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> Cos'è Un Sano Coming Out Gay?, Le 5 fasi
 
aiutogay.it
Inviato il: Lunedì, 22-Mag-2017, 10:58
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Iscritto il: 22-Mag-2017



Nella 1^ Fase quella del Precoming-out secondo Coleman e altri autori sopracitati, abbiamo questi tipici comportamenti, pensieri, idee, fantasie, ecc.: sentirsi socialmente diversi durante la fanciullezza, sentirsi alienati e soli, avere ambigue attrazioni verso il proprio sesso, paura di essere notato comportamenti scorretti, per avere pensieri e sentimenti privati, sentimenti di tipo depressivo, o si comunicano i problemi somatizzando. Conseguentemente l’intervento del counselor potrebbe essere quello di: empatizzare con i sentimenti del cliente circa l’alienazione e la paura, destrutturare la stigmatizzazione sui sentimenti di diversità sociale, trattare la depressione del momento, inviare se è il caso ad un medico, intervenire per prevenire idee o tentativi di suicidio, escludere serie psicopatologie.


2^ Fase Coming out. I sentimenti di diversità sessuale continuano durante l’adolescenza; i sentimenti personali possono essere in relazione con l'identità gay o lesbica. Esiste una distanza rispetto ai propri sentimenti omoerotici; ci si domanda: Sono gay? o Lesbica?; ci si informa sull’omosessualità, si inibiscono i sentimenti associativi con altri gay o lesbiche; si cerca di adeguarsi avendo relazioni eterosessuali; si valuta la possibile accettazione di sé con altri ragazzi eterosessuali, si può sfuggire da sentimenti omosessuali abusando di sostanze chimiche (psicofarmaci, droghe ecc.), si evitano informazioni sulla sessualità del proprio stesso sesso, si consultano professionisti per valutare un cambiamento dell’orientamento sessuale, ci si sente alienati dagli altri, negando, razionalizzando o limitando la propria consapevolezza.
L’intervento del consulente o del counselor può essere allora mirato a:
empatizzare con la confusione del cliente, esplorare il significato personale di questa confusione, scoraggiare una prematura identificazione o autoetichettamento, aiutarlo a identificare e a conoscere i sentimenti verso le persone dello stesso sesso, esplorare le paure e l’ansia, rispondere accuratamente alle domande che formula, affermare le abilità e le caratteristiche peculiari del suo cliente, facilitare un positivo modello di riferimento, agevolarlo a ricevere sostegno altrove, intervenire in caso di abuso di sostanze, ristrutturare l'immagine affermativa di un gay o di una lesbica.

3^Fase
Esplorazione.
Ancora in questa fase ci possono essere tipici comportamenti o pensieri, fantasie e paure varie che possono bloccare l’autosviluppo del cliente per come lui stesso desidera. Vediamo quali:
comincia ad ammettere che egli può essere gay (o lesbica), tollera la sua probabile nuova identità, frequenta la comunità gay/lesbica, esplora la sottocultura gay, sperimenta la sessualità con lo stesso sesso, comincia ad autodichiararsi, ha difficoltà a gestire sentimenti inadeguati verso la famiglia, si giudica anche immaturo o immorale, sviluppa abilità interpersonali, senso positivo di auto stima, o è sessualmente competitivo, cerca gruppi di coetanei dove può sentirsi condiviso.

L’intervento in questa fase del counselor si incentrerà su sostegno e stimolo verso la realizzazione di sé e verso la facilitazione della sua affermazione personale:
considera insieme a lui che la sua autopercezione riguarda una sua probabile identità di gay o lesbica, stimola insight sulla formazione dell’identità, offre informazioni, provvede alle informazioni sulla sessualità umana, continua a facilitare l’individuazione dalla famiglia, agevola il cliente a costruire una nuova personale e sociale identità, esplora potenziali rifiuti e problemi con l’esterno (sociale, mondo scolastico, lavorativo).


4^ Fase
Prima Relazione
Qui definita da altri autori come una fasi di accettazione, di “impegno” di “affidamento”, come dalle fasi di Coleman che stiamo seguendo di Prima Relazione, l’individuo accetta più che tollerare la sua autoimmagine di gay o lesbica, aumenta la frequentazione dei contatti con altri gay e lesbiche, inizia a formare amicizie significative con altri gay/lesbiche, ha chiari i suoi desideri e bisogni sessuali, avverte la necessità di entrare in una relazione d’intimità, ha in queste prime relazioni aspettative irrealistiche , si sente estremamente vulnerabile verso il partner, riconcettualizza la propria identità gay o lesbica come naturale, normale, e valida per sé, esprime gratificazione e soddisfazione per la nuova identità e diventa riluttante ad abbandonarla, cresce in lui i desiderio di aprirsi a persone eterosessuali, e impara a selezionare le possibili aperture emotive, riconosce i bisogni di affermazione, fisici e sessuali come nutrienti per la propria crescita, adotta una filosofia piena o parziale di legittimazione,.

Chiaramente a questo livello l’aiuto del counselor non può non essere di incoraggiare e agevolare l’autoaffermazione che via via si consolida e quindi:
incoraggia il cliente a adottare temporaneamente la sua identità, si rivolge a lui come ad un gay, o lesbica o bisessuale, supporta attivamente lo sviluppo del sociale gay, rifinisce la decisione del cliente di autodichiararsi, facilita le abilità di comunicazione e di relazione interpersonale e intima, provvede se necessario ad un counseling di coppia, chiarifica la scelta di una totale o parziale legittimazione, ricapitola con lui gli obiettivi se necessario, sottolinea il disagio che deriva dall’avere una identità duale.

5^Fase

Integrazione
Detta anche Identity Pride, fase dell’orgoglio dell’identità, a Self-Definition and Reintegration, di autodefinizione e reintegrazione, in questa fase sembra si accompagni ad una sorta di forte autodeterminazione, infatti fra le caratteristiche più frequenti troviamo: dicotomizzazione fra persone basata sull’orientamento e sull’identificazione, deprezza il significato dell’eterosessualità, esagera l’importanza di altri gay/lesbiche, non solo accetta ma preferisce la nuova identità ad una autoimmagine eterosessuale, si immerge nella sottocultura gay, consuma voracemente riviste gay, può diventare un attivista, riconosce similarità fra sé e la controparte eterosessuale, è consapevole delle differenze fra sé e altri gay, sente meno opprimente la rabbia e l’orgoglio, la sua autoapertura (dichiararsi) è automatica, sente grande sicurezza e un’identità integrata,
www.aiutogay.it
tratto da Identità Diverse. Palomba/DelFavero kappa ed.
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