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> Studiare è Un Incubo, Pensieri ossessivi, ansia, depressione
 
LookingforPeace
Inviato il: Mercoledì, 15-Lug-2020, 00:49
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QUOTE (Leggera @ Martedì, 14-Lug-2020, 17:08)
QUOTE (LookingforPeace @ Martedì, 07-Lug-2020, 23:35)
QUOTE (Leggera @ Domenica, 05-Lug-2020, 11:47)
Ciao, cara.
Soffro di doc dalla tenera età di 7 anni ma l'ho scoperto solo quattro anni fa, iniziando la terapia, strada obbligata visto che il doc è scoppiato in maniera invalidante e prepotente.
Sono quattro anni e mezzo che sono parzialmente bloccata con lo studio. Mi sono fermata a tre esami e mezzo dalla fine e fino ad ora, sono riuscita, con grandissima fatica, a dare un esame e mezzo. Ne mancano ancora due ma il doc è forte, mi distrae continuamente e io non riesco praticamente più a studiare. Sono stanca, sfinita, senza più energie. Sono combattuta tra resistere e mollare. Non mollo per paura che diventi questo, poi, la base del mio malessere.
Voglio permetterti che lo studio, io, l'ho messo davanti a tutto nel corso della mia vita. Un po' per mia visione ma anche e soprattutto perché me lo ha inculcato mio padre. Mi sono privata di tutto. Era il mio rifugio. E ora nemmeno più alla sedia riesco a stare seduta. E più si avvicina la scadenza e peggio è...

Ciao Leggera, ti ringrazio per aver condiviso con me la tua esperienza!
L'altro giorno la psicologa mi ha confermato quanto avevo sospettato dopo un'attenta autoanalisi: anch'io soffro di DOC da quando sono piccola.
Vedo che la nostre esperienze con il disturbo hanno molti aspetti in comune: come te mi sono sempre rifugiata nello studio (fino a quando non è diventato un'ossessione e, di conseguenza, una vera e propria prigione) un po' perché inizialmente pensavo fosse l'unico modo per apprezzarmi ed essere apprezzata e un po' perché i miei genitori mi hanno sempre fatto credere che il valore di una persona si misurasse con le sue prestazioni scolastiche. E sì, anch'io ho dovuto rinunciare a tante cose proprio a causa di questo studio tossico e ossessivo, ma tanto il DOC comprometteva già molti aspetti della mia vita (quello relazionale in primis)... quindi mi trovavo, e mi trovo tuttora, di fronte ad un vicolo cieco.
Come te poi, mi sono fermata a meno di quattro esami dalla laurea e anche per me, come ho già detto, studiare è ormai praticamente impossibile a causa dei pensieri ossessivi.
Penso tu possa capire bene quanto sia brutto avere la voglia di fare e al tempo stesso essere impotente per qualcosa che ti blocca dall'interno ma che tu paradossalmente senti come esterno: mi tormenta il fatto che non possa proseguire gli studi, a maggior ragione perché ho scelto una facoltà che mi piace (studio Lettere Classiche e sono innamorata del latino e del greco) e ho sempre pensato di fare della ricerca accademica la mia professione.
Credo che l'unica soluzione sia accettare la condizione in cui ci troviamo e assecondarci un po' di più... tanto non serve cercare di affrettare i tempi.
Certo, non ti nascondo che la frustrazione è cocente, a maggior ragione se causata dal confronto con gli altri. Prima o poi magari capirò che non siamo tutti uguali (e fortunatamente, aggiungerei).
Ma comunque, tu quali benefici hai tratto dalla psicoterapia? Pensi di aver intravisto un po' di luce in fondo al tunnel? Da quello che mi dici deduco che tu ti sia un po' sbloccata e penso che già questo sia una gran cosa.
P.S.: la citazione di Seneca mi ha fatto pensare che anche tu sia una classicista. Confermi? PSICO-love.gif

Cara.
Sottoscrivo in toto la questione relativa al tuo background: è sicuramente lì che si annida tutto.
Io ho avuto uno sblocco tra 2017 e 2018 e ho dato un esame e mezzo. Sono ferma, nel senso che non riesco a prepararmi per sedermi e dare un esame, da un anno e mezzo. Da fine 2019 ho intrapreso una vera tcc (fino ad allora, ho fatto una semplice terapia della parola che si spacciava per tcc) e qualche miglioramento lo ho avuto, nel senso che ho almeno qualche strumento pratico per difendermi dalle ossessioni. Anche se è dura.
Secondo la mia terapeuta, mi fa paura il futuro, il non vedermi collocata lavorativamente (studio giurisprudenza, ho 32 anni e avevo il sogno di diventare magistrato): è così, sento di aver fallito tutto, su tutti i fronti. In più, ovviamente, iniziano a sorgere esigenze diverse: la voglia di famiglia con il mio fidanzato, l'esigenza di essere indipendente dal punto di vista economico; insomma, cose che, alla mia età, sono normalissime... e che io vedo lontane ed irraggiungibili. Mi rende molto triste tutto questo. In più, per il mio carattere, credo di avere sbagliato la scelta alla base: sono molto empatica, emotiva e il mondo che circonda le professioni forensi mi sembra cinico e arrivista. Ma ormai... devo solo cercare di concludere questo percorso e ti sono sincera: mi sono data una scadenza e se entro dicembre non riesco a dare uno dei due esami, congelo la carriera universitaria e mi fermo per adesso. In futuro, si vedrà, se riuscirò a prendere questo "pezzo di carta".
Attualmente ho un blocco proprio fisico verso i libri che la terapeuta mi dice di fronteggiare mettendomi un po' alla volta. Io ci provo un giorno, faccio una fatica enorme, mi scoraggio e mi lascio andare all'apatia. Mettici pure che, a tutto questo, si è aggiunta la depressione insorta nel 2017 e l'estate, per me, è tragica, perché si riacutizza.

Tu come stai e come stai affrontando lo studio al momento?

PS: vengo dal liceo scientifico ma tornassi indietro, farei il classico perché sono un'appassionata di materie umanistiche. Mi piace leggere e studiare... o meglio, mi piaceVA! Ora non mi riconosco più tanto.

Cara Leggera,
è normale che tu abbia cominciato a maturare certe esigenze e che il fatto di non poterle soddisfare generi in te un senso di frustrazione. Purtroppo quando si hanno problemi di un certo tipo si avverte spesso la sensazione di essere inadeguati e di ritrovarsi sempre indietro rispetto ad altre persone che invece non hanno intoppi che li ostacolino nella realizzazione dei propri progetti. Ma per quanto possa sembrarti astratto e di circostanza quello che ti dirò, è proprio vero che siamo tutti troppo diversi per poterci mettere a confronto e di conseguenza dovremmo cominciare ad accettare, e possibilmente apprezzare, le nostre esperienze di vita, per quanto bizzarre, dolorose, intricate, tortuose possano sembrarci. Lo dico a te e lo dico contemporaneamente anche a me stessa, perché ultimamente sono nel pieno di uno stato ansioso-depressivo che mi porta a rimuginare sempre sulle stesse considerazioni distruttive e che mi lascia totalmente in balia del senso di colpa per aver mollato e non aver resistito abbastanza (il ché non ha senso considerato che se mi sono fermata è stato a causa di difficoltà oggettive che mi impedivano di fare quello che dovevo e che, soprattutto, volevo fare). Come dice la mia psicologa, sarebbe meglio rispolverare un po' il concetto di "responsabilità" e sostituirlo a quello di "senso di colpa" che invece è soltanto sovrastruttura. Insomma Leggera, dobbiamo imparare ad essere più indulgenti con noi stessi: se ci troviamo in determinate condizioni è soltanto perché abbiamo tentato, per quanto maldestramente, di adottare delle strategie di risposta a sofferenze antiche che ci portiamo dentro da molto tempo. Anche per questo ti dico di non pensare troppo alla scelta dell'università: magari hai capito soltanto adesso che gli studi giuridici non sono proprio nelle tue corde ma giunta a questo punto autoflagellarsi non ha senso e l'unica cosa che puoi fare, secondo me, è darci dentro con la tcc e cercare di dare questi ultimi esami non appena sarai in grado di farlo. Il resto verrà da sé: non fasciarti la testa prima di rompertela (come si suol dire) e prova a non fare pensieri troppo ansiogeni sul futuro.
Comunque, probabilmente la prossima settimana riprenderò a toccare i libri dal momento che a causa dell'ansia, delle ossessioni e di quel blocco fisico di cui parlavi anche tu li ho praticamente abbandonati. Ti aggiornerò se avrò novità (e se vuoi anche tu puoi fare lo stesso con me): spero di poter cominciare presto a ricostruire un rapporto più sano con lo studio perché anche per me è sempre stata una grande passione e non vorrei arrivare ad odiarlo completamente. Un bacio :*
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LookingforPeace
Inviato il: Mercoledì, 15-Lug-2020, 01:18
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QUOTE (Leggera @ Martedì, 14-Lug-2020, 23:09)
Looking, sono nella tua situazione: arenata completamente. Tant'è che la mia terapeuta ritiene che, ormai, questi pensieri, si producano anche per noia nei confronti del'attività di studio in sé. E credo abbia ragione. Ho 32 anni e col mio fidanzato, abbiamo iniziato a parlare di progetti di vita concreti. Molto dipende da me: o concludo o mollo. Così non ce la faccio, mi sembra un'agonia lentissima e dolorosa. Sento di fare a me stessa una vera e propria violenza.
Neanche io riesco a buttarmi: se non studio, come faccio, almeno a tentare? Inutile dire che sono una perfezionista e che riesco a studiare con qualcuno solo quando ho terminato il programma e l'ho fatto mio. Sono lenta perché approfondisco ogni virgola. Non so se devo cambiare questa modalità... ma COME? E' una vita che ho questi ritmi.
La mia terapeuta mi suggerisce di darmi dei piccoli obiettivi quotidiani. Iniziare così. Io inizio pure, ma poi mi perdo.
Sono in difficoltà seria e sono felice di aver trovato qualcuno che comprende le mie difficoltà perché le vive. Anche se non auguro a nessuno di vivere questo schifo, onestamente.

Vi mando un abbraccio virtuale.

Cara Leggera, rispondo ora anche a questo tuo ultimo commento benché, senza saperlo, in parte l'abbia fatto già con la mia risposta precedente.
Tra me e te ci sono dieci anni di differenza ma a livello di stanchezza mentale siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Certo, io non ho ancora l'età né l'appoggio di un compagno per cominciare ad elaborare dei progetti di vita concreti, ma ciononostante sento comunque di doverti incitare a non mollare e a non abbandonare l'obbiettivo della laurea che è davvero più vicino di quanto tu possa pensare. Prendila come un'occasione per dare una risposta a te stessa e per riscattarti da tutta la sofferenza che hai provato fino ad adesso. Non hai motivo di credere che tu non abbia le capacità per riuscire in questo intento. Probabilmente devi lavorare ancora tanto per curare certe ferite e per ricostruire la tua autostima: parliamoci chiaramente, queste difficoltà che riscontriamo nello studio altro non sono che riflesso di una più generale condizione di sofferenza, ma ti assicuro (o meglio, la mia psicologa assicura ahahah) che non si tratta di un problema irreversibile e che verosimilmente potrebbe anche sparire se riuscissimo a trovare la serenità dentro di noi.
Ricambio l'abbraccio e ti auguro ogni bene :*
PM
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Tris97
Inviato il: Mercoledì, 15-Lug-2020, 13:16
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Ciao io dopo 4 anni ieri ho dato il mio primo esame
E sono felice in quanto è stata una svolta
Pian piano ti sbloccherai anche te
Un abbraccio
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LookingforPeace
Inviato il: Mercoledì, 15-Lug-2020, 16:59
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QUOTE (Tris97 @ Mercoledì, 15-Lug-2020, 12:16)
Ciao io dopo 4 anni ieri ho dato il mio primo esame
E sono felice in quanto è stata una svolta
Pian piano ti sbloccherai anche te
Un abbraccio

Ciao Tris97,
sono felicissima per te! Mi rincuora sentire un'altra testimonianza positiva. Hai adottato delle strategie in particolare per riuscire a sbloccarti? Se ti va fammi sapere :*
PM
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Noyer
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QUOTE (LookingforPeace @ Martedì, 14-Lug-2020, 22:59)
QUOTE (Noyer @ Lunedì, 13-Lug-2020, 16:47)
QUOTE (LookingforPeace @ Martedì, 30-Giu-2020, 17:52)
Ciao a tutti!
Questo è il mio primo post, ho deciso di scriverlo perché ho pensato che potesse essermi utile confrontarmi con qualcuno sui miei problemi, a maggior ragione se sono state vissute esperienze simili.
Parto con il dire che sono molto confusa: sono seguita da qualche mese da una psicoterapeuta ma non ho ricevuto ancora una diagnosi ben precisa, di conseguenza non so nemmeno se abbia scritto nel forum corretto. Ad ogni modo, vado dritta al punto: sono in piena sessione e a pochi esami dalla laurea ma pur avendo fatto svariati tentativi ho capito che ormai studiare mi terrorizza. E credo che non sia soltanto questione di ansia. Tutto è iniziato quando verso la fine del secondo liceo si è infilato nella mia testa un pensiero che da lì in poi non mi avrebbe più abbandonata e che, anzi, si sarebbe radicato sempre di più, ovvero quello di dover studiare tutto alla perfezione ripetendo fino a quando l'esposizione non fosse impeccabile. Un pensiero assurdo, soprattutto perché prima che lui arrivasse il mio rendimento scolastico era ottimale e tutto ciò che studiavo lo assimilavo rapidamente e in maniera efficace (tanto da ricordarlo ancora adesso, a distanza di anni). Devo ammettere che ho sempre avuto fissazioni di vario genere sin da quando sono piccola, in particolar modo legate alle manie di perfezione e di controllo. A queste poi si aggiungono una situazione familiare poco serena e chiare difficoltà nelle relazioni dovute per lo più a complessi di inferiorità e a conseguenti paure di abbandono e di tradimento. Considerato che a causa di queste stesse difficoltà ad un certo punto della mia vita mi sono rifugiata nello studio come se fosse l'unica dimensione in cui potessi essere davvero apprezzata, pensate a quanto sia stato (e sia tuttora) difficile per me accettare le conseguenze di quel pensiero ossessivo e convivere con esse. Alla fine ho preso il diploma di liceo classico con il massimo dei voti e all'università ho una media molto alta ma il prezzo da pagare per ottenere questi risultati è stato piuttosto alto: a causa dell'enorme dispendio di energie necessario per sostenere quel tipo di studio patologico alle superiori mi ritrovavo spesso a procrastinare e di conseguenza a studiare soltanto nelle ore notturne, e allo stesso modo la preparazione di un esame universitario implicava dei ritmi giornalieri difficili da sostenere (ben lontani da quelli normali, per quanto duri, di un comune studente in sessione). Insomma, fatto sta che l'anno scorso, mentre studiavo per una materia, ho provato per la prima volta un'ansia pericolosa, diversa da quella che fino ad allora mi aveva spronato ad impegnarmi nonostante tutto, e che da quel momento in poi avrebbe occupato in maniera sempre più invasiva la mia vita compromettendo innanzitutto il mio rendimento accademico e sfociando poi col tempo in conseguenti periodi di depressione. Così oggi mi ritrovo in una situazione abbastanza difficile: sono stanca di sostenere i ritmi di studio richiesti dal pensiero ossessivo, l'ansia e il rimuginio non mi fanno concentrare e bloccano ogni tentativo di resistenza e di riscatto, e la depressione che deriva dagli inevitabili fallimenti (ho avuto risultati deludenti durante l'ultima sessione invernale e da allora non riesco più a presentarmi ad un esame) mi annulla e mi fa pensare al peggio.
Cosa ne pensate? Cosa fareste al posto mio? Grazie alla psicoterapia fino a qualche mese fa sono riuscita a stare un po’ meglio e ho sfruttato la quarantena per dedicarmi di più a me stessa, ma una volta iniziata la sessione i problemi sono ricominciati... Fatemi sapere :*

Ciao , io ero esattamente come te. Se proprio devo dirtela i miei disturbi ossessivi che all epoca non pensavo fossero disturbi ossessivi ma un mio semplice modo di fare sono iniziati all’università, non sostenevo esami se non sapevo tutto alla perfezione e se durante il discorso mi capitava di sbagliare a pronunciare una parola ricominciavo il discorso tutto da capo , questo mi ha portato ad un stress insostenibile perché riuscivo a dare pochi esami ed ero indietro quindi appena ne finivo uno , dovevo subito attaccare con un altro. A volte mi veniva proprio il rifiuto di aprire i libri perché facevo uno sforzo psicologico assurdo , mi stancavo tantissimo. A questo si unì il fatto che i miei colleghi cominciavano a laurearsi ed io ero ancora indietro , le persone della mia età , del mio paese cominciavano a laurearsi e io NO, evitavo tutti come la peste avevo vergogna che mi dicessero qualcosa e io non sapevo come rispondere. Cominciai a mentire e a dire che mi mancava un solo esame , mentivo ai miei amici , alla mia famiglia , non andavo più da nessuna parte perché non volevo avere domande sull università , addirittura il Natale decisi di passarlo fuori casa per paura che qualcuno mi chiedesse e con l’università ? La tesi. I miei genitori sono molto autoritari sul rendimento universitario e scolastico. In realtà mi mancavano 3 esami alla fine dopo numerose volte in cui dicevo che mi avevano bocciata quando in realtà non mi presentavo nemmeno in aula ebbi il coraggio di dirlo a mia mamma. Alla fine dissi basta : sto studiando questi esami da una vita almeno ci devo provare , feci i 3 esami in unico mese con voti alti avendo ripetuto la metà della metà delle volte rispetto a prima e mi laureai il mese dopo. Credimi non so come ho fatto , ma è stato il periodo più brutto della mia vita !!! Che mi ha sottoposto ad uno stress psicologico elevatissimo che ha preparato terreno fertile per una vera e propria esplosione di DOC. ( ma a me non è stato soltanto questo, quindi tranquilla) però la vita non è solo l università e lo studio e se ci carichiamo di stress psicologico elevato per lo studio se succede qualcosa altro che richiedere anche altra attenzione , cadiamo!!
Ti auguro di risolvere al più presto questo problema , buttandoti direttamente a fare gli esami perché solo sforzandoti di fare l’esame anche non sapendo tutto ti aiuterà a capire

Cara Noyer,
leggere la tua esperienza sicuramente mi dà speranza e mi rincuora. Sono contenta che tu sia riuscita a sbloccarti e, di conseguenza, a laurearti!
Mamma mia, quanto mi rivedo in molte delle dinamiche che hai descritto: il confronto cocente con colleghi e coetanei, la vergogna e la paura del giudizio, la fuga da tutto e da tutti pur di evitare QUELLE domande che inevitabilmente risveglierebbero dentro delle sensazioni dolorosissime, e il rifiuto viscerale nei confronti di questo tipo di studio tanto tossico (o meglio, appunto, ossessivo) da richiedere uno sforzo fisico e psicologico che uno studente in condizioni normali non sarebbe nemmeno in grado di concepire. Però, per quanto riguarda proprio l'atto fisico dello studio, credo che la mia situazione sia leggermente diversa dalla tua (e in peggio, direi)... infatti all'inizio di questa ossessione credevo davvero di dover imparare e ripetere tutto alla perfezione (e se non lo facevo era per me come se non stessi studiando) e sacrificavo "volentieri" la mia salute fisica e mentale, ma con il tempo, pur rendendomi conto della follia di un tale proposito, mi sono ritrovata come costretta a dover procedere in quel modo perché ormai l'ossessione si era radicata e non riuscivo più a studiare in maniera naturale e distaccata. Poi il corto circuito. Fatto sta che adesso sinceramente non mi interessa ritornare ad avere i risultati eccellenti di un tempo... tanto non riesco quasi più nemmeno a leggere e ad apprendere quello che leggo (e in questo principalmente penso che risieda la differenza tra la mia e la tua esperienza perché da quello che mi hai detto deduco che tu fortunatamente non ti sia ridotta a questo stadio), figurati se posso permettermi il lusso della minuzia. Come penso avrai ben capito non si tratta di buttarsi o meno perché nelle condizioni in cui mi trovo adesso ho la certezza quasi matematica di non passare l'esame (come del resto mi è accaduto in passato dopo aver deciso, per l'appunto, di buttarmi) avendo maturato a causa del DOC delle difficoltà oggettive.
Comunque, fammi sapere se ho interpretato male le tue parole e se invece le nostre storie sono più simili di quanto io creda: mi farebbe piacere essere smentita perché così avrei modo di credere che possa esserci un lieto fine anche per me!
P.S.: è vero, lo studio e l'università non sono la vita, e faremmo meglio a ridimensionare la loro incidenza sulle nostre condizioni psicofisiche, ma senz'altro sono riflesso di una più generale situazione di sofferenza... sicuramente costituiscono uno dei campanelli d'allarme che dovrebbero indurci all'intervento e quindi all'inizio di un percorso terapeutico.

Ti sbagli anche io ero così , se leggevo una pagina non sapevo esprimerla a parole mie . Era una cosa assurda, io ti capisco perfettamente, dovevo dire esattamente le parole che avevo scritto sul quaderno oppure che erano presenti sul libro. Mia sorella mi diceva che io ero ignorante , che questo non era un modo di studiare che non si studiava così perché poi alla fine dopo l’esame non ricordi niente. Ma io volevo la perfezione e ripetevo ripetevo ossessivamente tutto parola per parola. Credimi il mio percorso universitario non è stato per nulla facile , sono uscita fuori corso perché ? Perché passavo anche 6 7 mesi a scrivere sul quaderno riassiunti riassiuntini approfondimenti e così via senza magari nemmeno impararli perché psicologicamente non c’è la facevo proprio a studiare con l illusione che quando sarebbe arrivato il momento dell esame che volevo preparare , avrei imparato tutto in un batti baleno ma non era così. Non imparavo velocemente , era una tragedia , cominciavano ad accavallarsi gli esami io che ci mettevo veramente 30 anni ad impararmi 10 pagine. Alla fine vuoi sapere quale è la cosa che mi ha fatto scattare ? Che non c’è la facevo più , che non potevo dire altre bugie a mio padre che stava per perdere la pazienza perché dicevo che c’era questo professore che mi bocciava sempre quando poi non era vero quindi o li facevo o li facevo per forza( altrimenti sarebbe andato dal rettore e non potevo far incolpare un professore per i miei problemi mentali PSICO D.gif ) ho cominciato a leggere articoli su internet su come si faceva a studiare, e morale della favola sottolineavo le cose più importanti , mi preparavo una lista di domande che trovavo in giro e mi facevo degli schemi che mi hanno permesso di non imparare tutto compulsivamente ma le cose più importanti come fanno tutti!! Adesso sono iscritta alla magistrale.
Io ti capisco ma prova a fare le cose diversamente , non fare le cose allo stesso modo prova in modo diverso come ho fatto io !
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Noyer
Inviato il: Giovedì, 16-Lug-2020, 11:41
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QUOTE (Leggera @ Martedì, 14-Lug-2020, 23:09)
Looking, sono nella tua situazione: arenata completamente. Tant'è che la mia terapeuta ritiene che, ormai, questi pensieri, si producano anche per noia nei confronti del'attività di studio in sé. E credo abbia ragione. Ho 32 anni e col mio fidanzato, abbiamo iniziato a parlare di progetti di vita concreti. Molto dipende da me: o concludo o mollo. Così non ce la faccio, mi sembra un'agonia lentissima e dolorosa. Sento di fare a me stessa una vera e propria violenza.
Neanche io riesco a buttarmi: se non studio, come faccio, almeno a tentare? Inutile dire che sono una perfezionista e che riesco a studiare con qualcuno solo quando ho terminato il programma e l'ho fatto mio. Sono lenta perché approfondisco ogni virgola. Non so se devo cambiare questa modalità... ma COME? E' una vita che ho questi ritmi.
La mia terapeuta mi suggerisce di darmi dei piccoli obiettivi quotidiani. Iniziare così. Io inizio pure, ma poi mi perdo.
Sono in difficoltà seria e sono felice di aver trovato qualcuno che comprende le mie difficoltà perché le vive. Anche se non auguro a nessuno di vivere questo schifo, onestamente.

Vi mando un abbraccio virtuale.

Anche io non studiavo mai con nessuno , ma ancora oggi non studio con nessuno perché sono modi di fare , c’è chi si trova e chi no . Il problema non è lo studiare insieme a qualcuno ma come si studia . Leggi la risposta che ho dato a lookingforpeace
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Inviato il: Giovedì, 16-Lug-2020, 21:07
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QUOTE (Noyer @ Giovedì, 16-Lug-2020, 10:39)
QUOTE (LookingforPeace @ Martedì, 14-Lug-2020, 22:59)
QUOTE (Noyer @ Lunedì, 13-Lug-2020, 16:47)
QUOTE (LookingforPeace @ Martedì, 30-Giu-2020, 17:52)
Ciao a tutti!
Questo è il mio primo post, ho deciso di scriverlo perché ho pensato che potesse essermi utile confrontarmi con qualcuno sui miei problemi, a maggior ragione se sono state vissute esperienze simili.
Parto con il dire che sono molto confusa: sono seguita da qualche mese da una psicoterapeuta ma non ho ricevuto ancora una diagnosi ben precisa, di conseguenza non so nemmeno se abbia scritto nel forum corretto. Ad ogni modo, vado dritta al punto: sono in piena sessione e a pochi esami dalla laurea ma pur avendo fatto svariati tentativi ho capito che ormai studiare mi terrorizza. E credo che non sia soltanto questione di ansia. Tutto è iniziato quando verso la fine del secondo liceo si è infilato nella mia testa un pensiero che da lì in poi non mi avrebbe più abbandonata e che, anzi, si sarebbe radicato sempre di più, ovvero quello di dover studiare tutto alla perfezione ripetendo fino a quando l'esposizione non fosse impeccabile. Un pensiero assurdo, soprattutto perché prima che lui arrivasse il mio rendimento scolastico era ottimale e tutto ciò che studiavo lo assimilavo rapidamente e in maniera efficace (tanto da ricordarlo ancora adesso, a distanza di anni). Devo ammettere che ho sempre avuto fissazioni di vario genere sin da quando sono piccola, in particolar modo legate alle manie di perfezione e di controllo. A queste poi si aggiungono una situazione familiare poco serena e chiare difficoltà nelle relazioni dovute per lo più a complessi di inferiorità e a conseguenti paure di abbandono e di tradimento. Considerato che a causa di queste stesse difficoltà ad un certo punto della mia vita mi sono rifugiata nello studio come se fosse l'unica dimensione in cui potessi essere davvero apprezzata, pensate a quanto sia stato (e sia tuttora) difficile per me accettare le conseguenze di quel pensiero ossessivo e convivere con esse. Alla fine ho preso il diploma di liceo classico con il massimo dei voti e all'università ho una media molto alta ma il prezzo da pagare per ottenere questi risultati è stato piuttosto alto: a causa dell'enorme dispendio di energie necessario per sostenere quel tipo di studio patologico alle superiori mi ritrovavo spesso a procrastinare e di conseguenza a studiare soltanto nelle ore notturne, e allo stesso modo la preparazione di un esame universitario implicava dei ritmi giornalieri difficili da sostenere (ben lontani da quelli normali, per quanto duri, di un comune studente in sessione). Insomma, fatto sta che l'anno scorso, mentre studiavo per una materia, ho provato per la prima volta un'ansia pericolosa, diversa da quella che fino ad allora mi aveva spronato ad impegnarmi nonostante tutto, e che da quel momento in poi avrebbe occupato in maniera sempre più invasiva la mia vita compromettendo innanzitutto il mio rendimento accademico e sfociando poi col tempo in conseguenti periodi di depressione. Così oggi mi ritrovo in una situazione abbastanza difficile: sono stanca di sostenere i ritmi di studio richiesti dal pensiero ossessivo, l'ansia e il rimuginio non mi fanno concentrare e bloccano ogni tentativo di resistenza e di riscatto, e la depressione che deriva dagli inevitabili fallimenti (ho avuto risultati deludenti durante l'ultima sessione invernale e da allora non riesco più a presentarmi ad un esame) mi annulla e mi fa pensare al peggio.
Cosa ne pensate? Cosa fareste al posto mio? Grazie alla psicoterapia fino a qualche mese fa sono riuscita a stare un po’ meglio e ho sfruttato la quarantena per dedicarmi di più a me stessa, ma una volta iniziata la sessione i problemi sono ricominciati... Fatemi sapere :*

Ciao , io ero esattamente come te. Se proprio devo dirtela i miei disturbi ossessivi che all epoca non pensavo fossero disturbi ossessivi ma un mio semplice modo di fare sono iniziati all’università, non sostenevo esami se non sapevo tutto alla perfezione e se durante il discorso mi capitava di sbagliare a pronunciare una parola ricominciavo il discorso tutto da capo , questo mi ha portato ad un stress insostenibile perché riuscivo a dare pochi esami ed ero indietro quindi appena ne finivo uno , dovevo subito attaccare con un altro. A volte mi veniva proprio il rifiuto di aprire i libri perché facevo uno sforzo psicologico assurdo , mi stancavo tantissimo. A questo si unì il fatto che i miei colleghi cominciavano a laurearsi ed io ero ancora indietro , le persone della mia età , del mio paese cominciavano a laurearsi e io NO, evitavo tutti come la peste avevo vergogna che mi dicessero qualcosa e io non sapevo come rispondere. Cominciai a mentire e a dire che mi mancava un solo esame , mentivo ai miei amici , alla mia famiglia , non andavo più da nessuna parte perché non volevo avere domande sull università , addirittura il Natale decisi di passarlo fuori casa per paura che qualcuno mi chiedesse e con l’università ? La tesi. I miei genitori sono molto autoritari sul rendimento universitario e scolastico. In realtà mi mancavano 3 esami alla fine dopo numerose volte in cui dicevo che mi avevano bocciata quando in realtà non mi presentavo nemmeno in aula ebbi il coraggio di dirlo a mia mamma. Alla fine dissi basta : sto studiando questi esami da una vita almeno ci devo provare , feci i 3 esami in unico mese con voti alti avendo ripetuto la metà della metà delle volte rispetto a prima e mi laureai il mese dopo. Credimi non so come ho fatto , ma è stato il periodo più brutto della mia vita !!! Che mi ha sottoposto ad uno stress psicologico elevatissimo che ha preparato terreno fertile per una vera e propria esplosione di DOC. ( ma a me non è stato soltanto questo, quindi tranquilla) però la vita non è solo l università e lo studio e se ci carichiamo di stress psicologico elevato per lo studio se succede qualcosa altro che richiedere anche altra attenzione , cadiamo!!
Ti auguro di risolvere al più presto questo problema , buttandoti direttamente a fare gli esami perché solo sforzandoti di fare l’esame anche non sapendo tutto ti aiuterà a capire

Cara Noyer,
leggere la tua esperienza sicuramente mi dà speranza e mi rincuora. Sono contenta che tu sia riuscita a sbloccarti e, di conseguenza, a laurearti!
Mamma mia, quanto mi rivedo in molte delle dinamiche che hai descritto: il confronto cocente con colleghi e coetanei, la vergogna e la paura del giudizio, la fuga da tutto e da tutti pur di evitare QUELLE domande che inevitabilmente risveglierebbero dentro delle sensazioni dolorosissime, e il rifiuto viscerale nei confronti di questo tipo di studio tanto tossico (o meglio, appunto, ossessivo) da richiedere uno sforzo fisico e psicologico che uno studente in condizioni normali non sarebbe nemmeno in grado di concepire. Però, per quanto riguarda proprio l'atto fisico dello studio, credo che la mia situazione sia leggermente diversa dalla tua (e in peggio, direi)... infatti all'inizio di questa ossessione credevo davvero di dover imparare e ripetere tutto alla perfezione (e se non lo facevo era per me come se non stessi studiando) e sacrificavo "volentieri" la mia salute fisica e mentale, ma con il tempo, pur rendendomi conto della follia di un tale proposito, mi sono ritrovata come costretta a dover procedere in quel modo perché ormai l'ossessione si era radicata e non riuscivo più a studiare in maniera naturale e distaccata. Poi il corto circuito. Fatto sta che adesso sinceramente non mi interessa ritornare ad avere i risultati eccellenti di un tempo... tanto non riesco quasi più nemmeno a leggere e ad apprendere quello che leggo (e in questo principalmente penso che risieda la differenza tra la mia e la tua esperienza perché da quello che mi hai detto deduco che tu fortunatamente non ti sia ridotta a questo stadio), figurati se posso permettermi il lusso della minuzia. Come penso avrai ben capito non si tratta di buttarsi o meno perché nelle condizioni in cui mi trovo adesso ho la certezza quasi matematica di non passare l'esame (come del resto mi è accaduto in passato dopo aver deciso, per l'appunto, di buttarmi) avendo maturato a causa del DOC delle difficoltà oggettive.
Comunque, fammi sapere se ho interpretato male le tue parole e se invece le nostre storie sono più simili di quanto io creda: mi farebbe piacere essere smentita perché così avrei modo di credere che possa esserci un lieto fine anche per me!
P.S.: è vero, lo studio e l'università non sono la vita, e faremmo meglio a ridimensionare la loro incidenza sulle nostre condizioni psicofisiche, ma senz'altro sono riflesso di una più generale situazione di sofferenza... sicuramente costituiscono uno dei campanelli d'allarme che dovrebbero indurci all'intervento e quindi all'inizio di un percorso terapeutico.

Ti sbagli anche io ero così , se leggevo una pagina non sapevo esprimerla a parole mie . Era una cosa assurda, io ti capisco perfettamente, dovevo dire esattamente le parole che avevo scritto sul quaderno oppure che erano presenti sul libro. Mia sorella mi diceva che io ero ignorante , che questo non era un modo di studiare che non si studiava così perché poi alla fine dopo l’esame non ricordi niente. Ma io volevo la perfezione e ripetevo ripetevo ossessivamente tutto parola per parola. Credimi il mio percorso universitario non è stato per nulla facile , sono uscita fuori corso perché ? Perché passavo anche 6 7 mesi a scrivere sul quaderno riassiunti riassiuntini approfondimenti e così via senza magari nemmeno impararli perché psicologicamente non c’è la facevo proprio a studiare con l illusione che quando sarebbe arrivato il momento dell esame che volevo preparare , avrei imparato tutto in un batti baleno ma non era così. Non imparavo velocemente , era una tragedia , cominciavano ad accavallarsi gli esami io che ci mettevo veramente 30 anni ad impararmi 10 pagine. Alla fine vuoi sapere quale è la cosa che mi ha fatto scattare ? Che non c’è la facevo più , che non potevo dire altre bugie a mio padre che stava per perdere la pazienza perché dicevo che c’era questo professore che mi bocciava sempre quando poi non era vero quindi o li facevo o li facevo per forza( altrimenti sarebbe andato dal rettore e non potevo far incolpare un professore per i miei problemi mentali PSICO D.gif ) ho cominciato a leggere articoli su internet su come si faceva a studiare, e morale della favola sottolineavo le cose più importanti , mi preparavo una lista di domande che trovavo in giro e mi facevo degli schemi che mi hanno permesso di non imparare tutto compulsivamente ma le cose più importanti come fanno tutti!! Adesso sono iscritta alla magistrale.
Io ti capisco ma prova a fare le cose diversamente , non fare le cose allo stesso modo prova in modo diverso come ho fatto io !

Ecco, come avevo sospettato ho mal interpretato le tue parole. A maggior ragione adesso ti ammiro perché deve essere stato davvero poco semplice riuscire a liberarti da una situazione del genere. Proverò a fare come hai fatto tu... prima o poi dovrò uscirne anch'io. Comunque, come va adesso? La tua qualità di studio è migliorata dopo questa esperienza? Un abbraccio :*
PM
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Tris97
Inviato il: Giovedì, 16-Lug-2020, 23:53
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No nessuna stategia
Mi sono sentita che era il momento di dare una piccola svolta
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LookingforPeace
Inviato il: Domenica, 19-Lug-2020, 23:30
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QUOTE (Miss Francine @ Domenica, 19-Lug-2020, 15:19)
A qualcuno è successo di avere dei problemi nella lettura, cioè di rendersi conto di non leggere più come una volta, di dover tornare sempre indietro e di rendere pochissimo?!

Potrebbe essere doc e/o internet?!


Grazie.

Ciao.

Ciao Miss Francine,
sì, potrebbe essere. Per quello che so, ciò che hai detto costituisce una delle molteplici facce del DOC, che infatti ha in genere un forte impatto sul piano cognitivo e mnemonico: io e molte altre persone con una situazione simile riscontriamo proprio gli stessi problemi (ti basta leggere le altre risposte a questo forum per farti un’idea).
Ad ogni modo, ti consiglio comunque di non affidarti ciecamente all’autoanalisi e a quello che leggi su internet... è sempre meglio ascoltare prima il parere di uno specialista. Un abbraccio
PM
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LookingforPeace
Inviato il: Lunedì, 20-Lug-2020, 21:56
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QUOTE (Miss Francine @ Lunedì, 20-Lug-2020, 16:19)
Ciao LookingforPeace,
grazie per la risposta. PSICO smile.gif
Diciamo che in questa discussione si parlava più di altro, nel mio caso non è avere paranoie su altro, cioè anche alle volte, ma soprattutto è il non leggere più come prima. Una volta i libri, e le materie discorsive in particolare, per me non rappresentavano alcun problema.

Beh, questa è una cosa che ho riscontrato e riscontro personalmente purtroppo, gli specialisti li ho visti, tranquillo... PSICO wink.png

Il problema è la soluzione, quella non viene fornita facilmente, medicine e "cognitivismo" a parte.

A volte penso che i problemi siano sorti o peggiorati con l'uso eccessivo di internet. Internet ha un impatto sul cervello...

Ciao e ricambio l'abbraccio.

Capisco perfettamente come ti senti, dico davvero. Tanto tempo fa amavo leggere e divoravo libri in tempi brevissimi, studiare (soprattutto le materie discorsive, come hai detto tu) non era un problema perché mi bastava guardare anche solo una volta un argomento e ne acquisivo piena padronanza. Ad un certo punto si conficcò nella mia mente il pensiero che il mio modo di studiare non fosse sufficiente per ottenere risultati eccellenti (cosa non vera perché i risultati eccellenti li avevo eccome). Così iniziò la mia ossessione con annessa compulsione (ripetere continuamente finché l’esposizione non fosse perfetta)... il tutto poi con il tempo si è automatizzato, e così oggi ho dei tempi di apprendimento lentissimi e studiare è ormai davvero un incubo. Grazie alla psicoterapia ho capito che questa ossessione, insieme alle altre “paranoie”, altro non era che una strategia maldestra adottata dal mio cervello per rispondere ad una sofferenza antica. La soluzione comunque non te la potrà fornire mai nessuno: lo specialista può soltanto fornirti degli strumenti per capire la genesi del tuo problema (cosa fondamentale perché se non si agisce sulla causa i sintomi si ripresenteranno anche quando penserai di averli placati) e per comportarti di conseguenza. I farmaci non li ho mai presi ma credo servano a creare le condizioni per affrontare il problema stesso, cosa spesso resa quasi impossibile dall’entità dei sintomi. Spero di essere stata più chiara con questa risposta e di averti aiutata anche solo in piccola parte.
PM
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