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> Doc Da Relazione E Omosessuale, articolo da me tradotto scusate gli errori
 
giovannalapazza
Inviato il: Venerdì, 13-Lug-2007, 13:31
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Comprensione e trattamento dei dubbi ossessivi relativi all’orientamento sessuale e alla essenza della propria relazione sentimentale

Il programma televisivo è “Seinfield” , lo scenario è l’ufficio di un massaggiatore professionale. Uno dei protagonisti, George Costanza , ha accettato di ricevere il primo massaggio professionale della sua vita, Jerry Seinfield lo ha fortemente raccomandato dichiarandolo estremamente rilassante e di gran beneficio.

George è nella sala d’attesa del suo ufficio che aspetta, augurandosi di essere massaggiato da una donna giovane e attraente, ma con sua grande sorpresa scopre invece che a massaggiarlo sarà un omone attraente e ben piazzato con una t-shirt bianca e pantaloncini.

Anche se all’inizio george è un po’ esitante poi decide , suo malgrado, di accettare il massaggio sotto la pressione di jerri.

Nella scena successiva vediamo george che si catapulta fuori dall’ufficio , incontra jerry e, con il terrore negli occhi , ammette :
- penso che “lui “ si sia mosso -

Apparentemente george aveva trovato il massaggio rilassante e stimolante, ma , probabilmente, la situazione era divenuta ambigua quando george si era reso conto di sentire qualche minimo segno di eccitazione sessuale.

Il risultato era stato che il povero george era rimasto paralizzato dalla paura e dalla possibilità che da quel momento il suo orientamento sessuale fosse da mettere in dubbio.

Questa scenetta comica per alcuni pazienti con il doc corrisponde ad anni di agonia e tormenti.

Una delle forme più comuni di doc ha proprio ad oggetto l’impossibilità di stabilire con certezza quale sia il proprio orientamento sessuale e il conseguente sforzo angoscioso di cercare una risposta definitiva.

Un altro dubbio ossessivo molto comune, che spesso coincide con un pensiero intrusivo e continuo (chiodo fisso) , è l’infinito sforzo di stabilire se la propria relazione sentimentale è autentica e se vale la pena continuarla. Lo/la amo veramente? Lei/lui è sufficientemente attraente ? sono spiritualmente compatibile con il mio partner? E infine visto che potrei essere gay dovrei forse lasciarlo/la?
Senza doverci troppo pensare è chiaro perché questi due chiodi fissi siano da considerare ossessioni dello stesso tipo. Se una persona è coinvolta in una relazione seria e duratura e improvvisamente la sua ansia fa sì che questa persona abbia il bisogno predominante di sapere con certezza quale sia il proprio orientamento sessuale , la naturale conseguenza sarà la comparsa anche di dubbi sulla genuinità del suo amore per il partner.

Per la maggior parte dei dockers è facile individuare l’assurdità del contenuto delle proprie ossessioni. Il pensiero intrusivo di una madre di far del male al suo bimbo appena nato normalmente viene facilmente riconosciuto come una semplice forma di doc o addirittura come un pensiero che sperimentano molti nuovi genitori.

Sia i professionisti che i “laici” sono perfettamente in grado di riconoscere l’irrazionalità della paura di contrarre l’aids toccando la maniglia di una porta.
Ma le dolorose esperienze di terrore , angoscia e bisogno di trovare immediatamente una soluzione sono sintomi simili se non identici sia per quel che riguarda le altre ossessioni che per quanto riguarda l’ossessione sul proprio orientamento sessuale o sulla propria relazione.
La vera differenza è che con queste 2 ossessioni non si pensa subito di avere il doc. il risultato è che la maggior parte delle persone con queste 2 ossessioni ha avuto una storia lunga e dolorosa di ricerche e ha ottenuto inutili indicazioni da coloro a cui si è rivolta nella speranza di trovare una soluzione , infatti questi due dubbi sembrano legittimi e vengono spesso intesi come tali.

Il principale metodo che potrebbe in qualche modo aiutare a distinguere l’ossessione dal legittimo conflitto (per es. confusione circa il proprio orientamento sessuale o la propria relazione sentimentale) è quello di sentire la necessità impellente e angosciante di ottenere una immediata, assoluta , e incontrovertibile soluzione al dubbio.

Le ossessioni di essere gay o aver scelto il partner sbagliato hanno una cosa in comune: capita che amici , familiari e anche terapeuti siano presi dal nobile intento di aiutare chi ha queste ossessioni a raggiungere una decisione riguardante il lasciare o meno il proprio partner oppure l’iniziare uno stile di vita omosessuale.

Sfortunatamente c’è un’ampia possibilità che persone non – esperte diano delle indicazioni sbagliate specie per quel che riguarda cosa rende una persona gay o cosa ci debba essere in una buona relazione a 2.

Ricordo un caso la mamma di una mia paziente aveva detto alla figlia “ se hai tutti questi dubbi quando sei prossima alle nozze ci deve essere un grosso problema” . il peso del suo feedback alla fine la portò a porre termine a una meravigliosa relazione.
In un altro caso un paziente col doc di essere omosessuale confessò con angoscia a un funzionario scolastico che stava passando l’inferno per la paura di essere gay. Accadde che il suo coach + anziano lo fece sedere e gli raccontò di aver subito lo stesso tormento che lui stava vivendo nel suo processo di outing prima di diventare gay.
Inutile a dirsi questo discorso lo portò fuori strada e fece arretrare i suoi progressi di un paio di mesi.
Si deve dire che è comprensibile come, senza le dovute informazioni utili a rendersi conto che c’è un disturbo ossessivo all’origine di questi problemi, è facile convincersi che , fornendo un consiglio per questioni che non hanno una risposta definitiva , si possa offrire un buon aiuto.
Invece un “aiuto e una guida” da persone sbagliate alimenta il dilemma e distrae dalla vera via d’uscita e dall’aiuto vero che si potrebbe ricevere.



Chi soffre di DOC e si fissa sul lavarsi le mani finché “si sente” pulito o spegne un interruttore finché lo “sente” completamente spento commette un errore fondamentale nel processo di informazione.

Permette alla sua esperienza di guidare le sue scelte riguardo l’aver portato a termine un compito o no.
Questo è un errore, dato che la predominante teoria sull’eziologia del DOC oggi vuole che il centro cerebrale della paura (amigdala) sia difettoso e considerato responsabile per chi soffre di DOC del suo comportamento irragionevole.
Chi soffre di DOC è totalmente consapevole della natura irrazionale delle sue paure.
Chi non soffre di DOC spegne un interruttore una volta, perché percepisce e pensa che la luce sia spenta o chiude l’acqua perché pensa che le mani non siano più sporche. Chi non soffre di DOC si avvale delle informazioni percettive per portare a termine questi compiti. Chi soffre di DOC continua a svolgere il compito, sia comportamentale che mentale finchè non si sente più destabilizzato o minacciato dalla sua incompiutezza.
Attualmente si pensa che, poiché la parte del cervello responsabile di inviare un segnale di avvertimento o pericolo è difettosa, chi soffre di DOC trova una via di fuga o distrugge la risposta finchè ha calmato il cervello. Negli individui non clinici, la decisione di conservare una relazione o la consapevolezza del proprio orientamento sessuale sono in questi casi basate sull’esperienza.
In queste circostanze si pensa generalmente che ci si avvalga delle variabili emozionali per guidare le proprie scelte riguardanti l’essere gay o restare con il proprio partner. Chi ha l’ossessione dell’omosessualità e dei rapporti affettivi è fortemente consapevole che esiste una base razionale dalla quale partire per questo tipo di decisioni guidate dall’esperienza. Perciò, tende ad essere molto riluttante ad impegnarsi in un rapporto o comportarsi in modo eterosessuale senza usare le variabili emozionali come guida.
Dato che la porzione emozionale del cervello è difettosa in chi soffre di DOC, è essenziale che essi abbandonino ciò che altrimenti sarebbe un mezzo razionale di cercare una guida.

Forse la mia sofferenza è la naturale conseguenza del reale fondamento di questi problemi
“Ehi non è normale che, se stai pensando di mollare il tuo partner, tu ti senta pieno di angoscia e sofferenza? …. “Non succede a tutti di sentirsi tormentati e in colpa rendendosi conto di restare con il proprio partner per i motivi sbagliati? “…”non sarebbe uno stress per chiunque il processo di outing ?” …”forse non ho il doc forse sono qui (dal terapeuta) perché sto cercando una scusa per evitare l’orrore di affrontare la mia omosessualità? “

Così come non possiamo provare con assoluta certezza che non si possa prendere l’aids dalla maniglia di una porta allo stesso modo non esiste una prova che queste questioni siano vere o no.
Non c’è alcun modo di provare con assoluta certezza che non stiamo commettendo un errore grave nel trattare queste questioni come sintomi di un disturbo d’ansia quando ci sarebbe bisogno di una terapia di coppia.
Atteso che ottenere una risposta a questi dubbi irrisolvibili è impossibile abbiamo tuttavia la possibilità di scegliere di portare avanti il trattamento e accettare il rischio di negarsi la vera via d’uscita.

Visto che queste due ossessioni hanno molto in comune e tendono a coesistere spesso , sento che questo articolo possa essere un’utile guida per molte persone che sono tormentate da uno o anche da entrambi i problemi.

L’ossessione gay

La maggior parte delle persone con un disturbo ossessivo evidenzia un’infanzia e un’adolescenza tradizionale e non conflittuale relativamente all’identità e ai conflitti sessuali.

Di solito capita che una vita di coscienza e chiarezza circa il proprio orientamento sessuale venga interrotta di colpo da una sensazione di panico in cui improvvisamente si sente la necessità di essere certi della propria eterosessualità.

Una complicazione della prima e media adolescenza può essere il fatto che i bambini di entrambi i sessi spesso fanno le prime naturali esplorazioni sessuali con ragazzini/e dello stesso sesso.

Questa naturale e comune tendenza potrebbe spiegare la natura violenta nell’insorgere di questa ossessione che è collegata spesso a periodi della vita così delicati.
A un certo punto durante la media adolescenza o la prima vita adulta il doc si innesca all’improvviso provocando di solito un vero e proprio attacco di panico e la convinzione di essere gay veramente.

Ciò che generalmente segue è un infinito susseguirsi di pensieri alla ricerca disperata di trovare una sicura soluzione al proprio dubbio.

Molti pazienti arrivano all’assoluta disperazione cercando una risposta. Molti per evitare di pensare a questa dolorosa ossessione cercano di non guardare più negli occhi le persone dello stesso sesso.

In qualche rara occasione i pazienti decidono di avere un’esperienza omosessuale per trovare una soluzione definitiva. Queste persone pensano che se troveranno l’incontro stimolante allora sapranno di essere gay. Al contrario se saranno schifati significherà che sono etero.
Sfortunatamente persino un gesto disperato come questo non sarà risolutivo anzi creerà nuovi dubbi.

Tipicamente l’ossessivo esamina con grande scrupolo le sue reazioni sessuali nel vedere membri del proprio sesso.

Ed è in questo disperato sforzo che si raggiungono livelli di dubbio ancora maggiori come risultato della disperata ricerca del paziente.
Il vecchio proverbio “più impariamo più domande ci facciamo” in questo contesto è proprio azzeccato.

Poiché la sessualità umana funzioni bene sono necessarie sia le esperienze relazionali che l’eccitazione.

Solo che l’essere ansioso ed essere eccitato sono due esperienze singole ed una esclude l’altra, con questa consapevolezza diventa chiaro che ogni disperato tentativo di sentire l’eccitazione ha il paradossale effetto di bloccare l’eccitazione stessa.

Gli ossessivi che temono di essere gay spesso si impegnano con tutte le forze ad eccitarsi di fronte a persone del sesso opposto al proprio al fine di rassicurarsi sul fatto di essere etero.

Allo stesso modo i più disperati cercano di non eccitarsi (di fronte a un uomo) ma è + probabile che la maggior parte di loro senta della sensazioni alle “parti basse” che facilmente possono essere confuse con l’eccitazione sessuale.

Generalmente io chiamo questo effetto “risposta genitale” ed è comune sia negli uomini che nelle donne

Il disperato sforzo mentale per cercare di captare anche un minimo segnale di eccitazione è probabile che prima o poi produca questa esperienza.

Se un ossessivo che teme di essere gay vede una persona del suo stesso sesso piuttosto attraente e controlla se sta avendo una reazione nelle sue parti intime c’è un’alta probabilità che provi una certa sensazione di formicolio perdendo la possibilità di provare con certezza la sua eterosessualità.

Proprio questa sensazione fisica nelle parti basse viene presa dai malati come la prova definitiva che il loro non è un disturbo ma una vera manifestazione della loro omosessualità.

Spesso mi sento dire “ma dottore se fosse solo un’idea potrei conviverci …ma ultimamente sento che qualcosa si muove qui sotto…per cui deve essere più di un dubbio”

Il disperato sforzo dell’ossessivo per ottenere una risposta inconsciamente diventa il più grande indizio per comprendere il proprio orientamento sessuale.

Come sessuologo sono perfettamente conscio che sia impossibile sapere con assoluta certezza quale sarà il proprio orientamento sessuale per tutto l’arco della propria vita.

Molti esseri umani attraversano fasi della vita in cui si interrogano sulle proprie preferenze sessuali, anche se questi dubbi per le persone sane sono comunque un po’ angoscianti non sono nulla paragonati ai dubbi e alla tortura che deve affrontare chi ha il doc,

Visto che questi naturali dubbi vengono di solito in adolescenza e visto che anche il doc insorge spesso durante l’adolescenza si può capire perché questa forma di doc sia così comune.

Nelle persone affette da disturbo ossessivo il solo fatto di non essere certi al 100% della propria eterosessualità diventa una prova a sostegno della propria omosessualità.

In altre parole nel modo di pensare dell’ossessivo compulsivo tutti al mondo conoscono con certezza assoluta il proprio orientamento sessuale.

Quindi il fatto di non poter stabilire con certezza se si è omosessuali o no per loro è l’ostacolo + grosso che non permette loro di chiudere la serie infinita di dubbi,

E’ interessante notare che nelle persone con queste ossessioni non è affatto rilevante la loro opinione circa l’omosessualità, persone estremamente omofobiche e terrorizzate dall’idea di essere gay e persone con una visione molto aperta nei confronti del tema dell’omosessualità hanno la stessa probabilità di sviluppare il disturbo.

Quindi cercare di preferenze umane non serve a nulla,
convincere queste persone che l’omosessualità è una normale e accattabile variante della natura umana non è una buona strategia terapeutica.
Invece in tutti i tipi di doc lo sforzo terapeutico si concentra su alcuni punti 1) accettare il fatto di non poter sapere con certezza 2) eliminare la sensazione che la propria vita si basi sulla risposta 3) eliminare il pensiero disfunzionale per il quale ottenendo una risposta si possa risolvere l’intera condizione ossessiva e porre termine ai dubbi,

Un caso esemplificativo del fatto che questa forma di doc sia relativa alla risposta certa ad un dubbio mi si è presentato agli inizi del 1998.

Un giovane uomo che apparentemente aveva ormai da anni accettato perfettamente la sua omosessualità, sviluppò l’ossessione di essere etero.

Si rese conto con terrore che tutto il lavoro che aveva fatto per accettare la sua omosessualità era completamente rovinato.
Sentiva che se solo avesse potuto provare che essere intimidito da una donna non era l’unica giustificazione per la sua omosessualità, avrebbe potuto vivere di nuovo serenamente la condizione che lui sentiva essere + naturale per lui.
Alla fine decise di accettare che avrebbe potuto preferire le donne,e , accettando la possibilità, poté infine continuare la sua relazione omosessuale serenamente.



Evitamento e fuga

Il rituale principale di chi ha queste ossessioni è costituito da un gran numero di evitamenti nei confronti degli stimoli che potrebbero provocare il dubbio.

Addirittura alcuni pazienti hanno cominciato a sfuggire lo sguardo di tutte le persone del proprio sesso per tema che vi sia una reazione o stimolazione che potrebbe essere presa come prova del fatto di essere gay.

Sono anche molto comuni gli evitamenti relativi ad incontri sessuali e appuntamenti con persone di sesso opposto per paura di prendere l’eventuale mancanza di una eccitazione anticipatoria come prova conclusiva che tutto quello che temono possa essere vero.

Anche la masturbazione può divenire un tormento e diventare una pratica sempre + discontinua.

A livello mentale le compulsioni sono rappresentate da un estenuante e infinito dialogo interiore per raggiungere una risposta ai propri dubbi,
Andare ad un appuntamento , comminare per strada o masturbarsi sono attività foriere di pensieri intrusivi.

Esempi:

Se, camminando per strada un ossessivo vede un bel ragazzo e pensa “cavoli quel ragazzo è attraente” la successiva reazione sarà “oh mio Dio perché l’ho notato?”

Se una ragazza sta per baciare il suo ragazzo può pensare “dovrei essere con la persona che voglio veramente: un’altra ragazza” a volte proprio prima dell’orgasmo può balzare alla mente il viso di un amico del proprio sesso.

Generalmente seguono sensazioni di terrore e di colpa.

Questi sono solo alcuni scenari comuni per le persone che soffrono di questa forma di doc.
Le persone con questo genere di pensieri intrusivi di solito compie un’enorme quantità di ricerche per determinare cosa rende una persona gay.

Tuttavia, paradossalmente, tende ad esserci una relazione direttamente proporzionale tra il numero di ricerche e quello dei dubbi delle domande e della tortura mentale associata all’idea di “sapere con certezza”.

In parole povere ciò significa che + saranno le notizie che internet dispensa su “come sapere se si è gay” più l’ossessivo sarà convinto di esserlo.
Infatti più scoprirà informazioni sull’origine dell’omosessualità più si sentirà lontano dall’avere la risposta definitiva al suo dubbio.

Come sessuologo potrei fornire dettagli precisi sulle variabili psicologiche utili per sapere se una persona è gay. Ma queste informazioni non servirebbero a nulla per il malato di doc, si raccomanda ai terapisti di non impegnare il tempo nel parlare dell’orientamento sessuale o utilizzarne pochissimo.

Se anche accadesse di parlarne si dovrebbe informare il paziente che queste informazioni non saranno affatto utili per risolvere l’ossessione.

Considerazioni terapeutiche


Parlando dal punto di vista terapeutico questa forma di doc è perfettamente trattabile. Tuttavia molte persone abbandonano la terapia perché il suo fine è esattamente l’opposto del piano del paziente .

Ovviamente le persone vengono in terapia sperando disperatamente che il terapeuta le aiuti a trovare la risposta definitiva al loro dubbio.

Molti terapeuti che non sono specializzati nel doc perdono un sacco di tempo nel tentativo di convincere i propri pazienti che non sono affatto gay.


E’ anche capitato che alcuni psicologi abbiano suggerito ai loro pazienti di provare un’esperienza gay. Per coloro che sono invece in grado di identificare i pazienti che non stanno attraversando una crisi circa il loro orientamento sessuale ma un disturbo d’ansia , la terapia non si concentrerà sul trovare una risposta al dubbio ma nell’aiutare la persona ad accettare l’impossibilità di avere una risposta certa al 100%.

Come accade nel trattamento di ogni forma di doc puro dare il permesso alla propria mente di essere creativa è un buon inizio.

Sono incoraggiate tutte le scelte che permettono all’ossessivo di ricordarsi costantemente che non c’è una risposta ad una delle domande più importanti della vita.

Per i clienti trattati con successo con le tecniche comportamentali relative a questi dubbi la miglior risposta terapeutica che viene alla fine del trattamento consiste nell’accettare l’impossibilità di dare una risposta definitiva sulla genuinità del proprio orientamento sessuale. “potrei essere gay” questa è la risposta alla domanda.

Il concetto di accettare un’ossessione è principalmente collegato col tema dell’ossessione come per tutte le ossessioni.
Accettare un’ossessione significa fare una scelta attiva per accettare il rischio dell’incertezza e accettare il livello di sconforto che ne deriva.
Un metodo per rafforzare la propria capacità di accettare le sfide consiste nel prendere la decisione di chiedere a sé stessi se tutte le nostre risorse sono state svuotate.

desidero continuare a vivere nell’angoscia o preferisco distruggere tutte i miei “appigli”?
se c’è anche un minimo di resistenza si consiglia di prendersi un breve lasso di tempo per essere in grado di affrontare il rischio e distruggere le risorse più tardi.
Durante questo periodo è importante essere determinati a ricordarsi dell’irrisolvibilità della questione ogni volta che la mente va su di essa.

Il fine di accettare l’ossessione non è quello di risolverla ma di imparare a conviverci.

Durante le ultime settimane della terapia io chiedo ai miei pazienti “sei gay?” e mi convinco della positiva risposta terapeutica quando mi guardano sorridendo e strizzandomi l’occhio mi dicono “non lo so” oppure “non ne sono sicuro!” o addirittura “andiamo in città e scopriamolo” . Una persona non deve essere certa del proprio orientamento per frequentare persone del sesso opposto al proprio.

E’ importante sapere che quando si affronta questo tema non si deve cercare in sé stessi la risposta utile a concludere che non si è gay.

In altre parole alla fine del trattamento il solo fatto di essersi divertito al “quarto appuntamento” non verrà preso come prova che non si è gay (compulsione).

In questo caso come in tutte le altre forme di doc il trattamento comincia col convincere il paziente a mettere giù una lista gerarchica di esposizioni.

Nella terapia cognitivo- comportamentale questa lista consiste in un elenco di esposizioni in ordine crescente (a seconda dell’ansia che provocano n.d.s. – nota di simmi).
In queste particolari ossessioni i punti della lista saranno le situazioni che provocano reazioni o le domande circa il proprio orientamento sessuale. Il primo passo potrebbe essere “camminare per strada valutando in una scala da uno a dieci quanto siano attraenti le persone dello stesso sesso che si incontrano“

“dopo tutto se non fossi gay perché dovrei dare più di un punto agli altri uomini?”

L’esposizione che potrebbe essere messa a metà nella scala potrebbe essere quella di vedere film come “boys don’t cry” o “but i’m a cheerleader”.
Allo stesso punto della scala si potrebbe mettere “valutare quanto sia carino il sedere di un altro ragazzo”… e per celebrare il successo della terapia raccomando alle persone con l’ossessione di essere gay di andare sul sito www.gay.com e www.comingoutstories.com .

In quest’ultimo ci sono moltissime storie che raccontano delle difficoltà durante il processo di outing. E ci sono sempre le foto della “tua porno star gay preferita”…beh sono sicuro di aver reso l’idea.

Come per il trattamento di tutte le altre forme di doc , la disposizione a impegnarsi negli esercizi cognitivo-comportamentali è importante come gli esercizi stessi.

Uno dei concetti che è bene non dimenticare durante il trattamento è che bisogna essere disposti ad abbracciare stress, sconforto e dubbi che sicuramente compariranno durante la terapia. Ho usato volutamente il termine “abbracciare” che significa fare una scelta attiva nel decidere di tollerare il livello di sconforto che ne scaturirà e accettare la paura che accompagna l’ossessione.

Il modo per rafforzare la volontà di accettare la sfida implica l’onestà nell’ammettere se siano state debellate tutte le resistenze e gli appigli compulsivi .



Omissis
Scusate non sono riuscita a tradurre qui axillo aiutooooo

La mia sofferenza è un sintomo del doc o ho scoperto di essere gay?

Alla fine nel corso del trattamento la domanda più angosciante che una persona col doc deve affrontare è “ho veramente il doc o la sofferenza e il panico che provo sono la normale manifestazione di ciò che deve passare un omosessuale nel suo processo di outing” in una scala gerarchica questa domanda è l’ultima barriera per il successo della terapia.”

Non c’è nessuna possibilità di dare una risposta definitiva riguardo la domanda e alla potenziale attendibilità di essa.

Alla fine si arriva ad affrontare la possibilità di scegliere di impegnarsi nel processo terapeutico accettando il rischio che si potrebbe tralasciare ciò che realmente sta accadendo nella propria vita sessuale.

A incoraggiamento c’è però da fare una considerazione : dal momento che il principale motore del doc è basato sull’ansia c’è una possibilità veramente infinitesimale che un clinico esperto faccia confusione tra un’ossessione e una crisi dovuta al processo di outing di un omosessuale.

L’esperienza terrificante innescata dalla domanda “oddio sono gay?” è un chiaro segno che questa omosessualità non esiste.

La porta sul retro della vecchia ossessione


Un fenomeno comune associato con il successo terapeutico è quello che io chiamo “La porta sul retro della vecchia ossessione”. La porta sul retro è la paura generata dal non sentire più l’ansia associata alle questioni circa la propria sessualità.

Per molti dockers essere ansioso era un po’ una rassicurazione si dicevano “come so che ho il doc e non sono omosessuale? Perché il solo pensiero mi fa venire l’ansia!”
Tuttavia quando qualcuno viene trattato con successo e non sente + l’ansia associata al dubbio il terrore che il dubbio possa avere basi reali diventa una nuova ossessione.
In altre parole il paziente diventa ansioso perché non è più ansioso

“l’altro giorno ho visto il mio compagno di stanza in mutande …oh mio dio…dal momento che non ho provato ansia non sarà che l’ho guardato perché ero veramente interessato?”

vicino ma non ?

Ci sono almeno due ossessioni che si possono avvicinare a quella circa l’orientamento sessuale : una è la rara ossessione “ il mio partner potrebbe essere gay”

anche se rara io ho lavorato con alcuni individui che avevano trascorso molte notti insonni nell’esaminare un’infinita lista di dati che potrebbero aiutarli a far luce sulla questione e a sapere con certezza l’orientamento del proprio partner. Sono certo che un libro uscito recentemente circa una donna che scopre che il marito è gay contribuirà all’aumento del numero di queste ossessioni.

Un’altra preoccupazione molto comune è “potrei essere un molestatore di bimbi o sessualmente deviato” , quando vedo i bimbi giocare o quando giocano sulle mie gambe sento un’indefinita sensazione nelle parti basse. L’esistenza di questa sensazione ai genitali (risposta genitale) /sensazione creata dall’ansia/ viene presa come prova della propria perversione.



Come so che è giusto/a per me ? lei/lui è l’uomo/donna giusto/a?

Simile a quanto detto ma da considerarsi un’ossessione a parte: l’ossessione del rapporto di coppia , è l’incapacità di stabilire con certezza la ragione emotiva per rimanere in un rapporto di coppia anche se non c’è una chiara giustificazione.
Un gran numero di persone ossessionate circa il proprio orientamento sessuale e che sono allo stesso tempo impegnate da tempo in una stabile relazione saranno tentate di provare se il loro attaccamento al partner sia sufficiente. Per gli ossessivi circa l’orientamento sessuale non è difficile che si inneschi anche il pensiero intrusivo circa giustificazioni per stare col proprio partner, le persone che sono ossessionate dalla sostanza del proprio rapporto di coppia, spesso si basano sulla misura dell’intensità delle proprie emozioni per giustificare e decidere se rimanere in una relazione, o terminarla.

Le persone con questa ossessione inoltre analizzano all’infinito le qualità che per loro e per la società dovrebbe avere una perfetta relazione sentimentale.

La maggior parte di questi ossessivi si focalizza su cercare di capire i propri sentimenti, cosa sentono. Questa ossessione di mettere sotto la lente del microscopio i sentimenti può avere ad oggetto anche l’amore per i bambini, per i genitori persino per Dio.

Leggere la propria scala emozionale
Quando un ossessivo con questa ossessione si sforza di saggiare le proprie reazioni emotive per giustificare il proprio livello di coinvolgimento nella coppia la reazione più comune , per assurdo, è quella di non sentire nulla o di sentire solo ansia.
Anche durante i momenti più intimi quando più ci si aspetterebbe di sentire il coinvolgimento appena si comincia a sentire qualcosa ecco che l’ossessione si insinua facendo venire meno questa sensazione.
Se si tenta di analizzare il proprio livello di eccitazione ne deriva la paradossale esperienza di perderlo immediatamente.
Parlando dal punto di vista sessuale si perde l’erezione o la lubrificazione se ne va non appena si ci concentra sulla necessità di mantenere l’eccitazione per dimostrare che se c’è una chiara risposta fisica allora quella persona è la persona giusta.
Invece non c’è nessuna prova o test per giustificare la decisione di continuare una relazione.
Le infinite variabili che giustificano la continuazione di una relazione di coppia sono troppo complesse per creare un modello che possa essere usato da chi ha bisogno di una guida. Conseguentemente rimaniamo con la nozione di “scelta ingiustificata” ,
insomma tutto questo significa che ognuno sceglie di restare insieme a un’altra persona. Non è possibile concettualizzare attraverso infinite ruminazioni mentali il perché. Non ci sono risposte solo scelte! .

Trovare la mia metà

Ogni ossessivo ha una guida interna che gli fa comprendere che il proprio timore non è giustificato. La maggior parte delle persone col doc ammetteranno di essere dolorosamente consci della natura irrazionale delle loro paure,
purtroppo tra le persone che hanno l’ossessione di giustificare la propria relazione , questa consapevolezza è inferiore , questo fatto è in larga parte dovuto alla concezione romantica dell’amore che la società occidentale ci inculca , le nostre favole e tutti i media ci presentano tutte le storie d’amore come storie che fanno battere il cuore all’infinito, tipo eterni fuochi d’artificio.
Si riconosce raramente che restando con la stessa persona a lungo si tende a creare un “effetto abitudine” e si può anche essere attratti da altri .


Le persone con questa ossessione in genere sono più perfezioniste nella loro filosofia di vita che tutti gli altri pazienti affetti da doc . questa tendenza al perfezionismo li porta a credere che la risposta ad alcune questioni basilari proverà definitivamente se il proprio partner è quello giusto.

Esempi di domande + comuni sono “lo amo?” “è giusto per me?” “e’ ragionevole pensare che potrei trovare un altro che vada bene come lui ma che non lasci alzata la tazza del water?”
La mente del paziente che soffre di doc cerca così disperatamente una risposta che è impossibile semplicemente mettersi a guardare il partner per avere la risposta emotiva , nello strenuo tentativo di trovare una ragione per restare insieme a qualcuno , la mente dell’ossessivo si comporta come una lente di ingrandimento di un microscopio potentissimo e la generale sensazione di soddisfazione viene sostituita dalla focalizzazione su dettagli minimi.
La persona con queste ossessioni spesso si concentra su difetti minimi come la consistenza delle sopraciglia o la eccessiva secchezza della sua pelle.
Possono nascere dubbi anche sull’intensità della propria risata, nel tentativo di accertarsi se il senso dell’humor del proprio partner sia sufficientemente apprezzabile,
“oh mio Dio , se non penso che sia abbastanza divertente cosa ci faccio con lui?”

i sentimenti di soddisfazione e di felicità normalmente vengono spontanei nel corso di un rapporto di amore fino a quando non li si cerca attivamente nello sforzo di avere una risposta definitiva.
Il risultato è che la connessione emotiva di un ossessivo si può misurare solo nella sua periferia psicologica (???)

L’assenza accresce il desiderio

L’affermazione del disperato bisogno di misurare l’intensità e il grado di impegno nella relazione può disturbare molto la decisione di restare insieme a qualcuno.
Le storie d’amore possono essere delle porte girevoli quando si decide di interrompere la propria relazione nel tentativo di interrompere l’infinita angoscia e le ruminazioni senza fine.
La tentazione costante di un ossessivo “circa la sua relazione sentimentale” è quella di andare a scoprire che pace proverebbe se lasciasse il suo partner. Generalmente queste persone pensano che le loro infinite ruminazioni significhino che c’è qualcosa che non va nella loro relazione.
Al contrario la maggior parte di queste storie è eccezionalmente sana. Questo spiega anche perché molti rimangono innamorati nonostante i dubbi del loro partner.
La scelta di sposarsi nonostante i dubbi è spesso fatta per porre la parola fine all’incertezza.
Il motivo è che si pensa che una volta buttati l’assillante questione sarà chiusa definitivamente.
Sfortunatamente né il matrimonio né la separazione fanno finire la sofferenza.

E questo spiega perché molti pazienti continuano la terapia anche per 5 anni dopo la decisione di lasciarsi e stanno ancora cercando di capire se la loro scelta è stata quella giusta.

L’affermazione “l’assenza accresce il desiderio” è appropriata. Normalmente quando qualcuno sente l’urgenza di farla finita , la consapevolezza di quanto si ha perso ritorna a oltranza.

Le persone con questa ossessione che hanno deciso per liberarsene di lasciarsi spesso ruminano chiedendosi se hanno fatto una scelta giusta.

Appena finita la storia sentimentale la mente diventa molto selettiva e si concentra solo sui ricordi positivi e allontana quelli negativi. Lo sconforto associato al bisogno di avere una risposta a riguardo è tremendo. Quando si parla di doc l’intensità del dubbio è amplificata dal tormento. Persone che , seguendo la ragione, sono perfettamente conscie che la loro storia d’amore è veramente finita, possono ancora passare ore a rimuginare se è il caso di cercare di recuperarla o no. Quando è presente questa componente dell’ossessione il naturale effetto curativo del tempo tende ad essere eliminato.

Devono esserci 50 ragioni per lasciare il tuo amore
La giustificazione + comune usata dagli ossessivi per spiegare la fine di una relazione che di base era buona è quella di aver provato un’assoluta mancanza di sentimenti di desiderio e amore sia quando erano che quando non erano col partner.
Non provando certe sensazioni essi sono arrivati a interpretare questa esperienza (ansia , depersonalizzazione, derealizzazione) come una sconfortante apatia e senso di vuoto.
Il disturbo offre una possibilità di sollievo assai convincente, se solo si accetta di terminare il proprio rapporto di coppia. Una convinzione molto comune tra persone con questa ossessione è “sembra molto ragionevole che, visto che chiunque altro sente vero amore per il proprio partner, dovrei poterlo sentire anch’io “

Queste persone spesso si concentrano nello sforzo di capire se stando con un altro proverebbero qualcosa.

Ci sono un numero di altre comuni ragioni che costringono gli ossessivi a focalizzarsi su qualcosa che farà girare la ruota delle ruminazioni all’infinito.

Credere nell’esistenza di un anima gemella può provocare nell’ossessivo la convinzione che la persona con cui si sta debba essere compatibile con lui in tutto e per tutto in ogni aspetto, differenze minime , che in qualunque altra storia potrebbero essere considerate come normali, diventano punti critici che causano liti.

Per esempio “se non apprezzo completamente il senso dell’humor del mio ragazzo , non sarebbe meglio che mi cercassi un altro che sia esattamente come lui ma con in + il senso dell’umorismo ? un altro pensiero disfunzionale comune è “ se trovo attraente qualcun altro vuol dire che non siamo fatti l’uno per l’altra”

Essere coscienti del fatto che in tutte le relazioni anche in quelle sane prima o poi può accadere di trovare attraente qualcun altro è un importante base da cui partire.

Credere che l’anima gemella debba essere sulla nostra stessa lunghezza d’onda e/o che debba essere l’unica a piacerci fisicamente ha la conseguenza di creare infiniti dubbi e insicurezze sul fatto che il partner non sia l’anima gemella.

Una ragione possibile per la diffusione di questa ossessione è la comune convinzione nella nostra società che uno si debba “sentire” innamorato.

La romantica convinzione popolare di farsi guidare dai propri veri sentimenti nella propria relazione crea un’infinità di luoghi comuni.

L’autore scott peck scrisse un libro the road less travelled in cui afferma che un amore duraturo è basato sullo sforzo cosciente di mettere al primo posto il proprio partner e fare una scelta che dimostri il proprio livello di coinvolgimento.

Egli enfatizza come l’amore romantico invece sia un attaccamento basato sul’intensita di un esperienza di soprafazzione.
La frase ti amo ma non sono innamorato di te diventa una giustificazione per finire una storia.

Vivere nella scelta
Le strategie di trattamento di questa forma di doc ha molti punti in comune con quelle descritte per l’ossessione di essere gay.
L’accettazione graduale di vivere nell’incertezza, scegliere di voler essere forti di fronte al dolore di non poter avere una risposta definitiva sono punti salienti del trattamento.
Si può dire che uno degli scopi della terapia si può esprimere nella domanda “vivi nella scelta o nell’esperienza?” vivere nell’esperienza implica usare i propri sentimenti per darsi una giustificazione se sia il caso di continuare.
Per le persone con questo doc vivere nell’esperienza fa continuare l’infinito ciclo di ruminazioni e ossessioni di cercare la risposta definitiva per decidere se stare o no col proprio partner, vivere nella scelta fa comprendere l’essenza di accettare che con questa ossessione potrei fare una scelta sbagliata nel decidere di vivere con una persona e accettare il rischio che la relazione non sia vera.

Spesso chiedo ai pazienti di domandarsi se desidererebbero restare col proprio partner, solo scegliendo di stare con lui /lei anche senza il prerequisito dei sentimenti a giustificare tale scelta.

Si incoraggia fortemente di affrontare con aggressività l’ossessione piuttosto che aspettare passivamente la sua intrusione.
Un compito che viene dato a casa spesso durante la terapia è quello di portare in tasca un mazzo di dieci carte indicizzate, ogni carta rappresenta un’unica ragione per terminare il proprio rapporto sentimentale.

Guardando queste carte dieci volte al giorno il paziente deve valutare il livello di intensità di ognuna di queste ossessioni attribuendogli un numero.

Secondo punto della terapia è la persona scriva vicino al primo numero un numero rappresentativo del livello di resistenza che si decide di avere all’ossessione.

Questo numero è di estrema importanza e generalmente rappresenta la base della terapia stessa, di base meno resistenza si ha all’ossessione più probabilità ci sono di abituarvisi (abiturarsi a un’ossessione vuol dire non avere una risposta emotiva in senso negativo) . attraverso la ripetizione giornaliera di questi esercizi esponendosi a queste idee si può creare l’abitudine e le risposte anomale possono essere neutralizzate-
Decidendo di voler allontanare ogni giustificazione che la società promuove circa i veri sentimenti è di enorme importanza.

Il trattamento comportamentale tradizionale procederà in questo modo : si stabilisce una lista gerarchica di tutte le idee angosciose associate all’idea di restare col partner.
Questa lista può contenere difetti del partner o anche difetti solo potenziali e che potrebbero giustificare la scelta di lasciarlo.
Forse portare in giro una foto in cui il partner è venuto male potrebbe aiutare l’esposizione alla domanda se restare o no.
Scegliere di affrontare certe paure in modo pratico può aiutare a non essere + passivi.



E’ importante che queste persone si concentrino sul dar piacere al proprio partner e non stare sempre a concentrarsi per vedere le reazioni del proprio corpo.

Omissis

Informo spesso le persone che mi contattano che l’ossessione gay è la mia preferita e la ragione è che posso essere creativo nella terapia il successo della terapia con questa ossessione è elevato .


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LORE
Inviato il: Martedì, 17-Lug-2007, 15:23
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Ciao Giovanna,

complimenti per la tua traduzione, mi puoi dire dove hai trovato il testo?

grazie
Lorena
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goodbyeson
Inviato il: Martedì, 17-Lug-2007, 15:32
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Letto tutto quanto. complimenti per la pazienza PSICO hug.gif

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giovannalapazza
Inviato il: Martedì, 17-Lug-2007, 15:35
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QUOTE (LORE @ Martedì, 17-Lug-2007, 13:23)
Ciao Giovanna,

complimenti per la tua traduzione, mi puoi dire dove hai trovato il testo?

grazie
Lorena

l'ho trovato sul sito inglese del disturbo ossessivo si chiama stuck in the doorway


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melikeme
Inviato il: Venerdì, 14-Set-2007, 01:07
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ok io mi ritrovo in tutto (o quasi )quello che c'è scritto su; cosa faccio :S ? la cosa che mi preme di piu e ritornare ad essere felice col la mia ragazza, senza pormi tutte le domande che sono scritte su...
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giovannalapazza
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QUOTE (melikeme @ Giovedì, 13-Set-2007, 23:07)
ok io mi ritrovo in tutto (o quasi )quello che c'è scritto su; cosa faccio :S ? la cosa che mi preme di piu e ritornare ad essere felice col la mia ragazza, senza pormi tutte le domande che sono scritte su...

che fai ?

terapia e farmaci se necessari

il solo fatto di "volere" essere felice con la tua ragazza dovrebbe levarti ogni dubbio

è lei quella che vuoi che ti importa di indagare il tuo orientamento sessuale?

senza contare che sicuramente sei perfettamente etero


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starkreality
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Tutto molto interessante, alla fine è qualcosa che avevi ragione a dire che mi sarebbe interessato. Sinceramente, quando sto bene e vedo un "bel ragazzo" non mi faccio nessun problema a pensarlo, certo mi vengono dei dubbi perché so che a me piacciono solo le donne, ma se noto un bel ragazzo... la mia mente lo percepisce come se ne fossi anche attratto ma non me ne faccio un problema. Il mio problema è questo :

"Un altro dubbio ossessivo molto comune, che spesso coincide con un pensiero intrusivo e continuo (chiodo fisso) , è l’infinito sforzo di stabilire se la propria relazione sentimentale è autentica e se vale la pena continuarla. Lo/la amo veramente? Lei/lui è sufficientemente attraente ? sono spiritualmente compatibile con il mio partner?"

E mi succede quando mi innamoro di una ragazza. Eppure ormai pensavo non dovesse accadermi più... non di innamorarmi ma di avere queste ossessioni su ciò che provo e farmi stare male a tal punto da... lasciare perdere. Però ho capito che forse mi succede solo con ALCUNE ragazze e non tutte. Mmmmh...

Forse devo solo incontrare la ragazza davvero GIUSTA. Credo che alla fine sia quello...


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And when I squinted
The world seemed rose-tinted
And angels
appeared to descend
To my surprise
With half-closed eyes
Things looked even better
Than when they were open

Been waiting for the night to fall
I knew that it would save us all
Now everything's dark
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melikeme
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QUOTE (giovannalapazza @ Venerdì, 14-Set-2007, 09:17)
QUOTE (melikeme @ Giovedì, 13-Set-2007, 23:07)
ok io mi ritrovo in tutto (o quasi )quello che c'è scritto su; cosa faccio :S ? la cosa che mi preme di piu e ritornare ad essere felice col la mia ragazza, senza pormi tutte le domande che sono scritte su...

che fai ?

terapia e farmaci se necessari

il solo fatto di "volere" essere felice con la tua ragazza dovrebbe levarti ogni dubbio

è lei quella che vuoi che ti importa di indagare il tuo orientamento sessuale?

senza contare che sicuramente sei perfettamente etero

mm non proprio lei ; mi spiego meglio, anni fa caddi in questo disturbo; non saprei come mai non me lo ricordo, mi ricordo solo che fu colpa di una ragazza (non mi dilungo in spiegazioni:P), fatto sta che poi un'altra ragazza (dopo 3 anni di crisi) me ne fece uscire perche mi innamorai di lei. Da quel giorno tutto ok per un paio d'anni..ho conosciuto questa ragazza (quella che ci sto ora) e me ne sono innamorato andava tutto benissimo; ero abbastanza sicuro che sarebbe stat l'ultima (io sono sempre indeciso per questo dico abbastanza^^) ma un giorno feci cilecca e da li via con le paranoie che mi stanno perseguitando da due mesi circa;so che è scemo farsi venire i dubbi per una cosa del genere ,e che puo capitare, ma non posso farci nulla sad.gif
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giovannalapazza
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QUOTE (melikeme @ Venerdì, 14-Set-2007, 15:00)
QUOTE (giovannalapazza @ Venerdì, 14-Set-2007, 09:17)
QUOTE (melikeme @ Giovedì, 13-Set-2007, 23:07)
ok io mi ritrovo in tutto (o quasi )quello che c'è scritto su; cosa faccio :S ? la cosa che mi preme di piu e ritornare ad essere felice col la mia ragazza, senza pormi tutte le domande che sono scritte su...

che fai ?

terapia e farmaci se necessari

il solo fatto di "volere" essere felice con la tua ragazza dovrebbe levarti ogni dubbio

è lei quella che vuoi che ti importa di indagare il tuo orientamento sessuale?

senza contare che sicuramente sei perfettamente etero

mm non proprio lei ; mi spiego meglio, anni fa caddi in questo disturbo; non saprei come mai non me lo ricordo, mi ricordo solo che fu colpa di una ragazza (non mi dilungo in spiegazioni:P), fatto sta che poi un'altra ragazza (dopo 3 anni di crisi) me ne fece uscire perche mi innamorai di lei. Da quel giorno tutto ok per un paio d'anni..ho conosciuto questa ragazza (quella che ci sto ora) e me ne sono innamorato andava tutto benissimo; ero abbastanza sicuro che sarebbe stat l'ultima (io sono sempre indeciso per questo dico abbastanza^^) ma un giorno feci cilecca e da li via con le paranoie che mi stanno perseguitando da due mesi circa;so che è scemo farsi venire i dubbi per una cosa del genere ,e che puo capitare, ma non posso farci nulla sad.gif

sì è molto comune a quanto pare

il doc negli uomini a volte si concentra ad indagare il "rendimento sessuale" come se fosse quello il termometro per stabilire l'orientamento sessuale

ovviamente non è così ma vallo a dire al doc PSICO bam.gif


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mila79
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Ciao giovanna...una domanda:nei periodi post-crisi a me capita di avere continuamente pensieri negativi che compaiono appena mi alzo,al mattino,si intrufolano in ogni momento nel mio pensiero,ma che,siccome ho uno spirito diverso,riesco a tollerare...il problema è che mi lasciano con un senso di distacco e apatia...e questo mi spaventa...è "normale"??? sad.gif


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giovannalapazza
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QUOTE (mila79 @ Lunedì, 17-Set-2007, 08:42)
Ciao giovanna...una domanda:nei periodi post-crisi a me capita di avere continuamente pensieri negativi che compaiono appena mi alzo,al mattino,si intrufolano in ogni momento nel mio pensiero,ma che,siccome ho uno spirito diverso,riesco a tollerare...il problema è che mi lasciano con un senso di distacco e apatia...e questo mi spaventa...è "normale"??? sad.gif

sì il senso di distacco è legato all'ansia che si sa ---è il denominatore comune dei nostri disturbi


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mila79
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QUOTE (giovannalapazza @ Lunedì, 17-Set-2007, 10:57)
QUOTE (mila79 @ Lunedì, 17-Set-2007, 08:42)
Ciao giovanna...una domanda:nei periodi post-crisi a me capita di avere continuamente pensieri negativi che compaiono appena mi alzo,al mattino,si intrufolano in ogni momento nel mio pensiero,ma che,siccome ho uno spirito diverso,riesco a tollerare...il problema è che mi lasciano con un senso di distacco e apatia...e questo mi spaventa...è "normale"??? sad.gif

sì il senso di distacco è legato all'ansia che si sa ---è il denominatore comune dei nostri disturbi

E oltre il distacco c'è questa APATIA...penso di non provare emozioni..e allora mi succede davvero...è che dopo aver pensato tante di quelle cose sembra che niente mi faccia più effetto...son sempre lì con il "termometro" per tastare i miei sentimenti...ma sento che è una cosa forzata...però mi viene da farlo...ma più lo faccio e più mi sento apatica...capisci un po' come mi sento???


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Inviato il: Lunedì, 17-Set-2007, 11:41
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ti capisco anche io...e la domanda che mi tormenta è: perche io? perche ora? e sopratutto; come stavo bene quando non avevo questi pensieri; potevo vivere la mia vita..
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mila79
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QUOTE (melikeme @ Lunedì, 17-Set-2007, 11:41)
ti capisco anche io...e la domanda che mi tormenta è: perche io? perche ora? e sopratutto; come stavo bene quando non avevo questi pensieri; potevo vivere la mia vita..

già...che tristezza...ma anche tu hai un doc da relazione?


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mila79
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QUOTE (mila79 @ Lunedì, 17-Set-2007, 11:44)
QUOTE (melikeme @ Lunedì, 17-Set-2007, 11:41)
ti capisco anche io...e la domanda che mi tormenta è: perche io? perche ora? e sopratutto; come stavo bene quando non avevo questi pensieri; potevo vivere la mia vita..

già...che tristezza...ma anche tu hai un doc da relazione?

ah...no..ho letto ora la tua storia...


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