importanza, si ha paura della felicità. È logico che chi ha paura della felicità, blocca la felicità e prova paura. Rilassati, è solo un pensiero ansioso, lascialo andare. Ora pensi questo, se l'ansia passa penserai in maniera diversa)

SOLUZIONE
Abbiamo già parlato dell'intolleranza, cioè di quei pensieri che ci fanno credere di non riuscire a sopportare una determinata situazione.
L'intolleranza all'incertezza è rivolta al futuro e si manifesta come dubbio, cioè situazioni future che grazie all'ansia vengono viste con preoccupazione.
A tutti capita di fare pensieri preoccupanti sul futuro, a chi è ansioso il futuro fa paura, diventa spesso catastrofico, composto da immagini negative, pessimiste, paurose.
Ancora di più a chi è depresso.
Questi pensieri automatici vengono visti con eccessiva preoccupazione, gli si dà un valore reale; invece, la paura è un emozione che genera pensieri che mettono paura, è la natura di quell'emozione.
E più si cerca di mandare via quella paura, più questa diventa forte.
Non sto dicendo di accettare i contenuti della paura, sto dicendo di accettare la paura come emozione.
Nella psicologia comportamentale c'è una teoria che si chiama prevenzione della risposta o ERP: se non attui una compulsione, cioè un rinforzo alle tue paure, prima o poi si estingueranno cioè anche la paura perderà la sua forza e non avrà più impatto nella vostra vita.
Ovviamente queste pensieri mettono dei dubbi, e l'ansioso cerca di risolverli per assicurarsi con sicurezza che l'evento temuto non si verifichi.
Questa sicurezza non la si otterrà mai, perché le stesse forze che fanno venire il dubbio, smonteranno ogni possibile risposta, generando nuovi dubbi più profondi.
E a questo punto la sensazione di impotenza diventa forte, sensazione che avete rafforzato solo e soltanto voi.
Quando cercate online una malattia, quando cercate rassicurazioni sulla possibilità di essere gay fate due cose:
-accettate che la paura abbia un fondo di verità (pensieri tipici sono "se l'ho pensato un motivo c'è!". Sì, il motivo c'è si chiama ansia)
-rafforzate la paura, perché quel pensiero tornerà sicuramente sotto altra forma e con nuovi contenuti. Inoltre, le prove fatte quando si ha paura, sono prove "falsate" quindi renderanno solo più reale il vostro dubbio.
Voi sapete qual'è la verità, eppure lottate contro la paura. Ma questo lo fate perchè dovete escludere ogni possibilità che sia vero.
Attenzione!!! Non dico che quello che pensate sia vero, sto semplicemente dicendo che siete talmente rigidi che basta un pensiero per mandarvi in pieno panico.
E non accettare ciò, significa vivere la paura due volte: la prima quando arriva il pensiero e la seconda cercando di risolverlo.
È proprio l'intolleranza all'incertezza che vi porta a dare un grosso peso alla paura, quando invece bisognerebbe essere più flessibili, prendere meno le cose sul serio.
L'intolleranza su un dubbio, rafforza quel dubbio.
Se voi applicate il vostro controllo sulla paura, la paura romperà qualsiasi barriera o soluzione che le proponete.
Notate bene, ogni paura dipende da quello che ci suggestiona: vediamo un omicidio e pensiamo "e se lo commettessi anch'io", sentiamo di una coppia che si lascia e il pensiero sarà "e se mi lasciassi con il mio ragazzo?".
L'ansia gioca la carta dell'intolleranza all'incertezza per acquistare potere, bisogna fermarsi prima di cercare queste sicurezza, perché non la troverete. PSICO wink.png
➼16.1 Corollario dell'intolleranza all'incertezza - INTOLLERANZA SUL FUTURO
Nell'intolleranza all'incertezza, un costrutto molto usato è "e se capitasse...", "e se divento...", "e se scoprirò...", con riferimento al futuro.
Nella mente degli ansiosi compaiono automaticamente queste immagini negative, pessimiste, apatiche, oppure si presentano dei pensieri che mettono in dubbio il futuro.
Ovviamente è un prodotto dell'ansia, se uno immagina il futuro in uno stato d'ansia, il futuro verrà alterato e visto con paura.
Ma questo succede perché ragioniamo con l'ansia addosso: se sono felice penso al futuro positivamente, se sono ansioso lo vedo attraverso gli occhi di ciò che temo (per esempio, uno che ha paura di diventare gay si vedrà svanire il sogno di fare una famiglia felice e avere dei figli).
I pensieri intrusivi possono capitare anche quando siamo felici, cioè rovinano un momento in cui tutto sembra andare alla perfezione.
"Rovinano" è una parola importante, perché se imparate a capire che i pensieri intrusivi capitano (si tratta di ansia, paura di non essere felici) non rovineranno più nulla.
La cosa da fare è etichettare il momento: sono ansioso, ho in testa una paura, è inutile pensare al futuro! Se penso al futuro in uno stato ansioso lo vedrò ansioso.
Etichettato il momento dovete diventare consapevoli che discutere è come farsi male, ogni pensiero è falsato, dovete vederlo come un momento passeggero che non ha nessun valore concreto con la realtà.
È inutile testarsi, è inutile ripensare, è inutile cercare una soluzione.
La cosa peggiore da fare è non accettare l'eventualità ma volerla risolvere a tutti i costi, questa è intolleranza all'incertezza.
Voi pensate "devo scoprire se diventerò lesbica, perchè altrimenti prendo in giro il mio ragazzo", "devo cercare se diventerò pazzo, perchè poi potrei perdere il controllo e sarà troppo tardi".
Questi ragionamenti non guardano a questi pensieri con consapevolezza, anzi li rafforzano.
Si ragiona in maniera ansiosa e si continuerà ad alimentare ansia.
Bisogna pensare al qui ed ora, in questo momento sono ansioso, prima o poi passerà, quello che penso non ha valore se non paura.
Se oggi penso al futuro in maniera ansiosa, domani penserò in maniera ansiosa e questa incertezza sarà sempre presente perché l'ansia è la malattia del dubbio.




➼17 Oggi parliamo del principale pensiero disfunzionale delle persone ansiose, cioè il PENSIERO MAGICO

Il pensiero magico consiste nell'identificare troppo se stessi, la realtà, gli altri con quello che si pensa. Il pensiero diventa l'unica fonte di verità"

esempi:
➣ Un pensiero ansioso di una ragazza: "Se ho pensato che il mio ragazzo muore, allora in futuro potrebbe capitare" (beh questo è catastrofismo e sopravvalutazione del proprio modo di pensare. Una persona in ansia può fare qualsiasi tipo di pensiero, deve essere lei a fermarsi e capire che sono solo pensieri. Ovvio che parliamo di futuro, non possiamo MAI sapere cosa capita in futuro, però possiamo dire che gli ansiosi lo vedono sempre con terrore).

➣ Mentre si studia: "Devo contare fino a 10, altrimenti domani il compito andrà male" (perché non fino a 20, o fino a 30? È il pensiero a generare paura, ma è un finto allarme. È una superstizione, ovvio che si fa affidamento troppo al pensiero. Io non conterei e vedrei come va il compito, anche se l'ansia e la paura salgono. PSICO wink.png )

➣ Una mamma dopo aver fatto un pensiero aggressivo sui coltelli: "se ho fatto questo pensiero, potrei metterlo in pratica" (no, questa mamma si sta identificando troppo con il suo pensiero, ne è spaventata e lo analizza con l'ansia addosso, cioè meta-rimugina, ragiona sul suo modo di pensare)

SOLUZIONE
Il pensiero magico è il pensiero disfunzionale più utilizzato dagli ansiosi.
Più che un costrutto semplice, il pensiero magico consta di tante tipologie diverse di convinzioni (che vedremo prossimamente) che paralizzano la persona.
Normalmente, una persona ha la capacità di riconoscere un pensiero intrusivo, scomodo, distorto, strano ed è capace di non dargli importanza passandoci sopra in maniera quasi impercettibile, in pratica i pensieri non hanno tutto questo potere sulla sua vita.
Tutti hanno occasionalmente pensieri di questo tipo, quindi, il problema non è tanto il pensiero in sé quanto l'importanza che si dà al pensiero: ad aggravare la situazione si mette lo "stato ansioso" per cui una persona in questo stato inizierà a fare pensieri pessimisti, pensieri paurosi, pensieri catastrofici.
Lo stato ansioso porta tre caratteristiche fondamentali:
● ragionare in modo ansioso, cioè vedere la vita, se stessi e il futuro in maniera pauroso (allarmi e paure)
● focalizzare sulle paure, cioè esistono solo quelle
● sopravvalutare il pensiero, cioè credere che ciò che si pensa sia vero (o che si avvererà in futuro)
Una convinzione profondamente sbagliata è quella che ogni persona ha la capacità di controllare il proprio pensiero: è questo ciò che distingue l'ansioso, dall'ossessivo.
Generalmente una persona si identifica con il suo modo di ragionare, anche quando prova ansia per una situazione reale di paura (paura--->ansia).
L'ossessivo invece cosa fa?
Non si accorge di avere uno stato ansioso, per cui il cervello farà partire automaticamente paure, non è colpa vostra, è che l'ansia ha come sintomo quello di generare delle paure (stato ansioso---->paure--->ansia)
Le paure come si manifestano? Attraverso dei pensieri automatici.
Dato che il pensiero gli sembra intrusivo, incomincia a vedere la mente come un'identità separata.
Passa dall'identificarsi con la mente, cioè vivere la vita esterna, al focalizzarsi su cosa pensa la mente, osservarla.
Pensateci bene, le paure si generano per minare la nostra felicità, ma è proprio lo stato ansioso che genera la paura di non essere più felici (che poi si manifesta come paura di essere lesbica, paura di fare del male, paura di diventare pazzo).
L'ossessivo, in preda al suo stato ansioso, non è in grado di discriminare tra pensiero reale e pensiero ansioso, li accetta per veri, si identifica completamente con la mente ansiosa.
Quindi, fa pensieri di paura e poi non è in grado di dire "ma cosa vado a pensare, che stupidata" PSICO pisolo.gif , non riesce a fare quello che fanno le persone normali.
Come dicevo prima l'ossessivo guarda alla mente come qualcosa che rovina la sua felicità: pensieri che rovinano i momenti più belli e generano paure sul futuro.
Si cerca quindi di controllare questi pensieri, cercare di capire, sminuirli, rassicurarsi.
È proprio questo il problema, perché, se è vero che tutti hanno pensieri intrusivi, gli ansiosi tentano di capire il significato (che è ovviamente solo paura), tentano il controllo della mente.
Quando si osserva la mente con ansia, si generano nuovi pensieri ansiosi automatici e questo getta nello sconforto.
Ripetiamo cosa succede per semplificare:
● la mente genera un pensiero intrusivo
● la persona accetta il pensiero come proprio (in realtà è un pensiero fatto dalla mente ansiosa, un finto allarme)
● la persona sopravvaluta quel pensiero
● la persona tenta di controllare il pensiero
Tutti i tentativi di controllare, evitare, sopprimere il pensiero falliscono , anzi non fanno altro che amplificare e rafforzare quei pensieri.
La persona rimane intrappolato in un loop fatto di pensieri ansiosi automatici, compulsioni e sensi di colpa.
Il controllare la mente fa perdere il controllo: ogni volta che ci si concentra su quel pensiero
Se temete di fare un pensiero intrusivo, lui verrà sicuramente a disturbarvi, questo perchè cercate di evitarlo, invece di esporvi e gradualmente abbassare l'ansia che vi genera.
Anche quando siete tranquilli, potrebbe capitarvi di pensare a quel pensiero, questo perché l'ansia fa focalizzare sulle proprie paure, è un processo automatizzato, voi siete solo gli spettatori di un film.
Ovvio che potete alzarvi e andarvene.
È solo un pensiero.
Il pensiero magico in cosa consiste?
Consiste nel credere che in futuro possa capitare qualcosa e voi ne siete in qualche modo responsabili.
Ovvio che è un pensiero ansioso, se lo discutete state già accettando che abbia un qualche valore o significato, invece, dietro la paura spesso c'è soltanto paura, nient'altro.
➼17.1 Corollario del pensiero magico - PENSIERO AZIONE (o fusione pensiero-azione)
Il pensiero azione consiste nel credere che un pensiero poi verrà messo in pratica

➣ Un uomo con famiglia: "Ho pensato di molestare un bambino, ho paura di perdere il controllo" (giusto, hai paura di perdere il controllo. Se non avessi paura, questo problema non avrebbe impatto su di te. Se gli ordinassero di perdere il controllo, non riuscirebbe. La paura colpisce proponendo caratteristiche e comportamenti che sono l'opposto della nostra personalità. Ovvio che rigidezza, logica e ansia sono un buon mix per intrappolarsi).

➣ Non può smettere di pensarci: "Se smetto di analizzarmi, poi potrei mettere in pratica ciò che penso" (in questo caso, si pensa che è meglio prevenire prima che si perda il controllo. La perdita di controllo è solo immaginaria, quindi l'unico risultato che ottenete analizzandovi è fare aumentare l'ansia. Volendovi controllare sul nulla, vi fate venire l'ansia da soli)

➣ Una mamma mentre cambia la figlia: "se ho fatto quel pensiero prima, ora che la cambio potrei farlo. Se l'ho pensato, ora significa che..." (cosa significa? significa che vostra figlia vi ha ricordato il pensiero, tutto qui. Ovvio che se fate un pensiero ansioso, e poi lo temete, automaticamente lo penserete nuovamente, aumenterà l'ansia e comincerete a vivere quella paura. Se ci aggiungete che cominciate a documentarvi online, finisce che vivete solo la paura Doh!.gif )

SOLUZIONE
Nel pensiero azione, la persona crede che, dal momento che ha fatto il pensiero, ciò significa che è un preavviso di ciò che metterà in pratica.
Ovviamente il pensiero è visto come un pericolo reale, perciò l'ansioso comincia la ricerca, cerca di capire il pensiero, cercare di evitarlo o evitare le situazioni dove potrebbe metterlo in pratica. spav.gif
In realtà, cercare di controllarsi farà perdere il controllo, cioè l'ansia e i pensieri saranno sempre più forti.
L'errore principale è che l'ansioso pensa che tutto quello che pensa sia segno di qualcosa.
In realtà, è un semplice pensiero che avete preso molto sul serio, l'etichetta che vi siete arbitrariamente assegnati è errata, vi è salita l'ansia e ora vi trovate con una paura che avete costruito voi.
L'azione che temete non si verificherà mai, so che adesso mi direte "il mio caso è particolare...", non è vero!! Il vostro caso è uguale, è la vostra ansia che vuole rendervi incerti su ciò che vi dico.
Quindi, una mamma dovrebbe abbracciare suo figlio, non evitarlo per paura di farlo male.
Vi arriva il pensiero ansioso, benissimo, è un pensiero, siete malati di ansia, l'ansia fa proprio questo.
Se la tollerate, se cominciate a capire che voi non siete ciò che pensate, voi siete oltre, l'amore è già dentro di voi, non potete fare male a nessuno, allora l'ansia comincerà ad abbassarsi.
Uscite dalla vostra testa, non state sempre in ansia nell'attesa di fare quel pensiero.
Cominciate a fare un passo a ritroso al vostro primo pensiero, voi l'avete accettato e poi avete iniziato ad affogare sempre più nell'ansia.
➼17.2 Corollario del pensiero magico - PENSIERO SOPRAVVALUTATO
La sopravvalutazione del pensiero si verifica ogni qual volta si considera seriamente un pensiero che si fa.

➣ Una 18enne ripensando ad un suo pensiero precedente: "Se ho pensato che potrei non amarlo, allora potrebbe essere vero" (no, significa che stai gettando le fondamenta per un disturbo ossessivo. Il pensiero di prima era un pensiero innocuo, lo fanno tutti, ci sta avere un dubbio. Ma quel tipo di dubbio è visto con paura, questa ragazza cercherà di vedere se è vero, complicando la situazione).

➣ Un ragazzino ipocondriaco: "Se tocco una sedia dell'ospedale potrei contaminarmi" (la regola che regge questo pensiero è molto rigida. C'è una straordinaria, esagerata e immotivata causa-effetto. In realtà, quando l'allarme parte, il pensiero che lo regge è inconscio, non si analizza più la veridicità del pensiero ma lo si prende per buono. Si vive quel pensiero, anche se è esagerato, mi sta bene che la sedia dell'ospedale non è il massimo, ma le probabilità di contaminarsi sono pura fantascienza. Di cosa poi?)

➣ Una persona con la paura di essere inefficiente: "Se sbaglio a fare questo compito verrò licenziato e tutti parleranno di me" (in questo caso c'è una sopravvalutazione dei rischi, del pericolo. Più si è rigidi, più si ragiona in bianco o nero, più si vedranno difficoltà. Ovvio che queste persone cercheranno di controllarsi, aggiungendo nuove ansie, regole e paure immotivate)

➣ La mamma del caso prima: "se ho fatto quel pensiero prima, significa che sono un'assassina." (questo è il passo successivo, ovvero il meta-rimugino. Non si accorge che il primo pensiero era banale, comune, senza significato e ora lo analizza e ne trae le conclusioni. Etichettarsi in base al proprio modo di pensare, significa aggiungere ulteriore ansia e paura immotivata. Non siamo ciò che pensiamo. Pensate "sono la mamma più brava del mondo!!", l'avete pensato eppure non ne siete convinte. Allora non siete tutto quello che pensate. PSICO wink.png )

SOLUZIONE
La sopravvalutazione di un pensiero è un processo che richiede alcune convinzioni e situazioni di base:
●avere regole di base in bianco o nero
●sovrastimare i pericoli (catastrofismo)
●avere un atteggiamento ansioso nei confronti della vita, ovvero uno stato ansioso
È normale che chi soffre di ansia tende a vedere la vita in maniera preoccupante o pericolosa.
Lo stato ansioso ha un altro effetto e cioè fare in modo che i pensieri abbiano un grosso impatto nelle varie situazioni, si vive spesso la rigidità mentale, si vivono i propri pensieri con maggiore trasporto emotivo. La realtà è fuori, ma noi pensiamo di sapere, classifichiamo, viviamo le situazioni internamente.
Un altro effetto dell'ansia è quello di focalizzare l'attenzione su una paura, così se voi cercate di non pensare, la mente ritornerà automaticamente a focalizzarsi sulla paura, come una calamita che attrae l'attenzione.
Ma perché si ritorna a pensare?
In primis, come ho detto, per lo stato ansioso ma anche perché quella paura che avete in testa è sovrastimata e distorta a tal punto che "sembra" vera.
Uno dei desideri delle persone è quello di essere felice, e questi pensieri "sembrano" minare la nostra felicità presente o futura.
Ma questi pensieri sono falsi, distorti, sono generati dall'ansia e ora li tenete in considerazione, inconsciamente la mente pensa che devono essere risolti per ritornare ad essere felici.
Quindi si ritorna al pensiero perché è rimasto irrisolto.
La meccanica è perfettamente sana, quello che è errato è il pensiero, e a peggiorare le cose spesso c'è che le paure non sono dimostrabili!
Come si dimostra l'amore?
Vi ricordo che se cominciate a testarvi per paura, non vivete più l'amore ma la paura, fate un errore di valutazione, alterate voi stessi e le vostre emozioni e vi complicate la situazione.
Un altro errore comune è ritornare su un pensiero per vedere se è stato risolto: non vi capita quando siete felici di pensare ad una cosa sulla quale avevate dubbi?
La mente dice "ora sono felice però per esserlo ancora di più devo essere sicuro che non ci sono più preoccupazioni".
Così si finisce per ripensare: vi ricordo che pensare ad una cosa, significa far ritornare il pensiero di paura, se controllate è sempre lì.
Ma questo atteggiamento di ricerca, non corrisponde sempre ad una paura?
Sì, alla paura di non essere felici.
L'ansioso, non è sicuro di una cosa fino a quando non ha la certezza assoluta che non ci sia un pericolo, mentre una persona normale è sicura fino a quando non compare un pericolo.
Sopravvalutando il pensiero, a causa dell'ansia, succede che si innescano meccanismi di controllo: controllo per non sbagliare, oppure perfezionismo compulsivo.
Pensate ad una mamma: starà attenta per non fare male al bambino, metterà delle protezioni per evitare che ci siano pericoli in casa, sono tutte compulsioni di un problema che è a monte, una sopravvalutazione del pericolo, vedere solo quello.
Le compulsioni sono perfettamente sane, ad essere malato è lo schema cognitivo di questa persona, dal quale deriva l'allarme che viene preso per vero.
L'etichettamento (del modo di pensare) è un altro aspetto del problema, ovvero il meta-rimugino.
Se uno fa un pensiero e lo considera vero, vi ricordo che tutte le persone fanno pensieri strani nella vita ogni tanto, poi finisce per analizzare il proprio modo di pensare.
Una madre potrebbe darsi dell'assassina, un padre del molestatore solo per aver accettato il pensiero iniziale, per aver preso sul serio un proprio pensiero innocuo e averlo caricato di ansia.
Ovvio che compulsando il problema si complica perché la paura fa "sembrare" vero il pensiero, più si analizza più si pensa, più si cerca di evitare più si pensa.
Da un dubbio, diventa una vita improntata su quella paura.
Spesso, dietro una situazione che vi portate dietro da molto tempo, non c'è altro che un costrutto fobico basato su tentativi ed errori di valutazione, ma l'ansioso questo non lo sa.
E vi ricordo, come ho detto prima, che nonostante la rassicurazione, la mente ritornerà su quel pensiero e voi continuerete a dargli valore.
Una buona soluzione per vedere con maggiore lucidità una situazione è osservare le altre persone: "una persona senza l'ansia, si preoccuperebbe in questa situazione?"
Se la risposta è NO, allora non dovete preoccuparvi.
Pensate di essere speciali, la paura genera altri pensieri legati al fatto che non vi interessate più di lei? Cerca ancora di più di spaventarvi? Vi fa vedere un futuro tragico se non compulsate?
Non vedete che l'ansia vi governa?
Dovete andare controcorrente, è quella la via per la guarigione. Voi sapete che non c'è nessun pericolo, eppure… eppure continuate a pensare, questo è il problema, cercare delle certezze che fanno parte esse stesse del problema.
Un altro esercizio molto utile è distinguere tra un pericolo/situazione possibile e pericolo/situazione probabile.
Esempio, toccare una sedia di un ospedale è possibilmente pericolosa, ma probabilmente è perfettamente innocua.
È possibile che io abbia lasciato il gas aperto, ma è probabile che l'abbia chiuso.
Negli ansiosi, questa distinzione è molto difficile e ogni pericolo o situazione diventa altamente probabile.
➼17.3 Corollario del pensiero magico - PENSIERO SUGGESTIVO
Le suggestioni sono delle distorsioni cognitive o somatiche, ovvero alterazioni percettive create quando si analizza la realtà in maniera ansiosa

➣ Un ragazza di fronte alla mamma: "Avevo quel pensiero di ucciderla, mi sembrava un impulso vero" (esatto "sembrare" non è mettere in pratica, l'abbiamo visto nei pensieri azione).

➣ Un ragazzo con il dubbio dell'omosessualità: "Prima mi muovevo e sembrava che avessi degli atteggiamenti femminili..." (nuova suggestione. Ovvio che il sembrare, quando siete vittima di ansia, fa sembrare reale)

➣ Una ragazza dopo aver fatto merenda con uno yogurt: "È se ci fosse il botulino? Oddio mi sto sentendo male" (qua, la sopravvalutazione del pensiero fa salire l'ansia. I sintomi che si sentiranno sono somatizzazioni d'ansia, ma la ragazza si suggestionerà pensando alla sua paura e collegherà i suoi sintomi al botulino. Vedete, questa ragazza vive in una realtà parallela, per lei sembra reale, mentre noi capiamo tutto l'inganno fanno dallo stato ansioso)

➣ Stesso ragazzo: "Ho provato a pensare ad un mio amico, sembra quasi che mi eccito" (normale, sei vittima di un inganno cognitivo. Abbiamo parlato già delle pseudo-eccitazioni quando si ha paura, vorrei aggiungere che la suggestione è scambiare questo processo per conferma di omosessualità. Questo vale per tutte le paure, se compulsate farete errori che vi daranno delle false conferme, il "finto problema" sembrerà più reale. Se usate la logica e pensate che sia infallibile, state commettendo un errore cognitivo di base)

➣ In piena crisi d'ansia: "Ho la sensazione di poter perdere il controllo ed impazzire" (questa è una delle sensazioni che si hanno quando si soffre di ansia. È solo un'impressione generata in uno stato d'ansia, la psicosi è ben altra cosa)

SOLUZIONE
Le suggestioni sono uno degli aspetti dell'ansia, sono delle idee che sembrano vere sotto l'influsso dell'ansia, si caricano di significato anche se restano dei semplici pensieri (giusti o sbagliati che siano).
Quando siamo vittime di suggestioni, ci troviamo in uno stato alterato anche se non ne siamo perfettamente consapevoli.
Pensiate a quando ci focalizziamo su una nostra parte del corpo, magari per paura di avere qualcosa.
La focalizzazione fa percepire sensazioni che normalmente non sentiremmo: se provate a concentrarvi su una vostra mano, pian piano comincerete a sentire il battito del cuore o un formicolio.
La stessa cosa succede ai giocatori di rugby, che sono talmente carichi di adrenalina e focalizzati sulla partita, che il dolore e le botte passano in secondo piano e si sentiranno solo alcune ore più tardi.
Cosa succede ora?
Che lo stato ansioso crea delle alterazioni fisiche (battito accelerato, respiro corto) e che la persona, in preda ad una visione paurosa della realtà, scambierà queste sensazioni per qualcosa di pericoloso.
L'emozione principale della suggestione è la paura.
Più si ha paura di qualcosa, più salirà l'ansia e più reali sembreranno le situazioni.
Mai analizzare una situazione quando si ha una paura, la paura distorcerà la realtà creando una realtà parallela alterata.
Pensate a quando avete paura di non amare più una persona, ovvio che è un'allarme ansioso, una delle manifestazioni della paura di non essere più felici.
Comincerete a controllare se amate ancora il vostro uomo, ottenendo così solo un aumento di ansia, dubbi e paura che sia vero (forse vi state dimenticando che "compulsare" sulle emozioni, significa alterarle, proverete paura non amore)
Ricapitolando:
Stato ansioso---->paura di non essere felice---->intolleranza all'incertezza---->ricerca di risposte rassicuranti---->nessuna risposta (perdita di controllo)---->ansia e disperazione
L'ansioso pensa di poter controllare tutto attraverso la ragione, spesso usa questo autoinganno per sfuggire all'incertezza, alle paure che il proprio stato ansioso produce.
Il problema si aggrava quando si cerca il controllo sulle emozioni, che fanno parte di un'area del cervello che non è sotto il controllo della ragione, il paleoencefalo.
Pensate a quando c'è un pericolo, si attivano aree che sono diverse da quelle logiche, questo perché abbiamo degli istinti primordiali (che non conosciamo) che ci servono per fuggire dal pericolo prima ancora che capiamo se è un pericolo o meno, il nostro cervello e i nostri sensi sono più rapidi del nostro pensiero.
Per questo vi dico di non suggestionarvi quando pensate ai vostri gusti sessuali, ai vostri impulsi violenti; non potete conoscerli con la logica, voi ragionate sulla paura, non su voi stessi!!!
In quel momento state utilizzando la logica, dettata dalla paura di non essere felici; avendo accettato la paura iniziale e non avendo compreso l'atteggiamento ansioso in cui vi trovate, finite per ragionare su paure logiche, false.
Forse vi chiederete: "ma allora qual'è il motivo per cui ho avuto quel pensiero?".
Semplice, la mente ansiosa genera paure automaticamente e comunque pensa continuamente, è libera di fare qualsiasi tipo di pensiero.
Ovvio che l'ansioso ha dei pensieri disfunzionali riguardo il suo stesso modo di pensare, per esempio quando pensa che ogni pensiero abbia un significato (cioè pensare equivale a essere), prenderà sul serio il pensiero.
Se vi lasciate trasportare dalla paura, il picco d'ansia e i pensieri disfunzionali vi suggestioneranno a tal punto che crederete al pensiero ansioso.
Notate questa differenza quando cala l'ansia: meno ansia avete, meno impatto avranno i pensieri su di voi.
Un'altra suggestione molto comune è quando pensate: "è come se non sapessi più se ho fatto quella cosa, oddio!", in questo caso l'ansia e il ripensare continuamente all'evento temuto creerà un cortocircuito nella mente che, vittima dell'ansia, non riconoscerà più se quell'evento è capitato davvero o no.
Qual'è la soluzione in questo caso?
Sicuramente accorgersi a monte che state ingigantendo e catastrofizzando le conseguenze, poi accorgersi che l'ansia mette il dubbio su un evento passato, più lo analizzate e più cadete nella trappola.
Le suggestioni, comunque, non sono solo una caratteristica di chi è ansioso: si pensi a quando si fa qualcosa che ci piace e il tempo sembra scorrere rapidamente, mentre quando siamo annoiati o quando aspettiamo un evento importante sembra che non passi mai.
Altro esempio è quando aspettiamo un messaggio: alcune persone hanno l'impressione di averlo ricevuto, poi controllano il telefono e non trovano nulla.
Ricordiamo che molti dei nostri atteggiamenti sono regolati da bias cognitivi, cioè degli autoinganni che servono per farci compiere le scelte: si pensi a quando si fa una scelta di acquisto, si compra un jeans e ci si convince che è stato l'acquisto migliore tra i modelli proposti, oppure che i soldi sono stati ben spesi.
L'ansioso, invece, cerca di applicare la razionalità su ogni dubbio o scelta, trasformando la vita in puro ragionamento, sopprimendo quella parte irrazionale che è dentro di noi e che non si può conoscere.
Per capire ciò, bisogna fare una distinzione tra euristiche e algoritimi: le euristiche sono un metodo di scelta che si basa sull'intuito, gli algoritmi sono un metodo di risoluzione logico che avviene con una serie di passaggi definiti, pensate ad un computer e alla matematica.
L'ansioso ha un eccesso di razionalità, vede la vita per algoritmi, anche in quei casi dove la mancanza di informazioni o l'incertezza rendono necessarie scelte rapide e intuitive.
L'ansioso rimane bloccato, non ha risposte logiche ma continua a cercarle, in un processo logico che fa aumentare l'ansia e l'insicurezza.
Per questo bisognerebbe sviluppare maggiormente l'intuito, essere in contatto con se stessi e non farsi prendere dalla paura di sbagliare.
➼17.4 Corollario del pensiero magico - PENSIERO SUPERSTIZIOSO
Le superstizioni sono dei pensieri irrazionali che sostengono l'influenza di certi comportamenti sugli eventi futuri

➣ Una ragazzo molto attaccato alla famiglia: "I miei genitori moriranno se non vado bene a scuola" (sicuro? O è solo un pensiero? Ci sono due strade: o accettare di avere il dubbio, o compulsare. Ricordiamo che lo scopo non è dimostrare che il pensiero sia falso, lo scopo è quello di tollerare il dubbio e fare altro. Bisogna tollerare che la mente ritornerà su quel pensiero, l'abbiamo spiegato prima il perché).

➣ Sulla soglia della porta: "Se non conto fino a dieci prima di uscire di casa, mi succederà qualcosa di grave" (stesso discorso. Ci siamo accorti che è un pensiero stupido ma rimane il dubbio? La scelta migliore è uscire e non contare)

➣ Una persona molto religiosa: "Ho pensato al diavolo per un secondo, ora penso a Dio per non andare all'inferno" (se non si accetta il pensiero, ma si continua a compulsare, quel pensiero ritornerà a tormentarti. Pensateci, chi non conosce il diavolo non avrà mai un'ossessione di questo tipo...)

➣ Una ragazza felicemente fidanzata: "Ho avuto la visione di me vestita da suora, è un presagio" (no, è un problema d'ansia, un manifestazione della paura di non essere più felice. Qui attacca la coppia, il passo successivo sarà quello di testare l'amore per il proprio ragazzo, ovviamente confermerà il dubbio e voi avrete più paura. Invece, questo pensiero intrusivo è un pensiero banale, comune solo che l'ansia e la vostra rigidezza gli danno parecchia importanza.)

SOLUZIONE
La vita dell'uomo è sempre stata ricca di superstizioni.
Spesso venivano utilizzate dagli uomini di potere o religiosi per piegare la volontà dei più deboli, giocando sulla paura e sull'ingenuità di ciò che non può essere dimostrato.
Nell'ansioso, questo potere è detenuto dall'ansia stessa che genera pensieri ansiosi distorti che grazie alla suggestione si caricano di verità, "sembrano" reali e fanno paura.
Ora, la superstizione è il presagio di qualcosa che avverrà nel futuro, futuro che dipende da alcune nostre scelte.
Diventiamo quindi protagonisti della nostra vita, ma una vita dipinta dall'ansia, l'ansia fa il regista di un film horror e noi siamo gli attori che leggiamo il copione.
Noi ci accorgiamo che il pensiero è stupido, ma non riusciamo ad evitare la compulsione "riparatrice", anzi capita a volte di avere un persecutore interno che ci ricorda che sarà colpa nostra.
Sia chiaro, molte persone sono superstiziose e molte compiono rituali scaramantici: fare le corna, portare cornetti, pregare, anche se la trovo molto sciocca questa cosa.
Solo quando questi pensieri diventano stressanti, procurano ansia o fanno perdere tempo si può parlare di disturbo ansioso, c'è un limite; se questi rituali sono visti come un peso o diventano forzati e necessari allora è sicuramente un disturbo.
Come abbiamo visto nel caso prima, l'ansia fa vedere un pensiero innocuo come qualcosa di probabile, reale, perciò la reazione naturale sarà quella di evitare l'evento effettuando delle compulsioni: test, bilanciare con pensieri positivi, pregare ossessivamente.
Alcuni, dopo aver sognato o dopo aver avuto un pensiero intrusivo iniziano ad aver paura che quel pensiero corrisponda al loro futuro, ad esempio la scelta della vocazione, il cambio di sesso e cercheranno in tutti i modi di dimostrare il contrario per "risolvere" e guarire dalla loro paura: ciò che fanno è complicare il problema perché discutono di una paura, che troverà nuove strade per mettere nuova paura.
Cresce quindi lo sconforto, l'impotenza.
Anche l'altra soluzione, cioè quella di esporsi ha un effetto collaterale: pensate ad un uomo che, per sfidare i suoi pensieri, attraversa la strada dopo che è passato un gatto nero.
I pensieri successivi saranno del tipo: "ora ti capiterà qualcosa di brutto", "ora sei condannato", "domani, faranno una rapina e tu sarai ucciso"
Più si cerca di non pensare a questi pensieri, più questi torneranno potenti.
Cosa bisogna fare?
Un primo passo lo si è fatto: andare contro il pensiero superstizioso, anche se sale l'ansia.
Il passo successivo è guardare i pensieri successivi come una conseguenza naturale dello sfidare la sorte (sorte ansiosa, ovvero immaginaria): non compulso? Bene, allora mi salirà l'ansia. Visto che il problema è quello di avere superstizioni che sembrano vere, la mia mente continuerà a mandarmi messaggi pericolosi, proprio perché non riesce a disattivare la paura.
È come una orologio che segna la fine del mondo tra poche ore, e noi continuiamo ad essere tranquilli.
La mente continua a inviare pensieri ansiosi sempre più allarmanti, e noi sappiamo come funziona il gioco e facciamo altro, non ci curiamo di questa paura.
Gli allarmi (successivi a quello che sfidiamo) possono anche far venire i sensi di colpa: "brava, ora che non mi hai ascoltato, un tuo parente morirà", "ok, non mi vuoi ascoltare, allora rimarrai infelice per sempre".
In tutti i pensieri ossessivi, c'è spesso un dialogo interno con la mente, essendo ansiosa sarà un dialogo fatto di paura.
Pensate la mente come un inquilino pazzo che gira preoccupato dentro la vostra testa, si agita, dice profezie (che non si avverano mai), è arrogante, pensa di conoscere tutto e sa cosa vi aspetta, voi non potete parlare perché secondo lui è inutile: nella realtà ascoltereste un tizio del genere? Eppure lo fate tutti i giorni… l'unico problema è che non lo si può mandare via in poco tempo, serve abbassare il livello d'ansia e non stare a controllare se il pensiero c'è ancora.
Sarà ancora lì, è un pensiero, significa qualcosa se non è sparito?
Se avete uno stato ansioso, la suggestione ne troverà sicuramente uno.
Un'ultima cosa, voglio farvi notare il numero di questo pensiero disfunzionale, sarà casualità? Non compulsate, mi raccomando. PSICO-green.gif




➼A pagina 2 trovate il resto dei pensieri disfunzionali: IRRESPONSABILITÀ, IPERRESPONSABILITÀ, IPERMORALITÀ, PESSIMISMO

Inviato da: Pablito87 il Giovedì, 14-Feb-2013, 19:16
QUOTE (Dr.Dock @ Giovedì, 14-Feb-2013, 17:52)
X Pablito, dalla depressione si esce a patto di accettarla e andare avanti senza pretendere di essere felici.

Quindi uno deve accontentarsi di essere per sempre infelice?
Oddio, ora mi sento acora più depresso.

Inviato da: marcat il Giovedì, 14-Feb-2013, 19:23
sei veramente in gamba bravo!

Inviato da: Dr.Dock il Giovedì, 14-Feb-2013, 19:48
SECONDA PARTE: I PENSIERI DISFUNZIONALI (discussione sui pensieri)


Ritorniamo ai pensieri disfunzionali, in questo caso mi occuperò di una categoria di pensieri scorretti, quelli OMOSESSUALI

Prendendo spunto da un articolo inglese postato da myobsessed, ho tradotto alcuni pensieri scorretti che servono a questo tipo di ossessione per rinforzarsi.
Sicuramente, dopo la lettura i dubbi rimarranno perché la paura non ha limiti, però vorrei farvi notare come questa paura si appigli a pensieri errati di base.
Cioè, voi compulsate e i vostri pensieri disfunzionali confermano (erratamente) dando una mano al processo.
Peccato che quei pensieri siano sbagliati, come vedete qui sotto, così come lo è la vostra paura.

Individui normali non dovrebbero trovare attraenti persone dello stesso sesso È chi lo dice? Il vostro difetto è che scambiate l'essere attraenti, avere dei bei lineamenti, a volte anche l'affetto per prova di qualcosa. Che voi compulsate, la vostra paura troverà milioni di situazioni sulle quali vi metterà i dubbi. Questo perché la paura distorce le situazioni, così un semplice sorriso ad una amica delle medie diventa la prova dell'inizio della vostra omosessualità.

Individui normali non dovrebbero avere nessun dubbio sulla loro sessualità Anche questo è sbagliato. Tutte le persone hanno i dubbi, solo che sono ad un livello più basso di coscienza. Queste persone vivono e il loro vivere fa togliere i dubbi, invece, chi è ansioso fa di questi dubbi una vera e propria trappola. Al posto di dire, ok, ho avuto il dubbio, capita però se sto con il mio ragazzo un motivo c'è, voi cominciate a pensare "perché ho avuto il dubbio? Forse vuol dire qualcosa?". No, è semplicemente un dubbio, a cui potete rispondere con serenità e flessibilità, fantasia, non con rigidezza, presunzione di sapere, ansia.
Tutti, almeno una volta nella vita, hanno avuto questo tipo di dubbio, solo che voi pensate che questi dubbi vengano solo alle persone represse.

Non dovrei avere tutti questi pensieri continui se non significassero qualcosa Infatti la vostra è un'illusione. I vostri pensieri continui sono pensieri automatici e vengono con qualsiasi tipo di pensiero ossessivo. In più, voi compulsate, voi rimuginate sul problema, quindi non date modo di liberarvi dei pensieri. I pensieri sono subiti, non sono vostri. Finché temete la paura, i pensieri verranno, finché vi circola il dubbio, i pensieri verranno. Lo sapete cosa fa la paura? Prima produce questi pensieri e poi vi fa rimuginare sul fatto che ne fate così tanti. Quindi voi avete l'ansia di essere omosessuali + l'ansia per il vostro modo di pensare. Doppio danno;)

Potrei essere una lesbica repressa a causa della società moralista Finiamola di fare questo discorso. Chi è represso, sa di essere omosessuale, non cerca di scoprirlo. Lo sa ma ha paura del giudizio degli altri, per questo sceglie di formarsi una famiglia e vivere quello che la società gli impone di essere. Voi non siete repressi, voi siete spaventati.

Se dovessi diventare gay, la mia vita sarebbe rovinata In realtà, quello che fa paura non è tanto la paura di essere scoperti, quanto la paura di non vivere la vita felicemente. Non è come per i gay veri che hanno paura di non essere accettati, la vostra paura si diverte a rendervi infelici. Oggi potrebbe essere l'omosessualità, domani l'ossessione per una malattia grave...

Individui normali dovrebbero avere solo pensieri eterosessuali No, questo è quello che pensano gli ansiosi. A tutti capita di fare pensieri omosessuali, nei sogni o nella realtà ma questo non è indice di omosessualità. Voi vi spaventate, quindi siete esattamente l'opposto di quello che pensate. Si, ok, adesso mi dite "io prima avevo l'ansia, adesso non più vuol dire che mi sono accettato", no, significa che avete familiarizzato con la paura per cui non vi spaventa più, però sempre paura è non realtà. Pensate che ci sono molte donne che si eccitano con fantasie lesbiche ma che sono perfettamente eterossessuali e serene, loro vivono la fantasia e sanno che è fantasia.

Se non sono al 100% eterosessuale, significa che sono gay Questo è frutto della vostra rigidità. A nessuno qui dentro viene il dubbio di essere bisessuale (cosa comunque non vera), voi saltate direttamente alla categoria opposta. L'altro ieri ero normale, oggi sono lesbica. Ditemi che non è frutto di paura questo? È la paura a suggerirvi, non siete voi ad aver fatto un percorso sereno. Più siete rigidi e più la paura vi tormenterà. Questi stessi pensieri sono frutto di rigidezza.

Se ho un pensiero che non è in linea con quello che penso debba avere un eterosessuale, significa che ho superato il "confine" E quali pensieri hanno gli eterosessuali? Vedete come categorizzate? Il vostro confine è un confine di paura. Quel confine, gli eterosessuali lo attraversano tutti i giorni senza paranoie. Quello che voi pensate sia omosessuale (oltre il confine) non necessariamente lo è. Voi non dovete analizzare il confine, voi dovete comprendere come lavora la paura.

La sessualità può essere contagiosa Vedi quello subito sotto...

Se ci penso spesso potrei cambiare orientamento, o potrei metterli in pratica eventualmente. No, se ci pensi spesso potresti solo familiarizzare, cioè farti sembrare reale la situazione. Potrebbe diminuire l'ansia, perché, provate ad immaginare, se vivete tutto il giorno con un cane che ringhia e questo per giorni non vi fa nulla, la vostra ansia iniziale sarà sicuramente diminuita. Non si cambia gusti con il ragionamento, anche se la vostra paura vi suggerisce il contrario. I vostri gusti sono già dentro di voi, solo che in questo momento vivete la paura, non voi stessi, quindi sono "falsati", state usando la logica della paura per conoscere le emozioni.

L'unico modo per essere libero da questi pensieri è metterli in pratica. No, questa è una compulsione. I pensieri non se ne andranno, voi non cambierete sesso ma in compenso l'esperienza non vi piacerà. Dubito fortemente che qualcuno possa metterla in pratica, è solo una questione mentale, nella realtà vi farebbe schifo, come quelle persone che hanno paura di uccidere vedendo un coltello ma poi non lo prendono neanche in mano (quando una persona normale lo maneggerebbe senza problemi). So benissimo che qualcuno penserà "e se poi provassi e mi piacesse?", visto che vi ho anticipato? Ho anticipato la vostra paura, anche questo è un pensiero ansioso.

Se il mio partner si accorgesse che sto avendo questi pensieri, mi lascerà. Questo è vero solo se il vostro partner è superficiale. È difficile aprirsi su queste cose, però se avete un partner comprensivo e la voglia di aprirvi, descrivetegli anche il processo. Sono sicuro che capirà e vi starà ancora più vicino.

Ogni volta che sono eccitato, ci deve essere una ragione per questo. ----->Ne abbiamo già parlato, si chiamano pseudo-eccitazioni. Per farla breve, quando avete paura di eccitarvi succede che la paura andrà ad alimentare i centri dell'eccitazione, come se ordinasse al cervello "eccitati". Quindi, se avete delle eccitazioni per persone dello stesso sesso, è per colpa della paura. Non ha nessun altro significato, per nessun motivo. PSICO wink.png

Se sono eccitato dai miei pensieri, significa che vorrei fare sesso con questa persona. No, significa che è in atto il processo che abbiamo appena spiegato.
P.S. Non voglio discriminare nessuno, quando parlo di persone normali intendo eterosessuali, gli omosessuali sono anch'essi normali.





Oggi mi occuperò di una categoria di pensieri scorretti che hanno tutte le persone di questa parte del forum, quelli OSSESSIVI

Visto che l'analisi dei pensieri sta avendo molto successo, inserirò i pensieri che ritengo sbagliati per aiutarvi ad affrontare meglio il problema. Da una parte ci sono i pensieri disfunzionali basati sulla logica, in questa spiego i pensieri disfunzionali sull'ansia.

Se faccio pensieri insoliti o ansiosi significa che ho il DOC Questa cosa è profondamente sbagliata. Questo pensiero vi farà sentire malati, è un etichetta che vi aggiunge ulteriore preoccupazione al vostro stato ansioso. È come dire "io faccio pensieri ansiosi che sono il sintomo di una malattia", "io ho paura di questa malattia", "come la curo?", "quando andrà via?".
Lo dico sempre, se parlate di DOC, potete già iniziare ad andare a comprare i medicinali, siete già un caso da curare.
La realtà è ben diversa, voi fate pensieri ansiosi, stop. Non c'è una malattia dietro. Qual'è il motivo?
I motivi sono 5:
-Avete una predisposizione all'ansia
-Avete sovraccaricato il cervello, che si trova iper-eccitato, a causa di stress, fallimenti, continue paure.
-La vostra mente, a causa di questo cervello eccitato, produce delle paure che a loro volta producono dei pensieri automatici ansiosi.
-Voi rimuginate sul contenuto dei vostri pensieri, vi sale l'ansia e li discutete per risolverli o eliminarli (invano).
-Voi rimuginate sul fatto che fate questi pensieri, quindi vi sentite malati di doc (che non è altro che una nuova paura di avere una malattia).
Quindi, voi non siete malati di doc, ma avete una mente ansiosa e aggiungete giorno dopo giorno nuova ansia. Il cervello non si rilassa mai.
Ecco perché anche il semplice non discutere, raffredda la mente, e i pensieri diminuiscono.

Le persone normali non fanno pensieri negativi o paurosi Questo non è vero. Voi avete questa idea e quindi vi sentite malati. Tutti fanno pensieri che spaventano, perchè la paura è un emozione che hanno tutti. La differenza è che le persone "normali" fanno pensieri di paura riguardo a situazioni reali ("domani mi va male il compito"), invece gli ansiosi hanno una mente che produce allarmi in continuazione, anche senza motivo. Per questo se discutete fate uno sbaglio. Si può correre se è un falso allarme?
In più, quando scoprite che la vostra mente produce pensieri ansiosi, vi focalizzate su di essa e aumentate la preoccupazione.
Così, se un giorno vi viene il falso allarme "e se sono un'assassina", i giorni successivi temerete la vostra stessa mente e nascerà la paura di essere degli omicidi. Con una mente già ansiosa e con questa paura (nata da un falso allarme che non avete risposto con consapevolezza), partono automaticamente pensieri ansiosi con il tema dell'omicidio (ad esempio di fronte a vostro figlio o al vostro compagno).

Se non ho più l'ansia significa che ho accettato la mia paura È un tipo di ragionamento emotivo (vedi il paragrafo), in cui una persona preoccupata usa l'ansia come metro di giudizio per compulsare.
Questo è il più grande errore che potete commettere perché l'ansia diminuisce a mano a mano che prendete confidenza con la paura, in pratica i pensieri vi spaventano meno ma questo non ha alcun significato.
Se vivete con un cane feroce che non fa altro che abbaiare, alla fine non avrete più paura di lui, mi pare logico.
Inoltre, se provate a vedere se vi viene l'ansia, cioè cercate di ricrearla questa non verrà, facendovi arrivare a conclusioni sbagliate.
Questo capita perché state usando la logica applicata alle emozioni: la paura è un emozione quindi, usando la logica per conoscere se avete paura non l'avrete.
È come dire: "adesso mi vedo questo film horror perché voglio volontariamente spaventarmi".
È logico che volendo provocare un emozione (seppur sgradevole) non la proverete, quindi non avrete ansia.
Gli errori sono due:
-Testarsi per vedere se si provano emozioni
-Analizzare il fatto che non si ha l'ansia

Io ho capito il processo, però perché continuano a venirmi i pensieri
Certo che vengono, voi non avete capito il processo, voi avete capito che avete un problema. Quello che dimenticate è che voi state vivendo una sottile preoccupazione: quando capite di avere un problema indossate un velo di paura. Pensateci bene, se temete di fare un pensiero, se temete di avere il DOC, vi sentite malati di una malattia della mente, il vostro cervello si preoccuperà e si caricherà di nuova ansia.
Quindi, quando vivete, indossate sempre il velo della preoccupazione, lo portate con voi. Ogni volta che fate un pensiero ansioso e questo vi colpisce, voi caricate la vostra mente.
Se, ad esempio, vedete il vostro ragazzo, come lo vedete? Con gli occhi reali o con quelli della paura? La paura che avete imparato a conoscere e a non accettare la sua esistenza...
La realtà potete vederla normalmente oppure appannata dalla paura dei precedenti pensieri, la paura di avere una malattia.
Già il fatto che controllate significa che non accettate la paura come emozione, i pensieri non se ne vanno perché provare a vedere significa essere preoccupati.
Il velo che avete è la paura. È come se si fosse inceppato il meccanismo della vita spontanea e ora lo vedete con quello della razionalità, infatti, voi volete discutere il pensiero di paura.
Invece, una soluzione è la consapevolezza di vivere "quel momento" con gli occhi della paura, non siete voi.
Voi capite il meccanismo, giusto? Quindi non dovreste più compulsare, perché qui non si parla di paure reali, si parla di paure generate da uno stato di ansia preesistente.
Ora bisogna fare un passo in più.
Se vedendo il vostro ragazzo, vi fosse venuto un pensiero di dubbio e poi avete iniziato a discuterlo, finendo in un labirinto, ora sapete che il vostro è un problema di ansia, però i pensieri non passano.
Voi, ora, non vivete più la realtà ma la realtà di quel pensiero.
Per uscirne non dovete fare esattamente nulla se non capire che non siete voi, questi pensieri passeranno a mano a mano che distoglierete la mente e lo sguardo da quei pensieri che vi ricordano la vostra paura.
La vostra paura la conoscete ma continua ad operare, anche se l'ansia non c'è. Voi vivete l'ultima parte del problema, cioè pensate ancora automaticamente come se la paura esistesse, questo perché la vostra mente è ancora ansiosa, anche se non ne siete consapevoli.
Dovete confidare nel fatto che i pensieri spariranno e con esso anche la realtà condizionata.
Ricordate, ci sono i pensieri ansiosi, ma anche la realtà condizionata da quei pensieri, anche se i pensieri non vi toccano più. Questa è come quando siete felici e poi vi ricordate di quei pensieri che facevate, da quel momento in poi non state più vivendo voi stessi, ma il ricordo di quel pensiero.
Bisogna essere consapevoli della realtà condizionata, è uno degli errori che si fa più spesso.
La realtà condizionata da una situazione precedente, da un pensiero ansioso.
Mentre vivete normalmente, un pensiero ansioso potrebbe sfiorarvi e condizionarvi, dovete esserne consapevoli.
Non potete fare finta di nulla, il pensiero c'è, dovete viverlo con serenità senza pretendere di essere voi stessi in "quel momento".
Il pensiero condiziona, è inutile negarlo.
Voi dovete dargli sempre meno potere, accettare la realtà condizionata è un buon punto per depotenziarlo.
Non potete accettare di vedere il viso del vostro amato/a se in quel momento vi viene un pensiero, accettate che è venuto e che in "quel momento" non proverete l'emozione positiva, non potete far finta di nulla, però potete essere consapevoli ed essere sereni che prima o poi passerà.

Perché mi vengono i pensieri anche quando sono sereno
Semplice, perché il cervello degli ansiosi è sempre iper-attivo. Questo dovete comprenderlo, vi siete agitati una vita, sarebbe ulteriormente presuntuoso pretendere di guarire in poco tempo. La mente agitata si spegne solo se cominciate ad aggiustare i vostri pensieri disfunzionali, le vostre preoccupazioni, il vostro modo di vedere la vita, non solo non compulsando. I pensieri ansiosi sono solo lo scoglio di un iceberg, un sintomo di qualcosa di più profondo. Bisogna pian piano evitare lo stress, modificando le proprie strategie e i mezzi per gestirlo, bisogna prendersi cura di se stessi. Infine, bisogna accettare la paura perché solo così si riesce a vedere oltre, altrimenti si vive solo quella.

Come faccio a capire di essere guarito? Questa è una domanda che sottindente un problema. La risposta è mai, perché nel momento in cui fate questa domanda state già pensando di avere il problema. Il vostro compito invece è quello di vivere al di fuori della paura, e questo è possibile solo dimenticandola.
Dimenticarla non significa non pensarla, perché questo è impossibile, significa correggersi automaticamente quando ci si accorge di fare pensieri ansiosi e nel dare loro sempre meno potere.
Ma se vi ricordate ogni volta, se fate i controlli, se la temete, quella paura continua a rimanere, anche se crea molta meno ansia.
Quando capite il meccanismo rimane un'ultima paura, la paura della paura, la paura di fare il pensiero, la paura di ritornare alla situazione di prima.
È questa che vi fa mettere in discussione, che vi fa ricordare del problema, perchè voi in realtà sapete com'è la situazione (non siete quello che la paura vi dice).
La paura della paura è sempre una paura, è ritornare a pensare cosa pensavate in quella situazione in cui vi ossessionavate.
Ecco perché temere la propria mente equivale a pensare nuovamente a quei pensieri.
Bisogna accettare di aver avuto questa paura, cioè che vi siete incartati per nulla.
La paura vi abbandona da sola, se chiedete e analizzate significa che siete ancora dentro il problema, non state discutendo i vostri pensieri però temete sempre di farli.

Ho letto le varie guide, ma il problema persiste. Come mai? Il motivo è molto semplice. La paura è un emozione che non si cancella, non la puoi combattere con nulla. È come un mostro a tante teste, le tagli tutte attraverso i ragionamenti e ne rispuntano altre. Puoi usare ogni mezzo, libri, pregare, cercare di non pensarci, ma non hanno alcun potere contro la paura, perché la paura è un emozione negativa che è dentro di noi. Le guide servono per raggiungere la consapevolezza, conoscere come funziona la paura. Se si cerca di mandarla via attraverso le guide, si usano queste come una forma di compulsione e le compulsioni funzionano solo momentaneamente. La paura fa paura, ma voi siete anche altro. È la paura che fa ragionare solo sul problema, fa vedere la realtà e genera pensieri ansiosi. Se voi non accettate questo aspetto, lo state combattendo e ne uscirete sconfitti. I fantasmi fanno paura quando scappate, ma se state fermi e li toccate, svaniranno.





Ora discutiamo alcuni pensieri disfunzionali sull'ansia da RELAZIONE

A volte vedo la mia ragazza e non mi piace, sarà perché non la amo? Chiariamo subito, se non ci fosse l'ansia probabilmente non stareste qui a leggere ma avreste già lasciato la vostra ragazza.
L'amore non è una cosa lineare, quello che lo fa mettere in dubbio è la paura di non amare una persona, si tratta di un dubbio patologico.
Ci si accorge di non amare e si prendono delle decisioni, non esiste la "paura" di non amare, qui si tratta di pensieri paurosi che minano la nostra felicità, ecco perché si tratta di ansia.
L'ansia patologica genera delle paure prendendo quanto si ha di più caro e mettendolo in dubbio.
Non è un dubbio reale, è il dubbio stesso che fa paura, sono pensieri di allarme della nostra mente.
L'ansia da una mano al processo ma anche noi con i nostri schemi mentali ne diamo un'altra.
L'amore, dicevo, non è lineare. Uno scrittore (non mi ricordo PSICO-green.gif ) diceva che l'amore è come Giano: se c'è n'è troppo ci mostra il lato che ci annoia, se ci abbandona ci mostra il lato che ci attira.
Nelle coppie ci sono alti e bassi, momenti in cui si ha meno bisogno dell'altro e momenti in cui si prova passione profonda. Questi momenti si vivono, non si possono immaginare.
L'errore grosso è pensare che l'amore deve sempre essere perfetto, deve sempre andare bene, idilliaco altrimenti non è amore.
È qui che si inserisce la paura a mettervi il dubbio, a farvi vivere il rapporto con ansia e preoccupazione.
Quindi, c'è un atteggiamento disfunzionale più un problema di ansia, perchè una volta iniziato il dubbio ansioso, si fanno prove e test che confermano la paura.
Si vive la paura, e la paura è un emozione che nel rapporto fa vedere i difetti, fa essere negativi, abbassa l'umore e l'entusiasmo.
Quindi la paura sembra confermare i vostri dubbi...
Se vedete la vostra ragazza, con che occhi la vedete?
È come quando una persona vi è antipatica e la vedete con disprezzo, qui invece vivete la paura e vi focalizzate solo sul problema dimenticando tutto il resto.
E più discutete, peggio è.
Ragionando per assurdo, se vi dimenticaste la paura, ritornereste a vivere normalmente la vita e il sentimento d'amore ritornerà quando quell'emozione dovrà esserci. L'amore è un emozione, non possiamo richiamarla con i ragionamenti, si può solo provare in certi momenti (quando non ragioniamo).
La paura di non amarla non potete confermarla, dovete superarla. È logico che se vivete tutti i giorni la paura, le altre emozioni non ci sono, e questo farà sembrare i vostri dubbi più veri.





In questa sezione mi occuperò di tutti quei pensieri NEGATIVI o PESSIMISTI riguardo l'inizio di psicoterapie o generati dall'uso delle guide.

Ormai è troppo tardi per iniziare una terapia o leggere una guida Assolutamente no. È vero che i sintomi ansiosi e ossessivi tendono a peggiorare con il tempo, però non esiste nessun giro di boa, nessun caso sarà mai così difficile o disperato.
Solo un atteggiamento negativo come questo può essere d'intralcio per la buona riuscita di una terapia. La negatività fa parte dell'ansia e della rigidezza. Non è possibile dare un giudizio fino a quando non si è fatto un tentativo reale.

Sono sicuro che andrà male. Ho già fallito in tutto il resto! Lascia perdere il passato. Se stai leggendo questa guida vuol dire che vuoi uscire dalla tua situazione, ormai hai raggiunto un limite che non riesci più a sopportare.
L'unico fallimento che può succedere ORA è quello di non applicarti con impegno nel fare gli esercizi. Concentrati con impegno e decisione in maniera costruttiva e abbandona quella parte negativa che ti fa rimanere fisso sul problema.
Forse la vostra vita è stata segnata da una serie di rinforzi negativi, cioè pensare sempre al bicchiere mezzo vuoto.
Ricordate di non generalizzare, gli errori del passato non sono i risultati del presente, la vita non è ferma.

Io ho pensieri ossessivi sul picchiare mio figlio, se ne parlo con la psicologa potrebbe avere conseguenze? No, nessuna conseguenza. So che vi rimarrà il dubbio o la paura ma i disturbi ossessivi sono semplicemente pensieri. Se leggete il libro "the Imp of the Mind", dice che nella pratica clinica nessun caso di disturbo ossessivo è mai stato messo in pratica. Nessuno. La psicologa questo lo sa bene, non c'è pericolo nell'esporsi e nel parlare, anzi, più si è chiari, maggiore saranno i benefici della terapia.

Se lo psichiatra mi da i farmaci, significa che sono grave? No, gli psicofarmaci sono una delle terapie per combattere ansia e pensieri ansiosi. Io consiglio sempre di evitare quei medici che cercano di curare questo disturbo "solo" con i farmaci, infatti, la psicoterapia è essenziale.
Il miglior medico che possiate trovare è uno psicoterapeuta esperto in disturbi d'ansia: certo è che non sempre il titolo conferma la bravura, bisogna prima fare un incontro per capire se è una persona valida.
Inoltre, se avete bisogno di informazioni sui farmaci sul disturbo ossessivo, vi consiglio di leggere il capitolo 8 di "the Imp of the Mind" nel quale troverete molte informazioni e risposte alle vostre domande.

Ho letto la guida, sono stato bene per un po' e ora sembra di avere una ricarduta Il disturbo ossessivo è così fino a quando non si capisce la rigidezza con la quale lo si sta affrontando. Ricaduta e guarigione sono due concetti errati perché non bisogna guarire da nulla. Il processo di guarigione non è lineare, ma consiste di passi in avanti e passi indietro, consiste di momenti d'ansia, momenti di preoccupazione e momenti di serenità.
A tutti capita di avere paura nella vita, la paura è un emozione umana, agli ansiosi però mancano le strategie per affrontarla in maniera meno razionale.
Vedere il disturbo ossessivo come un problema significa alimentare l'ansia, piuttosto bisognerebbe ricordarsi che in alcuni periodi non si sta bene ma non fare nulla per fare andare via il problema.
Adoperasi per far andare via l'ansia, significa aggravare l'ansia. Bisogna lasciargli spazio, non discuterla e concentrarsi su altro che non sia ansia.
Pensare di guarire significa essere rigidi, non è possibile guarire perchè nel momento in cui verificate, state già compulsando per vedere se l'ansia e il problema ci sono ancora.
Allora cos'è l'ansia se non alimentare continuamente un problema che si basa sulla preoccupazione?
Ricordate, due passi avanti, uno indietro. Cercate di accettare i momenti d'ansia senza aggiungere ulteriore ansia, altrimenti finite per inciampare e cadere.
Chi parla di ricadute forse non è mai guarito del tutto.

Mi sento disperato, sembra che non ci sia più nulla da fare Ovvio, siete in uno stato di ansia e pessimismo, sarebbe strano sentirsi felici in questa situazione. Non sarete mai sulla strada della guarigione, fino a quando non vi metterete a camminare e fare un passo dopo l'altro.
La strada non sarà breve ma otterrete grandissimi benefici, sempre che iniziate e che non pretendete di guarire nel giro di una settimana. C'è sempre speranza, è l'ansia che ve la vuole togliere, non voi.

Se non compulso chi mi assicura che non lo faccio per non scoprire la verità? Quale verità? Quella sulla quale l'ansia ti ha messo il dubbio? La necessità di conoscere, ovvero l'intolleranza all'incertezza, è uno degli aspetti dello stato ansioso. Prima propone un dubbio basato sulla paura, poi ti costringe ad analizzarlo per vedere se è vero. Lo scopo della compulsione è appunto quello, rassicurarsi e abbassare il livello di ansia, apparentemente funziona ma in realtà la paura diventa più forte. Non compulsando per abbassare l'ansia prodotta dai pensieri, date a voi stessi l'opportunità di trovare altre strade per gestire l'ansia, senza rafforzare ciò che l'ha creata. Farete progressi solo quando vi esponete al "rischio", senza fare nulla per eliminare la paura. È un rischio immaginario.

Preferisco prendere le medicine piuttosto che esercitarmi, è troppo difficile Gli esercizi sono noiosi, difficili, nessuno lo mette in dubbio. È più semplice compulsare che lavorare sul vero problema, e il forum lo dimostra. Le medicine possono aiutare in questo disturbo d'ansia ma la loro azione è piuttosto limitata, se usate da sole. Poi, non tutti gli ansiosi hanno benefici dalle medicine o riescono a sopportare gli effetti collaterali. Gli esercizi sono molto importanti, soprattutto perché vi forniscono delle strategie per affrontare da soli il problema, evitando le ricadute.

Se mi espongo ai germi e all'AIDS chi mi garantirà che poi non mi contaminerò? Nessuno può garantire una vita senza rischi, dolore, perdite, errori o infortuni. Il problema è che la tua mente ha fatto un'errata connessione tra la compulsione e la sensazione di sicurezza e confort, non importa quanto questa sensazione sia solo di breve durata. Esponendosi invece, si scoprirà che il pericolo è sovrastimato e ci si libererà da inutili rituali che rafforzano solo la paura. Ricordo che la compulsione conferma l'esistenza di un pericolo, pericolo che è esagerato o distorto.

Se provo ad espormi e fare esercizi, ma poi fallisco, sarò un perdente sia con gli altri che con me stesso. Gli altri ti giudicano dalla tua voglia di stare meglio. In questo caso, i risultati dei tuoi sforzi contano meno della tua dedizione a voler migliorare.

Diventerò pazzo se mi espongo e non mi controllo. In più di venti anni di studi su persone ansiose con pensieri intrusivi, nessuno è mai diventato pazzo o malato facendo esposizione. L'ansia provata durante l'esposizione potrebbe sembrare incontrollabile, ma non è pericolosa.

Se non fosse stato per i miei genitori menefreghisti (o per i dottori incompetentei, o per gli insegnanti ignoranti…) adesso non sarei in questa situazione. Molti bambini con problemi d'ansia hanno sofferto durante la loro infanzia. Anche molti bambini che hanno sofferto però non soffrono di ansia. La maggior parte dei bambini con problemi d'ansia hanno avuto genitori premurosi che hanno fatto il massimo che potevano, forse anche loro soffrono di problemi d'ansia e hanno dovuto averci a che fare. Tra l'altro, in passato non esistevano informazioni sul problema e pochi se non nessun trattamento rispetto ad oggi. Incolpare gli altri servirà solo per mantenere il problema. Vi farà rimanere ancorati al ruolo di vittime, lasciandovi inermi di fronte all'ansia. Gli esercizi e la psicoterapia vi danno la possibilità di affrontare l'ansia ora, senza rimanere ancorati al passato.

Sto prendendo le medicine ma non noto miglioramenti, i pensieri rimangono? Certamente, e cosa vi aspettavate?! La mente viaggia ed è libera di pensare a qualsiasi cosa. Siete voi che avete etichettato i pensieri come allarmi, questo perché avevate una paura e avete analizzato la realtà con paura. Perché si fa un pensiero? Perché la mente crea! La differenza tra voi e una persona non ansiosa sta nel fatto che quest'ultima risponde ai pensieri della mente con un "ma cosa mi è venuto in mente?" e poi cambia pensiero. È un fluire continuo, voi invece rimanete bloccati. L'ansioso produrrà dei pensieri ansiosi che scambierà per prova di qualcosa. La mente crea, voi controllate e vi spaventate. Le medicine servono per migliorare l'umore ma la mente continua a pensare come è naturale che sia. Voi fate troppo affidamento ai farmaci, sperando di cambiare qualcosa che è normale, quando dovreste cambiare il vostro atteggiamento di fronte ai pensieri.
E più pensate di avere il doc, più starete a controllarvi!

Come mai gli altri migliorano e io no? Ognuno ha il suo approccio e i suoi tempi. Scommetto che analizzate gli altri per vedere se il vostro è un caso peggiore…La vostra paura è quella di non guarire e controllare è un buon mezzo per rafforzare questa paura, fa parte del meccanismo.

Pensavo di essere guarito e invece… E invece ti sei illuso. Cosa significa guarire? Pensi che l'ansia non deve più venire? Pensi che la vita deve essere sempre positiva? Forse hai sbagliato, perché è bastato poco per ricadere nella paura.

Sono ricaduto nel problema, è un segno di fallimento? No, calcolate che gli alti e bassi nella vita li hanno tutti, a maggior ragione chi ha sofferto di ansia. Accettate di esservi spaventati, non è una ricaduta ma un momento di ansia (non avete nessuna malattia), potete rialzarvi se accettate che vi siete spaventati. Non vi criticate, non siete perfetti. La via per stare bene è un sentiero fatto di cadute, periodi negativi, apatia, non è lineare, non si sta sempre bene. Piuttosto, dovreste evitare gli stress che affaticano la mente e possono far riemergere stati ansiosi. Ma nel momento in cui succede, pazienza, dovete sempre avere amore per voi stessi o almeno accettazione. Ammettete il periodo no, non fuggitelo, domani andrà meglio.






TERZA PARTE: I SINTOMI DELL'ANSIA

L'ansia non è un emozione.
L'ansia è un risposta ad un emozione negativa, ovviamente l'ansia è sgradevole, per questo si cerca sempre di eliminare o risolvere la preoccupazioni.
Ma se queste preoccupazioni sono false?
Se le paure che temiamo albergano in noi?
Bisogna fare una distinzione tra ansia normale ed ansia patologica: l'ansia normale è perfettamente normale, pensate a quando c'è un reale pericolo, l'ansia serve per aiutare ad essere più attenti nello sfuggire ad eventuali pericoli, ci aiuta a focalizzarci su un pericolo, ci fa capire che è una questione a cui teniamo.
L'ansia patologica è quella che io chiamo "stato ansioso", cioè una condizione in cui i pericoli li creiamo noi, ossia una mente iperattiva e spaventata che lancia allarmi anche quando la situazione è perfettamente calma.
Ovviamente l'ansia colpisce ognuno in maniera differente, ogni persona ha i suoi sintomi che possono differenziarsi anche di molto da quello delle altre: abitualmente si sente parlare di organi bersaglio o essere predisposti a quel tipo di problema.
Penso che gran parte delle malattie di oggi, siano in qualche parte correlate allo stress: coliti, cistiti, emicranie sono solo alcuni esempi di "patologie" che potrebbero essere curate con medicine alternative e con un cambiamento di vita.
Spesso, cattive abitudini di vita portano a cronicizzare i sintomi per cui rimane il problema non riconoscendo più la causa scatenante.
Bisognerebbe ascoltare maggiormente il proprio corpo, non come fanno gli ipocondriaci che sopravvalutano i normali aspetti fisiologici, ma rallentando i ritmi, riducendo gli stress e rivedendo le proprie preoccupazioni (basate su convinzioni disfunzionali).
Ovvio che il riposo è uno dei migliori rimedi.
Partendo da una preoccupazione qualsiasi, si genera ansia. Se noi non riconosciamo i sintomi dell'ansia, ci preoccuperemo di quei sintomi scambiandoli per qualche cosa di grave, facendoci ulteriormente preoccupare e facendo di conseguenza aumentare l'ansia.
Se leggete più sotto, troverete il pensiero disfunzionale INTOLLERANZA ALL'ANSIA, lì spiego come mai l'ansia diventa motivo di ulteriore ansia.
Vi scrivo i vari sintomi, leggeteli bene, l'elenco non è completo ma direi che ci sono già abbastanza danni. PSICO D.gif

EFFETTI SOMATICI
In questa sfera, l'ansia colpisce il fisico.
Le persone troppo scrupolose, perfezionista, quelle che non hanno un buon contatto con il proprio stato d'animo, non si accorgono del proprio stato d'ansia, perciò quest'ultima si trasforma in dolori del corpo.
È un tipo di ansia che non ha trovato sfoghi, non è stata compresa.
I sintomi sono:
•Respiro corto o mancanza di fiato
•Sensazione di soffocamento
•Facile affaticabilità
•Cistite
•Bisogno di urinare spesso
•Colite o diarrea
•Costipazione
•Gastrite o problemi di digestione
•Tremori
•Formicolio a mani o piedi
•Fascicolazioni (tremori alle palpebre o lati della bocca o altri muscoli)
•Mioclonie (scatti involontari)
•Rigidità muscolare (soprattutto al collo e al petto)
•Cefalea o emicrania (l'emicrania porta a sua volta altri sintomi come congestione nasale, depressione, agitazione)
•Vertigini o senso di sbandamento
•Testa vuota o brain fog
•Salivazione azzerata
•Rossore al viso (soprattutto in caso di ansia sociale)
•Sudorazione abbondante (soprattutto sotto le ascelle e mani)
•Vampate di freddo o caldo
•Mani fredde o sudate
•Tachicardia
•Palpitazioni (sentire il battito del cuore)
•Extrasistole
•Senso di oppressione al petto (se avete fatto un ECG e avete già fatto controlli, non avete un infarto Doh!.gif)
•Nodo alla gola o difficoltà ad ingoiare
•Fotofobia
•Problemi di vista (visione sfuocata, problemi di percezione, flash quando chiudete gli occhi)
•Perdita di sensibilità agli arti, intorpidimento
•Orticaria da stress
•Prurito
•Febbre o sintomi influenzali
•Acufeni o orecchie pulsanti

EFFETTI COGNITIVI
•Mancanza di concentrazione
•Vuoti di memoria o scarsa memoria
•Difficoltà ad essere creativi o usare la fantasia
•Difficoltà ad apprendere
•Difficoltà a parlare
•Confusione
•Stato di agitazione continua e ingiustificata
•Apprensione e agitazione (non riuscire a stare fermi)
•Irritabilità o impazienza
•Terrore
•Insonnia o continui risvegli
•Incubi e sonno agitato (sogni strani, bizzarri, assurdi)
•Reattività al minimo stimolo (spaventi)
•Ipervigilanza
•Paure immotivate e fobie (allarmi, paura di morire, paura di perdere il controllo, paura di impazzire)
•Attacchi di panico
•Stato di attesa (rimuginazione, paura di eventi spiacevoli)
•Depersonalizzazione
•Derealizzazione
•Musica in testa o earworm
•Mangiare di più o di meno (soprattutto dolci e cioccolata)
•Umore depresso o depressione
•Disturbo ossessivo

EFFETTI NEUROLOGICI
Le modificazioni che avvengono nel cervello sono plastiche, ciò significa che non sono permanenti, infatti con una buona psicoterapia si è dimostrato che avvengono sostanziali modifiche nel funzionamento e una reversibilità dei sintomi.
Anche con gli psicofarmaci o la fitoterapia si otteniene un processo di normalizzazione delle funzionalità.
I sintomi sono:
•Impoverimento dell'ippocampo (l'ippocampo è la sede della memoria)
•Ipereccitazione del cervello (l'amigdala è continuamente stimolata, stato ansioso)
•Iperfrontalità: cioè attivazione frequente (la parte frontale lavora continuamente per ragionare sugli allarmi che le arrivano)

EFFETTI ORMONALI
Anche gli ormoni ne risentono, infatti, viene prodotto il cortisolo e adrenalina al posto degli ormoni che servono per stare bene.
Questo perché tutte le risorse servono per fronteggiare il pericolo. Ovvio che chi ha l'ansia patologica crea paura mentali, non c'è nessun pericolo reale.
Alcuni sintomi sono:
•Calo di testosterone nell'uomo (a favore del cortisolo, ormone dello stress)
•Calo del desiderio o problemi di erezione
•Calo di progesterone e estrogeni nella donna (sbalzi di umore, irritabilità, ciclo irregolare)
•Prolattina alta



➼11.1 Corollario dell'Insopportabilità o Intolleranza - INTOLLERANZA ALL'ANSIA

L'intolleranza all'ansia capita quando non si ritiene normale o si sopravvaluta un sintomo d'ansia. Un altro caso è quando non si tollera l'ansia ma la si vede con terrore, a tal punto da farla diventare un vero attacco di panico.

esempi:
➣ Dopo aver letto i sintomi: "E se non fossero sintomi d'ansia ma una malattia?" (e scommetto anche che se non controlli la malattia potrebbe aggravarsi vero? Questo è un pensiero ansioso, fa parte sempre del ciclo d'ansia, se ci credete, alimentate ulteriormente questo ciclo.).

➣ Compulsione tipica: "C'è scritto formicolio, ma il mio formicolio è strano, è una sensazione diversa" (certo, compulsa sull'ansia così trovi mille altri motivi per i tuoi sintomi. Doh!.gif )

➣ Una donna prima di uscire di casa: "Sicuramente mentre farò la spesa mi verrà un attacco di panico" (questo ragionamento di allarme cosa comporterà? Quando sarete al supermercato, dove sarà focalizzata la vostra attenzione se non al proprio corpo. È un'attesa che carica di ansia, poi basta il minimo cambiamento, anche una vampata di calore ed ecco l'attacco)

➣ Paura dell'ansia: "Se mi è venuta l'ansia in quel momento ci deve essere un motivo" (consultare il pensiero RAGIONAMENTO EMOTIVO)

➣ Una ragazza molto stressata: "non tollero che mi venga l'ansia, devo fare qualsiasi cosa per farla andare via" (il problema è proprio questo, più cerchiamo di mandare via, più abbiamo paura che rimanga. Facciamo un bel respiro profondo e focalizziamo l'attenzione su altro. Tanto ora sappiamo che l'ansia può essere causata dall'ansia stessa, perché preoccuparsi?)

➣ Uno studente prima di una festa: "non posso andarci, sicuramente mi verrà l'ansia e sarà un disastro" (oltre al pensiero catastrofico, il discorso è lo stesso della signora al supermercato, se si teme l'ansia o ci si concentra su di essa, sicuramente arriverà. Che poi voi l'associate alle festa è un altro discorso.)

➣ I sintomi persistono: "oddio, qui io ho i tremori, però continuano. È sicuramente altro" (va bene, può essere che ci sia un effettivo problema, non dico sicuramente che non bisogna controllarsi. Però evitare ogni lettura online perchè l'autodiagnosi porta sempre a disastri. Inoltre, ci tengo a precisare che se continuate a preoccuparvi i sintomi d'ansia rimangono, non pensate che scompaiano senza che voi attivamente spostiate l'attenzione su altro. Se rimanete preoccupati e focalizzati, la causa è quella)

➣ Uno dei tanti ipocondriaci: "ora ho un dolore allo stomaco, potrebbe essere..." (il corpo e la mente non sono mai lineari. Potreste scambiare una cosa fisiologica, ad esempio una cattiva digestione, per un sintomo di qualcosa. Se siete troppo focalizzati ad ascoltare voi stessi, noterete molto di più tutti i processi che avvengono, anche il battito cardiaco.)

SOLUZIONE
Volevo scrivere questa parte sotto l'insopportabilità o intolleranza, perché è un caso specifico di quel pensiero disfunzionale.
La inserisco qui perché mi sembra filare di più con il discorso sui sintomi.
Come ho scritto prima, anche l'ansia patologica è un sintomo e non una malattia. Ci sono diverse cause, tra cui proprio le convinzioni sbagliate, che vanno identificate e corrette.
Anche i problemi alla tiroide o disfunzioni ormonali portano ansia, quindi è sempre meglio farsi un controllo.
Dico uno, se i medici che vi visitano dicono che non avete niente, non insistete, può essere che siete ipocondriaci; piuttosto riconoscete i vostri allarmi, i pensieri catastrofici su malattie incurabili.
Se un medesimo mal di testa viene visto come mal di testa da una persona e tumore da un'altra, chi avrà ragione? Non si esagera? Il dubbio rimane, ma è proprio il dubbio il problema, infatti le rassicurazioni non avranno nessun effetto se non momentaneo.
Abbiamo parlato di "stato ansioso" o di "ansia generalizzata", sono due situazioni in cui l'ansia è sfuggita di mano ed è diventata una patologia.
Tutti i sintomi sono causati da un unico malessere, l'ansia, e lo stato ansioso porterà la persona ad un atteggiamento preoccupante nei confronti di se stessi e degli eventi.
Notate il circolo d'ansia? Bisogna fare uno sforzo razionale per fermare il processo, senza di esso siete in balia della vostra mente ansiosa.
Tutti questi pensieri producono ulteriore ansia, ovvio che se cercate su internet, troverete i sintomi più disparati e sarà proprio l'ansia a farvi concentrare sulle cose più terrificanti.
Se si cercano le ragioni d'ansia, il più delle volte non ci sono, è un circolo che si alimenta nel momento stesso in cui rimuginate.
Quindi, esiste anche la paura di avere l'ansia, cioè l'ansia stessa diventa motivo di preoccupazione.
Se temete l'ansia o temete gli effetti dell'ansia (come nel caso degli attacchi di panico), la mente ansiosa andrà direttamente a pensare a questa paura.
Non è colpa vostra, è lo stato ansioso che porta automaticamente la persona a pensare ciò che teme, che lo vogliate o no.
Per questo dico sempre si lasciarvi attraversare dall'ansia e pensare ad altro, focalizzatevi su altro (applicate gli esercizi che sono nelle guide, prossimamente ne scrivo di specifici per ansia e ossessioni).
Qual'è la cosa più negativa che può capitare con l'ansia? Spesso le preoccupazioni sono ingigantite ma se si analizzano sotto un lente, si capisce che sono preoccupazioni inutili.
Consiglio di leggere anche il "RAGIONAMENTO EMOTIVO", un pensiero disfunzionale che spesso è collegato questo.
In questo caso l'ansia diventa motivo per compulsare, cioè si ragiona ulteriormente cercandone il significato, andando ad alimentare il ciclo d'ansia.




Oggi voglio aprire una piccola parentesi su uno degli effetti somatici dell'ansia, la DEREALIZZAZIONE e DEPERSONALIZZAZIONE (non si tratta di pensieri disfunzionali ma di sintomi dell'ansia)

Queste parole descrivono una situazione molto comune in situazione di grande stress, non sono indice di malattie (es. psicosi) ma solo di un effetto fisiologico che capita a molti quando si ha una forte ansia.
Molto spesso succede che queste sensazioni, se non riconosciute, diventino ulteriore motivo di preoccupazione, aumentando l'ansia già presente.

La DEREALIZZAZIONE è la sensazione di percepire le persone e l'ambiente circostante lontani da sé, sconosciuti o irreali.
Vi ricopio alcuni dei sintomi:
-la sensazione che l´ambiente circostante sia irreale
-la sensazione che gli altri siano automi, robot o comunque persone "non vere"
-la sensazione di guardare il mondo attraverso un velo od una nebbia
-la sensazione che il mondo circostante sia un sogno od un´allucinazione
-la sensazione che l´ambiente circostante sia "piatto"
-la sensazione che il mondo circostante sia "sfocato/scolorito"
-la presenza di dialoghi interattivi con una persona immaginaria (che però non sia un´allucinazione e si mantiene il senso che sia in qualche modo differente dal resto)
-il forte dubbio momentaneo su cose che si davano per certe

La DEPERSONALIZZAZIONE è la sensazione di irrealtà, di essere estranei dal proprio sé e dai propri processi fisici e mentali.
La persona ha l'impressione di vedere se stesso dall'esterno, come se stesse guardando un film.
Vi ricopio alcuni dei sintomi:
-la sensazione di guardare dall'esterno il proprio corpo compiere le azioni
-la sensazione di guidare il proprio corpo come fosse un robot o un personaggio di fumetti/videogiochi/giochi da tavola.
-la sensazione di essere scisso in una parte partecipante ed una osservante sentirsi irreali e meccanici
-la sensazione di essere invisibili
-l´incapacità di riconoscersi allo specchi
-la sensazione di guardare come un film su se stessi
-la sensazione che le altre persone siano reali ma non noi stessi
-un forte senso di distacco dalle proprie emozioni
-una percezione distorta del proprio corpo
-la perdita di sensibilità di parti del corpo

Derealizzazione e depersonalizzazione, per quanto siano spiacevoli, sono una forma di dissociazione, cioè una protezione che la psiche mette in atto per difendersi da ulteriori stimoli spiacevoli.
Anche gli attacchi di panico sono una forma di protezione dell'organismo che scarica di colpo tutte le energie negative e paure accumulate da uno stile di vita sbagliato.
Non fate diventare i sintomi dell'ansia ulteriore motivi di compulsione; sono e rimangono sintomi d'ansia, non c'è nessun altro motivo (anche se l'ansia vi porterà a pensarlo).
Quando l'ansia si abbasserà, così faranno i suoi sintomi, fino a scomparire da soli.

Come abbiamo detto, questi sono effetti dell'ansia non indice di altre malattie.
Quando si ha paura di qualcosa (si teme qualche pensiero, per esempio) allora sale l'ansia e con essa anche i disturbi cogniti e somatici.
Quando si percepisce un pericolo, anche interno a se, si attiva l'ormone adrenalina che attiva il meccanismo che serve per far fronte ai pericoli: ad esempio aumenta le energie e il sangue che serve per scappare.
Nel frattempo viene stimola l'amigdala che produce un IPERFOCUS sul pericolo, usa tutte le risorse mentali per capire il pericolo, per farci stare in allerta, per tenerlo sotto controllo: il senso di sé della coscienza, le proprie emozioni vengono spostate in secondo piano per concentrarci solo sul pericolo.
"Vi immaginate se, per preparare una prova d'esame, invece di studiare vi concentrate sul fatto che siete preoccupati?" oppure "se c'è un ladro in casa e voi, al posto di stare in allerta del pericolo, vi domandate come vi sentite?".
Questo è quello che invece succede a chi ha uno stato d'ansia generalizzato, per cui ci si preoccupa anche di come ci si sente di fronte agli stimoli felici o paurosi che siano.

Visto che l'ansia è sempre presente (anche in sottofondo), l'amigdala è perennemente eccitata e succedono 3 cose fondamentali:
- l'ansia stessa e la preoccupazione diventano una fonte di preoccupazione
- l'amigdala invia segnali di pericolo anche quando non servono perché è iperattiva
- si attiva un ciclo in cui l'ansia dell'ansia alimenta il ciclo che non può più fermarsi, se non con un lavoro attivo.

Succede che tutto il resto, ambiente esterno, emozioni positive viene messo in sottofondo, ci si sente separati dall'ambiente, lontani dagli altri e concentrati sulla preoccupazione.
Preoccupazione che è una questione mentale, cioè si vive la mente paurosa e non più la vita, le reali emozioni.
Ad aggravare la situazione è quando ci si domanda perché si sta così e l'amigdala invierà spiegazioni ansiose, cioè si compulsa usando la stessa logica che ha creato la paura e si ricevono risposte ansiose ("sto impazzendo", "non proverò più la felicità", "non sento più nulla").

Bisogna fermare il processo, non può essere una cosa automatica, dovete essere voi a non domandarvi perchè vi sentite così.
Accettatelo perché è un effetto dell'ansia, se indagate ricevete risposte errate perchè vi trovare in uno stato alterato, non ragionate bene ma con l'ansia addosso.
Accettate anche che ogni tanto vi arrivino pensieri ansiosi, questo perché il vostro cervello è iperattivo, non è colpa vostra.
Se non alimentate il ciclo pian piano i centri della paura si "raffredderanno" e comincerete a sentirvi meglio.
Serve accettazione, flessibilità, tanta volontà e stare attenti a non compulsare su quello che la paura vi propone.
La paura c'è in tutti solo che voi non vedete altro che quella.



⬇CONTINUA SOTTO⬇

Inviato da: Pablito87 il Venerdì, 15-Feb-2013, 00:09
QUOTE (Dr.Dock @ Giovedì, 14-Feb-2013, 18:48)
QUOTE (Pablito87 @ Giovedì, 14-Feb-2013, 18:16)
QUOTE (Dr.Dock @ Giovedì, 14-Feb-2013, 17:52)
X Pablito, dalla depressione si esce a patto di accettarla e andare avanti senza pretendere di essere felici.

Quindi uno deve accontentarsi di essere per sempre infelice?
Oddio, ora mi sento acora più depresso.

E qui ci caschi! Cosa ho scritto nel testo? Se analizzi la realtà in questo momento cosa vedi nel tuo futuro?
La tua conclusione è distorta, ci sei arrivato ora in uno stato depresso.

Vabbè, la frittata è fatta. Lo hai detto, è inutile che tenti di rigirare il discorso. Comunque lo sapevo che non se ne può uscire.
PS tu sei un psicologo/psichiatra?

Inviato da: pastellina90 il Venerdì, 15-Feb-2013, 01:40
@dr.dock questa domanda l'ho posta a chiunque e nessuno mi ha mai saputo dare una risposta. Premettendo che ho una diagnosi di doc con paura del suicidio, io come faccio a capire se i pensieri di morte sono dati dal doc o dalla depressione, visto che anche tu hai detto che l'ansia porta ad un calo dell'umore? Cioè come distinguo se si tratta di ossessioni pure o di desiderio quando sono in preda all'ansia e alla tristezza? Se riesci a darmi una risposta ti faccio un monumento PSICO smile.gif

Inviato da: pastellina90 il Venerdì, 15-Feb-2013, 01:41
@dr.dock questa domanda l'ho posta a chiunque e nessuno mi ha mai saputo dare una risposta. Premettendo che ho una diagnosi di doc con paura del suicidio, io come faccio a capire se i pensieri di morte sono dati dal doc o dalla depressione, visto che anche tu hai detto che l'ansia porta ad un calo dell'umore? Cioè come distinguo se si tratta di ossessioni pure o di desiderio quando sono in preda all'ansia e alla tristezza? Se riesci a darmi una risposta ti faccio un monumento PSICO smile.gif

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 15-Feb-2013, 12:26
QUARTA PARTE: ALCUNI RIMEDI PER TRATTARE L'ANSIA PATOLOGICA

In questa sezione metterò prossimamente dei rimedi per abbassare il livello di ansia e, con essa, anche i pensieri ossessivi.
La logica mi dice che la prima strategia è quella di accettare i pensieri ossessivi (vedi l'altra guida), ma ve ne sono molte altre da poter utilizzare assieme a questa.
In questo modo attaccheremo l'ansia da varie angolazioni. PSICO armati93.gif
Ovviamente qui si parla di ansia patologica, non dell'ansia e delle preoccupazioni di tutti i giorni, che sono perfettamente normali.
Vedremo prossimamente alcuni modi che ho usato io.
Alcune considerazioni importanti:
☞ I prodotti seguenti hanno effetti differenti a seconda delle persone. Lo stesso integratore per esempio, può essere efficace per una persona e dare sonnolenza ad un'altra.
☞ Generalmente erbe e integratori sono sicuri ma solo se si rispetta il dosaggio che ho scritto e si seguono le istruzioni riportate sulla confezione.
☞ Evitare di assumere integratori che aumentano la serotonina se già state assumendo psicofarmaci, perché ne potenziano l'effetto e causano effetti collaterali (es. sindrome serotoninergica)
☞ Alcuni prodotti hanno bisogno di un po' di tempo prima di ottenere i primi risultati, anche alcune settimane. Siate costanti e abbiate pazienza.
☞ A volte mi sento dire: "io questo prodotto l'ho provato e non mi ha fatto effetto". Ricordate che l'effetto terapico dipende dalla qualità e dalla quantità di principio attivo. Scegliete marche affidabili e controllate la titolazione dei principi attivi, altrimenti cadrete nell'illusione che i prodotti non siano efficaci.
☞ Questi prodotti non sono la soluzione definitiva alla vostra ansia. Piuttosto, lavorano sinergicamente con il lavoro di psicoterapia o auto-aiuto che dovete affrontare.
☞ Se un prodotto vi causa malessere o peggiora i sintomi, non è adatto a voi e vi consiglio di sospenderlo (basatevi su fatti concreti, non suggestioni).
☞ Se comprate online gli integratori, in alcuni casi c'è un bel risparmio. I prodotti Solgar in UK ad esempio costano esattamente la metà che in Italia. Evitare di comprarli dagli U.S.A. perché di solito vengono fermati in dogana e servono dei certificati medici (e poi si pagano le spese doganali salate).
☞ La diminuzione dell'ansia prodotta dagli integratori ha due effetti importanti: il primo è che sarete più calmi e focalizzati a fare gli esercizi, perciò riuscirete a capirli meglio, il secondo è che se l'ansia va via completamente, andranno via anche i pensieri, perciò non riuscirete a fare gli esercizi di esposizione (diventate quindi dipendenti, perché quando tornano i pensieri non saprete come affrontarsi, se non con delle cose esterne a voi). Tenete conto di questo aspetto.

☞ Gli integratori non modificano la personalità anzi aiutano a liberarla dai condizionamenti dell'ansia, favorendo la riscoperta di sé stessi.
☞ Se decidete di assumere vitamine o integratori per carenze, fate le analisi ogni tanto per verificare che i valori sono rientrati nella norma.



Le ERBE sono un rimedio rapido per abbassare i livelli di ansia e gli effetti somatici ad essa collegati. È ovvio che le erbe sono un rimedio temporaneo, perché il loro effetto è legato al principio attivo, quindi una volta esaurito l'effetto tampone, l'ansia tornerà nuovamente perché i meccanismi che l'hanno generata sono rimasti immutati.
Le erbe e tinture madri vanno acquistate in erboristeria sotto consiglio del farmacista, un consiglio è quello di seguire sempre le istruzioni per non incorrere in sovraddosaggi e perdita di effetto.
Per quest'ultimo problema, consiglio di partire con la dose minima e usarle sempre e solo in caso di estrema necessita, sospendendo dopo 2 settimane di utilizzo continuo per almeno 5 giorni.
Da escludere assolutamente le tisane "rilassanti" da supermercato, che sicuramente hanno pochissimo principio attivo e nessun effetto.
Se vi piacciono le tisane fatevi consigliare dal farmacista e ve ne fate preparare una sul momento, eventualmente una miscela di più erbe.
Tra le erbe utili troviamo:

valeriana: è l'erba principale per l'ansia. Tra le sue proprietà ci sono quelle sedative, quella di favorire il rilassamento e calmare il nervosismo e lo stress. La valeriana ha anche lo straordinario effetto di favorire e migliorare il sonno senza gli effetti collaterali dei sonniferi. I suoi principi attivi vanno a potenziare un neurotrasmettitore, il GABA, che è quello che si occupa dell'eccitabilità del sistema nervoso, iperattivo nei soggetti stressati o ansiosi. Grazie alle sue proprietà, può essere usato in caso di colite, e in tutte i disturbi psicosomatici.
La valeriana può essere acquistata sotto forma di compresse, radici o tintura madre. Le compresse contengono l'estratto secco di radici di valeriana, io personalmente consiglio Nervis della Dr.Giorgini. Diciamo che è la forma più pratica perché si possono portare in borsa, bisogna solo fare attenzione alla quantità di principio attivo presente per scegliere un prodotto di qualità.
La tintura madre non l'ho mai usata, so solo che va diluita nell'acqua però basta leggere le istruzioni.
Il decotto di radici, invece, è efficace però bisogna prepararlo. Si comprano le radici in erboristeria, poi, si portano ad ebollizione circa 5 grammi di radici (due cucchiaini da caffè). Successivamente, si lascia riposare a fuoco spento per 10 minuti, prima di filtrarlo. La dose è per una tazza ed è buona soluzione prima di andare a dormire.
100 grammi di radici costano all'incirca 5€, quindi questa soluzione è molto economica.
Non ha grosse controindicazioni, non bisogna utilizzarla in gravidanza e assieme ad altri farmaci sedativi che potenziano l'effetto (barbiturici e benzodiazepine).

biancospino: si usano le foglie e i caratteristici fiori bianchi per fare infusi e tisane. È la pianta più usata per curare la tachicardia perché è in grado di rallentare il battito cardiaco e sedare gli stati d'ansia, e le eventuali somatizzazioni.
I principi attivi (ipersoide, vitexina) favoriscono la vasodilatazione, cioè abbassano la pressione oltre che migliorare il battito e regolarizzarlo in caso di aritmie ed extrasistoli. L'azione rilassante e sedativa è utile per calmare il nervosismo, riducendo l'agitazione e migliorando il riposo. Utile in caso di insonnia.
Per l'infuso si lascia bollire l'acqua, si versa un cucchiaio raso di miscela di fiori e foglie e si spegne il fuoco. Poi si copre e si lascia in infusione per 10 minuti, prima di filtrarlo. Si beve al momento del bisogno, ad esempio tachicardia, o la sera prima di andare a dormire.
Non ci sono controindicazioni, nessun problema neanche in caso di sovradosaggio.

melissa: è una pianta che odora di limone, molto usate le foglie secche per combattere l'ansia in quanto i principi attivi sedano il sistema nervoso.
Ha un azione rilassante sulla muscolatura, in particolare quella dell'addome, in caso di crampi addominali, colite e colon irritabile. Inoltre, consumata dopo mangiato funziona anche da digestivo. In passato, era usata anche contro la depressione perché gli oli essenziali favorivano il buon umore.
Vi consiglio di coltivarla in un vaso sul balcone perché è ottima anche in cucina.
Per l'infuso si lascia bollire l'acqua, si versa un cucchiaio di foglie secche. Poi si copre e si lascia in infusione per 10 minuti, prima di filtrarlo. Si bevono fino a 4 volte al giorno, soprattutto durante il ciclo per alleviare i sintomi e le tensioni ad essa connesse. Ha un azione calmante ma non provoca sonnolenza, quindi va bene anche di giorno.
Non ci sono controindicazioni particolari, è da evitare in gravidanza e in caso di ipotiroidismo.

passiflora è chiamata anche "frutto della passione" perché il fiore somiglia alla corona di spine. Si usa principalmente il fiore ed è una delle piante più utilizzate sia per l'ansia nervosa (angoscia, nervosismo, stress, palpitazioni) sia per rilassare la muscolatura e favorire il sonno.
I principi attivi hanno un'attività simile alle benzodiazepine, favoriscono quindi un sonno fisiologico ma senza lo stordimento e l'assuefazione delle medicine.
Di solito, si usano le gocce di tintura madre, 20-30 gocce diluite con acqua al bisogno oppure le compresse di estratto secco. Se si preferisce la tisana, di solito viene mescolata ad altre erbe per potenziarne l'effetto: si lasciano in infusione 10-15 grammi di fiori in acqua bollente, poi si filtra e si beve mezz'ora prima di andare a letto. Se usata di giorno non provoca sonnolenza.
La passiflora è un prodotto sicuro, non presenta assolutamente controindicazioni ma è preferibile evitarla in gravidanza.

griffonia: è una pianta africana appartenente alla famiglia delle leguminose. I semi sono ricchi di 5-HTP che è un precursore della serotonina, un neurotrasmettitore che serve per abbassare il livello di ansia, migliorare il tono dell'umore e influenzare la qualità del sonno. È consigliata, sia nei disturbi d'ansia, sia nelle depressioni moderate e anche nella fibromialgia. In erboristeria è venduta come estratto secco titolato, sotto forma di capsule. La griffonia è molto efficace; alcuni studi hanno dimostrato che i benefici sono paragonabili a quelli degli psicofarmaci, senza effetti collaterali degni di nota. La posologia da seguire è quella di 100mg da una a due volte al giorno, possibilmente a stomaco vuoto, mentre per gli effetti richiede almeno tre/quattro settimane. Bisogna evitare assolutamente di assumerla se si prendono psicofarmaci perché ne potenzia l'effetto, non va bene neanche in gravidanza.

camomilla: è una pianta annule di cui si usano i capolini, cioè le estremità fiorite senza i petali. È sempre stata considerata una pianta medicinale, gli Egizi la usavano per curare nevralgie e artrite mentre nel Medioevo era usata come tonico contro la stanchezza. Contrariamente alle credenze popolari, la camomilla è solo blandamente sedativa. La sua funzione principale è quella di essere un miorilassante e antispasmodico, cioè utile in caso di spasmi muscolari, dolori mestruali, tensione, crampi. Il nome scientifico, Matricaria, deriva dal latino "matrix" che significa utero, ad indicare il suo potere calmante nei dolori mestruali.
I principi attivi favoriscono la digestione e migliorano la motilità intestinale, contrastando la formazione di gas intestinali.
Per l'infuso si fa bollire una tazza d'acqua, poi si spegne e si mette in infusione un cucchiaio di fiori di camomilla. Trascorsi non più di 5 minuti, si filtra e si beve mezz'ora prima di dormire.
Evitate le bustine, comprate i fiori in erboristeria.
Ad uso esterno, potete creare degli impacchi con garza imbevuta di infuso da applicare sugli occhi stanchi e arrossati, se non avete dormito. PSICO ehsi.gif

tiglio: è un albero molto longevo e sacro per i popoli germanici. Si usano i fiori e le brattee, ossia le foglie terminali, che sono profumatissimi e vengono raccolti a giugno e luglio. Combatte l'insonnia, la tachicardia e il mal di testa dovuti all'ansia e allo stress. Anche l'alburno, cioè la corteccia più esterna, ha proprietà terapeutiche. Il tiglio presenta inoltre un'azione vasodilatatrice, utile per l'ipertensione. La Tiliacina, il suo principio attivo, è quello responsabile dell'effetto ansiolitico. Per la tisana, si procederà mettendo in infusione un cucchiaino di fiori e foglie, si lascerà per 10 minuti prima di filtrare e bere. Per una maggiore efficacia bisogna bere almeno 2/3 tisane di tiglio preparate in questo modo. Ancora meglio se mescolato con la passiflora e un po' di miele.

escolzia: è una pianta originaria del Nord America dal fiore di colore arancione che ricorda il papavero. È ricca di alcaloidi che migliorano la qualità del sonno, aumenta la quantità di melatonina endogena e diminuisce i tempi di addormentamento. È uno dei rimedi più efficaci per prendere sonno, può sostituire benissimo i sonniferi. Inoltre, diminuisce la frequenza e la durata dei risvegli notturni.
Si usa la tintura madre (30 gocce), oppure l'infuso da prendere mezz'ora prima di andare a letto. È una pianta con poche controindicazioni.
La cosa importante da ricordare è di fare le pause per non assuefarsi e far perdere l'effetto. Magari usarla una o due settimane, vedere come funziona, e poi sospendere per un po' di giorni.

iperico: chiamata anche Erba di San Giovanni, è un pianta perenne dal fiore giallo che si trova lungo i margini delle strade, molto bello. Ha il soprannome di "perforatum" dato che le foglie in controluce sembrano bucherellate. Sulle foglie e sui petali sono presenti delle macchie scure che se schiacciate con le dita, le colorano di rosso. Da questa parte, si ricava il principio attivo che è l'ipericina, che è uno dei migliori antidepressivi naturali. L'effetto principale è sulla depressione, di conseguenza migliorando l'umore diminuisce anche l'ansia, ma solo come conseguenza.
In Germania è largamente utilizzata da circa 20 milioni di persone ogni giorno.
Si utilizza principalmente in compresse di estratto secco da 300 mg standardizzato allo 0,3% di ipericina, da una a tre volte al giorno, partire sempre con le dosi più basse (questo vale per qualsiasi integratore).
È molto sicura, ha pochi effetti collaterali, molti meno di quelli dell'aspirina per farvi un esempio.
Non deve essere utilizzata se si utilizzano già gli psicofarmaci, altrimenti si potenzia l'effetto ed aumentano gli effetti collaterali.
Non va bene neanche in gravidanza e allattamento.
È una pianta che rende fotosensibile la pelle, ciò significa che durante l'uso è meglio evitare l'esposizione prolungata al sole.

rodiola: è una pianta perenne dei climi freddi, si trova nelle distese della Siberia e riesce a resistere a temperature molto basse, sopravvivendo in condizioni veramente proibitive.
Per molti secoli è stata utilizzata dagli imperatori cinesi, che organizzavano spedizioni per reperirla. È una pianta adattogena, che si usa nelle condizioni di stress psico-fisico per migliorare la tolleranza da parte dell'organismo.
Normalmente, succede che gli ansiosi o gli stati prolungati di stress impoveriscono la persona, demotivandola, rendendola più ansiosa, depressa, apatica, questo succede perché l'organismo produce il cortisolo, l'ormone dello stress che blocca gli ormoni del buon umore, detto in parole semplici.
Gli uomini si ritroveranno con un calo di dopamina e testosterone, le donne con un calo di estrogeni e ciclo irregolare; con tutte le loro conseguenze.
Tra le proprietà c'è quella di abbassare il cortisolo e i suoi effetti nocivi, diminuire la fame nervosa e la massa grassa.
A differenza delle altre piante adattogene, come il ginseng, l'eleuterococco o schizandra, la rodiola è ricca di rosavina, un composto che funziona come gli antidepressivi MAO.
L'aumento di dopamina e serotonina vi renderà più concentrati, focalizzati sugli obiettivi e aumenterà la memoria; ecco perché è utilissima per chi fa lavori stressanti o è impegnato con lo studio.
I livelli di dopamina sono legati alla motivazione, al desiderio sessuale e alla voglia di fare.
Forse l'effetto che più interessa qui è quello di abbassare il livello di ansia, insonnia e irritabilità dato che si comporta come un antidepressivi, senza però gli effetti collaterali.
Un integratore di buona qualità conterrà un estratto secco ad almeno il 3% di rosavina; in tal caso si prendono dai 250mg ai 750mg di estratto secco (da 1 a 3 capsule).
Tra i prodotti c'è Fitorodiola della Solgar (30€ per 60 pastiglie), ma potete scegliere qualsiasi altra marca nota, l'importante è controllare la titolazione.
Per ogni prodotto c'è sempre una sensibilità individuale, quindi può bastare anche una pastiglia se vi sentite bene, l'importante è partire con la dose minore.
La regola per ogni integratore è raggiungere lo scopo voluto con la minima quantità richiesta.
Gli effetti sono progressivi nel tempo, ma i primi risultati dovrebbero arrivare nel giro di una settimana.
È un pianta sicura, però è da evitare se si prendono gli psicofarmaci, dato che farebbe interazione e potenzierebbe l'effetto.
Per utilizzarla al meglio, si fa un ciclo di un mese seguito da 2 settimane di sospensione, per poi riprendere (la pausa è necessaria per non abituare il corpo).

withania: anche chiamata Ashwagandha o ginseng indiano, è un rimedio utile per l'ansia molto usato nella medicina indiana.
È un arbusto che cresce sull'Himalaya, che produce dei frutti rossi simili a ciliegie.
La parte utilizzata è la radice, che può essere acquistata sia per fare i decotti, sia polverizzata in capsule (in Italia penso si trovi solo quest'ultima).
I principi attivi sono i withanolidi che favoriscono il rilassamento, agendo sul neurotrasmettitore GABA, spesso carente nei disturbi d'ansia e panico.
È una pianta adattogena utile per le persone affette da stress cronico, che a lungo andare porta ad apatia, affaticamento e depressione.
Induce alla calma nelle situazioni in cui i pensieri fanno venire ansia (stare da soli, avere troppe cose da fare).
È anche immunostimolante, aumenta cioè la resistenza all'influenza, abbassa il colesterolo e modula gli sbalzi ormonali, migliorando anche la sessualità.
Un altro effetto è che abbassa la glicemia, quindi aiuta in casi di fame nervosa.
Il suo nome completo "withania somnifera" suggerisce l'effetto sedativo-ipnotico, infatti è molto utile in caso di insonnia producendo un sonno profondo e ristoratore.
È sicura e priva di effetti collaterali, anche nel lungo periodo; un uso intelligente potrebbe essere quello di fare due giorni di pausa ogni cinque di utilizzo.
Se la valeriana va bene utilizzarla nei momenti di ansia acuta, la withania può essere su un'ansia cronica di sottofondo.
Gli effetti dovrebbero sentirsi già dalle prime assunzioni.
Come al solito, la raccomandazione è quella di rispettare le dosi, evitare l'uso in gravidanza e non usarlo con altri farmaci ansiolitici (es. Xanax).
È un rimedio veramente efficace che non deve mai mancare in casa, ma in Italia è poco diffuso.
L'unico che sono riuscito a trovare è Fitowithania della Solgar.



Le TINTURE MADRI possono essere usate in sostituzione delle erbe, si tratta di estratti idroalcolici (acqua e alcool) che contengono il principio attivo, sono quindi concentrati.
Di solito la concentrazione è indicata con un rapporto, ad esempio 1:3 che significa 1 parte di pianta fresca posta a macerare in 3 parti di solvente.
Potete comprarle in erboristeria, la posologia è indicata sulla confezione, in alternativa ve la fate indicare dall'erborista.
In commercio si trovano anche le tinture officinali o classiche, che sono prodotte a partire dalla pianta essiccata e non fresca.





Il MIELE lo uso spesso per dolcificare al posto dello zucchero.
Di certo non credo sia un rimedio risolutivo, ma dato che è naturale e male non fa, lo potete usare per dolcificare le tisane. Ottimo anche con il latte caldo prima di andare a dormire, per favorire il sonno.
L'unico consiglio che vi do è quello di comprare miele italiano dato che è uno dei migliori per qualità e sapore.
Da evitare per bambini al di sotto dei 12 mesi di età per rischio di botulismo (raro, ma meglio evitare) e coliche.
Tra i mieli migliori per l'ansia c'è il miele di Tiglio, di colore giallo pallido, sapore aromatico, consistenza pastosa, serve in caso di insonnia e come calmante per il sistema nervoso (la provenienza migliore è quella di Piemonte, Trentino e Veneto).
L'altra varietà utile è il miele di Arancio, di colore giallo paglierino, sapore fruttato e consistenza pastosa, viene usato come sedativo nelle persone ansiose, nell'emicrania, tensione nervosa e palpitazioni.
D'estate è dissetante se sciolto nel tè freddo e succo di limone. Un'altro nome di questo miele è miele di zagara, anche se per zagara si intendono i fiori degli agrumi in generale (la provenienza migliore è quella di Calabria, Basilicata e Sicilia).





I GEMMODERIVATI sono dei macerati glicerici (acqua, alcol e glicerina) di parti embrionali delle piante, cioè le gemme, i giovani getti e i boccioli.
Queste parti vengono raccolte in inverno, durante il periodo balsamico, cioè quando i principi attivi sono al massimo delle loro potenzialità.
Sinceramente non li ho mai usati ma per chi volesse provare, vengono usati in fitoterapia e omeopatia, li trovate in erboristeria.
Si usano diluiti con un po' di acqua al momento del bisogno, ovviamente le dosi che ho scritto sono indicative, meglio seguire le istruzioni sulla confezione.
Normalmente, comunque, non ci sono rischi di sovraddosaggio, la cosa positiva è che possono essere usati senza problemi anche in gravidanza (solo quelli che ho indicato sotto).
Quelli usati per l'ansia sono i seguenti:
tilia tormentosa: ovvero il tiglio, in formulazione gemmoderivato. Si utilizza per la sua azione calmante e rilassante, in caso di tensione nervosa e insonnia (in quest'ultimo caso non influisce direttamente sul sonno ma sull'ansia che vi impedisce di addormentavi, quindi di giorno non da sonnolenza). Si usano 30-50 gocce, tre volte al giorno, al mattino, dopo pranzo e prima di andare a dormire.
ficus carica: è il nome della pianta di fico. Il gemmoderivato di questa piana agisce da neurorilassante, in particolare per la somatizzazioni d'ansia che prende lo stomaco. Cura le gastriti, aiuta la digestione lenta e, regolando la produzione di succo gastrico, favorisce la cura di ulcere e allevia il bruciore. Utile anche in caso di coliti dovute all'ansia. Si usa a cicli di due mesi (primavera e autunno), circa 40 gocce tre volte al giorno, mezz'ora prima dei pasti. Oltre al gemmoderivato, chi soffre di disturbi gastrici può far sobbollire un fico secco per 10 minuti in una tazza d'acqua e poi berne il contenuto una volta raffreddato. Il ficus può essere usato in abbinamento al gemmoderivato di ribes nigrum che svolge un'azione protettiva per la mucosa dello stomaco.





Gli INTEGRATORI, come le erbe, sono molto utili per migliorare l'umore e abbassare il livello di ansia, ma la psicoterapia resta fondamentale per l'approccio a questo problema.
Naturalmente, abbassando il livello d'ansia è molto più semplice affrontare la giornata ed evitare di soffermarsi sui pensieri ansiosi, che saranno molti meno.
Occorre fare solo un po' di attenzione perché, rispetto alle erbe, gli integratori contengono l'estratto secco concentrato (gli integratori seri), quindi è più facile il sovradosaggio.
Se si seguono le istruzioni non ci sono controindicazioni, bisogna fare attenzione alle interazioni con altri farmaci e ricordarsi di non usarli se già si usano psicofarmaci.
Come per le erbe, cercate di usare gli integratori per l'ansia solo in caso di estremo bisogno, sospenderli dopo 2 settimane di utilizzo per qualche giorno in modo da evitare la tolleranza e la perdita di efficacia.

Valeriana della Solgar: è un integratore di valeriana, serve per gli stati d'ansia acuti e per favorire il sonno. Sono 100 pastiglie per 18€ circa

Nervis Dr. Giorgini: è l'alternativa alla Solgar, è molto efficace per l'ansia e oltre alla valeriana contiene anche passiflora, melissa, issopo, tiglio, camomilla e molto altro. Io l'ho usata per l'ansia acuta ma fa anche dormire meglio. Sulla confezione c'è scritto di prendere 6 pastiglie al giorno ma già con due si nota molto l'effetto. Con 6 penso che ci addormenti un cavallo. Costa circa 22€, sostituisce benissimo un ansiolitico.

Teanina: è uno degli ingredienti del tè verde, da non confondere con la teina (caffeina). Induce la calma, favorendo uno stato di concentrazione e serenità. Se bevete tè verde di buona qualità noterete che circa dieci minuti dopo vi sentirete in uno stato di concentrazione e motivazione, l'integratore crea lo stesso effetto in misura maggiore (sono circa 40 tazze di tè in una compressa).
Si è notato che la teatina stimola la produzione di onde alfa nel cervello, le stesse prodotti in stati di veglia rilassata e della meditazione Zen.
È anche utile per stabilizzare l'umore, in caso di stress lavorativo e affaticamento.
Ha funzioni opposte a quelle della caffeina.
Gli effetti si sentono dopo circa 30 minuti dall'assunzione e possono durare anche 8-10 ore.
Se posso consigliarvi, prendete un integratore con una buona dose, sono ottimi quelli da 100mg di Teanina.

Amino Relax: è un una miscela di estratti di Griffonia, Valeriana, Magnesio e Vitamina B6. Grazie al contenuto standardizzato di Triptofano che è un precursore della serotonina, si ha un miglioramento dell'umore, una regolazione dell'appetito e una riduzione dell'ansia. Inoltre la valeriana e il magnesio aiutano nella regolazione del sonno.
L'ho usato e lo usa tutt'ora, prima mi svegliavo spesso la notte ora riesco a dormire bene e in maniera soddisfacente, sono anche più positivo e concentrato rispetto a prima. Ho eliminato anche l'effetto di ovattamento dovuto sempre all'ansia.
I risultati si ottengono a poco a poco, servono almeno due mesi di uso continuato prima di ottenere risultati.
Va preso a stomaco vuoto, meglio se con un piccolo snack, un frutto o succo di frutta (si assorbe meglio con i carboidrati semplici).
Va preso con continuità, non ha infatti perdita di effetto.
Il costo è di circa 23€ per 30 compresse. Un'alternativa potrebbe essere acquistare un integratore a base di Griffonia, (leggere più sopra la sezione erbe).

Tirosina è un aminoacido che funge da precursore della dopamina, un neurotrasmettitore basso nei soggetti stressati o depressi. La trovo veramente utile per chi non riesce ad affrontare la giornata, oppure se dovete studiare ma vi mancano le energie. È un prodotto completamente naturale, infatti, lo trovate anche nei cibi come pesce, pollo, tacchino, mandorle, banane ma in quantità minori rispetto alle pastiglie. Un'integratore che sto usando è Stresstop sempre della Dr. Giorgini a base di Tirosina e altre erbe, è molto caro ma dà un sacco di motivazione e funziona, bastano poche ore che sei di nuovo sveglio e carico per fare qualsiasi cosa.
L'eccesso di tirosina, circa 1000mg o più, può provocare mal di testa.
È sconsigliato in soggetti con ipertiroidismo o ipotiroidismo (quelli che prendono farmaci), poiché tende a stimolare la tiroide, oppure chi prende i farmaci MAO per la depressione.

Melatonina Classic Dr. Giorgini: è un integratore che serve per regolare e migliorare il sonno, vi indico questo perché è veramente eccezionale. Contiene anche altre erbe (escolzia, camomilla, passiflora, melissa, biancoscpino). La melatonina è un'ormone prodotto dall'epifisi, che si occupa del ritmo sonno/veglia, regolandolo in quelle persone che hanno uno sfasamento del ciclo di secrezione di melatonina. Questa viene prodotta al calare della sera come sedativo per informare l'organismo che è buio ed è giunto il momento di andare a dormire. Bisogna fare una precisazione, la melatonina è efficace per quelle persone che fanno fatica a prendere sonno ma che poi dormono fino al mattino, un po' meno per quelle che hanno risvegli notturni, però tentare non costa nulla (beh un po' sì dai PSICO D.gif ).
Nella confezione ci sono 75 compresse per un costo di 12€ circa. In alternativa c'è anche Pineal Notte, però è carissimo e secondo me non raggiunge la stessa qualità. Un'altra opzione è l'escolzia (leggere più sopra la sezione erbe).

Magnesio: il magnesio è uno degli integratori essenziali per chi è ansioso, infatti queste persone sono di solito carenti. La carenza si manifesta con irritabilità, nervoso, ansia e sbalzi di umore.
Questo elemento è viene utilizzato nell'organismo in moltissime reazioni dell'organismo, non ve le elenco tutte altrimenti facciamo notte. PSICO-green.gif
Sappiate che previene diverse malattie degenerative causate dallo stress, disturbi cardiovascolari, disturbi nervosi, disturbi mestruali.
Se avete difficoltà a muovervi, in caso di rigidità e fascicolazioni, il magnesio migliora la conducibilità degli impulsi muscolari.
Utile anche per il cuore, secondo uno studio Giapponese, integrare il magnesio abbassa le probabilità di infarto cardiaco; inoltre, per chi soffre di extrasistole e palpitazioni la carenza di magnesio è spesso una delle cause.
Se avete mal di testa o soffrite di emicrania, il magnesio vi aiuterà moltissimo ed è una cura naturale molto valida per prevenirle e curarle: secondo alcuni studi, l'emicrania è dovuta alla mancanza di magnesio.
È stato il primo integratore che ho utilizzato, mi ricordo che arrivavo la sera ed ero stanco, irritabile al massimo ed ero sempre in apprensione.
Prima avevo attacchi di panico, impulsi, sembravano quasi allucinazioni, fobie, ho iniziato a stare meglio quasi da subito.
Il magnesio che consiglio è il magnesio cloruro o in alternativa il magnesio citrato (che viene trasformato in cloruro dagli acidi dello stomaco), perchè sono i più facilmente assorbili dall'organismo.
Di solito in commercio si trovano quelli a base di ossido di magnesio, non sono molto validi secondo me.
Tra quelli che consiglio c'è Oligo Mag Citrato della Solgar (18€ per 60 compresse), oppure quello in polvere da comprare in erboristeria, forse meno pratico della pastiglia ma di sicuro risparmio.
Dato che il calcio e per essere assorbito ha bisogno del magnesio, consiglio alle donne con problemi di osteoporosi di integrare questo elemento, magari in un integratore che li contenga entrambi, ce ne sono diversi in commercio.
Nelle diete moderne, il magnesio è uno degli elementi spesso carente, gli alimenti più ricchi sono le mandorle e frutta secca, legumi, cioccolata fondente, carciofi, fichi, riso, direi che potete iniziare a cucinare così iniziate a mangiare sano.
Chi fa una dieta a base di latticini, chi è stressato, chi ha problemi di colon, chi ha spesso crampi o rigidità muscolare, chi è irritabile ha buone probabilità di avere bassi livelli di magnesio.
La dosa giornaliera è di circa 400mg, direi che potete integrarne circa la metà, così il resto lo assorbite con la dieta.
Comunque, se ne prendete di più non ha controindicazioni. PSICO wink.png
Se questa formula vi crea problemi intestinali, anche il magnesio chetato ha un ottimo assorbimento e non dà problemi lassativi.

Vitamina D: spesso capita che l'umore depresso sia la causa dell'ansia (uno squilibrio chimico).
Partiamo da un concetto molto semplice: se un meccanismo si inceppa, buona parte dei restanti processi viene alterata.
Ragionando a livello biologico, per esempio, una carenza di vitamina D porta a una carenza di serotonina, dopamina e norepinefrina.
Una sua carenza è legata a depressione, stati ansiosi, irritabilità, stanchezza e insonnia.
Ci sono 2 tipi principali di vitamina D:
D2 contenuta negli alimenti vegetali, per esempio i funghi
D3 contenuto nel pesce grassi, per esempio merluzzo, salmone, nelle uova, nel fegato. È anche la formula presente negli integratori.
La vitamina D viene prodotta anche con l'esposizione al sole, ecco perché bastano 15 giorni di esposizione al giorno; a patto che esponiate braccia e gambe e che il sole sia forte (d'estate per esempio).
Tra gli altri benefici, la vitamina D migliora il sistema immunitario ed è necessario per fissare il calcio nelle ossa.
Dagli studi si è dimostrato efficace per prevenire il cancro al seno e alla prostata.
Se integrate la vitamina D è importante assumere anche il magnesio, perché è fondamentale per renderla attiva nel nostro organismo.
Anche lo stress o stili di vita poco salutari portano a problemi, ecco perché bisognerebbe partire sempre con delle analisi del sangue per ogni tipo di problema psicologico.
In mancanza degli esami, il mio consiglio è quello di fare delle prove dal momento che le portano solo benefici e nessuna controindicazione.
La razione giornaliera è di 2000 U.I., mentre il tempo necessario per recuperare varia dal grado di carenza, di solito servono 2 o 3 mesi.
Per le vitamine, vi consiglio sempre di provare le forme sublinguali (da mettere sotto la lingua), perché si assorbono meglio.

Inositolo: viene spesso definita con nome di vitamina B7, anche se non è propriamente una vitamina.
È presente nei cibi, soprattutto nei fagioli e nella frutta come meloni e uva.
È una sostanza che viene anche prodotta naturalmente dall'organismo ma lo stress, l'uso continuo di caffè, antibiotici o diuretici, né provoca l'impoverimento.
Se siete affetti da eczema, avete problemi agli occhi, caduta di capelli o colesterolo alto, ciò può essere dovuto ad una carenza di inositolo.
Secondo molti studi è dimostrato scientificamente che l'inositolo ha effetti superiori ai farmaci nella cura di attacchi di panico e disturbi ossessivi.
La dose giornaliera è di 1000 mg al giorno, anche se per i disturbi d'ansia la dose terapeutica è di circa 18 grammi.
È una sostanza priva di effetti collaterali, ha un sapore dolce (è un parente del glucosio), non si accumula nell'organismo anzi serve per depurarlo.
Preferite la formula in polvere da sciogliere nell'acqua; deve essere puro al 100% e naturale, così risparmierete (magari compratelo all'estero).
Il mio consiglio è di usarne dai 3 ai 5 grammi, tanto i benefici ci sono lo stesso.
L'unico effetto collaterale è che ad alte dosi è lassativo e provoca diarrea.
Può essere assunto anche da chi prende già psicofarmaci.




Gli OLII ESSENZIALI sono essenze che vengono estratte dai fiori e foglie attraverso la distillazione o per spremitura.
Possono essere considerate "l'anima delle piante" dato che sono l'estratto delle loro sostanze volatili.
Con le loro proprietà, riequilibrano la salute mentale e fisica.
Gli odori stimolano direttamente la corteccia celebrale, dopo essere stati trasformati in segnali dalle cellule olfattive del naso. Ecco perché i profumi sono in grado di risvegliare i ricordi e le esperienze vissute in modo molto intenso.
Sono sostanze oleose che non si sciolgono in acqua, che però impregnano di aroma, ma in sostanze grasse come le creme.
I migliori sono quelli ottenuti con spremitura a freddo e in massima purezza.
Si utilizzano sia ad uso interno, sia esterno in massaggi o per deodorare l'ambiente attraverso i diffusori.
Alcuni olii sono irritanti, perciò devono essere diluiti in olio di mandorle prima di essere usati per massaggi (c'è tutto scritto sulla confezione comunque).
Si comprano in erboristeria, eventualmente fatevi consigliare.
Io non li ho mai usati per l'ansia, di solito uso quelli della Vegetal Progress, però li uso per i dolci. PSICO gnam.gif
Vi ricordo di controllare che sulla confezione ci sia la dicitura "ad uso alimentare" se volete utilizzarlo ad uso interno.
Quelli usati per l'ansia sono i seguenti:
lavanda: è l'olio più usato in caso di ansia e irrequietezza, poiché ha la capacità di rilassare l'organismo. L'aroma della lavanda calma lo stato di stress, donando una sensazione di equilibrio e pace interiore. Ha un'azione riequilibrante e sedativa del sistema nervoso centrale. È ottimo contro il mal di testa provocato dalla tensione, basta strofinare due gocce sulle tempie per ottenere sollievo. Si può usare aggiungendo 5 gocce di olio essenziale prima di fare un bagno rilassante. Se il problema è l'insonnia, si può mettere qualche goccia su un fazzoletto di stoffa da tenere vicino al cuscino durante le ore notturne. Per i dolori mestruali, si può diluire con dell'olio e massaggiare la parte interessata. È ottimo anche per allontanare le zanzare.
melissa: l'olio essenziale di melissa è utile nei disturbi di origine nervosa, insonnia e dolori mestruali. Generalmente si prendono 2/3 gocce di olio essenziale sciolte con po' di miele.
arancio dolce: ha un effetto ipnotico e calmante, perciò è utile per il nervosismo, ansia, irritabilità e stress. Con il suo odore sprigiona energia e vitalità che alleviano l'ansia e riequilibrano la mente, rendendo positivi. Potete mettere 2 gocce sui polsi, massaggiarli uno contro l'altro mentre alzate le braccia per annusare l'odore sprigionato. Un alternativa può essere un bagno rilassante, mettendo qualche goccia nell'acqua. Una nota importante: se viene applicato sulla pelle, bisogna evitare l'esposizione al sole dato che rende la pelle fotosensibile.
vaniglia: si ricava dalla resina dei baccelli fermentati ed essiccati. Non ha proprietà anti-ansia ma dona una sensazione di benessere e può aiutare nelle depressioni. Se mescolato con l'olio di germe di grano può servire per lunghi massaggi rilassanti.
cannella: è un'olio estratto dalla corteccia della pianta, funziona da energizzante. Aiuta a riscaldare l'animo da paura, solitudine e depressione, soprattutto in inverno con il suo aroma caldo e speziato. Potete utilizzarlo diluito in olio per massaggi sul plesso solare. Quando l'acquistate badate che sia cannella regina o cannella di Ceylon, perché è l'unica con queste proprietà.





L'ESERCIZIO FISICO è uno dei migliori rimedi per ansia e depressione. Non è necessario alzare pesi o correre, basta anche una camminata di 30 minuti al giorno per migliorare l'umore e ridurre l'ansia. Camminare e muoversi permette di scaricare le energie interne che spesso rimangono concentrate e si manifestano con somatizzazioni; il risultato è una maggiore rilassatezza e una migliore capacità di dormire.
Un altro risultato importante è quello di slegarsi dalla realtà della mente: l'ansioso si dimentica della dimensione pratica, perso nei suoi pensieri e nella mente che lavora ininterrottamente.
Non sottovalutate questo aspetto, perché la sedentarietà e lo stress lavorativo portano all'accumulo di tensione che ha bisogno di essere liberata.
Numerosi sono gli studi scientifici che hanno dimostrato i benefici dell'esercizio fisico sulla mente: la produzione di endorfine migliora i disturbi depressivi.
Inoltre, sarete in grado di resistere meglio agli eccessi di adrenalina, dato che la userete in maniera naturale e non la accumulerete sotto forma di ansia.
Purtroppo l'uomo moderno è intrappolato nella routine lavorativa e negli schemi che lo costringono ad una vita piuttosto razionale, recuperare quella dimensione di libertà è sicuramente benefico.
L'importante nel praticare l'attività fisica è di farlo gradatamente e senza esagerare.
Inoltre, l'esposizione al sole favorisce la produzione di vitamina D; bassi livelli di questa vitamina aumentano il rischio di ammalarsi di depressione.





Un'altra attività molto utile è lo YOGA o la MEDITAZIONE, chi soffre di ansia ha molte difficoltà a trovare un'utilità in queste discipline ma vi assicuro che nel lungo periodo saranno di eccezionale aiuto per sviluppare la propria interiorità, ritrovare se stessi, migliorare l'introspezione e superare i propri blocchi. Meglio iscriversi ad un corso serio, piuttosto che il fai da te.
Vari studi scientifici hanno dimostrato l'efficacia della meditazione e di alcune tecniche di respirazione nella riduzione dell'ansia e della depressione, in particolare sembra essere particolarmente efficace la TERAPIA SKY.
Per le informazioni su questa terapia, potete visitare questo link--> http://psyco.forumfree.org/index.php?&showtopic=38209
In alternativa, potete fare un corso di pilates, così oltre all'ansia migliorate anche la postura e la sintonia con il vostro corpo, oltre che tonificare i muscoli.





La MEDICINA CINESE propone di massaggiare dei punti precisi del corpo per alleviare lo stato d'ansia, secondo la tecnica della digitopressione:
•il primo punto di trova tra le due sopracciglia, premere questo punto con l'indice per 5 minuti esercitando una moderata pressione, sarà di beneficio per l'ansia.
•il secondo punto si trova sul palmo della mano, con il pollice della mano sinistra massaggiare con movimento circolare il centro palmo della mano destra per 2 minuti. Ripetere l'operazione cambiando mano.





L'INSONNIA è una dei fattori che contribuisce ad essere ansiosi.
Non dormire bene è un problema perché il giorno dopo ci sveglieremo con la sensazione di essere stanchi, di non aver avuto un sonno ristoratore.
Saremo irritabili, ansiosi e non riusciremo a concentrarci bene durante la giornata.
È un ciclo che si rafforza giorno dopo giorno.
Secondo i dati, le persone che soffrono di insonnia hanno molte più probabilità di sviluppare una depressione nel corso della vita.
Inoltre, non dormire sviluppa nuovi interrogativi ansiosi: "Perché non riesco a dormire?", "Stasera non prenderò nuovamente sonno…", "Sono tormentata da quell'incubo, sicuramente significa qualcosa".
Tra le note negative, si aggiunge anche una tendenza ad ingrassare, dato che durante il sonno profondo viene rilasciata la leptina, un ormone che provoca sazietà. Durante il giorno avrete una fame nervosa e una scarsa resistenza alle tentazioni.

L'insonnia può essere di tre tipi (che possono anche essere combinati):
Iniziale: è quella in cui avete difficoltà ad addormentarvi appena andate a letto, ma poi quando prendete sonno non ci sono problemi.
Centrale: caratterizzata da continui risvegli notturni
Terminale: quando ci si risveglia prima del dovuto e non riesce più a prendere sonno
L'insonnia è un sintomo, può essere il campanello di allarme di uno stato ansioso o di una depressione, o semplicemente di una mente troppo presa da impegni.
Ricordiamo che l'insonnia non è una malattia ma sintomo di un disagio fisico o psicologico, quindi il rimedio migliore è quello di capire la causa reale e intervenire su quella.
Generalmente, i metodi naturali sono i migliori perché nel complesso migliorano l'equilibrio dell'organismo, mentre le medicine fungono solo da tampone.
Inoltre, non sempre è necessario ricorrere ad integratori, a volte la causa è molto più banale, coma ad esempio un pasto eccessivo o sbagliato di sera, oppure un'ambiente non molto confortevole.
Se è prolungata nel tempo c'è una causa di fondo che va risolta, magari la trascinate da molto tempo.

Ci sono varie tipologie di persone che soffrono di insonnia:
Rabbioso: è una persona che ha dei rancori che non riesce a lasciar andare. Così la notte pensa ai torti subiti, non riesce a fregarsene, oppure è una persona che lascia sempre correre e sopporta, accumulando rabbia che si presenta quando dovrebbe essere sereno.
Ansioso: è la persona che ha paura, paura di qualcosa che crede reale e non riesce a lasciar andare. Questa paura è dentro di lui, ecco allora che le paure si accumulano e i suoi atteggiamenti di rassicurazione e compulsione non fanno altro che girare attorno ad un problema che sembra non risolversi mai. La paura produce ansia, e dato che a far paura sono i pensieri, sarà una paura sempre presente, a maggior ragione quando arriva il momento di andare a letto. L'ansia si manifesta con una morsa allo stomaco, con la sensazione che qualcosa di negativo potrebbe capitare ma non si sa cosa. Il buio, poi, è il momento delle incognite; se si vuole riempirlo con razionalità perde la sua funzione onirica. La notte porta consigli, ma non per gli ansiosi. Sono frequenti gli incubi e i risvegli continui dovuti sempre a questa tensione; ricordiamo che i sogni non hanno alcun valore reale, sono delle creazioni di fantasia. Però, per l'ansioso diventano motivo di analisi, e l'ansia continua ad accumularsi…e diventa difficile addormentarsi e staccarsi da pensieri angoscianti.
Iperattivo: sono quelle persone insoddisfatte della vita, vorrebbero sempre di più, vorrebbero colmare tutto il tempo che hanno per fare quante più cose possibili. Sono perfezionisti, hanno grosse aspettative e mete elevate ma si dimenticano spesso di loro stessi, cioè di quella dimensione emozionale che cercano di controllare. Per questo non riescono mai a staccare la spina, anche a letto pensano già a cosa devono fare il giorno successivo, la mente ha sempre qualcosa su cui ragionare e non riescono mai farla smettere. Si ha un accumulo di tensioni che è difficile scaricare quando si va a dormire.
Altruista: come gli iperattivi, l'altruista non riesce a dire di no e si occupa sempre dei problemi degli altri, forse fin troppo. Questo superlavoro comporta stress e sacrifici che a lungo andare possono provocare problemi.
Depresso: può essere il risultato di una delle altre personalità oppure una persona a se stante. Ci sono vari tipi di depressione, dovuta anche a malattie organiche, ma qui vorrei soffermarmi solo su coloro che soffrono di ansia o sono stressati. Logicamente, i conflitti irrisolti e un'atteggiamento rigido portano a lungo andare ad una fase di esaurimento, cioè uno stato in cui la mente non riesce più a gestire ansia e stress. In questa situazione, può instaurarsi una carenza cronica di neurotrasmettitori e di magnesio di cui l'insonnia può essere uno dei sintomi.
A fianco a queste tipologie di persone, ci sono anche quelle che per lavoro viaggiano per il mondo. Se queste persone soffrono di insonnia, è molto probabile che sia causato dal jet lag, ossia da una sfasatura dei ritmi circadiani. In questo caso, l'insonnia sarà di tipo iniziale, cioè non si riesce a prendere sonno ma quando si inizia a dormire ci si sveglia al mattino.
Questo perché, essendo abituati ad un fuso orario diverso, la produzione di melatonina (ormone del sonno) avverrà in un momento in cui non bisogna andare a dormire. In questo caso è utile prendere la melatonina, mezz'ora prima di andare a dormire. Bisogna usarla con costanza e in nessun caso cambiare il momento in cui assumerla, neanche se si lavora di notte.
Quindi, sempre alla stessa ora.
Anche chi sta troppo al pc la sera soffre del medesimo problema, infatti, la luce azzurra del monitor o della tv stimola la retina, la quale invia segnali all'ipotalamo di bloccare la produzione di melatonina.
Anche chi lavora di notte può avere problemi di sonnolenza, insonnia e irritabilità (insonnia dei turnisti).
Vediamo ora ad alcuni consigli e accorgimenti per migliorare il sonno:

MATTINO
Svegliarsi sempre alla solita ora: anche di domenica e anche se si è dormito poco. Questo per favorire un equilibrio naturale e la regolarità del sonno.
Al mattino, alzarsi appena svegli: non rimanere a letto o aspettare che la sveglia suoni, cominciare la giornata. Il sonno mattutino non è ristoratore, intontisce solamente. Inoltre, avete molto più tempo per fare le cose in tutta tranquillità.
Non dormire di più al mattino se si è dormito poco la notte: il motivo è lo stesso.
Esporsi alle luce appena svegli: ciò permetterà di far capire all'organismo che è giorno, è un modo per resettare l'orologio biologico sfasato e riconoscere il giorno dalla notte. In mancanza del sole, accendere una luce intensa e rimanere esposti per 15 minuti. Trovo ottime le sveglie Wake-up della Philips.

POMERIGGIO
Evitare la caffeina e il fumo: caffè, cioccolato e tè sono da evitare da metà pomeriggio in poi poiché sono stimolanti. La caffeina ha effetti diversi da persona in persona, c'è chi beve il caffè poco prima di andare a letto e non ha problemi, e chi invece lo beve di pomeriggio e la notte non prende sonno. La caffeina interferisce con il meccanismo della melatonina, l'ormone del sonno, c'è chi è più sensibile di altri. La nicotina è un eccitante.
Evitare l'uso di sostanze dimagranti o stimolanti: guaranà, ginseng e tutti i farmaci anoressizzanti possono portare ad una stimolazione eccessiva dell'organismo e quindi all'insonnia.
Non fare pisolini durante il giorno: se ci si sente assonnati sono consentiti massimo 20 minuti. Se dormite di giorno, la notte farete fatica ad addormentarvi.
Stop alla sedentarietà: le energie inespresse di giorno vengono liberate di notte e non dormirete. L'attività fisica giornaliera migliora i livelli di serotonina, scarica dalle tensioni e predispone ad essere più sereni di sera.

SERA
Non andare a dormire subito dopo mangiato: per ovvi motivi di digestione.
Cenare presto e poco: almeno 3 ore prima di andare a letto. Così siete sicuri di non avere problemi di digestione che possono disturbare il sonno. Tra i cibi, preferire i carboidrati cioè riso e altri cereali, sconsigliata invece la carne e i pesci grassi che richiedono una lunga digestione. In ogni caso, evitare cene abbondanti, meglio tenersi leggeri.
Scegliere alimenti giusti: legumi, uova bollite, formaggi freschi, pollo e tacchino aiutano nella produzione di serotonina, un ormone che rilassa e aiuta il sonno, infatti può essere convertita in melatonina.
Non bere alcol: l'alcol ha un effetto sedativo ma solo momentaneo, fa venire sonnolenza ma poi altera il sonno rendendolo frammentato e insoddisfacente.
Mele cotte: è il classico rimedio della nonna. La frutta cotta, in particolare le mele cotte con la buccia liberano il bromo che è un sedativo che calma i nervi. Sono ottime se bollite con poca acqua e un po' di cannella.
No al computer: staccare almeno un'ora prima di andare a dormire. La luce del monitor disturba la produzione della melatonina, dato che la luce inganna il cervello facendogli credere che sia ancora giorno. Non state sul forum fino a tardi, se leggete questa parte, poi non potete lamentarvi se non dormite… PSICO bam.gif
Evitare l'attività fisica la sera: questo perché l'esercizio fisico aumenta la secrezione di cortisolo, anche chiamato "ormone dello stress" è un ormone che impedisce al corpo di rilassarsi. Meglio farlo il mattino o di pomeriggio, in questo modo non rischierete di alterare il ciclo del sonno.
Evitare altre attività impegnative: da evitare qualsiasi cosa che impegni corpo o mente altrimenti andrete a letto vigili e attivi e non prenderete sonno. Non studiate prima di andare a letto. Se leggete un libro, fate sì che sia leggero e non impegnativo.

PRIMA DI DORMIRE
Fare uno spuntino pre-nanna: se si ha fame nervosa prima di andare a dormire, mangiare qualcosa di leggero ma non eccedere con le calorie, il metabolismo notturno è molto lento e quello che mangiate non verrà bruciato. Utile se state svegli un po' più del solito.
Latte caldo e miele: il latte contiene l'aminoacido triptofano, un precursore della serotonina che favorisce e predispone al sonno. È ottimo berlo caldo mezz'ora di coricarsi, meglio se dolcificato con un po' di miele di tiglio o di lavanda.
Usare tecniche di rilassamento: respirazione oppure yoga. L'importante comunque è aiutare se stessi a eliminare stress e tensioni della giornata.
•Fare un bagno caldo: magari con qualche olio essenziale. Un'ora prima di andare a letto è un'alternativa per rilassarsi.
Bere una tisana rilassante: (vedere la sezione erbe) riassumendo si può lavorare su due fronti, usare erbe ipnoinducenti cioè che provocano sonno come l'escolzia, oppure sedative per l'ansia come la valeriana, il tiglio, melissa e passiflora. Generalmente si bevono mezz'ora prima andare a letto. Leggete le erbe e gli altri rimedi per maggiori informazioni.
Usare gli olii essenziali per profumare la stanza: ottimo è quello di lavanda che favorisce il sonno.
Usare il letto solo per dormire: infatti, la mente associa il letto all'idea di dormire, se fate altro si rompe questa associazione. C'è solo un'altra cosa che potete fare a letto e dicono che fa prendere sonno… PSICO fischio.gif
Non addormentarsi mai fuori dal letto: ad esempio, sul divano guardando la tv.
Andare a dormire solo quando si ha sonno: il sonno non può essere forzato. Ascoltate il vostro corpo, non è l'orario ad essere importante ma i segnali di stanchezza, e non sono mai uguali ogni giorno perché dipendono dalle attività svolte durante la giornata.
Assicurarsi di avere una stanza confortevole: per facilitare il sonno meglio una temperatura ambiente fresca, né troppo fredda né calda. In estate, arieggiare la stanza piuttosto che usare il condizionatore.
Mettersi un pigiama o una vestaglia da notte comodi: così da non impedirvi i movimenti e farvi sentire bene.
Evitare film horror: i soggetti suggestionabili potrebbero avere difficoltà ad addormentarsi. Quindi niente Saw o La cosa…
Assumere melatonina: utile soprattutto per l'insonnia che dipende da un alterato ciclo sonno veglia, un po' meno per l'insonnia causata da ansia. Compratela in erboristeria, una delle migliori è Melatonina Classic del dr. Giorgini
Usare la camomilla: in realtà, come ho già scritto, ha pochi effetti contro il sonno. Ma se leggete questa guida per qualcuno che ha problemi, esiste sempre l'effetto placebo ed è molto potente. PSICO wink.png Nei bambini invece è molto utile perché rilassa la muscolatura addominale e allevia le coliche, predisponendolo al sonno.
Magnesio: scegliere alimenti ricchi di magnesio che è un rimedio naturale contro l'insonnia, la cui mancanza genera proprio difficoltà nel sonno. Tra i cibi ci sono le mandorle, lenticchie e riso integrale.
Assumere dei farmaci sedativi: ma solo come estremo rimedio e sotto prescrizione medica. L'abuso di queste sostanze, barbiturici e benzodiazepine, provoca dipendenza e vi fa svegliare intontiti.

NOTTE
Evitare di controllare la sveglia durante la notte
Stop ai pensieri: non vi mettete a pensare e ragionare, anche se la mente va da sola su quei pensieri, lasciatela viaggiare senza commentare. Anche le faccende di domani o quello che avete combinato durante il giorno non fanno parte di quando andate a letto, rimandate a domani, non date più importanza ai fatti piuttosto che al vostro sonno. Piuttosto, pensate a qualcosa di piacevole...
Non stare a letto se non si prende sonno: alzarsi, farsi una tisana, leggere un libro e ritornare a letto solo quando si avverte nuovamente sonnolenza. Altrimenti, rischiate di rigirarvi continuamente senza pace; contare le pecore non è produttivo, anzi…
Niente luci o rumori: cercate di mantenere la stanza buia, quindi niente luci, e silenziosa. La luce stimola i recettori visivi bloccando la produzione di melatonina e disturbando il sonno. In caso di rumori esterni a cui non si può porre rimedio, si possono comprare i tappi auricolari in farmacia.
Tenere una bottiglia d'acqua vicino al letto: questo, per quelli che si alzano la notte perché hanno sete.
Evitare di tenere tv o apparecchi elettronici in camera: sia per una questione di salute, sia perché disturbano il sonno.

ALTRO
Installare il programma f.lux sul computer: è un programma molto buono, che regola la luminosità, il contrasto e la tonalità del vostro schermo seguendo le ore del giorno. Così avrete meno male agli occhi, la luminosità serale sarà meno intensa, andando a disturbare meno il ciclo giorno-notte.
Usare un cuscino adatto: che si adatti al proprio stile di dormire, sottile se si dorme supini (a pancia in su), alto se si dorme di lato.
Usare un buon materasso: se è vecchio e state scomodi bisogna cambiarlo, stessa cosa se al mattino vi svegliate con mal di schiena e dolori. Sceglierne uno adatto alle proprie caratteristiche.
Cercare le cause dell'insonnia: fate mente locale su quale possa essere la causa e correggetela.
Controllare la tiroide: soprattutto le donne, infatti alcune patologie di questo organo portano ad irritabilità, ansia e insonnia. Un check-up di controllo se non lo avete mai fatto va bene.
Infine, evitare di stressarsi: l'ansia non fa dormire, e noi ne sappiamo qualcosa. Chi ha l'ansia finisce per avere un cervello iperattivo che funziona anche di notte. I pensieri, le paure viaggiano e non si riescono a fermare. Inoltre, l'agitazione giornaliera si trasforma spesso in incubi notturni e frequenti risvegli. Tutti i rimedi descritti in questo capitolo vanno bene per liberarsi dall'insonnia, ma bisogna lavorare anche sull'ansia se si vogliono ottenere risultati, altrimenti tutto sarà vano. Oltre a leggere i rimedi per l'ansia patologica, cercare di non innervosirsi, di non arrabbiarsi e rimandare le cose da fare al giorno successivo. Se ci sono preoccupazioni, bisogna imparare a vederle da un'altra angolazione.





La guida è in continuo aggiornamento, ma vi voglio dare due consigli, se posso.
Il primo è quello di non diventare troppo ossessivi (perfezionisti) con i rimedi, altrimenti finite per cercare di controllare e razionalizzare ogni cosa, un altro aspetto che aumenta l'ansia.
Il secondo è che i rimedi non hanno lo scopo di eliminare i pensieri ossessivi, quelli sono normali pensieri (che voi avete caricato di significato e ora ci ragionate sopra senza lasciarli andare), lo scopo è quello di abbassare il livello d'ansia e diminuire gli effetti che questa ha sulla nostra vita, sia a livello fisico che psicologico.
Senza un aiuto attivo da parte nostra, nessun rimedio è abbastanza utile da farci stare bene.
Per assurdo, non servirebbe nulla per stare bene, solo ritrovare noi stessi. PSICO smile.gif



⬇CONTINUA SOTTO⬇

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 15-Feb-2013, 12:37
QUINTA PARTE: I LIBRI

Molto spesso mi contattate per sapere che libri ho letto.
Vi faccio una carrellata di quelli che mi hanno aiutato di più, anche se non sono tutti quelli che ho letto, almeno vi risparmio annose letture.
Personalmente, non so se piace, consiglierei anche alcuni libri sullo Zen o sul Taoismo, molto semplici e belli, così come gli Haiku che sono delle poesie giapponesi.
Trovo semplicemente fantastico il libro "Lo Zen e la cerimonia del Tè", anche se non tratta di ossessioni.
Ecco comunque i libri, non sono in ordine di preferenza:

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The Imp of the Mind di (potete trovare la versione PDF completa chiedendo sul forum o leggere la traduzione qui http://psyco.forumfree.org/index.php?&showtopic=64021)
Sono sincero, questo libro l'ho letto solo ultimamente così per piacere personale.
Mi ha stupito molto, è fatto veramente bene e tratta dei disturbo ossessivo-compulsivo con un approccio molto chiaro, semplice ed efficace.
È un manuale discorsivo che va riletto più volte e applicato, sia la parte comportamentale che propone l'esposizione, sia quella cognitiva che trovo veramente fantastica perchè analizza tutti gli errori che si commettono a monte, prima ancora che le ossessioni nascano.
Ottimo, tratta molto bene i pensieri intrusivi, le ossessioni aggressive, religiose e molto molto altro.
Dopo averlo letto poi non potete dire "e se non fosse ansia ma realtà?", sicuro.
Lo metto tra i primi tre libri da leggere.

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Il cervello bloccato di Jeffrey Schwartz (la versione italiana è esaurita però c'è una versione PDF sul forum, bisogna chiedere)
Di questo libro ho letto solo quello che mi interessava, e cioè il metodo dei 4 gradini che è stato più volte citato nelle discussioni.
Se cercate sul forum, ci sono tutte le istruzioni su come applicarlo.
Devo dire che è molto efficace, a patto che siate costanti e che abbiate capito che le ossessioni sono degli allarmi innocui privi di valore.
Personalmente, eviterei di leggerlo dato che il metodo lo trovate già riassunto, però se avete tempo... PSICO D.gif

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OCD Workbook di Bruce Hyman (potete acquistarlo online oppure trovare in rete una versione epub, io non vi ho detto nulla PSICO fischio.gif)
È un libro di esercizi sul disturbo ossessivo, purtroppo esiste solo la versione inglese tra l'altro non è molto complesso, ha termini molto semplici.
Da questo libro ho tradotto alcuni test ed esercizi che sono molto utili a scardinare i meccanismi ossessivi, è diviso in sezioni.
La prima parte descrive cosa è il disturbo ossessivo e propone un manuale di auto-aiuto con gli esercizi da fare.
La seconda riguarda casi più specifici e cosa fare per uscire dal problema: ipocondria, doc religioso, ossessioni pure.
Mi sentirei di consigliare questo libro anche a quelli che cercano una guida su come trattare un proprio figlio o compagno affetto da ossessioni: ci sono dei riquadri fatti apposta per dare consigli e come comportarsi. Lo trovo molto utile, forse uno dei più utili a patto che conosciate l'inglese.

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Cogito, ergo soffro di Giorgio Nardone
Questo e quello sotto sono i primi due libri che ho letto.
Devo dire che mi hanno aiutato tanto, tanto, tanto. Ero in una situazione disperata, completamente identificato nei miei pensieri.
Appena ho cominciato a leggerlo mi sono reso conto degli inganni e delle trappole che la mente è in grado di generare.
Quando ci si sente disperati, o si teme che il problema non possa mai finire o si crede di avere quel problema, si sta girando a vuoto in un percorso che si autoalimenta.
Nardone usa metafore e aforismi che ipnotizzano la mente, giuro! Sembra rompere degli argini fatti di anni di rigidezza.
Io sono una persona rigida, lo notate anche in come imposto le guide e tutto il resto, eppure questo libro mi ha aiutato molto; mi pare perfettamente normale che ansia e ossessioni avessero campo libero in me e nelle mie false certezze.
È un manuale di Terapia Breve Strategica, è strutturato in questo modo: la prima parte presenta dei casi di persone malate di disturbi ossessivi, descrive ciascun caso nel dettaglio.
La seconda parte invece è come se fosse una descrizione del dialogo medico-paziente nel suo studio: Nardone guida la persona alla risoluzione del problema dando degli esercizi da fare a casa e facendo delle domande che portano la persona a scoprire la risposta dentro di sé.
Nella TBS si cerca di ingannare la mente che inganna.
Nel libro troverete i casi di: paura di diventare pazzo, compulsioni da perfezionismo, ossessioni aggressive, dubbi esistenziali, persecutore interno.
È il primo libro che ho letto, fortuna che l'ho comprato. La struttura di questo e del successivo non cambia, e neanche l'approccio terapeutico, ovvio che ogni caso è unico e ogni strategia adoperata è diversa dall'altra.
Gli esempi sono molto illuminanti e fanno riflettere, bisogna riflettere sulle cose giuste, non sull'ossessione in sé. PSICO bam.gif

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Oltre i limiti della paura di Giorgio Nardone
In questo libro, complementare di quello sopra, si parla sia di disturbi ossessivi, ma anche di ipocondria e fobie specifiche.
Se devo essere sincero, leggerei entrambi perché si completano a vicenda.
I mali che fuggiamo sono in noi: Nardone dice che la paura crea dei fantasmi e che noi scappiamo, ma se smettiamo di scappare e tocchiamo il fantasma, questo scomparirà.
Ragazzi, se leggete gli aforismi presenti mettono i brividi, gasano tantissimo.
In particolare sono presenti i casi di: una signora che ha paura di contaminarsi, la paura di parlare in pubblico, la fobia degli specchi, la paura di restare soli, la paura di allontanarsi, la paura della paura, la fobia dei piccioni, la paura del cancro, la paura di volare, la fissa di essere brutto, la donna che si mangiava le unghie, la fobia del dubbio, la compulsione di contare mentalmente.
Direi che li ho scritti tutti, dopo tutti questi casi, vi sembrerà un libro imponente, invece è un libro molto semplice e facile da leggere.
È un manuale di auto-aiuto che possono leggere tutti e con il quale possono veramente capire quel'è il problema.

Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita di Giulio Giacobbe (lo trovate anche in pdf se cercate...PSICO fischio.gif)
Se state cercando un libro d'attacco all'ansia e ai disturbi ansiosi, non vi consiglio questo libro, almeno non all'inizio.
Devo dire che il linguaggio è molto semplice, chiaro, diretto e si usa molto il sarcasmo e l'ironia, cosa che ai nevrotici spesso manca.
È molto utile, possono leggerlo praticamente tutti e aiuta ad uscire dagli atteggiamenti nevrotici che pian piano abbiamo accumulato.
Mi piace molto perchè insegna anche tecniche zen e buddiste per diminuire l'ansia e rendersi conto del circolo ansioso in cui ci si è avvolti.
Utile come manuale di vita, per prendere tutto un po' meno seriamente.
Consiglio anche "Come diventare un Buddha in cinque settimane" sempre dello stesso autore.


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Inviato da: pastellina90 il Venerdì, 15-Feb-2013, 13:18
@DrDock io mi rispecchio in tutto quello che scrivi, tranne sul fatto che io non potrò mai soffrire di depressione maggiore. Chi può dirlo? Senza contare il fatto che su questo forum ho letto di molte persone con diagnosi di doc e depressione maggiore. Cmq ti ringrazio per la tua infinita pazienza e disponibilità, dovremmo pagarti per il servizio che fai! PSICO smile.gif

Inviato da: Kasabian89 il Venerdì, 15-Feb-2013, 13:27
@pastellina90 non vorrei farti compulsare con questa cosa oltretutto sarebbe solo una rassicurazione e so che non centra nulla con quello che provi non smetterai di provarlo perchè è causa delle ossessioni, ma a lezione di farmacologia la nostra prof ci ha detto che le persone che soffrono di depressione in genere arrivano al suicidio soltanto quando la depressione è passata, quindi il periodo più pericoloso è quando la depressione passa in genere con i farmaci, perchè la depressione è uno stato di totale apatia e tu non hai voglia nemmeno di alzarti dal letto di sicuro suicidarti è l'ultima cosa che riesci a fare. Questo è quello che dice la medicina.

So che ragionamenti razionali in realtà non ti aiutano perchè sei dentro un circolo che è tutto fuori che razionale.

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 15-Feb-2013, 13:36
➼18 Continuiamo a parlare di pensieri disfunzionali, l'IRRESPONSABILITÀ

L'irresponsabilità, o meglio la paura dell'irresponsabilità, avviene quando si teme di causare danni agli altri a causa della nostra negligenza

esempi:
➣ Dubbio ansioso: "E se ho confuso le mie medicine e gli altri muoiono per colpa mia" (a parte che gli altri non sono stupidi, se devono prendere le pastiglie sanno quali sono. Tralasciando questo, che è una rassicurazione, il problema non è confondere le medicine ma non accorgersi che è un dubbio ansioso dettato dalla paura).

➣ Dopo il ritorno dalla spesa: "E se ho investito qualcuno a causa di una distrazione" (capita a molte persone con i disturbi d'ansia. Anche un piccolo sobbalzo diventa l'oggetto di un dubbio; spesso succede che queste persone ritornino indietro per controllare. Se lo fate anche voi, date modo all'ansia di rinforzarsi perché state dimostrando a voi stessi che il pensiero "potrebbe" essere vero)

➣ Una donna mentre è a lavoro: "E se ho lasciato il gas aperto e ora succederà una strage?" (lo hai chiuso eppure hai il dubbio e ora non sai più se è vero o no. Se continui di questo passo, ogni pensiero diventerà un dubbio. Lo sai perché? Perché tra i sintomi dell'ansia c'è proprio questa sensazione di non ricordarsi più le proprie azioni…)

➣ Dopo aver sentito la polizia passare vicino casa: "E se ho fatto qualcosa di grave e adesso verrò arrestato? Marcirò in carcere" (la sirena funziona da impulso per iniziare a fare un pensiero ansioso, spiego meglio sotto)

SOLUZIONE
L'irresponsabilità è un pensiero disfunzionale generato da uno stato ansioso e da un problema di autostima.
Abbiamo detto più volte che lo stato ansioso genera delle paure, una visione del futuro catastrofica, bene, in questo caso la visione catastrofica sarà provocata da una nostra dimenticanza.
Può essere una distrazione, può essere un errore, può essere una parola che non è stata compresa.
Cosa comporta ciò?
Comporta che voi siate molto controllati nei vostri gesti, siete molto responsabili, precisi, in modo da evitare qualsiasi problema.
Una paura comune è quella di dimenticarsi qualcosa, per cui si incominciano a scrivere liste, promemoria ecc…il problema è che queste cose non vi servono, voi pensate continuamente che la memoria vi tradirà.
C'è sempre uno stato di tensione, di angoscia dettata da questa paura, paura che si basa sull'irresponsabilità.
Questo stato di tensione è angoscia porta ansia, e l'ansia si traduce in facile distraibilità, deficit dell'attenzione, dimenticanze. Paradossalmente, il controllo di un evento temuto, fa perdere il controllo.
Più cercate di fare bene e non sbagliare, più sbaglierete.
Questi comportamenti possono essere visti come un'enorme compulsione, che serve per eliminare l'ansia generata dalla paura di essere irresponsabili.
Cosa comporta ciò?
Comporta vivere una vita controllata, non riuscire a lasciarsi andare ma avere sempre paura. Avete un rinforzo negativo, cioè fare le cose per paura, non per essere felici.
In più, c'è un risultato ancora più grave: vivere di rinforzi negativi aumenta l'ansia, e con essa i pensieri ansiosi.
Inoltre, dimostrate a voi stessi che questa irresponsabilità esiste, cioè che i vostri pensieri ansiosi abbiano una base di verità (se faccio qualcosa significa che c'è un motivo)
Voi, quindi, sperate di evitare la paura con le vostre compulsioni, invece avrete sempre ansia. È come un gatto che si morde la coda.
Il problema è a monte, ovvero essere in uno stato ansioso e credere all'irresponsabilità.
Sapete cosa fa lo stato ansioso nel caso dell'irresponsabilità?
Voi tornate a casa dalla spesa e subito fate un pensiero automatico basato sulla vostra paura, arriva senza che voi potete far nulla.
Lo stato ansioso carica il pensiero di significato, a tal punto da mettervi il dubbio. In questo punto fate il vostro errore: credere ad un pensiero ansioso.
Il dubbio è talmente assillante che rimane fisso in testa, più lo pensate, più nella mente si crea un cortocircuito che vi fa perdere ogni certezza.
È stato dimostrato attraverso le scansioni cerebrali, se pensate intensamente ad un evento, l'ansia ve lo potrebbe far rivivere talmente bene da confondervi.
Ne esce fuori che sarete in piena ansia, a tal punto che dovrete ritornare a controllare che non sia successo nulla (compulsione che rassicura nel breve periodo ma che rafforza l'ansia).
È il caso della polizia, dell'ultimo esempio:
Sirena--->Paura inconscia (basata sulle convinzioni errate)---->pensiero ansioso---->dubbio---->ansia---->compulsione (ci ragiono)---->ansia (non riesco a ricordare)
Quali sono queste convinzioni errate?
● Credere che un vostro errore causerà qualcosa di grave (in realtà è l'ansia che prospetta scenari paurosi)
● Non sforzarsi di evitare un danno o non riuscire ad evitarlo comporta la stessa responsabilità negativa dell'aver provocato il danno (in pratica vi sentite colpevoli del danno anche se non centrate nulla)
● È molto semplice causare un danno, tutto diventa probabile (sempre l'ansia che ingigantisce le paure)
● Non controllare o compulsare significa essere responsabili e menefreghisti (in realtà, se non compulsate, quelle paure pian piano svaniranno, i pericoli sono sovradimensionati)
● Non controllare significa aver voluto provocare il danno (in questo caso, l'ansia vi fa pensare che siete sadici, piromani, violenti)
Ogni volta che vi viene un pensiero ansioso, riconoscete il pensiero e poi analizzate quello che regge il pensiero, sicuramente troverete alcune di queste convinzioni.
Infatti, alla base di ogni pensiero ansioso ci sono convinzioni intermedie che sono errate, distorte, esagerate, paurose.
La strategia sarà di due tipi:
● abbassare il livello d'ansia riconoscendo i pensieri ansiosi, senza lasciarsi trascinare
● correggere le convinzioni di base che reggono quel pensiero (cioè sviluppare un dialogo realistico con se stessi, senza rassicurarsi però)




➼19 Dopo una pausa, ecco l'IPERRESPONSABILITÀ

L'iperresponsabilità consiste nell'avere un eccessivo senso di responsabilità, cioè accollarsi le responsabilità degli altri o cercare di essere responsabili per cose sulle quali non si può avere il controllo

esempi:
➣ Una mamma che si occupa della famiglia: "Devo fare tutto per gli altri, altrimenti i miei figli si ammaleranno e sarà colpa mia" (dov'è l'evidenza che i figli si ammaleranno? Non è paura di un evento negativo? Se deve succedere, succederà lo stesso, anche sterilizzando completamente casa...).

➣ Prima di buttare la spazzatura: "Devo assolutamente controllare che nel sacchetto della plastica non ci sia la carta, altrimenti inquinerò l'ambiente" (questo esempio potrebbe sembrare quello di una persona attenta all'ambiente. L'atteggiamento diventa disfunzionale quando diventa indispensabile e forzato. Se è così, allora si tratta di un atteggiamento compulsivo, dettato dalla paura di essere irresponsabili)

➣ Un uomo in carriera: "tutti contano su di me, non posso sbagliare altrimenti deluderò tutti" (quest'uomo vive seguendo le regole degli altri. Non cercando di sbagliare, si fa esattamente l'opposto, cioè ci si concentra sugli errori e sulla paura di fallire. Ciò farà aumentare l'ansia e l'insofferenza a questa situazione)

➣ Al solito supermercato: "se trovo un prodotto con la data scaduta devo assolutamente dirlo ad un commesso, altrimenti qualcuno potrebbe andare all'ospedale per la mia dimenticanza" (stesso discorso della spazzatura. Se il pensiero diventa forzato, non stiamo più seguendo noi stessi, lo stato ansioso ha preso il sopravvento. L'ansia di sentirsi irresponsabili, è una manifestazione che il nostro comportamento è forzato, lo si fa per paura e non per aiutare gli altri. È come se dessimo ascolto ad una parte di noi che ormai è diventate estremizzata, disfunzionale).

➣ Aiutare un'amica: "anche se sono stanca e ammalata, devo aiutarla altrimenti che amica sono? Potrebbe offendersi" (qui si sta travisando il concetto di amicizia e spontaneità. Se si è malati, stanchi o semplicemente non si ha voglia, bisogna esprimere le proprie sensazioni, altrimenti l'amicizia diventa una forzatura. L'amica capirà, se di amicizia si parla)

SOLUZIONE
Iperresponsabilità ha a che fare con il perfezionismo e con altri pensieri disfunzionali (esempio l'indispensabilità)
L'iper-responsabile è una persona sensibile ma qui non è una questione di sensibilità, è quasi un problema compulsivo poiché le azioni di queste persone sono guidate da un rinforzo negativo, cioè la paura.
È come evocare dei fantasmi e poi fare le cose per evitare di essere spaventati, una continua lotta per vivere.
Cosa significa questo?
Significa che, mettiamo abbiate un figlio, voi fate le cose per evitare che si faccia male, per evitare di farlo soffrire, piuttosto che per amore o per vederlo crescere.
L'amore c'è sempre, ma è quasi sempre soffocato da una paura, la paura di sbagliare, la paura di non essere all'altezza.
Per la persona troppo responsabile, le regole per essere amata, per essere stimata sono già scritte su un libro.
Si è inflessibili; se si sbaglia una delle regole ci si sente in colpa, ogni cosa è un dovere.
Il perfezionismo, a volte, diventa una forma di controllo della paura, un modo per vivere.
A maggior ragione, gli ansiosi che si sentono iper-responsabili per ogni cosa capiti loro o ai loro cari, anche se non c'è l'evidenza che una paura si verifichi o che sia colpa loro.
Uno degli errori maggiori, è quando si cerca volontariamente di essere felici o rilassati, ed è quello che succede alle persone ansiose.
Questo tentativo fallisce perché la razionalità e il controllo non possono nulla sulle emozioni, allora succede che questo approccio alla vita fallisce, e si inizia a stare male.
L'eccesso di controllo su se stessi porta alla perdita di controllo.
L'eccesso di controllo sugli altri porta alla frustrazione, porta al desiderare gli altri come intendiamo noi, porta il rapporto ad essere soffocato, i figli a perdere la loro identità.
L'unica cosa che si accumula è la rabbia per non riuscire a esprimere se stessi, l'ansia per la paura di non essere stata all'altezza (come mamma, come amica, come fidanzata, con se stessa).
La vita non è un calcolo, la vita non è paura, non si basa sulle regole per le quali tutto il giorno vivete.
C'è sempre qualcosa che sfugge al controllo, le emozioni per esempio.
Si potrebbe diminuire la "presa" di controllo sulla vita ma voi mi direste: "così poi succederà qualcosa" oppure "così non sono una brava persona".
Non è vero.
Voi non sarete mai spontanei se fate uno sforzo per vivere: se abbandonate il controllo, le cose verranno da sè.
Per esempio: chi ama suo figlio senza le regole, ritroverà la sua autenticità e l'istinto.
Non si guarderà più alla paura, ma al caso, al momento presente.
Se non mi sento al 100%, accetto questa condizione, non mento a me stessa.
Bisogna smetterla di scappare dalle paure, paure che spesso sono immaginarie, e abbracciare l'incertezza.
Solo così la paura perderà quel ruolo di guida nella vostra vita.
Inoltre, ricordate che nessuno vi ama o apprezza per quel che dite o fate, quello deve diventare un riflesso di quello che siete veramente.
Anche il modo in cui amate o vivete è già dentro di voi, dovete solo ritrovarlo, eliminando questo eccesso di razionalità che avete accumulato nel tempo.
Un'altra manifestazione dell'iperresponsabilità è l'accumulo di oggetti in casa, anche quelli che non hanno valore affettivo.
La persona crede che potrebbero servire in futuro.
Ovviamente, questo ragionamento è errato perché da un lato ciò che accumuliamo alla fine non ci servirà oppure sarà facilmente rimpiazzabile, dall'altro ci impedirà di avere una casa libera e semplice in cui vivere.
Pelate via le regole rigide come una cipolla, al centro troverete tutte le emozioni inespresse che attendono solo di essere liberate.




➼20 Purtroppo devo continuare qui perché l'altro messaggio è troppo lungo e non posso più aggiungere nulla. Ecco allora l'IPERMORALITÀ

L'ipermoralità consiste nella preoccupazione eccessiva di fare qualcosa di moralmente sbagliato, sconveniente o condannabile

Esempi:
➣ Una ragazza in relazione: "Se non gli dico tutto, gli sto mentendo. Non merita questo" (Vedo un bel senso di colpa. Il senso di colpa rafforza il pensiero ansioso, ovviamente vi lasciate trasportare sul senso di colpa dando ormai per scontato il motivo per sentirvi così. Cercate di analizzare a monte, potreste trovare delle sorprese… PSICO wink.png ).

➣ Una donna religiosa: "Oddio, ho pensato ad un rapporto impuro, ho tradito il mio ragazzo" (come? con il pensiero? Oppure ti stai allarmando per il pensiero stesso?)

➣ In chiesa: "Oddio, ho pensato di bruciare il crocifisso, è se fossi una persona malvagia" (no, è un normale pensiero. Se categorizzi i pensieri troverai sempre qualcosa che non va. Mai caricare di significato tutto ciò che si pensa. Forse, la prima volte che è capitato avete detto "perché ho questi pensieri…", motivo? Libera associazione della mente)

➣ Una signora educata a regole rigide: "Nella vita devo sempre essere onesta e fare le cose giuste" (un momento, va anche bene l'onestà a patto che non diventi una forma di controllo su se stessi e che non ci siano regole rigide su cosa è giusto o sbagliato. Una specie di pensiero dicotomico, o nero o bianco. La parola d'ordine è flessibilità).

L'ipermoralità è un aspetto sbilanciato della persona, come ogni forma di estremizzazione.
Bisogna fare una distinzione tra soggetto non ansioso e ansioso.
Nel primo caso, chi è ipermorale vive di regole proprie, è molto rigido e soffoca la sua parte più profonda.
In sostanza è poco collegato con il suo mondo interiore, sempre pronto a raffrontare se stesso con l'immagine perfetta di come dovrebbe essere, applicare le regole alla vita.
È come viaggiare su un binario e leggere continuamente un manuale per rimanere coerente, giusto, perfetto.
Il problema è che la realtà fatta di regole non è uguale alla realtà effettiva, e ciò che siamo non è sempre quello che decidiamo di essere o quello che "dobbiamo" essere.
C'è poco uso dell'introspezione, dell'interiorità, dell'istinto e molto potere ai pensieri.
Chi è ipermorale ha avuto spesso un'infanzia basata su regole, con genitori spesso restrittivi, condizionanti e molto rigidi anch'essi.
Forse c'è un problema di fondo anche nella loro vita che hanno trasmesso ai loro figli: l'idea che per essere genitori bisogna "comportarsi".
In questo modo non si ascoltano i bisogni del bambino, i suoi stati d'animo, ma si educa seguendo delle leggi: guardare il manuale piuttosto che guardarlo negli occhi.
Altre regole rigide vengono da religioni prese troppo seriamente; l'idea di un dio punitivo, l'idea dell'inferno.
L'altra categoria di persone sono gli ansiosi.
Bene, diciamo che lo stato ansioso porta a vedere la vita con paura e preoccupazione, favorendo un abbassamento dei neurotrasmettitori che a loro volta esacerbano l'ipermoralità.
Ciò significa che i pensieri porteranno sensi di colpa, sentimenti di disprezzo verso se stessi in maniera naturale, automatica. È un modo della mente di non stare bene, uno squilibrio.
Quindi si indaga una realtà distorta, ubriacati da un'ansia che fa fare questo tipo di pensieri.
Ecco perché spesso dico: non guardate i pensieri, guardate la situazione in cui vi trovate, non il contenuto ma lo stato ansioso.
E come prendere per il collo un gatto e spostarlo in un altro punto, da una situazione pericolosa ad una più tranquilla.
Voi invece siete quel gatto, e vi state muovendo in un posto pericoloso, e ci rimanete ragionando. dry.gif
I pensieri ipermorali sono una estremizzazione delle proprie convinzioni, supportate dal fatto che i pensieri hanno molto potere.
Per esempio, se ci tengo molto alla religione, un pensiero blasfemo diventerà motivo di paura e sensi di colpa.
Lasciamo perdere per un attimo rassicurazioni e ragionamenti, che sono solo un passaggio successivo, reattivo a questa paura.
Quando arriva quel pensiero, voi lo prenderete sul serio, primo perché voi prendete molto sul serio i vostri pensieri (non è tollerabile fare pensieri strani o costruzioni astratte, cosa che la mente normale fa tutti i giorni, pensate alla fantasia), secondo perché lo stato ansioso fa vedere i pensieri come allarmi, dei fendenti che non riconoscete più per pensieri banali, ma come pensiero ansiosi che fanno venire delle paure.
E la mente allarmata, diventerà una sentinella, aspetterà il prossimo pensiero su quel tema, che puntualmente arriverà. Se io penso ad una paura, quella paura mi arriverà sotto forma di pensiero.
La mente pensa.
Si indaga la realtà con la realtà portata da quella paura: come un ipocondriaco che vedrà il suo prossimo mal di stomaco come sintomo del suo male.
Ci sono tante altre distorsioni che supportano l'ipermoralità, ad esempio il pensiero dicotomico e il perfezionismo.
Pensate a: "Per essere una brava mamma devo…", questo può essere il simbolo di un approccio sbagliato alla vita.
Si hanno regole per affrontare o scappare da una paura.
Un'altra mamma non ha questi pensieri, il suo obiettivo non è quello di essere una brava mamma, ma vivere. Lei lo dimostra attraverso i suoi valori, l'ansioso attraverso le regole.
Sia una che l'altra mamma amano la loro bambina ma in maniera differente.
Bisogna avere compassioni per se stessi, cambiare radicalmente punto di vista.
Non "essere brava mamma" oppure "devo perché si deve", smettete di applicarvi per paura, togliete questa rigidezza e controllo, non serve, porta ad errori.
E l'ansia è là a dimostrarvi indirettamente che non state seguendo la vostra felicità, il vostro io, ma la vostra paura.
La strada è in salita, avrete ancora ansia perché la vostra mente è abituata a ragionare in un certo modo.
Non si cambia dall'oggi al domani, serve comprensione per gli sbagli, compassione per la propria condizione e la voglia di cambiare.
Mi raccomando cambiare ma non proponendosi regole opposte, altrimenti rischiate di diventare compulsivi in un'altra direzione, incanalare le vostre energie in un'altra forma di controllo disfunzionale.
La regola numero uno è non avere regole, almeno non così rigide da non poter essere flessibili.





➼21 Dopo una pausa, riprendo con il PESSIMISMO

Il pessimismo consiste nel guardare se stessi, la vostra realtà, la vita con negatività, sentirsi senza speranza o immeritevoli.

Esempi:
➣ Dopo diverse esperienze andate male: "Se deve accadere qualcosa di negativo, capiterà sicuramente a me" (e su cosa ti concentrerai mentre vivi? Sulla negatività, quindi vedrai poco le cose belle che ti accadono e ingigantirai quelle negative, o forse vedrai solo quelle. Quelle positive diventeranno il frutto della fortuna. Bisogna aprire gli occhi, perché pensare negativo è diventata un'abitudine)

➣ Partita di pallone: "Sarò sicuramente l'ultimo ad essere scelto" (beh complimenti sei una scarpa a calcio. Quindi? Avrai sicuramente altri pregi, no?)

SOLUZIONE
Il pessimismo è uno pensiero disfunzionale automatico, caratteristico di chi ha l'umore depresso.
Può essere dovuto anche ad un'infanzia difficile, a esperienze dolorose, a perdite, ad una serie di eventi che hanno generato convinzione pessimistiche.
Il fato sembra stato avverso nei suoi confronti.
La persona pessimista vede la realtà con delle lenti grigie, è una realtà immutabile.
Anche le persone ansiose possono passare momenti negativi e apatici, spesso non li accettano e cominciano a rimuginare, il che fa peggiorare l'apatia.
Ricordate che tutte le emozioni sono passeggere, scorrono, quindi come non sarete sempre felici, non sarete sempre tristi.
Se vi trovate in una fase negativa, non chiedetevi nulla, accettatela.
Dicevamo che il depresso è colui che rappresenta il pessimista per eccellenza, ma non è colpa sua, non è il suo carattere.
Le passioni, le emozioni positive ci sono ma sono bloccate.
La medicina dice che si tratta di una mancanza di neurotrasmettitori, ossia le "parole" con cui le cellule nervose comunicano.
Il pessimista usa molti pensieri disfunzionali, ad esempio la lettura del pensiero: pensa che gli altri parlino male di lui.
Oppure il pensiero dicotomico: l'obiettivo è raggiunto oppure è un fallimento.
Cercate di prendervi meno sul serio, cercate di accettare che siete pessimisti in maniera positiva, non vedete la vostra condizione in maniera più negativa di quello che è.
Ecco perché è utile un supporto esterno, che vede la situazione in maniera più naturale e non alterata.
Il pessimista guarda al futuro in maniera negativa, senza speranza.
Ricordiamoci che anche l'ansioso prova a contraltare il suo futuro (per una qualche paura) e il suo controllo gli mette ancora più paura.
Questo perché si ragiona, non si vive. Ragionare può essere molto dannoso, soprattutto se facciamo grande affidamento su di esso.
La soluzione potrebbe essere quella di concentrarsi sul presente.
Il futuro non si conosce.
Il passato invece è già accaduto, quel che è successo ormai non si può cambiare.
Saranno parole scontate, ma se vivete nel presente molte delle preoccupazioni spariranno.
Pensateci, quando avete paura di rimanere soli, quando avete paura che un giorno perdiate il controllo, a che momento state pensando?
E quando avete paura di aver fatto qualche sbaglio? Nessuna cosa è così grave, solo l'ansia e la rigidità le fanno vedere tali.
Voi dovete confidare in voi stessi, le risorse per far fronte alle cose le avete già dentro di voi, non serve il controllo.
Serve avere fiducia e notare che i pensieri negativi sono solo pensieri, pensieri che per abitudine si ripresentano.

Inviato da: pastellina90 il Venerdì, 15-Feb-2013, 13:47
@kasabian anche io ho letto di questa cosa...cmq nei periodi più neri anche io facevo fatica ad alzarmi dal letto per paura di affrontare la giornata. Non so se a te è mai capitato...
@Dr.dock la cosa che mi fa più incazzare è che sono otto mesi che vado dalla psicologa in modo più o meno costante, terapia cognitivo-comportamentale, e ancora sono qua a rimuginare. Di sicuro dei miglioramenti ci sono stati ma non so se valgono otto mesi di terapia...

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 15-Feb-2013, 13:59
SESTA PARTE: GLI INGANNI DELLA MENTE

Apro questa parte con lo scopo di aprire gli occhi sul potere dello stato ansioso, di cui voi siete vittime.
Lo stato ansioso è uno stato silente che è dentro di noi, è un male che prende possesso delle nostre facoltà mentali.
Sotto ansia diventiamo gli artefici e vittime del nostro modo di ragionare.
Non voglio dilungarmi troppo perché ho già scritto altre volte sull'ansia, ora vorrei parlare degli inganni.
Lo farò per esempi perché è il modo migliore per capire come funzionano.
Li aggiungerò man mano che mi vengono in mente.

I° CASO - L'ILLUSIONE DI POTER CONTROLLARE L'ANSIA
Prendiamo il caso di una persona che soffre d'ansia mentre è tranquilla.
Visto che di solito i momenti positivi diventano un innesco per l'ansia, succede che la persona pensa: "speriamo che non mi venga l'ansia".
Questo è un pensiero di paura, paura di stare male, ed è un pensiero automatico cioè arriva da solo perché si guarda alla felicità con paura.
La cosa che si fa dopo questo pensiero è rassicurarsi: "ma no, cerco di non pensarci così passa".
Invece succede che la tensione si accumula, può essere allo stomaco, al petto, al collo. Sapete perché?
Perché vi state ingannando! La vostra mente prende la rassicurazione come un prova che c'è qualcosa che non va e inconsciamente si focalizza sulla paura.
Risultato: l'ansia si accumula nel punto, allora voi iniziate a preoccuparvi e si scatena l'ansia.
È lo stesso principio degli attacchi di panico.
Poi, voi vi sentite impotenti perché l'ansia è salita e salirà ancora anche domani e nei giorni successivi.
Una tecnica molto potente è quella di accettare il pensiero: mi viene il pensiero? Bene, accetto l'ansia che sale, non la contrasto, non mi rassicuro.
Dico a me stesso: "bene, ho fatto questo pensiero. Ora mi lascio attraversare, anche se sale, non mi interessa nulla". E continuate a fare quello che facevate.
Mi raccomando, non dovete controllare se l'ansia è andata via. Le mie parole non sono un metodo per far sparire l'ansia, infatti se lo leggete per quello vi sbagliate di grosso.
L'ansia andrà via quando non vi interesserete più di lei. Non c'è da vincere o superare nulla.

II° CASO - L'ILLUSIONE CHE IL PENSIERO SIGNIFICHI QUALCOSA
Lo stato ansioso crea dei pensieri di paura e poi gli attribuisce dei significati ansiosi.
Facciamo un esempio.
Carla fa un pensiero sul suo ragazzo: "e se non lo amassi?".
Bene, facendo un po' di esercizi, Carla capisce che era solo un pensiero ansioso.
Eppure rimane una sensazione, la sensazione che quel pensiero è venuto per un qualche motivo.
C'era qualcosa in quel pensiero che ora non scoprirà mai più.
Questa è un'illusione dello stato ansioso, perché vuole farvi continuare a discutere quel pensiero.
Dietro ad un pensiero di paura non c'è nulla, solo altra paura.
Lo stato ansioso produce pensieri ansiosi e poi vi fa analizzare quei pensieri in maniera ansiosa.
La paura che si produce, vi porta alla necessità di smascherare il dubbio per eliminare la paura.
In questo modo vi inceppate e diventate più ansiosi.

III° CASO - L'ILLUSIONE DI ESSERE OMOSESSUALI
Questa l'abbiamo discussa molte volte, ma come si può notare il forum è pieno di discussioni; infatti questa paura non è il problema ma solo uno dei sintomi.
Da dove nasce il tutto? Da un dubbio, che praticamente tutte le persone almeno una volta nella vita hanno avuto.
Come mai tutti non rimangono incastrati in questo dubbio che diventa quasi amletico?
Perché gli altri prendono molto meno in considerazione i pensieri, cioè pensano e poi non hanno la necessità di arrivare ad una soluzione immediata.
Nell'ansioso il pensiero, non è un interrogativo, ma un pensiero ansioso, arriva quasi come una condanna a cui bisogna rispondere.
Il pensiero rappresenta una minaccia alla propria felicità, così come ogni pensiero ansioso.
Ora, l'ansioso si sente costretto a discutere per far abbassare la sua ansia; infatti, pensa che discutendo capisce e risolve la sua paura.
Ho sempre detto che i gusti fanno parte delle emozioni, sono di una parte di noi che non ha nulla a che fare con il ragionamento.
L'illusione è quella di pensare di ragionare per conoscere i gusti: quando ragioniamo seguiamo la paura, non l'emozione di amore.
È normale cercare di testarsi? No, è un'alterazione del nostro modo di vivere, nessuno si testa ma vive.
Inoltre, seguendo la paura si osserva la realtà con gli occhi della paura, perciò ci focalizzeremo sul nostro stesso sesso in maniera automatica.
Saremo suggestionati, ed uno degli effetti della paura è proprio quello di farci provare sensazioni di pseudo-eccitazione.
Quindi, controllare non solo dà potere ad un pensiero, ma lo complica perché genera una realtà che sembra confermare la paura.
In più, le letture online su concetto ridicolo dell'omosessualità latente, finiscono per alimentare e rendere più forte la paura che ha del materiale con il quale spaventare.
Un caso particolare di test è quello della masturbazione. Se una persona mette in pratica l'atto con la paura di eccitarsi, sicuramente succederà, per un semplice motivo: l'idea del proibito.
Più si tenta di non eccitarsi, maggiore sarà l'effetto eccitatorio; e questo capita a prescindere dal soggetto che stiamo osservando o pensando.
C'è anche un effetto secondario dell'eccessiva masturbazione e capita nelle persone che abusano dei video online, soprattutto i giovani.
Avete presente la cocaina? Dopo un po' di tiri, sopraggiunge la tolleranza, perciò serviranno maggiori quantità per avere lo stesso effetto.
Con i video online, si passa da un genere per arrivare a quelli più estremi, insoliti, diversi in modo da stimolare continuamente l'eccitazione.
Allo stesso tempo, gli stimoli reali quali quello di una donna (compagna, fidanzata, moglie), avranno perso ogni interesse.
Ma tutto questo è un effetto della dipendenza, non dell'aver cambiato gusto.
L'ansioso invece (non sapendo il meccanismo), prende questo cambiamento come la prova della sua "vera" sessualità.
Tra l'altro, le dipendenze generano sempre uno stato d'ansia quando si è in astinenza: un motivo in più per fare ragionamenti ansiosi.
Se eliminate ogni stimolazione per un po' di settimane, non vi forzate di avere un erezione (infatti, capiterà quando starete bene), ritornerete come prima.
Avete solo bisogno di un po' di riposo dagli stimoli e non farvi venire l'ansia con prove e ragionamenti.

IV° CASO - L'ILLUSIONE DELLA MUSICA IN TESTA
L'interrogativo della musica è una delle paure che nasce dal controllo di se stessi.
Avete presente le somatizzazioni? Queste sono delle manifestazioni fisiche degli effetti dell'ansia, come ad esempio l'emicrania, la fotofobia, la tachicardia.
L'ipocondriaco scambia questo accumulo di energia negativa per il sintomo di qualche patologia.
Bisogna ricordarsi che l'ansia crea anche sintomi mentali, come quello dei suoni che vengono riprodotti in loop anche in assenza di stimoli esterni.
Quindi la musica è un altro sintomo d'ansia, o se volete, di una mente troppo iperattiva; carica di ansia oggi, carica domani, diventa ammalata.
Succede poi che la persona si focalizza sulla propria mente e ascolta ogni pensiero.
Ecco che scambia la musica per un primo segno di perdita di controllo, facendo aumentare ancora di più l'ansia e l'iperattività mentale.
Inoltre, ascoltare la musica significa pensare a quello che la mente produce: lei produce un suono, voi vi sintonizzate e lo riascoltate.
È come riavvolgere il nastro e riascoltarlo, cioè vivere la mente.
Il suono che sarebbe scomparso in poco tempo, si dilunga anche per giorni interi.
A me, capitava in automatico anche di notte, subito dopo essermi svegliato.
La spiegazione è semplice: lo stato ansioso era in me, anche quando non dava segni fisici.
Guardate che la tensione che accumulate durante il giorno, può riversarsi in un secondo momento della giornata; momentaneamente può manifestarsi quella fisica.
Ma lo stress altera degli equilibri interni; i disequilibri possono durare anche giorni o mesi; ecco spiegato perché il mattino vi svegliate già con l'ansia.
Tra l'altro è un fenomeno innocuo che capita anche nelle persone normali, solo che loro non se ne accorgono perché non stanno a controllare la loro mente.
Se gli arriva una musica, loro la cantano o fischiano senza essere neanche consapevoli del fenomeno.
Se è una cosa naturale che capita spesso, potete immaginare cosa può capitare se una persona ansiosa cerca di controllare se la sua mente produce o no una musica…
Si illuderà di avere una mente malata perché spesso la sentirà, così come respira, sbatte le palpebre o deglutisce.

V° CASO - L'ILLUSIONE DI SENTIRE LE VOCI
Questa illusione riguarda le persone che hanno paura di avere una psicosi.
Dal momento che sanno che uno dei segni sono le allucinazioni, finiscono per controllarsi.
Ancora una volta, controllare per paura fa perdere il controllo, infatti si avrà la sensazione di sentire le voci.
Perché succede questo?
Nella persona apprensiva, l'orecchio si tende ad ascoltare e cogliere ogni piccolo rumore che prima non era mai stato preso in considerazione.
I suoni ci sono sempre stati ma prima l'attenzione non era rivolta a loro, perciò ora si ha l'impressione di sentire cose mai prima udite.
Inoltre, ogni suono verrà colto come un'allarme perché scambiato con un'allucinazione e da qui la domanda ansiosa: "È un suono vero o no?", seguito dal controllo per rassicurarsi.
La persona entra in un ciclo d'ansia che si rafforza giorno dopo giorno, anche perché il dubbio di diventare psicotico non può essere risolto.
Il fenomeno è innescato anche da un altro meccanismo: mettiamo il caso che avete paura di sentire un determinato suono o voce (esempio, la voce di un familiare oppure quella di una sirena).
Succederà che inizierete a controllare ma allo stesso tempo avete in mente il suono che non volete sentire, cioè lo state già pensando.
Allora, basterà un suono esterno (ad esempio un fruscio) simile a quello che già pensate, per innescare l'illusione di averlo sentito davvero.
Sono delle "impressioni" e capitano a chiunque: un esempio è quando avete la tv accesa e avete l'impressione che il telefono stia squillando.
Questa illusione è collegata a quella della musica in testa, spesso capita che il suono che si vuole evitare venga pensato più e più volte, finendo per diventare un loop mentale.
Più si controlla per rassicurarsi di non sentire, più si penserà a quel suono, quindi lo si avrà in testa.
Il meccanismo che c'è dietro è la paura della psicosi, e il controllo rafforza la paura.

VI° CASO - L'ILLUSIONE DI ESSERE MALATI DI CANCRO
Qui ci sono un po' di problemi.
Innanzitutto c'è l'idea che un banale dolore debba essere per forza una malattia grave, ma il problema non è vostro ma dell'ansia.
Non ci sarebbe uno stato ansioso se ad un mal di testa si risponderebbe: "ho il mal di testa".
Fin qui, abbiamo visto con gli esercizi come bisogna lavorare, le illusioni arrivano dopo.
Quando siete spaventati e andate a leggere su internet, entra in gioco lo stato di paura che avete e la suggestione.
Succede che, leggendo tra le cause del mal di testa, troverete: emicrania, cefalea, calo di zuccheri, sindrome pre-mestruale, febbre, tumore.
A questo punto, lo stato di paura vi fa escludere tutte le cause più probabili per focalizzarvi su quella meno probabile, ma più terrorizzante.
Questa illusione si chiama "astrazione selettiva", l'abbiamo visto nei pensieri disfunzionali e vi consiglio di leggerla.
La paura fa focalizzare solo su ciò che fa paura, è un filtro, quindi vedrete una realtà distorta.
Inoltre, può capitare di leggere qualcosa scritto da una persona inesperta e finirete per ossessionarvi su dei concetti che non hanno alcun fondamento.
E questa è un'altra illusione…

VII° CASO - L'ILLUSIONE DELLA SUGGESTIONE
La suggestione è un effetto della paura.
Quando scatta la paura, quella vera, si crea l'ansia cioè un fenomeno somatico molto fastidioso: tachicardia, sudorazione, tensione interna, tensione muscolare.
L'illusione scatta quando si considera l'ansia prova di qualcosa, invece l'ansia è una risposta alla paura.
Se guardo un uomo con un coltello che mi viene incontro, mi metto paura perché so che potrebbe capitare qualcosa.
Questa è una situazione normale, cioè, ad un evento rispondo con l'emozione di paura e con l'ansia.
Ora facciamo il caso dove scatta l'illusione.
Se una donna guarda un'altra donna con la paura che possa piacerle, cioè fa una prova, scatterà sia la paura che l'ansia.
Poi, scambierà l'ansia (tachicardia, calore, agitazione, tensione) come prova di un sentimento; sembra quasi che le sue sensazioni confermino la paura iniziale.
È la suggestione che usa l'ansia come prova, cioè il controllo razionale che crede che l'ansia sia una prova.
In realtà, quando abbiamo paura di qualcosa, l'ansia scatta in automatico.
Quindi la donna avrà l'ansia perché guarderà l'altra donna con paura, la sua ansia deriva dal timore che possa piacerle, non dal fatto che le piace veramente.
Vi faccio un esempio chiarificatore che è successo a me:
Io so che i cibi contenenti caffeina fanno venire l'ansia: caffè, tè, cioccolato.
Ero giunto alla convinzione che la cioccolata mi facesse venire l'ansia, perché quando la mangiavo mi concentravo sulle mie sensazione con paura.
Mi suggestionavo ed ecco che mi sentivo ansioso; in realtà, dopo averla mangiata mi preoccupavo, ecco perché ero ansioso.
In realtà, non mi fa molto effetto, me ne sono accorto mangiandola mentre ero distratto.
Non mi sono concentrato su me stesso (con paura) per analizzare le sensazioni, e ho scoperto che potevo mangiarla tranquillamente, senza esagerare però.
Ancora una volta, il controllo fa arrivare a conclusioni sbagliate.

VIII° CASO - L'ILLUSIONE DI AVERE L'ANSIA CRONICA
Oggi tratteremo brevemente di questo tipo di illusione, che è in realtà proprio una sindrome che si rafforza giorno dopo giorno.
Ho sempre detto che le persone che hanno pensieri ansiosi soffrono di un caso particolare di ansia generalizzata.
Quest'ansia è rivolta alla propria mente, la possiamo chiamare ipocondria mentale.
Se ripensiamo a un pensiero fatto che ci fa paura, caricheremo la mente di nuova ansia.
Anche i pensieri ansiosi automatici caricano la mente di nuova ansia.
L'illusione scatta quando pensiamo che l'ansia sia una condizione cronica, cioè ci focalizziamo sull'ansia facendola diventare motivo di preoccupazione.
Questo succede perché lo stato ansioso ci porta a focalizzarci sull'ansia stessa, magari per capirne la causa.
Il ragionare sull'ansia carica la mente di nuova ansia.
I pensieri sono condizionati dallo stato ansioso, lo stato ansioso è alimentato dai pensieri.
Vedete come si alimenta il ciclo?
È come l'orticaria: una volta che ce l'hai, se ti gratti, il prurito peggiora.
Se pensi al prurito, ti viene da grattarti.
L'ansia si alimenta nel momento in cui, per un qualsiasi motivo, ci focalizziamo su di essa:
• quando analizziamo le paure prodotte
• quando scambiamo le somatizzazioni per una malattia
• quando ci interroghiamo sulle cause dell'ansia
• quando temiamo l'ansia e cerchiamo di contrastarla
Quando pensate con paura, state già alimentando lo stato sottostante.

IX° CASO - L'ILLUSIONE DI NON RICORDARSI DI AVER FATTO QUALCOSA
Il meccanismo che tiene in vita questo interrogativo è dovuto ad un cortocircuito che avviene all'interno della nostra mente.
Se si ragiona per paura di aver fatto o non fatto una cosa, la paura crea un'alterazione del ricordo.
Questa alterazione avviene in due modi.
Il primo modo avviene quando si pensa per paura di aver commesso qualcosa: in tal caso, l'ansia fa focalizzare talmente tanto su una paura (su un pensiero/dubbio) che questa sembra vera.
Ciò che avviene è che pensare troppo ad una scena ripetutamente, la fa sembrare talmente reale da dare l'illusione di averla vissuta sul serio.
In più, la suggestione che si crea mentre sale l'ansia cioè pensieri del tipo "Ma allora posso averla commessa", aumenta ancora più la sensazione.
E quando si è dentro questa illusione, si analizza la scena per rassicurarsi, ma si finisce per incastrarsi.
Il secondo modo avviene quando si pensa per paura di aver dimenticato qualcosa: in tal caso, anche se abbiamo la certezza di averla fatta, il pensiero ritorna talmente tante volte che alla fine ci viene il dubbio.
"Avrò chiuso il gas?", questo interrogativo può durare ore. Voi avete la sicurezza, eppure c'è quel pensiero…
Ma non è un pensiero ossessivo, è un'intolleranza all'incertezza e un eccessivo senso del pericolo.
Come vedete, a mano a mano che spieghiamo, non c'è niente di patologico; c'è solo uno stato d'ansia e atteggiamenti sbagliati per gestirla e farla fluire via.

X° CASO - L'ILLUSIONE DI AVERE UN ALTRO PROBLEMA
In questo caso la domanda che l'ansioso si fa è: "ho il doc oppure è realtà?"
Questo è un nuovo dubbio, avere l'ansia oppure sta per avverarsi un incubo?
L'illusione qui è non capire che la paura vi porta a dubitare che sia un effetto d'ansia, vi fa sentire diversi dagli altri anche quando avete tutti gli elementi in comune.
Non solo avete preso seriamente in considerazione il vostro pensiero ma ora lo seguite in una serie di interrogativi che aumentano sempre più l'ansia.
Lo stato ansioso vi fa vedere una realtà di paura, perciò scoprire che è tutto un effetto dell'ansia (rassicurazione) non basterà.
Lo stato ansioso creerà nuovi dubbi: "e se non fosse così? E se il tuo è un caso particolare?"
La persona spaventata dai nuovi dubbi, si metterà a compulsare, facendo sembrare ancora più vera la realtà che teme.
È un inganno in cui, entrando in un tunnel, si va sempre più in fondo, attirato dalle distorsioni e dagli interrogativi della paura.
Andare in fondo alla questione, significa accettare la paura.
Quindi, la vostra ricerca del problema non serve a nulla, perché una volta scoperto che è un effetto d'ansia, l'ansia produrrà un nuovo interrogativo per farvi dubitare di ciò.
Voi non siete speciali, è la paura che crea questa sensazione di dubbio.
Davanti a voi ci sono due strade: o seguire la paura oppure non accettare più l'inganno per nessun motivo.
Dietro la paura non c'è la soluzione, c'è solo un nuovo dubbio.

XI° CASO - L'ILLUSIONE DI AVERE IL DOC
Questa è l'illusione per eccellenza: il caso tipico è l'ansioso che inizia prima a controllare i sintomi fisici (ipocondria) per poi arrivare a osservare la mente e i suoi ragionamenti (ipocondria mentale).
Io credo che la maggior parte delle persone di questa sezione del forum siano affette da ansia generalizzata, in cui l'oggetto della loro paura è diventata la propria mente.
È un'ipocondria mentale in cui si guarda ai pensieri come una seconda persona.
Ricordiamo che lo stato ansioso genera proprio pensieri automatici, in inglese si chiamano "racing thoughts" o pensieri galoppanti.
Per questo non ha alcun senso dire: "mi è ritornato il male", sarebbe meglio dire "mi è ritornata l'ansia". Questo sì!
Non c'è nessun doc, ci sono delle tendenze ossessive, cioè ripensare ai soliti pensieri a causa dell'ansia che fa focalizzare su ciò che temiamo.
Se la convinzione è quella di avere un problema con i pensieri, l'ansia farà focalizzare su quelli, cioè li penserete in maniera automatica.
L'ossessivo cosa fa? Osserva cosa gli passa per la mente perché i suoi pensieri diventano il sintomo di una patologia.
Da buon ansioso comincia a costruirsi una realtà patologica, in cui il controllo fa nascere e perdurare il problema.
Una volta che una persona si etichetta con la parola "doc", starà tutti i giorni a temere la propria mente: i pensieri vengono considerati esterni a sé.
Ma questa è un'illusione: è il soggetto che non si accorge che temere un pensiero lo fa ricomparire in mente.
È come l'ipocondriaco che si etichetta con la parola "malato di cancro": starà tutti i giorni a tormentarsi per il suo mal di stomaco (che invece è creato dal suo stato di preoccupazione).
Se noi osserviamo con paura i pensieri della mente, ricorderemo quel pensiero che ci ha fatto paura (magari poche ore prima) e lo scambieremo come un pensiero esterno, un tormento.
Siete malati voi o la parte che dice che siete malati?
Perché se controllate voi stessi o la vostra mente, lo state facendo seguendo una logica ansiosa: sicuramente troverete qualcosa che vi spaventa.
Questo problema nasce nel momento stesso in cui lo definite: la paura di avere una mente malata genera il controllo della mente, che è libera di pensare.
La mente dell'ansioso è una mente che produce paure irrazionali, sarebbe sciocco osservarla, perché produrrà nuovamente gli stessi pensieri.
Ancora, e ancora, e ancora…
Il significato? Rimane sempre quello della paura irrazionale fatta la prima volta, poi voi la rafforzate di significati, rassicurazioni, prove.
A forza di pensarci, creerete una canale di ragionamento tra pensiero e paura, cioè scatterà in automatico.
Ma questa è una nuova illusione: il pensiero non arriva dal nulla, scatta per associazione (es. vedo la mia ragazza e scatta quella paura), associazione che avrete creato voi.
Ovvio che scatta sia per l'associazione, sia perché soffrite d'ansia, quindi date un grosso peso a quello che pensate (non accorgendovi dello stato ansioso che lavora dentro di voi).

XII° CASO - L'ILLUSIONE DEL FUTURO NEGATIVO
Il futuro di una persona ansiosa ha sempre elementi di negatività, apatia, paura, tristezza.
Succede perché l'ansioso immagina il futuro come soluzione per scappare dal presente che gli fa paura, la usa come prova inconscia.
A volte succede in automatico, si ha la visione del proprio futuro infelice, molto diversa da quella che ci renderebbe felice.
E scatta l'ansia e quella morsa allo stomaco…
Ma tutto ciò è un'illusione perché il nostro futuro non è scritto, siamo noi che pensiamo al nostro futuro sotto forma di pensiero, non realtà.
E quel pensiero è un pensiero ansioso, anche se la visione sembra quasi reale.
Noi viviamo nel qui ed ora, le pagine del libro devono essere ancora scritte.
Quello che bisogna ricordarsi è lo stato in cui si fanno certi pensieri: se c'è uno stato ansioso o depresso, i pensieri saranno condizionati da ciò.
Inoltre, capita spesso che un pensiero negativo scatti proprio mentre vediamo il nostro futuro felice.
Prendiamo una coppia che si sta sposando e deve andare a vivere in una casa tutta sua.
Lei immagina il futuro sognato ma: "e se non è lui l'uomo della tua vita?", "non sarai mai felice con lui".
La fame di felicità è l'altra faccia della paura, ecco perché quando pensiamo alla felicità scatta automaticamente anche la paura, paura di non essere felici.
Ecco perché ci illudiamo: noi siamo coscienti solo del pensiero che si affaccia nella mente, non di questa paura di sottofondo.
Cerchiamo talmente tanto la felicità che la paura ci attacca proprio dove siamo più deboli; mentre pensate al futuro la paura si inserisce e voi la caricherete nuovamente prendendola in considerazione.
La paura normale scatta di fronte ad un evento reale, la paura ansiosa scatta in automatico in assenza di pericoli reali.
Ecco perché quando un ladro ci rapina i pensieri di paura concordano con la situazione, mentre quando siamo tranquilli sembrano pensieri di paura esterni a noi.
Se ci chiediamo se saremo felici, stiamo affidando involontariamente i nostri ragionamenti all'ansia; siamo spinti a farlo dalla paura di non essere felici.
Se pensiamo al futuro e scatta la paura, significa che non tolleriamo l'infelicità.
L'ansia troverà terreno fertile per spaventarvi.
E la tendenza sarà quella di continuare a controllarvi, così vivrete sempre imprigionati in questo timore.

XIII° CASO - L'ILLUSIONE DI NON PROVARE NULLA
Questa è un illusione tipica di chi è ansioso perché è sempre a controllare le proprie emozioni.
Se il controllo delle emozioni nasce per testare se stessi, il risultato sarà un'assenza di emozioni.
Questo succede perché l'emozione di amore, passione, felicità (emozioni positive) si generano nel momento in cui sono libere di esprimersi, non quando sono bloccate dal controllo di se stessi.
Funziona anche al contrario: se provo ad avere paura di fronte ad una situazione che non mi piace (così mi rassicuro), non proverò paura.
Se ci guardiamo dentro, stiamo vivendo un momento logico-razionale.
Anche qui c'è una doppia illusione.
La prima è che la persona crede di potersi provocare le emozioni a comando, mentre in realtà si vive un momento di logica, ragionamento, che non ha nulla a che vedere con il nostro lato emozionale.
Ovviamente è un controllo fallimentare generato dalla paura; dato che si ha paura si cerca una rassicurazione, usando la logica in un campo in cui non ha potere.
La seconda avviene quando non si prova nulla, allora la logica arriva a conclusioni sbagliate e si convince che la paura sia reale.
Ogni ulteriore controllo porterà alle medesime conclusioni, anche a distanza di mesi o anni.
È proprio sbagliato il modo in cui si usa la logica, l'ansioso è così abituato a controllare la realtà che si scontra con una situazione in cui perde il suo potere di controllo.
Ecco perché si rimane incastrati nei dubbi.
Mi rendo conto che il controllo è una parte naturale, una rassicurazione dall'ansia, ma facendo così confermate la paura e la incrementate.
Se una persona finisce di amare, vive le sue emozioni di non amore; il dubbio è una cosa ansiosa, logica che non centra nulla con l'amare.
Lo stesso discorso vale per chi si interroga sulla felicità oppure sul senso della vita.
Anche il depresso è apatico, ma vive l'apatia come momento della sua realtà; ovviamente è considerata una condizione pessimista e immutabile nel tempo.
Se un ansioso ha un calo dell'umore, allora si interrogherà inutilmente sulla sua assenza di emozioni, si ossessionerà non trovando più nulla che lo interessa.
Anzi, rimugina ansiosamente ed è capace di trovare un motivo sbagliato per questo suo non sentire (ad esempio la perdita di interesse per il partner).
Ma si dimentica che è in uno stato dove le emozioni sono ovattate, c'è un calo di interesse per tutto.
Se continua a cercare ansiosamente risposte, peggiorerà il suo stato.
Bisogna riconoscere questo stato e accettare l'apatia come se fosse un'influenza: quando avete la febbre vi chiedete come mai non state bene, oppure accettate che non si sta sempre bene?

XIV° CASO - L'ILLUSIONE DI DISCUTERE PER RISOLVERE LE PAURE
Come abbiamo detto in altre occasioni, la discussione di una paura è una forma naturale di compulsione.
È un'istinto naturale dell'uomo, non è indice di patologia.
Il problema nasce quando si prendono molto sul serio i propri pensieri, pensando che tutto ciò che ci passa per la testa abbia un significato.
E questo succede sia a causa dello stato ansioso sia in chi è troppo razionale (le due cose possono essere collegate).
L'illusione è quella di pensare di poter discutere o verificare la propria paura, cioè usare la logica per controllare un'emozione; succede che il controllo genera una realtà patologica in cui non si riesce più ad uscire.
Quando ragionate, implicitamente confermate la paura, cioè considerate vero e importante un pensiero ansioso fatto.
Voi perdereste tempo con cose di poca importanza?
Discutere significa già aver aver accettato il pensiero, cioè aver dato per scontato che è reale tutto ciò che si pensa.
Una persona "normale" sa di fare pensieri strani ogni tanto, però riesce a lasciarli scorrere con molta semplicità, l'ansioso non riesce perché il pensiero genera un effetto di paura che attira l'attenzione.
Ed essendo in ansia, verrà molto naturale analizzare i propri pensieri e farsi suggestionare.
Inoltre, più discutete, più darete potere al vostro pensiero perché la paura è un emozione che trova sempre nuovi dubbi da proporre: razionalmente riuscite a trovare una rassicurazione temporanea, poi però la paura metterà in dubbio la vostra tesi e sarete di nuovo al punto di partenza.
Inizia una discussione tra voi e la mente, che sembra quasi un'esistenza a sé: è una battaglia persa in partenza perché i discorsi della ragione si rivelano vani, non potete controllare la paura.
Potete solo dissociarvi, cioè riconoscere che avete paura, accettarla e metterla da parte.
Sicuramente lei vi farà salire l'ansia, perché la compulsione era diventata una forma di protezione, che però rafforzava il problema.
L'altro lato della paura si rivela quando smettete di ragionare: "se non ragioni, vivrai una vita di inganno", "se non compulsi, l'evento succederà", "se non controlli, succederà…" (vi fa vedere il futuro con paura).
Questa è un'altra forma di inganno, è sempre la paura che vuole l'attenzione che non gli date più: ricordate che la paura è un emozione negativa che spaventa e vi attira.
Non c'è niente da discutere, altrimenti discuterete della paura, non della realtà.
La paura è paura, non centra niente con le altre emozioni: non potete confondere paura e amore, paura e istinti.
La paura si basa sulla logica, non ha nulla a che fare su ciò che siete.
Inoltre, quando discutete riprendete un pensiero fatto nel passato, cioè riportate al presente una situazione passata con annessa l'ansia che vi aveva procurato.
Magari è un pensiero che avreste dimenticato (un pensiero ansioso nato da inganni, non un pensiero reale sul quale volete mettere una pietra sopra).
Invece, adesso ragionate sul pensiero, dando addirittura per scontato che questo si ripresenterà nel futuro: voi vi sentite malati e state già temendo il pensiero che farete nel futuro.
Così, vivrete con gli occhi puntati inconsciamente sulla vostra mente, dimenticando che la mente pensa sempre e penserà anche a quel pensiero, se temete di poterlo fare.
Non c'è nulla di strano: se mi controllo, il pensiero fatto in precedenza ritornerà alla mente.
Discutendo in continuazione una paura, si crea un canale preferenziale tra la paura e l'oggetto della paura: così finisce che quando pensate alla vostra ragazza, vi scatta subito la paura.
La più grande illusione del discutere è che analizzate la paura con la stessa mente che ha prodotto quella paura, si usa la stessa logica.
Come fa una mente che si sta ingannando ad uscire da sola dall'inganno? Impossibile.
Quando controllo e discuto, osservo sempre la realtà con gli occhi della paura, perciò non potrò mai capire dove mi inganno.
Di fronte ad un dubbio patologico dal quale non riuscite ad uscire, lasciatelo andare perché si risolverà da solo.
Lo so, mi direte: "ma se non discuto come faccio a sapere…": volete saperlo voi o la vostra paura?
Voi avete accettato il pensiero e avete iniziato a vivere una realtà di paura: se il pensiero non fosse mai esistito, ve la fareste questa domanda? Vi controllereste?
Un primo errore commesso è stato quello di aver preso sul serio il pensiero (ricordate che avete uno stato d'ansia interno che genera questi pensieri).
Non commettere ora l'errore di controllare e discutere; dovete fermarvi voi perché vi verrà spontaneo compulsare.
Discutendo non avrete mai la sensazione del "ok ho tutto sotto controllo".

XV° CASO - L'ILLUSIONE DI NON AVERE PIÙ L'ANSIA
In questo caso, compare il fenomeno della tolleranza: l'organismo si abitua a qualsiasi stimolo che gli viene proposto continuamente.
Inizialmente, una pensiero ansioso produrrà una gran dose di paura, quasi terrore.
Più passa il tempo, più vi abituerete al pensiero, cioè la sua presenza produrrà solo fastidio e malessere ma avrà perso gran parte della paura.
È lo stesso principio di quando guardate un film horror: se lo vedete la prima volta, siete tesi e ansiosi; più volte lo vedete, più diventa prevedibile e sarete indifferenti alle scene (anzi, potrebbe diventare monotono).
Sullo stesso principio si basa l'esposizione, di cui scriveremo alcuni esercizi.
Se una paura fa meno paura, l'ansia sarà meno presente; ciò significa che vi siete abituati al pensiero non che avete accettato il pensiero.
La realtà resta sempre la stessa, non è cambiato nulla, solo che il dubbio adesso produce meno ansia.
Questo fenomeno è completamente naturale, ma l'ansioso finisce per ingannarsi perché non lo tiene in considerazione.
Dato che l'ansia viene presa come forma di rassicurazione: "se ho l'ansia significa che il pensiero non è vero", questa rassicurazione salta quando l'ansia non c'è più.
Allora la persona pensa: "è un pensiero oppure ho accettato la realtà?".
Il problema qua non è che l'ansia non c'è più, ma che vi rassicurate su una paura: ogni rassicurazione è un sistema destinato a fallire.
Un discorso simile si può fare per le coppie che stanno assieme da molto tempo: in loro l'amore c'è ma è in una fase dove si conosce l'altra persona, per cui ci sono meno picchi emozionali.
Scatta la paura quando si comincia a razionalizzare l'amore, cioè pensare che debba essere in un certo modo (bisogna sempre provare qualcosa).
In realtà, questa è una paura che nasce dal controllare troppo il rapporto.
Quando si comincia a ragionare, non si parla più di amore ma di logica; e dato che le convinzioni sull'amore sono sbagliate, lo saranno anche le paure che nasceranno.
Anche la sensazione di ribrezzo delle persone con la paura di essere omosessuali funziona allo stesso modo.
Si inizia con le prove e queste prove generano disgusto; poi, a furia di provare, il test non provoca più il disgusto iniziale e si incomincia ad aver paura che sia diventata realtà.

XVI° CASO - L'ILLUSIONE DI NON RIUSCIRE A NON PENSARE
Quando cerchiamo di non pensare ad una cosa, questa si ripresenta.
È così che funziona la mente: quanto più cerchiamo di non pensare, tanto più penseremo perché, per non pensare, bisogna prima pensare.
È un paradosso che crea l'illusione di non riuscire a liberarsi più di un pensiero che ci dà fastidio, sembra quasi un fantasma che ci insegue.
Se vi dicessi di non pensare più ad una vostra paura, probabilmente non ci riuscirete, perché sforzarsi porta il pensiero a ripresentarsi con maggiore frequenza.
Succede che voi fate un pensiero ansioso (o meglio, il vostro stato ansioso lo crea), voi vi spaventate e cercate di discuterlo ma ne uscite sconfitti.
Allora scegliete la strada di eliminarlo dalla mente, ma anche questo è improduttivo.
La mente pensa sempre a qualsiasi pensiero che vuole, la mente ansiosa, a maggior ragione, penserà alle paure.
Quindi penserà in automatico al pensiero ansioso fatto in precedenza.
Così, quando ritorna il pensiero, voi lo identificate come un allarme e vi sale l'ansia; così facendo ricaricate d'ansia la mente.
Poi magari rimuginate sul pensiero che ritorna e vi identificate come malati: così ricaricate d'ansia la mente e vi focalizzate sui sintomi.
Anche decidere di non dare più importanza al pensiero ma sperare che prima o poi vada via è un errore.
La speranza è un surrogato della paura, quindi ricaricate di nuovo d'ansia la mente.
Cosa fare? Lasciar pensare la mente, il pensiero non ha alcun significato (anche se quando lo fate passerete un'istante di paura).
Ci siete voi e le vostre emozioni da una parte e la mente ansioso dall'altra.
Accettate che la mente ansiosa è tornata sul pensiero.
Io so che abbassando l'ansia i pensieri se ne andranno, voi lo scoprirete solo dopo che farete ciò che vi dico (attenzione, niente compulsioni ma consapevolezza).
Lo stesso discorso si può applicare quando capita una cosa molto fastidiosa e spiacevole, ridere durante un funerale.
Questo succede perché siamo talmente tesi che abbiamo paura di ridere, quindi cerchiamo di non pensare ad una cosa divertente, però falliamo il nostro obiettivo.
Cercare di non pensare uguale pensare.
È un meccanismo naturale della mente, ma voi lo vivete in maniera patologica.

XVII° CASO - L'ILLUSIONE DI AVERE LA MENTE VUOTA E NON RICORDARE LE COSE
Purtroppo, uno dei sintomi tipici dell'ansia è proprio quello di non riuscire a concentrasi.
Lo stress prolungato peggiora sia le prestazioni fisiche che mentali.
Questo perché il cortisolo, l'ormone dello stress, porta ad un danneggiamento dell'ippocampo, quella parte del cervello dedicata alla memoria.
Comunque, questo processo è reversibile una volta che si eliminano le cause dello stress.
La memoria a breve termine è quella che ne risente di più; potreste non ricordarvi più dove avete messo un oggetto oppure trovarvi in una stanza senza sapere cosa dovevate fare.
Anche quando dovete parlare non trovate le parole giuste e a volte capita di perdere il filo del discorso.
Cercate di non fare caso a questi problemi, sono solo una cosa temporanea, non il segno di qualche malattia.
In più, se ci si sforza di ricordare le cose, si otterrà solo ansia.
Allora, la convinzione potrebbe diventare quella di avere una scarsa memoria e la necessità di scrivere per paura di dimenticare.
Lo scrivere compulsivamente nasce proprio da questa paura, che nasconde un'illusione.
La compulsione conferma e fa vivere la paura, la quale porta l'ansia che dà problemi di memoria; un ciclo che si alimenta e in cui scrivere "sembra" la cosa migliore da fare.
Se non date importanza alle dimenticanze, l'ansia si abbasserà e migliorerà anche la capacità di concentrarsi, studiare e ricordarsi le cose.
È inutile sforzarsi…
Un caso simile è quello dei "vuoti di memoria" prima di un'interrogazione o di un evento importante.
Succede che la paura di non ricordarsi le cose fa salire l'adrenalina, la quale blocca temporaneamente l'accesso alla memoria.
Quindi è l'eccesso di paura a scatenare proprio ciò che si teme: il pensiero diventa il peggior nemico di sé stessi.
Ed ecco che non si sa cosa dire.

XVIII° CASO - L'ILLUSIONE DI NON TROVARE UN SIGNIFICATO
A volte capita di trovarsi in un punto morto, ciò succede quando ingabbiamo la realtà in uno schema logico.
L'illusione avviene perché si cercano risposte razionali a problemi non logici: in questo caso si usa il ragionamento in maniera non corretta.
Prima di ossessionarsi in campi dove la logica fallisce, chiedersi sempre se la domanda è posta correttamente, altrimenti finite per farvi domande stupide.
Noto che c'è una paura talmente grande, che l'ansioso cerca di controllare tutto quello su cui gli viene un dubbio: ha la convinzione di poter controllare la realtà.
Ma questa è un'illusione, viviamo su diversi piani; la logica è solo uno di questi.
La paura, in quanto emozione andrebbe affrontata con i mezzi emozionali, vissuta, non discussa e razionalizzata.
Non avrete risposte ma nuovi dubbi, in più vivrete sempre con una paura che vi spaventa, paura che non siete riusciti a lasciarvi alle spalle perché la discutete ogni giorno.
Se mi chiedo se amo una persona, lo faccio per paura: cerco di razionalizzare le emozioni (sappiamo che è un errore).
Ma tutto questo come è iniziato? Con una paura, è lei che vuole risposte.
Vorrei esporre alcuni concetti di filosofia per farvi capire quanto siete limitati, quanto il vostro ragionamento è solo una parte infinitesima della realtà, non la realtà.
Quante volte si pensa di sapere, cioè si ha la ferma convinzione di essere arrivati ad una certezza, cioè che il proprio pensiero abbia ragione?
Quella che sembra una certezza, cioè una conferma ad una paura, non fa che rafforzare il problema.
Quindi si ha paura di una cosa, si usa la ragione per controllare (o si evita) e si arriva ad una conclusione errata, che però sembra vera.
Ecco alcuni principi da tenere a mente, quando si ragiona:
Nessun sistema può dimostrare se stesso a partire da se stesso (teorema di indecidibilità di Godel). Questo significa che non è possibile conoscere la realtà se noi facciamo parte di quella realtà. L'inganno è dietro l'angolo. È come convincersi che il sole giri attorno alla terra, se l'osservatore si trova sulla terra; se si trova all'esterno del sistema, capirebbe che è il contrario. Stesso discorso può essere fatto per quelli che pensano di essere diventati psicotici o violenti, se siete voi a giudicarvi vi illuderete a causa dell'ansia.
È impossibile raggiungere una conoscenza oggettiva se l'osservatore non sa in che modo interferisce con la realtà che sta osservando (principio di indeterminazione di Heisenberg). Ricordatevi che quando controllate un'emozione, state alterando un normale processo, ecco perché il controllo porta ad errori. Se analizzate con paura una situazione, otterrete risultati diversi a quando l'analizzate attraverso le lenti di un'altra emozione, amore, passione, felicità. Anche qui, è l'osservatore che costruisce e vede la sua realtà, ad influenzarla con i suoi stati d'animo.
Quando l'insicurezza va in cerca di certezze, il pensiero diviene nostro nemico. Ricordate che se ragionate su una paura, arriverete ad un inganno, anche se non ve ne sarete consapevoli.
Riassumendo in poche parole il contenuto di questi concetti, potremmo dire: "lasciate ogni certezza, voi che ragionate".
Ancora credete di poter controllare ogni cosa? Sicuri delle vostre certezze o delle vostre paure?
La paura fa paura, ma siete ancora convinti di contrastarla con la pochezza della ragione?
La paura usa la logica, che è sua sorella maggiore; dove c'è una paura, c'è un eccesso di razionalità.
Le due cose si rafforzano vicendevolmente.
C'è un mondo che sfugge alla ragione, l'illusione è quella di essere sicuri di sapere.

XIX° CASO - L'ILLUSIONE DI ESSERE CATTIVI E INSENSIBILI
A tutte le persone capita di fare pensieri strani, perversi, violenti o avere impulsi che vanno contro la loro vera natura.
I pensieri negativi sono normali, ma quando una persona con l'ansia ha questi pensieri, si focalizza su di essi e dà a loro un significato; è come se i pensieri avessero una vita tutta loro.
I pensieri del tipo "e se…" diventano dei mostri e il cervello rimane bloccato in una spirale di panico.
"E se il pensiero avesse un significato?", "Significa che sono una persona suicida?", "E se mi tormenta per sempre?"
La verità è che quando l'ansia cala, i pensieri svaniscono da sé.
È la mente ansiosa che produce pensieri di paura, e la stessa mente vi fa focalizzare sui pensieri e ve li fa prendere per veri; l'illusione è non capire il sistema ansioso in cui vi trovate ma perdersi nel contenuto dei pensieri.
L'eccessiva importanza che si dà ai pensieri è sempre un effetto dell'ansia: i pensieri non sono più semplici pensieri ma sintomi di una paura (paura che nasce con l'analisi del pensiero stesso).
Se vi prendete lo Xanax, migliorate perché l'ansia cala e si perde quel controllo ansioso che effettuate su voi stessi.
Gli ansiosi però non sono a conoscenza di ciò, quindi analizzano il loro modo di pensare, finiscono per arrivare a conclusioni sbagliate: si etichettano, diventano omicidi, psicotici, peccatori, molestatori.
Sentirsi cattivi, sentirsi in colpa sono conseguenze comuni di quando si dà importanza ai pensieri.
Non è un problema mentale, è un problema comportamentale, un errore nel pattern di ragionamento. È una distorsione cognitiva.
Le persone normali fanno questi pensieri ma sono ad un livello meno intenso perché non sono persone ansiose: non li discutono neanche, sanno di aver fatto un pensiero strano e lo lasciano andare.
Tutt'al più dicono: "ma che pensiero ho avuto?" e poi cambiano discorso, così il pensiero cade nel dimenticatoio.
Ora vi mostro alcune convinzioni, correggete le vostre se siete convinti di altro:
- A tutti gli esseri umani capita, a volte, di pensare a contenuti di natura sessuale, aggressiva o blasfema
- A tutti gli esseri umani capita, a volte, di pensare alla cosa più sconveniente
Questi pensieri sono parte imprescindibile della natura umana. Avere questo tipo di pensieri non vi rende delle cattive persone.
Più vi sforzate di controllare i vostri pensieri, più fate un errore comportamentale, il pensiero ritorna (poi lo scambiate per intrusivo).
Se la smettete di pretendere di controllare i pensieri, quest'ultimi andranno sicuramente via.
Il vostro obiettivo non è quello di controllarvi, ma se proprio volete farlo, osservatevi con leggerezza, non paura (ricordatevi dell'ansia che lavora all'interno di voi).

XX° CASO - L'ILLUSIONE DEL SOGNO
L'ansioso è una persona che legge, legge e pensa di capire.
Sicuramente dopo aver fatto un sogno che ha per tema le proprie ossessioni, sarete andati a leggere le "teorie sui sogni" di Freud o peggio ancora di utenti comuni.
Così, al posto di uscire dal problema, ne usciti terrorizzati e spaventati, con i dubbi che continuano a tormentarvi.
In questo caso, l'illusione è quella di pensare che il sogno sia il nostro inconscio che ci comunica la verità.
Pensateci bene, fate così tutti i giorni, avete una paura e vi controllate per capire se sia vera: controllate il vostro stato, controllate le vostre emozioni e finite per controllare i sogni.
Succede però un inganno, perché i sogni rappresentano ciò che noi pensiamo durante il giorno.
Se di giorno mi tormento con i pensieri ansiosi, è molto probabile che il sogno avrà quel tipo di tema.
Così, il giorno seguente continuerò a ragionare sul sogno fatto, riprendendo il tema che mi spaventa; la notte successiva il meccanismo scatterà nuovamente.
È un ciclo che si rafforza con l'inganno, così come i pensieri ossessivi.
Per quanto sembri reale, il sogno rimane una creazione di fantasia, non rappresenta di certo i vostri gusti o le vostre intenzioni.
Alcuni mi diranno: "Sì, ma io nel sonno ero eccitata".
C'è sempre un inganno dietro a queste sensazioni, che non riguarda la vostra eccitazione ma i particolari su cui vi concentrate.
Può essere che eravate eccitati perché avete visto una donna eccitata e vi siete immedesimate.
Ma questo non potrete mai saperlo con certezza, perché quando ragionate con paura, vi soffermerete solo sui particolari che fanno paura e non considererete tutte le altre ipotesi (che magari sono inconoscibili razionalmente…)

XXI° CASO - L'ILLUSIONE DEL PENSIERO CHE RITORNA
Questo è uno degli elementi chiave su cui si basa il disturbo ossessivo.
I pensieri sembrano originarsi dal nulla e diventano presto una specie di sabotatore, moralizzatore o inquisitore interno.
Il problema è che state facendo tutto voi, siete vittima di un auto-illusione.
Partiamo dal fatto che chi ha uno stato ansioso vedrà la realtà con paura, può avere inoltre alcune fobie.
Se, ad esempio, abbiamo un calo di serotonina (per cause da chiarire) incominceremo ad essere ansiosi, essere ansiosi significa cominciare a ragionare con paura.
Ora, lo notate da voi che se una persona si identifica con i pensieri significa che si dimentica del problema che c'è alla base.
Inoltre, questo stato vi costringe a ripensare alle vostre paure, cioè non riuscirete più a lasciarla andare e considerarle innocue.
La mente rapisce la vostra serenità, si producono in continuazione pensieri ansiosi e sentite la necessità di discuterli.
Come abbiamo detto più volte, discutere fa degenerare in un dubbio patologico perché si ragiona con le stesse convinzioni e punti di vista che hanno creato la paura.
La paura deriva sempre da convinzioni di base distorte, proprio quelle convinzioni che vengono considerate sempre giuste.
Io ho elaborato una mia teoria perché ritorna il pensiero: quando il pensiero viene discusso e non risolto, passa all'inconscio come dubbio ancora da chiarire.
Ora che è dentro di voi, anche quando non l'avete, inconsapevolmente guardate la realtà cercando delle risposte.
Vi faccio un esempio: prendiamo una donna che ha paura di non amare più il ragazzo.
Quando vede il ragazzo, scatta la paura perché guarda il ragazzo con gli occhi di chi deve risolvere quel dubbio.
In pratica, l'inganno continua perché il dubbio tiene in piedi un modo di guardare la realtà distorto; se non ci fosse l'inganno non ci sarebbe la paura.
Inoltre, c'è un'altra spiegazione per il ritorno del pensiero.
Le persone che pensano di essere malate di doc sono ad un livello d'ansia più profondo rispetto a quelle con l'ansia patologica.
Loro temono i pensieri perché rappresentano una conferma alla malattia che pensano di avere, sono ipocondriaci della mente e la controllano.
Così, per loro i pensieri ansiosi sono degli allarmi, quando arrivano cominciano a osservarli dall'esterno.
Invece, i pensieri ansiosi derivano sempre da convinzioni sbagliate e distorte, ne sono una naturale conseguenza.
I doccati hanno l'ansia per i pensieri stessi, pensano che è innaturale avere l'ansia, per loro è causata da una patologia.
Quindi, cominciano a guardare la mente come un terza persona, un inquilino scomodo di loro stessi.
Il pensiero scatta perché vivono ma inconsciamente osservano cosa pensa la mente, cioè controllano per paura del proprio pensiero.
C'è sempre una paura di fondo, quella che questi pensieri rovineranno la loro esistenza, che i pensieri saboteranno ogni loro tentativo di essere felici.
Io penso che ci sia un automatismo nel far perdurare il pensiero: la persona doccata vorrebbe il controllo della propria mente quindi quando vive, inconsciamente osserva se ci sono pensieri, ed ecco che il pensiero ansioso compare.
Si scambia la presenza del pensiero come prova dell'essere malati, ma questo capiterà sempre perché osservare la mente con paura equivale a ricordare il pensiero ansioso fatto in precedenza.
Forse gli ansiosi sono inconsapevoli di questo loro controllo, questo guardarsi dentro.
Se guardo la mente, il pensiero è sempre lì, perché dovrebbe andare via?
Il pensiero di chi ha un sabotatore interno è "adesso mi viene quel pensiero…", magari questa parte non la pensano neanche più e tutto è diventato automatico.
Prendiamo un ragazzo che ha un rapporto con la sua ragazza: il processo descritto ha come risultato immagini omosessuali.
Se ci si rivolge alla mente, si vive la realtà della mente, cioè quella dei pensieri ansiosi.
Ma questo succede non perché la mente è malata, ma perché in queste persone l'atto di controllare è dovuto ad una paura.
Se ci pensiamo, la questione non è molto diversa da chi soffre d'ansia e pensa: "oddio, e se stasera non riesco a prendere sonno?"
È la paura di non riuscire a dormire che non fa dormire la persona, perché la preoccupazione fa salire l'ansia che provoca insonnia.
Nel caso dell'ansioso si vive il pensiero, nel caso dell'ossessivo si teme il pensiero: sono due realtà in cui c'è una paura differente ma il meccanismo è uguale.
Come mai la medicina ufficiale li pone in categorie differenti? Mistero…
Entrambi comunque creano la loro realtà nel momento stesso in cui fanno il pensiero e lo prendono in considerazione.
Un ultimo motivo per cui un pensiero ritorna è prettamente biologico: se pensiamo sempre ad una paura, nel nostro cervello si creano dei canali molto forti tra la memoria e l'amigdala, cioè il centro della paura.
Più si discute, più il pensiero ansioso capita con maggiore frequenza e in maniera completamente automatica.

XXII° CASO - L'ILLUSIONE DI SAPERE
Molto spesso il sapere troppo equivale ad avere più problemi, sembra assurdo ma è così.
Più vi documentate sulle malattie, ad esempio, più la paura avrà dalla sua un ricco schedario di patologie con cui scambiare normali somatizzazioni.
Chi avrà il concetto di omosessualità latente potrà aggiungere l'argomento come supporto dei suoi ragionamenti ansiosi.
Chi sa dell'esistenza della psicosi, può scambiare l'ansia per i primi sintomi della patologia.
Ma chi non conosce la psicosi?
Sicuro che non avrà questa paura, al massimo potrà pensare di sentirsi agitato.
Non starà a controllare i pensieri perché non ne avrebbe motivo, il controllo esiste dove c'è una paura e la paura esiste dove c'è conoscenza.
La paura si nutre sempre di concetti razionali.
Il sapere in un certo senso funge da base per la paura, ecco perché i disturbi ossessivi colpiscono chi è intelligente.
Fobici non si nasce, si diventa cercando di conoscere e prevenire.
Socrate era tranquillo perché sapeva di non sapere, quindi di fronte alla paura sapeva che il suo ragionare sarebbe valso a poco.
Ancora più pericolosa è la convinzione che esista soltanto un'unica realtà, quella della mente.
Se si crede a quest'illusione si finisce per credere totalmente in quello che la mente ansiosa pensa.
Ma la qualità dei pensieri dipende anche dal livello di stress, perciò dove prima c'era la paura ora può c'è felicità.
Ecco perché non è molto utile identificarsi con i pensieri, ma accorgersi dello stato in cui si fanno certi pensieri (ansia, stanchezza, paura).
Ricordiamo ancora una volta che siamo sempre noi che pensiamo, non abbiamo una mente separata.
I doccati stanno ad etichettare i pensieri perché non vedono più il loro stato d'ansia ma una condizione patologica.
Noi, ci dissociamo dai pensieri per non identificarci troppo quando questi pensieri ci fanno paura, cioè quando abbiamo paura e ragioniamo in questo stato emozionale.
È solo un fatto pratico, così sapremo che non tutto ciò che pensiamo ha un significato reale.

XXIII° CASO - L'ILLUSIONE DEL PENSIERO CONTRO DI NOI
L'illusione nasce dal fatto che la mente crea una paura, poi voi vi spaventate e cominciate a ragionare sul pensiero appena fatto oppure cercate di evitarlo.
Chi si crede malato di doc, ha un altro grande problema: pensa di essere ammalato, ha l'illusione che i pensieri lo tormentino.
Come abbiamo visto, questi pensieri non vengono più visti come pensieri ansiosi ma come prova di una malattia.
Scatta un pensiero e scatta l'ansia per averlo fatto.
Dato che caricate il pensiero di significato, comincerete a temerlo.
Anche quando siete sereni, può scattarvi la paura; basta un attimo per ripensare al pensiero che vi ha già fatto paura.
L'idea della mente libera dai pensieri è solo un'altra illusione, la mente pensa sempre.
Ricapitolando: se voi vi sentite malati, i pensieri saranno visti come degli allarmi, daranno l'impressione di essere esterni a voi.
Sulla rete troverete due termini che descrivono questo concetto: egosintonico si riferisce a quei pensieri fatti in accordo con l'io, egodistonico si riferisce a quei pensieri che contrastano con l'io, cioè i pensieri ansiosi.
Ora, cercando in rete, vi sarete farciti di concetti psicologici che vi hanno fatto addentrare nel mondo delle malattie mentali.
Per forza che un pensiero vi appare esterno, voi state controllando la vostra mente!!!
Prendendo esempio da una persona che ha paura degli attacchi di panico, questa farà un pensiero del tipo: "Oddio, e se adesso mi viene un attacco?"
Questa persona vive questo pensiero ansioso, lo sente suo, anzi, ha paura dell'ansia., non del pensiero (si identifica con esso).
Prendiamo una persona che ha paura di avere il doc mentre accudisce un bambino: "Oddio, non è che lo prendo e lo butto dalla finestra?"
Questa persona si spaventa del suo pensiero ansioso, non vive il pensiero, ha paura del pensiero e della situazione che potrebbe crearsi.
Le due situazioni potrebbero essere differenti, infatti nella medicina queste due tipologie di pensieri sono classificate in "patologie" differenti: la prima persona ha il DAP, la seconda ha il DOC.
Questa è un illusione dei medici.
I due esempi che ho scritto sono entrambi pensieri ansiosi che hanno poco a che fare con la realtà ed entrambi generano ansia.
Nel secondo caso, la donna che accudisce il bambino ha imparato a temere il proprio modo di pensare, così ha inconsciamente paura del suo modo di pensare.
Quando vede il bambino, scatta inconsciamente la paura di fare quel pensiero (accade tutto in maniera inconsapevole) e poi il pensiero arriva sul serio, e sembra esterno perché sembra comparso dal nulla.
Come vedete, entrambe le persone dell'esempio hanno paura: la prima persona ha paura dell'attacco di panico, la seconda ha paura di fare un pensiero.
E dato che si osserva la mente come un'entità esterna, lei di rimando genera un pensiero ansioso rivolto alla persona pensate.
Guardare per un attimo cosa pensa la mente (anche in maniera inconsapevole), fa ricordare la tensione legata ad un pensiero passato che aveva prodotto ansia.
Se vi considerate malati, dimenticate che la mente funziona per associazioni e ricorda la paura.
A volte, inizia una lotta tra voi e il pensiero, lotta in cui si esce sconfitti perché lei non può perdere: qualsiasi vostra rassicurazione o discorso porta ad una sua risposta che vi blocca nuovamente.
Ci sono quattro tipologie principali di pensieri ansiosi:
Il moralizzatore: è quel pensiero che ci spinge a sentirci impuri, insensibili, egoisti anche se ciò non è vero.
L'inquisitore: è un pensiero che ci fa sentire colpevoli di un reato o crimine che non abbiamo commesso. Fa venire il dubbio di aver molestato qualcuno, di aver fatto del male…
Il perfezionista: è quel pensiero che compare quando dobbiamo fare una scelta, ci spinge a considerare ogni ipotesi e finisce per paralizzarci.
Il sabotatore: è quel pensiero che rovina un nostro momento felice, producendoci malessere, tristezza e apatia.
È normale che si rovina un po' il momento quando arriva un pensiero ansioso, ma questo succede perché non si riesce a cogliere la felicità.
Il pensiero rappresenta la vostra paura, la paura inconsapevole di sentirsi malati.
Questa paura ha una radice più profonda, la paura di non essere felici.
I pensieri ansiosi sono una manifestazione di questa paura, così se si vuole una famiglia, verrà la paura di essere omosessuale, se si ama il proprio bambino, verrà la paura di fare del male…
La paura è un'emozione opposta alla felicità.
Senza la paura non esisterebbe la felicità; si vive la paura tanto più si cerca la felicità, perché la ricerca presuppone uno stato di paura.

Inviato da: pastellina90 il Venerdì, 15-Feb-2013, 14:18
@DrDock quindi secondo te dovrei cambiare? A me dispiace perché con lei mi trovo molto bene e secondo me è competente...anche perché poi mi dice sempre che mi basta un piccolo sforzo in più per uscirne, forse sono io che non voglio farlo...

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 15-Feb-2013, 14:26
XXIV° CASO - L'ILLUSIONE DI AVERE UNA MALATTIA
L'ansioso ha delle paure irrazionali giustificate dalle convinzioni profonde (distorte e catastrofiche) e da uno stato ansioso che lavora in sottofondo.
Come abbiamo detto, il compulsare è un atteggiamento naturale, viene spontaneo a chi ha paura perché viene scambiato come soluzione per le proprie paure, cioè serve per abbassare l'ansia.
Le rassicurazioni di una persona ipocondriaca consiste principalmente nel cercare online i sintomi dei presunti malesseri.
Quella che doveva fungere da sicurezza, si trasforma in una trappola, perché ci sono alcuni errori di interpretazione.
I° errore: la persona è ansiosa perciò attuerà una astrazione selettiva: cercherà soltanto le malattie che fanno paura e di fronte ad un elenco, scarterà tutte quelle più banali (anzi non le vedrà proprio).
Il meccanismo è lo stesso di quando ha mal di testa e si cerca direttamente "sintomi del tumore alla testa": in questo caso si leggeranno i sintomi, alcuni di questi coincideranno e si cadrà nel terrore.
II° errore: la persona ansiosa è vittima di somatizzazioni, però la stessa ansia scambia le somatizzazioni per sintomi di una malattia.
Se una persona non conosce i sintomi dell'ansia (che sono veramente tantissimi), finisce per scambiarli per una malattia che ha già in mente, oppure si mette a ricercarla.
Poi, succede che, cercando i sintomi di una cosa, si inizi a leggere anche altre malattie, aumentando i dubbi al posto di diminuirli.
III° errore: di solito le persone ansiose sono anche perfezioniste, perciò sono poco tolleranti all'incertezza sui propri sintomi.
Loro devono avere la sicurezza assoluta di non avere niente; peccato che questa necessità aggrava l'ansia con tutte le sue conseguenze.
IV° errore: chi ha scritto le fonti che leggete? Se l'ansioso fa affidamento alle letture online, cade nell'illusione che il contenuto sia corretto, abbia un'evidenza scientifica e che sia aggiornato.
Se leggete informazioni sbagliate, vi convincete di cose sbagliate.
Anche le persone "normali" cadono nell'ingenuità delle riviste e delle pubblicità online: è il caso delle diete, di alcuni rimedi che spuntato dal nulla e che si rivelano solo operazioni di marketing.
V° errore: la persona ansiosa sono sempre convinte di avere qualcosa, è proprio una convinzione radicata.
Loro non possono essere sane, ci sono sempre delle paure che la spingono a temere di sentirsi male.
Non è colpa loro, è lo stato ansioso che crea questa sensazione, supportata dalla convinzione che è facile ammalarsi oppure che bisogna controllarsi per non ammalarsi.
Ma queste convinzioni sono quelle che creano un continuo stato di tensione (inconscio), che si manifesta attraverso le somatizzazioni.
VI° errore: se voi vi convincete di una malattia, poi scambierete per sintomi i problemi dovuti ad altre cause molto più banali.
Per esempio, se avete la pressione bassa è molto comune avere gli sbandamenti, ma se uno è convinto di avere la sclerosi gli sbandamenti diventano uno dei sintomi di questa malattia.
VII° errore: quando leggete online, dovete sempre ricordarvi che osservate i vostri sintomi dall'interno del problema, cioè diventate erroneamente paziente e medico di voi stessi.
Succede uno degli errori più gravi che potete commettere: interpretare male i sintomi che leggete.
Così, se uno dei sintomi del disturbo borderline è la "rabbia immotivata", voi scambierete la vostra rabbia per uno dei sintomi.
Se uno dei sintomi della psicosi sono le allucinazioni, voi scambierete i rumori per un sintomo oppure incomincerete a controllare cadendo nel dubbio: "era un rumore o un'allucinazione?".
Se leggete che il melanoma ha un colore più scuro degli altri nei, subito sarete convinti di averlo, dimenticando che ci sono altri parametri e che non tutti i nei scuri sono melanomi, anzi.
Più leggete, più troverete malattie di cui ossessionarvi. In più non avete esperienza, perciò prenderete uno dei sintomi letti (magari quello meno significativo) come evidenza della vostra malattia.
Illuso da sé stesso, l'ipocondriaco si convince di essere realmente malato e inizia a vivere da malato.
VIII° errore: convinto della malattia, l'ansioso andrà a fare le analisi per dimostrare che le sue convinzioni erano esatte.
Quando gli esami danno esito negativo, subito scatta l'idea di un errore al laboratorio di analisi o del medico.
Di fronte all'evidenza dei fatti, il dubbio permane perché è una caratteristica dell'ansia: "e se la mia non fosse solo ansia ma qualcosa di più?".
Ammalarsi non è così semplice come si teme però non escludo che ci possa essere una malattia.
Per questo è importante fare i controlli e chiedere il parere di medici esperti, che vi prendano sul serio ed escludano malattie organiche (facendo una diagnosi differenziale seria e non bollandovi come ipocondriaci appena aprite bocca).
Però non bisogna trasformare le proprie paure in una trappola, se avete paura delle malattie è altamente probabile che la vostra sia l'ennesima paura.
Già il pensiero: "E se avessi…" è un pensiero ansioso; la persona realmente ammalata si lamenta dei suoi sintomi e malesseri, non pensa subito ad una malattia grave.
Bisogna lavorare sulla paura e sulle illusioni, non sulle malattie e i controlli.
Avete visto quanti errori commettono accettando le paure prodotte dallo stato d'ansia?

XXV° CASO - L'ILLUSIONE DEL PERFEZIONISMO
Il perfezionismo è rappresentato da una serie di atteggiamenti che vengono messi in pratica per proteggersi.
Nelle persone "normali" secondo me non esiste il perfezionismo: la persona ha il suo stile, la sua personalità e agisce e si comporta seguendo quello in cui crede.
Ogni cosa che fa ha un rinforzo positivo, esprime quello che ha all'interno di sé ed è felice dei risultati raggiunti.
In tal caso, l'errore è visto come un modo per migliorare e capire cosa non ha funzionato.
Il perfezionismo nevrotico è una forma di controllo in cui non si cerca di esprimere quello che si ha dentro: il perfezionismo diventa uno scopo a sé, slegato dai veri bisogni e desideri della persona (che vengono dimenticati).
Il soggetto perfezionista confronta sempre i suoi risultati con gli altri, il suo scopo è emergere, creare esternamente quello che pensa di non avere dentro.
Non si è mai soddisfatti dei risultati perché si tende a standard elevati, lo scopo è solo quello.
Il perfezionismo ha origine durante l'infanzia quando i bisogni del bambino non sono inascoltati; allora, per ricevere l'amore desiderato, incomincia a comportarsi secondo le regole dei genitori.
Questi genitori, a loro volta, magari erano bambini bloccati, incapaci di esprimere le proprie emozioni.
Il meccanismo si consolida a tal punto che diventa un meccanismo automatico.
L'amore e la stima degli altri dipendono da come ci comportiamo: ma questo non ci soddisferà mai perché deleghiamo ad una maschera la nostra felicità.
Non ascoltiamo ciò che siamo ma siamo in controllo di quel che facciamo.
Il controllo genera paura, paura di sbagliare, paura di essere criticati, paura di dire la cosa sbagliata; così si accumula ansia e umore depresso.
Il perfezionismo esprime rigidezza, così come l'intolleranza all'incertezza.
L'illusione è quella di applicare il perfezionismo per risolvere un problema: si creeranno sempre nuovi problemi e interrogativi.
Il perfezionismo stesso è paura, perché non è un atteggiamento naturale alla vita.
Il perfezionismo può sfuggire di mano quando diventa compulsivo, cioè si applica in situazioni dove normalmente prima non lo si utilizzava.
Fra gli esempi: allineare gli oggetti ripetutamente, ricontrollare le cose per paura di aver fatto errori, svuotare e riordinare i cassetti più volte.
In tal caso, c'è un eccesso di paura, uno stato d'ansia in cui il perfezionismo diventa una compulsione.
Le paure ci sono ma sono ad un livello inconscio, quello che emerge sono i pensieri automatici di controllo: "Devo controllare…", "E se ho fatto errori…", eccetera.
A mano a mano che si abbassa la serotonina, si incomincia a ragionare sempre più in maniera rigida, aumenta la paura di sbagliare, aumenta la necessità di avere tutto sotto controllo senza avere la possibilità di rilassarsi: è una forza interiore che ci costringe ad agire, facendoci presagire problemi se non si compulsa.
Il perfezionismo comunque può diventare un nemico di noi stessi: i risultati ottenuti cercando di essere perfetti sono quasi sempre inferiori a quelli che otteniamo quando usiamo l'istinto.
Se fate un'analisi dei costi e dei benefici del perfezionismo, noterete che il perfezionismo limita molto rispetto alle proprie potenzialità.
Non ci fa accedere al nostro stato interiore ma lo interrompe sempre per paura di sbagliare o di non raggiungere degli standard.
Diventa più importante l'obiettivo che il cammino per raggiungerlo.

XXVI° CASO - L'ILLUSIONE DELLA VOCAZIONE
Questo tipo di ossessione lavora sul piano teologico, cioè dove non si possono avere risposte certe.
Questa è una costante dell'ansia: genera paura dove può costruire gli inganni.
Il nodo centrale della discussione è: "È un pensiero ansioso oppure Dio ha deciso di manifestarsi in questo modo?".
Il dubbio viene accolto con paura; ma le chiamate sono fonte di gioia, non sono una tortura.
Ulteriori analisi sembreranno confermare il dubbio, facendo scattare ancora più ansia.
Attenzione, adesso potreste essere nella fase "ma ora non ho più ansia, allora…", questo è successo perché a suon di prove vi siete abituati al pensiero.
L'errore è usate l'ansia come prova, infatti, quando non c'è più ritornate a ossessionarvi.
Ogni rassicurazione è una miccia per la prossima ossessione (anche su un tema diverso); il problema è a monte, lo stato ansioso, non il tema discusso.
La paura scatta perché la vocazione in questo caso è una manifestazione di ansia, rappresenta la paura di non avere più la famiglia, la paura di non avere più un compagno da amare.
Non è necessario essere molto religiosi, il pensiero colpirà quelle persone che tipicamente vogliono farsi una famiglia.
In ognuno di noi la paura si manifesta a modo suo, sarebbe un'illusione quella di pensare che: "Se ho avuto proprio questo tipo di pensiero allora c'è un motivo".
Dietro la paura c'è solo paura, ragionando troverete mille altri motivi perché analizzate il pensiero con gli occhi della paura.
Discorso simile è quello delle persone che hanno una morale molto rigida.
In queste persone, c'è un moralizzatore che fa sentire sporchi, cattivi, insensibili ed egoisti.
Per quanto il pensiero sembri riguardare la propria persona, qua stiamo ragionando su un piano completamente differente: il pensiero non rappresenta noi stessi, ma il controllo che esercitiamo su noi stessi a causa dell'ansia.
Se facciamo una cosa e il pensiero dice che siamo insensibili, quel pensiero non rappresenta la nostra morale ma l'ansia che giudica i nostri comportamenti.
Chi è insensibile non ha rimorsi, non ha proprio questo tipo di pensieri.
Chi è troppo sensibile genera un controllo per paura di non esserlo, ecco che il pensiero rappresenta questa paura.
La nostra sensibilità, così come gli alti nostri valori, sono già interni a noi: non ha senso controllarsi, perché altrimenti saremmo controllati dalla paura, paura di non essere.
La paura di non essere significa che si è in quel modo.
Controllando cerchiamo di comportarci come ci dice la paura; senza il controllo ci comporteremmo allo stesso modo ma in maniera naturale, autentica.
Il controllo non aggiunge niente a ciò che siamo, infatti non riesce ad analizzare i nostra morale.
La bambina che ha il pensiero: "sei una bambina immorale" dice che è talmente morale dal farsi venire l'ansia.
Il pensiero non proviene da una mente malata, ma da un controllo inconscio della realtà per paura di fare qualcosa di immorale: quando, in base alle proprie convinzioni disfunzionali, si avrà l'impressione di aver fatto qualcosa di scorretto, ecco che scatterà il pensiero.

Inviato da: pastellina90 il Venerdì, 15-Feb-2013, 16:11
Considera che io ho iniziato a farla stabilmente tutte le settimane da dicembre perchéla mia psicologa lavora anche in altre città, quindi prima ci vedevamo ogni due settimane e dei mesi a volte saltavano...adesso abbiamo.concordato che quando non ci possiamo vedere di persona ci sentiamo su skipe, in modo da non saltare gli appuntamenti settimanali. Abbiamo preso questa decisione dopo che ho avuto una ricaduta a novembre e anche il mio psichiatra mi aveva detto che la terapia fatta così non mi sarebbe servita a niente...forse è per questo che finora non ho avuto grossi miglioramenti...

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 15-Feb-2013, 16:16
Mi sembra un po' tanto, anche perchè non c'è bisogno di analisi ma di domande strategiche che ti sblocchino.

Inviato da: pastellina90 il Venerdì, 15-Feb-2013, 16:43
Ma in realtà non facciamo analisi, cerchiamo semplicemente di modificare i molti pensieri disfunzionali che ho, oltre alle ossessioni ovviamente, e per fare questo ci vuole tempo...forse sarà anche molto tempo ma secondo me è difficile cambiare schemi cognitivi radicati in quasi 23 anni di vita, in qualche mese...almeno per me è complicato! Poi se dovrebbe essere facile non lo so...

Inviato da: pastellina90 il Venerdì, 15-Feb-2013, 17:32
Non sei d'accordo?

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 15-Feb-2013, 17:33
No non è semplice, affatto, prenditi tutto il tempo. Però le ossessioni più forti dovrebbero per lo meno diminuire.
Se continui ad ossessionarti sugli stessi argomenti c'è qualcosa che non va nella terapia.

Inviato da: Kasabian89 il Venerdì, 15-Feb-2013, 18:13
Anche io sono in terapia da parecchio a marzo é un anno comunque diciamo che per il doc pedofilo per fine giugno era passato però tempo pochi giorni mi é arrivato quello omosessuale e da luglio sto così e le cose non migliorano affatto anche perché io ho un sacco di ricordi confusi sul passato e

Inviato da: pastellina90 il Venerdì, 15-Feb-2013, 18:56
Non posso dire che le ossessioni siano scomparse, però sicuramente l'intensità è diversa rispetto a quando ho iniziato, sono meno forti e io sono molto più consapevole. Diciamo che adesso sono focalizzata su ciò che sta alla base delle ossessioni piuttosto che sulle ossessioni stesse, quindi su quei pensieri disfunzionali di cui ti parlavo prima e che ho individuato con la psicoterapeuta. Però, ripeto, finché non riuscirò a modificare questi schemi mentali nocivi secondo me non se ne andranno completamente neanche le ossessioni. Correggimi se sbaglio...

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 15-Feb-2013, 19:36
Si, è così. L'ansia è dovuta a delle convinzioni profonde che sono sbagliate, queste portano a concentrasi su degli aspetti della vita e da li partono i pensieri ansiosi.
Quindi prendendo due persone, per una medesima esperienza guardano a due aspetti diversi della stessa realtà.
Continua allora, da quello che scrivi sembra che stai lavorando bene. PSICO wink.png

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 16-Feb-2013, 10:15
Vorrei proporvi un mantra del giorno (efficace soprattutto per chi è in fase di guarigione o ha già poca ansia).
Se vi capita durante la giornata di fare qualche pensiero spiacevole che vi turba la serenità ditevi:

sono una persona timorosa e la paura fa parte di me, posso scegliere se vivere la paura con i suoi dubbi oppure concentrarmi su altro.

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 14:06
Posso dire la mia?
ok il meccanismo.
Ma l'ansia non si blocca solo bloccando un meccanismo, altrimenti anche il meccanismo ha la stessa funzione di un ansiolitico... cura in superficie...

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 16-Feb-2013, 14:49
No, forse mi sono espresso male.
Io intendo bloccare il circolo vizioso dell'ansia rivelandone i meccanismi.
In questo senso le convinzioni sbagliate profonde sono parte del meccanismo per cui vanno corrette.
Quindi bisogna correggere a monte però anche a valle perché l'ansia cronica porta a fare automaticamente nuovi pensieri ansiosi anche sapendone le cause. È un cervello in allarme.

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 15:01
QUindi non basta solo la terapia breve strategica e la TCC...

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 15:10
perchè penso che anche se capiamo il meccanismo dell'ansia ma quel qualcosa che la provoca continua a vivere e "lavorare" dentro di noi, è automatico che l'ansia c'è sempre...magari si manifesta in altri modi, ma c'è sempre... io che sono tre giorni che posso dire di riuscire a non ascoltare o cmq non cadere nell'angoscia che le ossessioni mi provocano, sono tornati forti gli attacchi di panico...e sempre nella mia bolla mi trovo... e non riesco ad uscirne...

Inviato da: deala il Sabato, 16-Feb-2013, 15:22
QUOTE (manola @ Sabato, 16-Feb-2013, 14:10)
perchè penso che anche se capiamo il meccanismo dell'ansia ma quel qualcosa che la provoca continua a vivere e "lavorare" dentro di noi, è automatico che l'ansia c'è sempre...magari si manifesta in altri modi, ma c'è sempre... io che sono tre giorni che posso dire di riuscire a non ascoltare o cmq non cadere nell'angoscia che le ossessioni mi provocano, sono tornati forti gli attacchi di panico...e sempre nella mia bolla mi trovo... e non riesco ad uscirne...

mahhhh.....forse sta' proprio qui il problema...c'e' qualcosa a monte che continua a lavorare.
Quindi deduco che se non arriveremo mai a monte, o meglio, cosa ci porta all'ansia...non guariremo mai PSICO-nono.gif

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 15:27
QUOTE (deala @ Sabato, 16-Feb-2013, 14:22)
QUOTE (manola @ Sabato, 16-Feb-2013, 14:10)
perchè penso  che anche se capiamo il meccanismo dell'ansia ma quel qualcosa che la provoca continua a vivere e "lavorare" dentro di noi, è automatico che l'ansia c'è sempre...magari si manifesta in altri modi, ma c'è sempre... io che sono tre giorni che posso dire di riuscire a non ascoltare o cmq non cadere nell'angoscia che le ossessioni mi provocano, sono tornati forti gli attacchi di panico...e sempre nella mia bolla mi trovo... e non riesco ad uscirne...

mahhhh.....forse sta' proprio qui il problema...c'e' qualcosa a monte che continua a lavorare.
Quindi deduco che se non arriveremo mai a monte, o meglio, cosa ci porta all'ansia...non guariremo mai PSICO-nono.gif

No Deala...
non sono d'accordo...
se c'è un problema a monte vuol dire che quel problema si può "vedere" analizzare e modificare quello che il problema stesso ha provocato.
Questo atteggiamento che hai, non aiuta ad andare in quella direzione ma solo a rimanere FERMI!!!

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 16-Feb-2013, 15:33
No, cerchiamo di chiarire.
La questione dell'ansia è abbastanza complessa.
Ci sono forme d'ansia dovute ad un eccessivo perfezionismo. Cioè la persona è convinta che solo avendo tutto perfetto o tutto sotto controllo possa essere felice. Così deve fare troppe cose e gli viene l'ansia oppure pensa che questo perfezionismo lo opprima e gli viene un'altro tipo di ansia.


Ma ci sono anche forme d'ansia dovute ad un calo dell'umore, quindi uno sta a casa oppure subisce una delusione e poi pian piano si convince di essere infelice, per cui basterebbe solo uscire un po' più spesso, impegnarsi a fare le cose, accettare il momento e poi magari qualcosa di inaspettato (per esempio un nuovo compagno) riportano la serenità.


Poi ci sono casi dove la persona ha avuto un periodo di stress per cui, anche se questo è finito, gli squilibri che ha portato e la stanchezza favoriscono stati ansiosi senza più la causa che li ha generati.


Come vedete è complesso il discorso. Anche pensare di avere una causa per tutta l'ansia, paradossalmente, può essere la causa dell'ansia, cioè pensare all'ansia provoca l'ansia.
E questo secondo me è il caso della maggior parte delle persone qui dentro.
Del resto anche gli attacchi di panico sono così, la prima volta uno può sentirsi male per un'indigestione e si mette talmente paura da farsi venire un attacco. Poi, quando il problema è finito, si è sempre iperconcentrati e in tensione e al minimo segnale scatta un nuovo attacco.

Inviato da: deala il Sabato, 16-Feb-2013, 15:34
Manola forse non mi hai capita, intendo dire che se il problema e a monte, e li che bisogna arrivare e che se non si arriva li veramente (ovviamente se e' vero che sta' tutto li) non si arriva a niente.
Altrimenti che avrei intrapreso a fare psicoterapia, io quando mi siedo davanti alla psicologa, sono un fiume in piena che non smette mai di parlare, per cercare di capire fare disfare....non sono ferma tranquilla!

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 15:42
E' talmente complessa che è soggettiva infatti...
io penso, parlando di me ovviamente, che ci può essere un motivo x che se non viene preso, guardato, e riportato dove deve ( anche a quel paese volendo) puoi capire tutti i meccanismi che vuoi.
se quel problema porta poi a tutte le cose che hai appena elencato qui sopra e non viene analizzato, sempre secondo me, non è facile uscirne.

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 15:48
QUOTE (deala @ Sabato, 16-Feb-2013, 14:34)
Manola forse non mi hai capita, intendo dire che se il problema e a monte, e li che bisogna arrivare e che se non si arriva li veramente (ovviamente se e' vero che sta' tutto li) non si arriva a niente.
Altrimenti che avrei intrapreso a fare psicoterapia, io quando mi siedo davanti alla psicologa, sono un fiume in piena che non smette mai di parlare, per cercare di capire fare disfare....non sono ferma tranquilla!

hai ragione... avevo letto male Doh!.gif

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 16:01
Anche se deala con atteggiamento intendevo dire che mettiamo il caso noi avessimo individuato il problema... a volte tendiamo noi a riportarlo o analizzarlo troppo, ingigantendolo o pensando chissà cosa bisogna capire o cos'altro ci sia da scoprire e questo secondo me porta ansia e ci fà rimanere fermi... io penso che una volta arrivati lì bisogna capire quali pensieri disfunzionali quel problema ha causato...
tu sei sicura di non aver capito qualè il problema?


Inviato da: pensierostupendo il Sabato, 16-Feb-2013, 16:08
Si ma non pensate che ostinarsi a capire l'ansia non è altro che il gioco di capire sempre tutto? Della perfezione?
C'è ansia, e allora? Se non sapete vivere senza capire nei minimi dettagli come funziona l'ansia allora è un sistema ossessivo, di difesa, dove il comportamento si sta nascondendo.

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 16:29
QUOTE (pensierostupendo @ Sabato, 16-Feb-2013, 15:08)
Si ma non pensate che ostinarsi a capire l'ansia non è altro che il gioco di capire sempre tutto? Della perfezione?
C'è ansia, e allora? Se non sapete vivere senza capire nei minimi dettagli come funziona l'ansia allora è un sistema ossessivo, di difesa, dove il comportamento si sta nascondendo.

E allora mi spieghi come mai anche quando cerco di non capire l'ansia c'è ugualmente?
perchè io non posso godermi la libertà di vivere come voglio perchè non riesco a fare un passo da sola?
tutto questo senza starmi ad analizzare... a me viene e basta!!!
quindi? cosa dovrei fare?
accontentarmi di stare così?
oppure andare ugualmente?
bene, io non riesco, il panico a me blocca completamente...
e sono una che prova e riprova...
non sto ferma.
tant'è che infatti ho iniziato a cercare di capire... ma questo è avvenuto dopo, questa ricerca ossessiva è la conseguenza del mio fare senza ottenere risultati...

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 16-Feb-2013, 16:30
Le tue parole a volte mi fanno capire che chi ha l'ansia non legga bene e interpreti a modo suo le cose. (non c'è l'ho con te sia chiaro... PSICO smile.gif )
Però è comprensibile...

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 16:34
QUOTE (Dr.Dock @ Sabato, 16-Feb-2013, 15:30)
Le tue parole a volte mi fanno capire che chi ha l'ansia non legga bene e interpreti a modo suo le cose. (non c'è l'ho con te sia chiaro... PSICO smile.gif )
Però è comprensibile...

cosa non ho capito?
a volte non è ansia sai?!
potrebbe essere che non so leggere e capire bene...

Inviato da: giovannalapazza il Sabato, 16-Feb-2013, 16:39
io lo metto in evidenza

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 16-Feb-2013, 16:41
Prova a leggere il corsivo...




No, cerchiamo di chiarire.
La questione dell'ansia è abbastanza complessa.
Ci sono forme d'ansia dovute ad un eccessivo perfezionismo. Cioè la persona è convinta che solo avendo tutto perfetto o tutto sotto controllo possa essere felice. Così deve fare troppe cose e gli viene l'ansia oppure pensa che questo perfezionismo lo opprima e gli viene un'altro tipo di ansia.


Ma ci sono anche forme d'ansia dovute ad un calo dell'umore, quindi uno sta a casa oppure subisce una delusione e poi pian piano si convince di essere infelice, per cui basterebbe solo uscire un po' più spesso, impegnarsi a fare le cose, accettare il momento e poi magari qualcosa di inaspettato (per esempio un nuovo compagno) riportano la serenità.

Poi ci sono casi dove la persona ha avuto un periodo di stress per cui, anche se questo è finito, gli squilibri che ha portato e la stanchezza favoriscono stati ansiosi senza più la causa che li ha generati.


Come vedete è complesso il discorso. Anche pensare di avere una causa per tutta l'ansia, paradossalmente, può essere la causa dell'ansia, cioè pensare all'ansia provoca l'ansia.
E questo secondo me è il caso della maggior parte delle persone qui dentro.
Del resto anche gli attacchi di panico sono così, la prima volta uno può sentirsi male per un'indigestione e si mette talmente paura da farsi venire un attacco. Poi, quando il problema è finito, si è sempre iperconcentrati e in tensione e al minimo segnale scatta un nuovo attacco.


No secondo me è proprio ansia. Nella TCC c'è un aspetto cognitivo sbagliato (i famosi problemi a monte):
la chiamano "squalifica del lato positivo" per cui si tende ad escludere le cause più banali e a immaginare un problema ben peggiore.

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 16:54
quindi sei dell'idea di non andare alla ricerca del problema?

Inviato da: pensierostupendo il Sabato, 16-Feb-2013, 16:56
QUOTE (manola @ Sabato, 16-Feb-2013, 15:29)
QUOTE (pensierostupendo @ Sabato, 16-Feb-2013, 15:08)
Si ma non pensate che ostinarsi a capire l'ansia non è altro che il gioco di capire sempre tutto? Della perfezione?
C'è ansia, e allora? Se non sapete vivere senza capire nei minimi dettagli come funziona l'ansia allora è un sistema ossessivo, di difesa, dove il comportamento si sta nascondendo.

E allora mi spieghi come mai anche quando cerco di non capire l'ansia c'è ugualmente?
perchè io non posso godermi la libertà di vivere come voglio perchè non riesco a fare un passo da sola?
tutto questo senza starmi ad analizzare... a me viene e basta!!!
quindi? cosa dovrei fare?
accontentarmi di stare così?
oppure andare ugualmente?
bene, io non riesco, il panico a me blocca completamente...
e sono una che prova e riprova...
non sto ferma.
tant'è che infatti ho iniziato a cercare di capire... ma questo è avvenuto dopo, questa ricerca ossessiva è la conseguenza del mio fare senza ottenere risultati...

Non credo sia la soluzione migliore 'capire' per risolvere i problemi che ti blocchi e hai attacchi di panico. È troppo rassicurante capire l'ansia per non bloccarsi.

Se nel tuo caso è la timidezza, che fa si che tu non ti imposti bene nelle situazioni, e ti blocchi col panico, dovresti analizzare più questo, che cercare convinzioni altrove per fortificarti. Domani sei punto e daccapo.

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 16:57
secondo me anche quando non c'è ansia, apparentemente, ci sono meccanismi che mettiamo in atto... e non ci fanno vivere la vita come si dovrebbe... e allora puoi leggere diecimila libri, sapere, ma continuare cmq a non vivere come si dovrebbe... e allora poi non c'è più ansia ma c'è tristezza... quale delle due è peggio?
non lo so
sbaglierò
però per me è capire in superficie...

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 17:00
QUOTE (pensierostupendo @ Sabato, 16-Feb-2013, 15:56)
QUOTE (manola @ Sabato, 16-Feb-2013, 15:29)
QUOTE (pensierostupendo @ Sabato, 16-Feb-2013, 15:08)
Si ma non pensate che ostinarsi a capire l'ansia non è altro che il gioco di capire sempre tutto? Della perfezione?
C'è ansia, e allora? Se non sapete vivere senza capire nei minimi dettagli come funziona l'ansia allora è un sistema ossessivo, di difesa, dove il comportamento si sta nascondendo.

E allora mi spieghi come mai anche quando cerco di non capire l'ansia c'è ugualmente?
perchè io non posso godermi la libertà di vivere come voglio perchè non riesco a fare un passo da sola?
tutto questo senza starmi ad analizzare... a me viene e basta!!!
quindi? cosa dovrei fare?
accontentarmi di stare così?
oppure andare ugualmente?
bene, io non riesco, il panico a me blocca completamente...
e sono una che prova e riprova...
non sto ferma.
tant'è che infatti ho iniziato a cercare di capire... ma questo è avvenuto dopo, questa ricerca ossessiva è la conseguenza del mio fare senza ottenere risultati...

Non credo sia la soluzione migliore 'capire' per risolvere i problemi che ti blocchi e hai attacchi di panico. È troppo rassicurante capire l'ansia per non bloccarsi.

Se nel tuo caso è la timidezza, che fa si che tu non ti imposti bene nelle situazioni, e ti blocchi col panico, dovresti analizzare più questo, che cercare convinzioni altrove per fortificarti. Domani sei punto e daccapo.

Sono davvero sfinita...
forse davvero non capisco... ed è per questo che continuo a sbagliare...

GRAZIE PSICO smile.gif

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 16-Feb-2013, 17:02
Ricorda una cosa: quando cerchi di capire l'ansia tu vivi l'ansia, cioè sei preoccupata perché focalizzata sul problema.

E poi tu dici che l'ansia viene perché c'è un qualcosa dentro di noi sbagliato, cioè viviamo una vita non nostra.
A me questo sta bene, per certi versi è giusto però tu usi lo stesso meccanismo con cui hai vissuto (cioè quello che ti ha portato ad avere ansia) per studiare la tua ansia.

In questo modo l'ansia è venuta ma non se ne andrà mai.
Riflettici.

Inviato da: pensierostupendo il Sabato, 16-Feb-2013, 17:06
QUOTE (manola @ Sabato, 16-Feb-2013, 16:00)
QUOTE (pensierostupendo @ Sabato, 16-Feb-2013, 15:56)
QUOTE (manola @ Sabato, 16-Feb-2013, 15:29)
QUOTE (pensierostupendo @ Sabato, 16-Feb-2013, 15:08)
Si ma non pensate che ostinarsi a capire l'ansia non è altro che il gioco di capire sempre tutto? Della perfezione?
C'è ansia, e allora? Se non sapete vivere senza capire nei minimi dettagli come funziona l'ansia allora è un sistema ossessivo, di difesa, dove il comportamento si sta nascondendo.

E allora mi spieghi come mai anche quando cerco di non capire l'ansia c'è ugualmente?
perchè io non posso godermi la libertà di vivere come voglio perchè non riesco a fare un passo da sola?
tutto questo senza starmi ad analizzare... a me viene e basta!!!
quindi? cosa dovrei fare?
accontentarmi di stare così?
oppure andare ugualmente?
bene, io non riesco, il panico a me blocca completamente...
e sono una che prova e riprova...
non sto ferma.
tant'è che infatti ho iniziato a cercare di capire... ma questo è avvenuto dopo, questa ricerca ossessiva è la conseguenza del mio fare senza ottenere risultati...

Non credo sia la soluzione migliore 'capire' per risolvere i problemi che ti blocchi e hai attacchi di panico. È troppo rassicurante capire l'ansia per non bloccarsi.

Se nel tuo caso è la timidezza, che fa si che tu non ti imposti bene nelle situazioni, e ti blocchi col panico, dovresti analizzare più questo, che cercare convinzioni altrove per fortificarti. Domani sei punto e daccapo.

Sono davvero sfinita...
forse davvero non capisco... ed è per questo che continuo a sbagliare...

GRAZIE PSICO smile.gif

Sei sfinita perché lavori troppo sul capire.
Ora ti devi dei mettere a capire anche l'ansia, come funziona, come su muove, e tutte le sue varie generalizzazioni. È un lavoraccio anche questo. Ed è solo una rassicurazione che ti serve per altro.


Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 17:07
No
io dico che c'è qualcosa che può essere un trauma o altro che ci ha danneggiati a tal punto da mettere in atto meccanismi di difesa... e avere la percezione di alcune cose sbagliata...
sbagliata per te che leggi, normale per me che la vivo.
se non si capisce cosa c'è di sbagliato... come si può smontare un meccanismo??

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 17:10
QUOTE (pensierostupendo @ Sabato, 16-Feb-2013, 16:06)
QUOTE (manola @ Sabato, 16-Feb-2013, 16:00)
QUOTE (pensierostupendo @ Sabato, 16-Feb-2013, 15:56)
QUOTE (manola @ Sabato, 16-Feb-2013, 15:29)
QUOTE (pensierostupendo @ Sabato, 16-Feb-2013, 15:08)
Si ma non pensate che ostinarsi a capire l'ansia non è altro che il gioco di capire sempre tutto? Della perfezione?
C'è ansia, e allora? Se non sapete vivere senza capire nei minimi dettagli come funziona l'ansia allora è un sistema ossessivo, di difesa, dove il comportamento si sta nascondendo.

E allora mi spieghi come mai anche quando cerco di non capire l'ansia c'è ugualmente?
perchè io non posso godermi la libertà di vivere come voglio perchè non riesco a fare un passo da sola?
tutto questo senza starmi ad analizzare... a me viene e basta!!!
quindi? cosa dovrei fare?
accontentarmi di stare così?
oppure andare ugualmente?
bene, io non riesco, il panico a me blocca completamente...
e sono una che prova e riprova...
non sto ferma.
tant'è che infatti ho iniziato a cercare di capire... ma questo è avvenuto dopo, questa ricerca ossessiva è la conseguenza del mio fare senza ottenere risultati...

Non credo sia la soluzione migliore 'capire' per risolvere i problemi che ti blocchi e hai attacchi di panico. È troppo rassicurante capire l'ansia per non bloccarsi.

Se nel tuo caso è la timidezza, che fa si che tu non ti imposti bene nelle situazioni, e ti blocchi col panico, dovresti analizzare più questo, che cercare convinzioni altrove per fortificarti. Domani sei punto e daccapo.

Sono davvero sfinita...
forse davvero non capisco... ed è per questo che continuo a sbagliare...

GRAZIE PSICO smile.gif

Sei sfinita perché lavori troppo sul capire.
Ora ti devi dei mettere a capire anche l'ansia, come funziona, come su muove, e tutte le sue varie generalizzazioni. È un lavoraccio anche questo. Ed è solo una rassicurazione che ti serve per altro.

Un lavoraccio che dura anni... eppure mal pagato PSICO wink.png

Inviato da: pensierostupendo il Sabato, 16-Feb-2013, 17:17
QUOTE (manola @ Sabato, 16-Feb-2013, 16:07)
.
se non si capisce cosa c'è di sbagliato... come si può smontare un meccanismo??

Sta proprio qui, in questo che dici, ciò che ti frega: continuare a capire cosa c'è di sbagliato.

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 17:23
QUOTE (pensierostupendo @ Sabato, 16-Feb-2013, 16:17)
QUOTE (manola @ Sabato, 16-Feb-2013, 16:07)
.
se non si capisce cosa c'è di sbagliato... come si può smontare un meccanismo??

Sta proprio qui, in questo che dici, ciò che ti frega: continuare a capire cosa c'è di sbagliato.

ma questa ricerca è iniziata q dopo aver provato e riprovato a fare nonostante l'ansia così è arrivato il panico... dopo il panico, le ossessioni, ora il panico... se quando non ero alla ricerca del perchè io avevo cmq ansia e panico, non trovi normale che una persona inizi a capire il perchè?
leggendo come ho fatto
mettendo in pratica le strategie come ho fatto
se non basta...
e se già ho vissuto questo stato senza mettermi ad analizzarla cosa mi è rimasto fare?

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 16-Feb-2013, 17:24
Forse la tua ansia ti sta dicendo: "non concentrarti troppo sul passato ad analizzare, vivi il presente".
Visto come si smontano le tue convinzioni?
Forse ti concentri sul passato perchè è comodo dato che lo conosci al posto di vivere il presente fatto di incognite.

Forse pensi che ragionando puoi risolvere i tuoi problemi. Un aspetto del rimuginare ansioso è proprio questo. (Non si risolve ragionando, si può stare peggio).

Forse l'ansia ti è venuta per un problema e poi tu indagando hai cominciato ad esplorare il tuo passato alla ricerca di altri motivi della tua ansia, epoi ti sei convinta (mentre avevi ansia) che la causa perchè ora stai male è nel tuo passato.


Vedi quante cose escono fuori? E te le ho scritte di getto...

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 17:30
Quindi dr.dock quello che cerchi di dirmi è che... vivendo il presente il gioco è fatto?

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 16-Feb-2013, 17:38
Sei molto abile a manipolare le mie parole...
O continui a non leggere bene oppure lo fai apposta. PSICO smile.gif PSICO rolleyes.gif

Inviato da: pensierostupendo il Sabato, 16-Feb-2013, 17:46
QUOTE (manola @ Sabato, 16-Feb-2013, 16:23)
QUOTE (pensierostupendo @ Sabato, 16-Feb-2013, 16:17)
QUOTE (manola @ Sabato, 16-Feb-2013, 16:07)
.
se non si capisce cosa c'è di sbagliato... come si può smontare un meccanismo??

Sta proprio qui, in questo che dici, ciò che ti frega: continuare a capire cosa c'è di sbagliato.

ma questa ricerca è iniziata q dopo aver provato e riprovato a fare nonostante l'ansia così è arrivato il panico... dopo il panico, le ossessioni, ora il panico... se quando non ero alla ricerca del perchè io avevo cmq ansia e panico, non trovi normale che una persona inizi a capire il perchè?
leggendo come ho fatto
mettendo in pratica le strategie come ho fatto
se non basta...
e se già ho vissuto questo stato senza mettermi ad analizzarla cosa mi è rimasto fare?

No, meglio non capire il perché. È cercare qualcosa di troppo perfetto. Anche se non capisci questo hai la possibilità di vivere ugualmente facendo cose giuste o meno giuste o sbagliate. È sono proprio gli sbagli quello che ti cerchi di coprire con la perfezione dei pensieri e il capire tutto.

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 17:53
Lo faccio apposta e non so leggere bene...
Ti ho rovinato la discussione e mi dispiace e se continuo so per certo che non finirò di dire la mia... convinzioni o convinzioni sbagliate?
non lo so
io so solo che ho vissuto tutto in 9 anni
una me che non analizzava ed aveva l'ansia
una me che inevitabilmente per capire cosa aveva ha iniziato ad analizzare e aveva l'ansia ugualmente
quindi la soluzione sta nel mezzo

ci sono persone ( me compresa) che non vivono come dovrebbero,
che non si lasciano andare come dovrebbero
perchè hanno paura
e secondo "voi" in questo davvero non c'è una causa da andare a ricercare e modificare?
per vivere meglio intendo...
non per ossessionarsi, ovvio...
e ripeto, l'ho scritto prima, non è l'ansia l'unico aspetto che si dovrebbe prendere in considerazione qui...
perchè non è solo l'ansia l'unico sintomo di una vita non vissuta...




Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 16-Feb-2013, 18:04
Tu non rovini niente, non ti devi sentire in colpa di nulla, anzi mi ha sempre fatto molto molto piacere parlare con te. PSICO smile.gif

Tu dici che hai paura di lasciarti andare. Bene quello è un ottimo punto di partenza, ma il voler analizzare di certo non ti aiuta in questo senso.

Capire dove sbagli oggi è molto più utile. PSICO wink.png

Inviato da: anna-m il Sabato, 16-Feb-2013, 18:18
scusate se mi intrometto....
ma questo argomento mi interessa particolarmente!

secondo me c'è sempre un motivo dietro l' ansia!
I motivi possono essere più o meno gravi a seconda della sensibilità delle persone e ad una predisposizione caratteriale,

magari è un lutto non elaborato, mancanza di gratificazione da parte dei genitori, profonda insicurezza ecc ecc.

Il problema cara Manola è che ora nella bolla d' ansia in cui vivi non potrai mai capire ed affontare il problema.... perchè faresti solo il gioco del doc!!!

magari potresti individuare come possibile causa qualcosa che proprio non ha nulla a che vedere con la tua ansia trovando così l'ennesima rassicurazione!!!!

Dovresti imparare a non rispondere...tu dici di farlo ma non è così.... stai sempre a controllarti.... anche questa continua ricerca non ti puzza di ossessine?????? dry.gif

Un motivo c'è....ma lo capirai quando starai meglio e inizierai a modificare le tue convinzioni.....



Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 18:20
Capire dove si sbaglia è comunque parte di un analisi...
il problema è che c'è chi lo fà troppo e chi non lo fà per niente.
e per me è uno sbaglio in entrambi i casi.
conosco persone che pur sapendo di averlo un disagio fanno finta di niente magari occupando il tempo facendo altro...
ma quel disagio c'è comunque, non trovi?
e per me avere un disagio è avere comunque sofferenza ...
ecco perchè dico che ok smontare l'ansia a patto che non si trasformi in altro... e in altro ancora per poi tornare al punto di partenza...

altro è cmq dolore secondo me...

ed io sono allergica al dolore, sia se lo provo io, sia se lo percepisco in altri...
e quando si parla di queste cose riesco ad andare fuori tema ecco perchè dico che mi dispiace averti rovinato la discussione...

ti ringrazio però per le prime righe...
è lo stesso per me...
infatti sono presente anche oggi nella tua discussione...
che non è mai scontata... anzi...

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 16-Feb-2013, 18:24
QUOTE (anna-m @ Sabato, 16-Feb-2013, 17:18)
scusate se mi intrometto....
ma questo argomento mi interessa particolarmente!

secondo me c'è sempre un motivo dietro l' ansia!
I motivi possono essere più o meno gravi a seconda della sensibilità delle persone e ad una predisposizione caratteriale,

magari è un lutto non elaborato, mancanza di gratificazione da parte dei genitori, profonda insicurezza ecc ecc.

Il problema cara Manola è che ora nella bolla d' ansia in cui vivi non potrai mai capire ed affontare il problema.... perchè faresti solo il gioco del doc!!!

magari potresti individuare come possibile causa qualcosa che proprio non ha nulla a che vedere con la tua ansia trovando così l'ennesima rassicurazione!!!!

Dovresti imparare a non rispondere...tu dici di farlo ma non è così.... stai sempre a controllarti.... anche questa continua ricerca non ti puzza di ossessine?????? dry.gif

Un motivo c'è....ma lo capirai quando starai meglio e inizierai a modificare le tue convinzioni.....

Esattamente.
In più vivere il più delle volte fa risolvere i problemi, quando mettersi a pensare li complica.

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 16-Feb-2013, 18:29
Certo bisogna risolvere i problemi, non far finta di nulla cercando di trovare altre soddisfazioni per dimenticare.
Quello che sto cercando di dirti è che mettersi troppo a pensare, soprattutto quando hai ansia, ti porta a commettere errori di valutazione.

Poi ti faccio presente che molto spesso le persone depresse sono tali perché dopo delusioni si lasciano andare senza vivere più la vita, quindi non facendo quelle esperienze che gli permetterebbero di capire che le convinzioni che si sono formate stando a casa sono profondamente sbagliate.


Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 19:21
QUOTE (anna-m @ Sabato, 16-Feb-2013, 17:18)
scusate se mi intrometto....
ma questo argomento mi interessa particolarmente!

secondo me c'è sempre un motivo dietro l' ansia!
I motivi possono essere più o meno gravi a seconda della sensibilità delle persone e ad una predisposizione caratteriale,

magari è un lutto non elaborato, mancanza di gratificazione da parte dei genitori, profonda insicurezza ecc ecc.

Il problema cara Manola è che ora nella bolla d' ansia in cui vivi non potrai mai capire ed affontare il problema.... perchè faresti solo il gioco del doc!!!

magari potresti individuare come possibile causa qualcosa che proprio non ha nulla a che vedere con la tua ansia trovando così l'ennesima rassicurazione!!!!

Dovresti imparare a non rispondere...tu dici di farlo ma non è così.... stai sempre a controllarti.... anche questa continua ricerca non ti puzza di ossessine?????? dry.gif

Un motivo c'è....ma lo capirai quando starai meglio e inizierai a modificare le tue convinzioni.....

Ciao Anna...PSICO smile.gif
non penso che in questo caso c'entri il doc se è così vuol dire che è una vita che ragiono ossessionandomi.
se la memoria non m'inganna però quando ad esempio ho iniziato a soffrire di attacchi di panico io cercavo di capire e smontare il meccanismo, non di capire da dove venivano e ti dico questo con certezza perchè solo dopo tanto tempo sono venuta a conoscenza che nche gli attacchi di panico sono un campanello d'allarme che ci dice che qualcosa non và nella nostra vita e cmq fatto stà che non sono risucita mai ad uscire da quel circolo tant'è che ne soffro ancora e da 9 anni.
solo in quel momento ho iniziato ad analizzare non primal, e ti dirò che io rispetto a prima ho fatto miglioramenti, andando in terapia, capendo alcune cose.
ecco perchè secondo me è importante anche capire da dove arrivi tutto questo.

lasciando da parte gli attacchi di panico
volevo rispondere a dr.dock
io prima dell'ansia vivevo
e vivevo con dei disagi
sempre gli stessi

ma non mi analizzavo
ero una che non avev tempo per farlo
vivevo
ma i disagi erano sempre lì e sono ancora qui
quindi anche in questo caso ti dico
che forse esistono disagi e disagi
convinzioni e convinzioni
e non sempre vivendo riusciamo a oltrepassare quella barriera che ci siamo costruiti
a volte è più forte della forza di volontà
più del sapere che sbagliamo
più di tutto
la paura a volte è molto più profonda di un semplice meccanismo...

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 16-Feb-2013, 19:45
Il tuo problema secondo me è proprio quello di esporti, hai un po' di bassa autostima quindi hai dei dubbi sulla vita, su te stessa, sugli altri.
Tendi a metterti in secondo piano, a sacrificarti, a non essere soddisfatta di quello che fai.

Gli attacchi di panico in questo senso hanno un significato. Poi però l'ansia è diventata cronica cioè ai problemi iniziali si sono sovrapposti quelli d'ansia.
L'ansia iniziale che aveva il significato che dicevi tu (cioè quella di farti riflettere su come vivi) è diventata un ulteriore motivo di preoccupazione.
Per cui tu cerchi i motivi oggi dell'ansia e non li trovi, anzi, hai modo per stare ancora più male.


Secondo me hai bisogno di un'amica "vera" che ti faccia sentire importante, che ti aiuti.
Una che sta bene con se stessa e quindi può aiutare anche te a vedere dove sbagli.
Da sola usi la logica che hai sempre usato e, spesso, non riesci a vedere dove sbagli. Questo succede a tutti.

Tu pensi alle cause profonde, io ti dico che magari basta poco per star meglio.

Inviato da: manola il Sabato, 16-Feb-2013, 21:15
Ecco ora questo discorso lo sento più mio, più logico tongue.gif
perchè ok che non si deve vivere di logica ma secondo me in alcuni casi è essenziale altrimenti si fà un casino.
E probabilmente che ci sia la necessità di lavorare su più fronti.
non esiste, insomma, una verità assoluta, come non esiste una terapia che va bene per tutti.

Ogni persona è a se, andrebbe vista ogni storia e ogni vissuto.
poi che sia giusto bloccare anche un meccanismo che amplifica o che comunque non aiuta ma peggiora, sono d'accordo con te.

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 17-Feb-2013, 12:15
Nella mia guida nella sezione strategica ho messo un link sui pensieri disfunzionali che tutti abbiamo, anche quelli che non hanno l'ansia, solo che chi ha i pensieri ansiosi parte da una convinzione sbagliata e poi ci rimane intrappolato perché la crede vera e la carica di paura.
Quindi al posto di mettere in discussione il suo pensiero originario (che sente proprio) ne discute il contenuto.
Io mi sono accorto che chi ha questi problemi è molto sensibile, ha una parte emozionale molto sviluppata però non gli da spazio, cioè non vede la paura come un'emozione che tutti hanno ma la combatte con la logica, logica che è molto sviluppata.
Ci sono molti ansiosi che tentano di controllare, vogliono sapere, sono perfezionisti, pretendono molto da se stessi e non accettano se stessi. In una parola, hanno un EGO molto sviluppato.
La paura per alcuni è come un richiamo, va risolta perché se no si ha paura di quella paura. Ma se non si avesse paura non sarebbe paura, no?



Visto che non so quanti leggeranno quel link, ve li scrivo qui così potete anche discutere di queste distorsioni cognitive, cioè quei pensieri che sono a monte e condizionano il nostro modo di vedere la vita.
Inoltre, andando a correggere questi pensieri diminuisce anche la ruminazione, cioè il rimuginamento mentale che non fa altro che abbassare l'umore e farci sentire più tristi e ansiosi.
Al posto di vivere nella mente, cioè stare tutto il giorno a discutere di pensieri, il cui contenuto è distorto, si può cominciare a vedere la vita in maniera diversa.
Ne metto uno al giorno così ognuno può cominciare a correggersi ed ha tempo di metabolizzare il pensiero.

Oggi parlo dell' INFERENZA ARBITRARIA
L'inferenza arbitraria è quando si arriva a conclusioni sbagliate senza avere prove sufficienti a giustificarle

esempi:
➣Quando una persona che conosciamo ha attraversato la strada senza salutarci si può pensare: "Non mi ha salutato perchè non voleva parlarmi" (Quando magari non ci ha visto, oppure si sentiva triste e non voleva parlare con nessuno)

➣Quando devo fare una presentazione in pubblico: "Oddio, sicuramente andrà male, mi verrà un vuoto e farò un brutta figura" (Questo è il futuro, come si fa a conoscerlo? Quali sono le prove? Certo è che quello che si teme poi lo si vive, per cui se io temo, quando devo parlare la paura mi fa vivere esattamente quello che temevo).

➣Quando una persona non ci chiama pensiamo: "Non mi ha pensato" (Quando magari era troppo impegnato con il lavoro).

PSICO ciao.gif

Inviato da: manola il Domenica, 17-Feb-2013, 14:19
NOn hai scritto come correggerli però tongue.gif come fare, come comportarsi, come non acoltare...ci si deve comportare come i pensieri intrusivi? si deve fare lo stop, si deve non dare peso? però questi pensieri una volta che vengono ci condizionano comunque... io ad esempio cerco di non ascoltarli ma l'ansia si fà strada all'istante, appena viene il pensiero... che come sappiamo è automatico...

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 17-Feb-2013, 16:23
Allora, i pensieri intrusivi portano ansia.
Questi invece portano a rimugirnarci sopra e a stati come delusione, tristezza, rabbia, indecisione, cioè stati negativi.
Non sono da eliminare in senso assoluto, sono da limitare perché è la somma di questi pensieri che ci porta a stare male, non il singolo.

Oltre ad essere automatici, sono radicati in noi, cioè li accettiamo per veri quindi il grosso passo da fare e riconoscerli.
Poi la correzione si basa sulla messa in discussione.
Non ho scritto come correggerli perché la soluzione sta già nel riconoscerli, quando capisci questo sei a metà dell'opera.

Ti faccio un esempio con quelli proposti:
il tuo compagno non ti chiama e tu pensi "non mi chiama perché non mi ama"---> tu puoi correggere e dire "aspetta, cosa centra l'amare con il telefonare sempre. E se è occupato? E se ha il cellulare che non prende? Mi deve chiamare per forza per sapere che mi ama o mi bastano le dimostrazioni che già ho?".
E se il pensiero è ossessivo si può dire: "la mia è paura che non mi ami. Per forza che ho questo pensiero, questo è un dubbio ansioso. Ci sta perché l'ansia mette i dubbi. Ora posso fare altro".




Adesso che mi ci hai fatto pensare scriverò anche una semplice soluzione per correggere il pensiero, almeno quelli che hanno difficoltà possono lavorarci con maggiore efficacia. PSICO smile.gif

Inviato da: manola il Domenica, 17-Feb-2013, 16:41
mmmmmm e se tutte quelle domande che ci poniamo fossero il frutto di una intuizione? e fosse giusta?
mi sa di meccanismo ossessivo quello che ho appena scritto... è così?
cmq mi rendo conto di quanto per me fosse considerato normale pensare così...
cioè ancora lo considero normale, inizio a capire ora... PSICO smile.gif

Inviato da: manola il Domenica, 17-Feb-2013, 16:42
però il fatto dell intuizione potrebbe essere no?
cmq è scatenata anche lei da un'emozione...
perchè non crederle?

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 17-Feb-2013, 16:43
Si esatto.
Tu mi stai dicendo che riconosci il pensiero disfunzionale e, nonostante ti metta ansia, pensi che sia un intuizione o abbia un secondo significato.

Non c'è nessun significato, l'ansia ti vuole far credere, cioè ti mette il tarlo.

Inviato da: manola il Domenica, 17-Feb-2013, 16:49
Non riconosco il pensiero disfunzionale, "sento" il pensiero, ma è un pensiero mio, lo credo vero... normale... mi parlo, mi rispondo, e litigo pure PSICO D.gif
ora sto capendo che è disfunzionale...
ma ti chiedo, se fosse invece un' intuizione?
ci sono storie di persone che arrivano a capire pensando a fatti...
cioè se uno non ti chiama una due tre quattro volte...
magari non gli frega davvero...

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 17-Feb-2013, 16:53
Certamente, infatti la correzione è proporsi un'alternativa più elastica.

Qui si parla di persone che, anche se non le chiami una volta soltanto fanno pensieri negativi.

Inviato da: manola il Domenica, 17-Feb-2013, 17:00
ah ok... sono anche io così ahahahahah tongue.gif

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 17-Feb-2013, 17:10
Ci avrei scommesso... PSICO-asd.gif

Allora prendi l'evidenziato e sottolinea i tuoi presunti errori, senza incolparti perché se sbagli non importa. Poi prendi una penna e scrivi la tua vita.

Inviato da: manola il Domenica, 17-Feb-2013, 17:22
come scrivo la mia vita? ehm... tutta la mia vita? ahahahah wacko.gif

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 17-Feb-2013, 17:30
Un frase per volta. L'importante è non usare il bianchetto ma l'evidenziatore per quello che devi correggere.

Inviato da: manola il Domenica, 17-Feb-2013, 17:37
mmmommmmmm ma io non ricordo tutte le volte che ho avuto pensieri disfunzionali... non sarebbe meglio iniziare a scriverli da adesso? PSICO D.gif

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 17-Feb-2013, 17:45
Certo, io intendo a partire da oggi.

Inviato da: manola il Domenica, 17-Feb-2013, 17:46
ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh PSICO D.gif okkkkk PSICO smile.gif

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 18-Feb-2013, 11:05
Oggi parlo del PENSIERO DICOTOMICO

Il pensiero dicotomico consiste nel ragionare per estremi senza vie di mezzo. O tutto o nulla, o vero o falso, giusto o sbagliato, un atteggiamento estremamente rigido.

esempi:
➣ Una persona potrebbe avere un'ansia anticipatrice del tipo: "Se farò un errore sarà un fallimento"

➣ Una persona pensa ad aiutare un'amica in maniera perfezionista: "Se smetto di aiutarla vuol dire che sono insensibile" (...quando magari si è stanchi e si vuole un po' di tempo per se stessi)

➣ Una persona cucina la cena per gli ospiti e: "Si è un po' scotta la pasta! Questa cena è indegna".

➣ Una persona che si programma la giornata e salta un'impegno che si era prefissato: "Ora, la mia giornata è rovinata."




SOLUZIONE
Per esempio quella della persona con un programma prefissato, si denota un'estrema rigidezza. In queste persone, il perfezionismo è fonte di insoddisfazione e di tristezza, fallimento, le cose si prendono sul personale.
Cominciare ad allentare la presa. La vita vista così non è un po' troppo rigida? Forse, la cena è una rappresentazione di noi stessi, almeno quella deve essere perfetta perchè noi non lo siamo?
Dobbiamo mostrare a qualcuno che valiamo? È più importante il perfezionismo o come ci sentiamo? È più importante che la cena sia perfetta o che si cucina qualcosa per gli ospiti perchè si vuole passare una bella serata?
Se non aiuto un'amica una volta perchè non mi va, questo fa di me una persona insensibile? E se mi sforzo di esserlo, sono veramente io così oppure sono forzata, quindi non spontanea?

Inviato da: manola il Lunedì, 18-Feb-2013, 11:59
Tu mi conosci... Tu parli di me... ahahahahah grande dott PSICO smile.gif

Inviato da: manola il Lunedì, 18-Feb-2013, 12:03
Sul fatto dell essere più o meno spontanei... come si fà a capire però... cioè quando un atteggiamento è bello che radicato in noi come si fà a capire realmente se uno lo fà per forzatura... gli altri punti per quanto mi riguarda sono più semplici da comprendere... quest ultimo no...

aiutare per me è fondamentale e anche quando non mi và sento di volerlo fare lo stesso... ma perchè sento proprio di volerlo fare... non sento forzatura... non so se comprendi... però so che magari quel giorno non mi và o meglio non ho molte energie, sono magari depressa di mio... uff che casino PSICO sad.gif

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 18-Feb-2013, 12:18
Si, certo. Ti capisco.
La prima cosa che devi capire è che non devi cambiare completamente, cioè devi permettere a te stessa di dirti che sei una persona che fa errori, sbaglia. È normale, sei una che sbaglia, non sei perfetta.

Riesci ad accettarlo? Devi prendere per mano quella parte insicura di te e sentirla tua, tu sei così. Ti piace fare le cose ma anche sbagliare.

Questo problema che dici fa parte sempre della carenza di un dialogo interno con te stessa.
Quando non ti va, non ti va. Punto. Ti senti stanca, dici "scusa, facciamo un'altra volta".
Se l'altro non capisce, il problema è dell'altra persona.
Dire di no è un tuo diritto e non offendi nessuno.

La priorità sei tu, devi essere più flessibile. Inconsciamente tu applichi un meccanismo ormai appreso, cioè quello di dare più importanza agli altri.
Questo ti rende felice, è vero, però trascuri te stessa.
Quindi, prima devi lasciare spazio a te stessa, e poi se puoi e vuoi aiutare gli altri.

Ricorda che per stare con gli altri bisogna stare prima bene con se stessi.

Inviato da: manola il Lunedì, 18-Feb-2013, 13:51
Lo so.
E c'ho provato tante volte a dire di no... ma quando l'ho fatto sono stata di un male atroce.
Capisco però che non è un atteggiamento giusto, quel male probabilmente è dovuto al senso di colpa, ai pensieri disfunzionali che hai già scritto... quello di non sentirmi perfetta, di non trovare giusto non occuparmi degli altri quando hanno bisogno.
Sapere che qualcuno ha bisogno di me ed io non ci sono perchè mi sento giù di mio mi fà sentire "cattiva", mi fà sentire male... sono capace poi di pensare per ore ed ore a quell'amica... in quel caso non è meglio prestare aiuto?
tanto sempre male sto!!!

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 18-Feb-2013, 14:14
È proprio il senso di colpa che tiene in vita questa situazione, e il senso di colpa è basato sul pensiero disfunzionale che ho trattato oggi.

Stai male perché ti dai un'etichetta basata su un concetto sbagliato.
Facendo come fai, non vivi, quello è sacrificarsi.
Va bene che aiuti gli altri, vuol dire che sei altruista però devi farlo quando te lo senti non trascurando te stessa, i tuoi sogni, la tua vita, i tuoi impegni.

Se aiuti gli altri trascurando te stessa, dentro pian piano ti spegni e non potrai essere d'aiuto agli altri.
Ci hai mai pensato?

Inviato da: manola il Lunedì, 18-Feb-2013, 14:41
Si però forse io la vivo in maniera diversa.
Non so se sia veramente per senso di colpa che poi ci sto male.
A me fà male sapere se una persona sta male e se non l'aiuto il male aumenta.
Può definirsi senso di colpa?

Penso che il concetto di colpa sia difficile da capire.
Io ad esempio una volta, lo scrissi anche qui, non avevo voglia di fare una cosa perchè ero arrabbiata. avevo solo poche ore per decidere se farla o meno. Alla fine l'ho fatto, e sono stata felice di aver cambiato idea.
sono stata giorni interi a spaccarmi la testa per questa cosa.
mi domandavo se lo avessi fatto solo per senso di colpa, o perchè ci tenessi davvero.
questo perchè a quella persona io ci tengo in maniera particolare.
però questo ha comportato il pensiero orrendo di non sapere anche in quel caso chi fossi.
se ero quella che lo faceva solo per senso di colpa, allora non ci teneva abbastanza.
se lo facevo invece perchè lo volevo è stato e mi è sembra un discorso più coerente rispetto al sentimento che nutro per quella persona.

anche adesso che lo sto scrivendo mi sta salendo l'ansia.
capisci quello che cerco di dire?
a volte magari pensare un pò di più o avere il senso di colpa ci fà essere persone migliori, non trovi?

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 18-Feb-2013, 15:07
Tu sei quella che fa le cose con il dubbio se sia giusto o meno comportarsi così, cioè sei una persona dubbiosa.

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 18-Feb-2013, 15:11
Qui non si tratta di essere migliori o peggiori, vedi che ripeti il discorso di questa mattina sul pensiero dicotomico.

Tu hai l'ansia perchè non sai chi sei. Puoi etichettarti per stare meglio però!

Puoi metterti l'etichetta di persona che dubita? La potresti accettare?
Questa è una certezza, da qui puoi cominciare a vedere la vita in maniera diversa.

Inviato da: manola il Lunedì, 18-Feb-2013, 15:30
mmmmm ma scusa mi hai sempre detto di non mettermi etichette wacko.gif Doh!.gif non farmi impazzire anche tu ora è?! tongue.gif

Inviato da: manola il Lunedì, 18-Feb-2013, 15:37
cmq quando parlo di migliorarsi non penso di sbagliare totalmente... insomma... nella vita è anche giusto modificarsi no? altrimenti a cosa serve l'esperienza?
intendo questo quando parlo di persona migliore...

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 18-Feb-2013, 15:50
Beh le etichette positive sono ben accette, riusciremo a trovarle? PSICO D.gif

L'etichetta di persona dubbiosa è un'evidenza di quello che scrivi o provi.
Correggimi se sbaglio.
Quell'etichetta si basa su una paura, cioè tu hai paura di non star facendo la cosa giusta.
È così?

Inviato da: manola il Lunedì, 18-Feb-2013, 15:55
Non so perchè ma non riesco a sentirla la mia paura dietro il mio atteggiamento da dubbiosa.
cmq a me non nasce il dubbio se non qualche volta.
io penso di conoscermi e agisco sempre nello stesso modo soprattutto perchè ( prendendo l'esempio dell'amica che sta male) mi rende felice se so che rendo felici gli altri.

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 18-Feb-2013, 16:12
Si però prima parlavamo del dubbio, poi ti era venuta l'ansia.
L'hai scritto quattro post fa.

Inviato da: manola il Lunedì, 18-Feb-2013, 17:10
ah ok... si... PSICO smile.gif utlimamente non capisco... o lo faccio apposta? PSICO D.gif ahahahah

Inviato da: manola il Lunedì, 18-Feb-2013, 21:52
Cmq c'ho pensato... il dubbio non è solo sul "ho fatto o no la cosa giusta" ma anche quando sono vera e quando no... il che è peggio...

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 18-Feb-2013, 22:03
È una domanda diversa del medesimo problema.
Ti sale l'ansia quando fai questi pensieri?

Inviato da: Dr.Dock il Martedì, 19-Feb-2013, 10:38
Oggi parlo dell'ASTRAZIONE SELETTIVA

L'astrazione selettiva consiste nel vedere solo gli aspetti negativi di una vicenda, concentrarsi solo sui dettagli che fanno perdere una visione reale della realtà. Spesso capita all'ansioso che si concentra su quegli aspetti che confermano le sue paure. È un filtro mentale che fa arrivare solo contenuti negativi.

esempi:
➣ Una persona legge su internet le malattie collegate ad un sintomo che lui ha: per dolore alla gola si legge faringite, influenza, tonsillite, disturbi gastrici, tumore e allora pensa "Oddio, e se avessi il tumore?" (si concentra sull'unica malattia che può essere incurabile tralasciando le più banali a causa della sua paura inconscia di morire).

➣ Una persona dopo un discorso pubblico: "Gli altri avranno riso di me perché mi sono incespicato due volte" (quando tutto il discorso è poi stato convincente e gli altri pensano che sia una persona affidabile)

➣ Una persona dopo che il professore l'ha lodato nonostante una piccolo errore da rivedere: "Allora tutto il lavoro è andato male, non è piaciuto" (mentre invece è da 29/30)

➣ Una persona che legge che omosessuali si può anche diventare: "Oddio, allora lo sto diventando anche io" (Ma per tutti è così? Quindi tutti diventano omosessuali? O solo te che vivi l'ansia che ti fa credere possibile una cosa del genere?)


SOLUZIONE
La soluzione non è semplice soprattutto per quelli che sono perfezionisti o pessimisti. Bisogna lavorarci molto ma si possono ottenere buoni risultati, è normale a volte concentrarsi sugli aspetti negativi ma in questo caso ci si concentra "solo" su quegli aspetti e diventano motivo di infelicità o ansia.
Chi ha i disturbi ossessivi usa moltissimo l'astrazione selettiva, perchè ha paura di qualcosa e poi si concentra solo sugli aspetti che confermano quella paura.
Un ipocondriaco convinto della sua sclerosi starà tutto il giorno a fare i controlli, non mette neanche un secondo l'ipotesi di avere male al braccio e basta, oppure che l'ansia gli faccia venire disturbi somatici.
Non è la vostra paura a farvi concentrare ed attirarvi su quello che temete? È una cosa automatica.

Inviato da: pastellina90 il Martedì, 19-Feb-2013, 14:44
@drdock sono ancora qui ad elemosinare il tuo aiuto PSICO smile.gif da qualche giorno ho paura di avere una ricaduta, di tornare a stare male come lo sono stata a novembre, è stato davvero un periodaccio quello...a volte non mi sembra vero di essere riuscita a rialzarmi! Solo che adesso penso che se dovessi tornare a stare così male, non avrei la forza di uscirne e potrei arrivare a suicidarmi...è una sensazione bruttissima! Come faccio a non pensarci?

Inviato da: Dr.Dock il Martedì, 19-Feb-2013, 17:17
Ciao, devi cominciare vedere l'ansia per quello che è.
Tu hai avuto un attacco di ansia, capita. Quando entri nell'ansia, se non la riconosci ti fai condizionare e stai sempre più male.

Ti do due consigli:
-il primo è di etichettare la tua paura (dalla quale poi deriva l'ansia. Nel tuo caso la tua paura è la PAURA DI POTER STAR MALE NUOVAMENTE.
Quando hai questa paura ti verranno pensieri ansiosi con questo tema (ad esempio che ritornerai a stare male, che non riuscirai a farcela) E intanto questi pensieri (che non hanno alcun valore) ti fanno stare male e sembrare che siano veri.

-il secondo è quello che non puoi smettere di pensarci. È una caratteristica della paura quella di attirarti a se, per cui la pensi.
Devi sapere che hai questa paura ma, nel momento in cui questa dovrebbe spaventarti, decidi di non provare paura perchè sai che se lo farai crederai a quei pensieri.
Poi pensa ad altro, prima o poi li dimenticherai.
La paura c'è sempre nell'inconscio ma sembra scomparire e tu torni a vivere, l'importante è usare lo stesso sistema quando ritorna.

È chiaro? Rifletti su quello che ti scrivo e non lasciarti coinvolgere dalla paura. Quei pensieri ansiosi fanno parte di te quando hai l'ansia, lasciali vivere e non ti faranno nulla. PSICO wink.png

Inviato da: pastellina90 il Martedì, 19-Feb-2013, 20:50
Io sarò di coccio ma non capisco in che modo questi pensieri non avrebbero valore... Se mi vengono un motivo ci sarà, anche se sono scatenati dall'ansia... Poi non ho avuto propriamente un attacco di ansia, perchè questa paura con relativi pensieri ed emozioni spiacevoli, ce l'ho da qualche giorno ormai...un attacco d'ansia lo vedo come qualcosa di momentaneo...

Inviato da: Dr.Dock il Martedì, 19-Feb-2013, 21:49
L'attacco d'ansia inizialmente poi l'ansia è perdurata perché tu hai paura e non hai saputo gestirla.

Il significato di questi pensieri quale sarebbe?
Secondo te chi ha il pensiero "potrei essere omosessuale" che significato ha?
E "e se ammazzassi qualcuno"?
E "potrei uccidermi"?

Hanno un significato nascosto oltre alla paura? Credo proprio di no.
Quando dico che non hanno valore significa che sono espressione della paura.

Tu hai paura di ricascarci, bene, allora i pensieri ansiosi riguarderanno questa paura.
Tu non devi combattere la paura, devi soltanto riconoscere i pensieri ansiosi che questa paura produce e non lasciarti trascinare.

C'è qualcosa che non ti è chiaro?

Inviato da: pastellina90 il Mercoledì, 20-Feb-2013, 11:35
Ho capito in generale il discorso...ma se io ho paura di qualcosa, ci sarà un motivo no? Se non ci fosse motivo la paura non ce l'avrei...faccio fatica a sorvolare sulla paura, forse è per questo che ancora non ho risolto del tutto i miei problemi nonostante la tcc...

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 20-Feb-2013, 11:50
Probabilmente si, cioè la paura ti fa ancora paura.
In realtà è proprio quello l'effetto che provoca, in tutti, solo che tu pensi e ripensi alla tua paura, cioè non accetti che puoi fare pensieri ansiosi.

Su una cosa sono d'accordo, i pensieri ansiosi sono causati dall'umore basso e da uno squilibrio dei neurotrasmettitori.
Questo sta a significare che il tuo stile di pensiero è più improntato sulle paure e sul generare pensieri ansiosi.
Quello che devi capire è che il contenuto di questi pensieri non ha valore reale, se non quello di spaventarti.

Poi, che ci sia una causa è vero, ma i pensieri ansiosi non hanno un significato nascosto.

Inviato da: pastellina90 il Mercoledì, 20-Feb-2013, 12:09
Ecco questa dell'umore basso è un'altra cosa che non capisco...la mia psicologa mi ha detto che il mio non è un problema di depressione, però a quanto pare deriva tutto da lì...ma la causa potrebbe essere anche una "semplice" mancanza di autostima? Il problema che è emerso dalle sedute è proprio questo...

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 20-Feb-2013, 12:27
Si, anche l'autostima influisce molto, infatti penso che tutti quelli qui dentro hanno sofferto molto e abbiano vissuto con delle paure addosso che si portano dall'infanzia.
Però, non so se ci hai fatto caso, i disturbi ossessivi vanno a periodi per cui ci sono giorni che stai bene e giorni invece no (e questo a prescindere dall'autostima).
Succede che magari ti svegli con un po' d'ansia, poi ci pensi, peggiori e finisci la giornata in preda a qualche dubbio ansiogeno.
Diciamo che c'è un ansia accumulata nel tempo che è diventata cronica per cui devi prima abbassare quest'ansia che non ti fa vivere e poi correggere i problemi di autostima.

Inviato da: pastellina90 il Mercoledì, 20-Feb-2013, 12:36
Ma tu sei riuscito a capire da cosa derivavano le tue paure? E adesso ne sei uscito completamente? Cmq perché secondo te la mia psicologa non mi ha mai parlato di depressione?

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 20-Feb-2013, 12:59
Perché non si tratta di depressione maggiore ma umore depresso, anche io parlo di quello, non vera e propria depressione.

La mia paura era quella di non essere felice, quella di non fare le cose giuste (mentire a me stesso), paura del mio modo di pensare, paura che i pensieri durassero per sempre, paura delle malattie. Direi che può bastare. PSICO D.gif


C'è da dire che chi ha queste paure ha uno stato ansioso, i disturbi ossessivi arrivano quando cominci a temere i pensieri, cioè tu ragioni sui pensieri.
A me è stato così.
Per cui tu hai paura di non essere felice, poi ti dici da che c'è la posso fare e ti arriva il pensiero "stai negando l'evidenza", "tu cadrai depresso", "tu non sei degno di essere felice".
A volte mi chiedo se non ci sia stata di mezzo una vera e propria depressione, parlando di me.
Fatto sta che per uscire non servono le analisi, serve una strategia per smettere di pensare in maniera ansiosa e rompere il ciclo.
Se cerchi le cause con l'ansia addosso finisci per trovarle in qualcosa di sbagliato.
È così.

Succede anche agli ipocondriaci: cercano le cause del loro dolore alla schiena e finiscono per pensare all'ernia per cui dovranno essere operati.
Capisci cosa intendo?

Inviato da: LeVa il Mercoledì, 20-Feb-2013, 13:15
bellissimo questo post!
aiuta moltissimo! happy.gif

Inviato da: pastellina90 il Mercoledì, 20-Feb-2013, 13:17
Si capisco! Cmq nel mio caso io non penso di non essere degna di essere felice però spesso mi capita di pensare che non riuscirò mai ad esserlo, che non riuscirò mai ad uscire da questa situazione...secondo me anche questa è una forma di depressione...cmq basta perché altrimenti ricomincio a fissarmi sulla depressione e sui suoi sintomi e questa fissa fortunatamente si era attenuata PSICO smile.gif

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 20-Feb-2013, 14:25
Invece io adesso sono arrivato a ricordarmi questi pensieri ma non mi fanno effetto se non quando li penso.
So che sono pensieri che generano incognite e li lascio scorrere, so che tra un po' di minuti l'avrò dimenticato.
Altrimenti adesso che sono guarito, non potrei stare su questo forum.

Inviato da: pastellina90 il Mercoledì, 20-Feb-2013, 14:37
Anche a me a volte capita di pensare cose che li per lì mi fanno effetto ma che dopo un po' dimentico se le lascio scorrere...questo mi fa pensare di aver capito in parte il meccanismo, quindi non capisco perché mi ritornano PSICO sad.gif

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 20-Feb-2013, 15:34
Perché l'ansia è un meccanismo appreso negli anni, occorre molto tempo.

Inviato da: pastellina90 il Mercoledì, 20-Feb-2013, 19:09
E tu quanto tempo hai impiegato per smontare i meccanismi?

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 20-Feb-2013, 19:35
A me i pensieri ogni tanto vengono, ma durano pochi minuti.
Devi solo avere pazienza.
Comunque tutti quelli che hanno un passato di ansia, nei momenti in cui sono soli possono fare dei pensieri tristi, però poi capisci che sono solo pensieri e ti concentri su altro.

Inviato da: manola il Mercoledì, 20-Feb-2013, 22:30
QUOTE (Dr.Dock @ Lunedì, 18-Feb-2013, 21:03)
È una domanda diversa del medesimo problema.
Ti sale l'ansia quando fai questi pensieri?

ehm... cmq la risposta è si PSICO D.gif della serie: meglio tardi che mai!!! vedo che qui siamo andati parecchio avanti PSICO D.gif

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 20-Feb-2013, 22:54
Tu li stai facendo gli esercizi? PSICO-asd.gif

Inviato da: manola il Giovedì, 21-Feb-2013, 08:43
Avevo iniziato in realtà...PSICO smile.gif Poi mio padre non si è sentito molto bene ed ho saltato più volte... quindi come le diete inizio lunedì per bene...tongue.gif ma dovrò scrivere giorno per giorno o scriverò poi tutta la settimana insieme? PSICO smile.gif

Inviato da: Dr.Dock il Giovedì, 21-Feb-2013, 12:15
Oggi tratteremo dell'IPERGENERALIZZAZIONE

L'ipergeneralizzazione consiste nel generalizzare le situazioni cioè "fare di tutta l'erba un fascio".

esempi:
➣ Una persona che si sveglia al mattino con un po' di ansia: "oggi sarà di nuovo una giornata terribile" (qui ci si da la zappa sui piedi, pensare all'ansia fa venire nuova ansia)

➣ Una persona sbaglia un compito in classe: "sono proprio un fallimento" (qui un caso singolo diventa motivo per attribuirsi un'etichetta generale)

➣ Una donna viene tradita dal proprio ragazzo: "gli uomini sono tutti uguali..." (no semplicemente vi siete fidate dell'uomo sbagliato, questo vale anche per le donne per par condicio PSICO-asd.gif )

➣ Una persona è triste e pensa: "non sarò mai più felice" (no, semplicemente non lo sei adesso. Adesso sei triste e ti vivi il tuo momento di tristezza).

SOLUZIONE
L'ipergeneralizzazione comporta attribuire un significato globale alle situazioni di tutti i giorni. In questo modo le situazioni negative presenti vengono estese anche al futuro, oppure un'errore commesso diventa una caratteristica propria della persona.
Se si sbaglia, semplicemente si commette un errore, non si è un fallimento. Le caratteristiche di una persona non sono date dal singolo evento e soprattutto non dobbiamo essere i giudici di noi stessi.
Aver paura di sbagliare ci limita moltissimo perchè sono gli errori che ci permettono di capire e vivere la vita.
Bisogna rimanere nel presente. Non pensare che se una situazione è difficile ora, lo sarà per sempre. Quello si chiama pessimismo.
Chi è pessimista fa dell'ipergeneralizzazione il suo cavallo di battaglia.
Se questo va male allora....se si comporta così allora lo farà sempre...se comincio male allora...
Più si generalizza la vita, più le situazioni appariranno uguali, sempre tristi e monotone.
Si punta lo sguardo sull'etichetta da dare alle situazioni senza viverle. È come se si diventasse dei giudici al posto di essere esploratori.
"Se vado in quel posto non mi divertirò, perchè l'anno scorso ci sono andato e mi sono annoiato". Quindi? Le situazioni cambiano! Come si fa a prevedere il futuro?
Poi, con l'ansia e la negatività addosso, se si segue il proprio stile di pensare si finirà per vedere solo ansia e negatività.
Quando ci si accorge di fare questi pensieri, cercate di vedere quanto siete ridicoli, quanto siete razionali.
Dovete cambiare persona, vedere il mondo con occhi nuovi, come quando eravate bambini.

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 22-Feb-2013, 11:55
La PERSONALIZZAZIONE

La personalizzazione consiste nel sentirsi responsabili degli atteggiamenti assunti dagli altri.

esempi:
➣ Una persona parla con un'altra e vede che l'altro non l'ascolta: "deve essere colpa mia che dico cose poco interessanti" (quando magari l'altro sta pensando ai suoi problemi, o è preoccupato di cosa pensa l'altro oppure è uno non abituato ad ascoltare o egoista)

➣ La mattina a colazione: "se la mia ragazza è irritata è per qualcosa che ho fatto ieri" (invece ha dormito male, pensa che deve andare a lavoro oppure è preoccupata per qualcosa che non riguarda lui)

➣ Il collega di lavoro non accetta l'invito per la serata: "deve essere perchè sono molto noioso" (invece era impegnato, oppure non gli andava perchè era stanco, oppure realmente non gli interessiamo dobbiamo piacere a tutti?)

➣ Due persone fanno un lavoro di gruppo che però va male: "è andata male per colpa mia" (e la responsabilità degli altri?).

SOLUZIONE
Cercare di non colpevolizzarsi. Spesso ci si concentra sempre sugli aspetti negativi del vissuto e si accusa se stessi per tutto ciò che capita di sbagliato. Gli altri sono superiori? Non sbagliano mai? Bisogna smettere di attribuirsi colpe che non ci sono.
Una correzione può essere: "Chissà perchè è incavolata la mia ragazza", eliminando se stessi dal motivo di tale situazione. Noi non dobbiamo niente a nessuno, tantomeno a noi stessi.
"È colpa mia" è una frase che dovete cancellare.
Ci sono delle situazioni dove commettiamo noi gli sbagli. Non bisogna pensare che la situazione è irrimediabile o rimuginarci sopra. Il passato è passato, non si può correggere. Se ci si pensa sopra si può solo stare male: "Avrei dovuto..." "Se facevo in quel modo..." "E se ha pensato..."
Concentrarsi sul presente con domande: "Ma questo senso di colpa che ho non è eccessivo?", "Come posso migliorare la situazione", "Se un'altra persona pensa questo per quel fatto accaduto, io non posso farci niente, le mie intenzioni erano altre. Se capiscono male non è colpa mia. Punto", "Quello che è successo è dovuto a me oppure dipende anche dall'altra persona?"
Il senso di colpa porta solo ansia e ulteriore tristezza.

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 24-Feb-2013, 12:44
La SQUALIFICA DEL LATO POSITIVO

La squalifica del lato positivo consiste nel minimizzare gli aspetti positivi di se stessi, sminuendoli o trascurandoli e concentrandosi solo su quelli negativi.

esempi:
➣ Una persona riceve un complimento per il nuovo taglio: "Lo dice solo per educazione!" (perchè si pensa così? Forse perchè abbiamo bassa autostima, ci si sente indegni?)

➣ Una persona supera un esame e poi pensa: "Si però l'altro non l'ho superato per cui è come se fosse un insuccesso" (qui si trova sempre il modo per non apprezzarsi)

➣ Una persona prepara dei biscotti che gli altri assaggiano: "Dicono che sono buoni solo per non farmi sentire inadeguata!"

SOLUZIONE
La squalifica del lato positivo fa parte dei pensieri che si fanno quando si ha l'umore depresso. Si ragiona in maniera pessimistica e la paura e la tristezza trascinano tutto verso di se. Quindi ogni aspetto bello diventa brutto, ogni successo viene cancellato da pennellate di insuccessi, ogni momento di felicità diventa un momento per pensare quando finirà.
Questo è l'effetto delle vostre paure, della vostra negatività. Dentro di voi c'è qualcosa che vi sabota, è la vostra parte negativa.
Siate coscienti di ciò, non combattete la vostra parte negativa ma dite "grazie per quello che mi dici, ho delle paure questo è vero però ho anche altro. Se mi concentro solo sulla paura mi dimentico di tutto il resto e a me non va".
Se la tristezza è molto forte bisogna accettarla, non impregnare anche il futuro delle sensazioni dell'oggi. Domani è un altro giorno ma se si pensa che il giorno prima si era pensato che oggi sarebbe stato triste allora diventa una cosa continua; la tristezza non se ne andrà.
Quindi bisogna correggere i pensieri. Vedere il successo anche nelle piccole cose, non dare tutto per scontato.
Bisogna sforzarsi all'inizio di correggere quello che per anni avete fatto, disabituare la mente alla negatività, al pessimismo, all'eccessiva paura.


Ragazzi mi dite se trovate utile queste guide, almeno mi date un feedback se vi stanno aiutando in qualche modo?

Inviato da: pastellina90 il Lunedì, 25-Feb-2013, 15:42
@dr.dock per me sono utilissime! sono cose di cui sono già a conoscenza per via della psicoterapia, però vederle scritte nero su bianco da una persona che come me ci è passata, è uno stimolo ulteriore ed ancora più forte per cercare di debellare questi pensieri! grazie per tutto quello che fai PSICO smile.gif Colgo l'occasione per chiederti se anche per i pensieri a sfondo depressivo, come per le ossessioni, vale la formula di "lasciar scorrere" per cercare di depotenziarli...

Inviato da: pastellina90 il Lunedì, 25-Feb-2013, 18:43
@dr.dock puoi rispondermi per favore??

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 25-Feb-2013, 19:34
Si, perchè pensieri depressivi e ansiosi sono parte di uno stesso malessere.
Devi lasciar scorrere, accettare la giornata triste.
In PNL si usa il termine ristrutturare.
Se pensi che sei depressa, lo trasformi in sono dispiaciuta.
Se pensi che è una giornata schifosa, ti dici che non è una delle tue migliori giornate.

Devi aiutarti, tu sei la prima che può farlo.
Se non lo fai, ti metti nelle mani di ansia e depressione.

Inoltre ti consiglio di migliorare i tuoi livelli di serotonina. Prima o poi scriverò una guida però cerca online (non compulsare PSICO wink.png ) trovati una guida semplice su come alzare i livelli e mettila in pratica a piccoli passi, senza stressarti.

Inviato da: Begon il Lunedì, 25-Feb-2013, 20:35
E come si alza la serotonina, ssri a parte? Esistono alimenti o altri rimedi naturali?

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 25-Feb-2013, 21:16
Se già prendi farmaci non serve, altrimenti si può integrare alimenti ricchi di triptofano (formaggi, pollo, tacchino, cioccolata, latte, legumi).
Poi mangiare cibi ricchi di fibre e zuccheri complessi(cereali integrali, avena, miglio, amaranto), cibi ricchi di omega-3 (pesce azzurro, noci, mandorle, avocado), vitamina B6 (lievito di birra, funghi, broccoli, avena, peperoncino, banane).
Da non far mancare le verdure e la frutta fresca (kiwi, arance, ecc...), qualche spremuta ogni tanto.


Da condannare ci sono gli zuccheri semplici (dolci, zucchero, miele) che alzano troppo l'insulina, gli alcolici (assolutamente da moderare), diminuire il caffè e le altre bevande contenenti caffeina.

Dormire o cercare di farlo, staccarsi dal pc almeno 2 ore prima di andare a dormire. Lo fate vero? PSICO bam.gif

Esercizio, anche solo mezz'ora al giorno.

Per ora questo mi viene in mente, poi farò una guida completa. PSICO wink.png

Inviato da: ReginaDelSilenzio il Lunedì, 25-Feb-2013, 22:36
Dr. Dock devo dire che leggendo la questione della serotonina ho iniziato a compulsare...come de avessi attribuito il mio dock a quello e cosa vado a pensare? allora è vero che non amo il mio ragazzo!!!
ora devo tranquillizzarmi e lasciar scorrere i pensieri...è stato solo un momento...

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 25-Feb-2013, 22:51
Certo che è stato un momento.
Non capisco cosa centra la serotonina con il tuo ragazzo... blink.gif

Inviato da: ReginaDelSilenzio il Martedì, 26-Feb-2013, 02:10
A mente lucida ora non lo so nemmeno io :-D

Inviato da: pastellina90 il Martedì, 26-Feb-2013, 15:33
@Dr.dock io prendo cipralex da 20 mg ma la mia serotonina fa ancora scherzetti PSICO smile.gif attendo la tua preziosissima guida!

Inviato da: Dr.Dock il Martedì, 26-Feb-2013, 16:36
e come fai a sapere che è la serotonina?
Concentrati più su qualcosa che ti piace piuttosto che fare le auto-analisi... PSICO wink.png PSICO smile.gif

Inviato da: Dr.Dock il Martedì, 26-Feb-2013, 17:11
Continuiamo con i pensieri disfunzionali.
Oggi parliamo di CATASTROFIZZAZIONE

La catastrofizzazione consiste nel proiettare sul futuro le proprie angosce, cioè concentrarsi sugli aspetti peggiori che potrebbero capitare.

esempi:
➣ Una persona deve andare ad una festa: "Sicuramente sarà un disastro, mi verrà l'ansia e tutti rideranno" (se siete indovini è meglio che vi dedicate a giocare al lotto. Se non lo siete, tentate e vedrete che la festa potrebbe riservare sorprese. Però bisogna lasciarsi andare, non andare con la paura)

➣ Una persona pensa ad una malattia: "È se fosse un principio di psicosi. Oddio sicuramente mi capiterà, diventerò pazzo" (chi è pazzo non ha l'ansia di diventarlo. Mettetevi l'anima in pace.)

➣ Un ragazzo deve parlare con una che gli piace: "Se vado li e arrossisco, lei mi prenderà in giro." (Allora non andare e fatti prete, nel mentre potresti piacerli proprio per le tue caratteristiche...)

➣ Una ragazza viene lasciata: "Non troverò mai più un ragazzo come lui" (Sicura? Si dice "si chiude una porta e si apre un portone", l'importante è uscire.)

➣ Nuovo lavoro: "Sbaglierò tutto, non sarò capace e sarò licenziata" (Non fasciarsi la testa, andare a lavoro e capire cosa vogliono. Poi concentrarsi su quello che si fa non su quello che si deve dimostrare agli altri. Sbagliare è un ottimo modo per imparare, aver paura degli errori paralizza)

SOLUZIONE
La catastrofizzazione è uno dei principali tipi di pensieri disfunzionali ansiosi, anzi è quello predominante. Il rimugino, infatti, si basa sulla visione pessimistica e paurosa del futuro.
Ormai si pensa ad esso come un incognita, non si guarda più al presente, ma ci si concentra su cosa ci dice la paura.
La più grande illusione è pensare mentre si ha l'ansia, perciò si pensa ORA al futuro, la paura farà in modo di alterare la visione del futuro e farlo vedere con un filtro di paura (diventerò gay, diventerò depresso, diventerò malato).
Questo non capita mai, ma questi pensieri soffocano perchè nel momento in cui si pensano sembrano veri e si subiscono, ci si sente impassibili.
Vedete come seguite le vostre paure?
La paura fa proprio questo, spaventarvi. Se ve la fate amica non avrete più timore di essa. Se la paura fa paura, potete accettarla? Direi di si, l'importante è non farla diventare protagonista della vostra vita.
La paura vive nella mente, non nella realtà.
La realtà è quello che vivete in questo momento, il resto sono seghe mentali.
La paura è un film, se cominciate a vederlo e provate ad immaginare come va a finire, sicuramente penserete a scene di terrore. Perchè torturarsi? Accettate che vi state preoccupando.
Il film è un film, giusto? Dopo aver visto il film si può avere una specie di paura (capita a molti dopo aver visto un film horror).
Bene, chi ha l'ansia vive questo film nella mente e se tenta di spegnere la tv, la sensazione rimane. Il problema non è la sensazione in sé, il problema è vostro.
Se si spegne la tv e poi si comincia a pensare "pensa se succedesse davvero", "pensa se nel futuro divento...", "se scopro che...oddio", allora voi continuate a vivere il vostro film.
Dovete spegnere la tv e concentrarvi VOLONTARIAMENTE su altro.
L'altra strategia è quella di vedere la vostra paura con IRONIA, i pensieri sono parte di un copione scritto da voi. Voi siete timorosi, accettate che lo siete, siete umani.
Il futuro non potete conoscerlo, nel frattempo però il presente passa. Lo si spreca e quando arriva il futuro non è mai come lo avevate pensato.
Se volete continuare ad illudervi o spaventarvi la scelta è vostra.

Inviato da: pastellina90 il Mercoledì, 27-Feb-2013, 11:40
Non sono sicura che sia la serotonina ovviamente PSICO smile.gif però siccome prendo cipralex da qualche mese e ogni tanto ho cmq momenti di tristezza, ho pensato che il farmaco potrebbe non agire bene...avrei un'altra domanda da porti dr.dock, forse sto compulsando: ma non è plausibile che nei momenti di tristezza io possa davvero desiderare di suicidarmi?? Lo so che è una domanda inutile, me l'hai già detto, però io a volte mi sento talmente senza speranze che quella mi sembra l'unica soluzione( ho la tachicardia mentre scrivo questa cosa PSICO smile.gif )

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 27-Feb-2013, 12:05
Questa è una bella compulsione, me lo chiedi perchè ti fa paura.
Perché non vedi la tristezza come un momento di pausa, piuttosto che come un momento in cui perdi il controllo?
La tristezza non deve farti paura. PSICO wink.png

Inviato da: LeVa il Giovedì, 28-Feb-2013, 13:09
io ti scarico Dr Dock! laugh.gif

Inviato da: Dr.Dock il Giovedì, 28-Feb-2013, 18:33
Cioè? unsure.gif PSICO D.gif

Inviato da: LeVa il Giovedì, 28-Feb-2013, 20:57
QUOTE (LeVa @ Giovedì, 28-Feb-2013, 12:09)
io ti scarico Dr Dock! laugh.gif

scarico la tua guida PSICO D.gif

Inviato da: Dr.Dock il Giovedì, 28-Feb-2013, 20:58
Ah...e non è ancora finita. PSICO wink.png PSICO smile.gif

Inviato da: LeVa il Giovedì, 28-Feb-2013, 21:02
ottimo allora

Inviato da: pastellina90 il Venerdì, 01-Mar-2013, 12:01
@dr.dock da qualche giorno mi sono resa conto che lascio più scorrere i pensieri negativi, infatti ne ho parlato anche con la mia psicologa...mi sono resa conto che gli sto dando meno importanza, tant'è che penso una cosa e subito dopo un'altra che non ha niente a che fare con quella precedente PSICO smile.gif la mia psico mi ha detto che questa è una cosa positiva perché sto imparando a ridefinire i pensieri e a considerarli solo come tali...solo che non posso dire di stare meglio, mi sento cmq giù di morale, non so perché PSICO sad.gif

Inviato da: delfi il Venerdì, 01-Mar-2013, 16:32
molto interessante..mi riconosco in molte cose...spero solo di riuscire a modificare i miei pensieri

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 01-Mar-2013, 18:12
Brave, continuate così, sono contento che la guida funzioni.
Mi raccomando, la paura tenta sempre di sabotare, infatti c'è una parte dentro di noi che è fatta di paura.
Se si riesce a riconoscere la paura che si fa viva, si riesce a bloccarne i meccanismi. Bisogna bilanciarla con una buona dose di ironia e semplicità. PSICO wink.png

Delfi i pensieri li modifichi pian piano. Devi prima di tutto accorgerti dei tuoi pensieri disfunzionali, poi puoi iniziare a correggerli.

Domani parlo del RAGIONAMENTO EMOTIVO, un'altro dei pensieri più usati da chi ha l'ansia. L'ho tenuto un po' in disparte perché è difficile modificarlo quando sei nel pieno dell'ansia, serve prima abbassarla e poi iniziare a lavorarci.

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 02-Mar-2013, 12:04
Bene, oggi parliamo del RAGIONAMENTO EMOTIVO

Il ragionamento emotivo avviene quando si considerano le proprie emozioni prova di qualcosa.

esempi:
➣ Una persona si sente triste e pensa: "Se sono triste vuol dire che la mia condizione è disperata" (no, in realtà adesso ti senti triste. Se pensi al futuro con tristezza si innesca un meccanismo per cui anche domani sei triste. Accetta la tristezza, prima o poi la felicità si farà viva)

➣ Una persona ha paura di aver mangiato un cibo contaminato: "Oddio, mi sto sentendo male. Allora era veramente avariato." (no, ti senti male perchè sta aumentando l'ansia. Quindi i sintomi sono sintomi d'ansia, poi tu ti controlli e ti autosuggestioni scambiando i sintomi d'ansia per quello che temi)

➣ Una ragazza ha paura di essere lesbica e prova a vedere che effetto gli fa una donna: "Oddio, mi sento una pressione lì sotto. Se mi sto eccitando significa che amo una donna" (no, in realtà la paura attiva i centri dell'eccitazione a prescindere dal soggetto. Tu interpreti il segnale in maniera errata. Il problema però è alla base, cioè la tua paura di essere lesbica, il test è solo una conseguenza. Testarsi come vedi porta ad errori e nuovi dubbi)

➣ Una uomo deve fare un discorso in pubblico e: "Se ho già adesso l'ansia, significa che dopo sarà un disastro" (no, tu hai l'ansia perchè ti stai preoccupando per dopo. L'ansia di ora non a niente a vedere con quella che avrai durante il discorso, devi smettere di preoccuparti, fregartene degli sbagli, non muore nessuno e concentrarti su quello che devi dire)

➣ Una persona ha l'ansia: "Se ho l'ansia un motivo ci deve essere" (e invece no. Esiste anche la preoccupazione per avere l'ansia cioè ti stai concentrando troppo sulle tue sensazioni e ti procuri l'ansia preoccupandoti. In pratica il motivo non c'è più ma continui ad essere preoccupata. Devi accettare l'ansia, non ha alcun significato dietro. Qual'è la cosa peggiore che potrebbe capitare?)

SOLUZIONE
Il ragionamento emotivo è un pensiero disfunzionale molto potente che messo nelle mani di una persona ansiosa può fare disastri.
Il problema principale è l'attitudine a volere le certezze. Penso che ogni persona che c'è sul forum sia molto rigida, cioè si ostina a cercare TUTTE le ragioni di un suo problema, vuole avere una chiara visione dei motivi per cui sta male.
Vuole certezze, e il rimuginare cioè ragionare sembra un'atteggiamento vincente, invece esso aumenta i dubbi, aggiunge incertezze.
Il ragionamento emotivo fa parte dei test. Se sono (ansiosa, triste, eccitata, arrabbiata) allora....
E invece state compulsando, cioè state già dando per scontata la vostra paura a monte. Voi con il ragionamento emotivo ragionate a valle.
Voi vi state controllando, cioè c'è una PAURA di base per cui poi finite per controllare le vostre emozioni, i vostri pensieri (meta-rimugino) i vostri comportamenti, le persone attorno a voi.
È la paura il vostro nemico, non voi stessi e le vostre analisi.
Se accettate la paura di base i vostri test saranno falsati dall'ansia. Tutto sembrerà vero.
Se una persona dice "se ho l'ansia un motivo ci deve essere" significa che la sua giornata comincia col fatto che avrà l'ansia, quella è già accettata.
Pensateci bene, non è forse che voi vi state focalizzando già dal mattino (anche involontariamente) su una paura.
La state chiamando voi.
Poi le analisi, i test sono una cosa che vi viene automatica perché avete accettato quella paura, siete spaventati, volete vederci chiaro, volete la soluzione.
Contro la paura non si può combattere perché adoperate la stessa logica che ha creato la paura, voi combattete la vostra paura con la logica che ha creato la paura; è come essere dentro una bolla di ansia e la soluzione sta fuori ma voi la cercate dentro di essa (e non potete uscire, questo è certo).
La paura si nutre di insicurezza, voi volete la certezza ma volerla significa che siete insicuri.
Se siete dentro la paura non potete vedere cose belle, non potete essere sereni.
Se dico "sono triste, c'è un motivo" oppure "non se ne andrà mai, finirò depresso" questo è un pensiero ansioso. Chiedetevi sempre "cosa mi spaventa veramente?", "qual'è la paura che mi sta ingannando?".
Sappiate che ragionare sui vostri stati d'animo, sui vostri comportamenti fa alterare chi siete veramente.
Se mi concentro sul perché faccio le cose, ad esempio sembra che non abbia significato (questo perchè la paura alla base di questi pensieri sarà la PAURA DI NON SAPERE PERCHÈ SI FANNO LE COSE). Il dubbio, la sensazione di vuoto è data dalla paura e della razionalità che interviene. Se ragioniamo il significato "sembra" non esistere.
Quando ci facciamo queste domande il significato diventa "ragionare sui fatti" non "vivere per un motivo".
Il significato c'è fino al momento in cui non c'è lo chiediamo.
Ma il problema iniziale qual'è? Sempre una paura, le domande sono una conseguenza.
Come vedete, quando diciamo di non compulsare, non lo facciamo per "metterci una pietra sopra, mentire a noi stessi", ma perché compulsare significa produrre errori, distorcere la realtà e arrivare a conclusioni sbagliate.
Spesso la paura di un male ci conduce ad un male peggiore.

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 02-Mar-2013, 12:07
E ora volevo chiedervi: cos'è la paura? quali sensazioni ed emozioni provoca? perché nasce la paura? cosa fate di fronte alla paura?

Inviato da: delfi il Sabato, 02-Mar-2013, 18:04
la paura è una sensazione indescrivibile, è qualcosa che non riesci ad affrontare...mette ansia e nasce, credo, da un nostro stato d'animo da una certa sensibilità ...ad esempio...io ho paura moltissimo dei film horror ...se lo vedo, dopo non riesco neanche ad andare in bagno da sola ed è la verità!...forse perchè realizzo che potrebbe esserci qualcuno in casa o un fantasma o altro ed è qualcosa che non posso controllare quindi tenere sotto controllo...credo sia così..solitamente cerco di pensare che non è realtà e che devo stare tranquilla, ma non ci riesco quasi mai -.-'

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 06-Mar-2013, 10:41
Oggi vorrei parlarvi della LETTURA DEL PENSIERO

La lettura del pensiero consiste nel pretendere di sapere cosa gli altri stanno pensando, senza avere prove certe.

esempi:
➣ Due persone si trovano nello scompartimento di un treno e una pensa: "Mi ha fissato, devo avere qualcosa che non va." (e se invece stesse pensando che siete attraenti? Sempre in negativo bisogna pensare?)

➣ Ad un colloquio di lavoro, il candidato: "Quando mi guardava sorrideva perché non voleva farmi sentire male ma il posto non me lo darebbe neanche morto" (...poi la settimana dopo siete stati scelti per quel posto.)

➣ Due amiche si incontrano al supermercato ma una saluta l'altra con meno interesse: "Oddio, le ho fatto qualcosa. Devo solo ricordare cosa ho fatto. Magari quando..." (mentre vi arrovellate il cervello, la vostra amica era così perché non si sentiva bene, perché aveva litigato con il marito, perchè era preoccupata per il figlio, perché....di motivi c'è ne sono molti solo che voi vi incolpate sempre di colpe che non avete)

➣ Una uomo entra in ufficio: "Stanno pensando che sono la persona più goffa dell'ufficio. Mi guardano perché stavano parlando di me" (sicuro? e anche se fosse? mettiamo che volevano farti uno scherzo, ci puoi ridere oppure ti senti colpito a morte? È così importante quello che pensano gli altri? Per quale motivo?)

➣ Due ragazzi scrivono messaggi poi uno non scrive più: "Si è stufato di me, perchè fa così?" (e se ha finito il credito? e se non prende più il telefono? ovviamente avete fatto ogni prova per scongiurare questa cosa che pensate...e poi magari continuate a pensarci...)

SOLUZIONE
La lettura del pensiero è un modo di pensare comune tra le persone che hanno bassa autostima e in quelle con ansia sociale, le due cose molto spesso coincidono.
In ogni caso, si ha un muro da costruire per difenderci da delusioni e ulteriori sofferenze. Si vive una specie di "maschera" che faccia da contrappeso con le presunte mancanze, mancanze che spesso non esistono ma sono convinzioni distorte.
Si ricorre alla lettura del pensiero nei rapporti in modo da controllare cosa pensano gli altri. Ma questo non è possibile.
Ci sono moltissime convinzioni errate in questo tipo di atteggiamento:
-il primo è pensare che gli altri guardino in modo giudicante e indagatore, in realtà molto spesso loro sono concentrati su altri aspetti. Chi ha il problema è focalizzato su questo aspetto.
-pretendere di sapere cosa gli altri stanno pensando basandosi però sui propri pensieri, non si può conoscere del tutto cosa pensa un altro.
Succede poi che, questa preoccupazione viene mostrata agli altri, cioè una persona si preoccupa troppo di quello che pensa l'altro, per cui non riesce a fare un discorso completo.
Si è troppo concentrati sull'altro e poco sui propri bisogni, i propri stati d'animo, le cose da dire.
L'altra persona capisce che ci si sta preoccupando, ma non sa di cosa.
Il problema nasce dalla bassa autostima, per cui noi guardiamo gli altri con i nostri stessi occhi, i nostri stessi pensieri.
Bisogna cominciare a rompere questo schema. Piuttosto che leggere il pensiero degli altri, cominciare a concentrarsi su cosa si vuole comunicare.
Prendersi un po' di più alla leggera, nessuno vuole giudicarvi o sta cercando di analizzarvi, è solo una vostra convinzione.
Quello che pensate di voi stessi, gli altri non lo pensano, siete voi che lo fate. Mentre lo pensate vivete quell'atteggiamento.
Inoltre, la lettura del pensiero comporta un notevole lavoro del cervello che, come se non bastasse, fa aumentare ulteriormente lo stato d'ansia.

Inviato da: pastellina90 il Mercoledì, 06-Mar-2013, 12:52
@drdock volevo porti un quesito...in questi giorni sono stata molto meglio, sentivo che i pensieri mi davano meno fastidio e mi sentivo molto più serena, in grado di prendere in mano le redini della mia vita...ieri ho anche sostenuto un esame all'uni che è andato molto bene, quindi dovrei ritenermi soddisfatta...dico dovrei perché in realtà è successa un'altra cosa che ha minato il mio buon umore...qualche settimana fa ho fatto la domanda per l'erasmus e avrei dovuto sapere a fine marzo i risultati...tuttavia proprio due giorni fa mi sono accorta che la mia candidatura non è stata ammessa, evidentemente perché ho sbagliato qualcosa nel compilare la domanda...questo inconveniente mi ha rigettato di nuovo nello sconforto, perché poi ricomincio a pensare che sono una fallita, un'incapace, che avrei potuto fare una bella esperienza se fossi stata più attenta...e poi naturalmente si riaccentuano le ossessioni...la mia psicologa mi ha sempre detto che se non fossi stata presa non avrei dovuto farne un dramma, perché anche un esito negativo non determina il valore della mia persona...credimi che io ci provo a pensare positivo, ma quando si verificano inconvenienti come questo faccio molta fatica, perché li catalogo immediatamente come fallimenti personali...e non penso che in futuro potrei avere altre possibilità e quindi non è la fine del mondo, o meglio ci penso ma non ci credo PSICO smile.gif ho anche pensato di andare a chiedere spiegazioni alla segretaria della mia facoltà per vedere se la cosa può essere risolta, ma credo sia inutile dato che il bando è scaduto a metà febbraio...perdona lo sfogo ma sono un po' giù...

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 06-Mar-2013, 13:24
È normale che sei triste per non essere stata ammessa.
Il pensiero disfunzionale di cui parli è l'etichettamento (di cui devo ancora parlare), un esempio particolare di iper-generalizzazione.
La parte difficile della correzione è proprio quella di sostituire il pensiero con qualcosa di più consono e corretto.
Mi sembra che la parte di riconoscere il pensiero l'hai già fatta tua, ti manca ora un ulteriore gradino.

Calcola una cosa, le cose fatte ormai sono fatte, non puoi tornare indietro! Puoi correggere la situazione? Se sì, fallo.
Altrimenti, e mi sembra il tuo caso, non puoi fare nulla. Se ci ripensi (e bada bene che non stiamo parlando di pensieri ossessivi) allora ti stai solo torturando, stai dando a te stessa l'opportunità di aggiungere ulteriore tristezza al fatto già accaduto.
Dovresti innanzitutto correggere come parli a te stessa: non dire "mi ha rigettato nello sconforto" dì piuttosto "mi è dispiaciuto non essere stata ammessa, la prossima volta faccio più attenzione".

Poi, concentrati su quello che ti rende felice veramente. Non puoi più andare in Erasmus, pazienza, ti toglie qualcosa a te stessa? Bisogna ingigantire la questione e farne un dramma?
Nulla va sempre ed esattamente come ci si prospetta, la flessibilità sta proprio in quello. Nello zen i tronchi si spezzano al vento, mentre i giunchi si piegano e sopravvivono.
Più sei rigida, più qualsiasi evento che "percepisci" inferiore alle aspettative ti farà rimanere delusa.
Devi solo trattarti bene e aspettare un'altra occasione. Se non c'è, la vita va avanti con altre piacevoli sorprese.

Inviato da: pastellina90 il Mercoledì, 06-Mar-2013, 20:27
Grazie dr.dock, ormai stai diventando il mio punto di riferimento in questo forum PSICO smile.gif spero di riuscire a conquistare anche il gradino successivo prima o poi! Cmq domani ho deciso di andare ad informarmi ugualmente per vedere se posso risolvere la cosa, altrimenti come hai detto tu sarà per un'altra volta...mi sono resa conto che nel mio caso il senso di colpa è alla base di tutto purtroppo...

Inviato da: delfi il Giovedì, 07-Mar-2013, 16:24
ragazziii ma perchè?dr dock cosa dovrei fare?sempre la mia insicuerezza del cavolo...adesso sto a casa senza fare nulla...non lavoro...la verità ho paura di lavorare e fare sempre le solite figuracce da ebete e farmi prendere da ritardata... mi sento il fiato sul collo di mia madre e il mio fid(convivere insieme a tutti e due alcune volte può essere uno svantaggio -.-) che mi dicono che non posso stare senza fare nulla che devo cercarmi un lavoro...io mando curriculum ma non mi chiamano! ci sono solo call center ma l'ho fatto per tanto tempo e mi sento male solo al pensiero di tornarci, poi ho paura di ingarbugliare con le parole (come m è successo in passato) Doh!.gif , sono diventata ancora più timida da quando sto con il mio fid è come se mi appoggiassi a lui e facessi fare a lui tutto all'esterno,poi da sola in un posto non ci voglio andare...come faccio? eppure per contribuire alla casa ci dovrei andare per forza... Doh!.gif

Inviato da: Aryan il Venerdì, 08-Mar-2013, 16:34
Ottimo quello ke hai scritto Dr. Dock..anzichè consigliarmi quel libro, potevi dirmi di ciò che avevi scritto tu PSICO lingua.gif

Molto ultile davvero PSICO D.gif

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 08-Mar-2013, 17:28
QUOTE (Aryan @ Venerdì, 08-Mar-2013, 15:34)
Ottimo quello ke hai scritto Dr. Dock..anzichè consigliarmi quel libro, potevi dirmi di ciò che avevi scritto tu PSICO lingua.gif

Molto ultile davvero PSICO D.gif

Eh ma non me l'hai chiesto... PSICO-asd.gif
Comunque c'è anche l'altra mia guida nella sezione strategica, qui:

http://psyco.forumfree.org/index.php?&showtopic=62228&st=0

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 08-Mar-2013, 17:44
QUOTE (delfi @ Giovedì, 07-Mar-2013, 15:24)
ragazziii ma perchè?dr dock cosa dovrei fare?sempre la mia insicuerezza del cavolo...adesso sto a casa senza fare nulla...non lavoro...la verità ho paura di lavorare e fare sempre le solite figuracce da ebete e farmi prendere da ritardata... mi sento il fiato sul collo di mia madre e il mio fid(convivere insieme a tutti e due alcune volte può essere uno svantaggio -.-) che mi dicono che non posso stare senza fare nulla che devo cercarmi un lavoro...io mando curriculum ma non mi chiamano! ci sono solo call center ma l'ho fatto per tanto tempo e mi sento male solo al pensiero di tornarci, poi ho paura di ingarbugliare con le parole (come m è successo in passato) Doh!.gif , sono diventata ancora più timida da quando sto con il mio fid è come se mi appoggiassi a lui e facessi fare a lui tutto all'esterno,poi da sola  in un posto non ci voglio andare...come faccio? eppure per contribuire alla casa ci dovrei andare per forza... Doh!.gif

Non devi sentirti in colpa, il problema è anche il periodo.
Sono sicuro che una parte c'è la metti anche te perché hai paura di imbarazzarti.
Dico che devi cominciare ad uscire, anche solo per rilassarti un po'.
Stare sempre a casa non giova all'umore, garantito, e ti senti "annebbiata" nelle solite attività quotidiane, cioè perdi un po' di volontà nell'affrontare la vita.

Stai delegando molte cose al tuo ragazzo, facendo così aumenti la tua insicurezza perché da un lato dimostri a te stessa che le cose non riesci a farle da sola, dall'altro non impari a gestirtela da sola, cioè contare su te stessa.
La tua è una soluzione di evitamento che ti porta un sollievo temporaneo, infatti non ti esponi però ti perdi il gusto di vivere.
Così facendo vivrai sempre nella paura, usi a malapena un 10% di te stessa, e l'altro non sai neanche di averlo.

Altra cosa, tu stai pensando al futuro, agli errori che farai. Forse è questo che ti ferma. Leggiti il pensiero CASTASTROFIZZAZIONE , forse l'hai già fatto ma hai paura.
Devi sforzarti. Tu vivi la paura che è nella tua mente, ma se esci le cose non vanno come dici tu.
Anche quando sembra che sbagli e pensi che gli altri ti deridano, non è così.
Vivi sempre la mente paurosa, non la realtà.
Devi guardare la vita con occhi nuovi.
Forse adesso non sai da dove cominciare però, se ti metti in moto, vedrai che le cose vanno da sé.

Ti sei forse convinta di non valere? Avrai dei pregi? Concentrati su quelli, i difetti non devono limitarti e non devi ingigantirli. La paura e l'umore triste te li suggeriscono.

Hai mai pensato a fare qualche cosa di manuale da vendere?
Mi prenderai per esaltato ma un ragazzino americano ha creato un sito dove vendeva le marmellate fatte da lui. Ha avuto successo ed è diventato milionario con un'idea semplicissima.
Tu dici che qua in Italia non è possibile?
Inizia a fare poi vedi che qualcosa vien fuori, l'importante è pensare in positivo e non concentrarsi sul fatto che non hai un lavoro.
La soluzione c'è, solo che adesso non la vedi.

Inviato da: delfi il Sabato, 09-Mar-2013, 00:04
grazie semre dr dock! le tue parole i tirano sempre su di morale..certo però non posso venire a romperti ogni volta che sto così! -.-
cmq penso che per incominciare andrò al call center, tanto per guadagnare qualcosina anche se faccio un mese e poi vado via...

Inviato da: Aryan il Sabato, 09-Mar-2013, 01:50
domani lo comincero a leggere con calma..grazie:)

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 09-Mar-2013, 11:07
QUOTE (delfi @ Venerdì, 08-Mar-2013, 23:04)
grazie semre dr dock! le tue parole i tirano sempre su di morale..certo però non posso venire a romperti ogni volta che sto così! -.-
cmq penso che per incominciare andrò al call center, tanto per guadagnare qualcosina anche se faccio un mese e poi vado via...

Brava, non pensavo di convincerti in così poco tempo... PSICO D.gif
Ottimo, l'importante e che vai al call center con lo spirito positivo senza aspettarti commenti negativi e che non ti abbatti alla prima difficoltà.
Correggi i tuoi pensieri negativi e rilassati. PSICO wink.png

Inviato da: delfi il Sabato, 09-Mar-2013, 16:26
beh essere positivi è un parolone tongue.gif...però cercherò di esserlo...spero di riuscirci senza farmi abbattere

Inviato da: jimmy Van Dogh il Sabato, 09-Mar-2013, 19:09
Dr. dock sei un grande!!! sicuramente leggerò tutto questo fino a impararlo a memoria... sono cose importantissime... e aiutano sicuramente!!!
grazie dr.dock... sei in gamba...!!! piacere di conoscerti!!!

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 09-Mar-2013, 19:11
Prego, sono contento che ti possa servire. PSICO wink.png

Inviato da: delfi il Sabato, 09-Mar-2013, 23:20
dr dock rieccolaaaaa quell'eccitazione per tutto! ma com'è possibile che appena guardo in tv una scena in cui due si accarezzano,mi eccito... potrebbe capitarmi con qualsiasi cosa anche con una scena di stupro..ma perchè?!

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 10-Mar-2013, 10:46
Perché l'ansia è ormai automatica, il tuo cervello è come se elaborasse il automatico l'ossessione e ti ritrovi eccitata.
Prova a pensarci, quando vedi la scena, per un microsecondo pensi che potresti eccitarti. (devi solo accorgertene, lo fai quasi in automatico).

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 10-Mar-2013, 11:36
Oggi vorrei parlarvi dell'ETICHETTAMENTO

L'etichettamento consiste nel catalogare se stessi, gli altri, le cose con un'etichetta globale, piuttosto che riferirsi a specifici eventi o situazioni

esempi:
➣ Una ragazza fallisce il test di ammissione universitario: "Oddio, sono una perfetta idiota" (sicura? Solo per un test fallito? Oppure stai dicendo a te stessa che il tuo valore globale dipende da un test? Perché devi condannarti con etichette negative? Bene non fa, non ti vuoi bene? Dovresti imparare se vuoi essere felice...)

➣ Una mamma si dimentica di mettere la merenda nello zaino alla figlia: "Sono indegna, come ho fatto a dimenticarmi. Non merita una madre così" (aspetta un attimo, solo perché ti sei dimenticata un giorno non ti devi condannare. Pensi che per essere una brava madre "devi" seguire un programma? Prova a chiedere a tua figlia, sicuramente lei dirà che sei una brava madre. Spesso chi ha l'ansia fa 300 cose in più per i figli ma non se ne accorge perchè vuole sempre di più da se stessa e finisce per esaurirsi. Calma e clemenza, si fanno molti errori)

➣ Il ragazzo vede alla tv una scena di nudo maschile e dice che è un bell'uomo: "Allora sono omosessuale, no non può essere, proprio io!" (dunque, tu sei vittima di un pensiero ansioso sviluppato dal nulla. Chi lo dice che un commento ti faccia cambiare sesso? Piuttosto, la tua ansia te lo suggerisce, poi tu ci ragioni e la paura ti porta nella direzione che non vuoi. Hai fatto tutto da solo)

➣ Se il fidanzato si comporta male una volta allora: "È una carogna. Non doveva essere impegnato, doveva stare con me" (addirittura?! blink.gif E la sua vita? Il suo modo di essere dove lo mettiamo? Il rapporto segue un manuale?)


SOLUZIONE
L'etichettamento è un pensiero disfunzionale molto simile alla ipergeneralizzazione, e alcune volte coincide (se si riferisce alle persone).
In questo caso i pensieri colpiscono il nostro io, cioè esiste un giudice che analizza ciò che facciamo e poi ci dà i voti.
Forse siamo noi che chiediamo troppo da noi stessi?
Bisogna ammorbidire i giudizi, comprendere che se una cosa è andata male non è una questione di vita o di morte, non siamo la persone che quel giudice vuole farci credere.
Il giudice è fatto di logica, di rigidezza, di ansia, di paura. È lui che muove i fili.
"Se domani sbaglio alllora...", "se non faccio quello allora...", "se mi comporto così, allora..." così facendo soffocate voi stessi.
Molto spesso a questi pensieri si sovrappone l'ansia, per cui l'ansia fa preoccupare ancora di più. L'ansia risveglia paure che ci portano a controllarci, per esempio la paura di impazzire.
Succede che tutto diventa una grandissima COMPULSIONE.
La paura il più delle volte è interiorizzata, cioè non arriva alla coscienza e noi agiamo in maniera forzata, con un senso del dovere.
Con un super-io interno che prendiamo a modello.
Se noi stessi o un'altra persona (compagno, marito) escono da questi canoni allora sono etichettati negativamente.
Quando si sbaglia, ecco che l'etichetta vien fuori. Poi possono arrivare anche i sensi di colpa, le rimuginazioni, le rinunce, tutte conseguenze di una mancanza di flessibilità e tatto.
Etichettarsi negativamente comporta tristezza, comporta depressione, comporta ansia, questo perché sono il risultato di una paura che c'è di base.
Paura di non essere all'altezza, paura di non essere amata, paura di non essere felice.
Perciò uno deve fare per essere...ma in realtà l'amore non arriva perchè si fa, la felicità non arriva perché si ha un lavoro di prestigio, certo si può essere felici a patto che il lavoro non serva per dimostrare a noi stessi di valere (cioè la paura ci ha spinto a vivere).
La soluzione è quella di ammorbidire questo giudice, ridicolizzarlo.
Poi bisogna rivedere se stessi. Si agisce per paura? Allora c'è qualcosa che non va bene.
Cosa volete veramente? Quali sono i vostri valori veri, non quelli che vi imponete?
Se l'ansia adesso vi impedisce di analizzarvi, non importa perché la soluzione la scoprite vivendo.

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 13-Mar-2013, 10:43
Oggi voglio aprire una piccola parentesi su uno degli effetti somatici dell'ansia, la DEREALIZZAZIONE e DEPERSONALIZZAZIONE (non si tratta di pensieri disfunzionali ma di sintomi dell'ansia)

Queste parole descrivono una situazione molto comune in situazione di grande stress, non sono indice di malattie (es. psicosi) ma solo di un effetto fisiologico che capita a molti quando si ha una forte ansia.
Molto spesso succede che queste sensazioni, se non riconosciute, diventino ulteriore motivo di preoccupazione, aumentando l'ansia già presente.

Vi ricopio alcuni dei sintomi della DEREALIZZAZIONE:
-la sensazione che l´ambiente circostante sia irreale
-la sensazione che gli altri siano automi, robot o comunque persone "non vere"
-la sensazione di guardare il mondo attraverso un velo od una nebbia
-la sensazione che il mondo circostante sia un sogno od un´allucinazione
-la sensazione che l´ambiente circostante sia "piatto"
-la sensazione che il mondo circostante sia "sfocato/scolorito"
-la presenza di dialoghi interattivi con una persona immaginaria (che però non sia un´allucinazione e si mantiene il senso che sia in qualche modo differente dal resto)
-il forte dubbio momentaneo su cose che si davano per certe

E ora quelli della DEPERSONALIZZAZIONE:
-la sensazione di guardare dall'esterno il proprio corpo compiere le azioni
-la sensazione di guidare il proprio corpo come fosse un robot o un personaggio di fumetti/videogiochi/giochi da tavola.
-la sensazione di essere scisso in una parte partecipante ed una osservante sentirsi irreali e meccanici
-la sensazione di essere invisibili
-l´incapacità di riconoscersi allo specchi
-la sensazione di guardare come un film su se stessi
-la sensazione che le altre persone siano reali ma non noi stessi
-un forte senso di distacco dalle proprie emozioni
-una percezione distorta del proprio corpo
-la perdita di sensibilità di parti del corpo

Come abbiamo detto, questi sono effetti dell'ansia non indice di altre malattie.
Quando si ha paura di qualcosa (si teme qualche pensiero, per esempio) allora sale l'ansia e con essa anche i disturbi cogniti e somatici.
Quando si percepisce un pericolo, anche interno a se, si attiva l'ormone adrenalina che attiva il meccanismo che serve per far fronte ai pericoli: ad esempio aumenta le energie e il sangue che serve per scappare.
Nel frattempo viene stimola l'amigdala che produce un IPERFOCUS sul pericolo, usa tutte le risorse mentali per capire il pericolo, per farci stare in allerta, per tenerlo sotto controllo: il senso di sé della coscienza, le proprie emozioni vengono spostate in secondo piano per concentrarci solo sul pericolo.
"Vi immaginate se, per preparare una prova d'esame, invece di studiare vi concentrate sul fatto che siete preoccupati?" oppure "se c'è un ladro in casa e voi, al posto di stare in allerta del pericolo, vi domandate come vi sentite?".
Questo è quello che invece succede a chi ha uno stato d'ansia generalizzato, per cui ci si preoccupa anche di come ci si sente di fronte agli stimoli felici o paurosi che siano.

Visto che l'ansia è sempre presente (anche in sottofondo), l'amigdala è perennemente eccitata e succedono 3 cose fondamentali:
- l'ansia stessa e la preoccupazione diventano una fonte di preoccupazione
- l'amigdala invia segnali di pericolo anche quando non servono perché è iperattiva
- si attiva un ciclo in cui l'ansia dell'ansia alimenta il ciclo che non può più fermarsi, se non con un lavoro attivo.

Succede che tutto il resto, ambiente esterno, emozioni positive viene messo in sottofondo, ci si sente separati dall'ambiente, lontani dagli altri e concentrati sulla preoccupazione.
Preoccupazione che è una questione mentale, cioè si vive la mente paurosa e non più la vita, le reali emozioni.
Ad aggravare la situazione è quando ci si domanda perché si sta così e l'amigdala invierà spiegazioni ansiose, cioè si compulsa usando la stessa logica che ha creato la paura e si ricevono risposte ansiose ("sto impazzendo", "non proverò più la felicità", "non sento più nulla").

Bisogna fermare il processo, non può essere una cosa automatica, dovete essere voi a non domandarvi perchè vi sentite così.
Accettatelo perché è un effetto dell'ansia, se indagate ricevete risposte errate perchè vi trovare in uno stato alterato, non ragionate bene ma con l'ansia addosso.
Accettate anche che ogni tanto vi arrivino pensieri ansiosi, questo perché il vostro cervello è iperattivo, non è colpa vostra.
Se non alimentate il ciclo pian piano i centri della paura si "raffredderanno" e comincerete a sentirvi meglio.
Serve accettazione, flessibilità, tanta volontà e stare attenti a non compulsare su quello che la paura vi propone.
La paura c'è in tutti solo che voi non vedete altro che quella.

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 16-Mar-2013, 11:44
Oggi riprendiamo il discorso sui pensieri disfunzionali e scriverò dell'INSOPPORTABILITÀ o INTOLLERANZA

L'intolleranza è quel pensiero che mostra una bassa tolleranza alla frustrazione. Consiste nel ritenere che certi eventi spiacevoli non possono essere sopportati.

esempi:
➣ Il ragazzo va alla partita di pallone al posto di passare il sabato con lei: "Non lo sopporto quando fa così. Mi viene un nervoso" (forse perché si pensa che l'amore è dimostrare sempre quello che vogliamo noi. Nel rapporto c'è anche l'individualità, se si vuole soffocare l'altro o cambiarlo non è vero amore)

➣ Nuova giornata, bisogna svegliarsi e andare a lavoro: "Non c'è la faccio oggi, perchè devo andare a lavoro!" (forse bisognerebbe rivedere il concetto di vivere. Ci si sta concentrando troppo sulle cose spiacevoli del lavoro, si sta vedendo la vita come un dovere. Bisogna cambiare punto di vista, bisogna rivedere la vita. Si può semplicemente rispondere alla propria parte negativa con "il lavoro potrebbe essere piacevole se faccio le cose un po' per volta e smetto di vivere la mente e rimuginare negativamente su cosa non mi piace".)

➣ Laureato in biologia trova lavoro in call-center: "Non era questo il lavoro per cui ho studiato, sono ridotto male" (chi lo dice? La tua voce interna forse. Può essere una soluzione temporanea, la vita non è mai una cartina scritta ma in continua evoluzione. Siamo noi che dobbiamo essere flessibili e cogliere le opportunità con positività. La vita è già difficile di suo, non farlo anche tu con te stesso! PSICO wink.png )

➣ A scuola mi sfottono: "Non lo sopporto, perché proprio a me!?" (sei intollerante alle critiche, le prendi sul personale. E se lo facessero per spronarti? Oppure, se li vedessi come un evento che non ti abbatte ma ti rende più forte?)

SOLUZIONE
Questo pensiero è caratteristico dell'umore depresso e dell'eccessivo stress.
Quattro sono le origini di questo tipo di pensieri:
➠la prima è che stiamo chiedendo troppo da noi stessi e non ci stiamo concedendo le dovute pause. Il corpo e la mente hanno bisogno di riposare. Quando ci si stressa si abbassano i livelli dei neurotrasmettitori (serotonina e dopamina) quindi si è più predisposti a vedere le cose insormontabili. Il lavoro sembra faticoso, i problemi insormontabili, non si ha voglia di fare niente.
Anche le persona perfezioniste o quelle che fanno troppo per gli altri arrivano ad un punto dove non ce la fanno più, usano tutte le loro risorse mentali e fisiche ad oltranza, non si accorgono che stanno dimenticando loro stessi per il senso del dovere.

➠la seconda sono i pensieri automatici. Ad esempio "non mi piace fare quel lavoro", seguito da un magone allo stomaco, oppure quando suona la sveglia al mattino e dobbiamo alzarci. Questi pensieri sono automatici in chi ha l'umore depresso. Quando capitano chiediamoci sempre: "È così intollerabile la situazione oppure la sto vedendo io dal punto di vista sbagliato?", "È così realmente o mi sto preoccupando eccessivamente", "È così insopportabile che neanche con calma riesco a farla?", "È una mia priorità?".

➠la terza è la RABBIA. Di solito ci aspettiamo che gli altri debbano comportarsi o agire nel modo che piace a noi. Se non accettiamo che gli altri hanno i loro difetti e il loro modo di fare, diventeremo sempre più intolleranti. Un tipo di domanda curativa può essere: "la mia ragazza deve comportarsi come dico io o deve essere se stessa?", "se una cosa non mi piace posso anche dirgliela al posto di rimuginare internamente (usando la calma)", "mi dà fastidio perchè sono già nervoso per conto mio, la colpa non è sua".

➠per ultimi, anche se collegati a tutto il resto, ci sono gli sbalzi ormonali. Durante il ciclo si sa che le donne rompono... PSICO-asd.gif , questo perché noi non siamo mai uguali a noi stessi, ogni giorno cambiamo. Chi è rigido pensa che tutti i giorni ci si comporta sempre allo stesso modo, se un giorno siamo giù di morale non possiamo accettarlo. Il problema è che se si passa un giorno negativo e poi ci si mette a pensare alle cause (cercando solo spiegazioni logiche), succederà che il giorno dopo lo impiegheremo a pensare e staremo nuovamente male.
Si innesta un ciclo di cattivo umore, e la colpa è nostra.
Una cura potrebbe essere: "oggi sono un po' nervosa, anche senza motivo di esserlo, l'accetto e non indago perché la rabbia è un emozione" (razionalizzandola non faccio altro che complicarmi la vita e avere dubbi), oppure "adesso mi calmo" oppure "domani andrà meglio, oggi ero un po' nervosa".
Non bisogna peggiorare la situazione rimuginando sulla propria intollerabilità, si alimenterebbe un ciclo di ansia in cui quest'ultima richiama nuovo nervosismo.
Se mettete benzina nel vostro lato negativo alimentate il fuoco delle sensazioni negative, anche la ricerca delle cause fatta con le migliori intenzioni porta sempre alla negatività (è una compulsione per preoccupazione)

Inviato da: Dr.Dock il Martedì, 19-Mar-2013, 20:26
Il pensiero di oggi è l'ESAGERAZIONE

L'esagerazione consiste nell'ingigantire degli aspetti negativi di sé

esempi:
➣ Adolescente con seno piccolo: "Con questo seno non sono per niente attraente" (in questo caso ci si concentra solo ed esclusivamente su un aspetto che vediamo come un problema, non riusciamo ad apprezzare null'altro di noi stessi)

➣ Un'amica propone all'altra un corso di danza, la quale: "Non posso, non ce la farò mai ad imparare, sono goffa" (ma se non provi come fai a saperlo? Forse hai paura del giudizio? Oppure pensi che ballare sia una questione di natura? La realtà è che richiede fatica e molti errori. Però è divertente imparare, solo che se non provi non lo capisci. Sicura che sei goffa? Quindi? Ti ricordi del brutto anatroccolo...)

➣ Programma in tv di arte: "anche io vorrei iniziare a dipingere, però sono negata" (e chi lo dice? Nello zen si dice: "la pratica rende perfetti", poi dovresti chiederti "vorrei creare opere d'arte oppure divertirmi?")

SOLUZIONE
Questi esempi sono indice di bassa autostima.
C'è una vocina che dice che non possiamo fare le cose, così diventiamo arrendevoli, rimandiamo le cose, rinunciamo dopo poco.
Ci sono diverse convinzioni da correggere:
- la prima è che nessuno nasce imparato. Dietro a grandi lavori spesso ci sono tante ore spese a fare pratica, errori, sacrifici.
- la seconda è che oltre all'obbiettivo (la nostra meta), il cammino è ugualmente carico di valore. Alcuni dicono che "ci si diverte imparando".
-la terza è che nessuno vi giudica per gli errori.
Spesso l'esagerazione è un problema mentale nostro, infatti, la paura ci fa concentrare solo sugli aspetti che non ci piacciono di noi.
Vedendo solo quell'aspetto ci sentiamo infelici, facciamo confronti e ci sentiamo inferiori.
Ma è la paura e l'insoddisfazione che ci fa concentrare su ciò, si vede il bicchiere mezzo vuoto.
Spesso, quello che crediamo un difetto, diventa un pregio o un cavallo di battaglia.
Se ci nascondiamo, mentiamo a noi stessi e sprechiamo delle occasioni.

Inviato da: franchino87 il Mercoledì, 20-Mar-2013, 16:59
Per pastellina90
Mi trovo nella tua stessa situazione ti ho mandato una email

Inviato da: sharonn il Venerdì, 22-Mar-2013, 21:03
QUOTE (deala @ Giovedì, 14-Feb-2013, 17:18)
Che dire...tutto eccellente e giusto soprattutto, ma caro Dr. non pensi che se siamo in tanti ad avere questo disturbo, andiamo da medici per questo disturbo, prendiamo farmaci, che non sono poi cosi' leggeri, alcuni in fase acuta necessitano di ricovero....Non credi che pur leggendo tutte le strategie, leggendo i tuoi utili scritti, applicando anche le strategie, nonostante tutto, spesso il disturbo o l'ansia come chiamar si voglia, ha un richiamo cosi' assordante ed estenuante, che non ci si riesce nemmeno con tutte le proprio forze a venirne fuori....Speso non e' il non voler capire o non mettere in pratica i consigli e che semplicemente, detto in parole povere non cela si fa', ne fisicamente ne mentalmente.
Io a volte ho provato un ansia, che mi tremava la bocca mentre parlavo, o ho dovuto stendermi sul letto dalla forte confunsione e senso di impotenza davanti alla forte angoscia.
Io ti assicuro che in quei momenti, potrei leggere e stra leggere strategie consigli ecc... ma non riuscirei a fare nulla di nulla, perche' in quei momenti, sisulta impossibile fare qualsiasi cosa.
La cosa migliore invece a mio parere, e' curarsi quando non si e' in fase cosi' acuta, perche' si vede e si vive tutto sotto un altro aspetto.



[B]Quoto in pieno...mi rispecchio in tutto... PSICO rolleyes.gif

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 22-Mar-2013, 21:39
Si sono d'accordo, però i pensieri disfunzionali sono a monte dell'ansia.
Quindi la guida è utile per tutte quelle persone che vogliono capire come ragionano e quali pensieri sono sbagliati in loro, cioè analizzare le cause della loro ansia.
Se sai quali sono i pensieri errati, è più facile riconoscerli e bloccare l'ansia sul nascere.
È logico che questo non puoi farlo quando stai per avere un attacco di panico o angoscia, in quei casi sarebbe più utile rilassarsi o prendere della valeriana.

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 24-Mar-2013, 11:56
Oggi parliamo del pensiero opposto al precedente, ovvero la MINIMIZZAZIONE

La minimizzazione consiste nel banalizzare o negare gli aspetti positivi di sé

esempi:
➣ Dopo aver passato l'esame all'università: "L'avrebbe potuto fare chiunque, era semplice" (poi invece metà della classe non l'ha passato. Allora si pensa: "sicuramente è perché non avevano studiato"...facpalm.gif )

➣ Torta di compleanno fatta per la figlia: "Non è venuta come volevo, del resto non sono capace" (La figlia: "grazie, è una torta stupenda!". Non è solo questione di accontentarsi, è non vedere realmente se stessi... PSICO wink.png Se poi proprio non piace, si può imparare dagli errori, la prossima volta)

➣ Dopo aver applicato le guide: "ecco il mio pensiero ansioso, però non sono in grado di farlo andare via" (per quello serve tempo. Apprezza già che hai cominciato a riconoscere i pensieri non tuoi. Il primo passo è fatto, ora c'è da applicare il prossimo gradino, senza fretta.)

SOLUZIONE
Come il precedente pensiero disfunzionale, vi è sempre un problema di autostima.
Minimizzare significa non sentirsi mai soddisfatti per quello che si fa, forse perché si tende al perfezionismo, al volere troppo da noi stessi.
Minimizzare significa vedere il lato negativo delle cose, il bicchiere mezzo vuoto.
Non conta quanto bene facciate un lavoro, per voi sarà sempre un lavoro da niente.
Questo perché non riuscite ad apprezzare la vostra personalità, lo fanno gli altri, e voi puntualmente penserete che lo fanno per non farvi sentire male (lettura del pensiero).
A dirla tutta, non vi premiate mai per le piccole cose che fate, date tutto per scontato.
Così facendo, vi soffocate, pian piano instillate gocce di tristezza.
La vita non è semplice, la vita è un obiettivo; questo è quello che pensano le persone perfezioniste.
La minimizzazione è presente assieme agli altri pensieri disfunzionali, come ad esempio nell'ipergeneralizzazione "tutti possono farlo, non è niente di speciale", oppure nell'astrazione selettiva (dove non solo non si vedono gli aspetti positivi, ma ci si concentra su quelli negativi, un vero è proprio filtro mentale).
La minimizzazione è un meccanismo di pensiero appreso dall'infanzia: quando si è bambini gli altri non ci apprezzano, soprattutto i genitori. Quando si hanno genitori esigenti, il bambino a lungo andare pensa di essere sbagliato, pensa che sarà amato solo se fa quello che gli dicono.
Come è lui veramente non importa, deve comportarsi.
Ora, sapete qual'è un buon rimedio? Liberare la mente e pensare: "se non avessi restrizioni ma libertà, come mi comporterei in questo caso?".
C'è una parte di noi che dice "non è mai abbastanza", questa è la parte razionale, quella che dice come dobbiamo essere per ottenere felicità, amicizia, successo.
In realtà, c'è ne un'altra che è stanca, vorrebbe essere semplicemente se stessa.
Ogni successo non è banale, dovete premiarvi.
Anche raggiungere la semplicità, cioè togliere tutti quei condizionamenti che vi hanno limitato, è un successo.
Riconoscere i pensieri, anche quelli ansiosi, è un gran passo in avanti.
Non bisogna confonderla con la modestia. Avere una sana autostima ci aiuta a stare bene e dare il massimo di noi stessi.

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 06-Apr-2013, 13:10
Ritorniamo ai pensieri disfunzionali, in questo caso mi occuperò di una categoria di pensieri scorretti, quelli OMOSESSUALI

Prendendo spunto da un articolo inglese postato da myobsessed, ho tradotto alcuni pensieri scorretti che servono a questo tipo di ossessione per rinforzarsi.
Sicuramente, dopo la lettura i dubbi rimarranno perché la paura non ha limiti, però vorrei farvi notare come questa paura si appigli a pensieri errati di base.
Cioè, voi compulsate e i vostri pensieri disfunzionali confermano (erratamente) dando una mano al processo.
Peccato che quei pensieri siano sbagliati, come vedete qui sotto, così come lo è la vostra paura.

Individui normali non dovrebbero trovare attraenti persone dello stesso sesso È chi lo dice? Il vostro difetto è che scambiate l'essere attraenti, avere dei bei lineamenti, a volte anche l'affetto per prova di qualcosa. Voi compulsate, la vostra paura troverà milioni di situazioni sulle quali vi metterà i dubbi. Questo perché la paura distorce le situazioni, così un semplice sorriso ad una amica delle medie diventa la prova dell'inizio della vostra omosessualità.

Individui normali non dovrebbero avere nessun dubbio sulla loro sessualità Anche questo è sbagliato. Tutte le persone hanno i dubbi, solo che sono ad un livello più basso di coscienza. Queste persone vivono e il loro vivere fa togliere i dubbi, invece, chi è ansioso fa di questi dubbi una vera e propria trappola. Al posto di dire, ok, ho avuto il dubbio, capita però se sto con il mio ragazzo un motivo c'è, voi cominciate a pensare "perché ho avuto il dubbio? Forse vuol dire qualcosa?". No, è semplicemente un dubbio, a cui potete rispondere con serenità e flessibilità, fantasia, non con rigidezza, presunzione di sapere, ansia.
Tutti, almeno una volta nella vita, hanno avuto questo tipo di dubbio, solo che voi pensate che questi dubbi vengano solo alle persone represse.

Non dovrei avere tutti questi pensieri continui se non significassero qualcosa Infatti la vostra è un'illusione. I vostri pensieri continui sono pensieri automatici e vengono con qualsiasi tipo di pensiero ossessivo. In più, voi compulsate, voi rimuginate sul problema, quindi non date modo di liberarvi dei pensieri. I pensieri sono subiti, non sono vostri. Finché temete la paura, i pensieri verranno, finché vi circola il dubbio, i pensieri verranno. Lo sapete cosa fa la paura? Prima produce questi pensieri e poi vi fa rimuginare sul fatto che ne fate così tanti. Quindi voi avete l'ansia di essere omosessuali + l'ansia per il vostro modo di pensare. Doppio danno;)

Potrei essere una lesbica repressa a causa della società moralista Finiamola di fare questo discorso. Chi è represso, sa di essere omosessuale, non cerca di scoprirlo. Lo sa ma ha paura del giudizio degli altri, per questo sceglie di formarsi una famiglia e vivere quello che la società gli impone di essere. Voi non siete repressi, voi siete spaventati. PSICO wink.png

Se dovessi diventare gay, la mia vita sarebbe rovinata In realtà, quello che fa paura non è tanto la paura di essere scoperti, quanto la paura di non vivere la vita felicemente. Non è come per i gay veri che hanno paura di non essere accettati, la vostra paura si diverte a rendervi infelici. Oggi potrebbe essere l'omosessualità, domani l'ossessione per una malattia grave...

Individui normali dovrebbero avere solo pensieri eterosessuali No, questo è quello che pensano gli ansiosi. A tutti capita di fare pensieri omosessuali, nei sogni o nella realtà ma questo non è indice di omosessualità. Voi vi spaventate, quindi siete esattamente l'opposto di quello che pensate. Si, ok, adesso mi dite "io prima avevo l'ansia, adesso non più vuol dire che mi sono accettato", no, significa che avete familiarizzato con la paura per cui non vi spaventa più, però sempre paura è non realtà. Pensate che ci sono molte donne che si eccitano con fantasie lesbiche ma che sono perfettamente eterossessuali e serene, loro vivono la fantasia e sanno che è fantasia.

Se non sono al 100% eterosessuale, significa che sono gay Questo è frutto della vostra rigidità. A nessuno qui dentro viene il dubbio di essere bisessuale (cosa comunque non vera), voi saltate direttamente alla categoria opposta. L'altro ieri ero normale, oggi sono lesbica. Ditemi che non è frutto di paura questo? È la paura a suggerirvi, non siete voi ad aver fatto un percorso sereno. Più siete rigidi e più la paura vi tormenterà. Questi stessi pensieri sono frutto di rigidezza.

Se ho un pensiero che non è in linea con quello che penso debba avere un eterosessuale, significa che ho superato il "confine" E quali pensieri hanno gli eterosessuali? Vedete come categorizzate? Il vostro confine è un confine di paura. Quel confine, gli eterosessuali lo attraversano tutti i giorni senza paranoie. Quello che voi pensate sia omosessuale (oltre il confine) non necessariamente lo è. Voi non dovete analizzare il confine, voi dovete comprendere come lavora la paura.

La sessualità può essere contagiosa Vedi quello subito sotto...

Se ci penso spesso potrei cambiare orientamento, o potrei metterli in pratica eventualmente. No, se ci pensi spesso potresti solo familiarizzare, cioè farti sembrare reale la situazione. Potrebbe diminuire l'ansia, perché, provate ad immaginare, se vivete tutto il giorno con un cane che ringhia e questo per giorni non vi fa nulla, la vostra ansia iniziale sarà sicuramente diminuita. Non si cambia gusti con il ragionamento, anche se la vostra paura vi suggerisce il contrario. I vostri gusti sono già dentro di voi, solo che in questo momento vivete la paura, non voi stessi, quindi sono "falsati", state usando la logica della paura per conoscere le emozioni.

L'unico modo per essere libero da questi pensieri è metterli in pratica. No, questa è una compulsione. I pensieri non se ne andranno, voi non cambierete sesso ma in compenso l'esperienza non vi piacerà. Dubito fortemente che qualcuno possa metterla in pratica, è solo una questione mentale, nella realtà vi farebbe schifo, come quelle persone che hanno paura di uccidere vedendo un coltello ma poi non lo prendono neanche in mano (quando una persona normale lo maneggerebbe senza problemi). So benissimo che qualcuno penserà "e se poi provassi e mi piacesse?", visto che vi ho anticipato? Ho anticipato la vostra paura, anche questo è un pensiero ansioso. PSICO wink.png

Se il mio partner si accorgesse che sto avendo questi pensieri, mi lascerà. Questo è vero solo se il vostro partner è superficiale. È difficile aprirsi su queste cose, però se avete un partner comprensivo e la voglia di aprirvi, descrivetegli anche il processo. Sono sicuro che capirà e vi starà ancora più vicino.

Ogni volta che sono eccitato, ci deve essere una ragione per questo. ----->Ne abbiamo già parlato, si chiamano pseudo-eccitazioni. Per farla breve, quando avete paura di eccitarvi succede che la paura andrà ad alimentare i centri dell'eccitazione, come se ordinasse al cervello "eccitati". Quindi, se avete delle eccitazioni per persone dello stesso sesso, è per colpa della paura. Non ha nessun altro significato, per nessun motivo. PSICO wink.png

Se sono eccitato dai miei pensieri, significa che vorrei fare sesso con questa persona. No, significa che è in atto il processo che abbiamo appena spiegato.

P.s. Non voglio discriminare nessuno, quando parlo di persone normali intendo eterosessuali, gli omosessuali sono anch'essi normali. PSICO wink.png

Inviato da: Redbird il Sabato, 06-Apr-2013, 13:48
Ciao Doc!
A me i miei disturbi sono iniziati con il DOC omosex per poi sfociare in quello da relazione.
Partendo dal presupposto che ormai il DOC omosex non mi spaventa tanto come all'inizio, anzi è quasi inesistente, mi ritrovo in situazioni che mi fanno compulsare.
Ad esempio. Sto frequentando un corso dove ci sono vari omosessuali. Uno in particolare mi aveva fatto dei complimenti rivelandosi poi gay.
Inizialmente io la presi normalmente, speravo solo non ci provasse con me tormentandomi di messaggi o chiedendomi di uscire... Ovviamente cominciai a comportarmi freddamente.
Dopo un pò, la DOC torna a farsi risentire, senza motivo.
"Se lo evito è perchè in realtà sto scappando dalla verità". No! E' che mi trovai tempo fa in una situazione simile. Ero tormentato da un gay che mi scriveva e mi aggiungeva su vari social network ecc ecc. Volevo solo evitare che si ripetesse anche con questo qui...

Questo ragazzo del corso dopo un pò, accortosi del mio comportamento schivo, mi ha chiesto se la sua omosessualità fosse un problema per me. Io ho messo in chiaro che sono etero e gli ho raccontato dell'esperienza passata. Ma lui mi ha assicurato che il suo comportamento ha solo fini amichevoli. Ok, no problem!

Veniamo ingaggiati per fare del volantinaggio. Mi chiede di andar insieme. Inizialmente sono un pò restio. Non tanto per lui, quanto perchè sapevo che avrei vissuto la giornata di lavoro con ansia, compulsando continuamente.
In realtà non è andata così. Mi sono trovato davvero bene. E, apparte l'ansia iniziale, la giornata è andata avanti tranquillamente.

Ma ecco che interviene la DOC...
"Ti sei trovato bene con un gay. Ti farebbe piacere passare un'altra giornata a dare volantini insieme a lui! Allora sei un gay pure tu!!".
Se questi pensieri fossero fini a se stessi mi starebbe bene, tanto che me ne frega? So che non è così. La cosa che mi fa girare un pò le pa**e è che poi con la mia ragazza non riesco a comportarmi normalmente perchè condizionato dalle compulsioni...
"Cosa la baci a fare? Tanto sei un finocchio...". "E' inutile che le scrivi carinerie, tanto sei un culattone...". PSICO giveup.gif

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 06-Apr-2013, 15:26
Diciamo che in un primo momento hai cercato di evitare la situazione, questo perché quella paura è rimasta, altrimenti non avresti problemi a parlare con i gay (sempre che non fai discriminazioni).

Per il resto, devi capire meglio il meccanismo.
Se tu hai paura, succede che quando fai qualcosa che ha a che fare con quella paura (scrivere un messaggio, per esempio), si creano dei pensieri automatici ansiosi.
È normale averli, se ti vengono significa che tu li temi, per quello scattano ogni volta.
Prima di scrivere il messaggio, tu sai già che ti scatta il pensiero, è una cosa automatica.
Se hai paura del tuo modo di pensare significa che non hai capito che la paura funziona così, è come se fosse un moralizzatore.
Nel tuo caso hai un moralizzatore interno, prova a fare gli esercizi per esempio quello del mantello, altri invece hanno pensieri sul futuro.
Ognuno ha dei pensieri ansiosi che si manifestato in diverso modo, anche se il contenuto è lo stesso.

Inviato da: solid il Sabato, 06-Apr-2013, 16:28
QUOTE (Redbird @ Sabato, 06-Apr-2013, 12:48)
Ciao Doc!
A me i miei disturbi sono iniziati con il DOC omosex per poi sfociare in quello da relazione.
Partendo dal presupposto che ormai il DOC omosex non mi spaventa tanto come all'inizio, anzi è quasi inesistente, mi ritrovo in situazioni che mi fanno compulsare.
Ad esempio. Sto frequentando un corso dove ci sono vari omosessuali. Uno in particolare mi aveva fatto dei complimenti rivelandosi poi gay.
Inizialmente io la presi normalmente, speravo solo non ci provasse con me tormentandomi di messaggi o chiedendomi di uscire... Ovviamente cominciai a comportarmi freddamente.
Dopo un pò, la DOC torna a farsi risentire, senza motivo.
"Se lo evito è perchè in realtà sto scappando dalla verità". No! E' che mi trovai tempo fa in una situazione simile. Ero tormentato da un gay che mi scriveva e mi aggiungeva su vari social network ecc ecc. Volevo solo evitare che si ripetesse anche con questo qui...

Questo ragazzo del corso dopo un pò, accortosi del mio comportamento schivo, mi ha chiesto se la sua omosessualità fosse un problema per me. Io ho messo in chiaro che sono etero e gli ho raccontato dell'esperienza passata. Ma lui mi ha assicurato che il suo comportamento ha solo fini amichevoli. Ok, no problem!

Veniamo ingaggiati per fare del volantinaggio. Mi chiede di andar insieme. Inizialmente sono un pò restio. Non tanto per lui, quanto perchè sapevo che avrei vissuto la giornata di lavoro con ansia, compulsando continuamente.
In realtà non è andata così. Mi sono trovato davvero bene. E, apparte l'ansia iniziale, la giornata è andata avanti tranquillamente.

Ma ecco che interviene la DOC...
"Ti sei trovato bene con un gay. Ti farebbe piacere passare un'altra giornata a dare volantini insieme a lui! Allora sei un gay pure tu!!".
Se questi pensieri fossero fini a se stessi mi starebbe bene, tanto che me ne frega? So che non è così. La cosa che mi fa girare un pò le pa**e è che poi con la mia ragazza non riesco a comportarmi normalmente perchè condizionato dalle compulsioni...
"Cosa la baci a fare? Tanto sei un finocchio...". "E' inutile che le scrivi carinerie, tanto sei un culattone...". PSICO giveup.gif

idem per me, pur soffrendo di questo disturbo, quando sono stato a contatto con ragazzi di orientamento omosessuale l'ansia spariva e il mio orientamento eterosessuale era piu chiaro che mai..
finisce la serata e cominciano le domande.. se non hai ansia con loro allora vuol dire che ti trovi bene..

grazie dr dock.. mi frequento da qualche mese con una ragazza di cui mi sono innamorato.. e quando il doc tende ad essere piu forte, non mi riesco a godere la relazione e finiamo alle volte per litigare.. non voglio perderla.. mi sono innamorato dopo qualche anno e già ne avevo perso una per questo maledetto doc.. allora non sapevo cosa non fosse il doc e le rompevo le palle continuamente con le famose domande che su questo forum tutti si fanno su questa tematica.. poi mettevo in pratica le compulsioni cercando una relazione in segreto con un'altra ragazza..che non amavo ma che mi attraeva solo sessualmente.. ed è giusto che mi abbia lasciato la mia ragazza scoprendomi..

Se riuscissi a tradurre tutto l'articolo mi faresti un gran favore.. Perchè gli Stati Uniti sono un paese che è sempre stato in avanti su tutto.. PSICO D.gif

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 06-Apr-2013, 17:19
Ciao solid,
il resto dell'articolo è una ripetizione delle strategie già proposte qui:
http://psyco.forumfree.org/index.php?&showtopic=581

Inviato da: Redbird il Sabato, 06-Apr-2013, 19:17
QUOTE (Dr.Dock @ Sabato, 06-Apr-2013, 14:26)

Se hai paura del tuo modo di pensare significa che non hai capito che la paura funziona così, è come se fosse un moralizzatore.
Nel tuo caso hai un moralizzatore interno, prova a fare gli esercizi per esempio quello del mantello, altri invece hanno pensieri sul futuro.

Scusa Dock, non ho capito bene questo pezzo...

Inviato da: edward il Sabato, 06-Apr-2013, 20:57
in tutto cio che scrivi mi ci ritrovo!!!

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 07-Apr-2013, 09:35
QUOTE (Redbird @ Sabato, 06-Apr-2013, 18:17)
QUOTE (Dr.Dock @ Sabato, 06-Apr-2013, 14:26)

Se hai paura del tuo modo di pensare significa che non hai capito che la paura funziona così, è come se fosse un moralizzatore.
Nel tuo caso hai un moralizzatore interno, prova a fare gli esercizi per esempio quello del mantello, altri invece hanno pensieri sul futuro.

Scusa Dock, non ho capito bene questo pezzo...

Intendevo che hai un moralizzatore interno, cioè un tipo di pensiero ansioso che ti compare quando vuoi fare qualcosa di bello nella tua vita e te lo smonta.
Prova a fare il primo esercizio che c'è in questa guida, sperando che possa esserti utile:
http://psyco.forumfree.org/index.php?&showtopic=66645

Inviato da: pastellina90 il Domenica, 07-Apr-2013, 11:19
@dr.dock scusa ti è arrivato il mio ultimo mp? perchè credo ogni tanto ho problemi di connessione PSICO smile.gif

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 07-Apr-2013, 11:44
No. PSICO smile.gif

Inviato da: pastellina90 il Domenica, 07-Apr-2013, 12:43
immaginavo...te lo rinvio PSICO smile.gif

Inviato da: Redbird il Domenica, 07-Apr-2013, 14:12
QUOTE (Dr.Dock @ Domenica, 07-Apr-2013, 08:35)
QUOTE (Redbird @ Sabato, 06-Apr-2013, 18:17)
QUOTE (Dr.Dock @ Sabato, 06-Apr-2013, 14:26)

Se hai paura del tuo modo di pensare significa che non hai capito che la paura funziona così, è come se fosse un moralizzatore.
Nel tuo caso hai un moralizzatore interno, prova a fare gli esercizi per esempio quello del mantello, altri invece hanno pensieri sul futuro.

Scusa Dock, non ho capito bene questo pezzo...

Intendevo che hai un moralizzatore interno, cioè un tipo di pensiero ansioso che ti compare quando vuoi fare qualcosa di bello nella tua vita e te lo smonta.
Prova a fare il primo esercizio che c'è in questa guida, sperando che possa esserti utile:
http://psyco.forumfree.org/index.php?&showtopic=66645

Ah ok, ora ho capito!!
Grazie Dock, ci proverò!!

Inviato da: JackoJohn il Domenica, 07-Apr-2013, 21:28
Mi ritrovo in tutto!! Dr Dock mi hai salvato!! fai lo psichiatra.. Lauerati xkè saresti la salvezza di tante persone!! Cercherò di non compulsare più oppur eil meno possibile... Ci vorrà un po' di fatica ma ce la faròò. PSICO smile.gif

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 07-Apr-2013, 22:13
Grazie per le parole. PSICO smile.gif
In realtà faccio completamente altro... PSICO D.gif

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 08-Apr-2013, 12:58
Oggi mi occuperò di una categoria di pensieri scorretti che hanno tutte le persone di questa parte del forum, quelli OSSESSIVI

Visto che l'analisi dei pensieri sta avendo molto successo, inserirò i pensieri che ritengo sbagliati per aiutarvi ad affrontare meglio il problema. Da una parte ci sono i pensieri disfunzionali basati sulla logica, in questa spiego i pensieri disfunzionali sull'ansia.

Se faccio pensieri insoliti o ansiosi significa che ho il DOC Questa cosa è profondamente sbagliata. Questo pensiero vi farà sentire malati, è un etichetta che vi aggiunge ulteriore preoccupazione al vostro stato ansioso. È come dire "io faccio pensieri ansiosi che sono il sintomo di una malattia", "io ho paura di questa malattia", "come la curo?", "quando andrà via?".
Lo dico sempre, se parlate di DOC, potete già iniziare ad andare a comprare i medicinali, siete già un caso da curare.
La realtà è ben diversa, voi fate pensieri ansiosi, stop. Non c'è una malattia dietro. Qual'è il motivo?
I motivi sono 5:
-Avete una predisposizione all'ansia
-Avete sovraccaricato il cervello, che si trova iper-eccitato, a causa di stress, fallimenti, continue paure.
-La vostra mente, a causa di questo cervello eccitato, produce delle paure che a loro volta producono dei pensieri automatici ansiosi.
-Voi rimuginate sul contenuto dei vostri pensieri, vi sale l'ansia e li discutete per risolverli o eliminarli (invano).
-Voi rimuginate sul fatto che fate questi pensieri, quindi vi sentite malati di doc (che non è altro che una nuova paura di avere una malattia).
Quindi, voi non siete malati di doc, ma avete una mente ansiosa e aggiungete giorno dopo giorno nuova ansia. Il cervello non si rilassa mai.
Ecco perché anche il semplice non discutere, raffredda la mente, e i pensieri diminuiscono.

Le persone normali non fanno pensieri negativi o paurosi Questo non è vero. Voi avete questa idea e quindi vi sentite malati. Tutti fanno pensieri che spaventano, perchè la paura è un emozione che hanno tutti. La differenza è che le persone "normali" fanno pensieri di paura riguardo a situazioni reali ("domani mi va male il compito"), invece gli ansiosi hanno una mente che produce allarmi in continuazione, anche senza motivo. Per questo se discutete fate uno sbaglio. Si può correre se è un falso allarme?
In più, quando scoprite che la vostra mente produce pensieri ansiosi, vi focalizzate su di essa e aumentate la preoccupazione.
Così, se un giorno vi viene il falso allarme "e se sono un'assassina", i giorni successivi temerete la vostra stessa mente e nascerà la paura di essere degli omicidi. Con una mente già ansiosa e con questa paura (nata da un falso allarme che non avete risposto con consapevolezza), partono automaticamente pensieri ansiosi con il tema dell'omicidio (ad esempio di fronte a vostro figlio o al vostro compagno).

Inviato da: pastellina90 il Lunedì, 08-Apr-2013, 14:40
@dr.dock mi sono dimenticata di dirti una cosa in mp...ieri un tizio nella sezione disturbi dell'umore, mi ha detto che i miei pensieri suicidi non sono ossessioni ma desideri, solo che la mia psicologa non vuole dirmi la verità, ovvero che potrei essere una potenziale suicida PSICO smile.gif sono stata brava per due motivi: 1- sono riuscita a non lasciarmi intimorire più di tanto dalle sue parole; 2- ho resistito alla voglia pungente di mandarlo a quel paese! tongue.gif ma lo sai che cosa ha elaborato subito dopo il mio cervello bacato? "In realtà non ti sei spaventata perchè quel tizio ha ragione, tu vuoi davvero suicidarti!" L'unica parte che vorrei suicidare di me, in realtà, è proprio il doc! PSICO D.gif

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 08-Apr-2013, 22:33
Ottimo, ti rendi conto dei progressi!
Se vuoi farti un favore, non andare in quella sezione, se bazzichi nella tristezza non puoi che star male.

I pensieri suicidi di chi è depresso, sono egosintonici cioè non provocano ansia, neanche all'inizio.
Brava, il tuo cervello, come quello di tutti gli ansiosi è bacato, malato.
Devi prendertene cura tu perché lui ha paura di molte cose.

L'ultimo pensiero è prodotto dalla paura, non sei tu.
"La mia paura mi ha fatto pensare che quel tizio aveva ragione..."
Direi che non c'è da ossessionarsi, giusto? PSICO D.gif

Inviato da: pastellina90 il Martedì, 09-Apr-2013, 11:34
No non mi sono soffermata su quel pensiero perché ho cose più importanti cui pensare PSICO smile.gif però in compenso mi è rimasto un istinto omicida nei confronti di quel tizio...dici che è un'ossessione anche questa? Ahahahhahah

Inviato da: Dr.Dock il Martedì, 09-Apr-2013, 11:41
Ma no dai...
Non scherzo neanche perché poi non vorrei farti compulsare. laugh.gif
Vedo che stai andando moooolto bene. PSICO smile.gif

Inviato da: Dr.Dock il Martedì, 09-Apr-2013, 13:19
In attesa di correzioni, aggiungo qui un pensiero disfunzionale della categoria "ossessivi".

Se non ho più l'ansia significa che ho accettato la mia paura È un tipo di ragionamento emotivo (vedi il paragrafo), in cui una persona preoccupata usa l'ansia come metro di giudizio per compulsare.
Questo è il più grande errore che potete commettere perché l'ansia diminuisce a mano a mano che prendete confidenza con la paura, in pratica i pensieri vi spaventano meno ma questo non ha alcun significato.
Se vivete con un cane feroce che non fa altro che abbaiare, alla fine non avrete più paura di lui, mi pare logico.
Inoltre, se provate a vedere se vi viene l'ansia, cioè cercate di ricrearla questa non verrà, facendovi arrivare a conclusioni sbagliate.
Questo capita perché state usando la logica applicata alle emozioni: la paura è un emozione quindi, usando la logica per conoscere se avete paura non l'avrete.
È come dire: "adesso mi vedo questo film horror perché voglio volontariamente spaventarmi".
È logico che volendo provocare un emozione (seppur sgradevole) non la proverete, quindi non avrete ansia.
Gli errori sono due:
-Testarsi per vedere se si provano emozioni
-Analizzare il fatto che non si ha l'ansia

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 10-Apr-2013, 11:49
Ulteriore pensiero ossessivo, che trovate anche in prima pagina.

Io ho capito il processo, però perché continuano a venirmi i pensieri
Certo che vengono, voi non avete capito il processo, voi avete capito che avete un problema. Quello che dimenticate è che voi state vivendo una sottile preoccupazione: quando capite di avere un problema indossate un velo di paura. Pensateci bene, se temete di fare un pensiero, se temete di avere il DOC, vi sentite malati di una malattia della mente, il vostro cervello si preoccuperà e si caricherà di nuova ansia.
Quindi, quando vivete, indossate sempre il velo della preoccupazione, lo portate con voi. Ogni volta che fate un pensiero ansioso e questo vi colpisce, voi caricate la vostra mente.
Se, ad esempio, vedete il vostro ragazzo, come lo vedete? Con gli occhi reali o con quelli della paura? La paura che avete imparato a conoscere e a non accettare la sua esistenza...
La realtà potete vederla normalmente oppure appannata dalla paura dei precedenti pensieri, la paura di avere una malattia.
Già il fatto che controllate significa che non accettate la paura come emozione, i pensieri non se ne vanno perché provare a vedere significa essere preoccupati.
Il velo che avete è la paura. È come se si fosse inceppato il meccanismo della vita spontanea e ora lo vedete con quello della razionalità, infatti, voi volete discutere il pensiero di paura.
Invece, una soluzione è la consapevolezza di vivere "quel momento" con gli occhi della paura, non siete voi.
Voi capite il meccanismo, giusto? Quindi non dovreste più compulsare, perché qui non si parla di paure reali, si parla di paure generate da uno stato di ansia preesistente.
Ora bisogna fare un passo in più.
Se vedendo il vostro ragazzo, vi fosse venuto un pensiero di dubbio e poi avete iniziato a discuterlo, finendo in un labirinto, ora sapete che il vostro è un problema di ansia, però i pensieri non passano.
Voi, ora, non vivete più la realtà ma la realtà di quel pensiero.
Per uscirne non dovete fare esattamente nulla se non capire che non siete voi, questi pensieri passeranno a mano a mano che distoglierete la mente e lo sguardo da quei pensieri che vi ricordano la vostra paura.
La vostra paura la conoscete ma continua ad operare, anche se l'ansia non c'è. Voi vivete l'ultima parte del problema, cioè pensate ancora automaticamente come se la paura esistesse, questo perché la vostra mente è ancora ansiosa, anche se non ne siete consapevoli.
Dovete confidare nel fatto che i pensieri spariranno e con esso anche la realtà condizionata.
Ricordate, ci sono i pensieri ansiosi, ma anche la realtà condizionata da quei pensieri, anche se i pensieri non vi toccano più. Questa è come quando siete felici e poi vi ricordate di quei pensieri che facevate, da quel momento in poi non state più vivendo voi stessi, ma il ricordo di quel pensiero.
Bisogna essere consapevoli della realtà condizionata, è uno degli errori che si fa più spesso.
La realtà condizionata da una situazione precedente, da un pensiero ansioso.
Mentre vivete normalmente, un pensiero ansioso potrebbe sfiorarvi e condizionarvi, dovete esserne consapevoli.
Non potete fare finta di nulla, il pensiero c'è, dovete viverlo con serenità senza pretendere di essere voi stessi in "quel momento".
Il pensiero condiziona, è inutile negarlo.
Voi dovete dargli sempre meno potere, accettare la realtà condizionata è un buon punto per depotenziarlo.
Non potete accettare di vedere il viso del vostro amato/a se in quel momento vi viene un pensiero, accettate che è venuto e che in "quel momento" non proverete l'emozione positiva, non potete far finta di nulla, però potete essere consapevoli ed essere sereni che prima o poi passerà.

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 10-Apr-2013, 12:16
Perché mi vengono i pensieri anche quando sono sereno
Semplice, perché il cervello degli ansiosi è sempre iper-attivo. Questo dovete comprenderlo, vi siete agitati una vita, sarebbe ulteriormente presuntuoso pretendere di guarire in poco tempo. La mente agitata si spegne solo se cominciate ad aggiustare i vostri pensieri disfunzionali, le vostre preoccupazioni, il vostro modo di vedere la vita, non solo non compulsando. I pensieri ansiosi sono solo lo scoglio di un iceberg, un sintomo di qualcosa di più profondo. Bisogna pian piano evitare lo stress, modificando le proprie strategie e i mezzi per gestirlo, bisogna prendersi cura di se stessi. Infine, bisogna accettare la paura perché solo così si riesce a vedere oltre, altrimenti si vive solo quella.

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 10-Apr-2013, 12:25
Ho ristrutturato la prima pagina, trovate tutto anche lì e lo aggiornerò continuamente.

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 10-Apr-2013, 17:38
Come faccio a capire di essere guarito? Questa è una domanda che sottindente un problema. La risposta è mai, perché nel momento in cui fate questa domanda state già pensando di avere il problema. Il vostro compito invece è quello di vivere al di fuori della paura, e questo è possibile solo dimenticandola.
Dimenticarla non significa non pensarla, perché questo è impossibile, significa correggersi automaticamente quando ci si accorge di fare pensieri ansiosi e nel dare loro sempre meno potere.
Ma se vi ricordate ogni volta, se fate i controlli, se la temete, quella paura continua a rimanere, anche se crea molta meno ansia.
Quando capite il meccanismo rimane un'ultima paura, la paura della paura, la paura di fare il pensiero, la paura di ritornare alla situazione di prima.
È questa che vi fa mettere in discussione, che vi fa ricordare del problema, perchè voi in realtà sapete com'è la situazione (non siete quello che la paura vi dice).
La paura della paura è sempre una paura, è ritornare a pensare cosa pensavate in quella situazione in cui vi ossessionavate.
Ecco perché temere la propria mente equivale a pensare nuovamente a quei pensieri.
Bisogna accettare di aver avuto questa paura, cioè che vi siete incartati per nulla.
La paura vi abbandona da sola, se chiedete e analizzate significa che siete ancora dentro il problema, non state discutendo i vostri pensieri però temete sempre di farli.

Inviato da: Dr.Dock il Giovedì, 11-Apr-2013, 14:57
Ho letto le varie guide, ma il problema persiste. Come mai? Il motivo è molto semplice. La paura è un emozione che non si cancella, non la puoi combattere con nulla. È come un mostro a tante teste, le tagli tutte attraverso i ragionamenti e ne rispuntano altre. Puoi usare ogni mezzo, libri, pregare, cercare di non pensarci, ma non hanno alcun potere contro la paura, perché la paura è un emozione negativa che è dentro di noi. Le guide servono per raggiungere la consapevolezza, conoscere come funziona la paura. Se si cerca di mandarla via attraverso le guide, si usano queste come una forma di compulsione e le compulsioni funzionano solo momentaneamente. La paura fa paura, ma voi siete anche altro. È la paura che fa ragionare solo sul problema, fa vedere la realtà e genera pensieri ansiosi. Se voi non accettate questo aspetto, lo state combattendo e ne uscirete sconfitti. I fantasmi fanno paura quando scappate, ma se state fermi e li toccate, svaniranno.

Inviato da: solid il Sabato, 13-Apr-2013, 13:39
Per me veramente giuste le cose che scrivi..

Inviato da: Fulcro il Lunedì, 15-Apr-2013, 11:33
Mi piace quello che scrivi. Mi fa stare meglio. Grazie PSICO smile.gif

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 15-Apr-2013, 12:14
QUOTE (Fulcro @ Lunedì, 15-Apr-2013, 10:33)
Mi piace quello che scrivi. Mi fa stare meglio. Grazie PSICO smile.gif

Ottimo, è quello lo scopo. PSICO smile.gif

Inviato da: Dr.Dock il Martedì, 16-Apr-2013, 17:38
Dopo un po' di pausa riprendiamo con i pensieri disfunzionali, oggi parliamo di DOVERIZZAZIONE

La doverizzazione consiste nel giudicare se stessi sulla base di ciò che uno dovrebbe comportarsi o sentire.

esempi:
➣ Inizia una nuova giornata: "devo assolutamente fare tutto quello che mi sono proposta, oddio come faccio, ho troppa roba" (certo che poi ti sale l'ansia. La vita non è un'operazione di incastrare le cose da fare. Impostata così diventa sofferenza, diventa fatica, non c'è più libertà. E se si saltasse una cosa in programma cosa capiterebbe?)

➣ Una donna pensa la marito: "per amarmi deve venire con me a fare shopping" (qui abbiamo le nostre regole rigide e le imponiamo anche agli altri. Così l'altra persona non deve essere più se stessa ma l'idea che abbiamo noi del partner perfetto. Vedo molta delusione in questo rapporto...non dico che bisogna accontentarsi e farsi trascurare ma se le regole sono troppo rigide forse non si è ben capito cosa significa amare qualcuno)

➣ Durante un compito in classe: "devo prendere il massimo altrimenti sono un imbecille" (questo è quello che ti hanno fatto credere. Ora è una tua convinzione, ma è sbagliata, questo ti porta solo ansia da prestazione, paura di non rendere, paura del giudizio, molta infelicità perché sbagliare è umano e si sbaglierà molte volte. In più studieresti per paura di non apparire stupido, non per divertirti ad imparare)

➣ Una persona con standard elevati: "devo per forza guidare un BMW per essere felice" (la felicità non si basa sui soldi o sulla prestazione. Questo è un caso particolare e magari esagerato, però quando si lega la felicità ad un evento e poi non si verifica bisogna modificare l'obiettivo, accontentarsi. Non si tratta di fallimento, si tratta di intelligenza).

➣ Ragazza alla festa: "se qualcuno mi giudica male allora valgo poco" (con questi pensieri la festa diventa un campo minato. Non si è più se stessi ma la maschera che serve per farci piacere da tutti. Il problema è che il pensiero "devo piacere a tutti" non è applicabile).

➣ Pensiero ansioso sulle ossessioni: "per essere una persona normale non devo fare pensieri strani" (questa è rigidezza. La mente può fare pensieri strani o ambigui, il fatto è che gli ansiosi li vedono anormali proprio perché hanno delle regole e si controllano per seguirle o verificarle).

➣ Pensiero ansioso sulle vita: "Devo evitare la tristezza, infelicità, delusioni" (l'atteggiamento dell'uomo è quello di evitare la sofferenza. Ma se questa sofferenza non la si accetta come una cosa umana, si vivrà in funzione della paura. L'uomo è fatto di emozioni negative e positive, non si possono escludere quelle negative perché si proveranno comunque. La paura è già una di queste!).

SOLUZIONE
La doverizzazione è il pensiero che gli ansiosi adoperano in maniera ricorrente.
È possibile dire che molti pensieri disfunzionali derivino da doverizzazioni di base sbagliate, cioè ci sia una rigidezza di base che modifica il modo in cui si vive.
Vivere la vita secondo regole, pensare che le emozioni si possano controllare porta sofferenza perchè non si proveranno più emozioni, ma un surrogato, cioè si cercherà di avere emozioni che normalmente capitano senza sforzo.
La vita è gioia, rilassatezza, gioco, non è dovere, regole, controlli.
Più siete rigidi e più diventate inflessibili, rigidi e razionali.
Le emozioni negative prenderanno il sopravvento:
-la paura di non avere gli standard che pensavate ("per essere una brava mamma devo ascoltare sempre mia figlia, devo...")
-il terrore di aver commesso uno sbaglio ("non me lo posso perdonare, dovevo fare in quel modo..."
-il dubbio ansioso ("e se il lavoro che ho presentato ha degli errori?" chi se ne frega direi? PSICO-green.gif )
-la tensione (dal non mostrare un lato di voi, la vostra timidezza, che dovete tenere nascosto)
-l'orgoglio (di non ammettere gli sbagli perché "chi sbaglia è un fallito")
-la testardaggine (le cose vanno fatte a modo vostro)
Ansia, ansia, ansia.
Voi avete un libro di regole, regole che avete appreso da bambini, regole che vi imponete perchè volete evitare di soffrire.
Ma seguire le regole è già sofferenza di per sé.
Quella sofferenza che temete è nella vostra mente.
Anche per l'ansia il discorso è lo stesso.
Quando vi controllate perché si è insinuata una paura, state già applicando le vostre regole.
Se penso che una persona normale non deve fare strani pensieri, significa che la nostra mente è incatenata, non potrà più pensare liberamente.
La creatività, la fantasia, l'intuito vengono pian piano cancellati e sostituite da logica e controllo.
Ecco perché molte persone sono ipocondriache.
L'ansia, tra cui le somatizzazioni, ricordano ad una persona che si sta stressando, solo che la persona ansiosa continua a fare quello che le regole gli impongono, al posto di essere meno rigida e accorgersi di essere stanca, .
In aggiunta, utilizza la sua logica e la sua paura per analizzare le sue somatizzazioni, e le scambia per malattie, finisce per etichettarsi.
L'etichetta per l'ansioso è positiva perché così pensa di trovare una soluzione.
In realtà, l'etichetta è sbagliata, basati su analisi sbagliate, lui continua a ragionare su se stesso e la vita con troppa paura.
Quando si compulsa, si è già al di là di questi ragionamenti. Si ha già la diagnosi e si cerca invano la cura.
Un altro difetto è quello di non accorgersi che la mente ansiosa crea pensieri di paura, impulsi, immagini che mettono ansia.
Per chi è rigido, fare certi pensieri ha sempre un significato, loro ragionano sui pensieri; non si accorgono che è proprio l'ansia che genera i pensieri, scava nelle paure di ognuno di noi e costruisce dei film.
"Se faccio questi pensieri deve esserci un motivo", direbbe la logica dell'ansioso. Se si avesse solo un briciolo di fantasia ed umorismo in più, si direbbe che la mente e creativa, si direbbe che la paura esiste e a volte la vita fa paura.
L'ansioso teme i suoi pensieri, non sapendo che l'ansia porterà a fare nuovi pensieri, non c'è soluzione.
È una dura sconfitta per le persone rigide pensare ciò.
Le doverizzazioni le possiamo dividere in tre categorie:
-doverizzazioni verso sé stessi: "devo essere sempre al massimo delle mie possibilità, devo essere stimato e amato da tutti altrimenti valgo poco e sono un fallito"
-doverizzazioni verso gli altri: "le persone vicine devono comportarsi come dico io, mi devo trattare e agire come io penso che debbano fare altrimenti sono egoisti, stupidi e ignoranti"
-doverizzazioni verso la vita: "la vita deve essere come sognavo io, quello che mi capita deve essere gradevole e facile, altrimenti è una cosa intollerabile"
Il perfezionismo è una delle conseguenze di questa rigidezza.
Sbagliare è un dramma che porta enorme sofferenza, sensi di colpa, rimuginazioni sul passato.
Inoltre porta angosce sul futuro "chissà se sarò in grado...", facendo vedere la vita come un'enorme serie di ostacoli da evitare.
Quindi vivete quegli ostacoli, perché vi concentrate sulla possibilità di fallimento, non vivete emozioni positive ma solo paura.
Le doverizzazioni degli ansiosi sono quelle di persone che "controllano troppo bene da non riuscire più a smettere".
Quindi succede che i pensieri ansiosi diventano imposti, forzati: "devo fare questo", "devo essere perfetto", "devo allineare i libri", "devo pulire perfettamente la stanza", sono pensieri non reali, sono pensieri generati come se la mente fosse continuamente in allarme.
Non si riconoscono più i pensieri ansiosi, e si vive la vita in maniera nevrotica, diventa tutto un'enorme compulsione.
Non si mettono più in discussione i pensieri, ci si è scordati delle cose che rendevano felici.
Il rimedio in questo caso sarebbe quello di smettere di adoperare il controllo, so bene che salirà l'ansia, ci si sentirà come se si stesse perdendo il controllo della situazione.
Invece vi state liberando, sarete più sereni, scoprirete cosa significa essere felici.
Evitare la paura significa vivere la paura, non la felicità.

Inviato da: lori87 il Martedì, 16-Apr-2013, 20:37
be nn c'è che dire...grazie a dr dock....solo una domanda....nn fa permanere iper attivo il cervello anche l eserxizio di ricordare che è la realtà del pensiero a determonarci piuttosto che la vera realtà....mi risponderai che forse il nostro cervello,di noi ansiosi,nn si fermerà....ma star bene veramente vuol dire nn avere piu l ansia ed i pensieri...cio che mi proponi è cmq una battaglia...dici che in giorno per forza le ossessioni passeranno con l gli accorgimenti cje ci hai invotato a meytere in atto....spero solo sia cosi

Inviato da: Dr.Dock il Martedì, 16-Apr-2013, 20:42
QUOTE (lori87 @ Martedì, 16-Apr-2013, 19:37)
be nn c'è che dire...grazie a dr dock....solo una domanda....nn fa permanere iper attivo il cervello anche l eserxizio di ricordare che è la realtà del pensiero a determonarci piuttosto che la vera realtà....mi risponderai che forse il nostro cervello,di noi ansiosi,nn si fermerà....ma star bene veramente vuol dire nn avere piu l ansia ed i pensieri...cio che mi proponi è cmq una battaglia...dici che in giorno per forza le ossessioni passeranno con l gli accorgimenti cje ci hai invotato a meytere in atto....spero solo sia cosi

No, star bene non significa non aver più pensieri ansiosi.
L'ansia c'è sempre nella vita, perché la paura è un'emozione che è dentro di noi, non puoi eliminarla.
Certo, pensare a come funziona il processo fa rimanere iper-attivo il cervello, fin quando non cominci pian piano a non reagire più ai pensieri ansiosi.
Non è una battaglia, è accettazione.
Accetti e lasci andare senza combattere, non puoi combattere contro la tua mente.
Tu intanto comincia, poi le cose si aggiusteranno quando sarà il momento. PSICO wink.png

Inviato da: Koral il Mercoledì, 17-Apr-2013, 08:19
Dr. Dock....che dire....mi ritrovo in tanti punti che hai descritto....spero che passi, presto....

Inviato da: Dr.Dock il Giovedì, 18-Apr-2013, 10:50
Oggi, vi scrivo un pensiero disfunzionale sull'ansia da relazione.

A volte vedo la mia ragazza e non mi piace, sarà perché non la amo? Chiariamo subito, se non ci fosse l'ansia probabilmente non stareste qui a leggere ma avreste già lasciato la vostra ragazza.
L'amore non è una cosa lineare, quello che lo fa mettere in dubbio è la paura di non amare una persona, si tratta di un dubbio patologico.
Ci si accorge di non amare e si prendono delle decisioni, non esiste la "paura" di non amare, qui si tratta di pensieri paurosi che minano la nostra felicità, ecco perché si tratta di ansia.
L'ansia patologica genera delle paure prendendo quanto si ha di più caro e mettendolo in dubbio.
Non è un dubbio reale, è il dubbio stesso che fa paura, sono pensieri di allarme della nostra mente.
L'ansia da una mano al processo ma anche noi con i nostri schemi mentali ne diamo un'altra.
L'amore, dicevo, non è lineare. Uno scrittore (non mi ricordo PSICO-green.gif ) diceva che l'amore è come Giano: se c'è n'è troppo ci mostra il lato che ci annoia, se ci abbandona ci mostra il lato che ci attira.
Nelle coppie ci sono alti e bassi, momenti in cui si ha meno bisogno dell'altro e momenti in cui si prova passione profonda. Questi momenti si vivono, non si possono immaginare.
L'errore grosso è pensare che l'amore deve sempre essere perfetto, deve sempre andare bene, idilliaco altrimenti non è amore.
È qui che si inserisce la paura a mettervi il dubbio, a farvi vivere il rapporto con ansia e preoccupazione.
Quindi, c'è un atteggiamento disfunzionale più un problema di ansia, perchè una volta iniziato il dubbio ansioso, si fanno prove e test che confermano la paura.
Si vive la paura, e la paura è un emozione che nel rapporto fa vedere i difetti, fa essere negativi, abbassa l'umore e l'entusiasmo.
Quindi la paura sembra confermare i vostri dubbi...
Se vedete la vostra ragazza, con che occhi la vedete?
È come quando una persona vi è antipatica e la vedete con disprezzo, qui invece vivete la paura e vi focalizzate solo sul problema dimenticando tutto il resto.
E più discutete, peggio è.
Ragionando per assurdo, se vi dimenticaste la paura, ritornereste a vivere normalmente la vita e il sentimento d'amore ritornerà quando quell'emozione dovrà esserci. L'amore è un emozione, non possiamo richiamarla con i ragionamenti, si può solo provare in certi momenti (quando non ragioniamo).
La paura di non amarla non potete confermarla, dovete superarla. È logico che se vivete tutti i giorni la paura, le altre emozioni non ci sono, e questo farà sembrare i vostri dubbi più veri.


da completare....

Inviato da: pastellina90 il Giovedì, 18-Apr-2013, 19:26
Ciao Dr.dock sono di nuovo qui purtroppo...mi sono bastati un esame andato male e uno che non ho dato per andare di nuovo in crisi. Pensavo di togliermeli entrambi entro fine aprile e di arrivare così a quota -7 prima della laurea, ma per colpa della mia pigrizia non ce l'ho fatta...adesso sono avvilita un po' per i sensi di colpa, un po' perchè non entusiasmandomi particolarmente quello che studio dovrei cercare di finire il prima possibile invece di perdere tempo! Uno dei due esami lo riproverò la prossima settimana ma già mi pesa studiare e in più adesso ho pensieri negativi del tipo:"non studi e invece di avvicinarsi la laurea si allontana", "hai quasi 23 anni e non stai facendo quello che veramente vuoi nella vita", "più tardi ti laurei più rimandi quello che davvero vuoi fare, quindi la tua felicità". Insomma è tornato il senso di fallimento che credo stia alla base dei miei problemi. Non so perchè al minimo ostacolo e al minimo inciampo io debba reagire sempre così, eppure di brutte esperienze ne ho avute e ormai dovrei aver imparato che scoraggiarsi non serve a nulla. La cosa che mi preoccupa di più e che allo stesso tempo mi innervosisce è questa mancanza di voglia di studiare: so perfettamente che mi sono stancata di studiare e che vorrei fare altro, ma è proprio questo "altro" che dovrebbe stimolarmi ad impegnarmi e a cercare di concludere il mio percorso universitario che sta iniziando a diventare un po' un fardello. Invece no, mi perdo nei pensieri, nelle fantasie, nel tanto sospirato "domani" e intanto i mesi passano,gli appelli passano e gli esami restano PSICO smile.gif forse come diceva la mia psicologa dovrei iniziare ad organizzare le mie giornate di studio, in modo da abituarmi a procedere in un certo modo e a stimolare la concentrazione. Adesso ci proverò! Ah dimenticavo, in tutto questo naturalmente non possono mancare le ossessioni(?) suicide che si riacutizzano e che mi fanno stare ancora peggio...viva me!

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 19-Apr-2013, 13:09
Mah, io vedo una contraddizione.
Non è che magari la svogliatezza stia lì a significare che la strada è sbagliata?
Cioè se la tua vita ti chiama da un'altra parte, e tu ti sforzi a stare sui binari, non stai vivendo una vita non tua?

"più tardi ti laurei più rimandi quello che davvero vuoi fare, quindi la tua felicità"
questo è parzialmente vero.
La felicità è anche ora, la felicità è nel fare, non nel futuro altrimenti non vivi il presente, che diventa solo un susseguirsi di obiettivi per raggiungere la felicità.
Ma la felicità si prova, non si organizza. PSICO wink.png

Inviato da: pastellina90 il Venerdì, 19-Apr-2013, 14:07
Si sicuramente la svogliatezza è data anche da quello...ma siccome ho un carattere di merda, penso che se avessi interrotto gli studi sarei stata peggio di come mi sento ora PSICO smile.gif allora sì che mi sarei sentita fallita...è per questo che ho deciso di continuare, oltre al fatto che non avrebbe avuto senso fermarsi a metà percorso. Il presente cerco di vivermelo lo stesso, dedicandomi quando posso alle cose che mi piacciono, per il resto vado avanti con alti e bassi, magari sbagliando, ma non vedo altre soluzioni PSICO smile.gif forse la cosa più giusta da fare sarebbe concentrarsi sull'obiettivo senza pensare oltre, come mi dice anche la mia psicologa...in fondo quando passo gli esami un po' di soddisfazione la provo :)sicuramente ora come ora mi sto accontentando e questo è sbagliato perché non mi fa stare al 100%, però ti ripeto altre soluzioni non le trovo...

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 19-Apr-2013, 22:08
La svogliatezza è sempre legate agli obiettivi, è logico però che quando fai una scelta (come quella di completare gli studi) bisogna poi completarla.
Tu mi dai l'idea di una persona molto precisa, che ha molte aspettative da se stessa.
Se sbagli degli esami, capita, la vita è fatta anche di cadute, non è lineare.
Se cerchi di essere sempre perfetta, alla fine ne risenti e rimani spesso delusa.
E la delusione è tanto maggiore quanto più sei rigida.

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 21-Apr-2013, 12:11
Un altro pensiero disfunzionale è l'INDISPENSABILITÀ

L'indispensabilità consiste nel considerare assolutamente necessaria una condizione, un bisogno, una cosa della quale potremmo fare a meno, seppur con qualche inconveniente

esempi:
➣ Una donna in carriera "sarò felice solo quando prenderò la laurea in medicina" (Poi magari arriva la laurea e si pensa "tutto qui?", questo perché si pensa che la felicità deriva dal raggiungere un obiettivo e non si dà valore anche al percorso).

➣ Una ragazza che aspetta la chiamata del fidanzato: "È indispensabile che mi chiami per capire che mi ama" (va bene che ci tenete, siete fatte così, però se non arriva non è la fine del mondo. Siete voi che avete delle regole sull'amore, vi concentrate a controllare il rapporto. Deve andare come immaginavate, altrimenti significa che non è amore. Sbagliato!)

➣ Una persona affaticata: "Bisogna dare sempre il massimo, non sono una brava mamma se non sono sempre disponibile" (non è vero. Questa è una distorsione mentale, perché la vita non è fatica, è amore, e l'amore non si quantifica. Puoi fare anche una sola cosa fatta bene. Inoltre, non ascolti il tuo corpo, la tua voce interiore che ti dice di riposarti, di pensare anche a te. L'affaticamento è un segno, bisogna coglierlo ed ascoltarlo.)

➣ Prima di cominciare a dipingere: "Devo comprarmi i migliori materiali, aver letto tutti i libri, avere tutte le cose al proprio posto prima di cominciare a dipingere" (Sicuro? Per dipingere basta anche un pennello, tre colori primari e un foglio. Forse, le troppe condizioni soffocano la creatività. Mi sta bene che vi serve il materiale, ma se manca un colore cosa si fa? Non si comincia? Viene male il lavoro? )

➣ Una ragazzo che punta molto all'apparenza: "Per essere amato bisogna apparire brillanti, non bisogna sbagliare mai" (e se si sbaglia? Se si ha qualcosa fuori posto? La maschera rigida fa acqua da tutti i pori, voi volete apparire brillanti ma brillante è chi è flessibile, chi vive secondo i propri valori. L'essere brillante è una conseguenza, mai un obiettivo)

➣ Cena a casa: "Oddio, manca un ingrediente, come faccio?" (certo, mancano le uova e ora la frittata programmata come la fate? Chi si calcola troppo la vita non è flessibile. Si chiude il frigo e si cucina la pasta, problema risolto. È inutile impuntarsi troppo su programmi, tanto le condizioni saltano in continuazione)

SOLUZIONE
L'indispensabilità è un pensiero disfunzionale che porta molta rigidezza.
È come avere un libro di regole, in cui tutti i punti sono delle condizioni necessarie per la propria felicità, c'è una mancanza di flessibilità, una mancanza di strategie efficaci per essere felici nelle diverse situazioni di vita.
Questo pensiero disfunzionale va a braccetto con il perfezionismo, perché è il perfezionismo che detta legge attraverso le doverizzazioni (che abbiamo trattato sopra) e questi doveri diventano indispensabili.
Le persone controllate vivono con delle mappe, credono di sapere e invece si illudono.
Va bene seguire una mappa, ma poi, se qualcosa non è giusto bisogna usare l'intuito, la creatività, la mappa non descrive la realtà.
L'indispensabilità è la condizione senza la quale non si verifica una cosa che pensate, siete sicuri che questa condizione sia importante, sia vitale per quello che volete?
E siete sicuri che quello che volete vi renderà felici?
E quella condizione è fondamentale o si può cambiare un parametro, modificare il percorso o la scelta?
La parola è flessibilità.
Nulla è indispensabile, se è indispensabile significa che ci fate troppo affidamento.
È indispensabile conoscere per risolvere l'ansia?
Non ci crederete ma l'ansia viene anche solamente quando la si pensa, quindi la condizioni di indispensabilità è già saltata.
Avete visto?

Inviato da: Koral il Domenica, 21-Apr-2013, 17:42
QUOTE
Questo pensiero disfunzionale va a braccetto con il perfezionismo, perché è il perfezionismo detta legge attraverso le doverizzazioni (che abbiamo trattato sopra) e queste doveri diventano indispensabili.
Le persone controllate vivono con delle mappe, credono di sapere e invece si illudono.


il mio problema!!

QUOTE
La parola è flessibilità.
Nulla è indispensabile, se è indispensabile significa che ci fate troppo affidamento.


Ecco, punto a convincermi di questo!!!

Grazie Dr. Dock

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 21-Apr-2013, 17:51
Prego. PSICO smile.gif

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 28-Apr-2013, 12:57
Oggi parliamo di uno dei principali pensieri disfunzionali delle persone ansiose, cioè l'INTOLLERANZA ALL'INCERTEZZA

L'intolleranza all'incertezza consiste nel controllo eccessivo di situazioni che non possono essere previste. Il dubbio è intollerabile, deve essere risolto a tutti i costi.

esempi:
➣ Una ragazza in piena ansia: "Devo essere sicura di amarlo, questo dubbio è intollerabile" (perché è intollerabile? È paura, voi non volete lasciare il vostro ragazzo. Invece di essere intolleranti al dubbio perchè non lo mettete da parte? Se provate a vedere, otterrete solo conferme e il dubbio sembrerà reale, ma questo succede perchè quando avete quel dubbio, vivete la paura, non la realtà, non l'amore. "Vediamo come mi sembra", "vediamo se mi piace", "vediamo se sto bene con lui" sono tutte prove forzate, segno che non state più vivendo il rapporto).

➣ Una uomo con il mal di schiena: "Devo essere al 100% sicuro di essere sano, altrimenti potrei essere malato" (in questo caso, vi ho già scritto il motivo del dolore, eppure la fantasia paurosa viene accettata e quindi bisogna escludere ogni dubbio di essere malati. È evidente che cercando su internet, si troveranno nuovi motivi per cui avere paura e nuove necessità di escludere il dubbio.)

➣ Una mamma vicino al suo bambino: "Devo assolutamente controllare ciò che faccio, altrimenti potrei fare qualche danno o perdere il controllo di me" (qui non ci si lascia andare. Per paura che il pensiero sia vero, si controlla ogni gesto perché si pensa di essere una serial killer. In realtà, la "vera" personalità non ha nulla a che fare con i pensieri di paura, se si smette questo controllo, si vive, ci si emoziona, si smette di vivere il controllo. Non siamo mai quello che la paura ci dice, siamo l'esatto opposto di quello che temiamo. Ovvio che, dopo le mie parole di "rassicurazione" la paura vi metterà nuovi dubbi e voi intolleranti la seguirete ancora)

➣ Gita di classe, dopo essere uscita da un bagno di un ristorante: "e se in quel bagno c'era l'epatite e ora mi sono contaminata?" (forse sopravvalutate l'idea che avete di essere contaminati. La vostra convinzione è che contaminarsi è facile. Sbagliato!)

➣ Una signora mentre è a lavoro: "e se non ho chiuso la porta di casa e quando torno la trovo svaligiata?" (questo pensiero è dello stesso tipo del precedente. Voi sapete che la porta è chiusa, allora il problema qual'è veramente? I ladri o il vostro pensiero?)

➣ Un meccanico che controlla continuamente l'auto da riparare: "Il lavoro può riuscire bene solo se lo controllo molte volte. E se ho fatto errori?" (l'eventualità di un errore c'è sempre, in questo caso c'è un eccesso di controllo perché si teme che possa succedere qualcosa di grave. Cosa dovrebbe capitare? La macchina esplode? Perde una ruota in autostrada? Se si corre con la fantasia e ci si lascia suggestionare dalla paura, i controlli saranno infiniti, tanti quanti sono i pensieri ansiosi)

SOLUZIONE
Abbiamo già parlato dell'intolleranza, cioè di quei pensieri che ci fanno credere di non riuscire a sopportare una determinata situazione.
L'intolleranza all'incertezza è rivolta al futuro e si manifesta come dubbio, cioè situazioni future che grazie all'ansia vengono viste con preoccupazione.
A tutti capita di fare pensieri preoccupanti sul futuro, a chi è ansioso il futuro fa paura, diventa spesso catastrofico, composto da immagini negative, pessimiste, paurose.
Ancora di più a chi è depresso.
Questi pensieri automatici vengono visti con eccessiva preoccupazione, gli si dà un valore reale; invece, la paura è un emozione che genera pensieri che mettono paura, è la natura di quell'emozione.
E più si cerca di mandare via quella paura, più questa diventa forte.
Non sto dicendo di accettare i contenuti della paura, sto dicendo di accettare la paura come emozione.
Nella psicologia comportamentale c'è una teoria che si chiama prevenzione della risposta o ERP: se non attui una compulsione, cioè un rinforzo alle tue paure, prima o poi si estingueranno cioè anche la paura perderà la sua forza e non avrà più impatto nella vostra vita.
Ovviamente queste pensieri mettono dei dubbi, e l'ansioso cerca di risolverli per assicurarsi con sicurezza che l'evento temuto non si verifichi.
Questa sicurezza non la si otterrà mai, perché le stesse forze che fanno venire il dubbio, smonteranno ogni possibile risposta, generando nuovi dubbi più profondi.
E a questo punto la sensazione di impotenza diventa forte, sensazione che avete rafforzato solo e soltanto voi.
Quando cercate online una malattia, quando cercate rassicurazioni sulla possibilità di essere gay fate due cose:
-accettate che la paura abbia un fondo di verità (pensieri tipici sono "se l'ho pensato un motivo c'è!". Sì, il motivo c'è si chiama ansia)
-rafforzate la paura, perché quel pensiero tornerà sicuramente sotto altra forma e con nuovi contenuti. Inoltre, le prove fatte quando si ha paura, sono prove "falsate" quindi renderanno solo più reale il vostro dubbio.
Voi sapete qual'è la verità, eppure lottate contro la paura. Ma questo lo fate perchè dovete escludere ogni possibilità che sia vero.
Attenzione!!! Non dico che quello che pensate sia vero, sto semplicemente dicendo che siete talmente rigidi che basta un pensiero per mandarvi in pieno panico.
E non accettare ciò, significa vivere la paura due volte: la prima quando arriva il pensiero e la seconda cercando di risolverlo.
È proprio l'intolleranza all'incertezza che vi porta a dare un grosso peso alla paura, quando invece bisognerebbe essere più flessibili, prendere meno le cose sul serio.
L'intolleranza su un dubbio, rafforza quel dubbio.
Se voi applicate il vostro controllo sulla paura, la paura romperà qualsiasi barriera o soluzione che le proponete.
Notate bene, ogni paura dipende da quello che ci suggestiona: vediamo un omicidio e pensiamo "e se lo commettessi anch'io", sentiamo di una coppia che si lascia e il pensiero sarà "e se mi lasciassi con il mio ragazzo?".
L'ansia gioca la carta dell'intolleranza all'incertezza per acquistare potere, bisogna fermarsi prima di cercare queste sicurezza, perché non la troverete. PSICO wink.png

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 29-Apr-2013, 09:55
Corollario dell'intolleranza all'incertezza

➣ Una uomo guardando la moglie: "e se perderò il controllo e la farò fuori " (bravo, continua a ossessionarti e non vedere che è ansia. Scegliamo l'arma? Che dici fucile o coltello? dry.gif ).

➣ Una ragazza che esce da poco con il suo ragazzo : "e se poi scopro di essere lesbica" (in questo caso si vive con quella paura addosso. Se non ci si accorge che si ha ansia, il prossimo passo sarà la ricerca su internet che complicherà il problema. Ora non sei lesbica, vivi la vita, quello che capiterà non puoi saperlo. Ora fai questi pensieri perché hai ansia, chi si scopre veramente non lo fa dall'oggi al domani con paura, è una cosa naturale priva di ansia. L'esatto opposto di quello che sta succedendo a te. Tu vivi la paura PSICO wink.png )

➣ Un uomo che sta per diventare padre : "e se quando nascerà non proverò nulla?" (proprio perché è una cosa che ha molta importanza, si ha paura della felicità. È logico che chi ha paura della felicità, blocca la felicità e prova paura. Rilassati, è solo un pensiero ansioso, lascialo andare. Ora pensi questo, se l'ansia passa penserai in maniera diversa)

Nell'intolleranza all'incertezza, un costrutto molto usato è "e se capitasse...", "e se divento...", "e se scoprirò...", con riferimento al futuro.
Nella mente degli ansiosi compaiono automaticamente queste immagini negative, pessimiste, apatiche, oppure si presentano dei pensieri che mettono in dubbio il futuro.
Ovviamente è un prodotto dell'ansia, se uno immagina il futuro in uno stato d'ansia, il futuro verrà alterato e visto con paura.
Ma questo succede perché ragioniamo con l'ansia addosso: se sono felice penso al futuro positivamente, se sono ansioso lo vedo attraverso gli occhi di ciò che temo (per esempio, uno che ha paura di diventare gay si vedrà svanire il sogno di fare una famiglia felice e avere dei figli).
I pensieri intrusivi possono capitare anche quando siamo felici, cioè rovinano un momento in cui tutto sembra andare alla perfezione.
"Rovinano" è una parola importante, perché se imparate a capire che i pensieri intrusivi capitano (si tratta di ansia, paura di non essere felici) non rovineranno più nulla.
La cosa da fare è etichettare il momento: sono ansioso, ho in testa una paura, è inutile pensare al futuro! Se penso al futuro in uno stato ansioso lo vedrò ansioso.
Etichettato il momento dovete diventare consapevoli che discutere è come farsi male, ogni pensiero è falsato, dovete vederlo come un momento passeggero che non ha nessun valore concreto con la realtà.
È inutile testarsi, è inutile ripensare, è inutile cercare una soluzione.
La cosa peggiore da fare è non accettare l'eventualità ma volerla risolvere a tutti i costi, questa è intolleranza all'incertezza.
Voi pensate "devo scoprire se diventerò lesbica, perchè altrimenti prendo in giro il mio ragazzo", "devo cercare se diventerò pazzo, perchè poi potrei perdere il controllo e sarà troppo tardi".
Questi ragionamenti non guardano a questi pensieri con consapevolezza, anzi li rafforzano.
Si ragiona in maniera ansiosa e si continuerà ad alimentare ansia.
Bisogna pensare al qui ed ora, in questo momento sono ansioso, prima o poi passerà, quello che penso non ha valore se non paura.
Se oggi penso al futuro in maniera ansiosa, domani penserò in maniera ansiosa e questa incertezza sarà sempre presente perché l'ansia è la malattia del dubbio.

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 04-Mag-2013, 16:52
Ho aggiornato e completato la terza parte in prima pagina.
Ora troverete i sintomi dell'ansia e l'intolleranza all'ansia.
Buona lettura.

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 08-Mag-2013, 11:10
Oggi parliamo del principale pensiero disfunzionale delle persone ansiose, cioè il PENSIERO MAGICO

Il pensiero magico consiste nell'identificare troppo se stessi, la realtà, gli altri con quello che si pensa. Il pensiero diventa l'unica fonte di verità"

esempi:
➣ Un pensiero ansioso di una ragazza: "Se ho pensato che il mio ragazzo muore, allora in futuro potrebbe capitare" (beh questo è catastrofismo e sopravvalutazione del proprio modo di pensare. Una persona in ansia può fare qualsiasi tipo di pensiero, deve essere lei a fermarsi e capire che sono solo pensieri. Ovvio che parliamo di futuro, non possiamo MAI sapere cosa capita in futuro, però possiamo dire che gli ansiosi lo vedono sempre con terrore).

➣ Mentre si studia: "Devo contare fino a 10, altrimenti domani il compito andrà male" (perché non fino a 20, o fino a 30? È il pensiero a generare paura, ma è un finto allarme. È una superstizione, ovvio che si fa affidamento troppo al pensiero. Io non conterei e vedrei come va il compito, anche se l'ansia e la paura salgono. PSICO wink.png )

➣ Una mamma dopo aver fatto un pensiero aggressivo sui coltelli: "se ho fatto questo pensiero, potrei metterlo in pratica" (no, questa mamma si sta identificando troppo con il suo pensiero, ne è spaventata e lo analizza con l'ansia addosso, cioè meta-rimugina, ragiona sul suo modo di pensare)

SOLUZIONE
Il pensiero magico è il pensiero disfunzionale più utilizzato dagli ansiosi.
Più che un costrutto semplice, il pensiero magico consta di tante tipologie diverse di convinzioni (che vedremo prossimamente) che paralizzano la persona.
Normalmente, una persona ha la capacità di riconoscere un pensiero intrusivo, scomodo, distorto, strano ed è capace di non dargli importanza passandoci sopra in maniera quasi impercettibile, in pratica i pensieri non hanno tutto questo potere sulla sua vita.
Tutti hanno occasionalmente pensieri di questo tipo, quindi, il problema non è tanto il pensiero in sé quanto l'importanza che si dà al pensiero: ad aggravare la situazione si mette lo "stato ansioso" per cui una persona in questo stato inizierà a fare pensieri pessimisti, pensieri paurosi, pensieri catastrofici.
Lo stato ansioso porta tre caratteristiche fondamentali:
● ragionare in modo ansioso, cioè vedere la vita, se stessi e il futuro in maniera pauroso (allarmi e paure)
● focalizzare sulle paure, cioè esistono solo quelle
● sopravvalutare il pensiero, cioè credere che ciò che si pensa sia vero (o che si avvererà in futuro)
Una convinzione profondamente sbagliata è quella che ogni persona ha la capacità di controllare il proprio pensiero: è questo ciò che distingue l'ansioso, dall'ossessivo.
Generalmente una persona si identifica con il suo modo di ragionare, anche quando prova ansia per una situazione reale di paura (paura--->ansia).
L'ossessivo invece cosa fa?
Non si accorge di avere uno stato ansioso, per cui il cervello farà partire automaticamente paure, non è colpa vostra, è che l'ansia ha come sintomo quello di generare delle paure (stato ansioso---->paure--->ansia)
Le paure come si manifestano? Attraverso dei pensieri automatici.
Dato che il pensiero gli sembra intrusivo, incomincia a vedere la mente come un'identità separata.
Passa dall'identificarsi con la mente, cioè vivere la vita esterna, al focalizzarsi su cosa pensa la mente, osservarla.
Pensateci bene, le paure si generano per minare la nostra felicità, ma è proprio lo stato ansioso che genera la paura di non essere più felici (che poi si manifesta come paura di essere lesbica, paura di fare del male, paura di diventare pazzo).
L'ossessivo, in preda al suo stato ansioso, non è in grado di discriminare tra pensiero reale e pensiero ansioso, li accetta per veri, si identifica completamente con la mente ansiosa.
Quindi, fa pensieri di paura e poi non è in grado di dire "ma cosa vado a pensare, che stupidata" PSICO pisolo.gif , non riesce a fare quello che fanno le persone normali.
Come dicevo prima l'ossessivo guarda alla mente come qualcosa che rovina la sua felicità: pensieri che rovinano i momenti più belli e generano paure sul futuro.
Si cerca quindi di controllare questi pensieri, cercare di capire, sminuirli, rassicurarsi.
È proprio questo il problema, perché, se è vero che tutti hanno pensieri intrusivi, gli ansiosi tentano di capire il significato (che è ovviamente solo paura), tentano il controllo della mente.
Quando si osserva la mente con ansia, si generano nuovi pensieri ansiosi automatici e questo getta nello sconforto.
Ripetiamo cosa succede per semplificare:
● la mente genera un pensiero intrusivo
● la persona accetta il pensiero come proprio (in realtà è un pensiero fatto dalla mente ansiosa, un finto allarme)
● la persona sopravvaluta quel pensiero
● la persona tenta di controllare il pensiero
Tutti i tentativi di controllare, evitare, sopprimere il pensiero falliscono , anzi non fanno altro che amplificare e rafforzare quei pensieri.
La persona rimane intrappolato in un loop fatto di pensieri ansiosi automatici, compulsioni e sensi di colpa.
Il controllare la mente fa perdere il controllo: ogni volta che ci si concentra su quel pensiero
Se temete di fare un pensiero intrusivo, lui verrà sicuramente a disturbarvi, questo perchè cercate di evitarlo, invece di esporvi e gradualmente abbassare l'ansia che vi genera.
Anche quando siete tranquilli, potrebbe capitarvi di pensare a quel pensiero, questo perché l'ansia fa focalizzare sulle proprie paure, è un processo automatizzato, voi siete solo gli spettatori di un film.
Ovvio che potete alzarvi e andarvene. PSICO smile.gif
È solo un pensiero.
Il pensiero magico in cosa consiste?
Consiste nel credere che in futuro possa capitare qualcosa e voi ne siete in qualche modo responsabili.
Ovvio che è un pensiero ansioso, se lo discutete state già accettando che abbia un qualche valore o significato, invece, dietro la paura spesso c'è soltanto paura, nient'altro.
IN QUESTI GIORNI INSERISCO LE CATEGORIE DI PENSIERO-MAGICO. PSICO wink.png

Inviato da: Dr.Dock il Giovedì, 09-Mag-2013, 12:11
➼17.1 Corollario del pensiero magico - PENSIERO AZIONE
Il pensiero azione consiste nel credere che un pensiero poi verrà messo in pratica

➣ Un uomo con famiglia: "Ho pensato di molestare un bambino, ho paura di perdere il controllo" (giusto, hai paura di perdere il controllo. Se non avessi paura, questo problema non avrebbe impatto su di te. Se gli ordinassero di perdere il controllo, non riuscirebbe. La paura colpisce proponendo caratteristiche e comportamenti che sono l'opposto della nostra personalità. Ovvio che rigidezza, logica e ansia sono un buon mix per intrappolarsi).

➣ Non può smettere di pensarci: "Se smetto di analizzarmi, poi potrei mettere in pratica ciò che penso" (in questo caso, si pensa che è meglio prevenire prima che si perda il controllo. La perdita di controllo è solo immaginaria, quindi l'unico risultato che ottenete analizzandovi è fare aumentare l'ansia. Volendovi controllare sul nulla, vi fate venire l'ansia da soli)

➣ Una mamma mentre cambia la figlia: "se ho fatto quel pensiero prima, ora che la cambio potrei farlo. Se l'ho pensato, ora significa che..." (cosa significa? significa che vostra figlia vi ha ricordato il pensiero, tutto qui. Ovvio che se fate un pensiero ansioso, e poi lo temete, automaticamente lo penserete nuovamente, aumenterà l'ansia e comincerete a vivere quella paura. Se ci aggiungete che cominciate a documentarvi online, finisce che vivete solo la paura Doh!.gif )

SOLUZIONE
Nel pensiero azione, la persona crede che, dal momento che ha fatto il pensiero, ciò significa che è un preavviso di ciò che metterà in pratica.
Ovviamente il pensiero è visto come un pericolo reale, perciò l'ansioso comincia la ricerca, cerca di capire il pensiero, cercare di evitarlo o evitare le situazioni dove potrebbe metterlo in pratica. spav.gif
In realtà, cercare di controllarsi farà perdere il controllo, cioè l'ansia e i pensieri saranno sempre più forti.
L'errore principale è che l'ansioso pensa che tutto quello che pensa sia segno di qualcosa.
In realtà, è un semplice pensiero che avete preso molto sul serio, l'etichetta che vi siete arbitrariamente assegnati è errata, vi è salita l'ansia e ora vi trovate con una paura che avete costruito voi.
L'azione che temete non si verificherà mai, so che adesso mi direte "il mio caso è particolare...", non è vero!! Il vostro caso è uguale, è la vostra ansia che vuole rendervi incerti su ciò che vi dico.
Quindi, una mamma dovrebbe abbracciare suo figlio, non evitarlo per paura di farlo male.
Vi arriva il pensiero ansioso, benissimo, è un pensiero, siete malati di ansia, l'ansia fa proprio questo.
Se la tollerate, se cominciate a capire che voi non siete ciò che pensate, voi siete oltre, l'amore è già dentro di voi, non potete fare male a nessuno, allora l'ansia comincerà ad abbassarsi.
Uscite dalla vostra testa, non state sempre in ansia nell'attesa di fare quel pensiero.
Cominciate a fare un passo a ritroso al vostro primo pensiero, voi l'avete accettato e poi avete iniziato ad affogare sempre più nell'ansia.

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 10-Mag-2013, 11:29
➼17.2 Corollario del pensiero magico - PENSIERO SOPRAVVALUTATO
La sopravvalutazione del pensiero si verifica ogni qual volta si considera seriamente un pensiero che si fa.

➣ Una 18enne ripensando ad un suo pensiero precedente: "Se ho pensato che potrei non amarlo, allora potrebbe essere vero" (no, significa che stai gettando le fondamenta per un disturbo ossessivo. Il pensiero di prima era un pensiero innocuo, lo fanno tutti, ci sta avere un dubbio. Ma quel tipo di dubbio è visto con paura, questa ragazza cercherà di vedere se è vero, complicando la situazione).

➣ Un ragazzino ipocondriaco: "Se tocco una sedia dell'ospedale potrei contaminarmi" (la regola che regge questo pensiero è molto rigida. C'è una straordinaria, esagerata e immotivata causa-effetto. In realtà, quando l'allarme parte, il pensiero che lo regge è inconscio, non si analizza più la veridicità del pensiero ma lo si prende per buono. Si vive quel pensiero, anche se è esagerato, mi sta bene che la sedia dell'ospedale non è il massimo, ma le probabilità di contaminarsi sono pura fantascienza. Di cosa poi?)

➣ Una persona con la paura di essere inefficiente: "Se sbaglio a fare questo compito verrò licenziato e tutti parleranno di me" (in questo caso c'è una sopravvalutazione dei rischi, del pericolo. Più si è rigidi, più si ragiona in bianco o nero, più si vedranno difficoltà. Ovvio che queste persone cercheranno di controllarsi, aggiungendo nuove ansie, regole e paure immotivate)

➣ La mamma del caso prima: "se ho fatto quel pensiero prima, significa che sono un'assassina." (questo è il passo successivo, ovvero il meta-rimugino. Non si accorge che il primo pensiero era banale, comune, senza significato e ora lo analizza e ne trae le conclusioni. Etichettarsi in base al proprio modo di pensare, significa aggiungere ulteriore ansia e paura immotivata. Non siamo ciò che pensiamo. Pensate "sono la mamma più brava del mondo!!", l'avete pensato eppure non ne siete convinte. Allora non siete tutto quello che pensate. PSICO wink.png )

SOLUZIONE
La sopravvalutazione di un pensiero è un processo che richiede alcune convinzioni e situazioni di base:
●avere regole di base in bianco o nero
●sovrastimare i pericoli (catastrofismo)
●avere un atteggiamento ansioso nei confronti della vita, ovvero uno stato ansioso
È normale che chi soffre di ansia tende a vedere la vita in maniera preoccupante o pericolosa.
Lo stato ansioso ha un altro effetto e cioè fare in modo che i pensieri abbiano un grosso impatto nelle varie situazioni, si vive spesso la rigidità mentale, si vivono i propri pensieri con maggiore trasporto emotivo. La realtà è fuori, ma noi pensiamo di sapere, classifichiamo, viviamo le situazioni internamente.
Un altro effetto dell'ansia è quello di focalizzare l'attenzione su una paura, così se voi cercate di non pensare, la mente ritornerà automaticamente a focalizzarsi sulla paura, come una calamita che attrae l'attenzione.
Ma perché si ritorna a pensare?
In primis, come ho detto, per lo stato ansioso ma anche perché quella paura che avete in testa è sovrastimata e distorta a tal punto che "sembra" vera.
Uno dei desideri delle persone è quello di essere felice, e questi pensieri "sembrano" minare la nostra felicità presente o futura.
Ma questi pensieri sono falsi, distorti, sono generati dall'ansia e ora li tenete in considerazione, inconsciamente la mente pensa che devono essere risolti per ritornare ad essere felici.
Quindi si ritorna al pensiero perché è rimasto irrisolto.
La meccanica è perfettamente sana, quello che è errato è il pensiero, e a peggiorare le cose spesso c'è che le paure non sono dimostrabili!
Come si dimostra l'amore?
Vi ricordo che se cominciate a testarvi per paura, non vivete più l'amore ma la paura, fate un errore di valutazione, alterate voi stessi e le vostre emozioni e vi complicate la situazione.
Un altro errore comune è ritornare su un pensiero per vedere se è stato risolto: non vi capita quando siete felici di pensare ad una cosa sulla quale avevate dubbi?
La mente dice "ora sono felice però per esserlo ancora di più devo essere sicuro che non ci sono più preoccupazioni".
Così si finisce per ripensare: vi ricordo che pensare ad una cosa, significa far ritornare il pensiero di paura, se controllate è sempre lì.
Ma questo atteggiamento di ricerca, non corrisponde sempre ad una paura?
Sì, alla paura di non essere felici.
L'ansioso, non è sicuro di una cosa fino a quando non ha la certezza assoluta che non ci sia un pericolo, mentre una persona normale è sicura fino a quando non compare un pericolo.
Sopravvalutando il pensiero, a causa dell'ansia, succede che si innescano meccanismi di controllo: controllo per non sbagliare, oppure perfezionismo compulsivo.
Pensate ad una mamma: starà attenta per non fare male al bambino, metterà delle protezioni per evitare che ci siano pericoli in casa, sono tutte compulsioni di un problema che è a monte, una sopravvalutazione del pericolo, vedere solo quello.
Le compulsioni sono perfettamente sane, ad essere malato è lo schema cognitivo di questa persona, dal quale deriva l'allarme che viene preso per vero.
L'etichettamento (del modo di pensare) è un altro aspetto del problema, ovvero il meta-rimugino.
Se uno fa un pensiero e lo considera vero, vi ricordo che tutte le persone fanno pensieri strani nella vita ogni tanto, poi finisce per analizzare il proprio modo di pensare.
Una madre potrebbe darsi dell'assassina, un padre del molestatore solo per aver accettato il pensiero iniziale, per aver preso sul serio un proprio pensiero innocuo e averlo caricato di ansia.
Ovvio che compulsando il problema si complica perché la paura fa "sembrare" vero il pensiero, più si analizza più si pensa, più si cerca di evitare più si pensa.
Da un dubbio, diventa una vita improntata su quella paura.
Spesso, dietro una situazione che vi portate dietro da molto tempo, non c'è altro che un costrutto fobico basato su tentativi ed errori di valutazione, ma l'ansioso questo non lo sa.
E vi ricordo, come ho detto prima, che nonostante la rassicurazione, la mente ritornerà su quel pensiero e voi continuerete a dargli valore.
Una buona soluzione per vedere con maggiore lucidità una situazione è osservare le altre persone: "una persona senza l'ansia, si preoccuperebbe in questa situazione?"
Se la risposta è NO, allora non dovete preoccuparvi.
Pensate di essere speciali, la paura genera altri pensieri legati al fatto che non vi interessate più di lei? Cerca ancora di più di spaventarvi? Vi fa vedere un futuro tragico se non compulsate?
Non vedete che l'ansia vi governa?
Dovete andare controcorrente, è quella la via per la guarigione. Voi sapete che non c'è nessun pericolo, eppure… eppure continuate a pensare, questo è il problema, cercare delle certezze che fanno parte esse stesse del problema.
Un altro esercizio molto utile è distinguere tra un pericolo/situazione possibile e pericolo/situazione probabile.
Esempio, toccare una sedia di un ospedale è possibilmente pericolosa, ma probabilmente è perfettamente innocua.
È possibile che io abbia lasciato il gas aperto, ma è probabile che l'abbia chiuso.
Negli ansiosi, questa distinzione è molto difficile e ogni pericolo o situazione diventa altamente probabile.





Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 12-Mag-2013, 19:00
➼17.3 Corollario del pensiero magico - PENSIERO SUGGESTIVO
Le suggestioni sono delle distorsioni cognitive o somatiche, ovvero alterazioni percettive create quando si analizza la realtà in maniera ansiosa

➣ Un ragazza di fronte alla mamma: "Avevo quel pensiero di ucciderla, mi sembrava un impulso vero" (esatto "sembrare" non è mettere in pratica, l'abbiamo visto nei pensieri azione).

➣ Un ragazzo con il dubbio dell'omosessualità: "Prima mi muovevo e sembrava che avessi degli atteggiamenti femminili..." (nuova suggestione. Ovvio che il sembrare, quando siete vittima di ansia, fa sembrare reale)

➣ Una ragazza dopo aver fatto merenda con uno yogurt: "È se ci fosse il botulino? Oddio mi sto sentendo male" (qua, la sopravvalutazione del pensiero fa salire l'ansia. I sintomi che si sentiranno sono somatizzazioni d'ansia, ma la ragazza si suggestionerà pensando alla sua paura e collegherà i suoi sintomi al botulino. Vedete, questa ragazza vive in una realtà parallela, per lei sembra reale, mentre noi capiamo tutto l'inganno fanno dallo stato ansioso)

➣ Stesso ragazzo: "Ho provato a pensare ad un mio amico, sembra quasi che mi eccito" (normale, sei vittima di un inganno cognitivo. Abbiamo parlato già delle pseudo-eccitazioni quando si ha paura, vorrei aggiungere che la suggestione è scambiare questo processo per conferma di omosessualità. Questo vale per tutte le paure, se compulsate farete errori che vi daranno delle false conferme, il "finto problema" sembrerà più reale. Se usate la logica e pensate che sia infallibile, state commettendo un errore cognitivo di base)

➣ In piena crisi d'ansia: "Ho la sensazione di poter perdere il controllo ed impazzire" (questa è una delle sensazioni che si hanno quando si soffre di ansia. È solo un'impressione dettata dal momento)

SOLUZIONE
Le suggestioni sono uno degli aspetti dell'ansia, sono delle idee che sembrano vere sotto l'influsso dell'ansia, si caricano di significato anche se restano dei semplici pensieri (giusti o sbagliati che siano).
Quando siamo vittime di suggestioni, ci troviamo in uno stato alterato anche se non ne siamo perfettamente consapevoli.
Pensiate a quando ci focalizziamo su una nostra parte del corpo, magari per paura di avere qualcosa.
La focalizzazione fa percepire sensazioni che normalmente non sentiremmo: se provate a concentrarvi su una vostra mano, pian piano comincerete a sentire il battito del cuore o un formicolio.
La stessa cosa succede ai giocatori di rugby, che sono talmente carichi di adrenalina e focalizzati sulla partita, che il dolore e le botte passano in secondo piano e si sentiranno solo alcune ore più tardi.
Cosa succede ora?
Che lo stato ansioso crea delle alterazioni fisiche (battito accelerato, respiro corto) e che la persona, in preda ad una visione paurosa della realtà, scambierà queste sensazioni per qualcosa di pericoloso.
L'emozione principale della suggestione è la paura.
Più si ha paura di qualcosa, più salirà l'ansia e più reali sembreranno le situazioni.
Mai analizzare una situazione quando si ha una paura, la paura distorcerà la realtà creando una realtà parallela alterata.
Pensate a quando avete paura di non amare più una persona, ovvio che è un'allarme ansioso, una delle manifestazioni della paura di non essere più felici.
Comincerete a controllare se amate ancora il vostro uomo, ottenendo così solo un aumento di ansia, dubbi e paura che sia vero (forse vi state dimenticando che "compulsare" sulle emozioni, significa alterarle, proverete paura non amore)
Ricapitolando:
Stato ansioso---->paura di non essere felice---->intolleranza all'incertezza---->ricerca di risposte rassicuranti---->nessuna risposta (perdita di controllo)---->ansia e disperazione
L'ansioso pensa di poter controllare tutto attraverso la ragione, spesso usa questo autoinganno per sfuggire all'incertezza, alle paure che il proprio stato ansioso produce.
Il problema si aggrava quando si cerca il controllo sulle emozioni, che fanno parte di un'area del cervello che non è sotto il controllo della ragione, il paleoencefalo.
Pensate a quando c'è un pericolo, si attivano aree che sono diverse da quelle logiche, questo perché abbiamo degli istinti primordiali (che non conosciamo) che ci servono per fuggire dal pericolo prima ancora che capiamo se è un pericolo o meno, il nostro cervello e i nostri sensi sono più rapidi del nostro pensiero.
Per questo vi dico di non suggestionarvi quando pensate ai vostri gusti sessuali, ai vostri impulsi violenti; non potete conoscerli con la logica, voi ragionate sulla paura, non su voi stessi!!!
In quel momento state utilizzando la logica, dettata dalla paura di non essere felici; avendo accettato la paura iniziale e non avendo compreso l'atteggiamento ansioso in cui vi trovate, finite per ragionare su paure logiche, false.
Forse vi chiederete: "ma allora qual'è il motivo per cui ho avuto quel pensiero?".
Semplice, la mente ansiosa genera paure automaticamente e comunque pensa continuamente, è libera di fare qualsiasi tipo di pensiero.
Ovvio che l'ansioso ha dei pensieri disfunzionali riguardo il suo stesso modo di pensare, per esempio quando pensa che ogni pensiero abbia un significato (cioè pensare equivale a essere), prenderà sul serio il pensiero.
Se vi lasciate trasportare dalla paura, il picco d'ansia e i pensieri disfunzionali vi suggestioneranno a tal punto che crederete al pensiero ansioso.
Notate questa differenza quando cala l'ansia: meno ansia avete, meno impatto avranno i pensieri su di voi.
Un'altra suggestione molto comune è quando pensate: "è come se non sapessi più se ho fatto quella cosa, oddio!", in questo caso l'ansia e il ripensare continuamente all'evento temuto creerà un cortocircuito nella mente che, vittima dell'ansia, non riconoscerà più se quell'evento è capitato davvero o no.
Qual'è la soluzione in questo caso?
Sicuramente accorgersi a monte che state ingigantendo e catastrofizzando le conseguenze, poi accorgersi che l'ansia mette il dubbio su un evento passato, più lo analizzate e più cadete nella trappola.
Le suggestioni, comunque, non sono solo una caratteristica di chi è ansioso: si pensi a quando si fa qualcosa che ci piace e il tempo sembra scorrere rapidamente, mentre quando siamo annoiati o quando aspettiamo un evento importante sembra che non passi mai.
Altro esempio è quando aspettiamo un messaggio: alcune persone hanno l'impressione di averlo ricevuto, poi controllano il telefono e non trovano nulla.
Ricordiamo che molti dei nostri atteggiamenti sono regolati da bias cognitivi, cioè degli autoinganni che servono per farci compiere le scelte: si pensi a quando si fa una scelta di acquisto, si compra un jeans e ci si convince che è stato l'acquisto migliore tra i modelli proposti, oppure che i soldi sono stati ben spesi.
L'ansioso, invece, cerca di applicare la razionalità su ogni dubbio o scelta, trasformando la vita in puro ragionamento, sopprimendo quella parte irrazionale che è dentro di noi e che non si può conoscere.
Per capire ciò, bisogna fare una distinzione tra euristiche e algoritimi: le euristiche sono un metodo di scelta che si basa sull'intuito, gli algoritmi sono un metodo di risoluzione logico che avviene con una serie di passaggi definiti, pensate ad un computer e alla matematica.
L'ansioso ha un eccesso di razionalità, vede la vita per algoritmi, anche in quei casi dove la mancanza di informazioni o l'incertezza rendono necessarie scelte rapide e intuitive.
L'ansioso rimane bloccato, non ha risposte logiche ma continua a cercarle, in un processo logico che fa aumentare l'ansia e l'insicurezza.
Per questo bisognerebbe sviluppare maggiormente l'intuito, essere in contatto con se stessi e non farsi prendere dalla paura di sbagliare.

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 13-Mag-2013, 11:13
➼17.4 Corollario del pensiero magico - PENSIERO SUPERSTIZIOSO
Le superstizioni sono dei pensieri irrazionali che sostengono l'influenza di certi comportamenti sugli eventi futuri

➣ Una ragazzo molto attaccato alla famiglia: "I miei genitori moriranno se non vado bene a scuola" (sicuro? O è solo un pensiero? Ci sono due strade: o accettare di avere il dubbio, o compulsare. Ricordiamo che lo scopo non è dimostrare che il pensiero sia falso, lo scopo è quello di tollerare il dubbio e fare altro. Bisogna tollerare che la mente ritornerà su quel pensiero, l'abbiamo spiegato prima il perché).

➣ Sulla soglia della porta: "Se non conto fino a dieci prima di uscire di casa, mi succederà qualcosa di grave" (stesso discorso. Ci siamo accorti che è un pensiero stupido ma rimane il dubbio? La scelta migliore è uscire e non contare)

➣ Una persona molto religiosa: "Ho pensato al diavolo per un secondo, ora penso a Dio per non andare all'inferno" (se non si accetta il pensiero, ma si continua a compulsare, quel pensiero ritornerà a tormentarti. Pensateci, chi non conosce il diavolo non avrà mai un'ossessione di questo tipo...)

➣ Una ragazza felicemente fidanzata: "Ho avuto la visione di me vestita da suora, è un presagio" (no, è un problema d'ansia, un manifestazione della paura di non essere più felice. Qui attacca la coppia, il passo successivo sarà quello di testare l'amore per il proprio ragazzo, ovviamente confermerà il dubbio e voi avrete più paura. Invece, questo pensiero intrusivo è un pensiero banale, comune solo che l'ansia e la vostra rigidezza gli danno parecchia importanza.)

SOLUZIONE
La vita dell'uomo è sempre stata ricca di superstizioni.
Spesso venivano utilizzate dagli uomini di potere o religiosi per piegare la volontà dei più deboli, giocando sulla paura e sull'ingenuità di ciò che non può essere dimostrato.
Nell'ansioso, questo potere è detenuto dall'ansia stessa che genera pensieri ansiosi distorti che grazie alla suggestione si caricano di verità, "sembrano" reali e fanno paura.
Ora, la superstizione è il presagio di qualcosa che avverrà nel futuro, futuro che dipende da alcune nostre scelte.
Diventiamo quindi protagonisti della nostra vita, ma una vita dipinta dall'ansia, l'ansia fa il regista di un film horror e noi siamo gli attori che leggiamo il copione.
Noi ci accorgiamo che il pensiero è stupido, ma non riusciamo ad evitare la compulsione "riparatrice", anzi capita a volte di avere un persecutore interno che ci ricorda che sarà colpa nostra.
Sia chiaro, molte persone sono superstiziose e molte compiono rituali scaramantici: fare le corna, portare cornetti, pregare, anche se la trovo molto sciocca questa cosa.
Solo quando questi pensieri diventano stressanti, procurano ansia o fanno perdere tempo si può parlare di disturbo ansioso, c'è un limite; se questi rituali sono visti come un peso o diventano forzati e necessari allora è sicuramente un disturbo.
Come abbiamo visto nel caso prima, l'ansia fa vedere un pensiero innocuo come qualcosa di probabile, reale, perciò la reazione naturale sarà quella di evitare l'evento effettuando delle compulsioni: test, bilanciare con pensieri positivi, pregare ossessivamente.
Alcuni, dopo aver sognato o dopo aver avuto un pensiero intrusivo iniziano ad aver paura che quel pensiero corrisponda al loro futuro, ad esempio la scelta della vocazione, il cambio di sesso e cercheranno in tutti i modi di dimostrare il contrario per "risolvere" e guarire dalla loro paura: ciò che fanno è complicare il problema perché discutono di una paura, che troverà nuove strade per mettere nuova paura.
Cresce quindi lo sconforto, l'impotenza.
Anche l'altra soluzione, cioè quella di esporsi ha un effetto collaterale: pensate ad un uomo che, per sfidare i suoi pensieri, attraversa la strada dopo che è passato un gatto nero.
I pensieri successivi saranno del tipo: "ora ti capiterà qualcosa di brutto", "ora sei condannato", "domani, faranno una rapina e tu sarai ucciso"
Più si cerca di non pensare a questi pensieri, più questi torneranno potenti.
Cosa bisogna fare?
Un primo passo lo si è fatto: andare contro il pensiero superstizioso, anche se sale l'ansia.
Il passo successivo è guardare i pensieri successivi come una conseguenza naturale dello sfidare la sorte (sorte ansiosa, ovvero immaginaria): non compulso? Bene, allora mi salirà l'ansia. Visto che il problema è quello di avere superstizioni che sembrano vere, la mia mente continuerà a mandarmi messaggi pericolosi, proprio perché non riesce a disattivare la paura.
È come una orologio che segna la fine del mondo tra poche ore, e noi continuiamo ad essere tranquilli.
La mente continua a inviare pensieri ansiosi sempre più allarmanti, e noi sappiamo come funziona il gioco e facciamo altro, non ci curiamo di questa paura.
Gli allarmi (successivi a quello che sfidiamo) possono anche far venire i sensi di colpa: "brava, ora che non mi hai ascoltato, un tuo parente morirà", "ok, non mi vuoi ascoltare, allora rimarrai infelice per sempre".
In tutti i pensieri ossessivi, c'è spesso un dialogo interno con la mente, essendo ansiosa sarà un dialogo fatto di paura.
Pensate la mente come un inquilino pazzo che gira preoccupato dentro la vostra testa, si agita, dice profezie (che non si avverano mai), è arrogante, pensa di conoscere tutto e sa cosa vi aspetta, voi non potete parlare perché secondo lui è inutile: nella realtà ascoltereste un tizio del genere? Eppure lo fate tutti i giorni… l'unico problema è che non lo si può mandare via in poco tempo, serve abbassare il livello d'ansia e non stare a controllare se il pensiero c'è ancora.
Sarà ancora lì, è un pensiero, significa qualcosa se non è sparito?
Se avete uno stato ansioso, la suggestione ne troverà sicuramente uno.
Un'ultima cosa, voglio farvi notare il numero di questo pensiero disfunzionale, sarà casualità? Non compulsate, mi raccomando. PSICO-green.gif

Inviato da: caffettino il Lunedì, 13-Mag-2013, 12:01
complimenti dott. dock

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 13-Mag-2013, 14:26
Grazie, spero che ti abbia aiutato!!

Inviato da: Diga92 il Lunedì, 13-Mag-2013, 15:28
Alla grande! Tutto quello che scrivi e utile, però comprendere da sole queste cosa secondo me non basta,bisogna anche esporsi e capire che il cervello da solo non ci rappresenta,ma è solo una parte complementare, e che il nostro cervello funziona male,probabilmente proprio a causa di pensieri disfunzionali che erano già presenti da prima di cadere nel meccanismo ossessivo.

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 13-Mag-2013, 16:07
Certamente, comprendere i pensieri disfunzionali è solo un passo, serve anche correggerli ed esporsi.
La teoria serve a poco senza l'impegno a voler cambiare e abbassare pian piano l'ansia accumulata negli anni.

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 15-Mag-2013, 13:51
➼18 Continuiamo a parlare di pensieri disfunzionali, l'IRRESPONSABILITÀ

L'irresponsabilità, o meglio la paura dell'irresponsabilità, avviene quando si teme di causare danni agli altri a causa della nostra negligenza

esempi:
➣ Dubbio ansioso: "E se ho confuso le mie medicine e gli altri muoiono per colpa mia" (a parte che gli altri non sono stupidi, se devono prendere le pastiglie sanno quali sono. Tralasciando questo, che è una rassicurazione, il problema non è confondere le medicine ma non accorgersi che è un dubbio ansioso dettato dalla paura).

➣ Dopo il ritorno dalla spesa: "E se ho investito qualcuno a causa di una distrazione" (capita a molte persone con i disturbi d'ansia. Anche un piccolo sobbalzo diventa l'oggetto di un dubbio; spesso succede che queste persone ritornino indietro per controllare. Se lo fate anche voi, date modo all'ansia di rinforzarsi perché state dimostrando a voi stessi che il pensiero "potrebbe" essere vero)

➣ Una donna mentre è a lavoro: "E se ho lasciato il gas aperto e ora succederà una strage?" (lo hai chiuso eppure hai il dubbio e ora non sai più se è vero o no. Se continui di questo passo, ogni pensiero diventerà un dubbio. Lo sai perché? Perché tra i sintomi dell'ansia c'è proprio questa sensazione di non ricordarsi più le proprie azioni…)

➣ Dopo aver sentito la polizia passare vicino casa: "E se ho fatto qualcosa di grave e adesso verrò arrestato? Marcirò in carcere" (la sirena funziona da impulso per iniziare a fare un pensiero ansioso, spiego meglio sotto)

SOLUZIONE
L'irresponsabilità è un pensiero disfunzionale generato da uno stato ansioso e da un problema di autostima.
Abbiamo detto più volte che lo stato ansioso genera delle paure, una visione del futuro catastrofica, bene, in questo caso la visione catastrofica sarà provocata da una nostra dimenticanza.
Può essere una distrazione, può essere un errore, può essere una parola che non è stata compresa.
Cosa comporta ciò?
Comporta che voi siate molto controllati nei vostri gesti, siete molto responsabili, precisi, in modo da evitare qualsiasi problema.
Una paura comune è quella di dimenticarsi qualcosa, per cui si incominciano a scrivere liste, promemoria ecc…il problema è che queste cose non vi servono, voi pensate continuamente che la memoria vi tradirà.
C'è sempre uno stato di tensione, di angoscia dettata da questa paura, paura che si basa sull'irresponsabilità.
Questo stato di tensione è angoscia porta ansia, e l'ansia si traduce in facile distraibilità, deficit dell'attenzione, dimenticanze. Paradossalmente, il controllo di un evento temuto, fa perdere il controllo.
Più cercate di fare bene e non sbagliare, più sbaglierete.
Questi comportamenti possono essere visti come un'enorme compulsione, che serve per eliminare l'ansia generata dalla paura di essere irresponsabili.
Cosa comporta ciò?
Comporta vivere una vita controllata, non riuscire a lasciarsi andare ma avere sempre paura. Avete un rinforzo negativo, cioè fare le cose per paura, non per essere felici.
In più, c'è un risultato ancora più grave: vivere di rinforzi negativi aumenta l'ansia, e con essa i pensieri ansiosi.
Inoltre, dimostrate a voi stessi che questa irresponsabilità esiste, cioè che i vostri pensieri ansiosi abbiano una base di verità (se faccio qualcosa significa che c'è un motivo)
Voi, quindi, sperate di evitare la paura con le vostre compulsioni, invece avrete sempre ansia. È come un gatto che si morde la coda.
Il problema è a monte, ovvero essere in uno stato ansioso e credere all'irresponsabilità.
Sapete cosa fa lo stato ansioso nel caso dell'irresponsabilità?
Voi tornate a casa dalla spesa e subito fate un pensiero automatico basato sulla vostra paura, arriva senza che voi potete far nulla.
Lo stato ansioso carica il pensiero di significato, a tal punto da mettervi il dubbio. In questo punto fate il vostro errore: credere ad un pensiero ansioso.
Il dubbio è talmente assillante che rimane fisso in testa, più lo pensate, più nella mente si crea un cortocircuito che vi fa perdere ogni certezza.
È stato dimostrato attraverso le scansioni cerebrali, se pensate intensamente ad un evento, l'ansia ve lo potrebbe far rivivere talmente bene da confondervi.
Ne esce fuori che sarete in piena ansia, a tal punto che dovrete ritornare a controllare che non sia successo nulla (compulsione che rassicura nel breve periodo ma che rafforza l'ansia).
È il caso della polizia, dell'ultimo esempio:
Sirena--->Paura inconscia (basata sulle convinzioni errate)---->pensiero ansioso---->dubbio---->ansia---->compulsione (ci ragiono)---->ansia (non riesco a ricordare)
Quali sono queste convinzioni errate?
● Credere che un vostro errore causerà qualcosa di grave (in realtà è l'ansia che prospetta scenari paurosi)
● Non sforzarsi di evitare un danno o non riuscire ad evitarlo comporta la stessa responsabilità negativa dell'aver provocato il danno (in pratica vi sentite colpevoli del danno anche se non centrate nulla)
● È molto semplice causare un danno, tutto diventa probabile (sempre l'ansia che ingigantisce le paure)
● Non controllare o compulsare significa essere responsabili e menefreghisti (in realtà, se non compulsate, quelle paure pian piano svaniranno, i pericoli sono sovradimensionati)
● Non controllare significa aver voluto provocare il danno (in questo caso, l'ansia vi fa pensare che siete sadici, piromani, violenti)
Ogni volta che vi viene un pensiero ansioso, riconoscete il pensiero e poi analizzate quello che regge il pensiero, sicuramente troverete alcune di queste convinzioni.
Infatti, alla base di ogni pensiero ansioso ci sono convinzioni intermedie che sono errate, distorte, esagerate, paurose.
La strategia sarà di due tipi:
● abbassare il livello d'ansia riconoscendo i pensieri ansiosi, senza lasciarsi trascinare
● correggere le convinzioni di base che reggono quel pensiero (cioè sviluppare un dialogo realistico con se stessi, senza rassicurarsi però)

Inviato da: anny93 il Domenica, 19-Mag-2013, 17:15
Una persona molto religiosa: "Ho pensato al diavolo per un secondo, ora penso a Dio per non andare all'inferno" (se non si accetta il pensiero, ma si continua a compulsare, quel pensiero ritornerà a tormentarti. Pensateci, chi non conosce il diavolo non avrà mai un'ossessione di questo tipo...)


Non ho capito cosa intenti quì, scusami.

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 20-Mag-2013, 15:18
Ciao Anny,

con questo esempio intendo quelle persone religiose che danno un significato ansioso ai propri pensieri.
Per questo compulsano, cioè creano pensieri opposti in modo da rassicurarsi.

Alla fine, c'è una piccola nota e cioè che questi tipi di pensieri colpiscono chi è molto religioso.
Se ci fai caso, questi pensieri sono maggiori dove ci sono regole morali rigide.
Dove la religione non è diffusa, l'ansia si attaccherà ad un'altra tematica, di sicuro non alla religiose o alla possessione.

Più si è rigidi, più sono alte le possibilità di infrangere queste regole interne.
A supporto delle regole ci sono le convinzioni: esempio "se faccio questo allora succederà...", e l'ansia si attaccherà a ciò che teniamo di più.

Inviato da: Dr.Dock il Giovedì, 23-Mag-2013, 09:31
➼19 Dopo una pausa, ecco l'IPERRESPONSABILITÀ

L'iperresponsabilità consiste nell'avere un eccessivo senso di responsabilità, cioè accollarsi le responsabilità degli altri o cercare di essere responsabili per cose sulle quali non si può avere il controllo

esempi:
➣ Una mamma che si occupa della famiglia: "Devo fare tutto per gli altri, altrimenti i miei figli si ammaleranno e sarà colpa mia" (dov'è l'evidenza che i figli si ammaleranno? Non è paura di un evento negativo? Se deve succedere, succederà lo stesso, anche sterilizzando completamente casa...).

➣ Prima di buttare la spazzatura: "Devo assolutamente controllare che nel sacchetto della plastica non ci sia la carta, altrimenti inquinerò l'ambiente" (questo esempio potrebbe sembrare quello di una persona attenta all'ambiente. L'atteggiamento diventa disfunzionale quando diventa indispensabile e forzato. Se è così, allora si tratta di un atteggiamento compulsivo, dettato dalla paura di essere irresponsabili)

➣ Un uomo in carriera: "tutti contano su di me, non posso sbagliare altrimenti deluderò tutti" (quest'uomo vive seguendo le regole degli altri. Non cercando di sbagliare, si fa esattamente l'opposto, cioè ci si concentra sugli errori e sulla paura di fallire. Ciò farà aumentare l'ansia e l'insofferenza a questa situazione)

➣ Al solito supermercato: "se trovo un prodotto con la data scaduta devo assolutamente dirlo ad un commesso, altrimenti qualcuno potrebbe andare all'ospedale per la mia dimenticanza" (stesso discorso della spazzatura. Se il pensiero diventa forzato, non stiamo più seguendo noi stessi, lo stato ansioso ha preso il sopravvento. L'ansia di sentirsi irresponsabili, è una manifestazione che il nostro comportamento è forzato, lo si fa per paura e non per aiutare gli altri. È come se dessimo ascolto ad una parte di noi che ormai è diventate estremizzata, disfunzionale).

➣ Aiutare un'amica: "anche se sono stanca e ammalata, devo aiutarla altrimenti che amica sono? Potrebbe offendersi" (qui si sta travisando il concetto di amicizia e spontaneità. Se si è malati, stanchi o semplicemente non si ha voglia, bisogna esprimere le proprie sensazioni, altrimenti l'amicizia diventa una forzatura. L'amica capirà, se di amicizia si parla)

SOLUZIONE
Iperresponsabilità ha a che fare con il perfezionismo e con altri pensieri disfunzionali (esempio l'indispensabilità)
L'iper-responsabile è una persona sensibile ma qui non è una questione di sensibilità, è quasi un problema compulsivo poiché le azioni di queste persone sono guidate da un rinforzo negativo, cioè la paura.
È come evocare dei fantasmi e poi fare le cose per evitare di essere spaventati, una continua lotta per vivere.
Cosa significa questo?
Significa che, mettiamo abbiate un figlio, voi fate le cose per evitare che si faccia male, per evitare di farlo soffrire, piuttosto che per amore o per vederlo crescere.
L'amore c'è sempre, ma è quasi sempre soffocato da una paura, la paura di sbagliare, la paura di non essere all'altezza.
Per la persona troppo responsabile, le regole per essere amata, per essere stimata sono già scritte su un libro.
Si è inflessibili; se si sbaglia una delle regole ci si sente in colpa, ogni cosa è un dovere.
Il perfezionismo, a volte, diventa una forma di controllo della paura, un modo per vivere.
A maggior ragione, gli ansiosi che si sentono iper-responsabili per ogni cosa capiti loro o ai loro cari, anche se non c'è l'evidenza che una paura si verifichi o che sia colpa loro.
Uno degli errori maggiori, è quando si cerca volontariamente di essere felici o rilassati, ed è quello che succede alle persone ansiose.
Questo tentativo fallisce perché la razionalità e il controllo non possono nulla sulle emozioni, allora succede che questo approccio alla vita fallisce, e si inizia a stare male.
L'eccesso di controllo su se stessi porta alla perdita di controllo.
L'eccesso di controllo sugli altri porta alla frustrazione, porta al desiderare gli altri come intendiamo noi, porta il rapporto ad essere soffocato, i figli a perdere la loro identità.
L'unica cosa che si accumula è la rabbia per non riuscire a esprimere se stessi, l'ansia per la paura di non essere stata all'altezza (come mamma, come amica, come fidanzata, con se stessa).
La vita non è un calcolo, la vita non è paura, non si basa sulle regole per le quali tutto il giorno vivete.
C'è sempre qualcosa che sfugge al controllo, le emozioni per esempio.
Si potrebbe diminuire la "presa" di controllo sulla vita ma voi mi direste: "così poi succederà qualcosa" oppure "così non sono una brava persona".
Non è vero.
Voi non sarete mai spontanei se fate uno sforzo per vivere: se abbandonate il controllo, le cose verranno da sè.
Per esempio: chi ama suo figlio senza le regole, ritroverà la sua autenticità e l'istinto.
Non si guarderà più alla paura, ma al caso, al momento presente.
Se non mi sento al 100%, accetto questa condizione, non mento a me stessa.
Bisogna smetterla di scappare dalle paure, paure che spesso sono immaginarie, e abbracciare l'incertezza.
Solo così la paura perderà quel ruolo di guida nella vostra vita.
Inoltre, ricordate che nessuno vi ama o apprezza per quel che dite o fate, quello deve diventare un riflesso di quello che siete veramente.
Anche il modo in cui amate o vivete è già dentro di voi, dovete solo ritrovarlo, eliminando questo eccesso di razionalità che avete accumulato nel tempo.
Un'altra manifestazione dell'iperresponsabilità è l'accumulo di oggetti in casa, anche quelli che non hanno valore affettivo.
La persona crede che potrebbero servire in futuro.
Ovviamente, questo ragionamento è errato perché da un lato ciò che accumuliamo alla fine non ci servirà oppure sarà facilmente rimpiazzabile, dall'altro ci impedirà di avere una casa libera e semplice in cui vivere.
Pelate via le regole rigide come una cipolla, al centro troverete tutte le emozioni inespresse che attendono solo di essere liberate.

Inviato da: 5-HT il Giovedì, 23-Mag-2013, 09:34
Mitico Godai. O Kasuga. O boh. PSICO-asd.gif

Inviato da: Upanddown il Giovedì, 23-Mag-2013, 09:53
Proprio vero!!

Inviato da: Dr.Dock il Giovedì, 23-Mag-2013, 13:10
Siamo italiani, va bene Johnny PSICO-asd.gif

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 26-Mag-2013, 13:52
➼20 Purtroppo devo continuare qui perché l'altro messaggio è troppo lungo e non posso più aggiungere nulla. Ecco allora l'IPERMORALITÀ

L'ipermoralità consiste nella preoccupazione eccessiva di fare qualcosa di moralmente sbagliato, sconveniente o condannabile

Esempi:
➣ Una ragazza in relazione: "Se non gli dico tutto, gli sto mentendo. Non merita questo" (Vedo un bel senso di colpa. Il senso di colpa rafforza il pensiero ansioso, ovviamente vi lasciate trasportare sul senso di colpa dando ormai per scontato il motivo per sentirvi così. Cercate di analizzare a monte, potreste trovare delle sorprese… PSICO wink.png ).

➣ Una donna religiosa: "Oddio, ho pensato ad un rapporto impuro, ho tradito il mio ragazzo" (come? con il pensiero? Oppure ti stai allarmando per il pensiero stesso?)

➣ In chiesa: "Oddio, ho pensato di bruciare il crocifisso, è se fossi una persona malvagia" (no, è un normale pensiero. Se categorizzi i pensieri troverai sempre qualcosa che non va. Mai caricare di significato tutto ciò che si pensa. Forse, la prima volte che è capitato avete detto "perché ho questi pensieri…", motivo? Libera associazione della mente)

➣ Una signora educata a regole rigide: "Nella vita devo sempre essere onesta e fare le cose giuste" (un momento, va anche bene l'onestà a patto che non diventi una forma di controllo su se stessi e che non ci siano regole rigide su cosa è giusto o sbagliato. Una specie di pensiero dicotomico, o nero o bianco. La parola d'ordine è flessibilità).

L'ipermoralità è un aspetto sbilanciato della persona, come ogni forma di estremizzazione.
Bisogna fare una distinzione tra soggetto non ansioso e ansioso.
Nel primo caso, chi è ipermorale vive di regole proprie, è molto rigido e soffoca la sua parte più profonda.
In sostanza è poco collegato con il suo mondo interiore, sempre pronto a raffrontare se stesso con l'immagine perfetta di come dovrebbe essere, applicare le regole alla vita.
È come viaggiare su un binario e leggere continuamente un manuale per rimanere coerente, giusto, perfetto.
Il problema è che la realtà fatta di regole non è uguale alla realtà effettiva, e ciò che siamo non è sempre quello che decidiamo di essere o quello che "dobbiamo" essere.
C'è poco uso dell'introspezione, dell'interiorità, dell'istinto e molto potere ai pensieri.
Chi è ipermorale ha avuto spesso un'infanzia basata su regole, con genitori spesso restrittivi, condizionanti e molto rigidi anch'essi.
Forse c'è un problema di fondo anche nella loro vita che hanno trasmesso ai loro figli: l'idea che per essere genitori bisogna "comportarsi".
In questo modo non si ascoltano i bisogni del bambino, i suoi stati d'animo, ma si educa seguendo delle leggi: guardare il manuale piuttosto che guardarlo negli occhi.
Altre regole rigide vengono da religioni prese troppo seriamente; l'idea di un dio punitivo, l'idea dell'inferno.
L'altra categoria di persone sono gli ansiosi.
Bene, diciamo che lo stato ansioso porta a vedere la vita con paura e preoccupazione, favorendo un abbassamento dei neurotrasmettitori che a loro volta esacerbano l'ipermoralità.
Ciò significa che i pensieri porteranno sensi di colpa, sentimenti di disprezzo verso se stessi in maniera naturale, automatica. È un modo della mente di non stare bene, uno squilibrio.
Quindi si indaga una realtà distorta, ubriacati da un'ansia che fa fare questo tipo di pensieri.
Ecco perché spesso dico: non guardate i pensieri, guardate la situazione in cui vi trovate, non il contenuto ma lo stato ansioso.
E come prendere per il collo un gatto e spostarlo in un altro punto, da una situazione pericolosa ad una più tranquilla.
Voi invece siete quel gatto, e vi state muovendo in un posto pericoloso, e ci rimanete ragionando. dry.gif
I pensieri ipermorali sono una estremizzazione delle proprie convinzioni, supportate dal fatto che i pensieri hanno molto potere.
Per esempio, se ci tengo molto alla religione, un pensiero blasfemo diventerà motivo di paura e sensi di colpa.
Lasciamo perdere per un attimo rassicurazioni e ragionamenti, che sono solo un passaggio successivo, reattivo a questa paura.
Quando arriva quel pensiero, voi lo prenderete sul serio, primo perché voi prendete molto sul serio i vostri pensieri (non è tollerabile fare pensieri strani o costruzioni astratte, cosa che la mente normale fa tutti i giorni, pensate alla fantasia), secondo perché lo stato ansioso fa vedere i pensieri come allarmi, dei fendenti che non riconoscete più per pensieri banali, ma come pensiero ansiosi che fanno venire delle paure.
E la mente allarmata, diventerà una sentinella, aspetterà il prossimo pensiero su quel tema, che puntualmente arriverà. Se io penso ad una paura, quella paura mi arriverà sotto forma di pensiero.
La mente pensa.
Si indaga la realtà con la realtà portata da quella paura: come un ipocondriaco che vedrà il suo prossimo mal di stomaco come sintomo del suo male.
Ci sono tante altre distorsioni che supportano l'ipermoralità, ad esempio il pensiero dicotomico e il perfezionismo.
Pensate a: "Per essere una brava mamma devo…", questo può essere il simbolo di un approccio sbagliato alla vita.
Si hanno regole per affrontare o scappare da una paura.
Un'altra mamma non ha questi pensieri, il suo obiettivo non è quello di essere una brava mamma, ma vivere. Lei lo dimostra attraverso i suoi valori, l'ansioso attraverso le regole.
Sia una che l'altra mamma amano la loro bambina ma in maniera differente.
Bisogna avere compassioni per se stessi, cambiare radicalmente punto di vista.
Non "essere brava mamma" oppure "devo perché si deve", smettete di applicarvi per paura, togliete questa rigidezza e controllo, non serve, porta ad errori.
E l'ansia è là a dimostrarvi indirettamente che non state seguendo la vostra felicità, il vostro io, ma la vostra paura.
La strada è in salita, avrete ancora ansia perché la vostra mente è abituata a ragionare in un certo modo.
Non si cambia dall'oggi al domani, serve comprensione per gli sbagli, compassione per la propria condizione e la voglia di cambiare.
Mi raccomando cambiare ma non proponendosi regole opposte, altrimenti rischiate di diventare compulsivi in un'altra direzione, incanalare le vostre energie in un'altra forma di controllo disfunzionale.
La regola numero uno è non avere regole, almeno non così rigide da non poter essere flessibili.

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 31-Mag-2013, 09:10
Ho aggiornato la guida in prima pagina con questa parte sui pensieri negativi:



Se non compulso chi mi assicura che non lo faccio per non scoprire la verità? Quale verità? Quella sulla quale l'ansia ti ha messo il dubbio? La necessità di conoscere, ovvero l'intolleranza all'incertezza, è uno degli aspetti dello stato ansioso. Prima propone un dubbio basato sulla paura, poi ti costringe ad analizzarlo per vedere se è vero. Lo scopo della compulsione è appunto quello, rassicurarsi e abbassare il livello di ansia, apparentemente funziona ma in realtà la paura diventa più forte. Non compulsando per abbassare l'ansia prodotta dai pensieri, date a voi stessi l'opportunità di trovare altre strade per gestire l'ansia, senza rafforzare ciò che l'ha creata. Farete progressi solo quando vi esponete al "rischio", senza fare nulla per eliminare la paura. È un rischio immaginario.

Preferisco prendere le medicine piuttosto che esercitarmi, è troppo difficile Gli esercizi sono noiosi, difficili, nessuno lo mette in dubbio. È più semplice compulsare che lavorare sul vero problema, e il forum lo dimostra. Le medicine possono aiutare in questo disturbo d'ansia ma la loro azione è piuttosto limitata, se usate da sole. Poi, non tutti gli ansiosi hanno benefici dalle medicine o riescono a sopportare gli effetti collaterali. Gli esercizi sono molto importanti, soprattutto perché vi forniscono delle strategie per affrontare da soli il problema, evitando le ricadute.

Se mi espongo ai germi e all'AIDS chi mi garantirà che poi non mi contaminerò? Nessuno può garantire una vita senza rischi, dolore, perdite, errori o infortuni. Il problema è che la tua mente ha fatto un'errata connessione tra la compulsione e la sensazione di sicurezza e confort, non importa quanto questa sensazione sia solo di breve durata. Esponendosi invece, si scoprirà che il pericolo è sovrastimato e ci si libererà da inutili rituali che rafforzano solo la paura. Ricordo che la compulsione conferma l'esistenza di un pericolo, pericolo che è esagerato o distorto.

Se provo ad espormi e fare esercizi, ma poi fallisco, sarò un perdente sia con gli altri che con me stesso. Gli altri ti giudicano dalla tua voglia di stare meglio. In questo caso, i risultati dei tuoi sforzi contano meno della tua dedizione a voler migliorare.

Diventerò pazzo se mi espongo e non mi controllo. In più di venti anni di studi su persone ansiose con pensieri intrusivi, nessuno è mai diventato pazzo o malato facendo esposizione. L'ansia provata durante l'esposizione potrebbe sembrare incontrollabile, ma non è pericolosa.

Se non fosse stato per i miei genitori menefreghisti (o per i dottori incompetentei, o per gli insegnanti ignoranti…) adesso non sarei in questa situazione. Molti bambini con problemi d'ansia hanno sofferto durante la loro infanzia. Anche molti bambini che hanno sofferto però non soffrono di ansia. La maggior parte dei bambini con problemi d'ansia hanno avuto genitori premurosi che hanno fatto il massimo che potevano, forse anche loro soffrono di problemi d'ansia e hanno dovuto averci a che fare. Tra l'altro, in passato non esistevano informazioni sul problema e pochi se non nessun trattamento rispetto ad oggi. Incolpare gli altri servirà solo per mantenere il problema. Vi farà rimanere ancorati al ruolo di vittime, lasciandovi inermi di fronte all'ansia. Gli esercizi e la psicoterapia vi danno la possibilità di affrontare l'ansia ora, senza rimanere ancorati al passato.

Inviato da: Dr.Dock il Giovedì, 06-Giu-2013, 10:46
Aggiunti i rimedi per l'insonnia, li trovate nella quarta parte.

Inviato da: Dr.Dock il Martedì, 11-Giu-2013, 14:24
Ho corretto l'ipermoralità, ora è completa.
Ho aggiunto nuovi esercizi, siamo al numero 15, tutto in prima pagina.

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 12-Giu-2013, 10:23
Aggiunti in prima pagina.


Sto prendendo le medicine ma non noto miglioramenti, i pensieri rimangono? Certamente, e cosa vi aspettavate?! La mente viaggia ed è libera di pensare a qualsiasi cosa. Siete voi che avete etichettato i pensieri come allarmi, questo perché avevate una paura e avete analizzato la realtà con paura. Perché si fa un pensiero? Perché la mente crea! La differenza tra voi e una persona non ansiosa sta nel fatto che quest'ultima risponde ai pensieri della mente con un "ma cosa mi è venuto in mente?" e poi cambia pensiero. È un fluire continuo, voi invece rimanete bloccati. L'ansioso produrrà dei pensieri ansiosi che scambierà per prova di qualcosa. La mente crea, voi controllate e vi spaventate. Le medicine servono per migliorare l'umore ma la mente continua a pensare come è naturale che sia. Voi fate troppo affidamento ai farmaci, sperando di cambiare qualcosa che è normale, quando dovreste cambiare il vostro atteggiamento di fronte ai pensieri.
E più pensate di avere il doc, più starete a controllarvi!

Come mai gli altri migliorano e io no? Ognuno ha il suo approccio e i suoi tempi. Scommetto che analizzate gli altri per vedere se il vostro è un caso peggiore…La vostra paura è quella di non guarire e controllare è un buon mezzo per rafforzare questa paura, fa parte del meccanismo.

Pensavo di essere guarito e invece… E invece ti sei illuso. Cosa significa guarire? Pensi che l'ansia non deve più venire? Pensi che la vita deve essere sempre positiva? Forse hai sbagliato, perché è bastato poco per ricadere nella paura.

Sono ricaduto nel problema, è un segno di fallimento? No, calcolate che gli alti e bassi nella vita li hanno tutti, a maggior ragione chi ha sofferto di ansia. Accettate di esservi spaventati, non è una ricaduta ma un momento di ansia (non avete nessuna malattia), potete rialzarvi se accettate che vi siete spaventati. Non vi criticate, non siete perfetti. La via per stare bene è un sentiero fatto di cadute, periodi negativi, apatia, non è lineare, non si sta sempre bene. Piuttosto, dovreste evitare gli stress che affaticano la mente e possono far riemergere stati ansiosi. Ma nel momento in cui succede, pazienza, dovete sempre avere amore per voi stessi o almeno accettazione. Ammettete il periodo no, non fuggitelo, domani andrà meglio.

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 12-Giu-2013, 14:10
Aggiunta la Rodiola in prima pagina

rodiola: è una pianta perenne dei climi freddi, si trova nelle distese della Siberia e riesce a resistere a temperature molto basse, sopravvivendo in condizioni veramente proibitive.
Per molti secoli è stata utilizzata dagli imperatori cinesi, che organizzavano spedizioni per reperirla. È una pianta adattogena, che si usa nelle condizioni di stress psico-fisico per migliorare la tolleranza da parte dell'organismo.
Normalmente, succede che gli ansiosi o gli stati prolungati di stress impoveriscono la persona, demotivandola, rendendola più ansiosa, depressa, apatica, questo succede perché l'organismo produce il cortisolo, l'ormone dello stress che blocca gli ormoni del buon umore, detto in parole semplici.
Gli uomini si ritroveranno con un calo di dopamina e testosterone, le donne con un calo di estrogeni e ciclo irregolare; con tutte le loro conseguenze.
Tra le proprietà c'è quella di abbassare il cortisolo e i suoi effetti nocivi, diminuire la fame nervosa e la massa grassa.
A differenza delle altre piante adattogene, come il ginseng, l'eleuterococco o schizandra, la rodiola è ricca di rosavina, un composto che funziona come gli antidepressivi MAO.
L'aumento di dopamina e serotonina vi renderà più concentrati, focalizzati sugli obiettivi e aumenterà la memoria; ecco perché è utilissima per chi fa lavori stressanti o è impegnato con lo studio.
I livelli di dopamina sono legati alla motivazione, al desiderio sessuale e alla voglia di fare.
Forse l'effetto che più interessa qui è quello di abbassare il livello di ansia, insonnia e irritabilità dato che si comporta come un antidepressivi, senza però gli effetti collaterali.
Un integratore di buona qualità conterrà un estratto secco ad almeno il 3% di rosavina; in tal caso si prendono dai 250mg ai 750mg di estratto secco (da 1 a 3 capsule).
Tra i prodotti c'è Fitorodiola della Solgar (30€ per 60 pastiglie), ma potete scegliere qualsiasi altra marca nota, l'importante è controllare la titolazione.
Per ogni prodotto c'è sempre una sensibilità individuale, quindi può bastare anche una pastiglia se vi sentite bene, l'importante è partire con la dose minore.
La regola per ogni integratore è raggiungere lo scopo voluto con la minima quantità richiesta.
Gli effetti sono progressivi nel tempo, ma i primi risultati dovrebbero arrivare nel giro di una settimana.
È un pianta sicura, però è da evitare se si prendono gli psicofarmaci, dato che farebbe interazione e potenzierebbe l'effetto.
Per utilizzarla al meglio, si fa un ciclo di un mese seguito da 2 settimane di sospensione, per poi riprendere (la pausa è necessaria per non abituare il corpo).

Inviato da: sharonn il Mercoledì, 12-Giu-2013, 15:53
Ti ringrazio..tutto molto interessante e utile quello che scrivi Dr.Dock, ho già sentito parlare delle rodiola, a questo punto la proverò sicuramente... PSICO smile.gif

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 12-Giu-2013, 16:26
Grazie a te dei complimenti.
Provala e fammi sapere PSICO smile.gif

Inviato da: sagia il Giovedì, 13-Giu-2013, 09:52
dR.DOCK...non sai quanto mi sei d'aiuto..solo leggendo i tuoi post mi calmo..sei un vero toccasana!

Inviato da: Dr.Dock il Giovedì, 13-Giu-2013, 11:54
Non sai come sono contento. PSICO smile.gif
Mi raccomando però a non cercare rassicurazione dalle guide, perché la paura si manifesterà in un altro modo.
Devi capire sempre il meccanismo.

Inviato da: Dr.Dock il Giovedì, 13-Giu-2013, 11:55
Ho aggiornato la prima pagina con l'esercizio n°16

Inviato da: sagia il Giovedì, 13-Giu-2013, 12:38
come ho scritto anche nella mia presentazione...il meccanismo mi sembra di averlo capito, infatti lamia ansia da 100 adesso eè sia e no 20 o anche 10..io vado appunto a rivedermi a volte come funziona il tutto...e così riesco a diventare più"reale" e a non perdermi nei viaggi mentali

Inviato da: sagia il Giovedì, 13-Giu-2013, 12:44
Paura che genera nuove paure...è li il tutto.alla fine si riduce a questo .io sto imparando ad accettare il fatto di avere brutti pensieri, come tutti ,di soffermarmici il meno possibile e per questo non sentirmi nè cattiva,nè colpevole..in ogni caso risposte certe non ne avrò mai e deve andarmi bene così.

Inviato da: Dr.Dock il Giovedì, 13-Giu-2013, 18:47
Esatto, alcune risposte non le hai perché le domande sono mal formulate, cioè può capitare di farsi domanda a cui la ragione non ha spiegazioni.

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 15-Giu-2013, 15:59
Aggiunto in prima pagina.

➼7.1 Corollario del catastrofismo - SOVRASTIMA DEL PERICOLO
La sovrastima del pericolo significa scorgere pericoli anche dove in realtà non c'è niente di preoccupante

➣ Una telefonata che non arriva: "Oddio, deve essere successo qualcosa a mia figlia…" (mettete da parte un'attimo il pensiero, non notate che pensate sempre il peggio? Questa cos'è se non paura, paura di qualcosa di grave che può succedere da un momento all'altro. Continua tensione)

➣ Una donna mangia un po' di marmellata e poi si accorge che c'era della muffa: "E se ho preso il botulismo, mi sto sentendo male" (certo che hai paura, hai la convinzione errata che qualsiasi cosa può essere pericolosa. L'allarme è automatico ma si può correggere)

SOLUZIONE
La sovrastima dei pericoli è uno degli aspetti dell'ansia, cioè quello di vedere la realtà in maniera paurosa.
Una delle convinzioni è che bisogna controllarsi perché potrebbe succedere qualcosa da un momento all'altro.
L'esempio classico è quello di chi ha paura della psicosi e pensa: "ora non ho allucinazioni però potrei iniziare a sentirle"
Di fronte ad una situazione in cui non c'è nessuna prova reale che dimostra la malattia, il dubbio persistente e la paura fanno alimentano il ciclo.
Quello che succede è che una persona ansiosa non ha mai la certezza di sentirsi tranquilla, fino a quando tutti i dubbi non sono stati dissipati, ma dato che il dubbio è una caratteristica ansiosa, c'è sempre una preoccupazione.
I nostri pensieri ansiosi sono automatici, ma derivano da una combinazione di stato d'animo, condizione psicologica, esperienza passata, convinzioni.
• Lo stato d'animo rappresenta le emozioni che proviamo nel momento in cui ci viene il pensiero. Così, se siamo felici o siamo occupati a fare qualcosa di piacevole avremo meno pensieri ansiosi, se siamo più tristi e apatici ragioneremo di più perché non ci piacciono queste emozioni e cercheremo di controllarle al posto di accettarle.
• La condizione psicologica, costituisce la nostra salute psicofisica e noi sappiamo di avere uno stato ansioso di sottofondo che fa scattare spesso l'ansia (mi raccomando di non pensare al doc, si parla di "condizione", non di malattia).
• L'esperienza passata è molto importante perché spesso si ha una storia di ansia alle spalle, di paure che ci fanno pensare di essere malati.
Inoltre, dato che si ha paura di fare pensieri, succederà che controllare farà venire proprio quei pensieri.
Per spiegarvi come funziona l'esperienza passata, vi vorrei parlare brevemente dell'amigdala che è una parte del cervello limbico, quello che controlla le emozioni.
L'amigdala rappresenta il ricordo delle emozioni, cioè il nostro cervello emozionale.
Se studiate a scuola che il leone è pericoloso, succederà che quando lo vedrete dal vivo, l'amigdala farà scattare l'emozione "paura" e poi l'ansia (che non è altro che la manifestazione fisiologica della paura, l'insieme di reazioni che servono per fronteggiare il pericolo).
L'amigdala funziona per associazioni, cioè se passo per una strada buia e provo tensione, quando mi ritroverò in un'altra strada simile proverò la stessa emozione.
Quando sentite un rumore, subito l'amigdala farà scattare l'emozione di paura, ancora prima che il cervello razionale capisca cosa stia succedendo.
Poi, si attiva la corteccia cerebrale (cioè ragionate) e dite: "Ah ma era solo il gatto che ha fatto un danno…".
Io sono convinto di una cosa, l'amigdala non ha tutte le colpe nel disturbo d'ansia e adesso vi spiegherò perché.
• Le convinzioni servono per chiudere il cerchio dell'ansia, perché spiegano come mai si innesca questo processo che ci fa stare male.
Noi abbiamo delle convinzioni disfunzionali, ossia delle regole interne e delle opinioni che ci fanno stare male.
Immaginiamo la convinzione: "devo essere sempre attento altrimenti succederà qualcosa", questa convinzione è dentro di noi, non la vediamo ma c'è, magari non l'abbiamo neanche scelta noi, magari è derivata dalle esperienze, esperienze che anch'esse sono state vissute in maniera errata.
Cosa succede se sbaglio? Temo che succederà qualcosa di grave.
Ora sapete cosa succede? L'amigdala si attiverà e registrerà questa associazione ➔ alle disattenzioni seguirà il pericolo, la paura.
Fatta questa associazione, la realtà si modifica perché vivrete seguendo quella paura, che implica il controllo.
L'amigdala diviene iperattiva, infatti, deve stare attenta ad ogni piccola disattenzione e voi avrete la sensazione di essere costantemente sotto pressione.
Il problema è che cercare di prevenire qualcosa è sempre una forma di paura, quindi è come se l'amigdala dicesse in continuazione "stai attento che potresti distrarti", "stai attento".
Ma questa attivazione è sempre paura.
Sapete quando fallisce questo tipo di controllo e fa cadere la persona nello sconforto?
Quando si cerca di controllare cose irrazionali, le emozioni, il futuro, sé stessi, lì il meccanismo si inceppa (E perché lo si fa? Si cerca di controllare perché si vuole la vita perfetta, non fare errori).
Infatti, se provo a usare la ragione per sapere se amo una persona sto sbagliando, non posso saperlo.
Allora si continua a ragionare, perché la persona non sa che sta facendo un'operazione non fattibile, e arriva alla conclusione che potrebbe non amarlo. E allora sale l'ansia.
Oltre al cercare la verità, che è come buttarsi nella burrasca, succede un altro fatto molto interessante.
L'amigdala associa la persona che amate alla paura, paura di non amare.
Così, quando state con il vostro compagno, l'amigdala invia l'allarme e vi dice: "guarda, tu stai con lui, però potrebbe non essere lui la persona che ami"
E questo allarme può scattare sempre, anche quando siete felici, l'amigdala vi interrompe: "va bene sei felice, ma questa felicità non è completamente vera dato che potresti non amarlo".
Ma perché è successo questo? Perché voi avete cercato troppo controllo, anche sull'amore, per cui avete usato la ragione per controllare che il vostro amore fosse perfetto.
Dal momento che questo controllo ha fallito (non avete provato nulla), il dubbio si è trasformato in paura.
E l'amigdala ha registrato questa paura, che scatta ogni volta che c'è un'associazione con quella paura, come abbiamo già detto.
Ma la paura, così come l'amore e tutte le altre emozioni fanno parte della sfera emozionale, e non c'è nessuna certezza, quindi non si risolveranno mai.
Anzi non c'è neanche bisogno di risolverla, perché altrimenti cerchiamo di razionalizzarla.
Allora voi mi direte: "devo vivere per sempre con il dubbio?", questa domanda è una razionalizzazione della paura, non è amore.
Se voi amate o non amate, questo lo sentirete con le emozioni, non attraverso gli allarmi dell'amigdala (il dubbio è patologico, la scelta è un processo che avviene senza controllo).
Provate a pensare alle paure che la mente registra se vi convincete di essere malati…
E l'allarme scatterà in ogni caso, fino a quando non vi accorgerete che le convinzioni vi hanno portato ad un inganno avvenuto a monte e ad un successivo controllo ingiustificato.
Ricapitoliamo lo schema:
CONVINZIONI SBAGLIATE ➔ CONTROLLO DELLA VITA PER PAURA ➔ INGANNO COGNITIVO ➔ PAURA ➔ REGISTRAZIONE DELLA PAURA IRRISOLTA (nell'amigdala) ➔ ALLARMI o PENSIERI ANSIOSI (mentre viviamo) ➔ CONTROLLO o COMPULSIONE (ovviamente inutile, perché è sbagliato il processo già all'inizio) ➔ RISPOSTA CHE AUMENTA LA PAURA ➔ SENTIRSI IMPOTENTI e CONFUSI (nel frattempo aumenta lo stato d'ansia)
Tutto questo è una mia personale idea, non il vangelo, però a grandi linee funzioniamo così.

Inviato da: giovannalapazza il Sabato, 15-Giu-2013, 16:09
sì funziona così

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 16-Giu-2013, 12:16
Aggiunto una parte legata al controllo e perfezionismo.
Pensiero 14.1

Inviato da: Dr.Dock il Lunedì, 17-Giu-2013, 10:18
Aggiunto il PESSIMISMO a pagina 2

Inviato da: angelica63 il Giovedì, 11-Lug-2013, 23:25
saluti prima di tutti, sono una nuova iscritta da oggi. Sto leggendo tante di quelle cose che hai scritto che non riesco più a focalizzarmi sulle mie paranoie...credo posiivo, no?! PSICO-green.gif
complimenti per quanto ne sai e per quanto tu sia di aiuto a persone come me,grazie
Angelica PSICO rolleyes.gif

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 12-Lug-2013, 09:36
Hey, grazie mille. PSICO smile.gif
Certo che è positivo, occhio a non diventare troppo ossessiva con la guida. PSICO D.gif

Inviato da: angelica63 il Venerdì, 12-Lug-2013, 10:09
QUOTE (Dr.Dock @ Venerdì, 12-Lug-2013, 08:36)
Hey, grazie mille. PSICO smile.gif
Certo che è positivo, occhio a non diventare troppo ossessiva con la guida.  PSICO D.gif

buongiorno, essendo fresca di forum, non riesco a capire bene il funzionamento e soprattutto l'interazione con gli utenti. Ho trovato in te e qualcun altro, il leader in questa sezione definita "doc" ed è per questo motivo che io mi trovo a farne parte.
Parlo un pò di me...
Preciso che ho avuto la mia prima manifestazione di "assurda realtà" con mio figlio che all'epoca, (piccolo mio) aveva quasi 2 anni, quindi piccolo ed indifeso. Ora è ben cresciuto! Diciamo che era avvenuta da poco la morte di mio padre a cui ero profondamente legata e l'esperienza della maternità appena 18enne, non mi ha fatto di sicuro bene! PSICO sad.gif
Ho pensato tante di quelle cose orrende su mio figlio che la pazzia prendeva sempre più piede, fino a farmene allontanare per paura di ucciderlo. Non auguro a nessuno di vivere il mio vissuto. Ora, so quanto mi è costato affidare mio figlio a mia suocera...ma devo aggiungere che a nessuno ho mai riferito dei miei allucinanti deliri, a nessuno...per cui il vuoto dell'esistenza interiore, ma all'esterno apparivo "normale", solo un pò immatura per tirare su il mio bimbo..quindi ero ritenuta una persona frivola e adatta a fare altro! Di lì a poco è finito il matrimonio ed amen...anche il rapporto con mio figlio. Lo vedevo saltuariamente e quel poco che lo vedevo, si innescava sempre quel meccanismo paranoico, per cui dovevo sempre essere in compagnia di qualcuno altrimenti cominciavo a star male, sudavo e tutti i sintomi a persone come me... disperazione totale!
Ne è trascorso di tempo da allora...dopo si sono sostituiti i deliri, con gli attacchi di panico e somatizzazioni di tutti i tipi...cancri di tutte le portate...insomma vivo così dall'età di 20anni...ho fatto la mia vita lavorativa, oggi direi di essere una persona stabilmente affermata nel mondo sociale, coltivo molti interessi e non ho mai lasciato la mia neuropsichiatra che è invecchiata con me ...
Non ho mai assunto psicofarmaci, ma solo omeopatia a go go...da poco ho iniziato a far parte di un gruppo di auto-aiuto, perchè questa volta è ritornato il sintomo "doc" di uccidere e avere paura dei coltelli ed altro! Ma questa volta voglio far fuori il mio compagno, che tra l'altro adoro! PSICO bam.gif è da un paio di mesi che lo tormento con le mie angosce (l'ho informato che lo voglio far fuori PSICO-asd.gif ) e di sicuro questo non arreca spensieratezza nella coppia, anzi molte volte tengo dentro, per non affligerlo, dato che ha tanto da pensare! PSICO-si.gif
come è possibile questo riemergere del boicattante delirio? alla mia età! PSICO cry.gif
faccio presente che alcuni mesi fa, è deceduta mia madre dopo una terribile malattia, che è l'Alzheimer, di cui io sono stata parte attiva ed unica (se non con badanti) alla sua cura...devo precisare che con mia madre ho avuto un pessimo rapporto fin da bambina e l'ho sempre odiata e desideravo la sua morte, sempre...ma nella sua malattia l'ho curata come una bimba e solo così ho potuto prendermi cura di lei, dato che non era più "cattiva"...povera mamma, perdona la mia anima dannata... 58_1.gif
Ecco, questo è un pò il sunto, ma molto sunto....sono felice di non essere sola e per caso vi ho trovato! mi piace sentirmi qui. mi sento a casa PSICO hug.gif



Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 12-Lug-2013, 13:58
No, ma quale leader, io mi limito a scrivere. blush.gif
Che dire, benvenuta, vedrai che con le varie letture e i gli aiuti (non solo i miei), qualcosa viene fuori.
Tu volevi bene a tua madre, solo che questo problema ti porta a controllarti e non provare nulla, è uno dei tanti inganni. PSICO smile.gif

Ascolta, tu parli di allucinazioni, eppure sono convinto che hai usato il termine in maniera incorretta. Mi confermi che questi pensieri ti sono sempre sembrati dissonanti rispetto a quello che volevi veramente?

Poi, ti consiglio di leggere il libro "the Imp of the Mind" perché c'è proprio una parte che parla dei pensieri ansiosi di mamme che hanno appena avuto un figlio.
Vedrai da te che non sei malata.

Inviato da: blackdisperate il Sabato, 13-Lug-2013, 00:44
Salve,
Sono davvero molto contenta di essermi iscritta qui; il mio problema è il DOC. In realtà dopo aver letto molti post sul DOC di Dr.Dock ho compreso che non si tratta di una patologia (perché pensare appunto di avere una patologia crea altre ansie), ma che tutto dipende dalla paura, da cui poi vengono generate le ansie..e insomma vivendo in questo modo x tanto tempo avvengono inevitabilmente anche dei cambiamenti a livello biochimico.
Il motivo per cui mi sono iscritta qui è non c'è l'ha faccio più da sola; ho provato con “I quattro gradini di Schwartz”, ma anche con altri consigli, esercizi...diciamo che mi hanno fatto capire varie cose, ma da come sto adesso sembra che non mi siano stati molto di aiuto. Adesso, infatti, sta andando male col ragazzo mio..le mie dannate “paranoie”, ossessioni hanno tormentato abbastanza anche lui. Diciamo che a causa di tutto ciò abbiamo iniziato a litigare spesso, ma adesso purtroppo è ancora + seria..potrei fare un esempio: una sera abbiamo litigato perché gli ho detto che il cuscino su cui dormiva lui era migliore di quello che invece aveva dato a me, per cui ho iniziato a incolparlo dicendo che non ci teneva + a me, altrimenti mi avrebbe dato il cuscino + morbido..la risposta del ragazzo mio è stata che non si era accorto, che non l'aveva fatta apposta e che se gli avessi detto “tranquillamente” di questa cosa mi avrebbe dato il cuscino che volevo io). Aveva ragione ovviamente...ho sbagliato perché ho creduto ai pensieri e si è creato un casino. Un altro esempio > un giorno ho avuto l'impressione che il ragazzo mio non mi avesse ascoltato abbastanza mentre parlavamo al telefono e che non si fosse interessato alle cose mie ( cioè a come abbia trascorso la giornata)...booom!!! ho creduto a questi orribili pensieri, che mi hanno fatta piangere e piangere x ore..il ragazzo mio si era veramente incazzato perché non aveva neanche capito cosa fosse successo..poi glielo detto, ma lui ha negato dicendo che non fosse vero il fatto che non lo interessavo + ..diciamo che era “la goccia che ha fatto traboccare il vaso” ..infatti, stava quasi per lasciarmi, ma ha voluto darmi un'altra possibilità facendomi promettere di cambiare l'atteggiamento..io l'ho promesso, anche se ho iniziato a temere di non poter mantenere la promessa (infatti, odio fare le promesse..sono scaramantica..tipico degli ossessivi.. lo so).
Beh, penso di aver reso l'idea. Comunque per quanta riguarda adesso è uno schifo: io depressa, lui depresso. Il ragazzo mio, infatti, è un tipo che quando si arrabbia non gli passa subito e così poi ha questo umore depresso; il motivo > > qualche giorno fa era veramente incavolato x l'università e x altre faccende..e così durante una mattinata non mi ha praticamente rivolto la parola(era una mattinata che abbiamo passato io, lui e i due dei suoi amici nella stazione, siccome stavamo per partire per andare ad un concerto) (..forse non mi ha parlato perché appunto pensava ai cavoli suoi o forse perché lo fatto veramente esasperare con quei litigi del cavolo ..non lo so) ..poi gli ho detto di questa cosa, ma lui mi ha detto che non era così dicendo anche le solite cose: “non iniziamo a litigare, non voglio discutere mai più..”…....insomma anche il giorno dopo era incavolato ..lo era con suo padre; in quel momento siccome cercavamo di mettere apposto la casa gli ho chiesto una cosa che aveva a che fare con le faccende domestiche appunto e lui mi ha risposto con tono insolito, quasi come se mi odiasse(irrispettoso secondo me, ma forse era un'altra mia ossessione, pensiero distorto oppure davvero mi sopporta sempre di meno ormai..non lo so)..sono scoppiata a piangere dicendogli di non parlarmi mai + in quel modo con quel tono..e poi sono andata a casa. Adesso lui è tornato nel paese suo ( cioè Puglia) x il compleanno della sorella e resterà lì per 10 giorni.. siamo molto freddi l'uno con l'altro mentre ci parliamo al telefono (non dice + che mi ama come tutte le volte nel momento in cui ci salutavamo dopo aver parlato al telefono)..ma forse stranamente c'è una cosetta positiva ..adesso che ci siamo “un po' allontanati” mi sento leggermente più libera...nel senso che forse ero oppressa dall'etichetta “fidanzata” ..(sono ancora fidanzata con lui però è un po' diverso) ..a dir la verità con questo allontanamento mi sembra di essere tornata all'inizio, cioè il periodo dell'innamoramento..cioè quando fra me e lui tutto era tutto + semplice, meno responsabilità (non nel senso libera di vedermi con qualcun altro con cui stare, certamente no, però meno oppressa) ;
(odio anche l'etichetta “sposata”, “matrimonio”..mi opprimerebbero ancora di più)... inoltre, sto su facebook e quando mi capita di vedere le amiche femmine che ha il ragazzo mio su facebook impazzisco..cioè mi vengono in mente le peggiori scene di tradimento, che mi fanno stare veramente male (una volta non ho dormito x tutta la notte perché mi venivano in mente queste scene orribili, che mi hanno fatto piangere e urlare appunto x tutta la notte)
...purtroppo non è solo questo. Cercherò di essere breve questa volta.. insomma io faccio il tirocinio all'ospedale (infermieristica); è il mio primo anno e fa schifo. Cioè non interagisco con nessuno, non parlo praticamente con nessuno, proprio come al liceo; diciamo quando serve si, ma nella maggior parte delle volte no . Comunque sempre grazie ai post del Dr. Dock ho capito che alla base di questo “nostro” problema c'è la paura..infatti, in questo periodo cerco di capire più specificatamente cos'è che mi fa paura > la risposta: innanzitutto le persone ma fanno paura, sbagliare di fronte a queste persone, fare brutte figuracce di fronte a loro, sembrare stupida a quee persone.., i loro giudizi, i loro sguardi, i loro sorrisi. Di solito non riesco a guardare direttamente in faccia alle persone..ho l'impressione che mi deridano, che mi giudichino male, che mi considerino stupida..questa cosa continua dagli anni del liceo (in realtà anche quando stavo alle elementari soffrivo di ossessioni e compulsioni, ma a partire dal mio quindicesimo anno di età tutto è peggiorato). Adesso, invece, ho 19 anni.
Datemi qualche consiglio, vostra opinione, quello che vi pare..solitamente non mi apro così ..sono più riservata, ma adesso davvero non c'è l'ha faccio.....

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 13-Lug-2013, 09:40
Meno male che sei stata breve, un altro malloppo così e mi devono ricoverare. PSICO D.gif

Ti faccio notare una cosa: l'ultima parte è ansia sociale.
Il meccanismo è lo stesso delle ossessioni e ha come base la paura, paura poi rafforzata dall'esperienza.
Diciamo che ti comporti in un modo, poi ne trai le conclusioni e ti "sembra" di non avere abilità sociali.
In te però noto una cosa, tu dici di avere ossessioni riguardante questa cosa di sentirti osservata, giusto? Problema che c'è dalle elementari giusto?
Io ti faccio notare una cosa.
Sono sicuro che fino a quando hai scoperto questo "problema" delle ossessioni, vivevi i pensieri come tuoi, ti identificavi con i pensieri, giusto?
Da quando poi l'hai scoperto, vivi i tuoi pensieri come se fossero prodotti dal "problema", non da te e li chiami ossessioni.
Stai a controllare i tuoi pensieri, e questo è un male.
Così inizi a controllarti, così come farebbe un ipocondriaco, cioè prendi i pensieri scomodi e ansioso come sintomo e conferma del problema.
Una bella illusione, non trovi?

Inviato da: aebiia il Sabato, 13-Lug-2013, 12:53
...e quando la testa comincia a chiederti conferme delle amenità che ti inquinano il pensiero... "se davvero non lo vuoi allora perchè non provi a farlo adesso per vedere se non lo vuoi davvero... cosa ti impedisce di farlo così come fai il resto, come puoi sapere quali sono le tue reali volontà"

devono sempre arrivare ad un punto in cui mi portano all'esasperazione, a quel momento in cui non sono più in grado di trovare una risposta razionale e/o valida per ricacciare il pensiero, finchè non sono costretta ad abbandonare la situazione in preda ad un disagio insostenibile; toccano le cose che mi stanno più a cuore. ed eccomi davanti allo schermo a googlare le combinazioni di frasi più fantasiose, nel tentativo di trovare una forma a quella che credo sempre più essere una mia 'psicosi personalizzata' indiagnosticabile e ovviamente altrettanto inguaribile.

poi nei momenti di lucidità non riesco nemmeno a prendere in considerazione queste dinamiche, tanto mi sembrano questioni aliene da me, e così facendo non faccio altro che sentirmi ancora più folle.

è da quasi un mese che va avanti così. ho dovuto abbandonare ogni cosa che stavo facendo e tornare a casa dai miei, ogni giorno l'ansia cambia forma e mi inchioda al muro con un pretesto diverso. più trovo spiegazioni per le ossessioni del giorno precedente, più vengo tartassata con altre nuove al limite dell'esprimibilità (sarà perchè di mio sono una persona fantasiosa).

provo a reagire, ma si è associata una depressione che mi regala il disgusto alienante di intraprendere praticamente qualsiasi attività vecchia o nuova, e molto spesso situazioni incerte non fanno altro che gettarmi ancora di più nel baratro della paranoia.

mi sento completamente in balia di qualcosa che va oltre le mie capacità.
penso proprio che sia una specie di cancro alla coscienza, la cosa più preziosa che un ansioso crede di avere.

scusate lo sfogo.

Inviato da: edipo il Sabato, 13-Lug-2013, 17:45
E' un intero trattato prometto di leggerlo oggi no ce l'ho fatta

QUOTE
l'ansia cancella le altre emozioni. Se uno ha la paura non può pretendere di essere felice, mi sembra normale solo che alcuni lo dimenticano. Quindi si vive la paura e tutto sembra morto, e questo capita fino a quando si vive questa emozione. È un po come recarsi ad un negozio e trovare il cartello "chiuso per ferie". (alcuni tentano di spaccare la serranda per prendere la merce ma rimangono delusi...)

questo è sacrosanto provato su me stesso... l'ansia mi riduce al problema che l'ha scatenata..non c'è posto per altro PSICO cry.gif

Inviato da: blackdisperate il Sabato, 13-Lug-2013, 22:07


Volevo dire che prima di pubblicare questo post qui sul forum avevo creduto ad un altro pensiero disfunzionale che mi era venuto..cioè non sapevo se scusarmi o no per il malloppo che ho scritto prima (avevo paura di non sembrare sincera)..poi non sapevo se ringraziare o no Dr. Dock per la risposta che mi ha dato (temevo di sembrare patetica)
Vabbé ..grazie per risposta Dr.Dock (spero di non sembrare patetica)
Cmq per quanto riguarda l'ansia sociale si, ormai è diventata un'abitudine per me non interagire per niente con gli altri (solo quando obbligata all'ospedale al tirocinio o agli esami orali all'università ovviamente). È che ci ho provato a parlare con qualche collega, però mi veniva sempre la solita impressione, cioè quella di risultare stupida ai suoi occhi, di dire qualcosa di sbagliato, di essere giudicata come cattiva o stronza. Dopo che parlo con qualcuno all'ospedale, per esempio con un infermiera mi vengono APPUNTO i soliti dubbi >> cioè “oddio mi sono comportata male, le sono sembrata una stupida o una persona cattiva, ho detto le cose in modo sbagliato, le sono sembrata una fifona con cui nessun vuole avere a che fare (anche se sono una fifona) . Però secondo me il mio comportamento era EFFETTIVAMENTE più o meno così (cioè strano, da stupidi > nel senso che in questi casi non riesco neanche a parlare bene, sembro davvero una pazza) forse il motivo è che ho iniziato a ragionarci su sulla paura (una cosa che non bisogna fare siccome la paura è un sentimento e non bisogna usare la logica in questo caso..sempre in base ai post che ha pubblicato Dr.Dock) e di conseguenza mi sono comportata esattamente nel modo in cui temevo di comportarmi cioè da stronza, cattiva, stupida..ma forse adesso sono sulla strada giusta ..GIDICALO TU : cioè dopo aver letto i tuoi post sui pensieri disfunzionali soltanto adesso penso di aver capito che i pensieri nella nostra mente ci sono e ci saranno sempre (cioè che scorrono ininterrottamente nella mente e che non bisogna controllarli); il problema era che appena mi veniva qualche brutto pensiero mi facevo subito coinvolgere da quest'ultimo e gli davo importanza... è COSì, NO?
A dir la verità sto avendo ansia anche in questo preciso momento. Cioè oltre a scrivere questo post sto aspettando la chiamata del ragazzo mio e mi vengono in mente brutti pensieri: “non mi chiama apposta; vuole farmi aspettare apposta x farmi capire che la situazione attuale non è come prima (cioè quando mi chiamava molto più spesso) e che la responsabilità di tutto ciò è solo mia siccome in questo ultimo periodo lo fatto esaurire con le mie paranoie e le false credenze, il che portava
a litigare (e lui odia davvero tanto litigare e discutere)..infatti, nel post precedente ho scritto che non sta andando tanto bene col ragazzo mio.........la cosa giusta da fare è considerare questi pensieri come tutti gli altri pensieri che scorrono ininterrottamente nella nostra mente? e che non li devo dare importanza anche se sono negativi ??(lo sono perché generati da qualche paura)????????????????? devo fare così in questi casi??? e adesso mi succede di nuovo ..ho l'impressione di essere sembrata presuntuosa (cioè di aver scritto le cose con presunzione).................vi dico tutte queste cose in modo così preciso perché non voglio tralasciare niente..voglio spiegare la mia situazione
..nel post precedente ho scritto che mi sembra di essere osservata continuamente stando in mezzo alla gente > questa cosa mi viene dal quattordicesimo, quindicesimo anno di età (infatti, non riuscivo a mangiare quando stavo in compagnia>> avevo paura di fare qualche brutta figuraccia sporcandomi col cibo, però così paradossalmente qualche brutta figuraccia la facevo..poi essendomi accorta del problema ho iniziato a tagliare il cibo nel piatto in minuscoli pezzettini e prima di ingoiare ogni boccone guardavo a destra e a sinistra per controllare se qualcuno mi osservava.. cioè controllo totale.........ma anche il mio modo di camminare >> un po' di anni fa quando camminavo mi sembrava che mi osservassero sempre il fondo schiena, però di conseguenza paradossalmente attiravo in qualche modo attenzione.. poi è venuto il peggio : .cioè DISSOCIAZIONE: praticamente per non soffrire + ho iniziato ha “isolare” i pensieri, a ignorarli in qualche modo..era come se avessi staccato una parte di me. Era la peggior cosa che avessi mai fatto, perché ho iniziato a sentirmi come una macchina; mi ero isolata ancora di più dalla vita sociale, dalla spontaneità ..ogni persona che mi guardava mi chiedeva perché sei così triste ( non so quante volte al giorno), ma a me non sembrava così..non mi sembrava neanche di essere umana; così sono entrata in una profonda depressione PSICO sad.gif (sembravo uno zombie e poi ero anche molto ingrassata)......comunque questa cosa della dissociazione e della depressione è di qualche anno fa. Infatti poi sono andata da uno psicologo (per un anno)..qualcosa è migliorato..”HO CERCATO DI RIDIVENTARE UMANA”..poi un anno dopo ho incontrato il ragazzo mio e così mi sono sforzata ancora di più ed era veramente andata meglio ....ma poi PSICO sad.gif((((( i soliti pensieri … Doh!.gif
cmq per chiarire > le ossessioni e le compulsioni le ho da quando andavo alle elementari (un altro incubo, ma lasciamo stare) > però prima non si trattava dei pensieri disfunzionali come adesso..prima ero ossessionata con le cose come camminare in un certo modo sulle piastrelle delle strade (cioè non potevo saltare neanche una piastrella..dovevo toccarle tutte con il piede anche a rischio di fermarmi ..giusto per toccarle)
per quanto riguarda, invece, il fatto di sentirmi osservata > questa cosa va avanti (come ho scritto primo) dal quattordicesimo, quindicesimo anno di età.
Scusatemi per un altro malloppo ...cosa devo fare sec voi?

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 14-Lug-2013, 09:46
Aggiunta questa parte nella sezione erbe e integratori.



Alcune considerazioni importanti:
☞ I prodotti seguenti hanno effetti differenti a seconda delle persone. Lo stesso integratore per esempio, può essere efficace per una persona e dare sonnolenza ad un'altra.
☞ Generalmente erbe e integratori sono sicuri ma solo se si rispetta il dosaggio che ho scritto e si seguono le istruzioni riportate sulla confezione.
☞ Evitare di assumere integratori che aumentano la serotonina se già state assumendo psicofarmaci, perché ne potenziano l'effetto e causano effetti collaterali (es. sindrome serotoninergica)
☞ Alcuni prodotti hanno bisogno di un po' di tempo prima di ottenere i primi risultati, anche alcune settimane. Siate costanti e abbiate pazienza.
☞ A volte mi sento dire: "io questo prodotto l'ho provato e non mi ha fatto effetto". Ricordate che l'effetto terapico dipende dalla qualità e dalla quantità di principio attivo. Scegliete marche affidabili e controllate la titolazione dei principi attivi, altrimenti cadrete nell'illusione che i prodotti non siano efficaci.
☞ Questi prodotti non sono la soluzione definitiva alla vostra ansia. Piuttosto, lavorano sinergicamente con il lavoro di psicoterapia o auto-aiuto che dovete affrontare.
☞ Se un prodotto vi causa malessere o peggiora i sintomi, non è adatto a voi e vi consiglio di sospenderlo (basatevi su fatti concreti, non suggestioni).
☞ Se comprate online gli integratori, in alcuni casi c'è un bel risparmio. I prodotti Solgar in UK ad esempio costano esattamente la metà che in Italia. Evitare di comprarli dagli U.S.A. perché di solito vengono fermati in dogana e servono dei certificati medici (e poi si pagano le spese doganali salate).

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 14-Lug-2013, 09:47
QUOTE (edipo @ Sabato, 13-Lug-2013, 16:45)
E' un intero trattato prometto di leggerlo oggi no ce l'ho fatta

QUOTE
l'ansia cancella le altre emozioni. Se uno ha la paura non può pretendere di essere felice, mi sembra normale solo che alcuni lo dimenticano. Quindi si vive la paura e tutto sembra morto, e questo capita fino a quando si vive questa emozione. È un po come recarsi ad un negozio e trovare il cartello "chiuso per ferie". (alcuni tentano di spaccare la serranda per prendere la merce ma rimangono delusi...)

questo è sacrosanto provato su me stesso... l'ansia mi riduce al problema che l'ha scatenata..non c'è posto per altro PSICO cry.gif

Ah, se inizi ora c'è molto da leggere. laugh.gif

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 14-Lug-2013, 10:04
QUOTE (aebiia @ Sabato, 13-Lug-2013, 11:53)
...e quando la testa comincia a chiederti conferme delle amenità che ti inquinano il pensiero... "se davvero non lo vuoi allora perchè non provi a farlo adesso per vedere se non lo vuoi davvero... cosa ti impedisce di farlo così come fai il resto, come puoi sapere quali sono le tue reali volontà"

devono sempre arrivare ad un punto in cui mi portano all'esasperazione, a quel momento in cui non sono più in grado di trovare una risposta razionale e/o valida per ricacciare il pensiero, finchè non sono costretta ad abbandonare la situazione in preda ad un disagio insostenibile; toccano le cose che mi stanno più a cuore. ed eccomi davanti allo schermo a googlare le combinazioni di frasi più fantasiose, nel tentativo di trovare una forma a quella che credo sempre più essere una mia 'psicosi personalizzata' indiagnosticabile e ovviamente altrettanto inguaribile.

poi nei momenti di lucidità non riesco nemmeno a prendere in considerazione queste dinamiche, tanto mi sembrano questioni aliene da me, e così facendo non faccio altro che sentirmi ancora più folle.

è da quasi un mese che va avanti così. ho dovuto abbandonare ogni cosa che stavo facendo e tornare a casa dai miei, ogni giorno l'ansia cambia forma e mi inchioda al muro con un pretesto diverso. più trovo spiegazioni per le ossessioni del giorno precedente, più vengo tartassata con altre nuove al limite dell'esprimibilità (sarà perchè di mio sono una persona fantasiosa).

provo a reagire, ma si è associata una depressione che mi regala il disgusto alienante di intraprendere praticamente qualsiasi attività vecchia o nuova, e molto spesso situazioni incerte non fanno altro che gettarmi ancora di più nel baratro della paranoia.

mi sento completamente in balia di qualcosa che va oltre le mie capacità.
penso proprio che sia una specie di cancro alla coscienza, la cosa più preziosa che un ansioso crede di avere.

scusate lo sfogo.

L'ansia ti tiene incollata a ragionare, e finché compulserai sui pensieri, il tuo umore non migliorerà.

L'idea di avere una psicosi o malattia non diagnostica è tipico: la tua ansia ti convince che hai qualcosa (tramite pensieri ansiosi) e tu finisce per controllarti.
Così aggiungi nuova ansia e nuovi pensieri, e il ciclo continua.

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 14-Lug-2013, 10:52
Ho inaugurato da un po' di giorni la PARTE 6 di questa guida.
Nel caso, la trovate a pagina 2.
Pagina 1 mi sta poco o nulla…

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 17-Lug-2013, 09:27
Aggiunga la withania nei rimedi delle erbe.

withania: anche chiamata Ashwagandha o ginseng indiano, è un rimedio utile per l'ansia molto usato nella medicina indiana.
È un arbusto che cresce sull'Himalaya, che produce dei frutti rossi simili a ciliegie.
La parte utilizzata è la radice, che può essere acquistata sia per fare i decotti, sia polverizzata in capsule (in Italia penso si trovi solo quest'ultima).
I principi attivi sono i withanolidi che favoriscono il rilassamento, agendo sul neurotrasmettitore GABA, spesso carente nei disturbi d'ansia e panico.
È una pianta adattogena utile per le persone affette da stress cronico, che a lungo andare porta ad apatia, affaticamento e depressione.
Induce alla calma nelle situazioni in cui i pensieri fanno venire ansia (stare da soli, avere troppe cose da fare).
È anche immunostimolante, aumenta cioè la resistenza all'influenza, abbassa il colesterolo e modula gli sbalzi ormonali, migliorando anche la sessualità.
Un altro effetto è che abbassa la glicemia, quindi aiuta in casi di fame nervosa.
Il suo nome completo "withania somnifera" suggerisce l'effetto sedativo-ipnotico, infatti è molto utile in caso di insonnia producendo un sonno profondo e ristoratore.
È sicura e priva di effetti collaterali, anche nel lungo periodo; un uso intelligente potrebbe essere quello di fare due giorni di pausa ogni cinque di utilizzo.
Se la valeriana va bene utilizzarla nei momenti di ansia acuta, la withania può essere su un'ansia cronica di sottofondo.
Gli effetti dovrebbero sentirsi già dalle prime assunzioni.
Come al solito, la raccomandazione è quella di rispettare le dosi, evitare l'uso in gravidanza e non usarlo con altri farmaci ansiolitici (es. Xanax).
È un rimedio veramente efficace che non deve mai mancare in casa, ma in Italia è poco diffuso.
L'unico che sono riuscito a trovare è FitoWithania della Solgar.

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 17-Lug-2013, 10:20
☞ La diminuzione dell'ansia prodotta dagli integratori ha due effetti importanti: il primo è che sarete più calmi e focalizzati a fare gli esercizi, perciò riuscirete a capirli meglio, il secondo è che se l'ansia va via completamente, andranno via anche i pensieri, perciò non riuscirete a fare gli esercizi di esposizione (diventate quindi dipendenti, perché quando tornano i pensieri non saprete come affrontarsi, se non con delle cose esterne a voi). Tenete conto di questo aspetto.

Inviato da: blackdisperate il Venerdì, 19-Lug-2013, 22:49
Ciao, volevo chiedere alcune cose...diciamo che quando mi venivano i pensieri ansiosi ho iniziato a considerarlo un problema..e poi dopo aver letto tante cose del DOC ho pensato veramente di avere questa patologia, per cui mi ritenevo negata di fare tante cose..mi sentivo diversa, malata praticamente. In pratica ..vabbè è davvero complicato spiegare questa cosa
però qual'è il punto? Cosa devo rispondermi? Devo dire a me stessa “si, è vero prima ho pensato di avere una patologia e questo ha scatenato tante altre ansie” e adesso devo dire a me stessa delle cose del tipo “prima non sapevo che pensando di avere una patologia avrei peggiorato le cose, ma adesso lo so ..lo so che si tratta di ansia generalizzata” perciò devo tipo lasciar stare il passato anche se il mio cervello è abbastanza abituato al modo in cui ragionavo prima e dirmi che adesso lo so come vanno le cose (cioè ansia generalizzata)..ma il mio cervello crederà anche se è abituato appunto al ragionamento, quello vecchio??? non consideratemi pazza, vi prego..spero che riusciate a capirmi

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 20-Lug-2013, 10:02
Sì ti capisco perfettamente.
C'è una parte di te ansiosa, che ricorda i pensieri che ha fatto il giorno prima.
Ti faccio un esempio:
mettiamo caso che guardi una donna e pensi "e se mi piacesse?".
Il giorno dopo continui a pensarlo perché lo consideri un pensiero vero, non un pensiero fatto dall'ansia.
Semplicemente, quando arriva non ti rassicurare, guarda il pensiero e fai altro.
Consideralo come un'errore che ti fa ricordare un pensiero che ti faceva paura.
Stop.

Poi fai gli esercizi per le ossessioni pure.

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 20-Lug-2013, 10:59
Vitamina D: spesso capita che l'umore depresso sia la causa dell'ansia (uno squilibrio chimico).
Partiamo da un concetto molto semplice: se un meccanismo si inceppa, buona parte dei restanti processi viene alterata.
Ragionando a livello biologico, per esempio, una carenza di vitamina D porta a una carenza di serotonina, dopamina e norepinefrina.
Una sua carenza è legata a depressione, stati ansiosi, irritabilità, stanchezza e insonnia.
Ci sono 2 tipi principali di vitamina D:
D2 contenuta negli alimenti vegetali, per esempio i funghi
D3 contenuto nel pesce grassi, per esempio merluzzo, salmone, nelle uova, nel fegato. È anche la formula presente negli integratori.
La vitamina D viene prodotta anche con l'esposizione al sole, ecco perché bastano 15 giorni di esposizione al giorno; a patto che esponiate braccia e gambe e che il sole sia forte (d'estate per esempio).
Tra gli altri benefici, la vitamina D migliora il sistema immunitario ed è necessario per fissare il calcio nelle ossa.
Dagli studi si è dimostrato efficace per prevenire il cancro al seno e alla prostata.
Se integrate la vitamina D è importante assumere anche il magnesio, perché è fondamentale per renderla attiva nel nostro organismo.
Anche lo stress o stili di vita poco salutari portano a problemi, ecco perché bisognerebbe partire sempre con delle analisi del sangue per ogni tipo di problema psicologico.
In mancanza degli esami, il mio consiglio è quello di fare delle prove dal momento che le portano solo benefici e nessuna controindicazione.
La razione giornaliera è di 1000 U.I. mentre il tempo necessario per recuperare varia dal grado di carenza, di solito servono 2 o 3 mesi.
Per le vitamine, vi consiglio sempre di provare le forme sublinguali (da mettere sotto la lingua), perché si assorbono meglio.

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 21-Lug-2013, 11:21
Inositolo: viene spesso definita con nome di vitamina B7, anche se non è propriamente una vitamina.
È presente nei cibi, soprattutto nei fagioli e nella frutta come meloni e uva.
È una sostanza che viene anche prodotta naturalmente dall'organismo ma lo stress, l'uso continuo di caffè, antibiotici o diuretici, né provoca l'impoverimento.
Se siete affetti da eczema, avete problemi agli occhi, caduta di capelli o colesterolo alto, ciò può essere dovuto ad una carenza di inositolo.
Secondo molti studi è dimostrato scientificamente che l'inositolo ha effetti superiori ai farmaci nella cura di attacchi di panico e disturbi ossessivi.
La dose giornaliera è di 1000 mg al giorno, anche se per i disturbi d'ansia la dose terapeutica è di circa 18 grammi.
È una sostanza priva di effetti collaterali, ha un sapore dolce (è un parente del glucosio), non si accumula nell'organismo anzi serve per depurarlo.
Preferite la formula in polvere da sciogliere nell'acqua; deve essere puro al 100% e naturale, così risparmierete (magari compratelo all'estero).
Il mio consiglio è di usarne dai 3 ai 5 grammi, tanto i benefici ci sono lo stesso.
L'unico effetto collaterale è che ad alte dosi è lassativo e provoca diarrea.

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 21-Lug-2013, 12:11
Aggiunto in prima pagina:

Derealizzazione e depersonalizzazione, per quanto siano spiacevoli, sono una forma di dissociazione, cioè una protezione che la psiche mette in atto per difendersi da ulteriori stimoli spiacevoli.
Anche gli attacchi di panico sono una forma di protezione dell'organismo che scarica di colpo tutte le energie negative e paure accumulate da uno stile di vita sbagliato.
Non fate diventare i sintomi dell'ansia ulteriore motivi di compulsione; sono e rimangono sintomi d'ansia, non c'è nessun altro motivo (anche se l'ansia vi porterà a pensarlo).
Quando l'ansia si abbasserà, così faranno i suoi sintomi, fino a scomparire da soli.

Inviato da: blackdisperate il Venerdì, 09-Ago-2013, 18:54
Ciao, volevo parlarvi di 1 problema diciamo, che ho da anni..lo psicologo mio mi ha detto che si tratta di dismorfofobia ( non ci vado più dallo psicologo mio per problemi economici); praticamente quando mi guardo allo specchio non mi riconosco mai..è come se non sapessi come sono..avvolte sembro furba, altre volte sembro brutta oppure imbranata, stupida..Poi per quanto riguarda le foto ..in poche mi riconosco; ci sono delle foto di me che odio (perché in quelle foto sembro davvero avere un' espressione furba o stupida). Diciamo che non sono mai come voglio essere..non so come sono. Non riesco ad essere spontanea..
Poi ho un problema col cibo...so che la mia domanda potrebbe sembrare assurda...ma devo mangiare solo quando ho fame? Avvolte mangio ininterrottamente. .non riesco a fermarmi..si tratta di fame nervosa mi sa.. come devo fare per uscirne? Devo cercare di tenermi aggrappata alla realtà?cioè sforzarmi di mangiare solo quando ho fame? (almeno per adesso)

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 09-Ago-2013, 19:17
Quando ti guardi allo specchio, vedi nello specchio quello che stai pensando di te stessa.
Così, se hai paura di non riconoscerti, non ti riconoscerai, se pensi di essere brutta, non ti vedrai bella.
E l'ansia amplifica tutte le sensazioni spiacevoli, compresi i ragionamenti che fai dopo esserti vista.

Chi sei? Come vorresti essere? Queste sono domande non razionali ma dipendono anche dalle tue emozioni.
Ora ti vedi e non sai chi sei, bene, accetta anche questa possibilità.
Più in là, troverai la risposta, non cercarla ora con il ragionamento perché non la troveresti.

Le altre domande mi fanno riflettere.
Tu mangi e ti controlli, giusto?
Ammesso che sia fame nervosa, una persona con quel problema non parlerebbe di attaccamento alla realtà o di mangiare solo quando ha fame.
Questo mi dà l'idea che tu abbia paura di perdere il controllo del tuo corpo.
Cioè, tu inizi a mangiare molto a causa dell'ansia, però allo stesso tempo ti guardi mangiare e ti scatta la paura di non poterti più fermare.
È una mia idea, è così?



Inviato da: blackdisperate il Sabato, 10-Ago-2013, 12:41
ciao, grazie per avermi risposto
per quanto riguarda il cibo: diciamo che sono stata sempre 1 po' robusta (c'era un periodo in cui ero davvero ingrassata; era il periodo in cui ero molo stressata, ansiosa, strapiena di ossessioni, ma forse è meglio non parlarne siccome non sto più così). Per quanto riguarda adesso sono riuscita a dimagrire un bel po'; infatti, ho fatto tanta attività fisica, che continuo a fare.. sono riuscita a mangiare di meno (non posso dire “ho fatto qualche dieta”..perché se lo dico finirà che farò al contrario..inizierò ad abbuffarmi; alcune cose non le posso dire altrimenti inizierò ad ossessionarmi e farò il contrario di quello che volevo fare). E' solo che ho paura; se riprendo qualche chilo in più so che starò male; però c'è mia madre che mi tormenta col cibo..dice che sono troppo magra e che devo mangiare (vi assicuro non voglio diventare anoressica..voglio solo essere ancora più in forma..voglio essere come ho sempre desiderato di essere.). E solo che con mia madre che mi rompe ho paura di ricominciare a mangiare “un po' troppo” e di riprendere quei chili che non voglio riprendere. Inoltre mi sto preoccupando perché mi è ritornata la fame nervosa..non so come distrarmi..ho cercato, appunto, come ho scritto nel messaggio precedente, di mangiare solo quando ho fame (in questo senso tenermi aggrappata alla realtà), ma non funziona..

Inviato da: Dr.Dock il Martedì, 13-Ago-2013, 22:34
Non riesco a capire una cosa: tu pensi che quel che dici condiziona il tuo futuro.
È una specie di pensiero magico.

Guarda:
QUOTE
ma forse è meglio non parlarne siccome non sto più così

QUOTE

non posso dire “ho fatto qualche dieta”..perché se lo dico finirà che farò al contrario..inizierò ad abbuffarmi;


Perché non puoi dire che hai fatto la dieta?

Tu concentrati sul tuo stare bene, non sul chilo in più o in meno.
Qual'è il tuo obiettivo? Stare bene o il controllo del peso?
Ti assicuro che anche non controllando, cioè lasciandosi un po' andare, riuscirai comunque a mantenere il tuo peso se lo vuoi.
Ma questo devi capirlo da te.

Posso chiedertelo se posso? Quanto pesi e quanto sei alta?
Le ragazze anoressiche non sanno di esserlo, loro vogliono solo essere in forma.
Con questo non dico assolutamente che tu sia anoressica, ma solo che certe volte si parte con la convinzione di dimagrire ma poi ci si dimentica dell'idea di essere in salute, piuttosto che seguire per forza un modello di magrezza.

La fame nervosa può venirti proprio per queste tue paure di prendere nuovamente peso, infatti la paura aumenta il cortisolo e ti fa scendere la glicemia, così mangi nervosamente, ti viene la paura di riprendere il peso, ti sale l'ansia e ricominci a mangiare.

Dovresti seguire il parere di un dietologo se ne hai la possibilità.
Un consiglio che ti posso dare per la fame è quello di fare di dividere la giornata in 5 pasti: una colazione abbondante (non preoccuparti, non aumenti peso), poi, uno spuntino, pranzo, merenda al pomeriggio e poi cena.
Se hai fame prima di andare a dormire, mangia qualcosa di leggero.
Cerca di evitare i carboidrati semplici: bevande zuccherate, zucchero, merendine…
Poi, ogni tanto mangia qualcosa che ti piace veramente, non essere restrittiva.
La fame nervosa è anche sintomo che stressi troppo il tuo corpo, ogni tanto mangia un gelato, una cioccolata.
Vedrai che con i 5 pasti che ti ho detto, se chiudi un occhio ogni tanto, non succede nulla.











Inviato da: Streghetta85 il Mercoledì, 14-Ago-2013, 09:07
Ciao ragazzi,

ho letto solo la prima parte, è fantastica questa guida, mi ci sto ritrovando tantissimo, appena posso me la stampo, grazie davvero PSICO hug.gif

Streghetta

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 14-Ago-2013, 12:33
Benissimo PSICO D.gif
Non perderti anche l'altra sugli errori da non commettere.

Inviato da: blackdisperate il Mercoledì, 14-Ago-2013, 18:29
Grazie per avermi risposto..
comunque il cibo può essere una compulsione? Purtroppo ho avuto sempre questi problemi col cibo. Diciamo che prima ero tre taglie più grande; infatti, mangiavo in continuazione...quest'anno però poi non c'è l'ho fatta più; infatti, mi faceva soffrire molto questa cosa e così ho iniziato a sostituire i cibi che mi capitava di mangiare (solitamente i dolci) con le cose integrali, molta più frutta e verdura e poi soprattutto attività fisica. Diciamo che dopo aver letto molti dei tuoi post (davvero complimenti!!!!...) mi sono chiesta se appunto il cibo non era una sorta di compulsione per me...mi sono accorta, infatti, che quando (ancora purtroppo) mi vengono i brutti pensieri( è un po' lunga da raccontare..)mi viene questa sorta di compulsione..cioè di mangiare (può venirmi anche dopo aver mangiato tanto..anche se sono sazia). Forse è da 2 giorni più o meno che cerco di resistere..nel senso quando mi viene questa cosa ..è come se l'accettassi, resistessi ....e poi non mi va' più di mangiare; questa sorta di compulsione mi viene davvero spesso al giorno(probabilmente perché l'ho avuta per anni) però prima o poi la voglia del cibo se ne va' (anzi poi mi domando “ma veramente mi andava di mangiare?) diciamo che così mi sento meno prigioniera..
comunque adesso peso circa 53-54 chili, sono alta 1,70..mi farebbe soffrire riprendere i chili, ma forse davvero dovrei rilassarmi un po' di più (rilassata, che non sono quasi mai; ansiosa, però “resisto” in parole povere ....infatti, ho letto tanti dei tuoi post davvero stupendi, come ho già scritto prima)

Inviato da: blackdisperate il Mercoledì, 14-Ago-2013, 18:50
ahh si i pensieri magici; ehh si..mi vengono questi “c****” di pensieri ..scusami ...avvolte penso di sapere quello che pensa l'altro, ma non è così ovviamente..avvolte penso di condizionare una persona, di farla arrabbiare (mi domando ancora adesso..anzi questa mattina stavo in ufficio con l'amico del mio patrigno e mi sono chiesta “forse l'ho fatto arrabbiare?e se lo avessi cambiato per sempre?forse non sarà più una brava persona ormai?)..
avvolte, appunto, penso di influenzare una persona deprimendola o comunque cambiandola in senso negativo; poi oggi sul treno mi sono immaginata che mi rapinavano e mi accoltellavano solo perché ho visto 2 tizi che forse mi hanno osservato per qualche secondo (una cosa di tutti i giorni, cui una persona non così ansiogena farebbe caso). A dir la verità è da poco che ho iniziato a capire queste cose; prima credevo a tutto..davo peso a tutti i pensieri. Infatti, i tuoi post mi hanno aiutata un sacco e continuano a farlo..

Inviato da: blackdisperate il Mercoledì, 14-Ago-2013, 19:05
comunque devo aggiungere una cosa sul cibo e del perché lo considero una compulsione: oltre a quello che ho detto, cioè che mi farebbe soffrire riprendere i chili..forse il problema è proprio la compulsione in sé, cioè il fatto che veramente mi sento una prigioniera di questa cosa ( è terribile continuare a mangiare anche quando si è molto sazi). Infatti, in questi giorni, quando ho provato a resistere (è dura resistere), dopo era come se “il nodo si fosse sciolto” ..poi, infatti, non mi andava più di mangiare; forse il problema non è il cibo, ma appunto i pensieri, cui troppo spesso ho dato retta?

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 21-Ago-2013, 09:07
QUOTE (blackdisperate @ Mercoledì, 14-Ago-2013, 17:50)
ahh si i pensieri magici; ehh si..mi vengono questi “c****” di pensieri ..scusami ...avvolte penso di sapere quello che pensa l'altro, ma non è così ovviamente..avvolte penso di condizionare una persona, di farla arrabbiare (mi domando ancora adesso..anzi questa mattina stavo in ufficio con l'amico del mio patrigno e mi sono chiesta “forse l'ho fatto arrabbiare?e se lo avessi cambiato per sempre?forse non sarà più una brava persona ormai?)..
avvolte, appunto, penso di influenzare una persona deprimendola o comunque cambiandola in senso negativo; poi oggi sul treno mi sono immaginata che mi rapinavano e mi accoltellavano solo perché ho visto 2 tizi che forse mi hanno osservato per qualche secondo (una cosa di tutti i giorni, cui una persona non così ansiogena farebbe caso). A dir la verità è da poco che ho iniziato a capire queste cose; prima credevo a tutto..davo peso a tutti i pensieri. Infatti, i tuoi post mi hanno aiutata un sacco e continuano a farlo..

Sì, avevi delle convinzioni errate su cui poi si è sviluppato il tuo stato ansioso e su cui l'ansia fa riferimento ogni volta per farti pensare in maniera paurosa.

Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 21-Ago-2013, 09:22
QUOTE (blackdisperate @ Mercoledì, 14-Ago-2013, 18:05)
comunque devo aggiungere una cosa sul cibo e del perché lo considero una compulsione: oltre a quello che ho detto, cioè che mi farebbe soffrire riprendere i chili..forse il problema è proprio la compulsione in sé, cioè il fatto che veramente mi sento una prigioniera di questa cosa ( è terribile continuare a mangiare anche quando si è molto sazi). Infatti, in questi giorni, quando ho provato a resistere (è dura resistere), dopo era come se “il nodo si fosse sciolto” ..poi, infatti, non mi andava più di mangiare; forse il problema non è il cibo, ma appunto i pensieri, cui troppo spesso ho dato retta?

Hai questo atteggiamento conflittuale con il cibo perché hai un rinforzo negativo, cioè agisci seguendo la paura: se mangio ingrasso e ti scatta la paura.
Trasformala in un rinforzo positivo: sono in salute quando mangio un po' di tutto e se aumento un po' ho in me tutte le capacità per dimagrire quel chilo che ho preso.
Così, vedrai che sarai libera e non aumenterai di peso. PSICO wink.png

Seconda cosa, io vedo la situazione così: tu soffri di fame nervosa, giusto?
Quando mangi, io penso che la fama sia una cosa soprattutto psicologia, hai presente quando si usano i piatti piccoli per dare l'idea di aver mangiato di più?
Stessa cosa si può dire quando mangi però hai ancora fame, scatta in noi un pensiero del tipo:" ho già mangiato questo, quello, basta altrimenti ingrasso".
Così ci non mangiamo più anche se la fame c'è ancora, e dopo un po' ci passa e siamo sazi.
Infatti, il segnale di sazietà non è immediato ma arriva dopo un po' di tempo che abbiamo mangiato.
Ok?
Ora, invece sai cosa succede a te?
Ti scatta la paura proprio nel momento in cui hai appena mangiato, ma questo è un inganno perché se tu aspetti un po' ti passa perché ti sazi, come normalmente succede.
Diciamo che la mancanza di sazietà ti ha fatto scattare questa paura.

Inoltre, la paura fa aumentare il cortisolo che è un ormone iperglicemizzante, perciò si attiverà di più l'insulina e ti verrà nuovamente fame dopo un paio d'ore.

Terza cosa: c'è da curare uno stato ansioso di base perché quando stai bene non ragioni così, sei molto più positiva e serena.

Inviato da: blackdisperate il Domenica, 25-Ago-2013, 02:44
Dr.Dock grazie per avermi risposto..mi daresti qualche altro consiglio per favore..
è che io sono stata davvero male durante questo mese; mi sono lasciata col ragazzo mio..sto ancora male anche se è passato 1 po' di tempo.
come devono fare i doccati come me quando una storia d'amore finisce( a causa della dannata ansia, dannate convinzioni, ossessioni)??
Praticamente ho combinato 1 pasticcio con le mie ansie, paranoie. Adesso cerco di convincermi che anche lui è stato insopportabile nell'ultimo periodo, ma 1 momento dopo mi vengono in mente tutti i bei momenti che ho passato con lui .. (è stato sempre gentile con me)..questi ricordi sono come 1 coltello e mi fanno stare di nuovo male e di nuovo in colpa. ..Prima non conoscevo tutte le cose sull'ansia che conosco adesso e siccome era davvero 1 periodo di merda 1 mese fa ero diventata tremenda, insopportabile, irritata per ogni minima cosa.. (il tirocinio all'ospedale, 1 cosa molto stressante soprattutto per me che soffro veramente di ansia sociale, poi mia madre che ha partorito la bambina e che poi è stata lasciata..1 situazione economica di merda)..non voglio giustificarmi..so che il mio atteggiamento è stato di merda ..e mi sento, infatti, molto molto in colpa (non penso di aver mai sofferto come in questo mese)mi sento in colpa per il fatto che sono stata apatica, irritata, ansiosa ..cioè bastavo qualche piccolo gesto da parte sua che io scattavo pensando che c'è l'aveva con me, che non mi ascoltava più, che non mi amava più...e tanto tanto altro..ovviamente non era così..vabbé alla fine lui non c'è l'ha fatta più...


Inviato da: Dr.Dock il Mercoledì, 28-Ago-2013, 16:30
QUOTE (blackdisperate @ Domenica, 25-Ago-2013, 01:44)
Dr.Dock grazie per avermi risposto..mi daresti qualche altro consiglio per favore..
è che io sono stata davvero male durante questo mese; mi sono lasciata col ragazzo mio..sto ancora male anche se è passato 1 po' di tempo.
come devono fare i doccati come me quando una storia d'amore finisce( a causa della dannata ansia, dannate convinzioni, ossessioni)??
Praticamente ho combinato 1 pasticcio con le mie ansie, paranoie. Adesso cerco di convincermi che anche lui è stato insopportabile nell'ultimo periodo, ma 1 momento dopo mi vengono in mente tutti i bei momenti che ho passato con lui .. (è stato sempre gentile con me)..questi ricordi sono come 1 coltello e mi fanno stare di nuovo male e di nuovo in colpa. ..Prima non conoscevo tutte le cose sull'ansia che conosco adesso e siccome era davvero 1 periodo di merda 1 mese fa ero diventata tremenda, insopportabile, irritata per ogni minima cosa.. (il tirocinio all'ospedale, 1 cosa molto stressante soprattutto per me che soffro veramente di ansia sociale, poi mia madre che ha partorito la bambina e che poi è stata lasciata..1 situazione economica di merda)..non voglio giustificarmi..so che il mio atteggiamento è stato di merda ..e mi sento, infatti, molto molto in colpa (non penso di aver mai sofferto come in questo mese)mi sento in colpa per il fatto che sono stata apatica, irritata, ansiosa ..cioè bastavo qualche piccolo gesto da parte sua che io scattavo pensando che c'è l'aveva con me, che non mi ascoltava più, che non mi amava più...e tanto tanto altro..ovviamente non era così..vabbé alla fine lui non c'è l'ha fatta più...

Io direi che la prima cosa è stare bene con se stessi, poi tutto il resto vien da sé.
Il passato è capitato e non puoi cambiarlo; rimuginare significa aggiungere sensi di colpa e intristirsi.
Cosa puoi fare ora?
Curarti, fai un po' di terapia, esercizi, qualche integratore: devi ritrovarti per ripartire.

La questione del cibo e la tua irritabilità sono solo una conseguenza di alcune tue convinzioni sbagliate.
È normale essere irritabili o un po' depressi se sei una persona ansiosa, non devi sentirti in colpa.
Piuttosto correggi le tue convinzioni, così migliori il tuo umore e cala anche l'ansia. PSICO wink.png

Inviato da: blackdisperate il Giovedì, 17-Ott-2013, 01:58
Ciao Dr. Dock, ho veramente bisogno del tuo aiuto; sappi che ho letto e riletto i tuoi post, ma ci sono alcune cose che proprio non riesco a risolvere: Spero che tu mi possa aiutare.
In questi giorni non mi sento bene: è come se fossi, diciamo, legata, imprigionata alla situazione.
Il mio problema riguarda il cibo (te ne avevo già parlato, ma non è come 2 mesi fa); il problema è che sono ingrassata quasi di 5 chili e questo mi fa stare davvero male. Il punto è che per dimagrire ci ho messo tanto (tanto esercizio fisico, quindi tanto sforzo e anche diete) e adesso va male PSICO sad.gif Il problema sono i pensieri: cioè appena mi sento più in forma è come se l'ansia cercasse di farmi ritornare a com'ero..è come se lo facesse apposta; proprio oggi, infatti, mi sentivo abbastanza in forma, ma poi sono andata a casa e non ho fatto altro che mangiare: praticamente masticavo il cibo per tutto il giorno : mi sono abbuffata come non mai..davvero tanto.. e pensare che in questi mesi non mi era mai successa una cosa così (almeno non così esagerata).
Ci penso ogni giorno di voler ritornare al risultato che avevo raggiunto; proprio per questo mi metto come tutti i giorni a fare attività fisica (salto con la corda), ma poi sento il bisogno di ricominciare a masticare . E come se l'ansia non volesse che io diventi più carina (è ciò che effettivamente succede, perché divento meno gonfia, più snella)..e come se non meritassi di dimagrire, di diventare appunto più carina( appena mi sento più in forma mi vengono appunto dei pensieri: “quando dimagrirai che cosa farai? tanto non potrai fare la modella, non hai la possibilità, tanto non hai un ragazzo per cui essere carina..quindi sarebbe solo bellezza sprecata”) Lo so che si tratta di un pensiero disfunzionale, ma come risolverlo, smontarlo?
Inoltre quando ero più magra (poco tempo fa) mia madre mi rompeva col cibo: cioè mi diceva”sei troppo magra..bla bla bla” e anche un amico di mia madre diceva di preoccuparsi per me siccome ero dimagrita tanto. Infatti, altri pensieri che mi vengono appena riesco a stare di nuovo più in forma sono: “Oddio, se dimagrirai di nuovo che cosa ti dirà tua madre? non ti lascerà in pace, ti romperà di nuovo col cibo” così anche per quanto riguarda l'amico di mia madre “oddio quando dimagrirai e quando lui ti rivedrà si preoccuperà di nuovo per te!!vuoi davvero che si preoccupi?”
E perciò non ci riesco..penso che oggettivamente per perdere i chili basta aumentare giusto un po' l'attività fisica e non masticare per tutto il giorno, ma quest'ansia è come se non mi permettesse di fare questo ..come se me lo impedisse apposta..infatti, appena miglioro l'ansia blocca tutto!!!
Non riesco a liberarmi da questa situazione.
Appena mi sembra di migliorare prima o poi succede l'opposto (forse discuto con i pensieri....)

Inviato da: Dr.Dock il Giovedì, 17-Ott-2013, 15:30
Ciao black,
guarda è normale sentirsi un po' giù perché si è ingrassati, a maggior ragione se fai tanto per dimagrire.
Hai la tendenza facile a mettere su peso? Magari hai il metabolismo lento?

Ascolta, il problema è dovuto a fame oppure è più una cosa compulsiva?
E dopo ti senti in colpa?

Io spesso dico di guardare i pensieri (per dissociarsi) però tu lo fai talmente bene che non ti accorgi che i pensieri non vengono così per caso, ma significano che sei preoccupata.
Quindi funziona così
Stato d'ansia---->paura--->pensieri.
Altrimenti finisci per pensare che i pensieri arrivano così per caso, quando non è così.

Per perdere chili non serve solo l'attività fisica, serve una dieta corretta e bilanciata e tante altre cose.
Inoltre, la dieta può essere proprio la causa del tuo problema.
Ti faccio una domanda chiave: la carne, l'olio d'oliva e i formaggi li mangi?

Lo sai cosa succede? Che se non mangi bene diminuisci la tua serotonina e poi ragioni in maniera ossessiva.
Te lo dico con certezza.

Inviato da: blackdisperate il Martedì, 22-Ott-2013, 00:18
Il problema è che sono ingrassata proprio a causa di questo mangiare compulsivo (cioè mangiavo anche quando non avevo fame, anche quando ero sazia..e poi mi sentivo terribilmente frustrata e in colpa)..era come se qualcosa mi impedisse di diventare magra..cioè appena dimagrivo riprendevo poco dopo tutto praticamente apposta..come se non meritassi di diventare più carina(forse ha a che fare con l'autostima?)
...per quanto riguarda questi giorni sembra che vada meglio..
cmq per quanto riguarda i formaggi non mi piacciono. Non mi sono mai piaciuti..giusto la mozzarella o i formaggini; l'olio d'oliva con insalata e la carne (cerco di non mangiarla spessissimo, ma cmq la mangio)

Inviato da: blackdisperate il Martedì, 22-Ott-2013, 22:18
Inoltre mi sento come se fossi lontana da questa realtà, che tutti vivono; lo psicologo mio, quando ci andavo 2 anni fa, mi diceva che non esiste la normalità o una qualche realtà da raggiungere...Io, infatti, avevo la sensazione costante di dover raggiungere qualcosa, la vera realtà..era come se mi mancasse qualcosa..
Proprio per questo mi ripeto sempre che non esiste la realtà quella oggettiva o la normalità, ma sembra inutile
Uno dei motivi per cui mi sento così è che quando parlo con le persone mi sento molto lontana da loro..innanzitutto divento ansiosa..poi mi viene la paura che possano arrabbiarsi, che se la possono prendere con me, che li possa innervosire. Il risultato sono le mie risposte brevi tipo: "sisi", "certo", "ha ragione"..nel senso che non riesco a interagire con loro..sono come una macchina..probabilmente è l'ansia sociale (me lo hai detto anche tu una volta Dr.Dock)
Il fatto è che sono sola: al liceo negli ultimi anni non parlavo con nessuno, adesso all'università non mi sono fatta praticamente nessun'amica, avevo un ragazzo, ma non c'è l'ho più (motivo: la mia apatia degli ultimi mesi in cui stavamo insieme)
Poi mi viene la costante domanda irrazionale: "Ma quando diventerai normale, sei sicura che percepirai bene la realtà? e se diventerai superficiale?
non so che devo fare

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 25-Ott-2013, 14:16
QUOTE (blackdisperate @ Lunedì, 21-Ott-2013, 23:18)
Il problema è che sono ingrassata proprio a causa di questo mangiare compulsivo (cioè mangiavo anche quando non avevo fame, anche quando ero sazia..e poi mi sentivo terribilmente frustrata e in colpa)..era come se qualcosa mi impedisse di diventare magra..cioè appena dimagrivo riprendevo poco dopo tutto praticamente apposta..come se non meritassi di diventare più carina(forse ha a che fare con l'autostima?)
...per quanto riguarda questi giorni sembra che vada meglio..
cmq per quanto riguarda i formaggi non mi piacciono. Non mi sono mai piaciuti..giusto la mozzarella o i formaggini; l'olio d'oliva con insalata e la carne (cerco di non mangiarla spessissimo, ma cmq la mangio)

QUOTE
era come se qualcosa mi impedisse di diventare magra..cioè appena dimagrivo riprendevo poco dopo tutto praticamente apposta..come se non meritassi di diventare più carina


Questa idea è una tua interpretazione oppure pensi che sia completamente vera?
Non centra l'autostima, comunque.

Quindi con il cibo ti controlli molto per non ingrassare?
Hai ansia quando decidi cosa mangiare?

Questi "sfoghi" in cui mangi molto, li attui quando sei sola?
Cosa pensi poco prima di decidere di mangiare?

Inviato da: Dr.Dock il Venerdì, 25-Ott-2013, 14:23
I tuoi dubbi e paure sono perfettamente normali in una persona che soffre di ansia.
Compreso il fatto di sentire gli altri lontani o sentirsi strana.
Se non stai bene con te stessa, ti senti in ansia con gli altri.
Io penso che tu abbia un problema legato alla serotonina, infatti i tuoi sono tipici atteggiamenti di una persona che ha una carenza di questo neurotrasmettitore.
Hai mai preso psicofarmaci?
Comunque se ne esce, puoi stare bene ed essere felice però devi lavorare su te stessa e sulla tuo stato d'ansia. PSICO wink.png

Ti scrivo alcune domande così mi confermi la mia ipotesi.
Scommetto che dirai SI a molte domande (confermando la carenza)...


- sono spesso preoccupata e ansiosa?
- ho la tendenza a vedere il bicchiere mezzo vuoto
- ho bassa autostima, mi sento facilmente autocritica o colpevole
- ho pensieri che non riesco a mandar via, soprattutto a letto
- l'inverno o il cattivo tempo mi intristisce
- tendo ad essere irritabile, impaziente e nervosa
- sperimento attacchi di panico o mancanza d'aria
- soffro di sindrome premestruale o alterazione dell'umore prima del ciclo (pianto, nervosismo, depressione)
- non sopporto il caldo
- mi sveglio durante la notte o troppo presto il mattino
- ho il sonno leggero
- l'umore migliora facendo esercizio
- mi piace mangiare dolci o lievitati, pane e biscotti, sopratutto di pomeriggio e sera.
- ho dolori muscolari o digrigno i denti
- sono perfezionista e poco flessibile
- tendo al controllo della situazione
- tendo ad essere impanicata in mezzo alla folla, quando lascio casa o soffro di fobie

Inviato da: blackdisperate il Sabato, 26-Ott-2013, 01:28
Forse veramente non merito di essere carina? Forse così perderei il controllo? Forse non riuscirei a gestire la cosa? Non lo so
Diciamo che in questi ultimi mesi mi controllo molto col cibo o mi controllavo PSICO sad.gif
Il fatto è che sono riuscita a dimagrire molto ed ero diventata veramente più carina; mi sentivo bene con la dieta che facevo (moltissimi cereali, molta frutta, caffè, ma anche carni bianche...anche se controllavo molto le quantità)..praticamente essere magra come lo ero diventata era il mio sogno di sempre..e poi era bello ripetersi “voglio essere più in forma”, perché funzionava..in senso positivo, non diventavo anoressica PSICO D.gif
Adesso mi sento così frustrata però..oggi ho mangiato un pacco di biscotti praticamente e tanti tanti cioccolatini..e non mi va' neanche di saltare più con la corda, perché ormai mi dico “a che serve?ormai sei ingrassata..se brucerai qualche caloria tanto riprenderai tutto domani o forse anche questa notte!”
E che sono davvero scoraggiata..ho smesso di farmi le foto, perché si nota subito nelle foto che sono ingrassata..sono tornata ad essere come prima..di nuovo non particolarmente carina..e pensare che quando ero in forma cercavo di migliorare sempre, di essere sempre più carina (mi era anche cambiato il viso...adesso ho il mio solito viso gonfio..è davvero deprimente..non riesco a riprendermi PSICO sad.gif ) era così bello prendermi cura di me...
forse c'è qualche pensiero disfunzionale dietro?
Per quanto riguarda questi sfoghi prima di mangiare ho un'ansia terribile..non aiuta neanche la frutta (prima quando mi veniva un'ansia così forte per non esagerare e non sentirmi poi in colpa cercavo di mangiare la frutta o cereali o bere un tè)..con questi sfoghi mangio qualcosa tipo i biscotti o cioccolata ..come se fossero davvero indispensabili. Questo mi fa pensare che forse sono stata veramente troppo rigida con la mia dieta; forse ho veramente esagerato con privazioni..sembra quasi che sia così. Cmq quando mi capitano queste abbuffate non voglio che mi veda mia madre..voglio che lei rimanga dell'idea di prima: cioè che sto a dieta e che va' tutto bene..anche se si vede dalla mia faccia e dal corpo che sono ridiventata come prima PSICO sad.gif PSICO sad.gif PSICO sad.gif
Voglio riprendermi, ma voglio essere più forte questa volta anche psicologicamente..è che ho queste idee stupide..cioè questa stupida domanda che mi viene in mente “quando diventerai carina che cosa succederà?” forse devo dirmi qualcosa del tipo “hai già delle qualità..puoi solo migliorare”..ma non funziona ..perché poi l'ansia mi dice “allora quando dimagrirai non sarai più come sei adesso e questo vorrà dire che prima non ti piacevi e hai voluto cambiare.” ESASPERAZIONE
Prime di queste abbuffate un altro pensiero che mi viene è rivolto a mia madre..cioè dico: “sei contenta mammina ?adesso mangio tutto quello che ti pare..vuoi che di nuovo raggiunga la 46? prego, ti accontento” e ricomincio a mangiare. Quando ero dimagrita, infatti, lei mi tormentava con le sue paranoie..diceva che ero troppo magra, ma non era così..parlo sinceramente.

Inviato da: blackdisperate il Sabato, 26-Ott-2013, 01:29
-Per quanto riguarda ansia mi sento preoccupata e ansiosa giorno e notte..ormai lo sono sempre PSICO sad.gif
-si ..il bicchiere mezzo vuoto..per esempio anche per quanto riguarda il fatto che sono ingrassata..vedo solo questo..mi sembra una cosa impossibile riprendermi..come faccio? ;(
-si..ho una bassa autostima..(per quanto riguarda il corpo..inoltre non riesco a socializzare con le persone, non so mai cosa dire..ci metto un sacco prima di decidere cosa dire...mi sembra che mi ritengano stupida, ritardata, non a loro livello)
-per quanto riguarda i pensieri..ci sono dei periodi in cui non mi lasciano in pace..avvolte sento un ronzio in testa....però cerco di distrarmi per esempio con semplici letture (ho scoperto che prima di studiare le cose devo leggermele tranquillamente anche se dovessi saltare qualche appello all'università ..preferisco fare le cose piano. Il fatto è che che mi massacravo con lo studio prima..pretendevo troppo....usavo un po' troppo la memoria..Adesso ho anche dei problemi di memoria infatti PSICO sad.gif mannaggia!!..ho scoperto che le semplici letture sono rilassanti; ho anche ripreso a leggere quello che mi piace.)
-per quanto riguardo il tempo mi piace la pioggia..la preferisco..mi attraggono le cose malinconiche..le trovo affascinanti..e il sole che mi infastidisce..odio i raggi del sole, ma fanno venir il mal di testa
-si..sono terribilmente irritabile, nervosa..circa 2 mesi fa ho litigato con una signora sull'autobus...era lei che ha iniziato ad insultarmi..io però mi sono quasi buttata su di lei dicendole “brutta stronza di me***” e tante altre cose cattive urlando a squarciagola come una vera pazza..prima non lo avrei mai fatto, ma adesso né sono capace eccome. Purtroppo anche i pianti di mia sorella di 3 mesi mi innervosiscono..preferirei suicidarmi...o sentir mangiare mia madre. Cmq non sempre sono così nervosa..ci sono dei periodi in cui ritorno in me e ridivento molto paziente e comprensiva.
-per quanto riguarda il ciclo non lo so..è che sono ansiosa troppo spesso sia quando c'è il ciclo o quando non c'è
-si..odio il caldo..
-avvolte mi sveglio durante la notte, avvolte sento il mio cuore che batte velocemente mentre sto per addormentarmi e non riesco a dormire anche se sono esausta, ma non è sempre così..avvolte dormo troppo, ma quando mi sento depressa
-avvolte mi sveglio qualche volta di notte, in genere quando sono preoccupata; in questi giorni ho anche avuto degli incubi
-per quanto riguarda l'esercizio fisico..è da mesi che lo faccio ogni giorno 5-6 giorni a settimana oppure lo facevo PSICO sad.gif … ho già saltato qualche giorno PSICO sad.gif..cmq il mio umore non sempre migliora dopo l'esercizio fisico..probabilmente dal punto di vista fisiologico qualcosa cambia..tipo il rilascio di serotonina, ma io non lo sento..
-per quanto riguarda i dolci li ho mangiati troppo di sera e di notte durante questi sfoghi; per esempio 3 anni fa mangiavo molti dolci, cioccolata e schifezze di ogni genere ogni giorno..era così che combattevo con l'ansia....portavo la taglia 46 infatti..ero davvero robusta ....adesso non li mangio come prima e non voglio ricadere in questa trappola..sarei davvero infelice PSICO sad.gif già sto male per queste abbuffate
-si..digrigno tantissimo i denti durante la notte..me lo hanno detto
-si..sono poco flessibile..vorrei essere più spontanea, ma non riesco a lasciarmi andare come se rimanessi legata a qualche cosa; sento che se mi lascio andare perdo il controllo
-non sempre sono perfezionista..è che molto spesso sono un po' depressa..forse è per questo che mi sono lasciata andare con il cibo come se avessi paura di essere più carina (oggettivamente parlando una persona perfezionista non farebbe così)
Inoltre avvolte mi sento passiva..come se non potessi controllarmi (forse si tratta sempre di 1 pensiero disfunzionale? Di un'idea sbagliata?)
-per quanto riguarda la folla..sono cambiata in questi anni..prima si vedeva dalla mia camminata che ero ansiosa..passo accelerato..mi sembrava che mi fissassero tutti ....anche al liceo sembravo un tronco d'albero al banco: si vedeva dalla postura che ero rigida..mi sembrava che mi osservassero sempre tutti, che mi deridessero. Adesso, però, è cambiata la cosa: non vedo l'ora di uscire..impazzisco a casa..preferisco stare in mezzo alla folla..così sono distratta

Inviato da: Dr.Dock il Sabato, 26-Ott-2013, 17:16
QUOTE (blackdisperate @ Sabato, 26-Ott-2013, 00:28)
Forse veramente non merito di essere carina? Forse così perderei il controllo? Forse non riuscirei a gestire la cosa? Non lo so
Diciamo che in questi ultimi mesi mi controllo molto col cibo o mi controllavo PSICO sad.gif
Il fatto è che sono riuscita a dimagrire molto ed ero diventata veramente più carina; mi sentivo bene con la dieta che facevo (moltissimi cereali, molta frutta, caffè, ma anche carni bianche...anche se controllavo molto le quantità)..praticamente essere magra come lo ero diventata era il mio sogno di sempre..e poi era bello ripetersi “voglio essere più in forma”, perché funzionava..in senso positivo, non diventavo anoressica PSICO D.gif
Adesso mi sento così frustrata però..oggi ho mangiato un pacco di biscotti praticamente e tanti tanti cioccolatini..e non mi va' neanche di saltare più con la corda, perché ormai mi dico “a che serve?ormai sei ingrassata..se brucerai qualche caloria tanto riprenderai tutto domani o forse anche questa notte!”
E che sono davvero scoraggiata..ho smesso di farmi le foto, perché si nota subito nelle foto che sono ingrassata..sono tornata ad essere come prima..di nuovo non particolarmente carina..e pensare che quando ero in forma cercavo di migliorare sempre, di essere sempre più carina (mi era anche cambiato il viso...adesso ho il mio solito viso gonfio..è davvero deprimente..non riesco a riprendermi PSICO sad.gif ) era così bello prendermi cura di me...
forse c'è qualche pensiero disfunzionale dietro?
Per quanto riguarda questi sfoghi prima di mangiare ho un'ansia terribile..non aiuta neanche la frutta (prima quando mi veniva un'ansia così forte per non esagerare e non sentirmi poi in colpa cercavo di mangiare la frutta o cereali o bere un tè)..con questi sfoghi mangio qualcosa tipo i biscotti o cioccolata ..come se fossero davvero indispensabili. Questo mi fa pensare che forse sono stata veramente troppo rigida con la mia dieta; forse ho veramente esagerato con privazioni..sembra quasi che sia così. Cmq quando mi capitano queste abbuffate non voglio che mi veda mia madre..voglio che lei rimanga dell'idea di prima: cioè che sto a dieta e che va' tutto bene..anche se si vede dalla mia faccia e dal corpo che sono ridiventata come prima PSICO sad.gif PSICO sad.gif PSICO sad.gif
Voglio riprendermi, ma voglio essere più forte questa volta anche psicologicamente..è che ho queste idee stupide..cioè questa stupida domanda che mi viene in mente “quando diventerai carina che cosa succederà?” forse devo dirmi qualcosa del tipo “hai già delle qualità..puoi solo migliorare”..ma non funziona ..perché poi l'ansia mi dice “allora quando dimagrirai non sarai più come sei adesso e questo vorrà dire che prima non ti piacevi e hai voluto cambiare.” ESASPERAZIONE
Prime di queste abbuffate un altro pensiero che mi viene è rivolto a mia madre..cioè dico: “sei contenta mammina ?adesso mangio tutto quello che ti pare..vuoi che di nuovo raggiunga la 46? prego, ti accontento” e ricomincio a mangiare. Quando ero dimagrita, infatti, lei mi tormentava con le sue paranoie..diceva che ero troppo magra, ma non era così..parlo sinceramente.




Io vedo una parte di te che è contenta di essere più magra e una parte di te che è ansiosa e che rimugina e interpreta il mangiare compulsivo in maniera ansiosa.

A te piace essere più magra, attenzione che quando parliamo di magrezza è sempre una cosa soggettiva.
Alcune ragazze mangiano veramente poco, pesano poco e si vedono grasse.
Non so se è questo il tuo caso.
Se invece, ti senti un po' sovrappeso (ripeto, la cosa è soggettiva), l'idea di una dieta non è proprio cattiva, a patto che segui una dieta sicura, non il fai da te.
Una dieta fatta male, non solo ti fa dimagrire per un breve periodo, ma rischia anche di generarti delle carenze nutrizionali.
Certo, se mangi un po' di tutto limitando le quantità (apporto calorico) allora

Questa ansia ti è venuta con la dieta, c'era già prima o è peggiorata facendola?

Poi, io noto una convinzione un po' troppo rigida: una donna in sovrappeso è sempre brutta oppure la bellezza dipende da come quella donna si sente?

QUOTE
Adesso mi sento così frustrata però..oggi ho mangiato un pacco di biscotti praticamente e tanti tanti cioccolatini..e non mi va' neanche di saltare più con la corda, perché ormai mi dico “a che serve?ormai sei ingrassata..se brucerai qualche caloria tanto riprenderai tutto domani o forse anche questa notte!”


Mi ha colpito molto questo passaggio perché l'ho sentito mio.
So cosa si prova e ti sono vicino.
Io non ho problemi di peso però ho sempre desiderato piacere fino a un po' di tempo fa, ora un po' di meno, nel senso che o mi accetti come sono oppure tanti saluti. PSICO D.gif Anche se i complessi me li faccio anche io.

Ci sono due cose che emergono da tutto questo:
-non ti accetti, maltrattandoti perché non raggiungi i tuoi "standard".
-ragioni con la regola del "tutto o niente" (leggi la guida sui pensieri disfunzionali, si chiama PENSIERO DICOTOMICO).

Se mangi un biscotto, hai fallito la dieta.
Se sfori, ormai la dieta è persa.
Questo devi correggerlo.
Non esiste la perfezione, anzi, più sei rigida più il tuo corpo ti darà segnali opposti alla tua rigidezza ragionale.
Quando ti abbuffi, non pensi che è tutto perso, che non puoi migliorare?
Le grandi cose iniziano da piccoli passi e da tanti, tantissimi errori, soprattutto per una persona che è rigida e quindi piena di stress.
Il tuo corpo ha bisogno di cure ogni giorno, devi ascoltarlo di più, sul serio.
La dieta, l'esercizio sono tutte forme di stress e se usi un libretto (i tuoi standard) per dirigere il tuo corpo, senza ascoltarlo, non puoi fare molto strada.
Poi ricordati che una donna è tanto più bella quanto più riesce ad accettare i suoi difetti.
Non c'è bisogno di cambiare, ma se vuoi dimagrire per sentirti più bella, lo puoi fare perché piace a te, non per renderti più bella agli occhi degli altri.

Quando dicevi che ti prendevi cura di te, come ti comportavi con il mangiare? Eri rigida?
Sì, come ti ho detto, hai esagerato.
Hai bisogno ogni tanto di sforare perché hai bisogno anche di mangiare cose che ti piacciono, altrimenti di privi di una parte di te.

Quando diventerai carina cosa succederà?
Perché devi diventare, vivi la vita come un percorso, non cercare di controllare tutto.

Vorrei chiederti che scopo ha mangiare biscotti e cioccolatini?
Prova a pensarci:
- serve a calmare il nervosismo e l'ansia?
- ti danno piacere? Quel piacere che ti neghi?

Tua madre comunque si preoccupa giustamente, ti vuole bene e cerca a suo modo (limiti e difetti) di aiutarti.
Magari lo farà in un modo che a te non piace, però l'intento è positivo.

La taglia 46 non è affatto una taglia forte, anzi, alcune donne sono molto belle. PSICO wink.png

Dici che fai esercizio e poi migliori perché ti sembra che aumenti la serotonina, però, se mangi poco e ti stressi, come fai ad aumentarla se ti manca il materiale per crearla?
Un prodotto molto buono è il triptofano, di sicuro ti rende meno ipercontrollante, meno ansiosa e ti fa diminuire anche la fame.
Devi lavorare molto sulle convinzioni, perché il problema è tutto lì; l'ansia è una conseguenza.
Ricorda che non devi piacere agli altri, altrimenti sarai sempre un po' triste.








Inviato da: nemesi90 il Domenica, 03-Nov-2013, 13:10
cia DR. DOCK ti scrivo per alcuni chiarimenti...premettendo che sto leggendo il tuo post e mi sta aiutando moltissimo, nel senso che sto iniziando ad elaborare pensieri piu razionali di quelli che abitudinariamente faccio

la mia domanda è questa, esponendoti alcuni casi che mi sono successi.
L'ansia ha praticamente infestato tutta la mia esistenza dalle recite scolastiche quando ero piccolo al sesso ora, ad un concorso, un colloquio lavorativo, una gara sportiva.

e si questo ci sto lavorando ma ora volevo esporti una strana forma d'invidia che provo che, a sensazioni fisiche, è molto simile all'ansia; si sono verificati 3 episodi che mi hanno fatto comprendere questo "disturbo" ma non ne capisco le cause:

- 1 : Un mio amico ha appena preso la patente, nulla di male no? io ho macchina e patente da molti piu' anni ( anche se siamo coetanei lui solo ora ha deciso di prenderla )....dovevo essere felice per lui no? invece mi ha colto un'ansia inspiegabile, un'invidia assurda nei suoi confronti semplicemente perchè è riuscito in qualcosa, in che cosa è irrilevante ( dato che io la patente c'è l'ho già il problenma non dovrebbe porsi ) ....poi mi sono calmato un paio di secondi e sono ritornato in me.

- 2 : Ho un buon lavoro, e lo studio non è mai stata la mia passione piu' grande, anche se mi piace comunque una vita in università non mi interessa...un Mio amico si è appena iscritto all'università: ho provato invidia, quasi speravo non superasse il test...che senso ha?

3- Un'altro mio amico ( e da qui mi rendo conto che l'invidia nasce negli amici la maggior parte delle volte ) è partito un paio di settimane per lavoro...ieri su facebook ha postato una foto di lui con una ragazza...la ragazza era chiaramente una ragazza-immagine di un qualche locale con cui si è fatta la foto e lui l'ha pubblicata ( non è una paranoia, è chiaro che era una qualche modella o ragazza - immagine ) io poi con le donne , diciamo che non soffro di solitudine da donne...eppure perchè sono morto d'invidia?

la sensazione è sempre la stessa e sempre in quest'ordine : sensazione di farfalle nello stomaco e morsa al cuore, inizia il pensiero : lui è riuscito in questa cosa, io invece sto qua a perdere tempo, io sono un fallito mentre lui è un vincente, in futuro lui stara' bene senza di me io invece saro' un fallito.

Grazie DOC...spero non ti abbia spaventato nei meandri oscuri del mio cervello xD Doh!.gif

Inviato da: blackdisperate il Martedì, 05-Nov-2013, 23:25
Ciao Dr. Dock, volevo dirti che dopo che ho letto la tua risposta mi ero sentita subito confortata PSICO smile.gif
Poi ho cercato a riprendermi nei giorni seguenti.
Sono ingrassata quasi di 2 taglie, ma è inutile pensare a quando ero magra; questa cosa non fa altro che deprimermi e mi rende davvero patetica. Il fatto è che prima andava bene la dieta, ma poi ho iniziato ad eliminare anche i cibi della dieta, che neanche c'era bisogno di eliminare e il mio organismo ha reagito negativamente; ma il problema non è stato questo, ma il fatto che non mi sono amata...se io mi fossi amata, non avrei reagito con queste abbuffate come se mi vendicassi di me stessa..(queste giornate sono state brutte per me..mangiavo tantissimo la notte di peggiori schifezze per cui la mattina dopo stavo male..mi faceva male persino la pelle della pancia esternamente..ho anche vomitato una volta..ma basta così!!)...
Per quanto riguarda adesso ho inserito nella mia dieta molta più verdura..il fatto che abbia inserito più cibo è già significativo..ho smesso per qualche giorno con attività fisica perché era diventata una fonte di stress (proprio come hai detto tu) e non di benessere..Sempre per quanto riguarda il cibo mangio anche 5 volte al giorno (seguendo sempre la dieta ovviamente che include tante verdure e tante frutta..non mancano le proteine o i carboidrati..); quando avevo scritto che mi prendevo cura di me era per descrivere che seguivo gli obiettivi che mi ero prefissata e che poi diventavo piano piano come volevo io e stavo bene: cioè mi alimentavo meglio e non mi sentivo gonfia, pesante (come in questi maledetti giorni), diciamo molto molto più equilibrata..e poi anche dal punto di vista fisico (mi mancano le gambe snelle..adesso sono tutte gonfie..sono state la prima cosa ad ingrassare)
ho accettato il fatto di essere ansiosa molto spesso; basta odiare me stessa..se mi capita di essere ansiosa, allora capita. Anzi per questi casi mi compro qualcosa come la frutta secca o i cereali in caso di fame nervosa e delle erbe che hai consigliato..a proposito delle erbe c'è qualche erba che alza soprattutto il livello di serotonina? (è che tu ne hai parlato di tante..c'è l'imbarazzo della scelta e non so qual'è quella più forte per serotonina? )
E poi adesso non so come faccio ..a riprendermi dal punto di vista fisico....avvolte mi dico “e se continuassi con le schifezze, con dolci..così mi godrei la vita?”...però così non riuscirei più a guardarmi allo specchio e raggiungerei una 46...per me una 46 è tanto (il fatto è che quando ingrasso divento grossa, 1 vero gigante..è che non ho un'ossatura piccola.....e come se non bastasse iniziano a farmi male i muscoli dei polpacci e delle cosce..divento gonfia e sudo di più ;( ..è ciò che mi succedeva quando ero più grossa ) ...lo so che ci sono donne che stanno benissimo con una 46, ma non è il mio caso..come faccio? Forse anche qui centra il pensiero dicotomico
Comunque grazie mille per avermi ascoltata e per esserti interessato PSICO wink.png

Inviato da: blackdisperate il Martedì, 05-Nov-2013, 23:28
per quanto riguarda integratori mi consigli triptofano?

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 10-Nov-2013, 12:03
QUOTE (nemesi90 @ Domenica, 03-Nov-2013, 12:10)
cia DR. DOCK ti scrivo per alcuni chiarimenti...premettendo che sto leggendo il tuo post e mi sta aiutando moltissimo, nel senso che sto iniziando ad elaborare pensieri piu razionali di quelli che abitudinariamente faccio

la mia domanda è questa, esponendoti alcuni casi che mi sono successi.
L'ansia ha praticamente infestato tutta la mia esistenza dalle recite scolastiche quando ero piccolo al sesso ora, ad un concorso, un colloquio lavorativo, una gara sportiva.

e si questo ci sto lavorando ma ora volevo esporti una strana forma d'invidia che provo che, a sensazioni fisiche, è molto simile all'ansia; si sono verificati 3 episodi che mi hanno fatto comprendere questo "disturbo" ma non ne capisco le cause:

- 1 : Un mio amico ha appena preso la patente, nulla di male no? io ho macchina e patente da molti piu' anni ( anche se siamo coetanei lui solo ora ha deciso di prenderla )....dovevo essere felice per lui no? invece mi ha colto un'ansia inspiegabile, un'invidia assurda nei suoi confronti semplicemente perchè è riuscito in qualcosa, in che cosa è irrilevante ( dato che io la patente c'è l'ho già il problenma non dovrebbe porsi ) ....poi mi sono calmato un paio di secondi e sono ritornato in me.

- 2 : Ho un buon lavoro, e lo studio non è mai stata la mia passione piu' grande, anche se mi piace comunque una vita in università non mi interessa...un Mio amico si è appena iscritto all'università: ho provato invidia, quasi speravo non superasse il test...che senso ha?

3- Un'altro mio amico ( e da qui mi rendo conto che l'invidia nasce negli amici la maggior parte delle volte ) è partito un paio di settimane per lavoro...ieri su facebook ha postato una foto di lui con una ragazza...la ragazza era chiaramente una ragazza-immagine di un qualche locale con cui si è fatta la foto e lui l'ha pubblicata ( non è una paranoia, è chiaro che era una qualche modella o ragazza - immagine ) io poi con le donne , diciamo che non soffro di solitudine da donne...eppure perchè sono morto d'invidia?

la sensazione è sempre la stessa e sempre in quest'ordine : sensazione di farfalle nello stomaco e morsa al cuore, inizia il pensiero : lui è riuscito in questa cosa, io invece sto qua a perdere tempo, io sono un fallito mentre lui è un vincente, in futuro lui stara' bene senza di me io invece saro' un fallito.

Grazie DOC...spero non ti abbia spaventato nei meandri oscuri del mio cervello xD Doh!.gif

Ciao, scusate del ritardo ma mi era sfuggito.

Ricordati che l'ansia non infesta, non vederla come un nemico, parla più di stato d'ansia, perché l'ansia in sé è un segnale, nulla di più.

Ti rispondo ai punti:
1. Non è che confondi l'ansia con l'invidia? Guarda, sinceramente penso che hai un po' di autostima bassa, nulla di patologico, però, se dici che la tua vita è caratterizzata da paura, hai sicuramente un problema di autostima.


2. Sempre invidia. Penso che il tuo malessere derivi da un confronto tra gli altri e te stesso. È proprio un'impostazione cognitiva sbagliata, nel senso che tra le tue convinzioni potrebbe esserci: "valgo solo se faccio X, Y e Z". Di conseguenza guardi anche quello che fanno gli altri.

3. Idem, stesso discorso.

Molto spesso, i nostri malesseri derivano dal fatto che non riusciamo correttamente il nostro stato emozionale, perciò ci sembra strano.
I sintomi sono proprio quelli dell'invidia, devi imparare ad etichettare questi momenti.
Tu sei felice dei tuoi risultati o li paragoni agli altri?
Secondo te, gli altri cosa penserebbero di te se facessi le stesse cose che fanno loro?

Inviato da: Dr.Dock il Domenica, 10-Nov-2013, 12:22
QUOTE (blackdisperate @ Martedì, 05-Nov-2013, 22:25)
Ciao Dr. Dock, volevo dirti che dopo che ho letto la tua risposta mi ero sentita subito confortata PSICO smile.gif
Poi ho cercato a riprendermi nei giorni seguenti.
Sono ingrassata quasi di 2 taglie, ma è inutile pensare a quando ero magra; questa cosa non fa altro che deprimermi e mi rende davvero patetica. Il fatto è che prima andava bene la dieta, ma poi ho iniziato ad eliminare anche i cibi della dieta, che neanche c'era bisogno di eliminare e il mio organismo ha reagito negativamente; ma il problema non è stato questo, ma il fatto che non mi sono amata...se io mi fossi amata, non avrei reagito con queste abbuffate come se mi vendicassi di me stessa..(queste giornate sono state brutte per me..mangiavo tantissimo la notte di peggiori schifezze per cui la mattina dopo stavo male..mi faceva male persino la pelle della pancia esternamente..ho anche vomitato una volta..ma basta così!!)...
Per quanto riguarda adesso ho inserito nella mia dieta molta più verdura..il fatto che abbia inserito più cibo è già significativo..ho smesso per qualche giorno con attività fisica perché era diventata una fonte di stress (proprio come hai detto tu) e non di benessere..Sempre per quanto riguarda il cibo mangio anche 5 volte al giorno (seguendo sempre la dieta ovviamente che include tante verdure e tante frutta..non mancano le proteine o i carboidrati..); quando avevo scritto che mi prendevo cura di me era per descrivere che seguivo gli obiettivi che mi ero prefissata e che poi diventavo piano piano come volevo io e stavo bene: cioè mi alimentavo meglio e non mi sentivo gonfia, pesante (come in questi maledetti giorni), diciamo molto molto più equilibrata..e poi anche dal punto di vista fisico (mi mancano le gambe snelle..adesso sono tutte gonfie..sono state la prima cosa ad ingrassare)
ho accettato il fatto di essere ansiosa molto spesso; basta odiare me stessa..se mi capita di essere ansiosa, allora capita. Anzi per questi casi mi compro qualcosa come la frutta secca o i cereali in caso di fame nervosa e delle erbe che hai consigliato..a proposito delle erbe c'è qualche erba che alza soprattutto il livello di serotonina? (è che tu ne hai parlato di tante..c'è l'imbarazzo della scelta e non so qual'è quella più forte per serotonina? )
E poi adesso non so come faccio ..a riprendermi dal punto di vista fisico....avvolte mi dico “e se continuassi con le schifezze, con dolci..così mi godrei la vita?”...però così non riuscirei più a guardarmi allo specchio e raggiungerei una 46...per me una 46 è tanto (il fatto è che quando ingrasso divento grossa, 1 vero gigante..è che non ho un'ossatura piccola.....e come se non bastasse iniziano a farmi male i muscoli dei polpacci e delle cosce..divento gonfia e sudo di più ;( ..è ciò che mi succedeva quando ero più grossa ) ...lo so che ci sono donne che stanno benissimo con una 46, ma non è il mio caso..come faccio? Forse anche qui centra il pensiero dicotomico
Comunque grazie mille per avermi ascoltata e per esserti interessato PSICO wink.png

Esatto, tu devi vivere il momento, non fare paragoni o pensare al passato.
Come sei adesso?
Se il tuo problema è che non riesci a fermarti, ti consiglio sia il triptofano che sicuramente ti bloccherà questa tendenza compulsiva, sia il cromo che mantiene stabile la glicemia nel sangue.
Meno sbalzi, meno fame.

Brava, ti stai focalizzando sui punti principali:

1. Non ti sei mai amata

2. Fai le cose compulsivamente (esercizio, dieta) e queste non sono un piacere, ma una forzatura. Ecco perché l'organismo reagisce in maniera opposta. La vita si vive per piacere, non per paura. Se c'è paura significa che qualcosa non va dentro di noi.

3. Se ti capita di essere ansiosa, capita. Proprio così, non sei anormale. È uno stato che c'è e va accettato, anche se è fastidioso. PSICO wink.png

La serotonina deve rimanere sempre in un range, non ha senso avere livelli elevati ma giusti.
Il prodotto migliore è il triptofano che è un aminoacido, non un'erba.
Lo trovi online o nelle erboristerie specializzate.
Segui le istruzioni sulla confezione: si assumono dai 500 ai 1000mg di triptofano.
È bene non esagerare e non assumerlo se prendi già psicofarmaci.
Anche il cromo è utile, come ti ho già detto, e puoi aggiungerlo al triptofano.

Ricordati che se vuoi dimagrire devi mangiare bene, non poco.
Inoltre, non puoi forzarti ad avere subito i risultati che cerchi e non puoi neanche pensare di essere felice se dimagrisci.
Diciamo che ti senti più a tuo agio con il tuo corpo, ti senti meglio, questo sì.
Però, non fare mai pensieri del tipo: "se dimagrisco gli altri mi apprezzano di più e sarò più interessante" perché questo non è totalmente vero.

Brava, il fatto che sei molto rigida sulle taglie è un esempio di pensiero dicotomico.
Cerca di non ragionare per obiettivi rigidi, ma flessibili.
Tu ragioni così: "se non rimango sotto la taglia 46 sono un fallimento".
Invece, potresti ragionare così: "a me non interessa la taglia, voglio solo mangiare bene e cercare di non ingrassare, senza però farla diventare una forzatura. Se ogni tanto sforo, non è un fallimento. Sono umana e ho dei difetti".






Inviato da: nemesi90 il Domenica, 10-Nov-2013, 21:00
quindi come faccio ad appianare queste invidie ingiustificate?

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